ITTO20131063A1 - Pompa a cilindrata regolabile per fluidi con modulazione della regolazione, e metodo per la regolazione della sua cilindrata - Google Patents

Pompa a cilindrata regolabile per fluidi con modulazione della regolazione, e metodo per la regolazione della sua cilindrata

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ITTO20131063A1
ITTO20131063A1 IT001063A ITTO20131063A ITTO20131063A1 IT TO20131063 A1 ITTO20131063 A1 IT TO20131063A1 IT 001063 A IT001063 A IT 001063A IT TO20131063 A ITTO20131063 A IT TO20131063A IT TO20131063 A1 ITTO20131063 A1 IT TO20131063A1
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Description

POMPA A CILINDRATA REGOLABILE PER FLUIDI CON MODULAZIONE DELLA REGOLAZIONE, E METODO PER LA REGOLAZIONE DELLA SUA CILINDRATA
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Settore della tecnica
La presente invenzione si riferisce alle pompe a cilindrata regolabile, e più in particolare riguarda una pompa di questo tipo con modulazione della regolazione, e un metodo per la regolazione della sua cilindrata.
Preferibilmente, ma non esclusivamente, l'invenzione trova applicazione in una pompa per l'olio di lubrificazione del motore e/o della trasmissione di un autoveicolo, e a questa applicazione preferita si farà particolare riferimento nel seguito della descrizione. Tecnica nota
E' noto che, nelle pompe per far circolare olio di lubrificazione sotto pressione in motori e/o sistemi di trasmissione di autoveicoli, la capacità, e quindi la portata dell'olio in uscita, dipende dalla velocità di rotazione del motore, e pertanto le pompe sono progettate per fornire una portata sufficiente alle basse velocità, per garantire la lubrificazione anche in queste condizioni. Se la pompa ha geometria fissa, a velocità di rotazione elevata la portata è superiore a quella necessaria, cosicché si hanno un forte assorbimento di potenza con un conseguente maggior consumo di carburante e una maggiore sollecitazione dei componenti a causa delle pressioni elevate generate nel circuito.
Per ovviare a questo inconveniente, è noto dotare le pompe di sistemi che permettono la regolazione della portata ai differenti regimi di funzionamento del veicolo, in particolare attraverso la regolazione della cilindrata.
Le soluzioni per regolare la cilindrata sono specifiche per il particolare tipo di elementi pompanti (palette, ingranaggi esterni o interni, pistoni...), ma un elemento comune a tutte è la presenza di organi mobili di regolazione comandati dalla pressione del fluido pompato e di organi di contrasto del movimento degli organi di regolazione, in generale molle, la cui funzione è:
- garantire il mantenimento della pompa in condizione di massima cilindrata all’avviamento ed in condizioni di bassa velocità;
- supportare un rapido ritorno della pompa alla cilindrata massima durante la decelerazione del veicolo e/o il cambio di condizioni di lavoro del motore.
In generale, in queste pompe, si ha il problema di mantenere limitate le spinte radiali generate dalla forza della molla e dalle pressioni di attuazione, riducendo conseguentemente gli attriti e pertanto l’isteresi della pressione tra le fasi di aumento e quelle di diminuzione della pressione stessa (p. es. tra i valori in accelerazione e quelli in decelerazione del motore) e di rendere semplice e stabile l'attuazione degli organi di regolazione.
WO 2013/140304 descrive una pompa volumetrica rotativa a cilindrata variabile in cui la regolazione sfrutta la variazione della posizione relativa tra un anello esterno di regolazione e il rotore che ruota eccentricamente all'interno dell'anello stesso. La variazione è ottenuta mediante una rotazione dell'anello. Questo è configurato come pistone rotante multistadio comandato direttamente dalla pressione del fluido pompato, in cui almeno uno stadio è esposto in permanenza all'azione del fluido e almeno un altro stadio interviene, in aggiunta al primo, su comando di un'elettrovalvola di tipo tutto -niente. La rotazione dell'anello è contrastata da una molla guidata su un puntale accoppiato tramite uno snodo sferico all'anello. L'azionamento del secondo stadio di tipo tutto - niente non garantisce la stabilità della regolazione, e la presenza del puntale di guida e del suo snodo sull'anello è causa di attriti che provocano isteresi nella reazione della pompa.
