ITRN20130052A1 - Dispositivo per apicoltura, e procedimento di apicoltura - Google Patents

Dispositivo per apicoltura, e procedimento di apicoltura

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ITRN20130052A1
ITRN20130052A1 IT000052A ITRN20130052A ITRN20130052A1 IT RN20130052 A1 ITRN20130052 A1 IT RN20130052A1 IT 000052 A IT000052 A IT 000052A IT RN20130052 A ITRN20130052 A IT RN20130052A IT RN20130052 A1 ITRN20130052 A1 IT RN20130052A1
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heating
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beekeeping
frames
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Mauro Tagliaferri
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Mauro Tagliaferri
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    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
    • A01KANIMAL HUSBANDRY; AVICULTURE; APICULTURE; PISCICULTURE; FISHING; REARING OR BREEDING ANIMALS, NOT OTHERWISE PROVIDED FOR; NEW BREEDS OF ANIMALS
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    • A01K47/06Other details of beehives, e.g. ventilating devices, entrances to hives, guards, partitions or bee escapes
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Description

Titolo: Dispositivo per apicoltura, e procedimento di apicoltura.
* * * * *
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un dispositivo per apicoltura e un relativo procedimento di apicoltura.
Durante le varie stagioni le colonie di api si dedicano, oltre che alla produzione di miele e altri prodotti, a condizionare il clima interno dell’alveare. Ad esempio in estate ventilano l’ambiente perché non sia eccessivamente caldo. In inverno formano una palla di individui per non disperdere calore.
Tutte queste operazioni richiedono energie, che le api ottengono consumando una parte di miele, polline e pappa reale, che pertanto vengono sottratti all’apicoltore.
Nonostante questo il clima dell’alveare può non risultare ottimale e creare uno stress alla colonia, abbassando la sua produttività.
Uno scopo generale della presenza invenzione è quello di aumentare il confort della api all’interno dell’alveare permettendo al contempo di aumentare la quota di miele, polline, propoli e pappa reale che l’apicoltore può asportare.
Uno scopo preferito della presente invenzione è quello di fare ciò in maniera semplice ed efficace.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di aumentare artificialmente il confort delle api all’interno dell’alveare oltre il livello che sarebbe raggiungibile dalla sola azione delle api.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di intervenire sul confort dell’alveare senza impedire o rendere più difficoltose all’apicoltore le normali operazioni di cura delle api e raccolta dei prodotti, e che permetta un’azione personalizzabile dall’apicoltore.
Secondo un suo primo aspetto generale l’invenzione riguarda un dispositivo per apicoltura comprendente almeno un dispositivo di riscaldamento dell’interno di un alveare e un dispositivo di controllo programmato per gestire il riscaldamento del dispositivo di riscaldamento in maniera da modificare le condizioni di umidità e/o temperatura interna dell’alveare.
Vantaggiosamente si è osservato che già il solo riscaldamento dell’alveare permette di intervenire sia sulla temperatura, utile ad esempio nei mesi invernali o a scopo di incubatoio, sia sull’umidità, normalmente difficilmente gestibile dalle api stesse.
Ad esempio la gestione del dispositivo di riscaldamento può essere fatta in base ai valori rilevati da un sensore di umidità relativa interna e/o esterna dell’alveare.
In aggiunta o in alternativa la gestione può essere in base ai valori rilevati da un sensore di temperatura interna e/o esterna dell’alveare.
Secondo un’altra scelta opzionale la gestione può basarsi sulle variazioni dei parametri letti da un qualsiasi tipo di sensore climatico in un intervallo di tempo predeterminato stabilito con un orologio.
Secondo una caratteristica generale preferibile il dispositivo per apicoltura comprende una pluralità di dispositivi di riscaldamento ciascuno settabile manualmente in uno stato attivo, in cui può essere comandato dal dispositivo di controllo e quindi riscaldarsi, e in uno stato passivo, in cui non può essere comandato dal dispositivo di controllo e quindi non può riscaldarsi.
Questo aspetto permette all’apicoltore di effettuare settaggi basati sulla sua esperienza e/o sulle sue osservazioni dello stato della colonia.
Sebbene i dispositivi di riscaldamento possano essere di qualsiasi tipo e posti in qualsiasi posizione, essendo al esempio pareti e/o fondo e/o copertura riscaldanti di un’arnia, i massimi vantaggi si hanno in quelle forme di attuazione in cui i dispositivi di riscaldamento sono i telai di supporto dei favi.
