ITTO20001056A1 - Dispositivo implantare per protesi dentali. - Google Patents

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Description

La presente invenzione riguarda un dispositivo impiantare, applicabile all'osso mascellare per supporto di protesi dentali.
La moderna implantologia osteointegrata ha portato certamente una utile rivoluzione nella pratica odontoiatrica, permettendo ad un numero di pazienti ben maggiore che in passato di beneficiare di una protesizzazione fissa prima impensabile, con una predicibilità di successi operatori dell'ordine del 98%.
Vi è però una larga fascia di popolazione che non può beneficiare di queste metodiche operative perché priva dei requisiti anatomici i per recepire i moderni impianti osteointegrati. Fra tali impedimenti sono, per esempio, atrofie ossee non necessariamente gravi o gravissime, o la presenza di seni mascellari voluminosi che riducono lo spessore osseo mascellare superiore utilizzabile a fini implantari, o ancora, nel caso dell'osso mascellare inferiore, una collocazione del nervo alveolare troppo vicina alla superficie, con identico effetto. In tutti questi casi è impossibile collocare impianti in titanio se non ricorrendo a complesse e costose pratiche di osteorigenerazione associate a prelievi di osso autologo in distretti anatomici anche lontani dalla sede che deve recepire l'impianto (vedi cresta iliaca o perone, etc.).
A tali impedimenti di natura anatomica si aggiungono gli alti costi dell'impianto tradizionale, che escludono di fatto ampie fasce della popolazione dai benefici dell'implantologia dentale.
Il numero e l'entità degli interventi di chirurgia necessari per raggiungere lo scopo finale, senza contare alti costi, lunghi tempi di attesa, scoraggiano molti possibili pazienti dall 'intraprendere questa strada. Scopo principale della presente invenzione è quindi di realizzare un dispositivo impiantare che risolva questi casi critici in una sola fase chirurgica, a costi contenuti, permettendo in tempi brevi l'allestimento di una idonea protesi fissa, senza ricorrere a complicate manovre chirurgiche di osteorigenerazione.
Più specificamente, l'invenzione si propone lo scopo di realizzare un dispositivo impiantare che possa essere impiantato anche in situazioni in cui non è possibile, per scarsezza di tessuto osseo, per vicinanza di organi vulnerabili o per altri motivi, incidere l'osso del paziente nella profondità richiesta per impianti convenzionali, quali lame di Linkow o viti di titanio.
Un altro scopo è di realizzare un dispositivo impiantare che possa essere impiantato con procedure chirurgiche meno critiche di quelle tradizionali e che, a parità di perizia del chirurgo, siano quindi meno soggette a errori o difetti di esecuzione.
Ancora un altro scopo è di realizzare un dispositivo impiantare che possa essere impiantato in modo più rapido di quelli tradizionali, e più specificamente che consenta di eseguire l'intera procedura operativa di apertura del lembo mucoperiosteo, scoprimento dell'osso, incisione dell'osso, inserimento del dispositivo, sutura del lembo, ed eventuale applicazione di protesi provvisoria in un'unica seduta.
Ancora un altro scopo dell'invenzione è di realizzare un dispositivo impiantare che permetta di eseguire impianti a costi minori degli impianti tradizionali.
L'invenzione raggiunge i suddetti e altri scopi e vantaggi, quali risulteranno dalla descrizione dettagliata che segue, con un dispositivo impiantare per protesi dentali avente le caratteristiche definite nella rivendicazione 1.
Le rivendicazioni subordinate definiscono altre caratteristiche vantaggiose dell'invenzione.
