ITTV20090078A1 - Elettromandrino per macchine a controllo numerico - Google Patents

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ITTV20090078A1
ITTV20090078A1 IT000078A ITTV20090078A ITTV20090078A1 IT TV20090078 A1 ITTV20090078 A1 IT TV20090078A1 IT 000078 A IT000078 A IT 000078A IT TV20090078 A ITTV20090078 A IT TV20090078A IT TV20090078 A1 ITTV20090078 A1 IT TV20090078A1
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IT
Italy
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electrospindle
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IT000078A
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Almerino Canuto
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Fcs System S R L
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    • B23Q1/00Members which are comprised in the general build-up of a form of machine, particularly relatively large fixed members
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Description

DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“ELETTROMANDRINO PER MACCHINE A CONTROLLO NUMERICO”
La presente invenzione è relativa ad un elettromandrino per macchine a controllo numerico.
Più in dettaglio, la presente invenzione è relativa ad un elettromandrino per frese a controllo numerico, impiego a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Come è noto, gli elettromandrini delle frese a controllo numerico sono generalmente composti da un motore elettrico preferibilmente, ma non necessariamente, trifase, e da un mandrino porta-utensile, entrambi alloggiati all’interno di una stessa carcassa esterna strutturata per essere fissata al carrello o slitta porta-mandrino della macchina a controllo numerico. Ovviamente, il mandrino porta-utensile ed il motore elettrico sono meccanicamente accoppiati tra loro, in modo tale che il mandrino portautensile possa essere trascinato in rotazione dal motore elettrico.
Più in dettaglio, il motore elettrico è solitamente composto da un gruppo statorico di forma tubolare cilindrica che è inserito all’interno di una cavità cilindrica presente nella carcassa dell’elettromandrino, in modo tale da essere coassiale all’asse longitudinale dell’elettromandrino e da essere rigidamente solidale alla carcassa dello stesso; da un albero motore che si estende coassiale all’asse longitudinale dell’elettromandrino attraverso la cavità passante del gruppo statorico e l’intera carcassa dell’elettromandrino; e da un gruppo rotorico di forma sostanzialmente tubolare cilindrica che è calzato in modo rigido sull’albero motore all’interno del gruppo statorico, in modo tale da essere perfettamente coassiale a quest’ultimo.
Il mandrino porta-utensile comprende invece un mozzo che è realizzato in pezzo unico con l’albero motore del motore elettrico, e si prolunga a sbalzo all’esterno della carcassa dell’elettromandrino rimanendo sempre coassiale all’asse longitudinale dell’elettromandrino. L’estremità di tale mozzo è inoltre dotata centralmente di una sede porta-codolo troncoconica che è strutturata per poter ospitare il codolo di un generico utensile mantenendolo perfettamente coassiale all’asse longitudinale dell’elettromandrino.
Il mandrino porta-utensile comprende inoltre un organo di bloccaggio ad azionamento idraulico o pneumatico, che è atto ad agganciare e trattenere in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, il codolo dell’utensile all’interno della sede porta-codolo presente nel mozzo, in modo tale che l’albero motore del motore elettrico possa trascinare l’utensile in rotazione attorno all’asse longitudinale dell’elettromandrino.
Più in dettaglio, il mozzo porta-utensile impegna in modo passante ed assialmente girevole una calotta a forma sostanzialmente di campana, che è fissata sulla carcassa dell’elettromandrino a chiusura della cavità cilindrica che ospita il gruppo statorico ed il gruppo rotorico del motore elettrico; mentre l’albero motore con il mozzo integrato, è supportato alle due estremità da due soli gruppi di cuscinetti di supporto collocati uno all’interno della calotta, e l’altro in corrispondenza dell’altra estremità della carcassa esterna dell’elettromandrino.
Per quanto riguarda invece l’organo di bloccaggio ad azionamento idraulico, esso è composto essenzialmente da un’asta o stelo di comando che si estende attraverso l’intero albero motore rimanendo perfettamente coassiale all’asse longitudinale dell’elettromandrino, fino a sbucare all’interno della sede porta-codolo del mozzo, ed è in grado di spostarsi assialmente rispetto all’albero motore; e da una testa di aggancio ad espansione che è calzata scorrevole sull’estremità dell’asta di comando che sporge all’interno della sede porta-codolo del mozzo, ed è strutturata in modo tale da aprirsi ad ombrello all’interno di una cavità appositamente ricavata nel codolo dell’utensile, sotto la spinta dell’asta di comando.