Descrizione dell'invenzione
Lo scopo dell'invenzione è di fornire una pompa che ovvii agli inconvenienti della tecnica nota.
Secondo l'invenzione, in una pompa del tipo suddetto, tra il secondo stadio e gli organi di comando sono interposti organi di modulazione atti a modulare una pressione di regolazione agente sul secondo stadio in base a un segnale di comando fornito dagli organi di comando e a tali condizioni di pressione.
Vantaggiosamente gli organi di modulazione comprendono un distributore atto a: assumere, in base al segnale di comando, almeno una prima e una seconda configurazione limite in corrispondenza rispettivamente della cilindrata massima e della cilindrata minima della pompa; ed esporre il secondo stadio alle stesse condizioni di pressione agenti sul primo stadio nella prima configurazione limite, e a condizioni di pressione atmosferica nella seconda configurazione limite, e a modulare la pressione agente sul secondo stadio al raggiungimento da parte della pressione del fluido pompato, in aumento o rispettivamente in diminuzione, di una pressione di soglia stabilita per l'intervento di organi di contrasto di un movimento di una parte mobile del distributore.
L'invenzione riguarda anche un metodo di regolazione della cilindrata di una pompa a cilindrata variabile per fluidi, in cui si prevedono organi mobili di regolazione comprendenti almeno una coppia di stadi di attuazione della regolazione, un primo dei quali è esposto in permanenza alle condizioni di pressione del fluido pompato ed è atto a impartire agli organi di regolazione un movimento contro l'azione di organi di contrasto e un secondo è atto ad agire concordemente con gli organi di contrasto in modo pilotato da organi di comando esterni, e in cui un'operazione di far muovere gli organi mobili comprende l'operazione di modulare la pressione di comando a cui è esposto il secondo stadio in base al segnale di comando e alle condizioni di pressione del fluido pompato. Breve descrizione delle figure
Queste ed altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiare dalla seguente descrizione di forme preferite di realizzazione fatta a titolo di esempio non limitativo con riferimento ai disegni allegati, in cui:
- la fig. 1 è una vista frontale della pompa secondo l'invenzione, priva del coperchio, nella posizione di massima cilindrata; e
- la fig. 2 è una vista simile alla fig. 1 che mostra la pompa nella posizione di minima cilindrata; e
- le figure 3 e 4 sono schemi semplificati che mostrano la forza di contrasto e il suo braccio nelle condizioni di cilindrata massima e minima.
Descrizione di forme preferite di realizzazione
Nelle figure si è rappresentata, a puro titolo di esempio, una pompa rotativa a palette a cilindrata variabile la cui struttura generale è come descritto in WO 2013/140304. Pertanto, tale struttura sarà qui richiamata solo nella misura necessaria per la comprensione dell'invenzione e, per maggiori dettagli, si rimanda a tale documento.
Con riferimento alle figure 1, 2, una pompa 1 del tipo suddetto comprende un corpo (schematizzato dalla linea a punti e tratti 10), che presenta una cavità nella quale è montato l'anello di regolazione 11 (nel seguito chiamato anche semplicemente statore), libero di ruotare lungo un arco di circonferenza attorno ad un asse 18 interno allo statore stesso. Lo statore 11 presenta una camera 12 in cui trova sede il rotore 13, calettato su un albero 14 parallelo all'asse di rotazione dello statore 11. Nelle figure, si suppone che il rotore ruoti in senso antiorario. Come noto al tecnico, la rotazione dello statore 11 provoca una variazione dell'eccentricità relativa tra lo statore 11 e il rotore 13, e quindi una variazione della cilindrata, tra una condizione di eccentricità e cilindrata massima (fig. 1), che è assunta anche in condizioni di riposo della pompa, e una condizione di eccentricità e cilindrata minima (fig. 2). Tra lo statore 11 e il corpo 10 è formata una camera 15 di bilanciamento delle spinte radiali esercitate sullo statore 11 per effetto della pressione idraulica che agisce sull'arco della parete della camera 12 corrispondente alla camera di bilanciamento. La camera di bilanciamento 15 è delimitata da guarnizioni 16, 17 e comunica con gli organi di utilizzazione del fluido pompato, in particolare con il circuito di lubrificazione del motore o della trasmissione di un autoveicolo.
