ITTV950090A1 - Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio, particolarmente per strutture di piani lavoro e mobile per l'arredamento cosi' ottenuto - Google Patents

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Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, particolarmente per strutture di piani lavoro e mobile cosi ottenuto, comprendente un piano sottostante al quale si impegnano le estremità superiori di almeno due gambe estendibili; ogni gamba, prevedendo una parte statica ed una dinamica, la prima insistendo a pavimento, la seconda, supportando contestualmente il piano, mobile verticalmente essendo guidata rispetto alla detta prima, ed in cui lungo quest'ultima sono ricavate delle aperture equidistanti all'interno delle quali, richiamato elasticamente si incastra un fermo, del tipo disimpegnabile; ed in cui, ancora lungo la medesima gamba è presente un dispositivo, per il recupero del gioco di due dei profili montanti costituenti una gamba del piano tavolo, essendo costituito da un eccentrico interagente con una molla in acciaio armonico interposta tra la parte di gamba statica e quella dinamica, l'eccentrico infine, essendo attivo mediante l'azione di una leva accolta nella parte di montante statica.

Description

Breveto per invenzione industriale
Titolo:
DISPOSITIVO PER LA REGOLAZIONE ED IL BLOCCAGGIO, PARTICOLARMENTE PER STRUTTURE DI PIANI LAVORO E MOBILE PER L’ARREDAMENTO COSI' OTTENUTO.
DESCRIZIONE
II presente trovato ha per oggetto un dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio, particolarmente per strutture di piani lavoro e mobile per larredamento così ottenuto.
L'innovazione, trova particolare se pur non esclusiva applicazione nel setore dei mobili per l'uffico e complementi per rarredamento in genere.
In via del tutto schematica, un tavolo, può comporsi di una o più gambe le quali supportano orizzontalmente un piano di lavoro, talvolta mediante l'interposizione di un telaio, che consente di ricavare una sotto struttura di sostegno. Tempo addietro, fra i problemi più ricorrenti si poteva osservare la limitazione dell'estensione del piano, soprattuto per quanto riguarda il settore dell'arredamento per la casa, ragione per cui lo sviluppo tecnologico ha interessato prevalentemente i sistemi di allungamento del piano tavolo.
In tempi più recenti, è stato possibile rilevare un fenomeno piuttosto singolare, il quale traeva origine dal fatto che, al fruitore del mobile per l'ufficio, le soluzioni proposte relativamente alla possibilità di registrare il piano tavolo, risultavano del tutto inadeguate prospettandosi nuove e più articolate esigenze anche perchè legate all'utilizzo di apparecchiature di supporto tecnico sempre più ricorrenti. Così talune imprese, hanno ben pensato di rivolgere l'attenzione nei confronti di soluzioni innovative le quali tenessero conto pure dell'accresciuta esigenza ergonomica dei fruitori, soprattutto con riguardo a quest'ultima categoria di mobili. Come riferimento generico, si può dire che ad ogni altezza di un individuo dovrebbe corrispondere una altezza, commisurata proporzionalmente, del piano di lavoro rispetto al pavimento. Così per un impiegato tipo, la scrivania non dovrà essere eccessivamente bassa, da costringerlo a chinarsi sulla stessa così come non dovrà essere eccessivamente alta da non consentire l’appoggio degli avambracci per raggiungere, ad esempio, la tastiera di una work station. E' noto infatti che l'inadatta posizione di lavoro, può incidere con l'andare nel tempo sulla corretta postura, quando non provochi danni a livello osseomuscolare di maggiore entità. Tra l'altro, è pure dimostrato che una posizione di lavoro ottimale, ad esempio di un operatore al computer, influisce positivamente sulla resa del soggetto, evitandone sostanzialmente l'affaticamento fisico, quindi a tutto vantaggio di una maggiore concentrazione. Simili rilevazioni, hanno quindi indotto le imprese, ad introdurre sul mercato piani di lavoro collocabili ad altezza diversa, perloppiù offerti in due od al massimo tre versioni standard di altezza, quindi in grado di soddisfare un limitato numero di utenti. Naturalmente, in questo caso le due o più versioni disponibili, richiedono semplicemente l'adozione di gambe aventi una altezza diversa, mentre il piano di lavoro resterebbe sostanzialmente lo stesso.
Oltre a non soddisfare quella gamma di utenti che comunque non rientra nei parametri prestabiliti, tale condizione ha comportato delle problematiche non indifferenti, sia di carattere produttivo che di gestione dei singoli articoli, non escluse le scorte a magazzino. Poca flessibilità dunque, con delle complicazioni ricorrenti, causa di disguidi e ritardi, nelle consegne degli ordinativi.