L’apicoltore può infatti visivamente capire quali telai sono interessati da covata e renderli attivi, cioè gestibili dal dispositivo di controllo, per funzionare ad esempio da incubatoi, oppure può decidere in base al numero di esemplari della colonia su quali e quanti telai far trascorrere l’inverno e selezionare solo quelli perché siano riscaldati.
Per evitare di danneggiare la colonia il riscaldamento è comandato in ogni caso fino ad una temperatura massima minore di 45°C.
Al fine di ampliare le possibilità di intervento di climatizzazione, alcune forme di attuazione preferite dell’invenzione prevedono un dispositivo di ventilazione dell’interno dell’alveare gestito dal dispositivo di controllo. In tale maniera ad esempio è possibile gestire l’umidità anche ventilando l’alveare quando ad esempio l’umidità esterna è minore di quella interna.
Secondo un suo secondo aspetto generale l’invenzione riguarda un procedimento di incubazione di covate di api e/o di mantenimento invernale di una colonia di api, caratterizzato dal fatto che prevede le seguenti fasi:
- predisporre un dispositivo per apicoltura comprendente una pluralità di telai riscaldabili adatti a supportare una covata di api o almeno parte degli individui di una colonia, e un dispositivo di controllo per gestire il loro riscaldamento, i telai riscaldabili sono manualmente settabili dall’apicoltore in uno stato attivo, in cui sono gestiti dal dispositivo di controllo, e in un stato passivo in cui non sono gestiti dal dispositivo di controllo e rimangono termicamente inattivi.
- l’apicoltore controlla visivamente i telai su cui è presente almeno una covata e li seleziona manualmente allo stato attivo, oppure seleziona manualmente allo stato attivo un numero di telai sufficienti ad ospitare la colonia di api durante l’inverno in base al numero di individui;
- il dispositivo di controllo gestisce il riscaldamento dei telai attivi per fungere da incubatoi e/o per mantenere una temperatura predeterminata minore di 45°C durante l’inverno.
Secondo un suo terzo aspetto generale l’invenzione riguarda un procedimento di gestione dell’umidità di un alveare, caratterizzato dal fatto che comprende le seguenti fasi:
- predisporre almeno un dispositivo per apicoltura comprendente almeno un dispositivo riscaldante in grado di riscaldare l’interno di un alveare, almeno un dispositivo di ventilazione dell’interno di un alveare, almeno un sensore dell’umidità interna e/o esterna dell’alveare, almeno un sensore di temperatura interna e/o esterna dell’alveare, preferibilmente almeno un orologio, e almeno un dispositivo di controllo per gestire il dispositivo di riscaldamento e il dispositivo di ventilazione in base ai parametri letti dal/dai sensore/i e dall’orologio;
- quando l’umidità relativa interna è maggiore di un valore predeterminato, ad esempio 50%, il dispositivo di controllo attiva il dispositivo di riscaldamento fino ad una prima temperatura predeterminata, ad esempio 35°C;
- se l’umidità relativa non diminuisce entro un periodo di tempo predeterminato misurato con l’orologio, e l’umidità esterna è minore di quella interna all’alveare, il dispositivo di controllo avvia il dispositivo di ventilazione per ventilare l’alveare; in caso contrario il dispositivo di controllo anziché attivare la ventilazione aumenta la temperatura del dispositivo di riscaldamento fino ad una seconda temperatura predeterminata, ad esempio 38°C;
- la prima e la seconda temperatura predeterminata sono minori di 45°C.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno meglio dalla seguente descrizione dettagliata di sue forme di realizzazione preferite, fatta con riferimento ai disegni allegati e data a titolo indicativo e non limitativo. In tali disegni:
- la figura 1 rappresenta schematicamente in vista prospettica un alveare, in particolare un’arnia, secondo la presente invenzione;
- la figura 2 rappresenta schematicamente l’arnia di figura 1 in vista esplosa.
- la figura 3 rappresenta schematicamente in vista prospettica un telaio per alveare secondo la presente invenzione;
- la figura 4 rappresenta in vista esplosa il telaio di figura 3; e
- la figura 5 rappresenta in scala ingrandita un dettaglio del telaio di figura 3.