Lo statore 11 è configurato come un pistone rotante multistadio di regolazione della cilindrata comandato direttamente da fluido in pressione proveniente per esempio dagli organi di utilizzazione del fluido pompato (per esempio, da un punto del circuito di lubrificazione posto a valle del filtro dell'olio). Nella realizzazione illustrata, il pistone rotante comprende una coppia di stadi (o superfici) di attuazione realizzati da tratti 19, 20 della superficie esterna dello statore 11 esposti all'azione del fluido in pressione introdotto in camere 21, 22 in cui si muovono a tenuta zone della superficie dello statore adiacenti alle superfici di attuazione 19, 20. Con 33, 34 sono schematizzati condotti attraverso cui le pressioni di regolazione agiscono sugli stadi 19, 20. Eventuali altri stadi possono essere realizzati in camere di alleggerimento formate nello statore 11, come descritto in WO 2013/140304.
Nell'esempio illustrato, gli stadi 19, 20 sono realizzati in modo che la pressione applicata allo stadio 19 generi una forza F1 atta a sua volta a generare una coppia che provoca la rotazione dello statore verso la posizione di cilindrata minima contro l'azione di un organo di contrasto 23, in particolare una molla elicoidale, e la pressione applicata allo stadio 20 generi una forza F2 che genera una coppia antagonista concorde con quella generata da una forza F3 dovuta alla reazione della molla 23. Per comodità di descrizione, le coppie generate da F1, F2, F3 saranno anche indicate nel seguito come coppia 1, coppia 2 e coppia 3
La molla 23 è precaricata in modo da opporsi alla rotazione dello statore 11 - e quindi mantenerlo nella posizione di fig.1 - finché la risultante delle pressioni applicate ai due stadi 19, 20 è inferiore ad una soglia prestabilita, e da mantenere successivamente la cilindrata della pompa al valore corrispondente alla soglia di pressione. Questa condizione è raggiunta quando si stabilisce un equilibrio tra le coppie 1, 2 e 3
La molla 23 presenta un asse longitudinale 28 (fig. 3 e Fig. 4) che non passa per l'asse di rotazione 18 dello statore 11, ed è disposta in una sede 24 ricavata nel corpo 10. Le sue spire terminali 23A, 23B, opportunamente accostate e preferibilmente rastremate, poggiano rispettivamente sul fondo piano 24A della sede 24 e su un tratto piano 25 della superficie esterna dello statore 11.
Sui piani 24A e 25 sono realizzati risalti di centraggio 26, 27 che si impegnano nelle spire terminali 23A, 23B della molla 23. Tali risalti hanno il compito di mantenere le spire terminali 23A, 23B posizionate in modo univoco e di impedire che la molla “scivoli” sui piani 24A, 25 per effetto delle componenti radiali e/o assiali delle forze applicate, se il coefficiente d’attrito tra i materiali della molla 23, del corpo 10 e dello statore 11 permette tale scivolamento. Al posto dei risalti si possono anche prevedere nicchie che circondano le spire 23A, 23B, oppure si può avere da un lato un risalto e dall’altro una nicchia. I risalti o le nicchie possono anche avere forma non circolare.
Nella configurazione rappresentata a titolo di esempio, i piani 24A, 25 sono realizzati in modo da essere paralleli tra loro quando la cilindrata è minima e da formare un certo angolo in tutte le altre condizioni, massimo nella condizione di cilindrata massima. La molla 23 presenterà quindi una deformazione minima (sostanzialmente nulla) e un asse sostanzialmente lineare nella condizione di cilindrata minima e raggiungerà la massima deformazione nella condizione di cilindrata massima. Vantaggiosamente, nella condizione deformata, l'andamento dell'asse della molla è definibile da un polinomio di terzo grado.
