ITTV20030067U1 - Unita' di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari - Google Patents

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  • Shaping Of Tube Ends By Bending Or Straightening (AREA)

Description

UNITA’ DI RADDRIZZATURA DI MANUFATTI AD ELEMENTI TUBOLARI Modello d’Utilità
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto una unità di raddrizzatura di radiatori semilavorati ad elementi tubolari per il riscaldamento a parete e per l’arredamento d’interni.
CAMPO D’APPLICAZIONE DEL TROVATO
La proposta, trova particolare seppur non esclusiva applicazione nel settore dei componenti per impianti di riscaldamento.
Sono certamente noti i tradizionali radiatori tubolari per interni. Solitamente, si tratta di strutture metalliche, ancorate a parete, le quali, nell’ambiente, hanno la funzione di irradiare e diffondere più o meno uniformemente il calore. Queste strutture, consistono in una serie d’elementi di ghisa cava, orientati verticalmente, resi intercomunicanti i n prossimità delle due estremità, rispettivamente superiore ed inferiore. All'interno del radiatore, quando il circuito è reso attivo dall'impianto di riscaldamento, circola del fluido, generalmente acqua, sicché ogni radiatore è anche provvisto d’un ingresso e d’una uscita dell’acqua circolante, intercettata in corrispondenza dell’ingresso da almeno una valvola di regolazione del flusso.
Le strutture di radiatore, nel tempo, hanno subito notevoli mutamenti che non hanno interessato solo il materiale, ma anche la conformazione interna e soprattutto esterna del radiatore, adattandosi alle esigenze del gusto. In questo senso, dalla classica conformazione ad elementi verticali, si è evoluti al pannello radiante piano, per poi negli ultimi anni ritornare stilisticamente agli elementi verticali, tubolari, e per lo più di sezione tonda.
Alcuni, come ad esempio in CH436191 (Charton) già nel 1 965 erano particolarmente significativi per il loro grado di novità. Essi, infatti, in controtendenza, proponevano dei radiatori, costituiti da elementi radianti orizzontali, tubolari e piatti, essenzialmente di sezione rettangolare, accostati longitudinalmente l’uno all’altro ed uniti con le due estremità a due elementi verticali, di cui uno comprendente l’ingresso ed uno l’uscita del fluido circolante. Il passo successivo ed anche significativo, come descritto in CH568539 (Schalch), è sostanzialmente consistito nel discostare lievemente gli elementi radianti orizzontali, in modo tale che gli uni dagli altri, equidistanti, appaiano intercalati da interspazi.
E' altresì noto che le destinazioni di tali radiatori, nelle abitazioni, sono le più svariate, tra le quali spicca, per una particolare esigenza di combinare l’estetica con la funzionalità, il bagno. Si tratta del noto scalda salviette o asciugamano, un tipo di radiatore che riscalda per contatto l’asciugamano, di modo tale da potere beneficiare della piacevole sensazione derivante dalla mite temperatura ogniqualvolta si prelevi gli stessi. In WO92/03961 (Park), si descrive una sorta di appendi-asciugamani, costituito essenzialmente da due staffe fissabili a muro, per il raccordo d'ingresso e d’uscita all’impianto di acqua circolante dell'impianto di riscaldamento, unite da due elementi tubolari, orizzontali e paralleli. Anche in IT66022 (Tubes), si prevede delle strutture ad elementi radianti tubolari, di sezione tonda, per il riscaldamento dell’ambiente e di salviette. Più in dettaglio, si compongono essenzialmente di due collettori verticali, rettilinei e paralleli, ciascuno dei quali, lungo la medesima superficie esterna e complanarmente, sostiene le corrispondenti estremità di elementi radianti orizzontali, di sezione tonda, l’uno discostato dall’altro. Gli elementi radianti orizzontali, sono raggruppati, addossati ai collettori, i n maniera tale da essere distribuiti verticalmente per gruppi, ciascuno costituito da un insieme numericamente variabile d'elementi orizzontali in questo modo sono localmente disponibili, per ciascun gruppo, superfici radianti con aree diverse.
