ITTN20000011A1 - Sistema manuale sicuro ed igienico complementare chiuso per il travaso di liquidi da un recipiente all'altro senza il contatto dell'uomo con - Google Patents

Sistema manuale sicuro ed igienico complementare chiuso per il travaso di liquidi da un recipiente all'altro senza il contatto dell'uomo con Download PDF

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ITTN20000011A1
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Vincenzo Vitalone
Andrea Lotti
Massimo Gottardi
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Comedical Srl
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Description

TITOLO: SISTEMA MANUALE, SICURO ED IGIENICO, COMPLETAMENTE CHIUSO, PR IL TRAVASO DI LIQUIDI DA UN RECIPIENTE ALL’ALTRO, SENZA IL CONTATTO DELL’UOMO CON I LIQUIDI STESSI.
D E S C R I Z I O N E
Campo di applicazione
La presente invenzione si riferisce ad un sistema manuale, sicuro ed igienico, completamente chiuso, per il travaso di liquidi da un recipiente all’altro senza il contatto dell’uomo con i liquidi stessi.
Il sistema è da utilizzarsi quando si ha a che fare con liquidi infetti, nocivi, tossici e comunque ove non si desideri il contatto tra l’uomo (le mani in particolare) ed i liquidi in questione.
Più specificatamente questa invenzione è da applicarsi nel campo delle analisi su liquidi biologici presso i centri prelievo, i reparti ospedalieri e i laboratori di analisi dove il liquido in questione è l’urina che viene emessa dai pazienti, manipolata dal personale infermieristico ed infine analizzata dal personale tecnico di laboratorio.
L’urina è un liquido di colore generalmente giallo paglierino che rappresenta il liquido filtrato dalle membrane dei reni e che l’uomo espelle nella quantità di circa 1-1,5 litri al giorno. L’ispezione delle urine a scopo diagnostico è stata praticata per secoli e probabilmente rappresenta il più vecchio procedimento di laboratorio usato oggi in medicina. Le condizioni di nutrizione, lo stato di salute e le capacità del rene a selezionare le sostanze contenute nel sangue sono i principali fattori che condizionano la composizione deN’urina.
Tutt’oggi suH’urina vengono eseguite analisi diversificate per la ricerca di varie patologie: le più comuni sono quella del completo urine (peso specifico, pH, proteine, zuccheri, ecc.) e dell’urinocultura (esame microbiologico) per poi arrivare ad altri accertamenti riguardanti il campo chimico clinico (dosaggio catecolamine, idrossiprolina, rame, ferro, ecc.), il campo della medicina del lavoro (controllo su indicatori biologici deH’assorbimento di sostanze pericolose) e della tossicologia (droghe d'abuso, intossicazioni da farmaci, ecc.).
L’urina, come tutti gli altri liquidi biologici, è un mezzo di trasmissione di numerose malattie (svariati virus, epatiti, funghi, batteri, ecc.) ed è dunque alla luce di tutto questo, un liquido biologico potenzialmente sempre infetto; è pertanto necessaria la manipolazione con cura ed addirittura l’eliminazione del contatto fisico da parte degli operatori (infermieri, tecnici di laboratorio, ecc.).
Stato della tecnica
Lo stato della tecnica, anteriore alla presente invenzione, prevede che il paziente, sia esso ricoverato nei reparti ospedalieri o un privato che si reca ad un centro prelievi, emetta l’urina all’interno di opportuni recipienti cilindrici o conici trasparenti (barattoli), generalmente costruiti in polipropilene o polistirolo, delle dimensioni di circa 60 mm di diametro e 90 mm di altezza opportunamente chiusi con tappo a vite. Successivamente si rende necessaria una operazione di travaso deH’urina in un recipiente di dimensioni più piccole (provetta da 16 mm di diametro e 100 mm di altezza) per facilitare il trasporto dei campioni dai centri prelievo o dai reparti ospedalieri ai laboratori di analisi o comunque per avvantaggiare il lavoro del laboratorista che per esigenze delle strumentazioni in automatico deve operare obbligatoriamente con le suddette provette (chiamate anche "tubi primari”).