Con riferimento alle figure 1 e 2 è mostrato un dispositivo per il trattamento di una colonia di api contro l’acaro Varroa indicato nel suo complesso con il numero di riferimento 1.
Il dispositivo di trattamento 1 comprende un alveare 5, che nell’esempio indicato è un’arnia, una serie di dieci telai riscaldabili 10 di supporto dei favi contenuti nell’arnia, un dispositivo di controllo 15, un dispositivo di asportazione di calore 20 e una sorgente di corrente elettrica 25.
L’arnia 5 comprende un primo elemento di forma scatolare 28 che definisce una vano interno 30 utilizzato come sede per i telai 10. L’arnia può comprendere anche opzionalmente uno o più melari 32, cioè un secondo componente di forma scatolare che amplia il vano 30 per ospitare un numero maggiore di telai, e un coperchio 34 di chiusura superiore del vano 30.
Il dispositivo di asportazione di calore 20 è destinato ad asportare calore dal vano interno 30 e comprende un’apertura 36, per la comunicazione di detto vano con l’esterno, e una ventola 38, posta in corrispondenza di detta apertura per asportare l’aria calda presente all’interno.
Per evitare che le api finiscano nella ventola è possibile utilizzare uno schermo 40 posto tra l’apertura 36 e la ventola 38, dotato di una pluralità di passaggi, ad esempio fori o fessure, adatti al passaggio dell’aria ma non degli insetti. Preferibilmente lo schermo 40 comprende una pluralità di tipi di passaggi dell’aria ed è mobile, ad esempio ruotabile, rispetto all’apertura 36 per selezionare il tipo di passaggi posti di fronte all’apertura 36. L’apertura 36 è preferibilmente realizzata nel coperchio 34 del vano 30.
La sorgente di corrente elettrica 25 comprende un pannello fotovoltaico 45 posto ad esempio su un supporto 42 a formare una copertura dell’arnia 5. In tale maniera il dispositivo è energeticamente autonomo.
Con riferimento alle figure 3 e 4, ciascun telaio 10 comprende una cornice esterna 50, una piastra 52 con le facce 53 omogeneamente riscaldabili, e una coppia di fogli 54 di cera d’api direttamente appoggiate sulle facce omogeneamente riscaldabili della piastra 52.
Il telaio 10 non presenta direttamente i favi, ma è destinato a supportare quelli che le api vi costruiranno sopra, nelle misure da loro stabilite.
La cornice 50 è ad esempio realizzata in listelli di legno assemblati assieme.
la piastra 52 è realizzabile in varie maniere, ad esempio come blocco unico di materiale elettricamente riscaldabile, in maniera da formare una unica resistenza elettrica piatta. Ciò infatti garantisce il minimo ingombro e pertanto permette l’utilizzo del maggior numero possibile di telai nell’arnia. Soluzioni possibili, ma meno preferite per via dell’ingombro, contemplano il riscaldamento omogeneo delle facce della piastra 52 mediante un fenomeno di trasmissione del calore dall’interno della piastra 52 alle sue facce per conduzione, convezione o irraggiamento.
Ad esempio è possibile realizzare la piastra 52 come un serbatoio di acqua o aria calda, o come una tavoletta PCB (un circuito stampato) le cui tracce sono poste a formare una fitta rete di resistenze elettriche in contatto con un rivestimento esterno di materiale termicamente conduttore in grado di riscaldarsi omogeneamente al contatto con esse e di costituire così le facce omogeneamente riscaldabili della piastra 52.
In ogni caso è preferibile che le facce omogeneamente riscaldabili della piastra 52 siano definite da superfici lisce o sostanzialmente lisce, nel senso che sono prive di rientranze sfruttabili come favi.
Nell’esempio illustrato, in cui la piastra riscaldabile 52 è una unica resistenza elettrica a forma di tavoletta, essa è collegata elettricamente al dispositivo di controllo 15 (figura 2) mediante primi collegamenti elettrici 58 ai propri capi.
Ciascun telaio 10 supporta sulla cornice 50 due dispositivi di consenso o esclusione 60 in grado di interrompere selettivamente detti primi collegamenti elettrici 58 ai due capi della resistenza.
Il dispositivo di consenso/esclusione 60 è meglio visibile nel dettaglio in scala ingrandita di figura 5.