INCONVENIENTI
Un inconveniente ricorrente, che si riscontra nella lavorazione dei suddetti radiatori, è riconducibile alla distorsione termica che i collettori come i tubi subiscono quando vengono uniti gli uni agli altri per formare i I pannello tubolare. In altre parole, il pannello tubolare che viene ad essere così ottenuto assemblando i singoli tubi per saldatura tende ad assumere delle deformazioni anche importanti, ciò che lo rende poco apprezzabile per l'impressione generale di scarsa qualità e di fatto inutilizzabile. Operando a livello artigianale, dette deformazioni, come lo svergolamento, ma anche un inarcamento con frecce più o meno accentuate nei due sensi, possono essere controllate mediante morse ed altri sistemi di ritenuta, ciò nonostante tutto diventa molto più complesso quando si tratta d’intervenire linee produttive capaci di originare grandi quantità di pannelli tubolari.
STATO DELL’ARTE
Al richiedente non sono note delle apparecchiature che consentono di raddrizzare in modo efficace ed in continuo i detti pannelli radianti ad elementi tubolari. Sono invece note le convenzionali apparecchiature raddrizzatrici di tubi, le quali hanno la funzione di raddrizzare il singolo tubo deformato.
Ad esempio, un'apparecchiatura di tal specie, viene descritta i n US3979937 (Semenko). Essa comprende una macchina raddrizzatrice a rulli accoppiati, disegnata per lavorare forme dal profilo rotondo, come tubi sagomati e sezioni di questi, comprendente installate un numero di stazioni che supportano coppie d'alberi di guida la quale forma passa attraverso i loro rulli, corrispondenti alla sezione trasversale dell'articolo che deve essere raddrizzato. Alcune coppie di rulli sono finalizzate alla movimentazione dell’articolo da raddrizzare mentre le coppie rimanenti eseguono la piegatura dell'articolo. Ogni coppia di rulli intesi a piegare i I manufatto, sono provvisti d’una guida individuale per oscillare in un dato piano. Ulteriormente, ogni coppia di rulli di piegatura è provvista d’una guida addizionale per combinare l'oscillazione di entrambi i rulli della coppia in un piano perpendicolare rispetto al precedente.
Tutto ciò considerato, appare evidente la necessità d’individuare delle soluzioni alternative e maggiormente funzionali rispetto a quelle attuali.
RIASSUNTO DELL'INVENZIONE
Questi ed altri scopi vengono raggiunti con la presente innovazione secondo le caratteristiche dì cui alle annesse rivendicazioni, risolvendo i problemi esposti mediante un'unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, particolarmente di radiatori semilavorati ad elementi tubolari per il riscaldamento a parete e l’arredamento d’interni, del tipo provvista a monte della stessa d'una rulliera d'alimentazione per l'introduzione nella detta unità di raddrizzatura d'almeno un radiatore semilavorato, ed a valle d’una rulliera di estrazione del radiatore semilavorato raddrizzato; detta unità, consistendo in un tunnel ove s sviluppa un percorso rettilineo, provvisto da un lato d’una entrata e dal lato opposto d’una uscita, detto tunnel essendo attrezzato lungo le due pareti laterali interne, verticali ed affacciate che definiscono il percorso rettilineo, con una serie allineata per ciascuna parete di rulli inferiori e superiori entrambi sagomati perifericamente, alcuni tesi a determinare l’avanzamento del radiatore semilavorato, altri tesi a determinare la piegatura, ed ancora in cui una delle due pareti di supporto dei detti rulli è registrabile rispetto alla parete opposta dipendendo dalle dimensioni del radiatore semilavorato da raddrizzare.
SCOPI
In tal modo, attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato progresso tecnico vengono conseguiti alcuni obiettivi.
Un primo scopo ha inteso ottenere un’apparecchiatura la quale possa agevolmente trattare una grande quantità di materiale, l'uno di seguito l’altro e specifico, in questo caso dei radiatori semilavorati tubolari. A ciò si aggiunga dei tempi d’esecuzione della fase di raddrizzatura, piuttosto rapidi.
Un secondo scopo, ha inteso ottenere per mezzo deH'originale distribuzione dei rulli, una particolare efficacia di lavorazione conseguendo un risultato uniforme, nel caso di specie con una buona planarità del manufatto, in definitiva incrementando la qualità del semilavorato.
Un terzo scopo, è consistito nella possibilità di prevedere un'apparecchiatura, versatile, adatta per lavorare diverse tipologie di radiatori semilavorati tubolari. Ciò è stato possibile, permettendo in primo luogo la variazione della larghezza tra le due pareti del tunnel, in questo modo adattando il percorso ed i conseguenti rulli in funzione dell'interasse tra i due collettori che compongono il radiatore semilavorato tubolare. La versatilità dell’apparecchiatura, in ordine alla possibilità di lavorare diverse tipologie di radiatori semilavorati, è secondariamente data dalla possibilità di sostituire comodamente i rulli di piegatura, i quali saranno del tipo sagomati a seconda del profilo che presentano i singoli collettori.