L’organo di bloccaggio comprende inoltre una serie di molle a tazza che sono calzate sull’asta di comando una di seguito all’altra, all’interno dell’albero motore, e sono disposte in modo tale da tirare e mantenere l’asta di comando in una prima posizione operativa che porta la testa di aggancio a ridosso del fondo della sede porta-codolo, e contemporaneamente la costringe a rimanere completamente aperta. In questo modo, la testa di aggancio ad espansione è in grado di agganciare e tirare il codolo dell’utensile in battuta sul fondo della sede porta-codolo, bloccando l’utensile in modo rigido sul corpo del mozzo.
L’organo di bloccaggio è infine provvisto di un cilindro idraulico o pneumatico che è allineato all’asta di comando, dalla parte opposta della testa di aggancio (ossia dall’altro lato dell’albero motore rispetto al mozzo portautensile), ed è in grado, a comando, di vincere la forza elastica delle molle a tazza e spostare assialmente l’asta di comando in una seconda posizione operativa, che allontana la testa di aggancio dal fondo della sede portacodolo, e contemporaneamente permette alla testa di aggancio di chiudersi ad ombrello liberando il codolo dell’utensile che impegna la sede porta-codolo.
Pur funzionando egregiamente, questo tipo di elettromandrini ha una operatività limitata, perché la massima velocità di rotazione raggiungibile dal elettromandrino, e quindi dell’utensile da esso supportato, è strettamente condizionata dalla struttura e dalle dimensioni complessive del mandrino porta-utensile che, a loro volta, sono strettamente correlate al tipo di utensile che l’elettromandrino è destinato ad utilizzare.
Ovviamente, questo vincolo operativo ed il fatto che il mozzo porta-utensile è ricavato direttamente sull’estremità dell’albero motore, spingono i costruttori di elettromandrini a dimensionare l’intero motore elettrico dell’elettromandrino in modo tale che le sue prestazioni massime siano sostanzialmente uguali a quelle permesse dal mandrino porta-utensile.
É evidente che questi limiti prestazionali creano grossissimi problemi quando una stessa fresa a controllo numerico deve essere utilizzata per lavorazioni meccaniche che prevedono l’uso, in rapida successione e su di uno stesso semilavorato, di due diversi tipi di utensile che richiedono, rispettivamente, elevati valori di coppia motrice e basse velocità di rotazione (per esempio gli utensili da sgrossatura richiedono un velocità di rotazione inferiore a 22mila giri al minuto), oppure bassi valori di coppia motrice ed elevata velocità di rotazione (per esempio gli utensili da finitura richiedono un velocità di rotazione superiori a 36mila giri al minuto).
In questo caso, non essendo fisicamente realizzabili degli elettromandrini in grado di utilizzare entrambi i tipi di utensile, in concomitanza con il cambio dell’utensile è prassi consolidata sostituire in blocco l’intero elettromandrino montato sulla fresa, con tutti i problemi che questo comporta in termini di tempi e costi di lavorazione.
Scopo della presente invenzione è quindi quello di realizzare un elettromandrino che sia esente dagli inconvenienti sopra riportati, e che sia inoltre economico da realizzare.
In accordo con questi obietti, secondo la presente invenzione viene realizzato un elettromandrino come definito nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni da essa dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 è una vista laterale parzialmente esplosa, e con parti in sezione e parti asportate per chiarezza, di un elettromandrino realizzato secondo i dettami della presente invenzione;
- la figura 2 è una vista in sezione della parte anteriore dell’elettromandrino illustrato in figura 1.
Con riferimento alla figura 1, con il numero 1 è indicato nel suo complesso un elettromandrino per macchine a controllo numerico, che è strutturato per bloccare e portare in rotazione un generico utensile 2 attorno ad un asse A di riferimento localmente coincidente con l’asse longitudinale dell’utensile 2, e che trova utilizzo particolarmente vantaggioso nelle frese a controllo numerico.
L’elettromandrino 1 è composto essenzialmente da un motore elettrico 3 preferibilmente, ma non necessariamente, del tipo trifase con rotore a magneti permanenti, e da un mandrino porta-utensile 4 che è strutturato per accogliere e portare in rotazione l’utensile 2 attorno all’asse A, ed è meccanicamente accoppiato al motore elettrico 3 in modo tale da essere trascinato in rotazione da quest’ultimo.