Il travaso può essere richiesto al paziente stesso, al personale infermieristico dei centri prelievo e dei reparti ospedalieri oppure in ultima istanza al tecnico di laboratorio qualora gli pervenisse l’urina ancora nel recipiente iniziale (barattolo).
Tale operazione viene svolta manualmente dal paziente o dal personale infermieristico stappando la provetta ed il barattolo e travasando sommariamente parte deH’urina all’interno della provetta stessa. Tutto ciò risulta di enorme difficoltà visto il diametro molto pìccolo della provetta rispetto a quello del barattolo. Non solo, ma il travaso fatto in questo modo porta a spandere parte dell’urina al di fuori della provetta sporcandone le pareti esterne, ma soprattutto sporcando ed “infettando” le mani di chi opera il travaso e di conseguenza anche il luogo dove lo si esegue. A questo punto le pareti esterne delle provette vengono asciugate più o meno bene, ma sempre con sufficienza, con della semplice carta ed è chiaro che chiunque poi le manipolerà si troverà a mettere le mani su superfici inquinate ed infette.
Se il travaso viene effettuato dal tecnico di laboratorio, costui può operare manualmente come sopra oppure con l'ausilio di mezzi di aspirazione comunemente usati in laboratorio; in quest’ultimo caso l'operazione richiede l’apertura del barattolo, che generalmente si accompagna con spandimento deH’urina sul tavolo di lavoro, l’utilizzo di una pipetta collegata ad un aspiratore per prelevare parte dell’urina e travasarla dunque in una provetta che poi verrà tappata.
In tutti i casi esposti l’operazione è quindi disagevole, pericolosa (considerato che l’unico mezzo di protezione sono, quando vengono usati, i guanti) ed oltretutto dispendiosa in termini di costi, quando si usa la pipetta col sistema di aspirazione, ed in termini di tempo lavoro per il personale infermieristico e laboratoristico quando, come spesso accade, si debbano travasare un numero elevato di campioni. Addirittura, in questo ambito, non è da sottovalutare l'aspetto riguardante la possibilità concreta di uno scambio di campioni nell’operazione di travaso visto che il barattolo iniziale e la corrispondente provetta sono due corpi separati e ben distinti ed è quindi “facile" il travaso nella provetta sbagliata; lo scambio di campioni è infatti riportato statisticamente come uno degli errori più frequenti e grossolani in questo campo. Non solo, ma operando il travaso con in contenitori aperti si rischia di inquinare accidentalmente i recipienti con acqua o sapone nel caso del paziente, che può essere una persona anziana non molto attenta, ed addirittura con piccole quantità delle altre urine quando il travaso sia effettuato dal personale infermieristico o laboratoristico.
In ultima analisi il travaso operato come prevede io stato attuale della tecnica risulta dunque disagevole, inadeguato per i modi, pericoloso per la salute di chi lo esegue, dispendioso ed anche molto rischioso per la possibilità dello scambio e dell'inquinamento dei campioni con conseguente danno per l’utente.
Presentazione dell’invenzione
Lo scopo della presente invenzione è quello di ovviare agli inconvenienti dello stato attuale della tecnica migliorando l'operazione di travaso sotto tutti gli aspetti.
Secondo la presente invenzione ciò è possibile con un sistema manuale, sicuro ed igienico, completamente chiuso, per il travaso di liquidi da un recipiente all’altro senza il contatto dell’uomo con i liquidi stessi.
Il sistema prevede due recipienti chiusi che collegati tramite un tubicino costituiscono inizialmente un corpo unico. Il liquido da travasare, per esempio urina, immesso nel recipiente principale viene travasato nell’altro recipiente attraverso il tubicino inclinando manualmente il sistema intero ed operando una leggera pressione sulle pareti del recipiente principale. Staccando poi i due recipienti è stato ottenuto il passaggio di una parte o di tutto il liquido da un recipiente all’altro senza essere venuti a contatto diretto del liquido stesso.
