ITTO20120608A1 - Cestello di lavatrice e metodo di realizzazione associato - Google Patents

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Description

CESTELLO DI LAVATRICE E METODO DI REALIZZAZIONE
ASSOCIATO
Campo della tecnica.
La presente invenzione si riferisce ad cestello, ed in dettaglio riguarda un cestello di lavatrice. La presente invenzione riguarda inoltre un metodo di realizzazione del detto cestello.
Arte nota.
E’ noto che le lavatrici impiegano cestelli atti a contenere la biancheria da lavare. Tali cestelli sono tipicamente realizzati in materiale metallico e in uso vengono fatti ruotare all’interno della lavatrice. I cestelli presentano inoltre dei fori necessari al passaggio dell’acqua, che viene alimentata alla lavatrice e serve per contribuire al lavaggio della biancheria.
Secondo le tecniche di fabbricazione standard, un cestello 1 viene realizzato unendo tra loro tre suoi elementi principali che, come illustrato in figura 1, sono
- la prima flangia 2, di forma sostanzialmente circolare e dotata di foro centrale per il carico della biancheria; tale flangia 2 Ã ̈ denominata comunemente flangia anteriore);
- l'involucro 3 di contenimento della biancheria (denominato comunemente "involucro cesto" o “virola†);
- la seconda flangia 4 circolare dotata di imbutiture semiprofonde per il retroalloggiamento della crociera di rotazione (denominata comunemente "flangia posteriore").
Il materiale usato per la produzione dei tre elementi, à ̈ lamiera in acciaio inox ferritico AISI 430, generalmente con finitura superficiale lucida, tipicamente con grado 2B, di spessori variabili, compresi nella più parte dei casi, sebbene non sempre, tra 0.4 e 0.6 mm.
In alcuni casi, ove siano presenti saldature importanti tra gli elementi, si rende necessario l'utilizzo di acciaio inox AISI 430 TI, stabilizzato al titanio, che non risente della formazione di austenite alle alte temperature e la conseguente trasformazione di questa in martensite durante il raffreddamento; austenite e martensite sono causa di incrudimenti, criccature e cedimenti del giunto.
Lo svantaggio dell’utilizzo di questo materiale à ̈ relativo ai costi di approvvigionamento, che sono tipicamente più elevati rispetto a quelli del semplice acciaio inox AISI 430.
La prima e la seconda flangia 2, 4 sono ottenute, come illustrato in figura 2 e 3 con passaggi in una pluralità di stampi su linee 100 di presse 101 alimentando una lamiera metallica 102 da una o più bobine 103.
Indipendentemente dai modelli di lavabiancheria, le flangie 2, 4 presentano forme e caratteristiche piuttosto simili, con l’esclusione di imbutiture strutturali o estetiche – che possono presentare forme così come dimensioni diverse tra loro – e che assolvono il compito di permettere il passaggio dell’acqua entro il cestello.
L’involucro 3 à ̈ realizzato pertanto con dei passaggi di lavorazione decisamente più articolati rispetto a quelli necessari per la realizzazione delle flangie 2, 4.
Anche nel caso dell’involucro 3, l’alimentazione della lamiera metallica 102 nella rispettiva linea 100 di presse 101’ avviene a partire da una bobina 103.
In questo caso le presse 101’ sono dotate di sottoelementi di realizzazione di fori 5 per il passaggio di acqua, nonché per l’esecuzione di asole di fissaggio di una pluralità di cunei interni 6, tipicamente realizzati in plastica, per la formatura di impronte estetiche, scantonatura degli spigoli e distacco dell’elemento formato in piano.
L’involucro 3 à ̈ quindi traslato su una linea di avvolgimento, che ne trasforma la forma da piana a circolare (sostanzialmente cilindrica) per mezzo di una dima di riferimento e di attuatori di riscontro.
La linea di avvolgimento, come illustrato nelle figure 4 e 5 provvede all’unione dei lembi delle due estremità 3a, 3b dell’involucro 3 tramite un’operazione che può essere di aggraffatura, come illustrato in figura 6, o di saldatura, come illustrato in figura 7.
Tradizionalmente l’aggraffatura à ̈ preferita per l’unione delle estremità 3a, 3b dell’involucro 3 in quanto non altera le caratteristiche chimico-fisiche del materiale, non creando inoltre degli spigoli vivi all’interno dell’involucro, deleteri per il bucato; inoltre l’aggraffatura à ̈ esteticamente accettabile all’atto della produzione del cestello per lavatrici rivolte all’ambito domestico.