Diversamente dai elettromandrini attualmente conosciuti, tuttavia, il motore elettrico 3 ed il mandrino porta-utensile 4 sono due dispositivi completamente separati ed indipendenti tra loro, che sono strutturati per essere accoppiati uno all’altro in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, in modo tale che il motore elettrico 3 possa rimanere stabilmente montato sulla fresa o altra macchina a controllo numerico (non illustrata), mentre il mandrino porta-utensile 4 può essere rapidamente sostituito per esigenze di normale manutenzione, o per essere rimpiazzato da un secondo mandrino porta-utensile 4’, che risulta essere strutturalmente identico al mandrino porta-utensile 4, ma è dimensionato per ospitare un diverso tipo di utensile 2.
Il motore elettrico 3 comprende: una carcassa 5 esterna che è strutturata per essere fissata in modo rigido al carrello o slitta porta-mandrino della fresa o altra macchina a controllo numerico (non illustrata), e che è dotata internamente di una cavità 5a di forma sostanzialmente cilindrica, che è disposta coassiale all’asse A dell’elettromandrino; un gruppo statorico 6 di forma sostanzialmente tubolare cilindrica che è inserito all’interno della cavità 5a della carcassa 5, in modo tale da essere coassiale all’asse A dell’elettromandrino e solidale alla carcassa 5; un albero motore 7 che si estende coassiale all’asse A, attraverso la cavità centrale del gruppo statorico 6 e l’intera cavità 5a della carcassa 5, ed è supportato in modo assialmente girevole dalla carcassa 5 tramite due gruppi di cuscinetti 8 di supporto posizionati alle due estremità della cavità 5a, ossia sostanzialmente in corrispondenza delle due estremità dell’albero motore 7; ed un gruppo rotorico 9 di forma sostanzialmente tubolare cilindrica che è calettato in modo rigido sull’albero motore 7 all’interno della cavità centrale del gruppo statorico 6, in modo tale da essere perfettamente coassiale a, e completamente circondato da quest’ultimo.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la cavità 5a è preferibilmente, ma non necessariamente, una cavità chiusa.
Con riferimento alla figura 1, a ridosso di una delle due estremità dell’albero motore 7, la carcassa 5 comprende inoltre una piattaforma di aggancio 10 che è strutturata per accoppiarsi e supportare il mandrino porta-utensile 4, 4’, ed il motore elettrico 3 è provvisto di un organo di bloccaggio 11 preferibilmente, ma non necessariamente, ad azionamento idraulico o pneumatico, che è strutturato per poter, a comando, agganciare e trattenere in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, il mandrino portautensile 4, 4’ in battuta sulla piattaforma di aggancio 10.
Più in dettaglio, la piattaforma di aggancio 10 è provvista centralmente di una sede 10a cieca che si prolunga all’interno della carcassa 5 rimanendo coassiale all’asse A dell’elettromandrino, e l’albero motore 7 si prolunga a sbalzo all’interno della sede 10a, dove termina in un corpo a tazza 7a che è dotato di un incavo centrale sagomato in modo tale da poter accogliere, e vincolare in modo angolarmente solidale, un codolo di forma complementare presente nei mandrini porta-utensile 4 e 4’.
L’organo di bloccaggio 11 è invece preferibilmente, ma non necessariamente, composto da una serie di attuatori idraulici 11a che sono incassati nella piattaforma di aggancio 10, angolarmente distribuiti attorno alla sede 10a, e sono strutturati per poter agganciare, tirare al proprio interno ed infine trattenere in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, altrettanti perni di aggancio presenti nei mandrini porta-utensile 4 e 4’.
Gli attuatori idraulici 11a sono dispositivi già ampiamente conosciuti nel settore delle macchine utensili, e non verranno quindi ulteriormente descritti.
Con riferimento alle figure 1 e 2, il mandrino portautensile 4, 4’ comprende invece una carcassa tubolare 12 esterna che presenta, in corrispondenza di una estremità, una flangia anulare 12a che, a sua volta, è strutturata in modo tale da potersi accoppiare alla piattaforma di aggancio 10, disponendo l’asse longitudinale B della carcassa tubolare 12 coassiale all’asse A dell’elettromandrino; ed un mozzo 13 che impegna in modo passante la cavità centrale della carcassa tubolare 12, rimanendo perfettamente coassiale all’asse longitudinale B della medesima, ed è supportato in modo assialmente girevole dalla carcassa tubolare 12 tramite una serie di cuscinetti 14 di supporto opportunamente distribuiti lungo l’intera lunghezza del mozzo 13.