Breve descrizione delle Figure
La TAV. 1 rappresenta il sistema di partenza.
La TAV. 2 rappresenta una visione frontale ed in pianta del sistema di partenza.
La TAV. 3 rappresenta la fase di immissione del liquido nel recipiente primario.
La TAV. 4 rappresenta la fase di passaggio del liquido da un recipiente all’altro.
La TAV. 5 rappresenta lo stato del sistema immediatamente successivo al travaso.
La TAV. 6 rappresenta il distacco dei due recipienti senza alcun spargimento di liquidi.
Descrizione dettagliata dell’applicazione del sistema La TAV. 1 descrive appunto dettagliatamente il sistema di partenza. “A" è il recipiente cilindrico principale (barattolo) che nel caso della presente invenzione ha dimensioni preferibilmente di circa 60 mm di diametro e 100 mm di altezza, è costruito preferibilmente in polipropilene ed è opportunamente chiuso dal tappo a vite “A1 “A” è collegato al recipiente "B" (provetta preferibilmente delle dimensioni di 16 mm di diametro e 100 mm di altezza) tramite il tubicino “C”, del diametro interno preferibilmente di circa 5 mm, della lunghezza preferibilmente di circa 6 mm e posizionato preferibilmente poco al di sotto del bordo superiore di “A”. “C" costituisce un corpo unico con “A” mentre con la “B” è collegato con una saldatura zigrinata “C1” tale da permettere, in una successiva fase, il distacco di "A” da “B” con la rottura proprio della “C1” stessa. Inoltre è previsto preferibilmente il collegamento “A4” costituito da un filetto in plastica che favorisce il mantenimento dell’unione di “A” con “B” ma allo stesso tempo è anche molto fragile e facile da rompere nel momento in cui si desideri operare il loro distacco. Ad “A" è preferibilmente collegato, tramite un filetto in plastica "A2”, un tappo “A3” delle dimensioni opportune per chiudere “C” che risulterà aperto quando “A” verrà staccato da “B” con la rottura di “C1”. “B" è la classica provetta da laboratorio, costruita preferibilmente in polipropilene, detta anche tubo primario, che può avere il fondo conico o rotondo; è provvista di un foro “B2”, del diametro di circa 2 mm, che permette il passaggio deiraria durante l’operazione di travaso. Inoltre “B” è chiuso dal tappo “ΒΓ, anche se questo non è completamente abbassato perché inizialmente non deve ostruire né “C" né “B2”.
La TAV. 2 illustra una veduta di fronte ed in pianta del sistema nel suo complesso.
Il paziente che userà il sistema secondo la presente invenzione per il prelievo d’urina, aprirà “A” svitando “A1”, emetterà una sufficiente quantità di urina all’interno di questo e quindi lo richiuderà con lo stesso “ΑΓ; tale operazione è comunemente eseguita anche nello stato attuale della tecnica ed è raffigurata nella TAV 3.
A questo punto, l’obbligatoria operazione di travaso deH’urina da “A” a “B” può essere effettuata, come spiegato in precedenza, dal paziente stesso che ha emesso l’urina, dal personale infermieristico o dal personale di laboratorio.
L’operazione di travaso, raffigurata in TAV. 4, prevede l'inclinazione del sistema in modo tale da permettere il passaggio deH’urina da “A” a “B” attraverso “C”; tale passaggio è favorito anche da una leggera pressione esercitata con le dita sulle pareti di “A”. “B” viene riempito fino al livello desiderato che comunque non deve superare il livello di “C”.
Terminata tale operazione si riporta quindi il sistema in posizione verticale (iniziale) ed il tutto si configura come da TAV. 5.