Le caratteristiche, le finalità e i vantaggi dell'invenzione risulteranno più chiaramente dalla seguente descrizione dettagliata, facente riferimento ai disegni allegati, dati a titolo di esempio non limitativo, e nei quali:
la Fig. 1 è una vista laterale, in scala ingrandita, di un dispositivo impiantare secondo una realizzazione preferita dell'invenzione;
la Fig. 2 è una vista frontale del dispositivo impiantare della Fig. 1; la Fig. 3 è una vista laterale obliqua dal basso del dispositivo impiantare della Fig. 1;
la Fig. 4 è una vista in prospettiva di una maschera per rilevamento del morso usata nel corso della procedura d'impianto del dispositivo impiantare dell'invenzione;
la Fig. 5 è una vista schematizzata di un rilevamento radiografico eseguito su un paziente mediante la maschera della Fig. 4;
la Fig. 6 è una vista in prospettiva di una dima chirurgica usata nella procedura d'impianto del dispositivo impiantare dell'invenzione;
la Fig. 7 è una vista in prospettiva di un osso mandibolare su cui è applicata la dima della Fig. 6;
la Fig. 8 è una vista in sezione trasversale dell'osso mandibolare della Fig. 7 durante una fase deH'incisione di un solco per l'applicazione del dispositivo impiantare dell'invenzione;
la Fig. 9 è una vista in prospettiva dell'osso mandibolare della Fig. 7, su cui è applicata in posizione definitiva il dispositivo impiantare delle Figg. 1-3; e
la Fig. 10 è una vista in sezione trasversale di un osso mandibolare con dispositivo impiantare e protesi.
L'invenzione prevede l'impiego di un dispositivo impiantare di titanio, illustrato nelle Figg. 1-3, costituito da un mantello laminare 10 a forma di sella, da una costola laminare 12, unita di pezzo al lato inferiore del mantello 10 perpendicolarmente lungo la sua cresta, e da due monconi cilindrici 14 che si ergono dal mantello 10 sul lato superiore in allineamento colla costola 12. Sia il mantello 10 che la costola 12 sono fittamente perforati a nido d'ape con forellini rotondi quali 16. Lo spessore medio sia del mantello 10 che della costola 12 è preferibilmente di 0,6 mm, e i forellini 16 hanno un diametro preferito di 2 mm. La costola 12 si estende preferibilmente per l'intera lunghezza del mantello 10, con un'altezza media preferita di 4 mm, benché l'altezza non sia necessariamente costante, ma possa invece subire variazioni, eventualmente anche annullandosi localmente, come si spiegherà meglio nel seguito.
Il dispositivo è realizzato su misura per lo specificò paziente e per la specifica zona di osso mascellare bisognosa di protesi, in forma e dimensioni tali che la faccia inferiore del mantello 10 sposi perfettamente la superficie dell'osso e che la costola 12 sia conformata per inserirsi in accoppiamento preciso in un solco praticato dal dentista nell'osso. Si descriverà nel seguito la miglior procedura attualmente messa a punto dall'inventore sia per la costruzione del dispositivo delle Fig. 1-3, sia per il suo impiego.
Per eseguire rimpianto con massimo vantaggio di costo dell'intervento e di sicurezza e comodità del paziente, l'invenzione prevede quindi che il paziente venga sottoposto dapprima a una radiografia panoramica dentale e a una TAC con apparecchio TC spirale, per ricavare dati geometrici sulla mascella del paziente che, mediante opportuna elaborazione numerica dei dati, permettano la costruzione di un modello stereolitografico dell'osso mascellare in resina trasparente, costituente una esatta replica tridimensionale del mascellare superiore e/o inferiore del paziente, su cui potranno essere eseguite prove e misure equivalenti a prove o misure che venissero eseguite direttamente sull'osso mascellare del paziente. La realizzazione del modello stereolitografico a partire dai dati geometrici di partenza è oggi eseguibile in modo largamente automatizzato mediante sinterizzazione selettiva di polvere termoplastica, come noto per esempio dal brevetto europeo EP 287 657.
Il modello stereolitografico rappresenta completamente la sola geometria dell'osso mascellare, e pertanto, per disporre di dati geometrici adeguati anche sulla mucosa e sulla registrazione occlusale del paziente, preliminarmente all'intervento chirurgico, l'invenzione prevede che il paziente esegua una prova su vallo in cera (registration bite) incorporando nel vallo in cera opportuni profili radiopachi. A tale scopo, con riferimento alla Fig. 4, su un calco di studio in gesso convenzionale (non illustrato) della mascella del paziente si appronta una maschera di rilevamento trasparente in resina acrilica, atta a poggiare in posizione prestabilita sulla mascella, e costituita da un ponte 20 che, attraversando la zona linguale dietro gli incisivi, collega di pezzo due selle 22, 24, poggianti sulle zone edentule, e recanti rispettivi valli in cera convenzionali 26 e 28. Sul pavimento della maschera di rilevamento, al di sotto di ciascuno dei valli 26 e 28, e quindi praticamente a contatto colla mucosa crestaie della zona edentula, è disteso un primo sottile filo di metallo duttile e plastico 30, e un secondo identico filo 32 è disteso sulla superficie occlusale del vallo, per fungere da profili radiopachi.
