ITTO960352A1 - Pinna per il nuoto. - Google Patents

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Giovanni Battista Beltrani
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Technisub Spa
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  • Acyclic And Carbocyclic Compounds In Medicinal Compositions (AREA)
  • Pharmaceuticals Containing Other Organic And Inorganic Compounds (AREA)
  • Medicines Containing Material From Animals Or Micro-Organisms (AREA)

Description

DESCRIZIONE dell'invenzione industriale dal titolo: "Pinna per il nuoto"
TESTO DET.T.A INSCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce alle pinne per il nuoto, del tipo comprendente una pala flessibile ma relativamente rigida ed una scarpetta relativamente morbida associata ad un'estremità della pala, ed in cui tale pala include una coppia di longheroni laterali longitudinali che sostengono, dalla parte opposta alla scarpetta, una porzione attiva della pala.
Pinne per il nuoto del tipo sopra definito sono note, ad esempio, dai brevetti US 5,358,439 a nome Technisub spa, e US 4,887,985 a nome AMF INC.
Per chiarire i presupposti della presente invenzione è conveniente in via preliminare spiegare sommariamente i principi fisico-idraulici alla base dell'azione di una pinna durante il nuoto.
La struttura muscolare delle gambe, e l'anatomia delle articolazioni anca-ginocchio-caviglia, rendono la falcata in avanti o verso il basso ("kick down"), con riferimento al moto del piede in condizione prona di nuoto, molto più naturale e potente della falcata all'indietro o verso l'alto ( "kick up"). Ne consegue che nel nuoto pinnato la falcata in avanti o verso il basso é da considerarsi la più importante fonte di propulsione, in quanto essa può assorbire la necessaria potenza prodotta da una muscolatura adeguatamente proporzionata. La falcata verso l'alto o all'indietro deve invece essere considerata come un semplice moto di ritorno, per cui ad essa si deve richiedere una ridotta propulsione in quanto la struttura muscolare e la geometria delle articolazioni sono inadeguate ad erogare forti potenze durante tale movimento.
I flussi d'acqua che agiscono contro superfici della pinna approssimativamente perpendicolari alla direzione del flusso non apportano propulsione, ma soltanto notevoli resistenze al moto e grandi sforzi muscolari.
La forza propulsiva é, sia pur grossolanamente, analizzabile come:
dove:
K é una costante od una variabile positiva;
m é la massa d'acqua spinta all*indietro dalla pinna; ;V é il vettore velocità con cui l'acqua viene spinta dalla pinna, considerato solo nella sua componente longitudinale, cioè parallela al moto (cos a). ;In termini semplici, l'acqua non deve essere dispersa di lato (m non va dispersa) ed il vettore V deve essere il più possibile longitudinale, rivolto all'indietro rispetto al nuotatore. ;Le pinne secondo la tecnica anteriore, quali quelle note dai due documenti di brevetto sopra menzionati, sono essenzialmente di due tipi: in un primo tipo la porzione attiva della pala é piana, ed in un secondo tipo la porzione attiva della pala é canalizzata. ;Nel primo caso, corrispondente a quanto descritto ed illustrato nel brevetto US 5,358,439, la porzione attiva della pala della pinna (compresa all*incirca fra il piede, i due longheroni laterali e l'estremità della pinna opposta alla scarpetta, cioè l'estremità di uscita a valle in senso idraulico) è appunto assimilabile ad una superficie piana, "incastrata" alla scarpetta secondo un determinato angolo, usualmente variabile fra cinque e venti gradi, con i longheroni laterali normalmente estesi simmetricamente in alto ed in basso, cioè sporgenti sia dalla faccia superiore sia dalla faccia inferiore della pala. Conseguentemente, la pala é simmetricamente flessibile, con uguale sforzo, sia verso l'alto sia verso il basso, con la stessa deformata bidimensionale dei longheroni, come un'unica trave incastrata alla scarpetta.