A questo punto chi opera il travaso provvederà a tappare definitivamente “B" con completo abbassamento di “Β1 ed a staccarlo da “A” rompendo, con una leggera torsione, sia “C1” che “A4”; “B” è quindi pronto per essere trasportato con semplicità e comodità viste le sue dimensioni presso i laboratori che lo utilizzeranno secondo le procedure analitiche (mescolamento, centrifugazione, analisi diretta, ecc.). Infine “A" può essere eliminato tra i rifiuti oppure, qualora ve ne fosse la necessità, conservato e/o spedito anch’esso al laboratorio con chiusura di “C” con “A3”. Questa fase di distacco, chiusura definitiva e predisposizione al trasporto e/o analisi dei due recipienti è raffigurata in TAV. 6.
E’ stato così condotto il travaso di urina da un contenitore primario (barattolo “A”) al contenitore da usare in laboratorio (provetta “B”) in condizioni di assoluta sicurezza sia per quanto riguarda l'igiene ed il connesso rischio biologico, sia per quanto riguarda il rischio dello scambio di campioni e l'inquinamento dei recipienti o dei campioni stessi. Infatti l’operazione condotta con il sistema secondo la presente invenzione garantisce un travaso privo del contatto diretto dell’urina con l’uomo (le mani in particolare) e l’ambiente (banco di lavoro, pavimento, lavandini) proprio grazie al fatto che si opera con recipienti chiusi. L’operazione nel suo complesso risulta agevole, semplice, pratica e consente a chi deve effettuare numerosi travasi, come il personale infermieristico e laboratoristico, anche un grande risparmio in termini di costi (si evita di usare le pipette con i sistemi di aspirazione) e soprattutto in termini di tempo-lavoro. In questo ambito riveste grande importanza il vantaggio dato da questo sistema in merito alla garanzia della assoluta appartenenza del contenuto della provetta al paziente che ha emesso l’urina nel recipiente primario corrispondente, grazie proprio alla natura (composizione) del sistema che rende un corpo unico i due recipienti. Infine, ma non per ultimo, grazie al fatto che i recipienti sono chiusi si ha il vantaggio di eliminare la possibile adulterazione del campione per inquinamento esterno (acqua, sapone, altra urina) e si ottiene quindi nel complesso un travaso più agevole e semplificato ai fini di una buona prassi procedurale dal momento del prelievo fino al momento dell’analisi vera e propria.

Claims (35)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema manuale, sicuro ed igienico, completamente chiuso, per il travaso di liquidi da un recipiente all’altro, senza il contatto deH’uomo con i liquidi stessi. Il sistema prevede due recipienti chiusi che collegati tramite un tubicino costituiscono inizialmente un corpo unico. Il liquido da travasare, per esempio urina, immesso nel recipiente principale viene travasato nell’altro recipiente attraverso il tubicino inclinando manualmente il sistema intero e ed operando una leggera pressione sulle pareti del recipiente principale. Staccando poi i due recipienti è stato ottenuto il passaggio di una parte o di tutto il liquido da un recipiente all’altro senza essere venuti a contatto diretto del liquido stesso.
  2. 2. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui tutti i componenti (recipienti, tubicino di collegamento, tappi, filetti) sono costruiti a scelta con uno o più dei seguenti materiali; plastica, polipropilene, PET, polistirolo, PVC, ferro, alluminio, acciaio, vetro.
  3. 3. Sistema secondo la rivendicazione 2, in cui i recipienti, il tubicino di collegamento ed il relativo tappino sono costruiti preferibilmente in polipropilene o PET.
  4. 4. Sistema secondo la rivendicazione 1 , in cui i tappi dei due recipienti sono costruiti preferibilmente in polipropilene, polistirolo, plastica, PET, PVC.
  5. 5. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui la forma dei recipienti è cilindrica, parallelepipeda, cubica, sferica, ovale, conica, con impugnature particolari (anatomica) o la combinazione di queste forme.
  6. 6. Sistema secondo la rivendicazione 5, in cui la forma dei recipienti è preferibilmente cilindrica e/o conica o con impugnatura anatomica.
  7. 7. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui le dimensioni dei due recipienti sono uguali, ma preferibilmente diverse per diametro, lunghezza, larghezza ed altezza, preferibilmente l’altezza è uguale.