La maschera 20-22-24 viene inserita in posizione nella bocca del paziente, il quale chiude poi la mascella per effettuare la registrazione occlusale. A registrazione effettuata, viene eseguita una piccola radiografia endorale montata su un puntatore (non illustrato), per ottenere un'immagine simile alla Fig. 5, nella quale i due fili 30 e 32 rappresentano rispettivamente il profilo e la mappatura costante dei tessuti molli rispetto all'osso 34 e la superficie occlusale antagonista. Si può pertanto stabilire a priori la dimensione verticale dei monconi 14 e, grazie all'impronta sul vallo, anche la loro ideale collocazione e inclinazione ai fini protesici, come apparirà evidente all'esperto nel ramo.
Si realizza ora un modello in cera della struttura impiantare. Sul modello stereolitografico si segna, con un marcatore indelebile quale un pennarello, la traccia del solco chirurgico che deve ospitare la costola verticale. Con opportuna fresa circolare seghettata di diametro 10 mm, spessore 0,5 mm, e profondità di taglio 4 mm, montata su contrangolo, si effettua l'incisione crestaie sulla resina con raffreddamento ad acqua. Si ripassa nel solco con una fresa uguale ma con spessore 0,6 mm. Dopo aver cosparso il solco con liquido isolante, si inserisce nel solco una striscia di cera calibrata a nido d'ape di spessore 0,6 mm (di impiego comune nell 'odoto tecnica e disponibile in commercio) e la si taglia delicatamente con una lama sottile lungo la sua emergenza crestaie.
Si disegna ora con un pennarello o altro marcatore il contorno periferico della sella: l'estensione deve essere la massima possibile, compatibilmente con i limiti anatomici imposti dalla estensione del lembo e dagli eventuali ostacoli come ad esempio l'emergenza del nervo alveolare inferiore della mandibola. Cosparsa la zona di isolante, vi si depone e si adatta un rettangolo di cera calibrata a nido d'ape di spessore 0,6 mm e la si salda a caldo con la costola sottostante, otturando anche i forellini adiacenti alla costola, per motivi che si spiegheranno nel seguito. Si taglia poi il contorno periferico con una lama sottile, si collocano quindi i monconi verticali in cera, modellati opportunamente, nei siti e con gli assi predefiniti, e li si salda a caldo sulla sella, per ottenere così un modello in cera del dispositivo impiantare secondo l'invenzione, pronto per la fusione in titanio, che porta alla realizzazione di un dispositivo impiantare del tipo illustrato nelle Figg. 1-3, ma perfettamente adattato alla geometria e alle condizioni specifiche della zona edentula dell'osso mascellare del paziente.
Per agevolare e rendere più preciso l'intervento chirurgico sull'osso mascellare, l'invenzione prevede anche l'impiego di una dima in titanio, che consenta di replicare esattamente in bocca il taglio crestaie operato sul modello di resina. A tale scopo si realizza un modello in cera della dima, adattando un foglio di cera intera calibrata di 0,6 mm sul modello già marcato con il pennarello. Come si spiegherà meglio nel seguito, la funzione della dima è solo di guidare con precisione lo strumento da taglio, pertanto la sua superficie totale nel senso della larghezza può essere ricavata ritagliandone i bordi ben dentro l'area delimitata dal pennarello per il dispositivo impiantare: è necessario invece incidere a caldo con una spatola da cera lungo il taglio crestaie, liberandolo compietamente. Come illustrato nella Fig. 6, dal modello in cera così realizzato si ottiene per fusione una dima 36 in titanio laminare, a forma di sella, atta a sposare perfettamente il modello stereolitografico (non illustrato) nella zona edentula (e quindi, in seguito, l'osso mascellare stesso) e avente una feritoia 38 che corrispónde al taglio fresato sopra descritto.