Per risolvere correttamente i problemi sopra esposti, non restava altro che orientarsi nei confronti di quei tavoli, con piano di lavoro di altezza variabile, che non necessitassero ogni volta di sostituirne le gambe. Il problema da risolvere era quindi tuttosommato semplice, ciò nonostante, molteplici sono state sino ad oggi le soluzioni sia brevettate che non, le quali hanno interessato lo stato dell'arte. Buona parte sfruttano il concetto di prevedere delle gambe estendibili, da un lato mediante noti sistemi telescopici, dall'altro mediante semplice accoppiamento di due elementi che partecipano alla formazione di una comune gamba, dei quali l'uno mobile verticalmente per supportare il piano tavolo. Per l'assicurazione dell'uno rispetto all'altro una volta raggiunta la posizione desiderata, è possibile intervenire mediante delle flangie o collari di varia natura, o più semplicemente utilizzando delle apposite spine. A questi sistemi tradizionali, tuttosommato empirici in quanto non in grado di offrire un prodotto sufficiente stabile e robusto, se ne sono aggiunti degli altri i quali si distinguono per la loro complessità.
Così è stato dell'arte il brevetto US 5367963 (Embru-Werke), il quale ha per oggetto un tavolo che possiede due supporti incastrati a modo di cannocchiale ognuno avente una flangia nella parte superiore. Avvitato alle flange si trova un tubo, mentre nella parte posteriore del tubo si trova un condotto per dei cavi. La parte piana del tavolo è mobile orizzontalmente rispetto al detto tubo, rendendo in tal modo accessibile il condotto dei cavi. Ulteriormente, mediante una manovella estesa sopra una parte di meccanica, sono sincronicamente posti nei supporti, delle spine introdotte per la registrazione dell'altezza. Per motivi di spazio, il tavolo è scomponibile rapidamente senza disimpegnare il meccanismo per la registrazione in altezza. Tra i vantaggi principali infine, si richiama il fatto che il tavolo sarebbe particolarmente utile nel lavoro.
Anche il brevetto US 4516509 ha per oggetto un mobile per rarredamento d'ufficio, con la superfìcie del piano registrabile in altezza. Più in dettaglio, tale mobile è progettato per la sistemazione direttamente all'intemo dell'azienda. Sottostante alla superficie del piano tavolo si trova almeno un bullone con una proiezione che passa attraverso una fessura verticale in una trave vuota. Nell spazio vuoto di tale trave, si trova almeno un asse verticale che prevede un dado successivo. Detto dado è connesso al bullone in modo tale che quando l'asse è ruotato, la parte sottostante venga sollevata od abbassata. Il meccanismo appare facilmente attivabile e permette una infinità di modifiche della parte sottostante del tavolo. Occupa spazi ridotti, in maniera che le linee elettriche od altre agevolazioni possano essere racchiuse nello spazio vuoto della trasversa.
Nelle tecniche descritte, sono tuttavia presenti ugualmente degli inconvenienti, quali ad esempio una certa complessità delle operazioni di registrazione. Questa, può essere data da eccessiva manualità o dalla presenza di dispositivi non sempre comodamente accessibili per il soggetto fruitore, nè tantomeno intuitivi. Delle problematiche, possono inoltre riscontrarsi, nello scopo raggiunto, spesso offrendo delle strutture inadeguate, non sufficientemente stabili e solide. Non da ultimo un accenno ai costi, che stante il numero dei componenti e le particolari lavorazioni cui sono soggetti, rendono praticamente non conveniente sotto il profilo economico la realizzazione di simili alternative.
Scopo del presente trovato è anche quello di ovviare ai succitati inconvenienti.
Questo ed altri scopi vengono raggiunti con la presente innovazione secondo le caratteristiche di cui alle annesse rivendicazioni, risolvendo problemi esposti mediante un dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio altezza, particolarmente per strutture di piani lavoro e mobile per l'arredamento così ottenuto, comprendente, un piano tavolo sottostante al quale si impegnano anche non direttamente, le estremità superiori di almeno due gambe estendibili, poste di lato al detto piano; ogni gamba, prevedendo una parte statica ed una dinamica, la prima insistendo stabilmente a pavimento, la seconda, supportando contestualmente il piano, mobile verticalmente essendo guidata rispetto alla detta prima, ed in cui lungo quest’ultima sono ricavate delle aperture preferibilmente equidistanti all'intemo delle quali, richiamato elasticamente si incunea almeno un fermo, del tipo disimpegnabile se agito sul corrispondente pulsante posto esternamente lungo la parte statica della detta gamba; ed in cui, ancora lungo la medesima gamba è presente un dispositivo, per il recupero del gioco tra almeno due dei profili montanti costituenti una gamba del piano tavolo, detto dispositivo, essendo costituito da un eccentrico interagente con una molla in acciaio armonico interposta tra la parte di gamba statica e quella dinamica, l’eccentrico infine, essendo attivo mediante l’azione di una leva accolta longitudinalmente all'interno della parte di montante statica.
