ITTO930905A1 - Procedimento per produrre una forma attiva di cera d'api e relativo uso, ad esempio per trattamenti tricologici. - Google Patents

Procedimento per produrre una forma attiva di cera d'api e relativo uso, ad esempio per trattamenti tricologici. Download PDF

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ITTO930905A1
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beeswax
wax
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honeycombs
vaporization
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Luigi Fabretto
Luciano Pecchiai
Original Assignee
Luigi Fabretto
Luciano Pecchiai
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Description

DESCRIZIONE dell invenzione industriale dal titolo: "Procedimento per produrre una forma attiva di cera d'api e relativo uso, ad esempio per trattamenti tricologici"
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo ell'invenzione
La presente invenzione si riferisce in generale all'uso della cera d'api.
Sfondo dell'invenzione
La cera d'api ? la sostanza di cui sono costituiti i favi delle api. Nell'alveare sono per? presenti altre cere oltre a quelle dei favi. La cera d'api ? infatti definita nel "Cosmetic index" come "cera ottenuta dal favo del miele, libera o associata ad altre cere".
La cera ? un prodotto secreto dalle ghiandole cerarie situate tra gli anelli dell'addome nella parte inferiore delle api operaie di et? compresa fra 12 e 18 giorni, cio? al termine del periodo in cui le api svolgono le funzioni di nutrici e prima di diventare bottinatrici.
La cera ? frutto del ricambio dei carboidrati. Infatti, per produrre la cera, l'ape deve introdurre molto miele, essendo necessari 8-10 g di miele per produrre un grammo di cera. Per la sua elaborazione sono necessarie 84-48 ore. La cera fuoriesce dalle ghiandole ad una temperatura di 36?C, per poi solidificare in scaglie di colorito biancastro, che successivamente diventano giallastre. La cera dei favi ? opaca, untuosa al tatto, molle e plastica, di odore aromatico che ricorda il miele. Fonde a 62-64?C. E' insolubile in acqua, poco in alcol. E' miscibile allo stato fuso con altre sostanze grasse.
La cera d'api ? sostanzialmente un lipide, risultante dall'esterificazione di un alcol lineare da C24 a C38, con un acido grasso lineare da C20 a C38. In prevalenza si tratta di esteri di acidi cerosi. Sono presenti anche alcol e acidi liberi, gomme, destrine, steroli, acidi carbossilici superiori e idrocarburi.
Oltre alla cera per la costruzione dei favi, le api producono altri tipi di cera e precisamente una cera pi? porosa con i numeri pi? bassi di atomi di carbonio dell'alcol e dell'acido grasso e con un punto di fusione pi? basso rispetto alla cera dei favi. Questa cera serve per opercolare le celle di covata e le celle di miele.
Viene poi prodotto un altro tipo di cera per chiudere fessure, saldare i telaini e correggere irregolarit? dei favi. Si tratta di cere che vengono lavorate in modo particolare dalle api e anche per questo sono diverse sia dalla cera dei favi, sia dalla sostanza ceroide della propoli, che ? di origine vegetale,.
Descrizione della tecnica nota - Scopi e sintesi dell'invenzione
Fin dall'antichit? la cera d'api, ed in particolare la cera d'api dei favi, ? stata impiegata in campo cosmetico, soprattutto sotto forma di unguenti e pomate.
La presente invenzione, cos? come richiamato in modo specifico nelle rivendicazioni che seguono, si basa invece sul riconoscimento del fatto che, in modo del tutto sorprendente .ed inaspettato, esiste la possibilit? di produrre -una forma di cera d'api particolarmente attiva sottoponendo la cera d'api, ed in particolare le cere d'api diverse da quella dei favi, ad una vaporizzazione ossia ad un riscaldamento controllato, preferibilmente a secco, in un campo di temperature tipicamente estendentesi sino a circa 80?C.
I relativi vapori possono essere cosi inalati per via respiratoria, o assunti a livello olfattorio o per via percutanea. Le esperienze condotte dai richiedenti hanno dimostrato che tale forma di cera d'api risulta particolarmente attiva per la cura di affezioni della pelle e soprattutto per lo svolgimento di trattamenti tricologici. A questo fine pub essere vantaggioso vaporizzare la cera d'api attraverso un flusso di aria calda, ad esempio tramite il flusso di aria calda generato da un phon, che investe la cera presente nel phon in adatta contenitore.