In aggiunta a quanto sopra scritto, il mozzo 13 presenta, in corrispondenza di una delle due estremità, una sede porta-codolo 13a di forma preferibilmente, ma non necessariamente, troncoconica, che è direttamente affacciata all’esterno della carcassa tubolare 12, ed è strutturata in modo tale da poter accogliere il codolo di un generico utensile 2, mantenendo il suddetto utensile 2 perfettamente coassiale all’asse longitudinale B del mozzo e della carcassa; ed il mandrino porta-utensile 4 è provvisto anche di un organo di bloccaggio 15 che è interamente alloggiato all’interno del mozzo 13, ed è strutturato in modo tale da poter agganciare e bloccare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, il codolo dell’utensile 2 all’interno della sede porta-codolo 13a, così da consentire al mozzo 13 di trascinare l’utensile 2 in rotazione attorno all’asse longitudinale B.
Più in dettaglio, con riferimento alla figura 2, la sede porta-codolo 13a si affaccia all’esterno della carcassa tubolare 12 dalla parte opposta della flangia anulare 12a, mentre l’altra estremità del mozzo 13 sporge a sbalzo dal centro della flangia anulare 12a, e termina in un codolo di accoppiamento 13b che è sagomato in modo tale da potersi innestare nel corpo a tazza 7a presente all’estremità dell’albero motore 7 del motore elettrico 3, quando la flangia anulare 12a è perfettamente accoppiata alla piattaforma di aggancio 10.
Nell’esempio illustrato, inoltre, la carcassa tubolare 12 è preferibilmente, ma non necessariamente, provvista di una serie di perni di aggancio 16 sporgenti, che sono angolarmente distribuiti attorno al codolo di accoppiamento 13b, si prolungano a sbalzo dalla flangia anulare 12a rimanendo paralleli all’asse longitudinale B, e sono infine strutturati per innestarsi ciascuno all’interno di un rispettivo attuatore idraulico 11a dell’organo di bloccaggio 11.
Con riferimento alla figura 2, l’organo di bloccaggio 15 comprende invece un albero 17 di supporto e tensionamento che si estende in modo passante ed assialmente scorrevole attraverso l’intero mozzo 13, rimanendo perfettamente coassiale all’asse longitudinale B del medesimo, e sbuca all’interno della sede porta-codolo 13a; ed una testa di aggancio 18 ad espansione che è calzata scorrevole sull’estremità dell’albero 17 che sporge all’interno della sede porta-codolo 13a del mozzo, ed è strutturata in modo tale da aprirsi ad ombrello all’interno di una cavità cieca appositamente ricavata nel codolo dell’utensile 2, sotto la spinta dell’albero 17.
Più in dettaglio, l’albero 17 di supporto e tensionamento è mobile assialmente all’interno del mozzo 13 tra una posizione ritratta, in cui l’albero 17 colloca la testa di aggancio 18 a ridosso del fondo della sede portacodolo 13a, e contemporaneamente costringe la testa di aggancio 18 ad aprirsi ad ombrello; ed una posizione estratta, in cui l’albero 17 allontana la testa di aggancio 18 dal fondo della sede porta-codolo 13a, e contemporaneamente permette alla testa di aggancio 18 di chiudersi ad ombrello.
L’organo di bloccaggio 15 comprende inoltre una serie di manicotti 19 cilindrici in materiale elastomerico che, all’interno del mozzo 13, sono calzati sull’albero 17 di supporto e tensionamento uno di seguito all’altra, in modo tale che la pila di manicotti 19 abbia una prima estremità in battuta sull’albero 17, ed una seconda estremità in battuta sul corpo del mozzo 13.
I manicotti 19 sono strutturati in modo tale da esercitare sull’albero 17 una spinta assiale diretta verso il codolo di accoppiamento 13b, che tende a mantenere continuamente l’albero 17 nella posizione ritratta, in modo tale da consentire alla testa di aggancio 18 di agganciare e tirare costantemente il codolo dell’utensile 2 in battuta sul fondo della sede porta-codolo 13a, bloccando stabilmente l’utensile 2 in modo rigido sul corpo del mozzo 13.