Ancora uno scopo, è consistito nel realizzare un'apparecchiatura non complessa, agevole nella manutenzione e di dimensioni non particolarmente ingombranti.
In conclusione trattasi d’una apparecchiatura dal buon contenuto tecnologico, provvista d’una maggiore comodità ed efficacia d'impiego.
Questi, ed altri scopi appariranno dalia successiva particolareggiata descrizione d'una soluzione preferenziale di realizzazione con l'aiuto dei disegni allegati.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
La Figura 1 rappresenta una vista laterale dell’unità di raddrizzatura di radiatori semilavorati tubolari comprensiva delle unita di alimentazione e scarico;
La Figura 2 rappresenta una vista laterale dell’unità di raddrizzatura di cui in Figura 1 con evidenziati la disposizione dei rulli di piegatura e di avanzamento;
La Figura 3 rappresenta una vista in sezione trasversale dell'unità di raddrizzatura di cui in Figura 1 con evidenziata la fase di raddrizzature di un radiatore;
La Figura 4 è una ulteriore vista in sezione trasversale dell’unità d raddrizzatura di cui in Figura 1 , in cui il radiatore, in corrispondenza dei collettori non è soggetto all'azione dei rulli superiori, ed ancora in cui viene evidenziato il meccanismo di registrazione d’una delle due pareti di definizione del tunnel di lavorazione;
La Figura 5 è ancora una vista in sezione trasversale dell’unità di raddrizzatura, in cui viene evidenziata la parte inferiore dell’apparecchiatura in corrispondenza dei mezzi che cooperano nel determinare la movimentazione del radiatore da sottoporre a lavorazione;
La Figura 6 rappresenta una vista in sezione di tre singoli rulli di piegatura, sagomati perifericamente, secondo un diverso profilo del collettore da raddrizzare;
La Figura 7 rappresenta una vista in sezione delle coppie di rulli di piegatura accoppiati, detti rulli essendo sagomati perifericamente secondo almeno una delle sagome di cui in Figura 6;
La Figura 8 rappresenta una vista in sezione di seconde coppie di rulli di piegatura accoppiati, detti rulli essendo sagomati perifericamente secondo almeno una delle sagome di cui in Figura 6;
Infine, la Figura 9 rappresenta una vista in sezione delle coppie di rulli di piegatura accoppiati, detti rulli essendo sagomati perifericamente secondo almeno una delle sagome di cui in Figura 6.
DESCRIZIONE D’ESEMPI DI REALIZZAZIONE
Prendendo come riferimento anche le figure, si osserva che il presente trovato è costituito da un'unità di raddrizzatura 1 , alimentata da una rulliera 2 , posizionata a monte, la quale provvede all'introduzione attraverso l’unita di raddrizzatura 1 d'un radiatore ad elementi tubolari 3 del tipo da raddrizzare. La fase di raddrizzatura, eseguita all'interno dell’unità di raddrizzatura 1 , consiste nel sottoporre a lavorazione per forze contrarie perpendicolari al radiatore ad elementi tubolari 3 , finalizzate a conseguire una linearità quanto più rettilinea possibile dei due singoli collettori d'estremità 30 e di conseguenza una complanarità dei tubi 31 di collegamento trasversali. Nella fattispecie il radiatore ad elementi tubolari 3, si compone di due collettori simmetrici e di definizione laterale 30, rettilinei e paralleli, tra i quali, ortogonalmente sono posizionati dei tubi di collegamento 31. I detti tubi di collegamento ortogonali 3 1 presentano le opposte estremità impegnate lungo il corrispondente fianco del collettore 30 che è rivolto verso il fianco dell'opposto collettore 30. In un caso, la disposizione dei tubi di collegamento 31 fa in modo che gli stessi siano equidistanti gli uni dagli altri, in modo tale da risultare distribuiti uniformemente lungo tutto lo sviluppo dei singoli collettori 3 0 . Alternativamente, i detti tubi di collegamento 31 possono essere raggruppati, e localizzati in alcune aree comprese lungo lo sviluppo rettilineo dei collettori 30.