Per procedere alla generazione della suddetta forma attiva, la cera d'api, scelta di preferenza come il tipo di cera prodotto dalle api per chiudere fessure, saldare i telaini e correggere irregolarit? dei favi, viene confezionata di preferenza in contenitori monouso, ad esempio di alluminio, contenenti alcuni grammi di cera d'api e destinati ad essere successivamente riscaldati, ad esempio con un riscaldatore (forno) temporizzato, sostan? zialmente simile ai forni utilizzati, ad esempio, per la diffusione di insetticidi o per il riscaldamento di bevande. In particolare, per la vaporizzazione della cera d'api ? possibile utilizzare un dispositivo riscaldatore (fornello) sostanzialmente affine al dispositivo venduto'con il nome commerciale di "Diffusore Anasma" dalla societ? Kontak di Torino.
Come gi? detto, un risultato analogo o anche pi? efficace pub essere ottenuto inserendo il contenitore all'interno di un phon o di un dispositivo affine (ad esempio in casco asciugacapel1i) in modo tale per cui il flusso di aria calda investe la cera. In entrambi i casi (ossia sia che si usi un fornello, sia che si usi un phon o un dispositivo affine) ? possibile portare la suddetta massa di cera d'api ad una temperatura massima non superiore di SO"C cos? da realizzare uno o pi? cicli di vaporizzazione fino all'esaurimento della massa di cera d'api.
E' inteso che i suddetti intervalli temporali di temperatura sono essenzialmente legati alla potenzialit? ed alle caratteristiche della sorgente di riscaldamento. Pur essendo preferenziali essi non vanno comunque interpretati come limitativi delle caratteristiche della presente invenzione. Naturalmente, fermo restando il principio dell'invenzione, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione potranno essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato, senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Procedimento per produrre una forma attiva di cera d'api, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di riscaldare detta cera d'api, con conseguente vaporizzazione della cera stessa, 2. Procedimento secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta cera d'api viene riscaldata a secco. 3. Procedimento secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la cera d'api viene riscaldata ad una temperatura massima non superiore agli 80?C. 4. Procedimento secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che quale cera d'api viene utilizzata cera d'api diversa dalla cera d'api dei favi e, preferibilmente, la cera prodotta dalle api per chiudere fessure, salvare i telaini e correggere irregolarit? dei favi. 5. Procedimento secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la vaporizzazione della cera ,d'api viene ottenuta tramite riscaldamento in mezzi riscaldatori quali un diffusore a forno. 6. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 1 a 4, caratterizzato dal fatto che la vaporizzazione della cera d'api viene attenuta investendo simultaneamente la cera con un flusso di aria calda. 7. Procedimento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di utilizzare un phon o apparecchio affine quale un casco asciugacapelli, per la generazione di detto flusso di aria calda. 3. Usa della cera d'api in forma vaporizzata. 9. Uso della cera d'api diversa dalla cera dei favi, e preferibilmente costituita dalla cera prodotta dalle api per chiudere fessure, saldare i telaini e correggere irregolarit? dei favi, in forma vaporizzata. 10. Uso secondo la rivendicazione 3 o la rivendicazione 9, in particolare per trattamenti di cura di affezioni della pelle e/o trattamenti tricologici. Il tutto sostanzialmente come descritto ed illustrato e per gli scopi specificati.
ITTO930905A 1993-11-29 1993-11-29 Procedimento per produrre una forma attiva di cera d'api e relativo uso, ad esempio per trattamenti tricologici. IT1261346B (it)

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