ITTV20110108A1 - Dispositivo di protezione 3d monouso con funzione air-bag, per indumento sportivo, e metodo di produzione - Google Patents

Dispositivo di protezione 3d monouso con funzione air-bag, per indumento sportivo, e metodo di produzione Download PDF

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ITTV20110108A1
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    • A41DOUTERWEAR; PROTECTIVE GARMENTS; ACCESSORIES
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    • A41D13/015Professional, industrial or sporting protective garments, e.g. surgeons' gowns or garments protecting against blows or punches with shock-absorbing means
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    • A41D2600/10Uses of garments specially adapted for specific purposes for sport activities
    • A41D2600/102Motorcycling

Description

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE TRIDIMENSIONALE MONOUSO CON
FUNZIONE AIR-BAG, PER INDUMENTO SPORTIVO, E METODO DI
PRODUZIONE
[0001] Il presente trovato ha per oggetto un dispositivo di protezione a sviluppo tridimensionale o 3D ed esteso di tipo monouso, con funzione di airbag a gonfiaggio istantaneo, per indumento sportivo nonché il relativo metodo di produzione.
[0002] L'innovazione trova particolare se pur non esclusiva destinazione nel settore degli indumenti protettivi per sport gravati da taluni indici di pericolosità quali, ad esempio, il motociclismo, lo sci o l’equitazione. Una seconda possibilità d’impiego, à ̈ nel settore degli indumenti protettivi per il lavoro. In particolare, il trovato offre protezione individuale estesa e migliorata da impatti che coinvolgono la schiena, le anche e la relativa articolazione, le ossa iliache, l’osso sacro, il coccige, le teste femorali ed i femori.
[0003] Generalmente, nel campo degli indumenti tecnici protettivi, sono noti elementi aggiunti o incorporati atti a distribuire oppure dissipare la forza d'urto e, di conseguenza, a prevenire o limitare i danni fisici; a titolo di esempio, i rivestimenti esterni, gli inserti di irrigidimento e gli assorbitori costituiscono una discreta barriera protettiva per le parti più esposte del corpo umano oppure impediscono pericolose deformazioni di parti vitali, quali la colonna vertebrale. Sono anche noti da tempo indumenti sportivi integranti tali elementi protettivi; a titolo di esempio si pensi alle note e diffuse protezioni paraschiena per motociclisti o sciatori, convenzionalmente denominate in lingua inglese “back protector†.
[0004] Recentemente, l'evoluzione della tecnica riguardante l’impiego di protezioni gonfiabili in campo automobilistico, convenzionalmente denominate in lingua inglese “air-bag†, ha indotto a mutuare dette applicazioni anche nel campo degli sport pericolosi. Nel settore delle competizioni motociclistiche, ad esempio, sono usualmente reperibili sul mercato diverse soluzioni di indumenti come tute o giacche integranti protezioni gonfiabili automaticamente e sagomate in modo tale da proteggere aree del corpo vulnerabili in caso di caduta.
[0005] Risulta del tutto evidente che tali sistemi gonfiabili incrementano l’efficacia protettiva dell’indumento ed offrono zone di protezione più estese, quali ad esempio l’area cervicale e sacrale assieme all’intera zona spinale, comprensiva del collo, consentendo allo stesso tempo una buona libertà di movimento.
[0006] Sono anche note soluzioni combinate che implementano dispositivi gonfiabili assieme ad elementi protettivi rigidi e collaboranti, ad esempio in corrispondenza della colonna vertebrale, i quali possono fungere da supporto e connessione per i componenti dell’air-bag.
[0007] Dal punto di vista normativo in merito agli indumenti protettivi per motociclisti, esistono da alcuni anni prescrizioni generali quali le certificazioni EN 13595 ed EN 1621 che, ad esempio, regolano l’energia residua rilasciata da una protezione convenzionale ad una parte del corpo, dopo l’impatto. Sono in fase di studio nuove norme specifiche dedicate all'omologazione degli air-bag per motociclisti.
Stato dell’arte
[0008] Generalmente, nell’ambito dello specifico settore tecnico, i sistemi più evoluti di protezioni gonfiabili per motociclisti prevedono air-bag integrati in giacche o tute appositamente progettate con aree deformabili o apribili in caso di attivazione con anche uno spazio dedicato all’alloggiamento, connessione e ripristino del sacco e del sistema di gonfiaggio.
[0009] Il sacco deformabile à ̈ generalmente realizzato in tessuto sintetico e viene conformato in funzione delle specifiche parti del corpo da proteggere, talvolta à ̈ diviso in sezioni isolate ed alimentate separatamente; alcune soluzioni sono evidentemente studiate per l’utilizzo nelle competizioni con sacchi che privilegiano la protezione della parte alta del busto e poco ingombranti.
[0010] Il sistema di gonfiaggio à ̈ generalmente formato da almeno un contenitore di gas compresso, ad esempio del tipo a bomboletta metallica con innesto filettato, connesso al sacco esternamente, ed anche da un dispositivo di apertura meccanica, ad esempio del tipo con foratura della membrana di ritegno del fluido sotto pressione. Nel settore degli airbag per auto sono disponibili contenitori complessi, di varie capacità, che già integrano internamente un sistema di apertura della bomboletta per il tramite, ad esempio, di un impulso elettrico abbinato a carica pirotecnica o a reazione chimica; questi dispositivi evoluti vengono convenzionalmente denominati in lingua inglese “Cold Gas Inflator†e “Gas Inflator†. A titolo di esempio, à ̈ adatto all’utilizzo nel presente trovato il gas inflator prodotto dalla società Key Safety Systems Inc. (KSS) – Sterling Heights, MI, Usa - modello CGI 160, oppure il cold gas inflator prodotto dalla società TRW Automotive – Livonia, MI, Usa - modello SHI2-20V022.
[0011] Il sistema di attuazione adatto al detto gas inflator ne attiva automaticamente l’apertura in caso di caduta o sbalzo del pilota e viene convenzionalmente denominato “trigger†in lingua inglese. Il detto trigger può essere sostanzialmente di tipo meccanico od elettronico: il primo tipo prevede, ad esempio, un cavo fissato alla moto che al superamento di un determinato carico di trazione agisce meccanicamente sulla bomboletta generando l’impulso elettrico di attivazione; il secondo tipo, già ampiamente utilizzato nel settore automobilistico, prevede l’utilizzo di dispositivi elettronici quali, ad esempio, sensori, giroscopi ed accelerometri per riconoscere autonomamente le condizioni di pericolo e generare il detto impulso. Il sistema di trigger utilizzato non à ̈ oggetto del presente trovato, essendo esterno al dispositivo di protezione ed interfacciato ad esso solamente per il tramite dei due cavetti atti a portare il segnale di tipo elettrico.
[0012] Al fine di determinare lo stato dell'arte relativo alla soluzione proposta à ̈ stata effettuata una verifica convenzionale, interrogando data base pubblici, che ha portato all'individuazione di alcune anteriorità, di seguito riportate.
D1 : FR2802778 (Lee e al.)
D2 : EP1323359 (Kenji)
D3 : JP2006257614 (Kenji)
D4 : US5500952 (Marshall)
D5 : EP0043990 (Steiner)
D6 : GB2391840 (Richter e al.)
D7 : DE19640658 (Rometsch e al.)
D8 : WO2010140176 (Mazzarolo e al.)
D9 : GB2345031 (Umeda)
D10 : JP2003312569 (Tanaka e al.)
D11 : W02009047733 (Pretto)
D12 : W02008044222 (Pretto)
D13 : W02010067393 (Dainese e al.)
D14 : W02010067289 (Dainese e al.)
D15: WO9851170 (Longhini)
D1 Descrive una protezione con air-bag di tipo tubolare per un indumento da motociclismo, con gas inflator a bomboletta ad innesto filettato dall’esterno e con un dispositivo di attivazione elettronica che in caso di incidente abilita il gonfiaggio istantaneo dell’air-bag.
D2 propone un giubbotto per utenti di veicoli a due ruote in grado di proteggere l’intero busto, in particolare le vertebre cervicali e la colonna, estendendo all’esterno una pluralità di camere d’aria ripiegate internamente all’indumento; il sistema di gonfiaggio simultaneo e istantaneo prevede l’espansione in due stadi.
D3 descrive un sistema di protezione per collo e mento, adatto per ogni tipo di sport con possibilità di urto o caduta, quale sci, skating, snow board, ciclismo e motociclismo; in particolare la camera d'aria presenta forma ad “U†, singola o doppia, ed à ̈ gonfiata automaticamente per il tramite di bomboletta esterna collocata in corrispondenza dell'area tra la spalla ed il petto.
D4 propone una protezione dell’area sacrale per persione anziane o inferme, indossabile esternamente a guisa di cintura, incorporante un dispositivo di tipo air-bag ad attivazione automatica per il tramite di sensori elettronici.
D5 descrive un indumento protettivo per motociclisti integrante air-bag sostanzialmente tubolari dedicati al collo e la zona pelvica uniti centralmente in modo perpendicolare.
D6 propone una struttura di air-bag per auto di tipo bivalve, a volume controllato per il tramite di un tessuto permeabile al gas, ad esempio una rete, unito internamente alle pareti opposte del sacco.
D7 descrive una giacca protettiva da motociclismo con un inserto gonfiabile a forma di “T†posizionato in corrispondenza della colonna vertebrale e delle spalle.
D8 propone una struttura di indumento protettivo da competizione integrante due o più air-bag di tipo elastico, non piegati, che automaticamente vengono sgonfiati e ritornano nel profilo aerodinamico pronti per una successiva attivazione in gara, senza ripristino manuale; il sistema prevede un tubo a "Y" per il riempimento con anche una valvola atta allo sgonfiaggio lento; à ̈ prevista la protezione di specifiche parti del corpo quali il collo, la schiena, le braccia, le gambe.
D9 descrive una giacca protettiva per motoclisti comprendente air-bag espressamente predisposti a proteggere l'area del petto, la schiena, il collo, il giro vita e i lati del busto; il sistema di gonfiaggio prevede una bomboletta del tipo cartridge unita esternamente. L’air-bag à ̈ del tipo tubolare a doppia camera, una interna all'altra.
D10 propone un airbag per motocilclismo indossabile esternamente con bretelle, a protezione migliorata con sagomatura complessa; l'attivazione à ̈ del tipo con un cavetto connesso alla moto in modo tale da azionare il dispositivo in caso di tensione superiore ad un determinato carico.