Qui si nota che esso comprende un interruttore a baionetta 62 in grado di scorrere per mezzo di una azione manuale nella direzione S di figura rispetto alla cornice 50 per entrare in collegamento o distanziarsi da un elemento elettricamente conduttore 64 fissato alla parete dell’arnia 28 ed elettricamente collegato al dispositivo di controllo 15.
Quando l’interruttore 62 è inserito nell’elemento conduttore 64, la piastra 52 può essere alimentata elettricamente mediante il cavo 66, diversamente non è in grado di essere alimentata.
E’ chiaro quindi che i primi collegamenti elettrici 58 comprendono almeno un elemento conduttore 64 e un cavo 66 a ciascun capo della piastra 52.
Si noterà che il telaio 10 comprende una coppia di porzioni aggettanti 72 di cornice 50 per appoggiarsi su rispettivi scalini 74 di supporto realizzati nell’arnia. Quando l’interruttore 62 è connesso, il telaio 10 appoggia sugli scalini 74 ma non può essere estratto dall’arnia, mentre quando l’interruttore è disconnesso, il telaio è libero di essere estratto. Questo tipo di appoggio e collegamento elettrico consente inoltre ai telai di essere estratti e reinseriti nell’arnia con orientamento opposto a quello di partenza.
Si osserva ora che ciascun telaio 10 comprende un sensore di temperatura 75 collegato al dispositivo di controllo 15 mediante secondi collegamenti elettrici 59 interrotti dai medesimi dispositivi di consenso/esclusione 60 già descritti. In particolare questi dispositivi 60 comprendono un secondo interruttore a baionetta 61 inseribile ed estraibile dall’elemento conduttore 64 rispettivamente per connettere o isolare mediante una azione manuale il cavo 67 del sensore di temperatura 75 dal dispositivo di controllo 15.
Grazie a questo accorgimento i telai rimangono estraibili dall’arnia, inoltre l’apicoltore può selezionare quali attivare per essere gestiti dal sistema di controllo. L’attivazione richiede semplicemente lo spostamento degli interrutti a baionetta per ripristinare i contatti con gli elementi 64.
Il dispositivo di controllo 15 comprende una CPU (Central Processing Unit) programmata per gestire il riscaldamento dei telai 10 secondo almeno un programma di trattamento contro la Varroa. La CPU gestisce l’alimentazione di corrente dalla sorgente 25 a quei pannelli 10 che sono stati selettivamente posti in assetto attivo dall’apicoltore mediante i dispositivi di consenso/esclusione.
La CPU riceve ed elabora anche le informazioni relative alla temperatura dei telai 10 attraverso il sensore 75.
Il dispositivo di trattamento 1 comprende anche almeno un sensore 80 della temperatura interna dell’arnia, e/o un sensore 81 della temperatura esterna (figura 2). Le informazioni di questi sensori sono inviate alla CPU per essere elaborate.
In particolare, la CPU può essere programmata per mantenere la temperatura di ciascun telaio tra 38°C e 45°C per un periodo di tempo predeterminato, ad esempio compreso tra 5 minuti e 2 ore. Il controllo della temperatura desiderata del telaio è fatto dalla CPU con l’ausilio del sensore di temperatura di telaio 75.
La CPU inoltre può essere programmata per selezionare un programma di trattamento tra una pluralità di essi in base alla temperatura interna e/o esterna dell’arnia rilevata con i sensori 80 e/o 81.
Ad esempio se rileva tramite il sensore 81 che la temperatura esterna è minore di un valore predeterminato, ad esempio 28°C, può comandare il riscaldamento di tutti telai contemporaneamente, mentre se è maggiore di questo valore può comandare il riscaldamento dei telai secondo una sequenza predeterminata.
La CPU inoltre può essere programmata per mantenere la temperatura interna minore di un valore predeterminato, ad esempio 35°C, avviando la ventola 38 durante il trattamento quando rileva tramite il sensore 80 che questo valore viene superato.
ESEMPIO 1 PER L’USO NEL TRATTAMENTO DELLA VARROA.
