ITRM20110419A1 - Dispenser - Google Patents

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ITRM20110419A1
ITRM20110419A1 IT000419A ITRM20110419A ITRM20110419A1 IT RM20110419 A1 ITRM20110419 A1 IT RM20110419A1 IT 000419 A IT000419 A IT 000419A IT RM20110419 A ITRM20110419 A IT RM20110419A IT RM20110419 A1 ITRM20110419 A1 IT RM20110419A1
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IT
Italy
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containment body
cylindrical portion
bottle
dispenser according
piston
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Application number
IT000419A
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Inventor
Lamberto Carta
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Emsar Spa
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Priority to BR112014002579-7A priority patent/BR112014002579B1/pt
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    • B05B11/0044Containers associated with means for compensating the pressure difference between the ambient pressure and the pressure inside the container, e.g. pressure relief means compensating underpressure by ingress of atmospheric air into the container, i.e. with venting means
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
"DISPENSER"
La presente invenzione ha per oggetto un dispenser, vale a dire un dispositivo dosatore applicabile al collo di un flacone per erogare il liquido in esso contenuto.
In particolare, la presente invenzione à ̈ relativa ad un dispenser generalmente costituito da un corpo di contenimento sostanzialmente cilindrico, internamente cavo ed inseribile nel collo di un flacone.
Il corpo di contenimento à ̈ vincolato ad una ghiera filettata la quale viene avvitata sul collo di un flacone.
In particolare, il corpo di contenimento comprende una porzione anulare affacciata ad una porzione anulare della ghiera ed ad essa vincolata.
Il corpo di contenimento à ̈ dotato in una prima estremità di un orifizio per l'ingresso del prodotto liquido presente nel flacone. Tale orifizio viene aperto o chiuso da una sferetta libera di scorrere all'interno del corpo di contenimento, in particolare all'interno di una camera di dosaggio compresa nello stesso.
La camera di dosaggio à ̈ definita dallo spazio presente tra un pistone, guidato da uno stelo internamente cavo, scorrevole all'interno del corpo di contenimento e la porzione di fondo (dove à ̈ posto l'orifizio) del corpo di contenimento .
Tra pistone e stelo sono presenti mezzi di apertura e chiusura della cavità interna dello stelo in modo tale da mettere selettivamente in comunicazione di fluido l'interno dello stelo con la camera di dosaggio.
Lo stelo à ̈ guidato nella sua corsa da un anello di ritegno, solidale al corpo di contenimento, che ha anche la funzione di riscontro per la corsa del pistone.
In altre parole, l'anello di ritegno definisce il limite superiore della camera di dosaggio impedendo che il pistone possa uscire dalla camera di dosaggio stessa. Quando il pistone crea una sovrapressione all'interno della camera di dosaggio, la cavità dello stelo à ̈ in comunicazione di fluido con la camera di dosaggio ed il fluido presente nella camera di dosaggio risale lungo lo stelo e viene erogato da un beccuccio ad esso associato. In questa configurazione, la sferetta à ̈ in posizione abbassata ed occlude l'orifizio sopra citato.
Quando il pistone crea una depressione all'interno della camera di dosaggio la cavità dello stelo non à ̈ in comunicazione di fluido con la camera di dosaggio e viene richiamato fluido dal flacone all'interno della camera di dosaggio.
In questa configurazione, la sferetta si solleva e lascia aperto l'orifizio sopra citato a causa della depressione nella camera di dosaggio.
In questo tipo di dispenser, lo scorrimento del pistone all'interno del corpo di contenimento avviene contrastando l'azione di una molla che ha la funzione di mantenere in posizione sollevata lo stelo ed il pistone ad esso collegato.
In particolare, esercitando un'azione di compressione sullo stelo, il pistone scorre all'interno della camera di dosaggio riducendone le dimensioni e quindi creando una sovrapressione all'interno della stessa.
Cessando l'azione di compressione sullo stelo, la citata molla riporta l'equipaggio mobile stelo/pistone in posizione sollevata aumentando le dimensioni della camera di dosaggio e quindi creando una depressione nella stessa.
L'azione di pressione sullo stelo viene esercitata sul beccuccio erogatore posto all'estremità superiore dello stelo ed in comunicazione di fluido con lo stesso per l'erogazione nell'ambiente esterno del liquido contenuto nel flacone.
Ad ogni erogazione un volume d'aria pari al liquido erogato deve entrare nel flacone per mantenere un equilibrio di pressione tra l'interno di flacone e l'atmosfera esterna.
A questo scopo, i dispenser della tecnica nota prevedono che tra la ghiera di fissaggio ed il beccuccio di erogazione che da essa emerge vi sia un trafilamento di fluido, vale a dire un passaggio di ingresso per l'aria, in modo tale che aria dell'ambiente esterno possa affluire in meati creati all'interno del corpo di contenimento.
