ITRM20110425A1 - Vaso per la coltivazione di piante a sub irrigazione con accumulo di acqua di irrigazione - Google Patents

Vaso per la coltivazione di piante a sub irrigazione con accumulo di acqua di irrigazione Download PDF

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ITRM20110425A1
ITRM20110425A1 IT000425A ITRM20110425A ITRM20110425A1 IT RM20110425 A1 ITRM20110425 A1 IT RM20110425A1 IT 000425 A IT000425 A IT 000425A IT RM20110425 A ITRM20110425 A IT RM20110425A IT RM20110425 A1 ITRM20110425 A1 IT RM20110425A1
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Giampiero Fidotti
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Giampiero Fidotti
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
    • A01GHORTICULTURE; CULTIVATION OF VEGETABLES, FLOWERS, RICE, FRUIT, VINES, HOPS OR SEAWEED; FORESTRY; WATERING
    • A01G27/00Self-acting watering devices, e.g. for flower-pots
    • A01G27/02Self-acting watering devices, e.g. for flower-pots having a water reservoir, the main part thereof being located wholly around or directly beside the growth substrate

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Water Supply & Treatment (AREA)
  • Life Sciences & Earth Sciences (AREA)
  • Environmental Sciences (AREA)
  • Cultivation Receptacles Or Flower-Pots, Or Pots For Seedlings (AREA)

Description

DESCRIZIONE
Oggetto dell’invenzione è un vaso per la coltivazione delle piante verdi da appartamento conformato in modo da creare una riserva d’acqua attraverso il normale innaffiamento del terreno e dotato di accorgimenti e dispositivi atti a: ottenere un inumidimento ottimale del terriccio di coltivazione grazie ad un sistema automatico di sub irrigazione; creare le condizioni naturali atte alla migliore e più rigogliosa crescita delle piante tramite la giusta distribuzione e il dosaggio dell’umidità nel terreno; tenere lo strato superficiale del terriccio sufficientemente secco e gli strati profondi mano a mano più umidi; assicurare una lunga riserva d’acqua ed evitare le continue annaffiature; facilitare la manutenzione e la protezione delle piante; evitare il ristagno di acqua intorno alle radici delle piante e, in definitiva, ovviare ai difetti, alle carenze ed ai malfunzionamenti dei vasi a riserva d’acqua attualmente in vendita o proposti.
Allo stato attuale il funzionamento dei vasi a riserva d’acqua per la coltivazione delle piante si basa principalmente su due sistemi, ciascuno con diverse varianti.
Il primo, e più diffuso, adotta un serbatoio per l’acqua inferiore al contenitore del terriccio e da esso separato. A sua volta tale sistema viene proposto con due diverse versioni: la prima prevede un vaso con intercapedine nel quale il contenitore del terriccio sia immerso in quello contente l’acqua. La seconda prevede un vaso contenente il terriccio che sovrasta un secondo vaso contenente acqua; fra il contenitore del terriccio e quello dell’acqua, che sono semplicemente sovrapposti senza che vi sia tenuta stagna all’aria, vi deve essere uno spazio poiché l’acqua non deve essere in contatto con il terriccio. Nella prima versione l’acqua bagna il terriccio passando attraverso alcuni fori sul fondo o, in alternativa, attraverso un setto poroso, sempre posto sul fondo. Nella seconda versione la naturale evaporazione dell’acqua crea una certa umidità nel terriccio stesso, mentre le piante tendono a sviluppare apparati radicali che poco a poco tendono, passando attraverso i fori sul fondo del contenitore del terriccio, ad immergersi nel contenitore inferiore e quindi nell’acqua. Il limiti di questi sistemi sono essenzialmente: l’imperfetta distribuzione dell’umidità nel terreno, con possibile ristagno di acqua intorno alle radici delle piante; l’elevata frequenza di aggiunta di acqua nel serbatoio, poiché quest’ultima è soggetta a evaporazione naturale; l’assenza di un ciclo di umidificazione naturale, il terreno è costantemente umidificato senza tenere conto delle condizioni ambientali e, cosa più importante, delle effettive necessità delle piante; le forti limitazioni per l’uso dei vasi all’esterno.