Nel caso in cui la colonia sia particolarmente attaccata dalla Varroa, è possibile eseguire più trattamenti, ad esempio 3, singoli o multipli, durante l’anno (inizio primavera, fine estate, prima dell’inverno) con il seguente procedimento/programma della CPU:
- l’apicoltore dispone manualmente allo stato attivo tutti i telai riscaldabili dell’arnia selezionandoli mediante i dispositivi di consenso/esclusione 60;
- la CPU comanda il riscaldamento di ciascun telaio a 42°C per un’ora, ad esempio con l’ausilio del sensore di temperatura 75 di ciascun telaio;
- la CPU controlla la temperatura esterna dell’arnia mediante il sensore 81;
- se la temperatura esterna è maggiore o uguale a 28°C la CPU comanda il riscaldamento dei telai in sequenza uno dopo l’altro, o due alla volta, per un tempo totale di trattamento di 10 o 5 ore rispettivamente;
- se la temperatura esterna è minore a 28°C la CPU comanda il riscaldamento di tutti i telai simultaneamente, per un tempo totale di trattamento di 1 ora;
- la CPU avvia la ventola 38 quando durante il trattamento rileva mediante il sensore 80 che la temperatura interna dell’arnia supera i 36°C.
I risultati sperimentali dimostrano che gli acari Varroa presenti nella covata muoiono con una percentuale vicina o uguale al 100% senza danneggiare le uova, le larve, le pupe e gli esemplari adulti di api. La colonia è quindi totalmente preservata in salute.
ESEMPIO 2 PER L’USO NEL TRATTAMENTO DELLA VARROA.
Nel caso in cui la colonia presenti un basso grado di infestazione e si desidera eseguire un trattamento preventivo per evitarne la propagazione, si può applicare il seguente procedimento/programma della CPU:
- l’apicoltore valuta l’estensione dell’infestazione e dispone manualmente allo stato attivo solo i telai interessati selezionandoli mediante i dispositivi di consenso/esclusione 60;
- la CPU riscalda ciascun telaio attivo a 42°C e mantiene tale temperatura per almeno 10 minuti, ad esempio con l’ausilio del sensore di temperatura 75 di ciascun telaio;
- la CPU comanda il riscaldamento simultaneo di tutti i telai attivi;
- la CPU comanda l’avvio della ventola 38 quando durante il trattamento rileva tramite il sensore 80 che la temperatura interna dell’arnia supera i 36°C.
Si osserva che in generale la ventola 38 potrebbe sempre essere comandata ad avviarsi indipendentemente dalla temperatura ogni volta che si esegue un trattamento.
Tra le varianti possibili, anche se meno preferite, sono previsti dispositivi di trattamento più semplici dove sono assenti i sensori di temperatura, dove i telai all’accensione sono in grado di riscaldarsi fino ad una temperatura nominale predeterminata, ad esempio 42°C, e dove il dispositivo di controllo è un semplice interruttore che all’accensione avvia il riscaldamento dei telai, che arriva automaticamente solo fino alla temperatura nominale, e avvia la ventola 38. Il tempo di trattamento in questo caso viene scelto arbitrariamente dall’apicoltore.
Si osserva anche che negli esempi dati si è sempre fatto riferimento a dieci telai riscaldabili, in quanto le arnie standard normalmente contengono 10 telai (non riscaldabili). Il tecnico esperto del settore intenderà che questo non deve essere considerato un limite insuperabile, potendosi adottare un numero di telai maggiore o minore e/o dimensioni di arnia e telai diverse da quelle delle arnie e dei telai standard.
In ogni caso è preferibile che tutti i telai di un’arnia siano riscaldabili.
L’esperto del settore noterà che semplicemente aggiungendo un sensore 82 di umidità interna dell’arnia in comunicazione con la CPU, e con una semplice programmazione di quest’ultima, il dispositivo di trattamento 1 può funzionare come un impianto di climatizzazione dell’arnia.
ESEMPIO 1 PER LA CLIMATIZZAZIONE DELL’ARNIA
Nel periodo da metà primavera a fine estate è possibile condizionare l’umidità e la temperatura presente all’interno dell’arnia con il seguente procedimento/programma della CPU.
- la CPU rileva l’umidità e la temperatura interna dell’arnia mediante il sensore 82;
- se l’umidità relativa supera una soglia predeterminata, ad esempio 50-60%, la CPU comanda il riscaldamento di uno o più telai fino ad una temperatura massima predeterminata, ad esempio 35°C (per non stressare le uova di ape);
- la CPU comanda l’avvio della ventola 38 quando la temperatura interna dell’arnia supera i 35°C.
In questa maniera, il dispositivo di climatizzazione 1 affianca e/o sostituisce le api operaie nella climatizzazione dell’alveare, con un conseguente minor consumo di energie e quindi di miele, pappa reale e polline, che restano a favore dell’apicoltore.