  8. 8. Sistema secondo le rivendicazioni 1, 5 e 7, in cui le dimensioni del recipiente grande sono comprese tra 1 e 1000 mm di diametro, tra 1 e 1000 mm di lunghezza, tra 1 e 1000 mm di larghezza e tra 1 e 1000 mm di altezza, preferibilmente tra 20 e 100 mm di diametro, tra 20 e 150 mm di lunghezza, tra 20 e 150 mm di larghezza e tra 20 e 300 mm di altezza.
  9. 9. Sistema secondo le rivendicazioni 6 e 8, in cui le dimensioni del recipiente grande sono comprese preferibilmente tra 30 e 70 mm di diametro e tra 40 e 170 mm di altezza.
  10. 10. Sistema secondo le rivendicazioni 1, 5 e 7, in cui le dimensioni del recipiente piccolo sono comprese tra 1 e 1000 mm di diametro, tra 1 e 1000 mm di lunghezza, tra 1 e 1000 mm di larghezza e tra 1 e 1000 mm di altezza, preferibilmente comprese tra 3 e 500 mm di diametro, tra 3 e 500 mm di lunghezza, tra 3 e 500 mm di larghezza e tra 20 e 300 mm di altezza.
  11. 11. Sistema secondo le rivendicazioni 6 e 10, in cui le dimensioni del recipiente piccolo sono preferibilmente comprese tra 5 e 40 mm di diametro e tra 40 e 170 mm di altezza.
  12. 12. Sistema secondo la rivendicazione 1 , in cui i recipienti sono aperti.
  13. 13. Sistema secondo le rivendicazioni 1 e 12, in cui i recipienti sono preferibilmente chiusi con appositi tappi.
  14. 14. Sistema secondo le rivendicazioni 1, 4 e 13, in cui i tappi dei due recipienti sono uguali nella forma e nelle dimensioni ed il modo di chiusura è a vite, a pressione, ad incollaggio, a “clips”, ad incastro.
  15. 15. Sistema secondo la rivendicazione 14, in cui i tappi dei due recipienti sono preferibilmente diversi nella forma e nelle dimensioni ed il sistema di chiusura è preferibilmente a vite per il tappo del recipiente grande e preferibilmente a pressione per il tappo del recipiente piccolo.
  16. 16. Sistema secondo le rivendicazioni 1 e 3, in cui il tubicino di collegamento o il foro che lo sostituisce ha la sezione interna ed esterna di forma quadrata, rotonda, parallelepipeda, poligonale e una combinazione di queste forme.
  17. 17. Sistema secondo la rivendicazione 16, in cui il tubicino di collegamento o il foro che lo sostituisce ha la sezione interna ed esterna preferibilmente rotonda ed il tubicino è quindi un cilindro sia internamente che esternamente.
  18. 18. Sistema secondo le rivendicazioni 1 e 17, in cui le dimensioni del tubicino di collegamento cilindrico o del foro che lo sostituisce sono comprese tra 0.01 e 300 mm di diametro interno, tra 0.05 e 500 mm di diametro esterno e tra 0 e 1000 mm di lunghezza.
  19. 19. Sistema secondo la rivendicazione 18, in cui le dimensioni del tubicino di collegamento cilindrico sono comprese preferibilmente tra 0.5 e 30 mm di diametro interno, tra 1 e 100 mm di diametro esterno e tra 0 e 100 mm di lunghezza; preferibilmente i due recipienti sono adesi l’un l’altro con un foro comune, alla stessa altezza, per il passaggio dei liquidi che sostituisce il tubicino di collegamento e le cui dimensioni sono comprese preferibilmente tra 0.01 e 40 mm di diametro.
  20. 20. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui il tubicino di collegamento ed il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti sono attaccati ad uno o ad entrambi i recipienti tramite un sistema ad incastro, incollaggio, saldatura, perforazione, saldatura zigrinata, ecc.