In tal modo, attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato progresso tecnico vengono conseguiti diversi vantaggi.
In primo luogo, è possibile ottenere un più comodo piano di lavoro il quale offre delle discrete prestazioni ergonomiche, progressivamente soddisfando un gran numero di utenti, soprattutto nel settore dell'arredamento per l'ufficio. Ulteriormente, la possibilità di registrare in altezza il medesimo, con una buona approssimazione vicino alle proprie necessità favorisce un corretto posizionamanento del corpo ed in particolare del busto, favorendo nel contempo un comodo accesso alle macchine ed alle altre attrezzature per l'ufficio, nel pieno rispetto delle più recenti normative in materia di sicurezza e salute del posto di lavoro. In definitiva, si osserva un minore affaticamento degli arti, raggiungendo un buon grado di comfortevolezza, a tutto vantaggio di un percepibile miglioramento nella resa dell'individuo.
Altre peculiarità vantaggiose per il fruitore, possono essere riassunte nella semplicità di utilizzo e di regolazione del piano tavolo, con la possibilità anche acustica di rilevarne la fase di registrazione.
Per l'impresa, migliorando sensibilmente l'offerta sul mercato, si ottiene una considerevole riduzione dei costi di realizzazione, considerato il fatto che non risulta essere una applicazione particolarmente complessa, ed in seconda battuta, tanto è affidabile, non necessitando di particolare manutenzione.
Questi, ed altri vantaggi appariranno dalla successiva particolareggiata descrizione di una soluzione preferenziale di realizzazione con l'aiuto dei disegni schematici allegati i cui particolari di esecuzione non sono da intendersi limitativi ma solo esemplificativi.
La Figura 1., rappresenta una vista in sezione verticale di una parte di gamba per struttura di piano lavoro, registrabile in altezza.
La Figura 2., è una vista di fronte della parte di gamba di cui in Figura snziando una leva di recupero del gioco.
Infine, le Figure 3. e 4. rappresentano rispettivamente nelle due ioni, l'operatività di un dispositivo di recupero del gioco, (attivato dalla leva i cui in Figura 2.) tra due elementi sfilabili che partecipano alla formazione della gamba.
Facendo riferimento anche alle figure, si osserva in primo luogo che una struttura di piano lavoro, particolarmente un tavolo per l'arredamento d'ufficio, comprende almeno una gamba (A), del tipo provvista di dispositivo perfezionato per la registrazione in altezza. Detta gamba (A), si compone essenzialmente di due parti ottenute preferibilmente in alluminio estruso, rispettivamente una prima statica (a') ed una seconda dinamica (a"). La parte statica (a') che può comprendere uno zoccolo per l’appoggio al suolo, prevede ottenuta verticalmente, almeno una scanalatura (1) piuttosto profonda la quale ha lo scopo dì accogliere una leva (2), da un lato, fulcrata (2') ad un sottostante dispositivo per il recupero del gioco, dall'altro provvista di linguetta di presa (2"). Più in particolare, la leva (2), lungo il lato non in vista, prevede due pareti speculari (3) estese longitudinalmente ed alte almeno tanto quanto la profondità della scanalatura (1), le quali essendo provviste, di lato, di dentini d'arresto (3‘), consentono l'incastro della detta leva all'interno della scanalatura (1). Sul fondo della scanalatura longitudinale (1), in posizione occultata essendo localizzato sottostante la linguetta di presa (2"), è previsto un tasto (4) il quale provvede a disimpegnare, dal tratto di gamba statica (a') la parte dinamica (a") la cui estremità supporta il relativo piano tavolo.