Per contro, l’aggraffatura presenta dei limiti di resistenza alle alte velocità di rotazione del cestello 1, e questo pone dei limiti alla velocità di centrifugazione che la lavatrice può raggiungere. Tendenzialmente, infatti, superata una predeterminata velocità l’aggraffatura tende ad aprirsi, con la conseguente rottura del cestello e, a sua volta, necessità di riparazione della lavatrice ove esso à ̈ installato.
Per tale ragione all’aggraffatura tradizionale illustrata in figura 6 può essere aggiunta un’operazione di deformazione periodica, come illustrato in figura 8.
Tale deformazione periodica viene effettuata per mezzo di uno stampo che conferisce all’aggraffatura un’impronta ondulata 7 per tutta la sua lunghezza. In questo modo à ̈ possibile raggiungere maggiori velocità di rotazione del cestello 1.
L’operazione di saldatura raffigurata in figura 7 si ottiene invece con il metodo della rullatura e permette una stabilità meccanica molto maggiore rispetto alle operazioni di unione delle estremità 3a, 3b precedentemente illustrate. In sostanza, si sovrappongono le estremità 3a, 3b per una profondità di circa 5-6mm per poi saldarle assieme.
In quest’ultimo caso, però, il materiale preferibile à ̈ l’acciaio AISI 430 TI, decisamente più caro rispetto al tradizionale AISI 430.
Inoltre, la saldatura implica un processo di alterazione strutturale del materiale metallico che si evidenzia principalmente con uno scurimento nella zona di saldatura. Per ovviare all’inconveniente oltretutto estetico, le stazioni di saldatura possono essere seguite da stazioni di decapaggio.
Per di più, la saldatura può far incorrere alla realizzazione di spruzzi di metallo, che se lasciati nel cestello finito, risultano deleteri per il bucato.
In ogni caso, per i cestelli 1 di tipo saldato, la zona di saldatura à ̈ la parte critica spesso soggetta a rotture per fatica.
Successivamente, il cestello 1 viene flangiato; come illustrato in figura 9 ed in figura 10 in questo caso due lembi circolari 8 vengono realizzati per mezzo di un’attrezzatura 104 dotata di più rulli formatori 104a, e che mette in rotazione l’involucro 3 attorno ad un asse Z, realizzando dei bordi (i lembi circolari 8, per l’appunto) di spessore tipicamente tra i 5 ed i 6 mm.
Tali lembi circolari 8 sono necessari per poter unire la prima e la seconda flangia 2, 4 con una ulteriore operazione detta di aggraffatura in rotazione.
Come illustrato in figura 11, l’aggraffatura per rotazione à ̈ effettuata da un’attrezzatura di aggraffatura per rotazione 105, che realizza l’unione di prima flangia 2, involucro 3 e seconda flangia 4.
Quindi il cestello 1 viene forato come illustrato in figura 12 per l’applicazione di viti o rivetti per l’unione di una crociera posteriore 9.
Infine vengono installati dei cunei, principalmente in materiale plastico, per la movimentazione del bucato. Tali cunei 9a sono fissati su rispettive forature nell’involucro 3, come rappresentato in figura 13.
Negli ultimi anni à ̈ stata utilizzata una tecnologia di deformazione dell’involucro 3, atta a deformarne radialmente la struttura. Tale tecnica, detta di espansione, deforma l’involucro 3 dall’interno verso l’esterno (figura 14) per la quasi totalità della sua superficie laterale. Nella fattispecie, in figura 14 à ̈ evidenziato come l’involucro 3 presenti una parte 3r di diametro incrementato, proprio a seguito dell’espansione. Questo permette di incrementare la capacità di carico del cestello (litraggio), mantenendo la stessa quantità di lamiera impiegata per la formazione dell’involucro 3.
Tale tecnica permette inoltre di non variare la forma e le dimensioni della prima e seconda flangia 2, 4, che rimangono pertanto costanti e permette altresì di ottenere una maggiore robustezza dell’involucro peraltro attraverso spessori di lamiera metallica 102 più ridotti (fino 0,4mm, al di sotto dei quali sostanzialmente tale tecnica non à ̈ applicabile).