Con riferimento alla figura 1, il motore elettrico 3 è invece dotato di un organo spintore 20 che, a comando e quando la flangia anulare 12a del mandrino porta-utensile 4 è perfettamente accoppiata alla piattaforma di aggancio 10 del motore elettrico 3, è in grado di vincere la forza elastica della pila di manicotti 19 e spingere l’albero 17 nella direzione d, verso la sede porta-codolo 13a, in modo tale da collocare l’albero 17 nella posizione estratta, che allontana la testa di aggancio 18 dal fondo della sede porta-codolo 13a, e contemporaneamente permette alla testa di aggancio 18 di chiudersi ad ombrello liberando il codolo dell’utensile 2 che impegna la sede porta-codolo 13a.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’organo spintore 20 è preferibilmente, ma non necessariamente, ad azionamento idraulico o pneumatico, e comprende un albero 21 di comando che si estende in modo passante ed assialmente scorrevole attraverso l’intero albero motore 7, rimanendo perfettamente coassiale all’asse A dell’elettromandrino, e termina al centro del corpo a tazza 7a dove si porta in battuta sull’estremità dell’albero 17 di supporto e tensionamento del mandrino porta-utensile 4, 4’; ed un cilindro idraulico o pneumatico 22 a singolo o doppio effetto, che è fissato sulla carcassa 5 del motore elettrico 3, dalla parte opposta della piattaforma di aggancio 10, in modo tale da essere allineato all’albero motore 7, ed è meccanicamente accoppiato all’albero 21 così da poterlo spostare assialmente all’interno dell’albero motore 7.
Più in dettaglio, il cilindro idraulico o pneumatico 22 è strutturato in modo tale da imprimere all’albero di comando 12 uno spostamento assiale sufficiente a spostare l’albero 17 del mandrino porta-utensile 4, 4’ che è fissato alla piattaforma di aggancio 10 del motore elettrico 3, dalla posizione ritratta alla posizione estratta vincendo la spinta elastica esercitata dalla pila di manicotti 19.
Il funzionamento dell’elettromandrino 1 è facilmente desumibile da quanto sopra descritto, e non necessità di ulteriori spiegazioni.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura dell’elettromandrino 1 sono notevoli. In primo luogo, visto che il mandrino porta-utensile 4, 4’ è completamente separato ed indipendente dal motore elettrico 3, il motore elettrico 3 può essere dimensionato all’origine in modo tale che la sua massima velocità di rotazione coincida con il valore più elevato tra le velocità nominali di tutti gli utensili 2 utilizzabili dalla fresa o altra macchina a controllo numerico (per esempio 50mila giri al minuto), e che la sua coppia massima erogabile coincida con il valore più elevato tra le coppie massime supportabili da tutti gli utensili 2 utilizzabili dalla fresa o altra macchina a controllo numerico.
Più in dettaglio, grazie alla sua particolare struttura, l’elettromandrino 1 si presta ad essere equipaggiato con motori elettrici “torque” strutturati per poter ruotare con velocità angolare variabile a piacere e compresa tra 0 e 50.000 rpm.
Infatti, tutti i componenti che necessitano di essere dimensionati in funzione della coppia e della velocità massima dell’utensile 2, ossia il mozzo 13 e l’organo di bloccaggio 15, sono concentrati nel mandrino porta-utensile 4, 4’, rendendo il motore elettrico 3 completamente svincolato ed indipendente dal tipo di utensile 2 da montare sull’elettromandrino 1.
Inoltre, l’elettromandrino 1 si presta ad essere montato anche nelle macchine a controllo numerico già in commercio: basta infatti realizzare la carcassa 5 del motore elettrico in modo tale da ricalcare la carcassa dei elettromandrini tradizionali.
Infatti, il circuito idraulico che alimenta gli attuatori idraulici 11a dell’organo di bloccaggio 11 può essere collegato all’elettromandrino 1, mediante normali connettori idraulici ad innesto rapido, anche solo temporaneamente, quando è necessario agganciare/sganciare il mandrino porta-utensile 4, 4’.
Risulta infine chiaro che all’elettromandrino 1 sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, in una diversa forma di realizzazione, i manicotti 19 in materiale elastomerico possono essere sostituiti da molle a gas o altro tipo di elementi elastici, sempre collocati all’interno del mozzo 13.