D11 descrive un sistema protettivo complesso, integrato in un indumento per motociclismo, formato sostanzialmente da una protezione paraschiena di tipo rigido che funge da supporto e connessione ad almeno una protezione di tipo air-bag sagomata ed ai relativi dispositivi di gonfiaggio. In particolare la forma del sacco gonfiabile offre una protezione migliorata a tre aree specifiche del busto: cervicale, toracica e laterale. In una configurazione applicativa la parte gonfiabile à ̈ formata da una coppia di sacchi di forma anulare con il foro centrale in corrispondenza del passaggio delle braccia, dove detti sacchi sono uniti e connessi nella zona spinale esternamente al paraschiena rigido. Detti sacchi presentano la superficie esterna maggiore di quella interna e, grazie alla tecnica di cuciture esterne comprensive di pieghe, consentono una dilatazione maggiormente estroflessa. I sacchi sono gonfiati da una coppia di contenitori di gas compresso, del tipo a bomboletta, inseriti nel paraschiena in apposite sedi atte alla connessione rapida; il sistema può anche essere attivato da un rilevatore elettronico di caduta. D12 propone un indumento protettivo da motociclista che integra, in modo rimovibile, un dispositivo gonfiabile del tipo air-bag; sono previste tasche apribili automaticamente verso l'esterno, in modo tale da consentire la fuoriuscita del sacco in fase di gonfiaggio, ed anche accessibili dall'interno, per il tramite di zip, per l'alloggiamento e la rimozione del sacco. I dispositivi di attivazione e gonfiaggio sono di tipo convenzionale e collocati nella protuberanza rigida esterna in corrispondenza della parte superiore della colonna vertebrale.
Stato dell’arte più prossimo al trovato
[0013] D13 e D14 propongono entrambi strutture di airbag evolute, con sagomature non convenzionali e con deformazione controllata; in particolare, in D14 viene descritta una tuta da motociclismo complessa, a volume variabile, che integra il sistema di protezione gonfiabile in una struttura multistrato a tasca, di tipo elastico, con strato esterno parzialmente rigido e in parte estensibile per il tramite di inserti elastici. Il sistema di protezione gonfiabile con air-bag prevede parti allungate in corrispondenza delle articolazioni delle spalle e della parte alta della colonna vertebrale; sono descritte configurazioni alternative formate da fascie a “C†, anche per la zona cervicale. La struttura del sacco à ̈ di tipo bivalve multistrato, cucito nel profilo esterno ed anche in punti specifici; in particolare, à ̈ compreso un sistema di controllo tridimensionale della forma del sacco per il tramite di una pluralità di elementi tiranti filiformi e flessibili, atti all’unione intermedia e controllata delle due pareti interne e opposte del sacco. I detti elementi tiranti sono sostanzialmente costituiti da fili paralleli, connessi ad una rete integrata nelle due superfici interne e opposte del sacco, e disposti in modo omogeneo con una densità compresa tra 1 e 15 unità per cm2. I componenti del sistema di gonfiaggio sono di tipo convenzionale e collocati, ad esempio, all’interno del noto elemento protettivo rigido, aerodinamico e sporgente, integrato esternamente nelle tute da competizione in corrispondenza della parte superiore della colonna vertebrale. E’ anche previsto un sistema di sgonfiaggio a valvola, azionabile anche manualmente dal conducente dopo un’attivazione accidentale in gara; gli inserti elastici, in tensione, esercitano la pressione necessaria ad espellere il gas.
D15 propone un dispositivo protettivo gonfiabile per motociclisti, specifico per la colonna vertebrale, composto da un sacco a monocamera gonfiabile con elementi di ritegno interni discontinui e atti a controllarne l’espansione dividendo sostanzialmente il sacco in una pluralità di camere in comunicazione pneumatica.
[0014] Oltre ai documenti segnalati risultano pertinenti anche alcune soluzioni anteriori riscontrabili in internet: ad esempio nel sito www.airvest.com (D16) viene descritta una tecnologia di air-bag applicata in giacche protettive per equitazione e motociclismo, in particolare sono evidenziati singoli sacchi gonfiabili, l'unione per il tramite di velcro e la sagomatura migliorata per proteggere collo, busto e anca; nel sito www.motoairbag.com (D17) viene descritta una tecnologia di air-bag per motociclismo a gonfiaggio rapido con aria compressa.
[0015] E’ pertanto ragionevole ritenere noto:
un dispositivo di protezione individuale gonfiabile di tipo air-bag atto ad essere indossato e comprensivo di un sistema di gonfiaggio connesso dall’esterno alla camera interna del sacco (D1-D5, D7-D17);
un dispositivo di protezione con funzione di air-bag integrato in un indumento sportivo da motociclismo comprendente aperture atte alla fuoriuscita del sacco (D12, 16) oppure zone elastiche atte a consentirne l’espansione verso l’esterno e anche in grado di ripristinare l’assetto generale da sgonfio (D8, 14);
un dispositivo di protezione con funzione di air-bag con sacco strutturato a tubo, singolo o multiplo, (D1-D3, D9-D10); oppure con sacco di tipo bivalve cucito lungo il perimetro, anche con sagomatura complessa comprensiva di allungamenti atti a proteggere specifiche parti del corpo (D11-D14, D16-D17);
un dispositivo di protezione con funzione di air-bag con sacco gonfiabile monocamera a costituzione bivalve comprensivo di elementi interni di ritenuta, quali reti, fili, diaframmi o cuciture (D6, D13-D15), collassabili a sacco sgonfio (D6, D13-D14), anche con sacco sagomato ed integrato in un indumento protettivo da motociclismo (D13-D14).
Inconvenienti
[0016] In generale, le convenzionali protezioni di tipo rigido limitano i movimenti delle parti protette e non sono adatte a proteggere alcune parti periferiche del corpo quali, ad esempio, i fianchi, le anche e le teste femorali a causa dell'ampia area da proteggere e della forma complessa della stessa; dette protezioni, inoltre, riducono la vestibilità dell’indumento ed anche le sue caratteristiche aerodinamiche.
[0017] I dispositivi di protezione di tipo gonfiabile attualmente disponibili sul mercato prevedono principalmente la protezione del torso e/o la schiena, oppure del collo e delle spalle, ma non coprono le aree periferiche con particolare riferimento alle articolazioni dell’anca, ai femori, al bacino ed alle ossa iliache. Tuttavia, le statistiche sulla distribuzione delle lesioni a seguito di incidenti motociclistici dimostrano che queste parti del corpo sono tra le maggiormente danneggiate. Ad esempio, da uno studio statistico svolto dall’European Experimental Vehicles Committee (EEVC 1994, paper 94.S7.O.08, “A Review of Motor Cycle Safety†, http://eevc.net) sulla distribuzione delle lesioni per specifiche parti del corpo, in percentuale sul totale delle persone lesionate, si evince che la regione pelvica e la parte superiore della gamba, restano complessivamente lesionate nel 47% dei casi ed anche fratturate nel 16% dei casi:
Questi dati sono stati recentemente confermati dallo studio pubblicato da Maids Reports (Maids 2009, “In-depth investigations of accidents involving powered two wheelers†, www.maids-study.eu). Anche la zona spinale risulta particolarmente vulnerabile; lo stesso Maids Reports indica che il 5% delle lesioni con indice AIS maggiore o uguale a 2, cioà ̈ il valore che indica la rottura semplice, avvengono a carico della colonna vertebrale. A tal proposito ricordiamo che eventuali fratture non solo della colonna vertebrale ma anche di altre parti specificatamente protette dal trovato quali, ad esempio, la detta regione pelvica e la parte alta della gamba, risultano di particolare gravità e portano spesso a danni di carattere permanente come paralisi, artrosi e zoppie.
[0018] In generale, le soluzioni antecedenti sopra descritte (D1 -D17) risultano non particolarmente efficaci nei seguenti aspetti problematici: struttura e forma del sacco non adatte a proteggere con buona efficacia parti del corpo periferiche ed estremamente delicate, quali ad esempio le teste femorali; tempi di gonfiaggio lenti; notevole complessità produttiva e costo del prodotto elevato; insicurezza nel ripristino corretto.
[0019] Sono ampiamente note le soluzioni che prevedono camere d’aria di forma sostanzialmente tubolare, come ad esempio in D1-D3 e D5, disposte in corrispondenza del collo e altre aree vulnerabili, quale la colonna vertebrale; sostanzialmente interpongono un semplice cuscino d’aria non sagomato tra il corpo e l†̃elemento impattante senza assicurare una protezione mirata della struttura ossea e degli organi vitali in funzione della loro conformazione ed esposizione; la protezione non risulta estesa, precisa, avvolgente e con livelli differenziati di protezione.
[0020] Sono anche note soluzioni di air-bag a sagomatura complessa, come ad esempio in D9 e D10, realizzati con una pluralità di camere d’aria interconnesse ed in grado di fasciare l’intera circonferenza del busto ed anche collo e spalle, essendo tuttavia di volume elevato, difficili da gonfiare e da integrare in un indumento sportivo di agile utilizzo.
[0021] Altre soluzioni complesse di air-bag, come ad esempio D6, D13, D14 e D15, introducono elementi di ritenuta interni atti a condizionare la conformazione del sacco in fase di espansione ed anche a non ostacolare il flusso del gas. Tali elementi di ritenuta risultano efficaci nel limitare, durante il gonfiaggio, l’allontanamento tra le due pareti opposte del sacco, ma presentano difficoltà nel controllo dell’intera conformazione tridimensionale di un sacco avvolgente ed esteso.
[0022] In particolare, nel caso di sagomature complesse, le soluzioni D6 e D15 non risultano adatte, mentre le soluzioni basate su di un sistema di ritegno a maglia interna (D13-D14), ottenuta per il tramite di reti interconnesse da una pluralità di fili, limitano ortogonalmente l’allontanamento di due singoli punti delle dette pareti opposte tuttavia, essendo intrinsecamente di tipo elastico e puntiforme non consentono un controllo preciso della protezione in modo tridimensionale e avvolgente, in particolare non sono in grado di mantenere il sacco aderente attorno al corpo del pilota senza un forte vincolo esterno di contenimento attuato dall’indumento.
[0023] D13 e D14, inoltre, essendo costituiti da una struttura multistrato con anche numerosi elementi interconnessi e materiali diversi, risultano costruttivamente e produttivamente molto complessi e non adatti per ottenere protezioni ampie e avvolgenti dal costo di produzione contenuto.
[0024] Tutte le soluzioni note anche nel settore automobilistico prevedono che i sistemi di gonfiaggio, sostanzialmente convenzionali quali il gas inflator abbinato ad un dispositivo di attivazione, vengano alloggiati esternamente al sacco e quindi connessi allo stesso dall’esterno. Tale configurazione comporta importanti svantaggi nelle specifiche applicazioni in ambito di air bag per indumenti sportivi, tra cui il fatto che il gas inflator à ̈ alloggiato in una apposita struttura di supporto ed à ̈ collegato al sacco attraverso una flangia di ritenzione del sacco in corrispondenza di una sua apertura oppure un tubo. Tali strutture e interconnessioni esterne, rendono complessa la realizzazione di un sistema sigillato in grado di mantenere il sacco pressurizzato per un tempo sufficiente a proteggere il motociclista anche in caso di cadute con rotolamenti ed impatti plurimi. Inoltre, l’utilizzo di un tubo di collegamento tra il gas inflator ed il sacco per il passaggio del fluido provoca allungamenti nei tempi di gonfiaggio del sacco, essendo proporzionali al volume del sacco ed alla pressione che si vuole raggiungere al suo interno. L’utilizzo di tubi o qualsivoglia strozzatura, infatti, comporta limitazioni alla libera espansione del gas all’interno del sacco.