Come illustrato in figura 15, l’espansione del cestello viene realizzata a cestello 1 completato (senza flangie), e pertanto già in forma circolare, con l’utilizzo di un mandrino espandibile 106, che viene installato all’interno dell’involucro 3 e che à ̈ dotato di una pluralità di settori 106a ,radialmente espandibili verso l’esterno.
Tale tecnica ha come svantaggio (figura 16):
- la formazione di antiestetiche rigature 104r sulla parete interna dell’involucro 3, in corrispondenza delle giunzioni dei settori 106a del mandrino 106;
- l’ovalizzazione dei fori 104f, dovuta all’estensione della lamiera metallica dell’involucro 3.
La tecnica dell’espansione necessita inoltre di una saldatura delle estremità 3a, 3b dell’involucro 3, in quanto l’aggraffatura non riuscirebbe a tenere aprendosi di conseguenza.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare un cestello di lavatrice il quale risolva almeno parzialmente gli inconvenienti sopra descritti e permetta una maggiore efficienza di produzione.
Scopo della presente invenzione à ̈ inoltre quello di descrivere un metodo di formazione di un cestello di lavatrice che risolva almeno parte degli inconvenienti sopra elencati
Secondo la presente invenzione viene realizzato un cestello di lavatrice come rivendicato nella rivendicazione numero 1.
Secondo la presente invenzione viene descritto un metodo di produzione di un cestello di lavatrice come rivendicato nella rivendicazione 8.
Ulteriori caratteristiche salienti del cestello di lavatrice e del metodo associato secondo la presente invenzione saranno chiarificate nelle rivendicazioni dipendenti.
Le ulteriori caratteristiche e vantaggi del cestello di lavatrice e del metodo di realizzazione associato risulteranno dalla descrizione qui di seguito riportata che rappresenta un esempio di forma di realizzazione preferito e non limitativo con riferimento ai disegni allegati.
Descrizione delle figure:
- la figura 1 illustra un cestello di lavatrice di tipo noto scomposto in alcune parti;
- la figura 2 illustra una linea di produzione di una flangia per cestello;
- la figura 3 illustra una linea di produzione di una flangia per cestello;
- la figura 4 illustra una linea di realizzazione di un involucro di cestello di lavatrice;
- la figura 5 illustra un involucro unito per le estremità;
- la figura 6, 7, 8 illustrano due estremità di un involucro unite secondo tecniche differenti;
- la figura 9 illustra un’attrezzatura per la realizzazione di una coppia di frangiature;
- la figura 10 illustra un dettaglio di parte del cestello noto a seguito dell’operazione illustrata in figura 9;
- la figura 11 illustra un’attrezzatura per aggraffatura;
- la figura 12 illustra un fissaggio di una crociera su una parte di cestello;
- la figura 13 illustra un fissaggio di un cuneo su parte del cestello;
- la figura 14 illustra un cestello noto con involucro espanso secondo una tecnica nota;
- la figura 15 illustra una macchina di espansione dell’involucro del cestello;
- la figura 16 illustra un particolare di un cestello espanso dotato di alcuni inconvenienti;
- la figura 17 illustra un cestello di lavatrice secondo la presente invenzione in una fase preestensione;
- la figura 18 illustra una attrezzatura di esecuzione di un particolare del cestello secondo la presente invenzione;
- la figura 19 illustra il cestello secondo la presente invenzione una volta espanso;
- la figura 20 e la figura 21 illustrano rispettivamente un’attrezzatura per l’esecuzione di forature su un cestello idroformato.
Descrizione dettagliata dell’invenzione.
La figura 17 illustra una forma di realizzazione esemplificativa del cestello di lavatrice secondo la presente invenzione.
In questo caso, come avviene per il cestello noto, il cestello 10 viene realizzato unendo tra loro tre suoi elementi principali che, come illustrato in figura 17, sono
- la prima flangia 20, di forma sostanzialmente circolare e dotata di foro centrale per il carico della biancheria; tale flangia 20 Ã ̈ denominata comunemente flangia anteriore);
- l'involucro 30 di contenimento della biancheria (denominato comunemente "involucro cesto" o “virola†);
- la seconda flangia 40 circolare dotata di imbutiture semiprofonde per il retroalloggiamento della crociera di rotazione (denominata comunemente "flangia posteriore").