Sulla base del dispositivo impiantare realizzato e dei dati ricavabili dal rilevamento radiografico della Fig. 5, si realizzano poi sia una protesi fissa provvisoria armata in resina cotta, sia una protesi definitiva, per esempio ceramica, mediante tecniche note e quindi qui non descritte.
Si procede ora alla fase chirurgica, avendo già a disposizione il dispositivo impiantare, la dima chirurgica e la protesi provvisoria e/o definitiva, preventivamente realizzati su misura in base al modello stereolitografico. A titolo d'esempio, e con riferimento alla Fig. 7, si suppone che l'impianto debba essere fatto su un osso mascellare inferiore 40, raffigurato schematicamente, nel quale è pure illustrato a linee tratteggiate il relativo nervo alveolare 42, e il suo punto d'emergenza 44.
Il dentista procede all'intervento in anestesia locale e, , come illustrato nella Fig. 7, inizia coll'apertura del lembo mucoperiosteo 45 nella zona edentula. Questo deve essere a tutto spessore, esteso il più possibile, per liberare completamente un'area che permetta il corretto e agevole posizionamento della dima 36 sulla zona edentula dell'osso mandibolare. Preferibilmente si assicura la stabilità della dima fissandola all'osso corticale con una o due viti d'osteosintesi di lunghezza adeguata. Facendo ora riferimento alla Fig. 8, si applica poi all'osso mascellare 40, attraverso la feritoia 38 nella dima 36, una fresa seghettata 46 di spessore 0,5 mm, come già usata sul modello stereolitografico, con velocità di circa 1000 RPM e costante raffreddamento con soluzione fisiologica. Con lenti movimenti "avanti e indietro" lungo la feritoia della dima, si incide delicatamente sull'osso senza forzare, lasciando lavorare la fresa sia in profondità che in senso longitudinale. Rimossa dall'osso la dima 36, si ripete la manovra descritta usando una fresa da 0,6 mm per rifinire il solco.
Si adagia ora sull'osso il dispositivo impiantare a sella, provandone l’adattabilità, posizionando la costola a contatto con il solco aperto nella cresta ossea. E' necessario che la costola non sia in accoppiamento libero nel solco, bensì in accoppiamento preciso o lievemente forzato, e se necessario dovrà essere inserita a forza con piccoli colpi di martelletto portati sui monconi. Se sussistono dubbi sulla stabilità primaria della sella nella sua sede, allora è necessario ancorarla con due viti di osteosintesi, poste una vestibolarmente e l’altra sul versante linguale o palatale. La Fig. 9 rappresenta in prospettiva l'osso mandibolare munito di dispositivo impiantare secondo l'invenzione, e la Fig. 10 rappresenta lo stesso osso in sezione trasversale, con protesi 48 montata sul moncone. Col dispositivo impiantare in sede, si procede alla sutura del lembo chirurgico, avendo cura di effettuare le opportune incisioni di scarico nei siti di emergenza dei monconi verticali per consentire alla mucosa di posizionarsi adeguatamente e senza tensioni attorno ad essi.
Si può poi collocare in situ la protesi fissa provvisoria immediatamente dopo aver ultimato la sutura, ove non sussistano evidenti indicazioni contrarie quali edemi, emorragie, grossolane interferenze occlusali non eliminabili al momento, o scarsa stabilità iniziale dell'impianto.
Dopo un opportuno intervallo d'attesa, tale da permettere all'osso di integrarsi al dispositivo impiantato, crescendo attraverso i fori della costola 12 ed eventualmente riempiendo anche i fori del mantello 10, si potrà collocare sui monconi la protesi fìssa definitiva. L'otturazione dei fori sovrastanti la costola impedisce al tessuto connettivo di infiltrarsi ostacolando l'ossificazione. Tale intervallo di attesa può variare da caso a caso secondo la valutazione dell'operatore.
Come apparirà evidente all'esperto nel ramo, la costola dell'impianto descritto viene progressivamente integrata e ancorata nell'osso, ma le forze a cui 1'impianto è sottoposto durante la masticazione verranno scaricate in massima parte sulla mascella attraverso il mantello a sella: per questo motivo è sufficiente una piccola penetrazione della costola nell'osso, a differenza delle penetrazioni di oltre 1 cm che si rendono necessarie cogli impianti tradizionali. Al tempo stesso, la struttura reticolare del mantello a sella permette al periostio di ricomporsi efficacemente dopo l'intervento.