Detto tasto (4), prevede anularmente un recesso (5) all’interno del quale è collocata una molla elicoidale di compressione (6), la cui estremità opposta si dispone in battuta sul fondo (7) I della scanalatura (1) ottenuta lungo., il tratto di gamba (a’). Centralmente, sempre il tasto (4), impegna l'estremità di una vite (8), la cui terminazione opposta, vincolando la parte di gamba dinamica (a") trattiene un fermo (9). Il fermo (9) è introdotto in una sede longitudinale (13), essenzialmente ricavata da una conformazione del tipo a "C", nella parte dinamica (a"), consentendo allo stesso, in lavoro, di insistere lungo le pareti della detta sede (13). Ancora più in dettaglio, la sede a "C" della gamba dinamica (a"), prevede delle alette laterali (13') che si estendono longitudinalmente, lungo le quali sono ricavate una pluralità di aperture equidistinati (10) costituendo una sorta di cremagliera. Essendo ottenute da ambo i lati del profilato (a”), in posizione intermedia si ottiene una apertura longitudinale la quale, impegnando il perno (8), consente lo scorrimento guidato della parte dinamica (a") rispetto alla parte statica (a'). Esercitando una data pressione sulla parte superiore del tasto (4), si determina la compressione della molla (6) e quindi lo spostamento lungo un asse verticale della vite (8) che impegna il fermo (9). Tale movimento, consente il disimpegno di relativi denti (9') che solidali con il fermo (9), essendo ottenuti nella parte sottostante, sono introdotti nelle aperture (10). Conseguentemente, si rende possibile dapprima il sollevamento della parte dinamica (a"), sino all'altezza desiderata, quindi, una volta arrestata, si procede con il rilascio del tasto (4). Tale condizione, provoca il richiamo elastico del fermo (9) all’interno delle aperture (10) di riferimento più prossime, previste lungo la sede (13).
Una caratteristica non trascurabile della leva (2), è che da un lato (2') risulta essere fulcrata ad un dispositivo di recupero del gioco esistente tra i due elementi scorrevoli verticalmente (a', a"). Più in particolare detto dispositivo, si compone in primo luogo di un tirante (11) passante orizzontalmente attraverso la parte di gamba statica (a'), sulla cui estremità è fulcrata la parte di leva (2'). La conformazione dell'estremità della leva (2') è tale da prevedere un impemiamento ad eccentrico con il tirante (11), nel caso di specie vincolato alle pareti perpendicolari (3) le quali dispongono di spigoli arrotondati insistenti sul fondo della scanalatura (1). Il tirante (11), dal lato opposto, trattiene una molla (12), del tipo ottenuta da una lamella in acciaio armonico convenientemente sagomata, la quale è introdotta all'interno della sede (13), definita dalla conformazione del montante dinamico (a"). La conformazione della molla (12), vista di pianta è essenzialmente ad "H", prevedendo una parte centrale sulla quale è calettato il tirante (11), mentre le due estremità date da pattini (12'), appoggiano in corrispondenza delle alette verticali (13') lungo le quali sono ottenute le aperture (10). Ricavati dalla medesima molla (12), essendo tranciati e ripiegati sino a sporgere dal lato opposto, sono previsti dei dentini (12"), con la superficie d'invito obliqua in modo tale da non porre eccessiva resistenza qualora sollecitati per effetto di un movimento verticale della parte dinamica (a") rispetto alla parte statica (a').
Nella posizione di Figura 3., la leva (2) si propone chiusa. In tal caso, l'eccentrico, mantiene in trazione il tirante (11) e conseguentemente, determina una certa azione della lamina (12), dando modo cosi di esercitare perpendicolarmente, una certa pressione lungo la guida (13). Viceversa, sollevando la leva (2), come previsto in Figura 4., presa in corrispondenza della terminazione (2') avremo un contestuale rilascio del tirante(11), che quindi, impone alla lamina (12) di arretrare leggermente di quel tanto che basta per non forzare più la stessa a premere lungo le superfici della sede (13). Questa condizione, consente di mantenere leggermente in contatto con la sede (13), alcune parti della molla (12), che in caso di escursione del montante dinamico (a") determinano acusticamente le varie fasi di registrazione.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, particolarmente per strutture di piani lavoro e mobile per l'arredamento così ottenuto, comprendente un piano tavolo, sottostante al quale si impegnano anche non direttamente, le estremità superiori di almeno due gambe estendibili; ogni gamba (A), prevedendo una parte di montante statica (a') ed una dinamica (a"), la prima (a') insistendo stabilmente a pavimento, la seconda (a"), supportando contestualmente un piano, caratterizzato dal fatto che la parte di montante dinamica (a") lungo la quale (13) sono ricavate delle aperture (10), è mobile verticalmente essendo guidata rispetto alla prima (a'), dette aperture (10) essendo ottenute preferibilmente equidistanti aH'intemo delle quali, richiamato elasticamente si introduce almeno un fermo (9-9'), del tipo disimpegnabile mediante un corrispondente pulsante (4) vincolato esternamente lungo la parte di montante statica (a') della detta gamba (A); ed in cui, ancora lungo la medesima gamba (A) è presente un dispositivo, per il recupero del gioco tra almeno due (a', a") dei profili montanti costituenti la gamba (A) del piano tavolo.