[0025] Le soluzioni attualmente in produzione e disponibili sul mercato prevedono generalmente sacchi molto piccoli, con pochi litri di capacità quindi con protezione limitata, ad esempio di circa 5 litri per la copertura di collo e spalle, e tempi di gonfiaggio compresi tra i 30 ed i 50 millisecondi essendo considerabili sostanzialmente airbag a gonfiaggio non immediato; soluzioni protettive più estese implicano tempi di gonfiaggio più lunghi, a titolo di esempio in D17 à ̈ descritta una soluzione con un tempo di gonfiaggio di 80-85 millisecondi.
[0026] Le soluzioni note, infine, non risultano completamente sicure poichà ̈, una volta attivate, sono ripristinabili direttamente dall’utente; ad esempio à ̈ noto il rischio del riposizionamento scorretto del sacco, con pieghe anomale che ne compromettono la corretta espansione o fuoriuscita, ed anche la connessione scorretta del dispositivo di gonfiaggio. La possibilità di sostituire solamente il gas inflator o cartuccia di gonfiaggio espone inoltre l’utente al rischio di ripristino di sacchi o protezioni che risultano danneggiati, anche in modo non visibile, a seguito della caduta.
[0027] Tutto ciò considerato à ̈ ragionevole la necessità delle imprese del settore d’individuare soluzioni innovative ed in grado di superare almeno i problemi poc’anzi rilevati, cioà ̈ realizzare un dispositivo di protezione individuale di tipo monouso, con funzione air-bag, a sviluppo tridimensionale e atto ad essere integrato in un indumento sportivo, essendo il dispositivo caratterizzato da prestazioni protettive ad elevata efficacia, tempi di gonfiaggio abbreviati e tempi di permanenza nello stato di gonfiaggio allungati, assenza essere assoggettato a rischi di un ripristino scorretto, nonchà ̈ producibile in modo agevole ed economico.
Riassunto del trovato
[0028] Questi ed altri scopi, sono raggiunti con la presente innovazione secondo le caratteristiche di cui alle annesse rivendicazioni, risolvendo i problemi esposti mediante un dispositivo di protezione a sviluppo tridimensionale (10), con funzione di air-bag a gonfiaggio istantaneo, per indumento sportivo, in cui il sacco che à ̈ rimovibile, di tipo bivalve (110) à ̈ comprensivo di scheletro interno collassabile (120) avente funzione di ritenuta e conformante, detto scheletro interno collassabile (120) essendo costituito da elementi planari (121, 122) che hanno aperture interne (123) atte a consentire il flusso bilanciato del gas e da sagome esterne diversificate e combinate tra loro di modo tale da ottenere una protezione avvolgente e localizzata anche per parti esposte e periferiche quali i fianchi, le anche, i lati del bacino e le teste femorali. Il sacco (110) incorpora internamente il dispositivo di gonfiaggio, essendo l’air-bag di tipo monouso, ed à ̈ integrabile in un indumento (30) predisposto con tasca interna sagomata (20), comprensiva dei mezzi di fissaggio; la parte di indumento (30, 31) corrispondente alla detta tasca (20) comprende parti elastiche differenziate e combinate tra loro (311, 312). Il metodo di produzione richiede la realizzazione di un capo d’abbigliamento, che localmente, dispone di aree cedevoli elasticamente. All’interno del detto capo d’abbigliamento à ̈ realizzata almeno una tasca di modo tale da contenere il detto sacco provvisto di detto scheletro interno collassabile (120) che integra il detto dispositivo di gonfiaggio.
Scopi
[0029] Attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato progresso tecnico vengono conseguiti diversi scopi e vantaggi.
[0030] In primo luogo, si consente di ottenere un indumento a protezione e sicurezza migliorate, integrante un air-bag sagomato a sviluppo tridimensionale e avvolgente, comprensivo di un sacco monocamera a costituzione bivalve con scheletro interno collassabile avente funzione di ritenuta e conformante, tale da coprire con precisione, in aderenza puntuale, le parti del corpo che sono particolarmente esposte e statisticamente tra le più soggette a fratture in caso di incidente o di caduta come, ad esempio, le articolazioni dell’anca, i femori, il bacino con le ossa iliache oltre all’area dorsale. In particolare, l’aderenza consente di eliminare il disallineamento tipico tra sacco gonfiato e indumento, rispetto alla parte del corpo da proteggere.
[0031] Con un secondo scopo, si consente di omologare il trovato, anche secondo le nuove normative dedicate alle protezioni gonfiabili per motociclisti, riconoscendo tempi di gonfiaggio estremamente brevi ed anche tempi di permanenza dello stato di gonfiaggio pressurizzato idonei a proteggere da urti ripetuti o rotolamenti.
[0032] In terzo luogo, si consente di ottenere un indumento a protezione e sicurezza particolarmente efficaci, che non limita i movimenti, la vestibilità e l’aerodinamicità, particolarmente adatto anche per utilizzi nell’ambito delle competizioni.
[0033] Un ulteriore scopo à ̈ costituito dal fatto che, essendo lo scheletro interno al sacco atto a conferire all’air-bag uno sviluppo tridimensionale in aderenza al corpo del pilota senza costrizioni o vincoli esterni, si consente all’indumento protettivo di essere strutturalmente semplificato rispetto, ad esempio, alle tute multistrato convenzionali, risultando più leggero, calzabile/indossabile ed economico.
[0034] Ancora uno scopo à ̈ riconducibile dal fatto che il dispositivo gonfiabile oggetto del trovato prevede una funzione sicurezza monouso, del tipo “all in one†, che integra internamente i dispositivi di gonfiaggio, sostituibile e ripristinabile in modo agevole e con logica antisbaglio; in particolare, la sostituzione à ̈ guidata per il tramite di bottoni automatici pre-posizionati sul sacco e nella tasca e non richiede alcuna operazione di ripiegamento del sacco né di innesto del gas inflator.
[0035] Un altro scopo à ̈ di ottenere una struttura costruttiva semplice, evitando in particolare la realizzazione di supporti rigidi esterni od appositi telai di ritenzione per i dispositivi di gonfiaggio e senza elementi di collegamento tubolare tra le parti.
[0036] Ancora uno scopo à ̈ di realizzare una struttura costruttiva dalle caratteristiche ottimizzate di tenuta del gas ed anche in grado di prevenire fughe di gas.
[0037] Ancora uno scopo à ̈ di consentire un rilascio diffuso e modulato del gas pressurizzato contenuto all’interno del gas inflator per semplificarne le caratteristiche strutturali ed anche per dissipare il calore eventualmente trasmesso dal gas inflator.
[0038] Ancora uno scopo à ̈ di realizzare una struttura costruttiva che consente di adattare agevolmente la forma del sacco in modo tale da coprire le diverse aree di protezione in conformità alle future normative sui protettori gonfiabili quale, a titolo di esempio, la norma attualmente in elaborazione denominata prEN 1621-4:2010 “Motorcyclists’ protective clothing against mechanical impact – Part4: Motorcyclists’ inflatable protectors – Requirements and test methods†.
[0039] Uno ulteriore scopo à ̈ costituito dal fatto di risultare di agevole produzione, industrializzabile e dal costo del prodotto contenuto.
[0040] Questi, ed altri vantaggi appariranno dalla successiva particolareggiata descrizione d’alcune soluzioni preferenziali di realizzazione con l'aiuto dei disegni schematici allegati i cui particolari di esecuzione non sono da intendersi limitativi ma solo esemplificativi.
Contenuto dei disegni
Figura 1a illustra lo sviluppo planare della parete A del sacco, interna, nella conformazione a “Y†rovesciata; la posizione di unione dei “ponti†à ̈ indicata con tratteggio.
Figura 1b illustra lo sviluppo planare della parete B del sacco, esterna.
Figura 2 Ã ̈ una vista prospettica della protezione gonfiabile monouso di tipo air-bag, con sacco gonfio, parzialmente sezionata al fine di visualizzare lo scheletro interno.
Figura 3a illustra un elemento detto “ponte†, costituente lo “scheletro†interno del sacco, specifico per le aree laterali del corpo.
Figura 3b illustra un elemento detto “ponte†, costituente lo “scheletro†interno del sacco, specifico per l’area spinale.
Figura 4a illustra un elemento detto “ponte†, in una alternativa configurazione rispetto alla Fig.3a, con maggior estensione e apertura interna.
Figura 4b illustra un elemento detto “ponte†, in una alternativa configurazione rispetto alla Fig.3b, con maggior estensione e apertura interna.
Figura 5a à ̈ una vista assonometria semplificata del sacco sezionato in prossimità del gas inflator, comprensiva di cavetti, connessioni, fissaggi, e con bordatura-nastratura perimetrale esterna.
Figura 5b à ̈ una vista assonometria esplosa del bottone automatico a tenuta pneumatica di Fig.5a.
Figura 6a à ̈ una vista prospettica della protezione gonfiabile monouso di tipo air-bag, in stato di riposo con sacco sgonfio.
Figura 6b à ̈ una vista prospettica della protezione gonfiabile monouso di tipo air-bag, in stato seguente all’attivazione e con sacco gonfio, nella conformazione a “Y†rovesciata; a sviluppo tridimensionale avvolgente sui lati del bacino e sulla parte alta della gamba.
Figura 6c à ̈ una vista prospettica dall’alto della protezione di Fig.6b.
Figura 6d à ̈ una vista ortogonale della protezione di Fig.6b posizionata per riferimento sul profilo di un motociclista, da dietro.
Figura 7 illustra lo sviluppo planare della tasca di contenimento vista dal suo interno, con le fettucce elastiche di fissaggio dell’air-bag e l’apertura di accesso.
Figura 8 illustra lo sviluppo planare esterno della parte di indumento corrispondente alla tasca interna di Fig.7, con parti elastiche differenziate. Figura 9a à ̈ una vista frontale dell’indumento sportivo integrante la protezione gonfiabile di tipo air-bag illustrata nelle figure precedenti, in stato di riposo con sacco sgonfio.
Figura 9b à ̈ una vista frontale dell’indumento sportivo di Fig. 9a, in stato seguente all’attivazione, con sacco gonfio.