Si noterà che gli elementi di centraggio 26, 27 sono gli unici elementi di trattenuta della molla 23 e, interessando solo le spire terminali 23A, 23B, non hanno alcuna funzione di guida. La parte restante della molla è quindi libera di deformarsi durante la rotazione dello statore 11. In questo modo, il vettore forza F3 applicato al piano 25 in corrispondenza del centro dell'elemento 27 crea una coppia contro-motrice non lineare, poiché, come si vede chiaramente nelle figure 4 e 5, la forza e il suo braccio di applicazione (distanza dal centro di rotazione 18 dello statore 11) si modificano con la rotazione dello statore 11. In particolare, nella condizione di cilindrata massima (fig. 3), la forza F3 è la risultante delle componenti delle forze radiali e tangenziali complessive agenti sul piano 25 e ha intensità e braccio minori rispetto alla condizione di cilindrata minima (fig. 4), dove il vettore è perpendicolare al piano 25.
Tali condizioni sono raggiunte gradualmente senza attriti di sorta dovuti alla molla. La controreazione alle forze generate dalla molla 23 si scarica a sua volta al centro dell’elemento di centraggio 26 (figg.1, 2), ortogonalmente al piano 24A.
Va tenuto presente che, affinché la molla 23 operi correttamente, è necessario evitare “sbandamenti” laterali non voluti che la portino a urtare contro le pareti assiali della sede 24. In altre parole, la deformazione deve essere tale che, nella condizione deformata, la curva descritta dall'asse rimanga in un piano trasversale all'asse 28. Questo si ottiene con un'opportuna scelta del rapporto tra il diametro e la lunghezza libera della molla 23 e dell'angolo tra i due piani 24A, 25 nella condizione di massima deformazione. In particolare le prove effettuate hanno dimostrato che il rapporto diametro/lunghezza della molla 23 deve essere compreso fra 1 e 5, e preferibilmente tra 1 e 3,8, e che l'angolo tra i due piani deve essere compreso tra circa 10 e circa 30°, e preferibilmente essere dell'ordine di 20°, Anche il diametro del filo collabora alla definizione di tale rapporto.
Ferme restando queste indicazioni generali, per una data applicazione le caratteristiche della molla 23 dipenderanno dalla cilindrata della pompa, dalla differenza tra la cilindrata massima e minima, dalla pressione di regolazione e, nel caso di pompa rotativa, dalla geometria di trascinamento del rotore 13.
Tornando agli stadi 19, 20 di regolazione della cilindrata, la camera 21 è alimentata direttamente con olio in pressione tramite una diramazione 33A del condotto d'uscita 33 del filtro dell'olio 32, mentre la camera 22 è alimentata attraverso una valvola a spola 40 di modulazione della pressione di regolazione della cilindrata, valvola che comunica con la camera 22 mediante un condotto 34.
Nella valvola a spola 40, la spola 41, mobile contro l'azione di una molla di contrasto 46, definisce una prima camera anulare 42, collegata anch'essa al condotto 33 (diramazione 33B), e una seconda camera anulare 43, in cui termina il condotto 34 e che comunica, secondo la posizione della spola 41, con la prima camera anulare 42 o con una terza camera anulare 44. Questa a sua volta può comunicare con una zona non in pressione del circuito 30, in particolare con la coppa dell'olio 35. Una quarta camera anulare 45 è alimentata anch'essa con l'olio in pressione proveniente dal condotto 33 (diramazione 33C). La spola 41 presenta ancora una prima parte terminale 41A su cui è guidata la molla 46, mentre la parte terminale opposta 41B scorre a tenuta in un'ulteriore camera 47. In base al comando fornito da un'elettrovalvola 50 (che in questo esempio è una valvola tutto -niente), la spola 41 può disporsi in modo da lasciar passare nella camera 47 l'olio in pressione proveniente dalla diramazione 33D del condotto 33 (fig. 2) o da intercettarlo, mettendo in scarico la camera 47 verso la coppa dell'olio 35 (fig. 1).
Il funzionamento della pompa descritta è il seguente.
In condizioni di riposo, la pompa è nella disposizione illustrata in fig.1. Il rotore 13 è disassato rispetto alla cavità 12 dello statore 11 e si trova in prossimità della parete della cavità 12. L'elettrovalvola 50 è inattiva, cosicché nella camera 47 non c'é pressione e la molla 46 della valvola a spola 40 spinge la spola 41 completamente verso destra. Pertanto, le camere 42, 43 comunicano tra loro e con la camera 22 della pompa 1. La camera 44 è isolata ed è in comunicazione permanente con lo scarico (coppa dell'olio 35).