  2. 2. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo la rivendicazione 1., caratterizzato dal fatto che un dispositivo, per il recupero del gioco tra almeno due (a’, a") dei profili montanti costituenti la gamba (A) del piano tavolo, comprende un eccentrico interagente con un mezzo di frizione (12) interposto tra la parte di gamba statica (a') e quella dinamica (a"), l'eccentrico, essendo attivo mediante l'azione di una leva (2) accolta longitudinalmente all'interno della parte di montante statica (a').
  3. 3. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni 1. e 2., caratterizzato dal fatto che la parte di montante statica (a’) prevede ottenuta verticalmente, almeno una scanalatura (1) che accoglie una leva (2), da un lato, fulcrata eccentricamente (2') ad un sottostante dispositivo per il recupero del gioco, dall 'altro provvista di linguetta di presa (2"); detta leva comprendente due pareti speculari (3) estese longitudinalmente e provviste, di lato, di dentini d'arresto (3'), per l'incastro all’interno della scanalatura (1).
  4. 4. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che lungo la scanalatura longitudinale (1), in posizione occultata essendo localizzato sottostante la linguetta di presa (2"), è previsto un tasto (4) il quale consente il disimpegno, dal tratto di gamba statica (a') della parte dinamica (a") la cui estremità supporta il relativo piano tavolo.
  5. 5. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il tasto (4), prevede anularmente un recesso (5) all'interno del quale è collocata una molla (6), la cui estremità opposta si dispone in battuta sul fondo (7) della scanalatura (1) ottenuta lungo il tratto di gamba (a'); centralmente, detto tasto (4), impegnando l'estremità di una vite (8), la cui terminazione opposta, vincola la parte di gamba dinamica (a”) mediante un fermo (9).
  6. 6. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il fermo (9) è introdotto in una sede longitudinale (13), essenzialmente ricavata da una conformazione di profilo del tipo a "C", ricavata nella parte dinamica (a"), consentendo allo stesso, in lavoro, di insistere lungo le pareti adiacenti della detta sede (13).
  7. 7. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la sede a "C" (13) della parte di montante dinamica (a"), prevede delle alette laterali (13') che si estendono longitudinalmente, lungo le quali sono ricavate una pluralità di aperture equidisdnati (10) ottenute simmetricamente da ambo i lati.
  8. 8. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la parte di montante dinamica (a"), prevedendo una sede (13), in posizione intermedia ottiene una apertura longitudinale la quale, impegnando il perno (8), consente lo scorrimento guidato della stessa rispetto alla parto statica (a').
  9. 9. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il fermo (9) è provvisto da un lato di corrispondenti denti (9’) per essere introdotti in logica corrispondenza, nelle aperture (10) ricavate lungo le ali complanari (13').
  10. 10. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la leva (2), è da un lato (2') fulcrata eccentricamente ad un dispositivo di recupero del gioco esistente tra i due elementi scorrevoli verticalmente (a', a"), detto dispositivo, comprendente un tirante (11) passante attraverso la parte di gamba statica (a'), impegnando dall'altro lato un mezzo di ritenuta (12).
  11. 11. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l'estremità fulcrata della leva (2') è vincolata alle pareti perpendicolari (3) le quali dispongono di angoli arrotondati (3") insistenti sul fondo della scanalatura (1).
  12. 12. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il tirante (11 ), dal lato opposto, trattiene una molla (12), del tipo ottenuta da una lamella in acciaio armonico, introdotta all'intemo della sede (13).
  13. 13. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che la conformazione della molla (12), vista di pianta è essenzialmente ad "H", prevedendo una parte centrale sulla quale è calettato il tirante (11), mentre le due estremità date da pattini (12’), appoggiano in corrispondenza delle alette verticali (13') lungo le quali sono ottenute le aperture (10).
  14. 14. Dispositivo per la regolazione ed il bloccaggio in altezza, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che ricavati dalla medesima molla (12), sporgendo da un lato, sono previsti dei dentini (12"), con la superficie d’invito preferibilmente obliqua .
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