Figura 10a à ̈ una vista laterale dell’indumento sportivo integrante la protezione gonfiabile di tipo air-bag illustrata nelle figure precedenti, in stato di riposo con sacco sgonfio.
Figura 10b à ̈ una vista laterale dell’indumento sportivo di Fig. 10a, in stato seguente all’attivazione, con sacco gonfio.
Figura 11a à ̈ una vista posteriore dell’indumento sportivo integrante la protezione gonfiabile di tipo air-bag illustrata nelle figure precedenti, in stato di riposo con sacco sgonfio.
Figura 11b à ̈ una vista laterale dell’indumento sportivo di Fig. 11a, in stato seguente all’attivazione, con sacco gonfio.
Figura 12a à ̈ una vista prospettica della protezione gonfiabile monouso di tipo air-bag, in stato seguente all’attivazione, con sacco gonfio, nella conformazione a “X†allargata; con estremità laterali allungate ed incurvate orizzontalmente al fine di migliorare la protezione laterale delle spalle.
Figura 12b à ̈ una vista ortogonale della protezione di Fig. 12a posizionata per riferimento sul profilo di un motociclista, da dietro.
Figura 12c à ̈ una versione alternativa con protezione limitata alle scapole senza includere le spalle.
Pratica realizzazione del trovato
[0041] Con riferimento anche alle figure, l’oggetto del trovato riguarda la struttura, la configurazione applicativa ed il procedimento produttivo per ottenere un dispositivo di protezione individuale a sviluppo tridimensionale di tipo monouso, con funzione air-bag (10), per indumento sportivo (30), comprensivo di un sacco gonfiabile monocamera a costituzione bivalve (110) con scheletro interno collassabile (120) avente funzione di ritenuta e conformante ed anche caratterizzato da estrema semplicità costruttiva. In particolare, la descrizione e le figure rappresentano un’applicazione specifica e preferenziale dedicata al motociclismo; tuttavia, adattandone la conformazione, il trovato à ̈ di evidente e semplice applicazione anche per altri sport pericolosi, ad esempio lo sci o l’equitazione, oppure per specifici indumenti protettivi per il lavoro.
[0042] La descrizione e le figure rappresentano nel dettaglio il dispositivo di protezione (10) che, a titolo di esempio non limitativo, Ã ̈ integrato in un indumento da motociclismo (30) specifico per impatti che coinvolgono la schiena, le anche e la relativa articolazione, il bacino e le ossa iliache, le teste femorali ed i femori (Figg.1 - 12).
[0043] L’air-bag (10) à ̈ di tipo monouso e rimovibile, comprende all’interno il dispositivo di gonfiaggio ed à ̈ costituito sostanzialmente da un elemento gonfiabile, convenzionalmente denominato “sacco†(110), e da un contenitore di gas pressurizzato, convenzionalmente denominato “gas inflator†(131), che integra al suo interno il relativo sistema di apertura del flusso di gas. Il dispositivo di attivazione atto ad azionare il detto sistema di apertura viene convenzionalmente denominato “trigger†ed à ̈ esterno all’airbag, non rappresentato nelle immagini, connesso per il tramite di cavetti di tipo elettrico (134) (Figg.2, 5). L’air-bag (10) viene inserito e fissato in una tasca di contenimento (20) integrata nell’indumento protettivo (30) predisposto all’espansione controllata (Figg.6, 7).
[0044] Il sacco (110) à ̈ di tipo bivalve (Figg.1, 2), costituito da due pareti, A e B, di forma simile ma con dimensioni diverse, unite lungo il perimetro e comprendenti uno scheletro interno collassabile (120) avente funzione di ritenuta e conformante. Il detto scheletro à ̈ formato da elementi di ritenuta (121, 122), altrimenti denominati genericamente “ponti†, i quali almeno lungo ciascuno dei due lati maggiori (125a, 125b) sono atti ad unire la parete A con la parete B in modo tale da controllare con precisione l’espansione del sacco (110) durante il gonfiaggio, il suo sviluppo tridimensionale con anche,
D'AGOSTINI
eventualmente, zone a protezione differenziata attraverso la variazione di altezza in funzione della parte del corpo da proteggere (Figg.2, 3, 4).
[0045] La parete A (111) (Fig.1a) à ̈ interna, prossima al corpo del pilota, e presenta dimensioni minori della parete B (112) (Fig.1b), esterna, che si allontanerà dal corpo durante il gonfiaggio del sacco.
[0046] Il sacco (110) prevede due stati: stato di riposo e stato gonfio. Nello stato di riposo il sacco à ̈ sgonfio (Fig.6a), i due lati A e B sono a contatto e lo scheletro (120), essendo di tipo collassabile, à ̈ ripiegato internamente al detto sacco. Nello stato gonfio il sacco viene riempito dal gas rilasciato dal gas inflator (131), le due pareti A e B si allontanano tensionando lo scheletro interno (120, 121, 122) di modo tale che il detto scheletro interno (120, 121, 122) risulti sostanzialmente a guisa di setto orientato perpendicolarmente rispetto alle pareti A e B del sacco con i lati maggiori (125a, 125b) uniti alle interfacce che guardano verso l’interno del detto sacco e conferendo la conformazione desiderata alla protezione; in particolare, à ̈ anche possibile ottenere forme di tipo tridimensionale e complesse (Figg.2, 6b).
[0047] Gli elementi di ritegno (121, 122) presentano spessore sottile, sviluppo planare e profilo sagomato a figura chiusa planarmente indeformabile, con aperture interne al profilo (123) atte a consentire il flusso bilanciato del gas. In particolare, tali elementi di ritegno presentano forme diversificate: a) sagomatura sostanzialmente arcuata (121) in corrispondenza dei fianchi del pilota (Figg. 2, 3a, 4a), con i due lati lunghi sostanzialmente curvilinei, a guisa di ponte; b) sagomatura sostanzialmente diritta (122) in corrispondenza della colonna vertebrale (Figg.2, 3b, 4b), con i due lati lunghi sostanzialmente rettilinei. I detti elementi (121, 122) sono disposti in modo combinato tra loro in modo tale da formare uno scheletro interno (120) che, congiuntamente alle pareti A e B tensionate del sacco gonfio, conferisce alla protezione la configurazione desiderata. I detti elementi (121, 122) possono presentare il lato corto, all’estremità, con profilo regolare oppure introflesso, a guisa di apertura a “bocca†(124), atto a facilitare maggiormente il flusso del gas (Figg.3, 4).
[0048] La protezione gonfiabile (10, 110) realizzata come sopra descritto presenta una conformazione con autonomo sviluppo tridimensionale senza la tipica costrizione garantita dall’indumento o altri vincoli esterni, essendo di tipo “autostrutturante†(Figg. 2, 6) per propria configurazione costruttiva; in particolare, la detta protezione à ̈ in grado di estendersi con anche allungamenti e protrusioni sagomate per avvolgere in aderenza specifiche parti vulnerabili del corpo, copiandone in modo preciso la conformazione fisica ed eliminando il disallineamento tipico tra sacco gonfiato e indumento. In tal modo à ̈ possibile coprire e proteggere efficacemente parti esposte e periferiche quali i fianchi, le anche, i lati del bacino e le ossa femorali (Fig. 6d) ; sono quindi consentite forme di air-bag in grado di proteggere il pilota in modo continuo ed uniforme dal collo fino alla parte alta delle gambe, essendo i detti sacchi conformabili sui fianchi in modo tale da offrire una protezione laterale estesa e migliorata senza compromettere il confort di guida. A tal fine, a titolo di esempio non limitativo, risultano preferenziali le seguenti conformazioni di sacco:
a forma di “Y†rovesciata (10) (Figg.6), essendo avvolgente sui lati del bacino e sulla parte alta della gamba.
a forma di “X†allargata (10a) (Figg.12), con anche estremità laterali allungate ed incurvate orizzontalmente al fine di migliorare la protezione laterale delle spalle e delle scapole.
a forma di “T†, variante semplificata della detta “X†allargata, essendo priva della parte bassa; tale forma risulta particolarmente adatta nel caso il dispositivo di protezione sia applicato ad un indumento protettivo non integrale, quale ad esempio una giacca.
[0049] In una preferenziale configurazione realizzativa i detti ponti (121, 122) sono uniti alle pareti opposte del sacco A e B lungo i lati maggiori del proprio profilo, preferibilmente affiancati tra loro in modo discontinuo al fine di consentire un agevole passaggio del gas di riempimento non solo all’interno delle dette aperture (123, 124) ma anche tra i ponti stessi, all’esterno dei lati minori (Figg.1, 2a).
[0050] In una alternativa configurazione realizzativa i ponti (121, 122) vengono accostati e uniti in continuità in modo tale da costituire uno scheletro (120) di tipo monoblocco.
[0051] Il sacco (110) e lo scheletro interno (120) sono realizzati preferibilmente utilizzando lo stesso materiale, ad esempio non limitativo un tessuto monostrato in Poliammide 6.6 realizzato con filato dtex700 e spalmato, del tipo usato come schermo al calore negli air-bag automobilistici, il quale risulta particolarmente resistente alle sollecitazioni. In particolare, la superficie del tessuto viene vantaggiosamente impermeabilizzata per il tramite di spalmatura di un prodotto sigillante, a titolo di esempio a base siliconica.
[0052] Il sacco (110) realizzato come sopra descritto risulta di facile produzione in quanto tutti i suoi componenti sono ottenuti dal taglio di un piano bidimensionale, corrispondente al tessuto, e successivamente uniti lungo il perimetro preferibilmente per il tramite di cucitura, incollaggio o altre tecnologie convenzionali.
[0053] I ponti (121, 122) sono uniti internamente alle pareti del sacco, disponendo le parti dritte e curve ed anche, eventualmente, con altezza variabile (Figg.3, 4) in modo tale da determinare la curvatura ed il volume del sacco gonfio (Figg. 2, 6) e quindi la conformazione della sua sezione trasversale. E’ infatti possibile sagomare con precisione la forma del sacco gonfio in modo tale da replicare in aderenza la conformazione della parte del corpo da proteggere ed anche assegnare alle diverse aree del sacco una particolare distanza tra le due pareti A e B (111, 112), quindi un volume protettivo localmente diverso in funzione della esposizione agli urti e della fragilità del corpo in quella determinata area (Figg.6d, 12b).
[0054] In particolare, modificando opportunamente i ponti (121, 122) e di conseguenza lo scheletro (120) in funzione della specifica applicazione, à ̈ possibile utilizzare lo stesso sacco per proteggere in modo differenziato le varie parti del corpo. A titolo di esempio, si possono utilizzare configurazioni di ponte diversi per le basse velocità ed un uso cittadino oppure per le alte velocità ed un utilizzo sportivo su pista; in alternativa, si possono utilizzare configurazioni di ponte diversi per tener conto in modo personalizzato delle caratteristiche del pilota, ad esempio per la nota esigenza di prevedere maggiore protezione su parti che sono già state danneggiate da fratture o traumi precedenti (Figg.3, 4).