Claims (11)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Elettromandrino (1) per macchine a controllo numerico strutturato per bloccare e portare in rotazione un utensile (2) attorno ad un asse di riferimento (A) prestabilito e localmente coincidente con l’asse longitudinale dell’utensile (2); l’elettromandrino (1) comprendendo un motore elettrico (3), ed un mandrino porta-utensile (4, 4’) che è strutturato per accogliere e portare in rotazione l’utensile (2) attorno a detto asse di riferimento (A), ed è meccanicamente accoppiato al motore elettrico (3) in modo tale da essere trascinato in rotazione da quest’ultimo; l’elettromandrino (1) essendo caratterizzato dal fatto che il motore elettrico (3) ed il mandrino porta-utensile (4, 4’) sono due dispositivi completamente separati ed indipendenti tra loro, che sono strutturati per essere accoppiati uno all’altro in modo stabile, ma facilmente rilasciabile.
  2. 2. Elettromandrino secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il motore elettrico (3) comprende: - una prima carcassa esterna (5) che è strutturata per essere fissata in modo rigido alla macchina a controllo numerico; ed - un albero motore (7) che si estende attraverso la prima carcassa esterna (5) coassialmente all’asse di riferimento (A) dell’elettromandrino, ed è supportato in modo assialmente girevole da detta carcassa esterna (5) tramite due gruppi di cuscinetti di supporto (8) posizionati sostanzialmente in corrispondenza delle due estremità dell’albero motore (7); e dal fatto che il mandrino porta-utensile (4, 4’) comprende: - una seconda carcassa esterna (12) che è strutturata per potersi accoppiare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, alla carcassa esterna (5) del motore, disponendo il proprio asse longitudinale (B) coassiale all’asse di riferimento (A) dell’elettromandrino; ed - un mozzo (13) che impegna in modo passante la carcassa esterna (12) del mandrino rimanendo coassiale all’asse longitudinale (B) della medesima, ed è supportato in modo assialmente girevole dalla carcassa esterna (12) del mandrino tramite una serie di cuscinetti di supporto (14) opportunamente distribuiti lungo il mozzo (13); una prima estremità di detto mozzo (13) essendo provvista di una sede porta-codolo (13a) strutturata per accogliere il codolo di un generico utensile (2), mantenendo detto utensile (2) coassiale all’asse longitudinale (B) del mozzo (13) e della carcassa esterna (12) del mandrino; una seconda estremità (13b) di detto mozzo (13) sporgendo a sbalzo dalla carcassa esterna (12) del mandrino, ed essendo sagomata in modo tale da accoppiarsi in modo angolarmente solidale ad una corrispondente estremità (7a) dell’albero motore (7) del motore elettrico (3), che invece sporge a sbalzo all’esterno della carcassa esterna (5) del motore; il motore elettrico (3) essendo infine provvisto di mezzi di bloccaggio del mandrino (11) i quali sono strutturati per poter selettivamente agganciare e trattenere in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, la carcassa esterna (12) del mandrino alla carcassa esterna (5) del motore.
  3. 3. Elettromandrino secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la carcassa esterna (5) del motore è dotata di una piattaforma di aggancio (10) che è strutturata per accoppiarsi alla carcassa esterna (12) del mandrino porta-utensile (4, 4’), ed è provvista centralmente di una sede (10a) che si prolunga all’interno della carcassa esterna (5) del motore rimanendo coassiale all’asse di riferimento (A) dell’elettromandrino; l’albero motore (7) estendendosi a sbalzo all’interno di detta sede (10a) per terminare in una estremità (7a) strutturata per accoppiarsi in modo angolarmente solidale con la seconda estremità (13b) di detto mozzo (13).
  4. 4. Elettromandrino secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che la carcassa esterna (12) del mandrino porta-utensile (4, 4’) è una carcassa tubolare che si estende coassiale all’asse longitudinale (B), ed è provvista di una flangia (12a) strutturata in modo tale da accoppiarsi alla piattaforma di aggancio (10) del motore elettrico (3), disponendo l’asse longitudinale (B) della carcassa tubolare (12) coassiale all’asse di riferimento (A) dell’elettromandrino; la seconda estremità (13b) di detto mozzo (13) sporgendo a sbalzo dalla flangia (12a), e terminando in un codolo di accoppiamento (13b) che è sagomato in modo tale da potersi accoppiare in modo angolarmente solidale con l’estremità (7a) dell’albero motore.