Tale configurazione é rappresentata schematicamente nelle figure 1 e 2, in cui:
FSL: é il flusso d'acqua che sfugge dai lati della pala della pinna,
FBP: é il flusso d'acqua "battente" perpendicolarmente alla pala. Nella zona indicata nella figura 2, che mostra la configurazione della pinna secondo il primo tipo noto durante il movimento di falcata verso il basso, il flusso d'acqua incontra una superficie perpendicolare, per cui vi é soltanto un effetto frenante con la conseguente richiesta di sforzo muscolare,
Fsu: é il flusso d’acqua "sfuggente" in uscita. Il vettore V in uscita é molto vicino alla verticale: dal momento che il moto del nuotatore é in questo caso orizzontale, la componente propulsiva utile nel senso del nuoto é bassissima. E' chiaro infatti che, per il principio di azione e reazione, si ha un forte effetto propulsivo soltanto quando la pinna spinge all'indietro (vettore V in uscita quasi orizzontale) una considerevole massa d’acqua, evitando quindi che l'acqua sfugga lateralmente rispetto alla pinna.
Le pinne del secondo tipo, cioè quelle con pala canalizzaci secondo il brevetto US 4,887,985 e corrispondenti alla rappresentazione schematica della figura 3, hanno risolto con successo soltanto uno dei problemi delle pinne a pala piana, cioè il problema della fuga d'acqua laterale (FSL). Infatti, nelle pinne di questo tipo, appositi intagli longitudinali nella pala, entro i quali sono disposte membrane elasticamente deformabili di gomma, permettono la creazione, ad ogni semiciclo della falcata, di canali che riducono la FSL.
Dal punto di vista flessionale, la pala é assimilabile ad una serie di travi semplicemente incastrate alla scarpetta, fra loro collegate da membrane elastiche estensibili.
Neppure le pinne di questo tipo risolvono tuttavia in modo soddisfacente gli altri problemi menzionati in precedenza: la pinna continua infatti a comportarsi simmetricamente, cioè richiede nella falcata verso l'alto lo stesso sforzo della falcata verso il basso, a fasci muscolari di struttura inadeguata. Il suo impiego risulta quindi comunque estremamente faticoso.
Inoltre, il vettore V in uscita, a causa dei canali, tende ad orientarsi ancor più vicino alla verticale, il che determina un'efficacia propulsiva ridotta.
Lo scopo della presente invenzione é quello di fornire una soluzione efficace ai problemi sopra definiti, ovviando agli inconvenienti delle pinne secondo la tecnica anteriore.
Secondo l'invenzione, questo scopo viene raggiunto essenzialmente grazie al fatto che, in una pinna del tipo definito all'inizio, i suddetti longheroni laterali definiscono un'ossatura portante relativamente meno flessibile ed al fatto che fra detti longheroni è compresa una parte sostanziale di detta porzione attiva della pala, sostanzialmente inestensibile e relativamente più flessibile, la quale é pre-formata a guisa di cucchiaio con concavità rivolta dalla parte della faccia superiore della pala.
In pratica, nella pinna secondo l'invenzione, la struttura dinamicamente attiva della pinna é formata da uno scheletro portante periferico, e da una "vela" centrale, definibile appunto come un cucchiaio concavo preformato. Tale struttura, come apparirà più evidente nel seguito, consente di ottenere radicali miglioramenti sia nella resa propulsiva, sia nell'economia di sfruttamento della potenza erogabile dall'anatomia muscolare. In breve, la pinna presenta nell'impiego un comportamento flessionale differenziato, che asseconda in modo ottimale la potenza erogabile dall’anatomia muscolare del nuotatore.
Con il termine "cucchiaio" si intende, nella presente descrizione, una superficie concava tale che, vista dalla parte della faccia superiore della pala della pinna, presenta un avvallamento a doppio raggio di curvatura (cioè superficie curva sia nel senso longitudinale sia nel senso trasversale della pala), la quale inizia pressoché immediatamente a valle (in senso idraulico) della massa protuberante del piede, ha per margini longitudinali estremi i due longheroni, si estende verso l'estremità libera della pala fino ad un bordo di uscita, é preferibilmente (ma non obbligatoriamente) divisa in due zone simmetriche separate da un rilievo longitudinale denominato "spartiacque", e risulta in qualche modo assimilabile alle palette delle turbine idrauliche Pelton.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno evidenti nel corso della dettagliata descrizione che segue, con riferimento ai disegni annessi.