[0055] Il sacco (110, 10) realizzato come sopra descritto e sigillato, consente di mantenere la pressurizzazione per un tempo sufficiente a proteggere il pilota non solo dal primo impatto ma anche, eventualmente, da quelli successivi, come spesso avviene in caso di caduta con rotolamento.
[0056] Il perimetro di unione delle pareti A e B à ̈ sigillato per il tramite di bordatura e termo-nastratura; anche le linee di unione dei ponti sono termonastrate (Figg. 2, 5a, 6b). In particolare, la sigillatura e la spalmatura con prodotto impermeabilizzante del materiale utilizzato per la costruzione del sacco vengono calibrate in modo tale che gli urti vengano assorbiti non solo dalla deformazione del sacco ma anche da una certa limitata fuoriuscita del gas di gonfiaggio per evitare l’effetto di rimbalzo dopo un urto e per realizzare sacchi con una permanenza nello stato di gonfiaggio pressurizzato di durata diversa a seconda dell’utilizzo. Si pensi, a titolo di esempio, alla differenza esistente tra un utilizzo su strada dove per proteggere da impatti contro possibili ostacoli, quali bordi o paletti, sono richiesti volumi elevati e permanenza nello stato di gonfiaggio lunga (oltre i 5 secondi), rispetto all’utilizzo sportivo nelle competizioni dove si richiedono volumi limitati e permanenza nello stato di gonfiaggio breve. Tale sistema di fuoriuscita controllata del gas consente, inoltre, alle parti elastiche (311, 312) di ricomprimere il sacco e svuotarlo lentamente dal gas residuo ripristinando la configurazione precedente al gonfiaggio.
[0057] Il conferimento al sacco gonfio (110) di un efficace sviluppo tridimensionale (Figg. 2, 6), come sopra descritto, à ̈ risultato il principale problema tecnico risolto; tuttavia numerosi altri problemi tecnici vengono risolti dal presente trovato, tra i quali i principali consistono nella realizzazione di un efficace fissaggio del gas inflator (131, 132) all’interno del sacco (110) ed anche di un passaggio impermeabilizzato del segnale di attivazione proveniente dal sistema di trigger esterno (133, 134, 135, 136) che sia anche semplice ed economico dal punto di vista produttivo. I detti problemi vengono risolti come descritto in seguito.
[0058] Il contenitore di gas pressurizzato previsto dal trovato à ̈ del tipo denominato gas inflator (131) che integra internamente il sistema di apertura del flusso, già ampiamente utilizzato per gli air-bag automobilistici, ed à ̈ alloggiato all’interno del sacco (110) (Fig.2, 5a). A titolo di esempio, à ̈ adatto il gas inflator prodotto dalla società TRW Automotive – Livonia MI, Usa -modello SHI2-20V022 oppure il gas inflator prodotto dalla società Key Safety Systems Inc. (KSS) – Sterling Heights MI, Usa - modello CGI 160.
[0059] In particolare, il detto gas inflator (131) viene equipaggiato con almeno un perno filettato (137), preferibilmente due perni allineati in mezzeria, che vengono fatti passare attraverso appositi fori realizzati sulla parete B (112); su tali perni filettati vengono interposte, sopra e sotto il tessuto, rondelle (139) e guarnizioni di tenuta del tipo “o-ring†(138) e vengono avvitati esternamente i relativi dadi (141) (Fig.5a).
[0060] Il posizionamento del gas inflator (131) all’interno del sacco (110), come sopra descritto, evita di prevedere all’esterno un supporto rigido od un telaio di ritenzione ed anche evita di realizzare un collegamento pneumatico tra il detto gas inflator ed il sacco, ad esempio per il tramite di tubi i quali impediscono al gas di espandersi liberamente ed in modo immediato all’interno del sacco.
[0061] Il posizionamento interno del gas inflator (131), inoltre, consente tempi di gonfiaggio estremamente brevi, come descritto in seguito, ed anche tempi di sgonfiaggio idonei a proteggere da urti ripetuti o rotolamenti, in modo tale da superare i limiti previsti dalle nuove normative dedicate alle protezioni gonfiabili per motociclisti.
[0062] Il rilascio e la diffusione nel sacco del gas pressurizzato contenuto all’interno del gas inflator (131) sono modulati per il tramite di avvolgimento del detto contenitore con strati sovrapposti di materiale traspirante al gas e, se necessario, anche resistente al calore. A titolo di esempio si può vantaggiosamente utilizzare una striscia di tessuto di larghezza maggiore di almeno 1 cm. rispetto alla dimensione del gas inflator nel senso longitudinale, preferibilmente sporgente di 2 cm., ed anche in grado di avvolgerlo completamente almeno 1 volta, preferibilmente 5 volte. Tale configurazione realizzativa (Figg. 2, 5a) consente di ottenere in modo semplice ed economico un dispositivo diffusore del flusso di gas che fuoriesce istantaneamente dal gas inflator al momento dell’attivazione semplificando le caratteristiche costruttive del sacco, permette inoltre di dissipare il calore eventualmente trasmesso dal gas inflator a seguito della sua attivazione e, in misura limitata, di modulare le tempistiche di rilascio del gas contenuto nel gas inflator.
[0063] In particolare, la detta possibilità di modulare e diffondere il flusso semplifica la costruzione del sacco, essendo sollecitato in misura tanto inferiore quanto maggiore à ̈ la diffusione a parità di velocità di fuoriuscita; à ̈ quindi consentito l’utilizzo di gas inflator di diversa capacità o tecnologia.
[0064] In una alternativa configurazione, il gas inflator può essere del tipo ad attivazione a più stadi, parziale oppure totale; tale soluzione consente gonfiaggi multipli dello stesso sacco, senza sostituzione. A titolo di esempio, questa soluzione multistadio risulta particolarmente vantaggiosa nel caso in cui il pilota cade durante una competizione e, subendo danni limitati, prosegue la gara disponendo di ulteriori gonfiaggi del sacco.
[0065] L’apertura del gas inflator (131), quindi il rilascio del gas pressurizzato, viene attivata da un impulso elettrico generato da un sistema esterno di attivazione del tipo trigger. Il presente trovato prevede l’ingresso nel sacco di un impulso elettrico di attivazione, di qualsivoglia tipologia, intensità o caratteristica di segnale purché coerente con le caratteristiche richieste per l’attivazione dello specifico gas inflator utilizzato, e non comprende il sistema esterno di generazione del detto segnale; non viene quindi previsto uno specifico trigger ma un qualsiasi attivatore convenzionale di tipo elettrico, elettromeccanico o elettronico attualmente disponibile oppure maggiormente efficiente e sofisticato di futura produzione.
[0066] Il passaggio dell’impulso elettrico à ̈ del tipo impermeabilizzato ed avviene vantaggiosamente per mezzo di coppie di rivetti multifunzione (135) fissati al sacco (110) e accoppiati in posizione reciproca al suo interno ed al suo esterno, in modo tale da fissare e connettere i cavi esterni, portanti il segnale elettrico proveniente dal trigger (134), ai cavi interni (133) connessi al gas inflator, sigillando contestualmente il foro ed impedendo la fuoriuscita di gas (Figg.2, 5).
[0067] Il dispositivo di protezione individuale (10), realizzato come sopra descritto, viene fissato all’interno della tasca (20) dell’indumento (30) attraverso elementi elastici a fettuccia (201) posizionati in corrispondenza delle estremità caratterizzanti la sagoma (Figg.1, 7) ed uniti alla tasca per il tramite di cucitura, incollaggio o rivettatura, anche in combinazione.
[0068] I detti elementi di fissaggio a fettuccia (201) comprendono mezzi di unione rimovibile preferibilmente del tipo bottone automatico standard (202), applicato sul relativo foro, atto ad essere accoppiato al bottone automatico a tenuta pneumatica (210) applicato alle corrispondenti estremità del sacco (110), essendo costituito da un elemento maschio (211) un elemento femmina (213) e dalla guarnizione ad anello di tipo o-ring (212) (Fig.5b). In alternativa si possono utilizzare mezzi di unione rimovibili del tipo Velcro e altro di pari funzione.
[0069] I detti elementi di fissaggio a fettuccia (201), inoltre, consentono al sacco (110) di muoversi dentro la tasca (20) senza limitare i movimenti del corpo del pilota ed anche mantengono il detto sacco disteso ed in posizione corretta. La detta tasca, infatti, presenta internamente una conformazione simile al sacco stesso e dimensioni maggiori di alcuni centimetri, in modo tale da consentire, in posizione di riposo, agevoli accomodamenti dovuti ai normali movimenti del pilota, ed anche consentire, in fase di attivazione, la corretta espansione del sacco (Fig.7).
[0070] La parete interna (21) della detta tasca di contenimento (20) à ̈ unita alla corrisponde parete esterna (31) che à ̈ parte integrante dell’indumento (30) e copre l’area considerata vulnerabile essendo specificatamente protetta per il tramite della presente innovazione. In particolare, la detta parete interna (21) comprende almeno una parte centrale realizzata in materiale elastico (220) in modo tale da accompagnare senza costrizioni i naturali movimenti di flessione del corpo del pilota; preferibilmente i movimenti del tronco, del bacino e delle gambe (Fig.7).
[0071] La parete esterna (31) corrispondente à ̈ dotata di elementi elastici (312), simili alle parti elastiche interne (220) e adatti ad un uso esterno, con anche elementi elastici aggiuntivi (311) posizionati in continuità lungo tutto il perimetro, oppure lungo una sua parte in funzione del disegno dell’indumento (Fig. 8). In tal modo il profilo della tasca à ̈ mantenuto complanare all’indumento (30), sostanzialmente senza scalini o sovrapposizioni, quando il sacco (110) in essa alloggiato à ̈ sgonfio; in particolare, grazie alla combinazione delle diverse direzioni di deformazione (313) degli elementi elastici (311, 312) con le parti non deformabili (314), à ̈ consentita una corretta ed uniforme espansione del sacco in fase di attivazione, mantenendo un profilo aerodinamicamente corretto ed anche una protezione efficace, favorendone inoltre il successivo sgonfiaggio.
[0072] Le parti elastiche (311, 312, 220) sono vantaggiosamente realizzabili in un materiale resistente e deformabile atto allo scopo quale, a titolo di esempio non limitativo, il Kevlar elasticizzato, la pelle o materiali sintetici, anche uniti ad uno strato di tessuto elastico pretensionato secondo le tecnologie di accoppiamento note nel settore sportivo e che, eventualmente, prevedono anche cuciture multiple costituenti linee preferenziali di piega ed estensione (Fig.8).