ESEMPIO 2 PER LA CLIMATIZZAZIONE DELL’ARNIA
Nel periodo da fine estate a inizio primavera è possibile ridurre i consumi di energia della colonia e/o abbattere l’umidità con i seguenti procedimenti/programmi della CPU.
RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI DELLE API
- l’apicoltore seleziona i telai su cui intende far trascorrere l’inverno alla colonia disponendoli nello stato attivo;
- la CPU comanda il riscaldamento dei telai attivi fino ad una temperatura minore o uguale a una temperatura predeterminata, ad esempio 35°C, e mantiene tale temperatura per tutto il periodo.
RIDUZIONE DELL’UMIDITA’
Per questo procedimento è necessario integrare il dispositivo di trattamento 1 anche con un sensore esterno 84 di umidità relativa comunicante con la CPU.
- la CPU rileva l’umidità relativa interna all’arnia mediante il sensore 82;
- qualora il valore rilevato di umidità relativa sia maggiore di un valore predeterminato, ad esempio il 50%, la CPU comanda il riscaldamento dei telai attivi ad una prima temperatura minore di 45°, ad esempio 35°C;
- se dopo un tempo predeterminato la CPU non rileva un abbassamento dell’umidità relativa interna, e rileva un’umidità relativa esterna maggiore dell’interna mediante il sensore esterno 84, comanda l’avviamento della ventola 38 per ricambiare l’aria interna all’arnia;
- nel caso in cui l’umidità esterna sia maggiore di quella interna, la CPU anziché comandare il ricambio di aria interna, comanderà il riscaldamento dei telai attivi ad una seconda temperatura minore di 45°C e maggiore della prima temperatura, ad esempio 38°C.
Il tecnico del ramo intuirà che sebbene si sia qui descritto un impianto di climatizzazione ibridato con il dispositivo di trattamento contro la Varroa, per chiari vantaggi costruttivi e di utilizzo, i due possono essere anche distinti e/o indipendenti dalla presenza dell’altro, non essendo ad esempio strettamente necessario per l’impianto di climatizzazione che gli elementi riscaldanti siano i telai dell’arnia e/o non essendo strettamente necessaria la presenza dei sensori di temperatura interna ed esterna.
Si osserva inoltre che il dispositivo di trattamento e/o l’impianto di climatizzazione possono essere integrati da un sistema di telecomunicazione per interloquire con un comando remoto, quale ad esempio un telefono cellulare programmato con una applicazione in grado di gestire la CPU 15.
Il comando remoto ad esempio riceve i dati relativi allo stato dell’arnia e corrispondenti alle letture dei sensori, li mostra all’apicoltore, e permette a quest’ultimo di inviare comandi alla CPU sull’azione da intraprendere e/o settare il metodi di funzionamento desiderato. Nel caso di presenza di una applicazione per comando remoto (ad esempio telefono cellulare) essa sarà in grado di permettere all’apicoltore di compilare la scheda delle sue attività legate all’arnia mantenendo un archivio, sempre visibile dal comando remoto).
Naturalmente, le forme di attuazione e le varianti sin qui descritte ed illustrate sono a puro scopo esemplificativo ed un tecnico del ramo, per soddisfare specifiche e contingenti esigenze, potrà apportare numerose modifiche e varianti, tra cui ad esempio la combinazione di dette forme di attuazione e varianti, tutte peraltro contenute nell’ambito di protezione della presente invenzione quale definito dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per apicoltura comprendente almeno un dispositivo di riscaldamento (10) dell’interno (30) di un alveare (5) e un dispositivo di controllo (15) programmato per gestire il riscaldamento del dispositivo di riscaldamento (10) in maniera da modificare le condizioni di umidità e/o temperatura interna dell’alveare.
  2. 2. Dispositivo per apicoltura secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende almeno un sensore di umidità relativa (82, 84) interna e/o esterna dell’alveare e il dispositivo di controllo (15) comanda il dispositivo di riscaldamento in base almeno ai valori di umidità rilevati dal sensore (82, 84).
  3. 3. Dispositivo per apicoltura secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che comprende almeno un sensore di temperatura (80, 81) interna e/o esterna dell’alveare, e il dispositivo di controllo (15) comanda il dispositivo di riscaldamento (10) almeno in base ai valori rilevati dal sensore di temperatura(80, 82).