Il materiale usato per la produzione dei tre elementi, à ̈ lamiera in acciaio inox ferritico AISI 430, generalmente con finitura superficiale lucida, tipicamente con grado 2B, di spessori variabili, compresi nella più parte dei casi, sebbene non sempre, tra 0.4 e 0.6 mm.
In alcuni casi, ove siano presenti saldature importanti tra gli elementi, si rende necessario l'utilizzo di acciaio inox AISI 430 TI, stabilizzato al titanio, che non risente della formazione di austenite alle alte temperature e la conseguente trasformazione di questa in martensite durante il raffreddamento; austenite e martensite sono causa di incrudimenti, criccature e cedimenti del giunto.
Lo svantaggio dell’utilizzo di questo materiale à ̈ relativo ai costi di approvvigionamento, che sono tipicamente più elevati rispetto a quelli del semplice acciaio inox AISI 430.
La prima e la seconda flangia 20, 40 sono ottenute, con passaggi in una pluralità di stampi su linee 100 di presse 101 alimentando una lamiera metallica 102 da una o più bobine 103.
Indipendentemente dai modelli di lavabiancheria, le flange 20, 40 presentano forme e caratteristiche piuttosto simili, con l’esclusione di imbutiture strutturali o estetiche – che possono presentare forme così come dimensioni diverse tra loro – e che assolvono il compito di permettere il passaggio dell’acqua entro il cestello.
Anche nel caso dell’involucro 30, l’alimentazione della lamiera metallica 102 nella rispettiva linea 100 di presse 101’’ avviene a partire da una bobina 103.
In questo caso à ̈ imperativo che le presse 101’’ non debbano realizzare fori nell’involucro 30, pena l’inapplicabilità dell’espansione secondo la presente tecnica innovativa, che verrà più in dettaglio di seguito descritta.
L’involucro 30 à ̈ quindi traslato su una linea di avvolgimento, che ne trasforma la forma da piana a circolare (sostanzialmente cilindrica) per mezzo di una dima di riferimento e di attuatori di riscontro.
La linea di avvolgimento, come illustrato nelle provvede all’unione dei lembi delle due estremità 30a, 30b dell’involucro 30 tramite un’operazione che può essere di aggraffatura, come illustrato o di saldatura, esattamente come avviene per il cestello di tipo tradizionale. Esattamente come avviene per l’arte nota, l’aggraffatura può presentare deformazione periodica, come illustrato in figura 8.
Il cestello 10 viene flangiato; come illustrato in figura 18 in questo caso due lembi circolari 80 vengono realizzati per mezzo di un’attrezzatura 104 dotata di più rulli formatori 104a, e che mette in rotazione l’involucro 30 attorno ad un asse Z, realizzando dei bordi (i lembi circolari 80, per l’appunto) di spessore tipicamente tra i 5 ed i 6 mm. Tali lembi circolari 80 sono necessari per poter unire la prima e la seconda flangia 20, 40 con una ulteriore operazione detta di aggraffatura in rotazione.
L’espansione del cestello 10, ed in dettaglio dell’involucro 30, sono effettuate attraverso un processo di idroformatura.
Sostanzialmente, una pressione idrodinamica viene applicata all’interno dell’involucro 30 allorché esso à ̈ contenuto in uno stampo di formatura, come illustrato in figura 19.
Per l’operazione di idroformatura si utilizza un liquido o fluido immesso da una condotta di immissione a bassa pressione 201 dell’attrezzatura di idroformatura 200, che à ̈ quindi in grado di contenere al suo interno almeno l’involucro 30 in condizioni isolate dall’ambiente esterno; il liquido impiegato per l’idroformatura à ̈ preferibilmente ma non limitatamente acqua o glicole in soluzione acquosa, o ancora acqua emulsionata con olii usati per lavorazione meccanica.
L’attrezzatura di idroformatura esercita sull’involucro 30 una pressione che oscilla tra i 100 ed i 400 bar, in base alle caratteristiche geometriche del prodotto finito, della sua superficie, del suo spessore e del tipo di materiale utilizzato.
L’attrezzatura per idroformatura 200 in dettaglio presenta un elemento inferiore 202, un cilindro di chiusura superiore 203, una coppia di chiusure laterali 204 del tipo a ginocchiera.