[0073] La direzione di espansione del sacco lungo il bacino richiede un particolare posizionamento dei detti elementi elastici esterni; in particolare, gli elementi convenzionalmente detti “elastici longitudinali†(311) si espandono in direzione sostanzialmente ortogonale a quella richiesta agli elementi che permettono la flessione del busto in avanti-indietro e destrasinistra, convenzionalmente denominati “elastici reni†(312).
[0074] E’ anche noto che i materiali elastici presentano una direzione primaria di espansione (313, 314) la cui perpendicolare ha deformazione ridotta, talvolta sostanzialmente nulla; di conseguenza in un’eventuale area di sovrapposizione incrociata dei diversi elementi elastici verrebbe annullata sia la possibilità di espansione del sacco sia la possibilità di flettere il busto in avanti-indietro o lateralmente. Tale problema à ̈ stato superato sommando e non sovrapponendo le due direzionalità; gli elastici longitudinali (311) vengono disposti sulle parti più esterne del dispositivo, in corrispondenza dei fianchi e del bacino, in modo continuo ed esteso anteriormente fino alla zona addominale, lasciando all’interno l’elastico trasversale (312), corrispondente alla parte bassa della schiena (Figg. 8-11). Questa configurazione applicativa consente di evitare la sovrapposizione incrociata degli elementi elastici garantendo la perfetta mobilità del corpo ed anche permette al sacco di espandersi in fase di attivazione utilizzando sia il volume reso disponibile dall’elastico longitudinale (311) che quello dell’elastico trasversale (312).
[0075] La parete interna (21) della tasca di contenimento (20) à ̈ dotata di una discontinuità superficiale (230) atta a consentire agevole accesso all’air-bag monouso per il suo posizionamento o sostituzione; inoltre, per particolari necessità applicative, può essere eventualmente dotata di una seconda discontinuità superficiale (231) sul lato esterno in corrispondenza della gobba aerodinamica (315) per un eventuale accesso diretto alle connessioni (134, 136) del sistema di trigger, essendo vantaggiosamente disposta in corrispondenza o prossimità di essi.
[0076] La tasca di contenimento (20), realizzata come sopra descritto, integra il detto dispositivo air-bag monouso (10) essendo parte costituente di un indumento sportivo individuale e protettivo quale, a titolo di esempio non limitativo, una tuta da motociclismo di tipo integrale (30). In una preferenziale configurazione realizzativa, la parte alta del sacco contenente il gas-inflator (131) trova alloggiamento all’interno della protuberanza aerodinamica (315), convenzionalmente denominata “gobba†; alla struttura di detta protuberanza il sacco può essere eventualmente fissato per il tramite degli stessi perni filettati (137), essendo realizzata in un materiale plastico quale, a titolo di esempio, Poliuretano rivestito in pelle (Figg.7 - 11).
[0077] L’air-bag monouso (10) oggetto della presente invenzione si ottiene secondo il seguente procedimento produttivo:
a) su una pezza di tessuto monostrato in Poliammide 6.6 (ad esempio, realizzato con filato dtex700) spalmato con silicone, del tipo usato come schermo al calore negli air-bag automobilistici, vengono tagliate la pareti A e B (111, 112) costituenti il sacco bivalve (110);
b) sullo stesso tessuto vengono tagliati in duplicato i “ponti†(121, 122) e successivamente uniti in doppio strato per il tramite di cucitura sia lungo i bordi esterni che lungo il perimetro degli ovali interni (123), essendo vuoti;
c) sullo stesso tessuto e con lo stesso procedimento si ottiene il dispositivo diffusore del gas inflator (131), realizzato con una striscia (132) di larghezza eccedente di 2 cm rispetto alla lunghezza del gas inflator e di lunghezza tale da poterlo avvolgere 5 volte. Sulla detta striscia (132) vengono realizzati dei fori di passaggio dei perni di fissaggio (137) di cui à ̈ stato precedentemente dotato il gas inflator (131);
d) il gas inflator (131) viene avvolto con la striscia facendo passare i perni (137) attraverso i fori e quindi bloccando la striscia con 2 fasteners di materiale plastico. Su ciascun perno viene installata una rondella ed una guarnizione ad anello di tipo o-ring in gomma uguali a quelli posizionati su ciascun perno sul lato esterno del sacco (138 e 139 di Fig.5);
e) vengono realizzati i fori per i perni di fissaggio (137) del gas inflator (131) sulla parete B del sacco (112) ed anche vengono realizzati due fori di passaggio dei rivetti (135) separati di 5 cm ed equidistanti dal gas inflator (131);
f) sulla parete A del sacco (111) vengono applicati i bottoni automatici a tenuta pneumatica (210) in corrispondenza della parte superiore, del coccige e delle appendici laterali ed inferiori;
g) due connettori ad occhiello (136) dotati di cavi elettrici di connessione al sistema di trigger (134) vengono fissati per il tramite di rivetti (135) sulla superficie esterna della parete B (112) assieme a due connettori fissati internamente e destinati ai cavi per l’impulso elettrico di attivazione al gas inflator (133), essendo dotati di un elemento di connessione rapida detto comunemente “briglietta†; h) i “ponti†(121, 122) vengono uniti internamente alla parete B (112), lungo il lato maggiore ed in modo tale da disporre l’apertura “a bocca†(124) verso l’interno del sacco, per il tramite di doppia cucitura con filo di nylon ad alta resistenza; successivamente i detti “ponti†vengno uniti alla parete A (111) lungo il lato opposto, utilizzando uguale filo ed uguali modalità di cucitura;
i) le due pareti A e B (111, 112) vengono poi unite tra loro lungo il perimetro attraverso 3 cuciture concentriche spaziate di 4 mm utilizzando lo stesso filo di nylon e lasciando una apertura di 15 cm in corrispondenza dell’alloggiamento del gas inflator;
j) il gas inflator (131) completo di tutti i suoi componenti, con anche le rondelle e le guarnizioni o-ring, viene alloggiato all’interno del sacco inserendo i perni filettati (137) dall’interno e bloccandoli dall’esterno con la guarnizione o-ring (138), una rondella (139) ed un bullone di fissaggio (141);
k) la briglietta viene collegata al gas inflator, il sacco viene quindi chiuso completando la cucitura del perimetro;
l) viene realizzata la sigillatura finale sulle cuciture lungo l’intero perimetro del sacco ed anche sulle cuciture di fissaggio dei ponti a mezzo nastratura e termo-saldatura utilizzando, a titolo di esempio, un nastro impermeabilizzante (151) del tipo prodotto dalla società Gore – Newark DE, Usa.
[0078] La tasca di contenimento (20) à ̈ composta da una parete interna (21) a contatto con il corpo, la quale viene unita ad una parete “esterna†(31) che à ̈ parte integrante dell’indumento (30), e si ottiene secondo il seguente procedimento produttivo:
a) la parete interna (20) viene suddivisa in 3 parti: una parte superiore in pelle che parte dalla base del collo in corrispondenza della protuberanza aerodinamica normalmente chiamata “gobba†, una fascia centrale (220) preferibilmente ma non esclusivamente di kevlar elastico che permette alla parte interna di seguire lo stesso movimento dell’elastico reni della parte esterna, una parte inferiore in pelle che dal fondoschiena arriva fino al lato posteriore della gamba all’altezza del ginocchio;
b) nella parte superiore viene realizzata una apertura (230) dotata di chiusura con cerniera o con velcro per l’accesso all’interno della tasca per il posizionamento dell’elemento gonfiabile e la sua sostituzione dopo la sua attivazione;
c) nella parte superiore viene applicata a mezzo cucitura lungo i bordi esterni in corrispondenza del profilo della gobba una fascia elastica tipicamente di kevlar (221) che viene utilizzata per il fissaggio della sagoma di materiale plastico che costituisce la struttura interna della gobba che verrà inserita una volta terminata la tasca attraverso l’apertura di accesso all’elemento gonfiabile;
d) vengono realizzate le fascette elastiche su cui vengono montati i bottoni automatici per il fissaggio dell’elemento gonfiabile tramite aggancio ai corrispondenti bottoni automatici su di esso presenti; e) i tre elementi costituenti la parete interna vengono uniti a mezzo cucitura;
f) la parete esterna (31) viene suddivisa in 4 parti: elastici laterali in pelle elasticizzata lungo la linea intercostale che partono dalla base del collo ed arrivano fino al ginocchio sul lato esterno della gamba, una parte superiore in pelle con inclusa la parte che va a rivestire la sagoma di materiale plastico che costituisce la struttura interna della gobba e sulla quale viene anche ricavato un accesso alla sagoma della gobba dotato di cerniera zip, una fascia centrale denominata “elastico reni†realizzato in pelle elasticizzata che arriva anteriormente fino alla parte anteriore del bacino, una parte inferiore in pelle che dal fondoschiena arriva fino al lato posteriore della gamba all’altezza del ginocchio;
g) i quattro elementi costituenti la parete esterna vengono uniti a mezzo cucitura;
h) le due pareti, esterna (31) ed interna (21), vengono unite a mezzo cucitura lungo il perimetro esterno includendo anche le fettucce elastiche (201) su cui vengono montati i bottoni automatici (202) per il fissaggio dell’elemento gonfiabile (10), che rimangono all’interno della tasca (20).
[0079] L’indumento sportivo (30), che comprende la detta tasca (20), si ottiene secondo il seguente procedimento produttivo:
a) la tasca di contenimento (20, 21, 31) viene unita a mezzo cucitura alle altre parti dell’indumento iniziando dalla parte anteriore del busto includendo la porzione elastica in corrispondenza delle ascelle; b) vengono aggiunte le braccia che includono le porzione mancante delle spalle fino all’elemento elastico di espansione ed inferiormente la porzione elastica del lato interno delle gambe, ad esempio in Kevlar elasticizzato o materiale equivalente, le ginocchia e la parte inferiore elasticizzata delle gambe, i polpacci;
c) vengono inserite le protezioni estraibili nei gomiti e nell’area del ginocchio.