Si apprezzerà inoltre che, una volta effettuato il rilevamento radiografico e tomografico, il dentista interviene sul paziente in un'unica seduta chirurgica di esecuzione semplice ed essenzialmente esente da necessità di valutazioni e decisioni da prendere sul momento, con conseguente drastica riduzione del rischio di errori o incidenti. La procedura risulta anche meno gravosa per il paziente.
Si è descritta la realizzazione attualmente preferita dell'invenzione e del modo attualmente ritenuto migliore per metterla in pratica, ma sono possibili numerose varianti nell'ambito deH'idea inventiva. E' naturalmente prevedibile che possano essere variate le dimensioni delle parti, i diametri e le forme dei fori nel mantello e nella costola (che potrebbero per esempio essere ellittici o esagonali), e la costola stessa potrebbe anche essere discontinua e di altezza variabile a seconda dei limiti imposti dall'anatomia locale, o addirittura potrebbe essere sostituita da una serie di pioli o linguette. Anche i monconi potrebbero essere sostituiti da altri tipi di supporti, per esempio sedi filettate per l'applicazione successiva di colonnette a vite, come apparirà evidente all'esperto nel ramo.
Anche le modalità procedurali descritte per la messa in opera del dispositivo dell'invenzione possono variare, sia per ciò che riguarda la realizzazione del modello stereolitografico, che potrebbe essere ottenuto con altre tecniche, sia per ciò che riguarda l'uso di attrezzi accessori quali la dima o l'uso del vallo in cera, che potrebbero essere diversamente realizzati o sostituiti da altri accorgimenti. E' anche prevedibile che il dispositivo impiantare, come pure la dima, possano essere realizzati, con le tecniche di sinterizzazione selettiva sopra menzionate o con altre tecniche, direttamente a partire dai dati geometrici fomiti dai rilevamenti tomografici, senza necessità di fabbricare materialmente un modello stereolitografico intermedio.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo impiantare da installare in una zona edentula di un osso mascellare di un paziente per supportare una protesi dentale fissa, caratterizzato dal fatto di comprendere: un mantello laminare di titanio a forma di sella (10) conformato per sposare perfettamente detta zona edentula dell'osso mascellare; almeno una sporgenza d'ancoraggio endosseo (12), pure di titanio, solidale col mantello a sella, aggettante perpendicolarmente dal suo lato inferiore lungo la sua cresta, e atta ad inserirsi in almeno una corrispondente cavità incisa nell'osso mascellare; e almeno un supporto di titanio (14) per protesi dentale, solidale col mantello lungo la sua cresta.
  2. 2. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto mantello (10) ha uno spessore medio di circa 0,6 mm.
  3. 3. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detto mantello (10) è fittamente perforato a nido d'ape.
  4. 4. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto mantello (10) è perforato con fori circolari.
  5. 5. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detti fori circolari hanno un diametro di circa 2 mm.
  6. 6. Dispositivo impiantare secondo una delle rivendicazione 1-5, caratterizzato dal fatto che detta sporgenza è una costola sottile (12) estendentesi sostanzialmente lungo l'intera cresta del mantello (10).
  7. 7. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta costola (12) ha un'altezza media di circa 4 mm.
  8. 8. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 6 o 7, caratterizzato dal fatto che detta costola (12) è fittamente perforata trasversalmente.
  9. 9. Dispositivo impiantare secondo una delle rivendicazioni 1-8, caratterizzato dal fatto che detto supporto per protesi è costituito da almeno un moncone (14) sporgente verso l'alto dalla cresta del mantello in forma di colonnetta.
  10. 10. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che comprende almeno due di detti monconi (14).
  11. 11. Dispositivo impiantare secondo una delle rivendicazioni 1-10, caratterizzato dal fatto che l'intero dispositivo è ottenuto per monofusione.
  12. 12. Dispositivo impiantare secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che il dispositivo è ottenuto per monofusione a partire da un modello in cera.
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