Nei disegni :
la figura 1 é una vista prospettica schematica di una pinna secondo un primo tipo noto,
la figura 2 é una vista schematica laterale che mostra la pinna della figura 1 durante il funzionamento ,
la figura 3 é una vista analoga alla figura 1 che mostra schematicamente una pinna di un secondo tipo noto,
la figura 4 é una vista prospettica di una pinna secondo una prima forma di attuazione dell 'invenzione,
la figura 5 é una vista in sezione trasversale secondo la linea V-V della figura 4,
la figura 6 mostra in maggiore scala un particolare della figura 5,
le figure 7 e 8 sono due viste schematiche in elevazione laterale che mostrano la pinna secondo l'invenzione durante il funzionamento,
la figura 9 é una vista analoga alla figura 4 di una prima variante della pinna secondo l'invenzione, la figura 10 é una vista prospettica dal basso della figura 9 durante una prima fase di funzionamento,
la figura li é una vista in sezione trasversale schematica secondo la linea XI-XI della figura 10, ia figura 12 é una vista analoga alla figura 10 in una seconda fase di funzionamento della pinna,
la figura 13 é una vista in sezione trasversale schematica secondo la linea XIII-XIII della figura 12 , e
la figura 14 é una vista analoga alla figura 1 che mostra una seconda variante della pinna secondo 1'invenzione.
Riferendosi inizialmente alle figure 4 e 5, il numero di riferimento 1 indica genericamente una pinna per il nuoto secondo l'invenzione, formata da un corpo unitario definente ad una sua estremità una scarpetta 2 seguita da una pala indicata nel suo insieme con 3.
La scarpetta 2 può essere del tipo aperto posteriormente, come nel caso dell'esempio illustrato, ed in tal caso la pinna sarà dotata di un cinturino regolabile (non illustrato) per il ritegno del tallone dell'utilizzatore, oppure del tipo chiuso posteriormente da una parete dorsale integrale. Inoltre, la scarpetta 2 potrebbe anche essere del tipo costituito da un elemento separato distaccabile dalla pala 3 ed atto ad essere a questa fissato tramite un sistema ad inserimento rapido, del tipo descritto ed illustrato nel brevetto US 5,324,219.
La scarpetta 2 é normalmente di materiale elastomerico o, più convenientemente, di gomma termoplastica morbida ed elastica. Durante la fabbricazione della pinna 1, essa viene normalmente sovrastampata su un'estensione 4 della pala 3 che costituisce, almeno in parte, la suola della scarpetta 2.
La porzione della pala 3 che si estende anteriormente alla scarpetta 2, e che sarà indicata nel seguito come porzione attiva 5, presenta una forma generale allungata ed é delimitata lateralmente da due longheroni longitudinali 6, robusti ed auto-portanti. Come é illustrato in maggiore dettaglio nella figura 5, ciascun longherone 6 presenta convenientemente una struttura scatolata, con una cavità interna 7 rivolta verso il basso (cioè verso la faccia inferiore della pala 3) e riempita almeno in parte con un'anima 8 di materiale morbido, ad esempio gomma, per evitarne il collasso strutturale ed eliminare vortici parassiti.
Con questa struttura, i due longheroni 6 sono relativamente rigidi flessionalmente in direzione ortogonale al piano della pala 3, e relativamente più flessibili in direzione parallela al piano della pala 3.
I longheroni laterali 6 definiscono una struttura o scheletro periferico auto-portante che da una parte di raccorda alla scarpetta 2 e dalla parte opposta termina in corrispondenza od in prossimità del bordo anteriore della pala 3, indicato con 9. Lungo tale bordo anteriore 9, i due longheroni 6 possono, come nel caso della forma di attuazione rappresentata nella figura 9, essere intercollegati da una traversa di estremità 10.
Occorre rilevare che con il termine autoportante si intende che il comportamento flessionale dei due longheroni 6 ortogonalmente al piano della pala 3 non riceve contributi strutturali significativi da parte della porzione attiva 5 della pala 3 fra essi compresa. Con la conformazione sopra descritta, i longheroni 6 sono dunque dotati di un’opportuna resistenza alla flessione ed alla torsione.