In particolare, tali meati garantiscono che l'aria che trafila tra beccuccio e ghiera possa raggiungere un foro ricavato sulla superficie esterna del corpo di contenimento che si trova ad essere all'interno del flacone .
Tali meati mettono in comunicazione di fluido l'ambiente esterno con il citato foro quando il pistone à ̈ in posizione abbassata, vale a dire quando il pistone sta compiendo la sua azione di risalita all'interno della camera di dosaggio.
In questo modo, il liquido aspirato dal flacone nella camera di dosaggio viene sostituito da aria immessa nel flacone.
Quando il pistone à ̈ in posizione sollevata, i meati occludono la comunicazione di fluido tra ambiente esterno (vale a dire tra il passaggio di ingresso dell'aria) e interno del flacone (vale a dire il foro ricavato nel corpo di contenimento).
I dispenser della tecnica nota sopra descritti presentano alcuni inconvenienti.
In particolare, in condizioni di acqua battente, ad esempio sotto una doccia, si crea un film di acqua che riveste la parte superiore del dispenser (vale a dire la parte recante il beccuccio) direttamente esposta all'acqua battente.
Pertanto, quando il dispenser viene azionato, attraverso il trafilamento tra beccuccio e ghiera viene immessa, oltre all'aria, anche acqua all'interno del corpo di contenimento.
L'acqua entrata nel corpo di contenimento segue lo stesso percorso dell'aria e, attraverso i citati meati, raggiunge l'interno del flacone dove di miscela con il liquido in esso contenuto.
Ciò causa un annacquamento del liquido contenuto nel flacone che, a seguito di prolungati utilizzi del dispenser, può risultare pesante e quindi inaccettabile. Sono altresì noti dispenser in grado di ovviare a tale inconveniente. Tali dispenser presentano delle protuberanze che distanziano la superficie interna della ghiera con uno spallamento anulare del corpo di contenimento. In particolare, la ghiera presenta una porzione anulare affacciata e disposta al di sopra del citato spallamento del corpo di contenimento. In questo modo, le protuberanze definiscono una serie di canali di passaggio di aria, atti a mettere in comunicazione di fluido l'ambiente esterno (attraverso la superficie interna filettata della ghiera stessa) con il foro ricavato sulla superficie esterna del corpo di contenimento che si trova ad essere all'interno del flacone .
In questo modo, viene minimizzato l'ingresso di acqua, in caso di uso del dispenser sotto acqua battente, poiché il passaggio di ingresso che mette in comunicazione di fluido il citato foro con l'ambiente esterno non à ̈ direttamente esposto all'acqua battente. Inoltre, l'accoppiamento scorrevole tra ghiera e beccuccio di erogazione, può essere realizzato in modo da ridurre o possibilmente annullare ogni trafilamento. Tuttavia, anche questa tipologia di dispenser non à ̈ esente da inconvenienti.
Infatti, in questo caso si noti che la ghiera, realizzata in un unico pezzo, risulta essere scarsamente adattabile alla superficie dell'erogatore. Questo comporta una tenuta talvolta precaria dell'accoppiamento tra ghiera e beccuccio od alternativamente attriti molto elevati tra la stesse parti.
Inoltre, una eccessiva dilatazione della guarnizione esterna, causata ad esempio da un serraggio molto forte della ghiera, determina l'ostruzione del percorso di ingresso dell'aria, con i conseguenti inconvenienti nel reintegro dell'aria nel flacone.
In questo contesto, il compito tecnico alla base della presente invenzione à ̈ proporre un dispenser che superi gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
In particolare, Ã ̈ scopo della presente invenzione mettere a disposizione un dispenser che eviti l'annacquamento del liquido contenuto nel flacone anche in utilizzi con acqua battente, ed allo stesso tempo affidabile ed in grado di determinare un serraggio a tenuta della ghiera sull'erogatore.
Il compito tecnico precisato e lo scopo specificato sono sostanzialmente raggiunti da un dispenser, comprendente le caratteristiche tecniche esposte in una o più delle unite rivendicazioni.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione appariranno maggiormente chiari dalla descrizione indicativa, e pertanto non limitativa, di una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un dispenser, come illustrato negli uniti disegni in cui:
- la figura 1 Ã ̈ una vista prospettica parzialmente in sezione di un dispenser in accordo con la presente invenzione;
- la figura 2 Ã ̈ un ingrandimento di alcuni particolari del dispenser di figura 1; e
- la figura 3 Ã ̈ una vista prospettica ed in esploso di una ghiera facente parte del dispenser di figura 1.
Con riferimento agli uniti disegni, un dispenser in accordo con la presente invenzione à ̈ stato indicato con il numero 1.