[0080] L’air-bag monouso (10) viene integrato nell’indumento (30) all’interno della tasca (20), fissato in modo rimovibile, secondo il seguente procedimento produttivo:
a) viene posizionato l’elemento di schiuma espansa che forma la così detta “gobba†aerodinamica dell’indumento sulla parte superiore della tasca (315); tale elemento di schiuma espansa à ̈ disegnato in modo da avere la parte interna parzialmente cava per creare lo spazio per l’alloggiamento del gas inflator (131) contenuto nell’air-bag (10) ed una discontinuità (231) per accedere dall’esterno ai cavi di collegamento elettrico dell’air-bag;
b) si inserisce l’air-bag monouso nella tasca attraverso l’apertura (230) iniziando dalla parte superiore; tale parte superiore dell’air-bag che contiene l’elemento di gonfiaggio ed i cavi viene fatta quindi passare sotto la gobba e viene bloccato in posizione nella parte superiore con il bottone automatico posizionato nella tasca; i cavi elettrici vengono posizionati in modo da essere facilmente accessibili dall’apertura ricavata nella gobba per il loro collegamento al sistema di trigger; c) la parte mediana ed inferiore dell’air-bag viene quindi inserita attraverso l’apertura (230), distesa dentro la tasca e bloccata nella posizione corretta attraverso l’unione per il tramite dei mezzi di fissaggio, quali ad esempio bottoni automatici, bottoni automatici a tenuta pneumatica, velcro o altri, ai mezzi corrispondenti sulle fettucce elastiche fissate alla tasca in prossimità dei suoi apici e del coccige; viene quindi chiusa l’apertura di accesso;
d) si completa l’assiemaggio dell’indumento inserendo la fodera estraibile interna, sulla quale sono cucite le protezioni delle spalle, essendo stata precedentemente realizzata secondo la tecnica nota e convenzionale per il settore;
e) dall’esterno vengono collegati i cavi elettrici del sistema di trigger, attraverso l’apertura sulla gobba (231), connettendoli ai cavi del sistema dell’airbag.
[0081] Il dispositivo di protezione a sviluppo tridimensionale di tipo monouso (10), con funzione air-bag, per indumento sportivo, che incorpora internamente il gas inflator (131) e realizzato come sopra descritto, consente di ottenere tempi di gonfiaggio estremamente brevi: il test effettuato tra il 04 ed il 08 Luglio 2011 presso RICOTEST SRL, organismo notificato al N.0498 per la certificazione di dispositivi di protezione individuale, con sede in Italia a Pastrengo (VR), ha determinato il tempo di gonfiaggio del trovato ai fini della certificazione CE secondo il metodo prEN 1621-4 edizione 01/06/2011 – Parte 4: Protettori gonfiabili per motociclisti -ed ha rilasciato in data 11/07/2011 il seguente rapporto di prova N.
302636/A attestante che il tempo di gonfiaggio/riempimento del trovato, avente volume di circa 17 litri totali, Ã ̈ pari a 19 millesimi di secondo:
Nel detto test à ̈ stata utilizzata una cinepresa con velocità pari a 1000 fotogrammi/sec; il “tempo di attivazione†, cioà ̈ il tempo che intercorre tra la generazione dell’impulso elettrico e l’apertura del gas inflator, à ̈ considerato sostanzialmente trascurabile essendo compreso, nel caso di un gas inflator del tipo TRW, tra 0,5 e 2 msec in relazione, rispettivamente, ad impulsi di 1,75A oppure 1,2A.
[0082] In particolare si evidenzia che, rispetto alle soluzioni note, un tempo di gonfiaggio di circa 19 msec risulta essere il più breve, conferendo maggiore efficacia protettiva al trovato. E’ noto, infatti, che i dispositivi per la protezione individuale di tipo air-bag per essere efficaci devono aprirsi in tempi rapidissimi, di modo che il motociclista, dopo la caduta, venga quanto prima protetto da un eventuale urto contro un ostacolo; a titolo di esempio, il tempo di gonfiaggio del trovato comporta che ad una velocità di 90 Km/h la protezione necessiti di soli 48 cm per essere completamente gonfia, pur avendo il considerevole volume di circa 17 litri, mentre una protezione convenzionale di circa 5 litri con un tempo di gonfiaggio di 30 msec, a 90 Km/h necessita di circa 75 cm. E’ quindi evidente l’incremento della sicurezza qualora l’ostacolo si trovi ad una distanza compresa tra 48 cm e 75 cm. Considerati quindi il volume del sacco e l’ampiezza della protezione proposta dal trovato rispetto al tempo di riempimento, l’airbag descritto nel presente trovato à ̈ quindi considerabile sostanzialmente del tipo a gonfiaggio immediato e con elevato grado di sicurezza.
[0083] Legenda:
10 protezione gonfiabile monouso di tipo air-bag conformata a “Y rovesciata†10a variante conformata a “X allargata†, con protezione laterale delle spalle 110 sacco gonfiabile bivalve monocamera
111 parete A del sacco, disposta verso l’interno in aderenza al pilota 112 parete B del sacco, disposta verso l’esterno
120 “scheletro†interno collassabile, atto a conferire uno sviluppo tridimensionale avvolgente al sacco gonfio
121 “ponte†a sagomatura arcuata, elemento dello “scheletro†specifico per le aree laterali del corpo
122 “ponte†a sagomatura rettilinea, elemento dello “scheletro†specifico l’area spinale
123 apertura a figura chiusa, atta al passaggio del gas
124 apertura “a bocca†, estremità con profilo introflesso atto a favorire il flusso del gas
125a lato “maggiore†del ponte interfacciato con la parete A del sacco 125b lato “maggiore†del ponte interfacciato con la parete B del sacco 131 gas inflator, del tipo incorporante il sistema di apertura
132 striscia di tessuto per “fasciatura†del gas inflator che realizza il diffusore
133 cavetti interni, per portare il segnale elettrico al gas inflator
134 cavetti esterni, per ricevere il segnale elettrico dal trigger
135 rivetto multifunzione, per fissaggio e connessione elettrica
136 connettore ad occhiello per connessione elettrica
137 perno filettato
138 guarnizione ad anello di tipo o-ring
139 rondella
141 dado
151 nastro impermeabilizzante
20 tasca sagomata, per alloggiare la protezione gonfiabile (10)
21 parete interna della tasca (20)
201 fettuccia elastica, atta al fissaggio dell’air-bag
202 bottone automatico standard
210 bottone automatico a tenuta pneumatica
211 elemento maschio
212 guarnizione di tipo o - ring
213 elemento femmina
220 parte deformabile centrale, in materiale elastico
221 parte deformabile superiore, per ritegno struttura della “gobbaâ€
230 discontinuità superficiale interna, per inserimento e rimozione air-bag 231 discontinuità superficiale esterna, per accesso alle connessioni 30 indumento sportivo da motociclismo, del tipo tuta integrale, atto ad integrare in modo rimovibile, nella tasca interna (20), la protezione gonfiabile monouso di tipo air-bag (10)
31 porzione dell’indumento (30) che corrisponde alla parete esterna della tasca (20)
311 parte in materiale elastico con “elementi elastici longitudinaliâ€
312 parte in materiale elastico con “elementi elastici reni†disposti trasversalmente
313 direzione di espansione della parte elastica
314 parte non elastica
315 protuberanza aerodinamica e protettiva detta “gobbaâ€

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di protezione con funzione di air-bag, integrato in un indumento sportivo in modo rimovibile in una tasca interna, con sacco gonfiabile monocamera a costituzione bivalve e con elementi interni di ritenuta collassabili a sacco sgonfio, caratterizzato dal fatto che comprende almeno una porzione di scheletro interno (120); e dove i singoli elementi dello scheletro (121, 122) hanno funzione di ritenuta; e dove i singoli elementi dello scheletro (121, 122) presentano spessore sottile, sviluppo planare e profilo sagomato a figura chiusa planarmente indeformabile; e dove i detti elementi dello scheletro (121, 122) presentano aperture (123) interne al profilo, a guisa di fori passanti; e dove gli elementi dello scheletro (121, 122) sono uniti internamente alle pareti A e B (111, 112) del sacco (110) almeno lungo i due lati maggiori (125a, 125b); e dove i detti elementi (121, 122) sono combinati tra loro in modo tale da formare uno scheletro (120) che, congiuntamente alle pareti A e B del sacco gonfio, conferisce autonoma forma tridimensionale al sacco (110) con anche parti curve e allungate; e dove la detta forma tridimensionale del sacco gonfio si estende in modo avvolgente seguendo in figura la conformazione fisica del corpo umano anche nelle sue parti esposte e periferiche, senza inviluppo vincolante esterno; e dove il dispositivo di gonfiaggio (131) à ̈ incorporato all’interno del sacco con air-bag di tipo monouso.
  2. 2. Dispositivo di protezione come da rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che i detti elementi dello scheletro hanno sagomatura arcuata in corrispondenza dei fianchi del corpo umano (121), con i due lati lunghi curvilinei; e dove i detti elementi dello scheletro presentano sagomatura diritta in corrispondenza della colonna vertebrale (122), con i due lati lunghi rettilinei; e dove la detta forma tridimensionale del sacco gonfio di modo tale che il detto scheletro interno (120, 121, 122) risulti sostanzialmente a guisa di setto orientato perpendicolarmente rispetto alle pareti A e B (111, 112) del sacco (110) con i lati maggiori (125a, 125b) uniti alle interfacce che guardano verso l’interno del detto sacco, determina allungamenti e protrusioni di modo tale da proteggere puntualmente, in aderenza, la colonna vertebrale con, in combinazione, i fianchi, le anche, il bacino, le teste femorali ed i femori; e dove il dispositivo di gonfiaggio interno (131, 133) à ̈ attivato per il tramite di un sistema di trigger esterno e connesso con cavo elettrico (134) attraverso un foro con rivetto sigillante (135); ed in cui il tempo di gonfiaggio del sacco à ̈ compreso tra 15 e 30 msec. per sacchi di capacità compresa tra 15 e 30 litri totali.
  3. 3. Dispositivo di protezione come dalle rivendicazioni 1 e 2, caratterizzato dal fatto che il detto sacco, applicato ad una tuta integrale da motociclismo, presenta una conformazione assimilabile ad almeno una tra le forme di: “Y†rovesciata (10), “X†allargata (10a).
  4. 4. Dispositivo di protezione come da rivendicazioni 1 e 2 caratterizzato dal fatto che i detti elementi dello scheletro (121, 122) presentano almeno uno dei lati corti con profilo introflesso planarmente (124), a guisa di “bocca†, di modo tale da facilitare il flusso del gas all’interno del sacco nella fase iniziale dell’espansione.
  5. 5. Dispositivo di protezione come da rivendicazioni 1 e 2 caratterizzato dal fatto che il dispositivo di gonfiaggio à ̈ a rilascio multistadio in modo tale da consentire attivazioni multiple.
  6. 6. Dispositivo di protezione come da rivendicazioni 1 e 2 caratterizzato dal fatto che i mezzi di ritenuta atti a fissare il sacco all’indumento sono dei bottoni automatici, anche del tipo a tenuta pneumatica con guarnizione “o-ring†in modo tale da evitare la migrazione del gas all’esterno del sacco stesso.