La zona della porzione attiva 5 della pala 3 che si estende tra la scarpetta due e l'estremità anteriore 9 é formata, almeno per la maggior parte, da un elemento lastriforme, sostanzialmente flessibile ma inestensibile, pre-formato a guisa di cucchiaio 1.1 con concavità rivolta verso l'alto, cioè dalla parte della faccia superiore della pala 3. Come già chiarito in precedenza, con il termine "cucchiaio" si deve intendere una configurazione concava tale che, vista dall'alto, presenta un avvallamento a doppio raggio di curvatura (cioè sia nel senso longitudinale sia in quello trasversale), con una forma marcatamente asimmetrica rispetto al piano orizzontale che collega i longheroni 6, come é chiaramente visibile nella figura 5. In altre parole, nella sua condizione indeformata rappresentata nelle figure 4 e 5, la concavità dell'elemento a cucchiaio 11 é relativamente profonda.
Come sarà ulteriormente chiarito nel seguito, l'elemento a cucchiaio 11 é atto a catturare una grande massa d'acqua durante la falcata verso il basso della pinna 1 e ad indirizzarla vantaggiosamente all'indietro per incrementare la propulsione. Al contrario, durante la falcata verso l'alto, l'elemento a cucchiaio 11 é atto a catturare una massa d'acqua più ridotta ed a lasciarla sfuggire in condizione tale da consentire una riduzione di sforzo per il nuotatore. In pratica, sotto la deformazione flessionale indotta dalla falcata verso il basso, la profondità della concavità dell’elemento a cucchiaio 11 aumenta ulteriormente, mentre la sua convessità evidentemente raccoglie poca acqua. All’atto della falcata verso il basso, l'elemento a cucchiaio 11 si "spiana" sensibilmente, contribuendo cosi a diminuire lo sforzo.
Preferibilmente la curvatura dell'elemento a cucchiaio 11 nella direzione longitudinale della pala 3 non é costante, ma é maggiore in corrispondenza della sua zona rivolta verso la scarpetta 2. Anche la sua curvatura in direzione trasversale può essere più convenientemente più accentuata, con un andamento in un certo senso più ripido, in corrispondenza delle sue zone esterne rivolte verso i due longheroni 6.
Normalmente, l'elemento a cucchiaio 11 non é formato in un unico corpo integrale con i longheroni 6 e la parte restante della pala 3, ma é invece costituito da un pezzo distinto, pre-formato a parte e quindi successivamente unito alla restante parte della pala 3 mediante adesione chimico-termica. Ciò consente convenientemente di realizzare tale elemento a cucchiaio 11 da una parte, e la restante parte della pala 3 con i longheroni 6 dall'altra, con materiali diversi, anche se entrambi normalmente materiali termoplastici. Ad esempio, l'elemento a cucchiaio 11 può essere di un materiale termoplastico più flessibile, ovvero meno rigido, del materiale termo-plastico che compone i longheroni 6 con la restante parte della pala 3. In tal caso, i due componenti della pala 3 vengono fra loro uniti mediante sovrastampaggio del secondo sul primo, lungo bordi di reciproca unione i quali, come rappresentato in maggiore dettaglio nella figura 6, sono formati con smussi fortemente inclinati 12, 13 fra loro sovrapposti. Con tale disposizione obliqua dei bordi di unione 12, 13 si ottiene, durante l'operazione di sovrastampaggio, una perfetta saldatura fra i due componenti, la quale sarebbe invece assai meno affidabile nel caso in cui i bordi di unione fossero verticali.
Da esperimenti condotti dalla richiedente si é infatti riscontrato che se il bordo di unione del componente preventivamente stampato (normalmente l'elemento a cucchiaio 11 che viene quindi successivamente disposto a guisa di inserto entro lo stampo per la formatura dei longheroni 6 con la restante parte della pala 3) é diritto, l'adesione del secondo materiale su di esso sovrastampato (normalmente il materiale destinato a formare le nervature 6 e la restante parte della pala 3) é modesta, mentre se i bordi di unione del primo componente sono preparati in modo da essere fortemente inclinati, l’adesione é ottima. Ciò deriva dal fatto che, in tal caso, la direzione delle forze di pressione esercitate dalla massa fusa del secondo componente contro il bordo del primo componente é rivolta contro la superficie resistente dello stampo, e non contro la massa elastica e cedevole del primo componente. Ciò permette lo svilupparsi di elevate forze di compressione fra i due componenti che, di conseguenza, si saldano cosi perfettamente .