Quando la pompa 1 è avviata, la rotazione del rotore 13 provocherà, in modo del tutto convenzionale, una portata di olio in pressione verso la camera di bilanciamento 15 e il sistema 30 di lubrificazione del motore 31. Con l’aumento della velocità di rotazione e della portata, il sistema 30 di lubrificazione del motore, opponendo una resistenza al flusso crescente, farà innalzare la pressione nel condotto 33.
Questa pressione, portata alla camera 21 attraverso la diramazione 33A, agisce sul primo stadio 19 creando una spinta idraulica sull’anello statorico 11 e generando, con la forza F1, la coppia 1 contrastata dalla coppia 3 generata dalla forza di reazione F3 della molla 23. L'olio in pressione arriva anche alla camera 22 della pompa attraverso la diramazione 33B del condotto 33, le camere 42, 43 della valvola 40 comunicanti fra loro e il condotto 34 e, agendo sulla superficie 20, genera, per effetto della forza F2, la coppia antagonista (coppia 2) concorde con la coppia 3. In questa condizione, le pressioni nelle due camere 21, 22 sono equivalenti e il verso di azione della risultante F1 - F2 dipenderà dalla differenza tra le aree delle superfici 19, 20. Nell'esempio illustrato, data la maggior area della superficie 19 rispetto alla 20, F1 > F2 e la risultante F1 - F2 agirà in senso antiorario.
Inoltre, attraverso la diramazione 33C, l'olio in pressione alimenta la camera 45 della valvola 40, applicando così, su una superficie anulare 41C della spola 41 che delimita tale camera, una forza antagonista a quella esercitata dalla molla 46. Quando questa forza antagonista supera il precarico della molla 46, la spola 41 comincia a spostarsi verso sinistra, chiudendo progressivamente la comunicazione tra le camere 42, 43 e aprendo progressivamente la comunicazione tra le camere 43 e 44, e quindi con la coppa dell'olio 35, fino a raggiungere una condizione di equilibrio tra le forze agenti sulla spola stessa e la reazione della molla 46. Si ha così una certa riduzione della pressione applicata allo stadio 20 e quindi della coppia 2.
Quando la pressione dell'olio è tale che coppia 1 - coppia 2 > coppia 3, lo statore 11 ruoterà in senso antiorario riducendo quindi l’eccentricità rispetto al rotore 13 e di conseguenza la cilindrata della pompa. Questo valore di pressione, denominato "valore di massima pressione regolata", sarà sostanzialmente mantenuto anche con il variare della velocità di rotazione della pompa e della permeabilità del motore 31 (intesa come quantità di olio utilizzata dal motore).
Quando, dalla centralina elettronica del veicolo (non rappresentata), arriva un opportuno comando, l'elettrovalvola 50 passa nella posizione di fig. 2, in cui alimenta la camera 47 con l'olio in pressione. Quando la forza dovuta alla pressione congiunta dell'olio introdotto nelle camere 45 e 47 vince la forza della molla 46, provoca lo spostamento della spola 41 completamente verso sinistra, cosicché la camera 22 della pompa scarica olio verso la coppa 35 attraverso le camere 43, 44 della valvola 40 e quindi passa a pressione atmosferica. Si annulla quindi la coppia2 e l'unica coppia antagonista alla coppia3 è la coppia1. Questa condizione è denominata "valore di minima pressione regolata". Anche in questo caso, la spola 41 assumerà una posizione di equilibrio dipendente dalle condizioni di pressione dell'olio nel condotto 33 e dalla forza di reazione della molla 46.
L'invenzione raggiunge effettivamente gli scopi proposti. Grazie alla presenza della coppia generata da F2 che si somma alla coppia generata dalla forza F3 dovuta alla molla di contrasto 23, la forza esercitata da questa per mantenere la pressione di equilibrio può essere effettivamente ridotta e, nella condizione di minima pressione, l'attuazione sarà effettuata solo dalla pressione applicata al primo stadio 19. Inoltre, la modulazione della pressione applicata al secondo stadio 20 mediante la valvola a spola 40 rende l'attuazione semplice e stabile. Infine, la presenza della molla di contrasto senza guida 23 riduce gli attriti e l'isteresi tra i due versi di regolazione della cilindrata.