Il dispenser 1 comprende un corpo di contenimento 2 cavo inseribile in un flacone, non illustrato nelle citate figure in quanto non facente parte della presente invenzione.
Il corpo di contenimento 2 ha geometria assialsimmetrica e comprende una porzione superiore 3 ed una porzione di fondo 4.
La porzione superiore 3 del corpo di contenimento 2 à ̈ aperta ed ha la funzione di consentire l'inserimento all'interno del corpo cavo 2 degli elementi (più avanti descritti) che compongono il dispenser.
La porzione di fondo 4 Ã ̈ dotata di un orifizio 5 attraverso il quale il liquido contenuto nel flacone entra nel corpo di contenimento 2.
L'orifizio 5 à ̈ impegnato da una sferetta 5a la quale ha la funzione di aprire o chiudere l'orifizio 5 stesso secondo modalità che verranno più avanti chiarite.
Il corpo di contenimento 2 Ã ̈ sostanzialmente conformato ad imbuto.
In particolare, il corpo di contenimento 2 comprende una prima sezione 2a che si sviluppa a partire dalla porzione superiore 3 verso quella di fondo 4, ed una seconda sezione 2b posta al di sotto della prima sezione 2a.
La seconda sezione 2b definisce una camera di dosaggio 6 per il dispenser 1.
Al di sotto della camera di dosaggio 6 si sviluppa una terza sezione 2c dalla quale si protende l'orifizio 5. Le tre sezioni sopra citate hanno dimensioni trasversali tra loro differenti, in modo tale da definire la citata configurazione ad imbuto del corpo di contenimento 2. In particolare, la seconda sezione 2b, quella definente la camera di dosaggio 6, Ã ̈ sostanzialmente cilindrica. All'interno del corpo cavo 2 Ã ̈ previsto un pistone 7 mobile tra una posizione sollevata ed una posizione abbassata (illustrata in figura 1).
Il pistone 7 comprende una superficie esterna atta a contattare la parete interna della seconda porzione 2b del corpo cavo 2.
La superficie esterna del pistone 7 scorre all'interno della camera di dosaggio 6 tra la citata posizione sollevata nella quale il volume della camera di dosaggio à ̈ massima, e la citata posizione abbassata, nella quale il volume della camera di dosaggio 6 à ̈ minimo.
La superficie esterna del pistone 7 scorre facendo tenuta di fluido lungo la parete interna della seconda porzione, in modo tale che liquido presente nella camera di dosaggio non possa trafilare attraverso l'accoppiamento scorrevole tra pistone 7 e camera di dosaggio 6.
Il dispenser 1 comprende inoltre uno stelo cavo 8 scorrevole all'interno del corpo di contenimento 2 tra una posizione sollevata ed una posizione abbassata (figura 1).
Lo stelo 8 comanda l'azionamento del pistone 7, vale a dire movimenta lo stesso all'interno della camera di dosaggio 6.
Lo stelo 8 ha inoltre la funzione di trasferire, attraverso la propria cavità, liquido presente all·'<'>interno della camera di dosaggio 6 ad un beccuccio 9 che eroga il liquido ad un utilizzatore.
In particolare, lo stelo 8 comprende almeno una finestra 10, preferibilmente due contrapposte, per porre selettivamente in comunicazione di fluido la cavità dello stelo 7 con l'interno del corpo di contenimento 2, in particolare con la camera di dosaggio 6.
Le finestre 10 sono ricavate sulla parete laterale dello stelo 8.
Lo stelo 8 Ã ̈ parzialmente scorrevole rispetto al pistone 7 in maniera tale che la finestra 10 venga occlusa o liberata dal pistone 7.
In particolare, lo stelo 8 Ã ̈ inserito in un foro passante del pistone 7.
Lo stelo 8 à ̈ libero di scorrere all'interno del foro passante di una quantità tale da far emergere all'interno della camera di dosaggio 6 la finestra 10. La parte terminale dello stelo 8 à ̈ pertanto chiusa, in modo tale che il liquido nella camera di dosaggio 6 possa entrare nella cavità dello stelo 8 soltanto attraverso la finestra 10.
Preferibilmente, il moto relativo tra stelo 8 e pistone 7 Ã ̈ delimitato da battute superiori ed inferiori poste sullo stelo 8.
Per guidare lo stelo 8 nella sua corsa all'interno del corpo di contenimento 2, il dispenser 1 comprende un anello di ritegno 11 solidale al corpo di contenimento 2 ed inserito all'interno dello stesso.
L'anello di ritegno 11 Ã ̈ posto nella prima sezione 2a del corpo 2 e presenta un foro 12 per il passaggio dello stelo 8.