  7. 7. Dispositivo di protezione come da rivendicazioni 1 e 2 caratterizzato dal fatto che la detta tasca (20) à ̈ parte costituente di un indumento sportivo (30) predisposto ad integrare una protezione gonfiabile; e dove la detta tasca à ̈ controsagomata in modo tale da replicare la conformazione del sacco (110); e dove la detta tasca à ̈ accessibile dall’interno dell’indumento per il tramite di una discontinuità superficiale (230) predisposta ad essere aperta e richiusa per ripristinare la configurazione originaria; e dove, internamente alla detta tasca ed in modo solidale all’indumento, sono unite fettucce elastiche di fissaggio (201) atte all’unione del detto sacco (110) alle estremità, in modo tale da mantenerlo disteso e tensionato in una posizione corretta per l’espansione; e dove la detta unione del sacco à ̈ ripetibile ed avviene in modo guidato e antisbaglio; e dove il detto indumento (30, 31) comprende porzioni di superficie esterna deformabili (311, 312) ed altre indeformabili (314); e dove le dette porzioni deformabili (311, 312) sono combinate tra loro con orientamenti diversi per consentire all’indumento un’espansione elastica di tipo multidirezionale in modo tale da consentire all’utilizzatore di muoversi agevolmente ed anche assecondare lo sviluppo tridimensionale del sacco in caso di attivazione; e dove le dette espansioni a diversa direzionalità avvengono senza sovrapposizioni o interferenze relative.
  8. 8. (Claim indipendente) Un dispositivo di protezione con funzione di airbag, comprensivo di sacco gonfiabile monocamera a costituzione bivalve e con elementi interni di ritenuta collassabili a sacco sgonfio, caratterizzato dal fatto che comprende almeno una porzione di scheletro interno (120); e dove i singoli elementi dello scheletro (121, 122) hanno funzione di ritenuta; e dove i singoli elementi dello scheletro (121, 122) presentano spessore sottile, sviluppo planare e profilo sagomato a figura chiusa planarmente indeformabile; e dove i detti elementi dello scheletro (121, 122) presentano aperture (123) interne al profilo, a guisa di fori passanti; e dove i detti elementi dello scheletro presentano sagomatura arcuata (121) con i due lati lunghi sostanzialmente curvilinei in modo da conformare le parti curve e allungate del sacco, mentre presentano sagomatura diritta (122) con i due lati lunghi sostanzialmente rettilinei in modo tale conformare le parti diritte del sacco; e dove gli elementi dello scheletro (121, 122) sono uniti internamente alle pareti A e B (111, 112) del sacco almeno lungo i due lati maggiori (125a, 125b); e dove i detti elementi (121, 122) sono combinati tra loro in modo tale da formare uno scheletro (120) che, congiuntamente alle pareti A e B del sacco gonfio, conferisce autonoma forma tridimensionale al sacco con anche parti curve e allungate senza inviluppo vincolante esterno; e dove il dispositivo di gonfiaggio (131) à ̈ incorporato all’interno del sacco con air-bag che à ̈ di tipo monouso; e dove il dispositivo di gonfiaggio interno (131, 133) à ̈ attivato per il tramite di un sistema di trigger esterno e connesso con cavo elettrico (134) attraverso un foro con rivetto sigillante (135); e dove il tempo di gonfiaggio à ̈ compreso tra 15 e 30 msec. per sacchi di capacità compresa tra 15 e 30 litri totali.
  9. 9. Dispositivo di protezione come dalla rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detto sacco, quando à ̈ applicato ad una tuta integrale da motociclismo, presenta una conformazione generale sostanzialmente assimilabile ad almeno una tra le forme di: “Y†rovesciata, “X†allargata.
  10. 10. Dispositivo di protezione come dalla rivendicazione 8 caratterizzato dal fatto che i detti elementi dello scheletro (121, 122) presentano almeno uno dei lati corti con profilo introflesso planarmente (124), a guisa di “bocca†, atto a facilitare il flusso del gas all’interno del sacco nella fase iniziale dell’espansione.
  11. 11. (Claim indipendente) Un indumento sportivo e protettivo, predisposto ad integrare in modo rimovibile in una tasca interna un dispositivo di protezione gonfiabile con funzione di air-bag, caratterizzato dal fatto che la detta tasca (20) à ̈ parte costituente dell’indumento sportivo (30, 31); e dove la detta tasca à ̈ controsagomata in modo tale da replicare la conformazione del sacco (110); e dove la detta tasca à ̈ accessibile dall’interno dell’indumento per il tramite di una discontinuità superficiale (230) in modo tale da essere aperta e richiusa di modo tale da ripristinare la configurazione originaria; e dove, internamente alla detta tasca ed in modo solidale all’indumento, sono unite fettucce elastiche di fissaggio (201) atte all’unione del detto sacco (110) alle estremità, in modo tale da mantenerlo disteso e tensionato in una posizione corretta per l’espansione; e dove la detta unione del sacco (110) à ̈ ripetibile ed avviene in modo guidato e antisbaglio; e dove il detto indumento (30, 31) comprende porzioni di superficie esterna deformabili (311, 312) ed altre indeformabili (314); e dove le dette porzioni deformabili (311, 312) sono combinate tra loro con orientamenti diversi di modo tale da permettere all’indumento un’espansione elastica di tipo multidirezionale assecondando lo sviluppo tridimensionale del sacco in caso di attivazione; e dove le dette espansioni a diversa direzionalità avvengono senza sovrapposizioni o interferenze relative.
  12. 12. Un indumento sportivo e protettivo, predisposto ad integrare in modo rimovibile in una tasca interna un dispositivo di protezione gonfiabile con funzione di air-bag, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo di protezione gonfiabile con funzione di air-bag comprende almeno una porzione di scheletro interno (120); e dove i singoli elementi dello scheletro (121, 122) hanno funzione di ritenuta; e dove i singoli elementi dello scheletro (121, 122) presentano spessore sottile, sviluppo planare e profilo sagomato a figura chiusa planarmente indeformabile; e dove i detti elementi dello scheletro (121, 122) presentano aperture (123) interne al profilo, a guisa di fori passanti; e dove gli elementi dello scheletro (121, 122) sono uniti internamente alle pareti A e B (111, 112) del sacco (110) almeno lungo i due lati maggiori (125a, 125b); e dove i detti elementi (121, 122) sono combinati tra loro in modo tale da formare uno scheletro (120) che, congiuntamente alle pareti A e B del sacco gonfio, conferisce autonoma forma tridimensionale al sacco con anche parti curve e allungate; e dove la detta forma tridimensionale del sacco gonfio si estende in modo avvolgente seguendo in figura la conformazione fisica del corpo umano anche nelle sue parti esposte e periferiche, senza inviluppo vincolante esterno; e dove il dispositivo di gonfiaggio (131) à ̈ incorporato all’interno del sacco con air-bag di tipo monouso.
  13. 13. Un metodo di produzione industriale di un dispositivo di protezione con funzione di air-bag, comprensivo di sacco gonfiabile monocamera a costituzione bivalve e con elementi interni di ritenuta collassabili a sacco sgonfio, caratterizzato dalle seguenti fasi : a) taglio delle pareti A (111) e B (112) da un tessuto monostrato in Poliammide 6.6 spalmato con silicone; b) taglio dallo stesso tessuto, in duplicato, dei “ponti†(121, 122) con successiva cucitura in doppio strato; c) taglio dallo stesso tessuto di una striscia (132) di larghezza eccedente di almeno 1 cm rispetto al gas inflator e di lunghezza tale da poterlo avvolgere almeno 3 volte, con anche realizzazione dei fori per i perni (137); d) avvolgimento del gas inflator (131) con la striscia (132) e inserimento dei perni (137) sui fori con rondelle e o-ring; blocco della striscia con fasteners; e) realizzazione sulla parete B (112) dei fori per perni (137) e rivetti (135); f) applicazione sulla parete A (111) dei bottoni automatici a tenuta pneumatica (210); g) fissaggio sulla parete B di cavetti (133, 134) e connettori, accoppiati e uniti per il tramite di rivetti (135); h) cucitura con filo di nylon ad alta resistenza dei ponti (121, 122) all’interno della parete B e, successivamente, alla parete A; i) unione delle pareti A e B lungo il perimetro per il tramite di almeno 2 cuciture concentriche spaziate di almeno 3 mm e lasciando una apertura di almeno 12 cm., in modo tale da consentire l’inserimento successivo del G.I.; j) alloggiamento del sistema di gonfiaggio (131) e diffusione (132) nel sacco inserendo i perni filettati (137) dall’interno e bloccandoli all’esterno con o-ring, rondella e bullone; k) connessione elettrica al gas inflator (131, 133) e completamento della cucitura perimetrale del sacco; l) sigillatura finale sulle cuciture per il tramite di nastratura e termosaldatura (151).
  14. 14. Metodo di produzione industriale di un indumento sportivo e protettivo che comprende una tasca (20) interna, predisposta ad integrare in modo rimovibile un dispositivo di protezione con funzione di air-bag (10), essendo la detta tasca parte costituente dell’indumento (30) e comprensiva di una parete interna (21), a contatto con il corpo, ed una parete esterna (31) parte integrante dell’indumento (30), caratterizzato dalle seguenti fasi : a) suddivisione della parete interna (21) in 3 parti: una parte superiore in pelle, una fascia centrale elastica (220), una parte inferiore in pelle; b) realizzazione nella parte superiore di una apertura (230); c) applicazione nella parte superiore di una fascia elastica per un successivo fissaggio della struttura interna della gobba; d) realizzazione delle fettucce elastiche (201) comprensive di bottoni automatici (202); e) cucitura dei i tre elementi costituenti la parete interna; f) suddivisione della parete esterna (31) in 4 parti: elastici laterali (311) in pelle elasticizzata, parte superiore in pelle con apertura (231), fascia centrale (312) in pelle elasticizzata, parte inferiore in pelle; g) cucitura dei quattro elementi costituenti la parete esterna; h) completamento della tasca (20) per il tramite di cucitura lungo il perimetro esterno delle due pareti (21, 31), includendo internamente le fettucce elastiche (201); i) realizzazione dell’indumento (30) iniziando dall’unione della tasca (20) alla parte anteriore del busto includendo la porzione elastica delle ascelle; j) unione delle braccia con le parti mancanti delle spalle, le ginocchia e la parti elasticizzate; k) inserimento delle protezioni rigide estraibili; l) integrazione dell’air-bag (10) all’interno della tasca (20) con alloggio della parte di air-bag comprensiva del gas inflator (131) nella cavità interna della gobba (315); m) inserimento del sacco (110) nella tasca iniziando dalla parte superiore e fissandolo al bottone automatico (202), i cavi elettrici per il trigger (134) vengono posizionati in modo accessibile dall’apertura esterna (231); n) inserimento e distensione della parte mediana ed inferiore dell’air-bag (10) con fissaggio ai bottoni automatici; o) completamento dell’indumento (30) con l’inserimento della fodera estraibile interna comprensiva delle protezioni delle spalle, precedentemente realizzata; p) collegamento delle connessioni elettriche al sistema di trigger esterno, attraverso l’apertura sulla gobba (231).
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