Allo scopo di incrementare ulteriormente l’elasticità dell'elemento a cucchiaio 11, la sua faccia superiore può presentare una configurazione corrugata o ondulata, con sottili nervature longitudinali 14. In tal modo, l'elemento a cucchiaio 11 é ancor più "gonfiabile" sotto la spinta dell'acqua durante la falcata verso il basso, e più rapidamente "sgonfiabile" nella falcata verso l'alto.
Riferendosi ora alle figure 7 e 8, verrà descritto in quanto segue il funzionamento dinamico della pinna secondo l'invenzione.
Come si vede in tali figure, osservando la pinna 1 lateralmente si nota come i longheroni 6 siano molto poco sporgenti rispetto al piano di attacco dell'elemento a cucchiaio 11, ovvero come la concavità dell'elemento a cucchiaio 11 sia molto sporgente rispetto a tali longheroni 6 dalla parte del dorso della pinna 1, maggiormente durante la falcata verso il basso (figura 7) e di meno durante la falcata verso l'alto (figura 8), con riferimento ad una condizione di nuoto sostanzialmente orizzontale. Nella fase di falcata verso il basso si verificano i seguenti effetti:
la cavità dell'elemento a cucchiaio 11 raccoglie una grande quantità di acqua, grazie alla sua conformazione concava che, sotto sforzo, aumenta la propria profondità gonfiandosi d'acqua come una vela;
si riduce l'effetto di "abbattimento perpendicolare" dell'acqua sulla pala 3, grazie al fatto che l'elemento a cucchiaio 11 inizia immediatamente a valle del piede;
grazie alla profondità dell'elemento a cucchiaio 11 rispetto ai longheroni 6, si impedisce che la forte massa d'acqua si disperda lateralmente;
in uscita dall'estremità libera della pinna 1, il bordo di estremità 9 dell'elemento a cucchiaio 11, eventualmente sostenuto dalla traversa 10 dell'ossatura portante periferica, guida il flusso in direzione longitudinale rispetto al nuoto (vettore V sostanzialmente orizzontale), con consistente incremento della propulsione.
Nella falcata verso l'alto (figura 8) si verificato i seguenti effetti:
la quantità d’acqua raccolta dall’elemento a cucchiaio 1 é inferiore, grazie alla sua forma convessa e sfuggente, per cui molta acqua defluisce dai lati della pinna 1 riducendo lo sforzo muscolare richiesto;
la flessione in senso longitudinale della pala 3 nel suo complesso ha l'effetto di spianare la sezione trasversale della pala stessa, diminuendo la freccia di profondità dell'elemento a cucchiaio 11 e provocando quindi una graduale riduzione del momento delle sezioni di inerzia flessionali. In altre parole, aumenta la flessibilità della pinna, favorendo il deflusso all'indietro dell'acqua con un vettore V meno orizzontale. Conseguentemente, la pinna 1 risulta meno "spingente" ma anche molto meno "faticosa" .
In definitiva, la pinna secondo l'invenzione presenta nell’impiego un comportamento flessionale differenziato, che asseconda in modo ottimale la potenza erogabile dall'anatomia muscolare del nuotatore.
La struttura corrugata o ondulata longitudinalmente dell'elemento a cucchiaio 1 ne incrementa come detto la flessibilità in senso trasversale, il che comporta il fatto che tale elemento a cucchiaio 11 si gonfia maggiormente nella falcata verso il basso e si sgonfia rapidamente nella falcata verso l'alto, lasciando facilmente defluire l'acqua.
La traversa di estremità 10, quando presente, consente a migliorare 1' "autoportanza" della struttura periferica esterna delimitata dalle nervature laterali 6, e funge da elemento di contenimento del bordo di uscita 9 dell'elemento a cucchiaio 11, in modo da impedirgli di deformarsi perdendo la caratteristica forma concava. Essa contribuisce così vantaggiosamente ad avviare l'acqua all'indietro (vettore V orizzontale).