Il secondo sistema consiste nello sfruttare la capillarità di un tubicino, di un materiale poroso o di una o più cordicelle o tessuti per far risalire l’acqua contenuta in un serbatoio separato dal vaso contente il terriccio, fino all’interno del terriccio stesso. Questo secondo sistema pur avendo il vantaggio rispetto al primo di fornire il giusto grado di umidità al terreno mano a mano che quest’ultimo si secca, ha anch’esso dei limiti, oltre a quello evidente della macchinosità e della scarsa praticità di uso dell’insieme: l’acqua del serbatoio evapora e quindi va aggiunta con frequenza, inoltre il terriccio, essendo umidificato solo nel punto in cui è immersa la parte finale dei condotti che permettono il passaggio dell’acqua, non è bagnato in modo sufficientemente uniforme.
Scopo della presente invenzione è ovviare agli inconvenienti dei sistemi oggi in uso aggiungendo una ulteriore e importante qualità: la realizzazione delle condizioni ottimali e più naturali per la giusta umidificazione del terreno. Infatti essa si propone di ricreare le condizioni di un perfetto ed esperto innaffiamento manuale, effettuato esattamente quando serve e nella giusta quantità. Il suo sistema si adegua automaticamente alle effettive necessità delle piante a seconda delle stagioni e delle condizioni ambientali, favorisce l’essiccamento dello strato superficiale del terriccio in modo da assicurarne una continua ossigenazione, e lascia che se ne inumidiscano, in modo naturale, gli strati più profondi solo quando è necessario per la pianta.
I disegni allegati rappresentano il vaso con diverse viste, e ne suggeriscono un esempio di esecuzione.
Il vaso in se stesso, come è mostrato dal disegno fig. A e in sezione dal disegno flg. B, è costituito da due pareti, una esterna 1 ed una interna 4. In pratica il vaso è costituito due vasi concentrici, uno dentro l’altro, uniti saldamente fra loro a formare un tutt’uno.
Nella parte superiore del vaso più interno 4 viene inserito il terriccio di coltivazione 12, e in esso viene posta a dimora la pianta da coltivare. NeH’intercapedine 14, che si viene a costituire grazie alla conformazione del vaso a doppia parete, e che deve essere stagna aH’aria ed ai liquidi, viene immessa l’acqua od altro liquido nutriente e fertilizzante 10 attraverso il normale innaffiamento del terriccio.
La parte inferiore del vaso interno 4 termina, come illustrato dal disegno fig.
C, con un cono dove è contenuto il materiale di drenaggio 11, tale cono si immerge nell’acqua 10 contenuta nell’intercapedine 14, e presenta sul fondo delle aperture 15 costituite da fori od intagli. In questa parte terminale del vaso interno è contenuto, come detto, un opportuno materiale che può essere composto da elementi di drenaggio formati da granuli di materiale poroso o non poroso, ad esempio granuli di argilla espansa o di pietra pomice. In alternativa tale materiale può essere costituito da un composto rigido o semi rigido e spugnoso o canalizzato, dotato cioè di alveoli o di micro canali interni che favoriscono la risalita dell’acqua per capillarità, in questo caso tale materiale può innalzarsi, con diverse forme, proporzioni e misure, anche all’interno del terriccio.
Gli intagli o i fori terminali 15 (fig. D), sono indispensabili per permettere: il passaggio dell’acqua di innaffiamento dal terriccio all’intercapedine 14; il passaggio inverso dell’acqua dall’intercapedine 14 al terriccio 12; il passaggio deN’aria dal terriccio 12 all’intercapedine 14 dove si creerà, al di sopra del livello dell’acqua, una camera d’aria.
La particolarità essenziale di questo sistema di vaso è che il livello inferiore del terreno è decisamente sopra il livello dell’acqua. In tale modo l’acqua non lambisce in alcun modo il terreno di coltivazione. Occorre pertanto disporre opportuni accorgimenti per assicurarsi che il terreno sia sempre ad un livello superiore rispetto all’acqua in modo tale che essa non possa lambirlo neanche quando raggiunge il suo massimo livello di riempimento.
La fig. C rappresenta lo stesso vaso sezionato in vista prospettica. Il vaso può essere costruito in qualsiasi opportuno materiale che ne permetta il modellamento a pareti concentriche, come ad esempio materie plastiche termoformabili o termoindurenti, e ne garantisca l’ermeticità sulla giunzione fra contenitore interno e contenitore esterno.