  5. 5. Elettromandrino secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che l’albero motore (7) si estende a sbalzo all’interno della sede (10a) della piattaforma di aggancio (10) e terminare in un corpo a tazza (7a) dimensionato per accogliere e vincolare in modo angolarmente solidale la seconda estremità (13b) del mozzo (13); e che la seconda estremità (13b) del mozzo (13) sporge a sbalzo dalla carcassa esterna (12) del mandrino, e termina in un codolo di accoppiamento (13b) dimensionato per potersi innestare nel corpo a tazza (7a) presente all’estremità dell’albero motore (7) del motore elettrico (3), quando la flangia (12a) della carcassa tubolare (12) è accoppiata alla piattaforma di aggancio (10).
  6. 6. Elettromandrino secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 5, caratterizzato dal fatto che il mandrino porta-utensile (4, 4’) comprende anche un organo di bloccaggio (15) che è interamente alloggiato all’interno del mozzo (13), ed è strutturato per poter agganciare e bloccare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, il codolo dell’utensile (2) all’interno della sede porta-codolo (13a).
  7. 7. Elettromandrino secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che l’organo di bloccaggio (15) comprende: - un albero di supporto (17) che si estende in modo passante ed assialmente scorrevole attraverso l’intero mozzo (13), rimanendo coassiale all’asse longitudinale (B) del mandrino porta-utensile (4, 4’), e che sbuca all’interno della sede porta-codolo (13a); - una testa di aggancio (18) ad espansione che è posizionata sull’estremità dell’albero di supporto (17) che sporge all’interno della sede porta-codolo (13a) del mozzo, ed è strutturata in modo tale da aprirsi ad ombrello sotto la spinta dell’albero di supporto (17); e - mezzi elastici (19) che sono calzati sull’albero di supporto (17), all’interno del mozzo (13), e sono strutturati in modo tale da mantenere l’albero di supporto (17) in una posizione ritratta, che dispone la testa di aggancio (18) a ridosso del fondo della sede porta-codolo (13a), e contemporaneamente costringe la testa di aggancio (18) ad aprirsi ad ombrello.
  8. 8. Elettromandrino secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detti mezzi elastici (19) comprendono almeno un manicotto cilindrico (19) in materiale elastomerico che, all’interno del mozzo (13), è calzato sull’albero di supporto (17) in modo tale da avere una prima estremità in battuta sull’albero di supporto (17), ed una seconda estremità in battuta sul corpo del mozzo (13).
  9. 9. Elettromandrino secondo la rivendicazione 7 o 8, caratterizzato dal fatto che il motore elettrico (3) comprende anche organo spintore (20) che, a comando e quando la carcassa esterna (12) del mandrino è accoppiata alla carcassa esterna (5) del motore, è in grado di spostare assialmente l’albero di supporto (17) dalla posizione ritratta in una posizione estratta che allontana la testa di aggancio (18) dal fondo della sede porta-codolo (13a) del mozzo (13), e contemporaneamente permette alla testa di aggancio (18) di chiudersi ad ombrello.
  10. 10. Elettromandrino secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che l’organo spintore (20) comprende un albero di comando (21) che si estende in modo passante ed assialmente scorrevole attraverso l’intero albero motore (7), rimanendo coassiale all’asse di riferimento (A) dell’elettromandrino, e termina nel corpo a tazza (7a) dove si pone in battuta sull’albero di supporto (17) dell’organo di bloccaggio (15) del mandrino portautensile (4, 4’); ed un attuatore lineare (22) che è fissato sulla carcassa esterna (5) del motore elettrico (3) allineato all’albero motore (7), dalla parte opposta della piattaforma di aggancio (10), ed è meccanicamente accoppiato all’albero di comando (21) in modo tale da poterlo spostare assialmente all’interno dell’albero motore (7).
  11. 11. Elettromandrino secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 10, caratterizzato dal fatto che i mezzi di bloccaggio del mandrino (11) comprendono una serie di attuatori idraulici (11a) che sono posizionati sulla piattaforma di aggancio (10), angolarmente distribuiti attorno alla sede (10a) della medesima, e sono strutturati per poter agganciare e infine trattenere in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, altrettanti perni di aggancio (16) presenti sulla carcassa esterna (12) del mandrino porta-utensile (4, 4’).
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