La variante della pinna secondo l'invenzione rappresentata nella figura 9 é generalmente simile alla forma di attuazione descritta in precedenza, e soltanto le differenze verranno descritte nei dettagli, utilizzando gli stessi riferimenti numerici per le parti identiche o simili.
In tale variante l'elemento a cucchiaio 11 é doppio, nel senso che esso definisce una concavità a due lobi longitudinali Ila, llb fra loro paralleli e simmetrici ed immediatamente adiacenti l'uno all'altro. Nel caso della figura 9 i due lobi Ila, llb, ovvero l'intero elemento a cucchiaio 11, sono formati in un unico pezzo. Tali lobi Ila, llb presentano entrambi curvatura longitudinale e trasversale e sono separati da un rilievo centrale 15 agente a guisa di spartiacque, cioè avente la funzione di suddividere simmetricamente in due il flusso dell'acqua (flusso sinistro e flusso destro), evitando flussi trasversali e conseguenti effetti di scivolata della pinna 1. Tale spartiacque 15 é convenientemente di un materiale molto elastico, ad esempio dello stesso materiale che costituisce la scarpetta 2, in modo da influire solo minimamente sulla flessibilità dell'elemento a cucchiaio 11 nel suo complesso. Tuttavia, l'elemento a spartiacque 15 potrebbe anche essere assente.
Le figure 10, 11 e 12, 13 mostrano schematicamente la configurazione assunta dalla parte attiva 5 della pala 3 nel suo complesso, ed in particolare dai due lobi Ila, llb rispettivamente durante la falcata verso il basso e durante la falcata verso l'alto. Nel primo caso (figure 10 e 11) la quantità d'acqua raccolta dalle due cavità Ila, llb dell'elemento a cucchiaio 11 é massima, ed i relativi due flussi destro e sinistro vengono avviati verso l'estremità di uscita della pala 3 senza salti nè discontinuità importanti che possano provocare vorticosità. Nel secondo caso (figure 12 e 13) i due lobi Ila, llb tendono a spianarsi, per cui la quantità d'acqua raccolta è minima e lo sforzo richiesto alla muscolatura viene conseguentemente ridotto .
Allo scopo di incrementare l'elasticità di ciascuno dei due lobi Ila, llb, questi possono essere formati con ondulazioni longitudinali indicate con 16 nella variante della figura 14, in cui pure parti identiche o simili a quelle già descritte sono indicate con gli stessi riferimenti numerici. In tale variante, inoltre, l'elemento a cucchiaio 11 non é formato da un unico pezzo, bensì i due lobi Ila, llb sono costituiti da due elementi distinti fra loro uniti permanentemente in 17 mediante adesione chimico-termica. Tale unione può essere realizzata simultaneamente al sovrastampaggio sull'elemento a cucchiaio 11 della restante parte della pala 3, con i longheroni 6.
Naturalmente i particolari di costruzione e le forme di realizzazione della pinna potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato, senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione, così come definita nelle rivendicazioni che seguono.

Claims (25)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Pinna (1) per il nuoto comprendente una pala flessibile ma relativamente rigida (3) ed una scarpetta relativamente morbida (2) associata ad un'estremità della pala, detta pala (3) avendo una faccia superiore ed una faccia inferiore ed includendo una coppia di longheroni laterali longitudinali (6) che sostengono, dalla parte opposta alla scarpetta (2), una porzione attiva (5) della pala (3) caratterizzata dal fatto che detti longheroni laterali (6) definiscono un’ossatura portante relativamente meno flessibile e dal fatto che fra detti longheroni (6) é compresa una parte sostanziale di detta porzione attiva (5) della pala (3) sostanzialmente inestensibile e relativamente più flessibile, la quale é pre-formata a guisa di cucchiaio (11) con concavità rivolta dalla parte di detta faccia superiore della pala (3).
  2. 2. Pinna secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta parte a cucchiaio (11) si estende longitudinalmente fino all’estremità (9) della pala (3) opposta alla scarpetta (2), e si estende trasversalmente, almeno in parte, fino in adiacenza di detti longheroni (6).