Poiché l’intercapedine 14 è a tenuta stagna, sopra il livello dell’acqua in essa introdotta si crea una camera d’aria che non è in diretta comunicazione con l’esterno se non attraverso il sifone 3. Mano a mano l’acqua contenuta neH’intercapedine 14 defluisce nel materiale di drenaggio attraverso i fori 15, e risale per capillarità, attraverso il materiale di drenaggio, raggiungendo così 11 terreno, umidificandolo. In questo modo nell’intercapedine si crea, poco alla volta, una pressione minore di quella atmosferica (una depressione). Tale depressione ad un cero punto contrasterà la spinta di risalita dell’acqua per capillarità, fino a fermarla del tutto.
Solo quando un volume d’aria pari a quello dell’acqua che è defluita verso il terreno - per evaporazione, risalita o capillarità - riuscirà a penetrare nella camera d’aria 14 attraverso i fori 15, l’acqua, od altro liquido nutriente e fertilizzante, potrà tornare di nuovo ad imbibire gli strati inferiori del terriccio 12 risalendo attraverso il composto drenante 11 per evaporazione o capillarità. Tutto questo potrà avvenire solo quando il terriccio sarà sufficientemente secco da permettere il passaggio deH’aria attraverso di esso, aria che passando appunto per il fondo forato 15 del vaso interno 4 risalirà fino alla camera d’aria 14 ristabilendo la normale pressione atmosferica.
Si crea in tal modo un’alternanza del tutto naturale di periodi con terriccio secco e terriccio umido che ricalca, in modo spontaneo ed automatico, il sistema tradizionale e più corretto di innaffiamento, adeguandosi inoltre alle effettive richieste e alle necessità delle piante, mantenendo inoltre lo strato superficiale del terriccio normalmente secco, così da permettere un’adeguata areazione dell’apparato radicale. Questo ciclo virtuoso di innaffiamento, unito alla capacità di erogare la giusta quantità di acqua a seconda delle effettive richieste della pianta e delle condizioni ambientali, si ottiene solo se vengono rispettate precise forme e proporzioni fra i volumi di acqua e di aria contenuti nell’intercapedine.
Per consentire il corretto smaltimento dell’acqua in eccesso e nel contempo impedire che entri aria dall’esterno, al foro di drenaggio 9 è applicato un particolare dispositivo di troppo pieno conformato a sifone 3.
Il disegno allegato rappresenta nella fig. C il vaso visto in sezione, al quale è applicato il dispositivo di troppo pieno 3 direttamente sul fondo 2 del vaso stesso e comunicante con l’esterno tramite un foro 9.
Il dispositivo in se stesso, come è mostrato più chiaramente dal disegno in sezione della figura E, è formato da un tubo a andamento curvilineo con due anse che danno forma a un sifone. Detto sifone si innesta, per semplice incastro o per incollaggio, sul fondo 2 del vaso e comunica con il foro di drenaggio 9.
La serie di figure piane indicate con le lettere F,G,H e I mostrano nel dettaglio il funzionamento del dispositivo. Nella fig. F il livello dell’acqua (L) contenuta nel vaso è al massimo ottimale consentito, il dispositivo a sifone 3 si riempie anch’esso di acqua allo stesso livello. Nella fig. H viene mostrato come l’acqua penetrata in eccesso nel serbatoio del vaso defluisce 7, per il principio dei vasi comunicanti, dal foro inferiore di drenaggio 9 poiché supera il livello della curva superiore 8 del sifone 3. La fig. I mostra come, una volta defluita l’acqua in eccesso, sia ripristinato il livello massimo ottimale (L). La fig. G mostra come pur consumandosi l’acqua contenuta nel serbatoio del vaso e, quindi pur abbassandosi il suo livello (L), nel sifone permane una colonna d’acqua 5 che impedisce il rientro deH’aria 6 dal foro 9 posto sul fondo 2 del vaso.