  4. 4. Dispositivo per apicoltura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di controllo (15) comprende almeno un orologio per rilevare il tempo intercorso tra almeno due letture di almeno un sensore (80, 81, 82, 84) di almeno un parametro caratterizzante del clima, detto dispositivo di controllo (15) essendo programmato per comandare il dispositivo di riscaldamento (10) almeno in base alla differenza dei valori tra almeno due letture del sensore a distanza di un tempo predeterminato stabilito con l’orologio.
  5. 5. Dispositivo per apicoltura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende una pluralità di dispositivi di riscaldamento (10) ciascuno settabile manualmente in uno stato attivo (60), in cui può essere comandato dal dispositivo di controllo (15) e quindi riscaldarsi, e in uno stato passivo (60), in cui non può essere comandato dal dispositivo di controllo (15) e quindi non può riscaldarsi.
  6. 6. Dispositivo per apicoltura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’almeno un dispositivo riscaldante (10), o una pluralità di essi, è/sono in forma di telaio riscaldabile destinato a supportare i favi.
  7. 7. Dispositivo per apicoltura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di controllo (15) è programmato per comandare il riscaldamento del dispositivo di riscaldamento (10) fino ad una temperatura massima minore di 45°C e/o per un periodo predeterminato di tempo.
  8. 8. Dispositivo per apicoltura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende un dispositivo di ventilazione (20) dell’interno dell’alveare gestito dal dispositivo di controllo (15).
  9. 9. Procedimento di incubazione di covate di api e/o di mantenimento invernale di una colonia di api, caratterizzato dal fatto che prevede le seguenti fasi: - predisporre un dispositivo per apicoltura (1) comprendente una pluralità di telai riscaldabili (10) adatti a supportare una covata di api o almeno parte degli individui di una colonia, e un dispositivo di controllo (15) per gestire il loro riscaldamento, i telai riscaldabili sono manualmente settabili dall’apicoltore in uno stato attivo (60), in cui sono gestiti dal dispositivo di controllo (15), e in un stato passivo (60) in cui non sono gestiti dal dispositivo di controllo (15) e rimangono termicamente inattivi; - l’apicoltore controlla visivamente i telai (10) su cui è presente almeno una covata e li seleziona manualmente allo stato attivo, oppure seleziona manualmente allo stato attivo un numero di telai (10) sufficienti ad ospitare la colonia di api durante l’inverno in base al numero di individui; - il dispositivo di controllo (15) gestisce il riscaldamento dei telai attivi (10) per fungere da incubatoi e/o per mantenere una temperatura predeterminata minore di 45°C durante l’inverno.
  10. 10. Procedimento di gestione dell’umidità di un alveare, caratterizzato dal fatto che comprende le seguenti fasi: - predisporre almeno un dispositivo per apicoltura (1) comprendente almeno un dispositivo riscaldante (10) in grado di riscaldare l’interno (30) di un alveare (5), almeno un dispositivo di ventilazione (20) dell’interno di un alveare, almeno un sensore (82, 84) dell’umidità interna e/o esterna dell’alveare, almeno un sensore di temperatura (80, 81) interna e/o esterna dell’alveare, almeno un orologio, e almeno un dispositivo di controllo (15) per gestire il dispositivo di riscaldamento (10) e il dispositivo di ventilazione (20) in base ai parametri letti dal/dai sensore/i (80, 81, 82, 84) e dall’orologio; - quando l’umidità relativa interna è maggiore di un valore predeterminato, il dispositivo di controllo (15) attiva il dispositivo di riscaldamento (10) fino ad una prima temperatura predeterminata; - se l’umidità relativa non diminuisce entro un periodo di tempo predeterminato misurato con l’orologio, e l’umidità esterna è minore di quella interna all’alveare, il dispositivo di controllo (15) avvia il dispositivo di ventilazione (20) per ventilare l’alveare; in caso contrario il dispositivo di controllo (15) anziché attivare la ventilazione aumenta la temperatura del dispositivo di riscaldamento (10) fino ad una seconda temperatura predeterminata; - la prima e la seconda temperatura predeterminata sono minori di 45°C.
IT000052A 2013-12-09 2013-12-09 Dispositivo per apicoltura, e procedimento di apicoltura ITRN20130052A1 (it)

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