  3. 3. Pinna secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detti due longheroni (6) sono intercollegati, all'estremità della pala (3) opposta alla scarpetta (2), da una traversa (10) delimitante la corrispondente estremità (9) di detta parte a cucchiaio (il).
  4. 4. Pinna secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta parte a cucchiaio (11) presenta la sua convessità sporgente, dalla parte della faccia inferiore della pala (3), sensibilmente oltre i suddetti due longheroni (6).
  5. 5- Pinna secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la concavità di detta parte a cucchiaio (11) é più profonda dalla parte di detta scarpetta (2).
  6. 6. Pinna secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che detta concavità più profonda inizia in immediata adiacenza della scarpetta (2).
  7. 7. Pinna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta parte a cucchiaio (11) é doppia e definisce una concavità a due lobi longitudinali (Ila, llb) fra loro paralleli e simmetrici ed immediatamente adiacenti l'uno all'altro.
  8. 8. Pinna secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che detti due lobi (Ila, llb) sono formati in un sol pezzo.
  9. 9. Pinna secondo la rivendicazione 7 , caratterizzata dal fatto che detti due lobi (Ila, llb) sono formati da due pezzi distinti fra loro connessi direttamente o indirettamente in modo permanente mediante adesione chimico-termica.
  10. 10. Pinna secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che comprende un elemento centrale a spartiacque (15) che si estende longitudinalmente lungo la pala (3) fra detti due lobi (Ila, llb) della parte a cucchiaio (11).
  11. 11. Pinna secondo la rivendicazione 10, caratterizzata dal fatto che detto elemento a spartiacque (15) é di un materiale relativamente morbido ed elastico.
  12. 12. Pinna secondo la rivendicazione 11, caratterizzata dal fatto che detto elemento a spartiacque (15) é dello stesso materiale della scarpetta (2).
  13. 13. Pinna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto elemento a cucchiaio (11) é formato da un inserto distinto dalla restante parte della pala (3) con detti due longheroni (6).
  14. 14. Pinna secondo la rivendicazione 13, caratterizzata dal fatto che detta parte a cucchiaio (11) é di un primo materiale, e detta parte restante della pala (3) con detti due longheroni (6) é di un secondo materiale diverso dal primo materiale.
  15. 15. Pinna secondo la rivendicazione 14, caratterizzata dal fatto che detto primo materiale é più flessibile di detto secondo materiale.
  16. 16. Pinna secondo la rivendicazione 13 o la rivendicazione 14, caratterizzata dal fatto che detti primo e secondo materiale sono entrambi materiali termo-plastici.
  17. 17. Pinna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 14 a 16, caratterizzata dal fatto che detti due materiali sono uniti fra loro in modo permanente mediante adesione chimico-termica lungo rispettivi bordi di connessione (12, 13).
  18. 18. Pinna secondo la rivendicazione 17, caratterizzata dal fatto che detti bordi di connessione (12, 13) sono formati con smussi fortemente inclinati.
  19. 19. Pinna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta parte a cucchiaio (11) é formata, almeno sulla faccia superiore della pala (3), con corrugazioni longitudinali (14, 16).
  20. 20. Pinna secondo la rivendicazione 19, caratterizzata dal fatto che dette corrugazioni sono formate da sottili scanalature (14).
  21. 21. Pinna secondo la rivendicazione 19, caratterizzata dal fatto che dette corrugazioni sono formate da ondulazioni (16).
  22. 22. Pinna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti due longheroni (6) presentano una struttura scatolata.
  23. 23. Pinna secondo la rivendicazione 22, caratterizzata dal fatto che detti due longheroni sono formati con rispettive cavità aperte (7) e riempite almeno in parte con un materiale relativamente più elastico (8).
  24. 24. Pinna secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta parte a cucchiaio (11) determina nell'impiego della pinna (1) un comportamento flessionale differenziato della porzione attiva (5) della pala (3), che asseconda in modo ottimale la potenza erogabile dall'anatomia muscolare del nuotatore.
  25. 25. Pinna sostanzialmente come descritto ed illustrato e per gli scopi specificati.
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