Il vaso al quale è applicato il dispositivo di troppo pieno 3 può essere vantaggiosamente impiegato all’aperto poiché anche in caso di forti piogge l’acqua in eccesso che attraversando il terreno 12 entra nell’intercapedine 14 del vaso, viene immediatamente evacuata fino al ripristino del livello ottimale, senza che per questo possa entrare deH’aria, bloccata dalla piccola colonna d’acqua 5 che permane nel sifone 3. Si può anzi verificare che il livello d’acqua ripristinato dalle piogge sia sufficiente al normale funzionamento del vaso senza necessità di ulteriori innaffiamenti manuali. Il dispositivo di troppo pieno 3 può essere costruito con sezioni tonde o quadre o di qualsivoglia forma e con qualsiasi opportuno materiale che ne permetta il modellamento a sifone, come ad esempio materie plastiche termoformabili, e ne garantisca la durata a contatto con l’acqua e le sostanze chimiche usate per la concimazione del terreno. Le sue dimensioni e le sue proporzioni saranno adeguate alle dimensioni del vaso sul quale va montato e all’altezza massima che deve raggiungere il livello dell’acqua nel serbatoio del vaso stesso. Questo dispositivo di troppo pieno 3 può anche essere ricavato direttamente all'interno del vaso in un corpo unico con esso, creando un canale con due anse o a sifone, in comunicazione diretta con l’esterno tramite un foro posto sul fondo, o comunque sulla parte più bassa possibile, del vaso stesso.
Il vaso oggetto della presente invenzione di può essere vantaggiosamente impiegato sia al chiuso che all’aperto poiché l’evaporazione dell’acqua è fortemente limitata dall’effetto tampone del terriccio sovrastante, così da richiedere aggiunte di acqua a lunghissimi intervalli di tempo, mentre un eccesso di acqua dovuto, ad esempio, ad un eccessivo innaffiamento od alle piogge, defluisce facilmente tramite lo speciale sifone di troppo pieno. Altra particolarità interessante del vaso è che la camera che circonda il contenitore del terriccio forma una naturale barriera termica isolante contribuendo alla difesa dell’apparato radicale dal freddo e dal caldo eccessivi, con migliore salute della pianta. Tutti i materiali ed i componenti illustrati sono reperibili o facilmente realizzabili allo stato attuale della tecnica.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Vaso per la coltura di piante caratterizzato dal fatto di essere costituito da una doppia parete che crea un’intercapedine interna (14) atta a contenere il liquido di irrigazione. Qualsiasi siano le forme e le proporzioni dei vasi, i materiali di costruzione, la tipologia, le dimensioni, i volume interni ed esterni.
  2. 2. Vaso per la coltura di piante secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto di avere una intercapedine interna (14) perfettamente stagna aH’aria e ai liquidi. Qualsiasi siano le forme e le proporzioni dei vasi, i materiali di costruzione, la tipologia, le dimensioni, i volume interni ed esterni.
  3. 3. Vaso per la coltura di piante secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto di non avere alcun orifizio, apertura o bocca di carico per riversare l’acqua o il liquido di irrigazione direttamente nell’intercapedine interna.
  4. 4. Vaso per la coltura di piante secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto di avere la parte terminale del fondo della parete interna dell’intercapedine attraversato da fori od intagli (15), qualsiasi sia il numero ed il diametro dei fori o degli intagli, la loro disposizione, il loro numero, la loro forma e posizione, l’estensione della parte forata.
  5. 5. Vaso per la coltura di piante secondo le rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto di avere collegato sul fondo un dispositivo di troppo pieno (3) caratterizzato dal fatto di essere costituito da un tubo conformato a doppia ansa o a sifone, montato all’interno del vaso e comunicante con l’esterno attraverso un foro (9) praticato sul fondo del vaso stesso, qualsiasi siano le forme, le sezioni, le dimensioni e le proporzioni del tubo, i materiali di costruzione ed il sistema di montaggio sul vaso .
  6. 6. Vaso per la coltura di piante secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto di avere un dispositivo di troppo pieno conformato a sifone caratterizzato dal fatto di essere costituito da un canale ricavato direttamente nella struttura del vaso e comunicante con l’esterno attraverso un foro praticato sul fondo del vaso stesso, qualsiasi siano le forme, le dimensioni e le proporzioni del canale, i materiali di costruzione ed il sistema di costruzione sul vaso .
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Citations (4)

* Cited by examiner, † Cited by third party
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FR1566567A (it) * 1968-03-20 1969-05-09
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