E' evidente che quanto descritto è dato a titolo di esempio non limitativo e che varianti e modifiche sono possibili senza uscire dal campo di protezione dell'invenzione.
Per esempio, anche se si è supposto che l'elettrovalvola 50 sia tipo tutto - niente, si potrà invece utilizzare un'elettrovalvola proporzionale per modulare la discesa e/o la salita della pressione di pilotaggio fornita dalla valvola a spola 40 (e quindi la riduzione o l’aumento della pressione nella camera 22) consentendo una possibile gestione elettronica derivante dalla "mappatura" del motore.
Inoltre, anche se si è illustrata in dettaglio una pompa in cui la regolazione della cilindrata avviene mediante una rotazione dello statore attorno ad un asse interno allo statore stesso, comandata direttamente dalla pressione del fluido pompato, l'invenzione può essere anche applicata a pompe in cui la rotazione dello statore è comandata indirettamente da tale pressione, o a pompe con un movimento di regolazione della cilindrata diverso dalla rotazione dello statore qui illustrata (pompe cosiddette "pendulum", pompe con statore basculante od oscillante, pompe con traslazione dello statore, ecc.). Inoltre, anche se si è illustrata una pompa a palette, l'invenzione è applicabile anche a pompe con rotore di altro tipo, per esempio un rotore a ingranaggi (p. es. tipo G-Rotor e G-Rotor sdoppiato), nonché a pompe non rotative, per esempio pompe a pistoni azionati da un piatto rotante con inclinazione variabile.

Claims (10)

  1. Rivendicazioni 1. Pompa a cilindrata regolabile per fluidi, comprendente: - organi mobili di regolazione (11) atti a muoversi, in risposta a condizioni operative della pompa (1), tra due posizioni limite corrispondenti rispettivamente a una cilindrata massima e una cilindrata minima della pompa; e - organi (23) di contrasto del movimento degli organi di regolazione (11); in cui gli organi di regolazione (11) presentano almeno una coppia di stadi di attuazione (19, 20), un primo dei quali (19) è esposto in permanenza a condizioni di pressione del fluido pompato ed è atto a impartire agli organi di regolazione (11) un movimento contro l'azione degli organi di contrasto (23) e un secondo (20) è atto ad agire concordemente con gli organi di contrasto (23) in modo pilotato da organi di comando esterni (50); caratterizzata dal fatto che: - tra il secondo stadio (20) e gli organi di comando (50) sono interposti organi di modulazione (40) atti a modulare una pressione di regolazione agente sul secondo stadio (20) in base a un segnale di comando fornito dagli organi di comando (50) e alle condizioni di pressione del fluido pompato.
  2. 2. Pompa secondo la riv. 1, caratterizzata dal fatto che gli organi di modulazione comprendono un distributore (40) atto a: - assumere, in base al segnale di comando, almeno una prima e una seconda configurazione limite in corrispondenza rispettivamente della cilindrata massima e della cilindrata minima della pompa; - esporre il secondo stadio (20) alle stesse condizioni di pressione agenti sul primo stadio (19) nella prima configurazione limite, e a condizioni di pressione atmosferica nella seconda configurazione limite, e a modulare la pressione agente sul secondo stadio al raggiungimento da parte della pressione del fluido pompato, in aumento o rispettivamente in diminuzione, di una pressione di soglia stabilita per l'intervento di organi (46) di contrasto di un movimento di una parte mobile (41) del distributore (40).
  3. 3. Pompa secondo la riv 2, caratterizzata dal fatto che gli organi di comando (50) comprendono un'elettrovalvola con funzionamento a tutto - niente.
  4. 4. Pompa secondo la riv. 2, caratterizzata dal fatto che gli organi di comando (50) comprendono un'elettrovalvola con funzionamento proporzionale e il distributore (40) è atto ad assumere anche, in base al segnale di comando, una pluralità di configurazioni intermedie in ciascuna della quali è atto a modulare la pressione agente sul secondo stadio al raggiungimento della pressione di soglia da parte del fluido pompato.