L’unità di raddrizzatura 1 comprende essenzialmente un telaio di sostegno 10 convenientemente rivestito da carter o scocca di protezione, ed è distinta in due parti, rispettivamente una parte inferiore, che appoggia al suolo, ove si prevede racchiuso almeno il gruppo motoriduttore 11 ed una parte superiore costituita essenzialmente da un tunnel 12 , con un lato d’ingresso 120 al quale si raccorda la rulliera d’alimentazione 2 , mentre essendo passante, si prevede un contrapposto lato d’uscita 121 al quale segue una rulliera 4 di scarico dell’articolo trattato. Il percorso all’interno del tunnel 12 , di ciascun radiatore tubolare 3 è rettilineo, ed è reso possibile per il tramite di rulli laterali sagomati 5, 6 rotomovimentati.
Ancora più in dettaglio, il tunnel 12 risulta definito lateralmente da due pareti, parallele e simmetriche l'una all'altra, rispettivamente una parete statica 122 ed una dinamica 1 23 , ciascuna delle quali supporta, sporgenti in corrispondenza dei lati affacciati, una serie di rulli sagomati inferiori e superiori 5, 6. Quanto i rulli inferiori 5 , tanto i rulli superiori 6 sono perifericamente sagomati per assecondare il profilo del collettore 30 da raddrizzare. In Figura 6, sono rappresentate tre distinte tipologie di rulli inferiori e superiori 5 , 6 a ciascuno dei quali corrisponde perifericamente una sagoma, in negativo, diversa per assecondare il relativo profilo del collettore interessato 30 del radiatore ad elementi tubolari 3.
Ancora più in dettaglio una prima tipologia di rullo sagomato 5 , 6 , vedi Figura 7, prevede un profilo 7 che, partendo dal lato rivolto verso l’interno del tunnel 12, realizza un dente 70 seguito da una porzione intermedia ribassata 71 e quindi da una porzione curva radiale 72. In questo caso il profilo 7 dei rulli inferiori e superiori sagomati 5 , 6 corrisponde a pressappoco la metà del profilo del collettore tubolare 3 0 interessato e che compone il radiatore tubolare 3 rappresentato in Figura 7. Ancora più in dettaglio, in Figura 7, vengono rappresentanti, l’uno contrapposto all'altro e per ciascun lato dell’elemento radiatore 3, due rulli inferiori e superiori 5 , 6, sagomati identicamente. In tal modo viene ad essere ricopiata negativamente, buona parte del profilo del collettore 3 0 ed una parte dei tubi di collegamento 31 in corrispondenza dell’estremità.
Un secondo rullo sagomato 5, 6, sempre rappresentato in Figura 6 , illustra un diverso profilo 7. Più in particolare, esso prevede un primo tratto rettilineo 73 seguito da un tratto 74 , perpendicolare al primo. L'ipotesi di applicazione viene rappresentata in Figura 8, dove anche in questo caso, per ciascuno dei due lati del radiatore tubolare 3 entrambi i rulli inferiori e superiori 5 , 6 sono identicamente sagomati. Si ha in questo modo che entrambi i rulli inferiori e superiori 5 , 6, ricopiano in negativo la conformazione trasversale del relativo collettore 30, che in questo caso è quadro. Diversamente dalla soluzione precedente i rulli sagomati 5, 6 non interferiscono con le estremità dei tubi di collegamento 31 ortogonali ai due collettori laterali 30.
Una terza ipotesi di rullo sagomato 5, 6, rappresentato in Figura 6 , è formato, lungo il perimetro con un canale di forma essenzialmente semicircolare 75. In Figura 9, viene rappresentata una possibile applicazione. Nel caso di specie, si tratta di prevedere i soli rulli superiori 6 sagomati con una sede che forma un canale di sezione essenzialmente semicircolare 75 , i quali copiano la sola conformazione superiore tondeggiante del relativo collettore 30, mentre I rulli inferiori 5 presentano una conformazione diversa che nel caso di specie è identica a quella dei rulli sagomati inferiori e superiori 5, 6 di figura 8.
Risulta pertanto comprensibile come sia resa possibile l’interazione tra rulli inferiori e superiori 5 , 6 non solo del tipo identicamente sagomati ma anche diversamente quelli inferiori 5 da quelli superiori 6 , accoppiati in modo tale da ricopiare i diversi e possibili profili di collettori 30 che non sono simmetrici.