  21. 21. Sistema secondo la rivendicazione 20, in cui il tubicino di collegamento ed il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti sono attaccati preferibilmente con saldatura al recipiente grande e con saldatura zigrinata o incastro al recipiente piccolo.
  22. 22. Sistema secondo la rivendicazione 21, in cui se il tubicino di collegamento è attaccato al recipiente piccolo per incastro, l’abbassamento definitivo del tappo dello stesso recipiente avviene preferibilmente dopo il distacco dei due recipienti.
  23. 23. Sistema secondo le rivendicazioni 1, 20 e 21, in cui il tubicino di collegamento ed il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti sono attaccati ai recipienti stessi in qualsiasi posizione, anche sui tappi di questi.
  24. 24. Sistema secondo la rivendicazione 23, in cui il tubicino di collegamento è attaccato preferibilmente ai recipienti e non ai tappi di questi ed in una posizione situata ad una distanza compresa tra 0.01 e 500 mm dal bordo superiore dei recipienti stessi, preferibilmente ad una distanza compresa tra 0.1 e 40 mm dal bordo superiore dei recipienti.
  25. 25. Sistema secondo la rivendicazione 23, in cui il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti è attaccato preferibilmente ai recipienti e non ai tappi di questi ed in una posizione situata ad una distanza compresa tra 0.01 e 500 mm dal fondo dei recipienti stessi, preferibilmente ad una distanza compresa tra 0.1 e 40 mm dal fondo di recipienti.
  26. 26. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui il passaggio del liquido da un recipiente all’altro avviene per capovolgimento, inclinazione, rotazione, pressione, depressione, sbattimento, centrifugazione, scuotimento, con sistema “a spruzzetta”, con sistema a sifone, pompaggio, aspirazione, per capillarità siano queste operazioni condotte manualmente, meccanicamente e/o automaticamente.
  27. 27. Sistema secondo la rivendicazione 26, in cui il passaggio del liquido da un recipiente all’altro avviene preferibilmente per inclinazione manuale del sistema intero ed è favorito preferibilmente da una leggera pressione sulle pareti del recipiente da svuotare.
  28. 28. Sistema secondo la rivendicazione 1, in cui il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti, il tubicino di collegamento ed il relativo tappino ed il foro di passaggio deH’aria non sono presenti.
  29. 29. Sistema secondo la rivendicazione 28, in cui il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti, il tubicino di collegamento ed il relativo tappino ed il foro di passaggio dell’aria sono preferibilmente presenti ed attaccati o praticati in qualsiasi posizione sui relativi recipienti o sui tappi di questi.
  30. 30. Sistema secondo la rivendicazione 1 e 29, in cui il filetto in plastica che mantiene uniti i due recipienti, il tubicino di collegamento ed il relativo tappino sono più di uno.
  31. 31. Sistema secondo le rivendicazioni 1 e 29, in cui il tappino per il tubicino di collegamento è costruito preferibilmente nello stesso materiale del recipiente grande ed ha dimensioni strettamente collegate a quelle del tubicino stesso.
  32. 32. Sistema secondo le rivendicazioni 1, 11 e 29, in cui il foro di passaggio deH’aria ha dimensioni comprese tra 0.01 e 50 mm di diametro e preferibilmente comprese tra 0.1 e 10 mm di diametro.
  33. 33. Sistema secondo le rivendicazioni 1, 11, 29 e 32, in cui il foro di passaggio deN’aria è praticato ad una distanza compresa tra 0.01 e 500 mm dal bordo superiore del recipiente piccolo, preferibilmente ad una distanza compresa tra 0.1 e 40 mm dal bordo superiore del recipiente piccolo.
  34. 34. Sistema secondo la rivendicazione 1 , in cui il liquido da travasare è urina, acqua, solvente, medicinale, liquido tossico, nocivo, velenoso, gas allo stato liquido, bevanda, liquido pericoloso in generale.
  35. 35. Sistema secondo la rivendicazione 1 e 34, in cui il liquido da travasare è preferibilmente urina.
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