L’involucro in forma originale viene calettato sull’elemento inferiore 202, che à ̈ dotato di una parete verticale parallela alla parete dell’involucro 30; successivamente vengono chiuse le chiusure laterali 204 e il cilindro di chiusura superiore 203.
Ognuna delle chiusure laterali 204 presenta un recesso esterno 204a atto a contenere una barra di chiusura 205 ruotante attorno ad un rispettivo asse, che ne vincoli la possibilità di aprirsi verso l’esterno a seguito dell’applicazione di una pressione idrodinamica. Al loro interno, le chiusure laterali sono dotate di un recesso di espansione 204b, che ricalca in negativo la forma che dovrà assumere l’involucro 30 una volta espanso. L’involucro 30 comprenderà a fine espansione un’area 30r di diametro incrementato rispetto alla restante parte del cestello.
Il fluido in pressione viene immesso dietro la parete interna 30i dell’involucro 30, in modo tale che esso possa espandersi fino a raggiungere il contatto con la parete del recesso di espansione 204b.
L’effettivo raggiungimento delle pressioni di espansione sopra indicate à ̈ effettuato attraverso un attuatore ad alta pressione 206, sistemato in corrispondenza del cilindro di chiusura superiore.
Allorché l’involucro 30, si apre l’attrezzatura di idroformatura 200 e si procede con la realizzazione dei fori 90 di passaggio dell’acqua, per mezzo di una pluralità di stampi idonei a realizzare gli stessi.
Pertanto, i fori 90 non saranno più ovalizzati, ma presenteranno la consueta forma circolare che garantisce un migliore scorrimento dell’acqua.
Come illustrato in figura 20, un’attrezzatura 300 di realizzazione dei fori presenta una unità di esecuzione 310 dei fori 90 dotata di un manipolatore rotante 301, suscettibile di fare ruotare il cestello 10 attorno al proprio asse. Questo permette di mantenere distinte le due attrezzature di formazione dei fori e di idroformatura, e di mantenere inoltre le stesse più semplici rispetto a quanto si avrebbe con un’unica attrezzatura, sicuramente più complessa e costosa.
In una sua prima variante l’attrezzatura di idroformatura 200 permette la realizzazione di un involucro 30 di cestello 10 espanso radialmente su una forma cilindrica.
In una sua seconda variante, l’attrezzatura di idroformatura 200 permette anche la realizzazione dei cunei 93 di movimentazione della biancheria direttamente dal processo di idroformatura. In questo caso i recessi di espansione 204b non avranno una parete sostanzialmente planare, ma presenteranno degli elementi a rilievo di sezione triangolare smussata e protendentisi verso il centro dell’attrezzatura stessa, suscettibili di fare assumere alla lamiera deformata per effetto della pressione idrodinamica una forma con una pluralità di triangoli rivolti verso il centro del cestello 1. Pertanto, anche i cunei 93 si protenderanno verso l’interno del cestello 10.
Il vantaggio di applicare la tecnica dell’idroformatura su un cestello di lavatrice permette quindi di evitare la presenza di rigature di separazione dello stampo tipiche dell’espansione attraverso un mandrino espandibile.
Inoltre, non si hanno grippature interne che caratterizzano tipicamente il contatto tra il mandrino metallico di tipo noto e l’involucro.
L’assenza di attriti durante l’espansione, permette di ripartire in modo ottimizzato tutti gli sforzi di espansione su tutta la superficie interessata. Conseguentemente, il materiale à ̈ meno soggetto a sforzi di stiramento.
La presenza di una espansione per mezzo di idroformatura presenta inoltre la possibilità sinergistica di operare con spessori di lamiera metallica 102 più ridotti (ad esempio 0,3mm) e di utilizzare indifferentemente tanto l’acciaio AISI 430 standard, quanto la sua alternativa TI. Questo in quanto a differenza dell’espansione attraverso il mandrino di tipo noto, l’espansione mediante idroformatura à ̈ uniforme su tutta la superficie dell’involucro 30 sottoposta a dilatazione.
Inoltre, l’operazione di aggraffatura rinforzata può essere efficacemente impiegata al posto della saldatura, con conseguente annullamento di zone strutturalmente modificate a seguito della saldatura e sottoposte a rischio di rottura da stress per saldatura.
Questo in quanto attraverso l’idroformatura secondo la presente invenzione l’aggraffatura riesce a sostenere gli sforzi di deformazione e si adagia su una superficie calibrata.