Si è osservato che i rulli sagomati inferiori e superiori 5, 6 sono posizionati a ridosso delle facciate interne delle due pareti rispettivamente statica122 e dinamica 123 di definizione laterale del tunnel 12. Ancora più in particolare, i rulli sagomati inferiori 5 , risultano allineati e collocati in modo equidistante gli uni dagli altri, risultando complanari. Superiormente ai rulli sagomati inferiori 5 , risultano per buona parte allineati l'uno rispetto all'altro, ulteriori rulli sagomati 6 i quali in un caso non sono posizionati sulla verticale dei sottostanti rulli sagomati 5 , risultando in tal modo sfalsati. Alternativamente detti rulli superiori sagomati 6 possono risultare posizionati lungo il medesimo asse verticale coincidente con quello dei rulli sagomati inferiori 5. Almeno uno dei detti rulli sagomati interiori 5 è movimentato per il tramite dell’azione del motoriduttore 11 il quale rinvia il moto ad organi ad accoppiamento dentato 8 di trasmissione del moto rotatorio, anche mediante relativo albero di trasmissione 80 ad uno o più dei detti rulli sagomati inferiori 5 di ambeedue le pareti 1 1 2 , 123. Per quanto riguarda i rulli sagomati superiori 6, essi sono regolabili lungo l’asse verticale essendo impegnati a corrispondenti slitte e mezzi di supporto 60, secondo le necessità dell'addetto il quale, mediante unità logica, predispone convenientemente l’unità di raddrizzatura prima di sottoporre alla lavorazione i radiatori tubolari 3.
Per quanto riguarda la registrabilità dell'ampiezza del tunnel 12 e conseguentemente dell’interasse tra i rulli sagomati inferiori e superiori 5, 6 di ciascuna delle due pareti 122 , 123, è prevista almeno un'asta di regolazione 9 la quale per il tramite d’una manovella d'estremità 90 , essendo da un lato vincolata alla parete dinamica 123 , ne determina lo spostamento della misura predeterminata.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1 ) Unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, del tipo comprendente rulli di piegatura e rulli di movimentazione del manufatto da raddrizzare, caratterizzata dal fatto che consiste in un tunnel ove si sviluppa un percorso rettilineo, provvisto da un lato d’una entrata del manufatto ad elementi tubolari costituito da un radiatore, e dal lato opposto, d’una uscita, detto tunnel essendo attrezzato lungo le due pareti laterali interne, verticali ed affacciate che definiscono il percorso rettilineo, con una serie allineata per ciascuna parete di rulli inferiori e superiori entrambi sagomati perifericamente, alcuni tesi a determinare l’avanzamento del radiatore semilavorato, altri tesi a determinare la piegatura, ed ancora in cui una delle due pareti di supporto dei detti rulli è registrabile rispetto alla parete opposta dipendendo dalle dimensioni del radiatore semilavorato da raddrizzare.
  2. 2) Unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il profilo di ciascun rullo inferiore e superiore, presenta una sagoma che partendo dal lato rivolto verso l’interno del tunnel, realizza un dente, seguito da una porzione intermedia ribassata e quindi da una porzione curva radiale.
  3. 3) Unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzata dal fatto che il profilo di ciascun rullo inferiore e superiore, presenta una sagoma che partendo dal lato rivolto verso l’interno del tunnel, realizza un primo tratto rettilineo seguito da un tratto, perpendicolare al primo.
  4. 4) Unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, secondo la rivendicazione 1 , caratterizzata dal fatto che il profilo di almeno i rulli superiori prevede una sede di forma essenzialmente semicircolare.
  5. 5) Unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata- dal fatto che è distinta in due parti, rispettivamente una parte inferiore, che appoggia al suolo, ove si prevede racchiuso almeno il gruppo motoriduttore ed una parte superiore costituita essenzialmente da un tunnel, con un lato d’ingresso al quale si raccorda la rulliera d’alimentazione ed un contrapposto lato d’uscita al quale segue una rulliera di scarico dell’articolo trattato.
  6. 6) Unità di raddrizzatura di manufatti ad elementi tubolari, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la registrabilità dell’ampiezza del tunnel e conseguentemente dell’interasse, tra i rulli sagomati inferiori e superiori della parete statica e gli opposti rulli sagomati inferiori e superiori della parete dinamica è consentita per il tramite di almeno un asta di regolazione la quale da un lato è vincolata alla parete dinamica.
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