  5. 5. Pompa secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 2 a 4, caratterizzata dal fatto che il distributore (40) è una valvola a spola in cui la spola (41) definisce: - una prima camera (42), in comunicazione costante con un condotto (33) in cui è presente il fluido pompato; - una seconda camera (43), in comunicazione costante con una camera (22) della pompa (1) in cui si muove il secondo stadio di attuazione (20) e comunicante anche, nella prima configurazione limite, con la prima camera (42); - una terza camera (44), atta a comunicare solo con una zona a pressione atmosferica (35) nella seconda configurazione limite, e a comunicare simultaneamente con la seconda camera (43) e la zona a pressione atmosferica (35) in configurazioni della valvola diverse dalle configurazioni limite in modo dipendente dalla posizione della spola (41); - una quarta camera (45), anch'essa in comunicazione costante con detto condotto (33); e - una quinta camera (47), atta ad essere messa in comunicazione dagli organi di comando (50) con detto condotto (33), nella prima configurazione limite, o con la zona a pressione atmosferica (35), nella seconda configurazione limite.
  6. 6. Pompa secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che gli organi di contrasto (23) comprendono una molla elicoidale avente spire terminali atte a cooperare con elementi di centraggio e trattenuta trasversale (26, 27) associati agli organi di regolazione (11) e a un corpo (10) della pompa e avente una parte intermedia libera di deformarsi durante il movimento degli organi mobili.
  7. 7. Pompa secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la pompa (1) è una pompa per un circuito di lubrificazione (30) di un motore (31) e/o di un sistema di trasmissione di autoveicolo.
  8. 8. Metodo di regolazione della cilindrata di una pompa a cilindrata variabile per fluidi (1), comprendente le operazioni di: - prevedere organi mobili di regolazione (11) atti a muoversi, in risposta a condizioni di pressione di un fluido pompato e contro l'azione di organi di contrasto della regolazione (23), tra due posizioni limite corrispondenti rispettivamente a una cilindrata massima e una cilindrata minima della pompa; - formare negli organi mobili di regolazione (11) almeno una coppia di stadi di attuazione (19, 20), un primo dei quali è atto ad agire in verso opposto agli organi di contrasto (23) mentre un secondo (20) è atto ad agire concordemente con gli organi di contrasto (23), e -- far muovere detti organi mobili (11) esponendo in permanenza il primo stadio (19) a dette condizioni di pressione ed applicando una pressione di comando al secondo stadio (20) in modo dipendente da un segnale di comando esterno; caratterizzato dal fatto che l'operazione di far muovere detti organi mobili (11) comprende inoltre l'operazione di modulare la pressione di comando a cui è esposto il secondo stadio (20) in base al segnale di comando e alle condizioni di pressione del fluido pompato.
  9. 9. Metodo secondo la riv. 8, caratterizzato dal fatto che l'operazione di modulare la pressione di comando comprende le operazioni di: - interporre, tra il secondo stadio (20) e organi (50) che forniscono il segnale di comando, un distributore di fluido (40) atto a rispondere al segnale di comando e alle condizioni di pressione del fluido pompato; - far assumere al distributore (40), mediante il segnale di comando, almeno una prima e una seconda configurazione limite in corrispondenza rispettivamente della cilindrata massima e della cilindrata minima della pompa; - esporre il secondo stadio (20) alle stesse condizioni di pressione agenti sul primo stadio (19) nella prima configurazione limite, e a condizioni di pressione atmosferica nella seconda configurazione limite, e modulare la pressione agente sul secondo stadio al raggiungimento, da parte della pressione del fluido pompato, in aumento o rispettivamente in diminuzione, di una pressione di soglia.
  10. 10. Metodo secondo la riv.8, caratterizzato dal fatto che l'operazione di modulare la pressione di comando comprende inoltre le operazioni di far assumere al distributore, in base al segnale di comando, una pluralità di posizioni intermedie tra le posizioni limite e di modulare la pressione applicata al secondo stadio al raggiungimento della pressione di soglia anche in ciascuna delle posizioni intermedie.
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