Qualora l’attrezzatura di idroformatura 200 permetta anche la realizzazione dei cunei di movimentazione, ai vantaggi sopra descritti si combina anche una riduzione del costo complessivo di lavorazione, soprattutto in termini di fasi di lavorazione distinte.
Al cestello di lavatrice secondo la presente invenzione possono essere introdotte modifiche, varianti, aggiunte, ovvi per un tecnico del ramo, senza per questo fuoriusciva dall’ambito di tutela fornita dalle rivendicazioni annesse.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Cestello di lavatrice (10), comprendente un involucro (30) ed almeno una flangia (20, 40) ad esso associata; il cestello di lavatrice à ̈ caratterizzato dal fatto che il detto involucro (30) presenta sviluppo sostanzialmente cilindrico ed à ̈ idroformato.
  2. 2. Cestello secondo la rivendicazione precedente, in cui il detto involucro (30) presenta un’area (30r) di diametro incrementato.
  3. 3. Cestello secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente inoltre una pluralità di fori (90) di passaggio dell’acqua attraverso il detto involucro (30).
  4. 4. Cestello secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, comprendente inoltre una pluralità di cunei suscettibili di movimentare, durante la rotazione del cestello (10) stesso in uso, della biancheria ivi contenuta; i detti cunei essendo protendentisi verso l’interno del cestello stesso.
  5. 5. Cestello secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, in cui il detto involucro (30) à ̈ realizzato a partire da una lamiera metallica (102) e presenta delle estremità (30a, 30b) unite tra loro per fargli assumere una forma sostanzialmente circolare.
  6. 6. Cestello secondo la rivendicazione 5, in cui le estremità (30a, 30b) sono saldate tra loro o sono aggraffate tra loro.
  7. 7. Cestello secondo la rivendicazione 6, in cui l’aggraffatura presenta una deformazione periodica di irrigidimento.
  8. 8. Metodo di realizzazione di un cestello di lavatrice, il detto metodo comprendendo: - un passo di piegatura di un involucro (30) di un cestello (10) a partire da una lamiera metallica (102); e nel cui detto passo di piegatura una prima ed una seconda estremità (30a, 30b) del detto involucro vengono unite portando la detta lamiera metallica (102) da una superficie sostanzialmente planare a una superficie circolare; - un passo di unione del detto involucro (30) ad almeno una flangia (20, 40); il detto metodo essendo caratterizzato dal fatto di comprendere un passo preventivo di espansione del detto involucro (30) mediante idroformatura e dal fatto di comprendere un seguente passo di formazione di passaggi (90) per l’acqua sul detto involucro (30).
  9. 9. Metodo secondo la rivendicazione 8, in cui il detto passo di espansione à ̈ eseguito all’interno di un’attrezzatura di idroformatura (200) avente una struttura interna suscettibile di contenere almeno il detto involucro (30) in condizioni isolate dall’ambiente esterno, per mezzo di applicazione di una pressione idrodinamica di un fluido su una parete interna (30a) del detto involucro (30).
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione 9, in cui il detto passo di espansione causa un’azione di dilatazione uniforme su tutta la parte dell’involucro (30) soggetta ad espansione.
  11. 11. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 8-9, in cui nel medesimo passo di espansione, una pluralità di elementi a rilievo presenti in chiusure laterali (204) della detta attrezzatura di idroformatura (200), eseguono una formazione di cunei suscettibili di movimentare, durante la rotazione del cestello (10) stesso in uso, della biancheria ivi contenuta.
  12. 12. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 9-11, in cui il detto passo di espansione à ̈ eseguito mediante l’iniezione all’interno dell’attrezzatura di idroformatura, di un fluido contenente almeno in parte glicole o olio; il detto passo di espansione del detto involucro (30) essendo eseguito con pressioni del detto fluido nell’ordine tra 100 e 400 bar, esercitate da un attuatore ad alta pressione (206).
  13. 13. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 8-12, in cui la detta unione delle dette estremità (30a, 30b) avviene con un passo selezionato tra una aggraffatura o una saldatura.
  14. 14. Metodo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 8-13, in cui il detto cestello (10) Ã ̈ realizzato almeno in parte con acciaio AISI 430 con spessore di almeno 0,3mm.
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