Il dispenser 1 comprende mezzi 13 elastici per contrastare il libero scorrimento dello stelo (e quindi del pistone) all'interno del corpo di contenimento 2. Tali mezzi elastici 13, preferibilmente costituiti da una molla, possono essere attivi tra una porzione inferiore di estremità dello stelo 8 e la porzione di fondo 4 del corpo di contenimento oppure tra 1'anello di ritegno 11 e lo stelo 8.
Si noti che quest'ultima configurazione evita che la molla 13 sia in contatto con il liquido contenuto nella camera di dosaggio 6.
La molla 13 Ã ̈ posta concentricamente allo stelo 8 ed esternamente allo stesso.
Agendo sul beccuccio 9, in particolare premendo lo stesso, lo stelo 8 ed il pistone 7 traslano all'interno della camera di dosaggio 6 (figura 1).
In una prima fase di tale traslazione il pistone 7 rimane fermo a causa dell'attrito della parete del pistone con la parete della camera di dosaggio 6, oltre che per effetto della sovrapposizione che si genera nel liquido contenuto nella camera di dosaggio a causa della riduzione di volume della stessa.
In questa fase lo stelo 8 trasla rispetto al pistone 7 affacciando la finestra 10 (situata all'estremità inferiore dello stelo 8).
La successiva corsa dello stelo 8 trascina con sé il pistone 7 determinando una compressione del liquido presente nella camera di dosaggio 6 che fluisce attraverso la finestra 10 e quindi attraverso il beccuccio 9 fino a fuoriuscire all'esterno.
In seguito al rilascio del beccuccio 9 da parte dell'utilizzatore, l'intero sistema ritorna nella posizione di riposo grazie alla molla 13.
Durante la fase di risalita, lo stelo 8 si muove prima del pistone 7 (trattenuto dall'attrito con le pareti della camera di dosaggio 6) chiudendo in questo modo la finestra 10.
In questo modo viene impedito al liquido presente nello stelo 8 e nel beccuccio 9 di essere nuovamente aspirato nella camera di dosaggio 6.
La traslazione durante la corsa di ritorno del pistone 7 nella camera di dosaggio 6 crea una depressione all'interno della camera di dosaggio 6 che determina l'aspirazione di liquido attraverso l'orifizio 5 del corpo di contenimento 2.
Come sopra accennato, il corpo di contenimento 2 Ã ̈ inseribile all'interno del flacone.
Per trattenere e vincolare il corpo di contenimento 2 all'interno del flacone, Ã ̈ prevista una ghiera 14 filettata avvitabile al collo del flacone.
Come viene meglio illustrato in figura 2, la ghiera 14 Ã ̈ associata ad un labbro 16 anulare del corpo di contenimento 2 per ricoprire il labbro 16 stesso.
Il labbro 16 del corpo di contenimento 2 Ã ̈ posto nella porzione superiore 3 dello stesso e circonda l'apertura superiore del corpo di contenimento 2.
La ghiera 14 comprende inoltre un foro per consentire il passaggio e lo scorrimento dello stelo 8 e del beccuccio Ad ogni erogazione un volume d'aria pari al liquido erogato entra nel flacone attraverso un meato 18 che si sviluppa all'interno del corpo di contenimento 2 e che à ̈ posto in comunicazione di fluido con un foro 19 praticato sul corpo di contenimento 2 ed affacciato nell'interno del flacone (come illustrato nel dettaglio dalla freccia in figura 2).
Il meato 18 Ã ̈ inoltre in comunicazione di fluido con un passaggio di ingresso per aria dall'ambiente esterno. Preferibilmente, il meato 18 si sviluppa a partire da una regione posta al di sopra dell'anello di ritegno 11, vale a dire tra l'anello di ritegno 11 e la porzione superiore 3 del corpo di contenimento 2, fino ad una regione posta al di sotto dell'anello di ritegno 11, vale a dire tra anello di ritegno 11 e pistone 7.
Il foro 19 nel corpo di contenimento 2 Ã ̈ posto tra l'anello di ritegno 11 ed il pistone 7.
Il foro 19 Ã ̈ posto al di sotto dell'anello 11 ed al di sopra del pistone 7.
In particolare, il meato 18 comprende una prima porzione 18a posta nella prima sezione 2a del corpo di contenimento 2.
Tale prima porzione 2a à ̈ solo parzialmente impegnata dall'anello di ritegno 11.
II meato 18 comprende inoltre una seconda porzione 18b definita tra lo stelo 8 e l'anello di ritegno 11.
Si noti che lo stelo 8 scorre senza far tenuta di fluido all'interno dell'anello di ritegno 11.
L'anello di ritegno 11 Ã ̈ accoppiato a tenuta di fluido con la parete interna del corpo di contenimento 2.
Il meato 18 comprende inoltre una terza porzione 18c che si sviluppa tra il pistone 7 e l'anello di ritegno 11. Questa terza porzione à ̈ direttamente affacciata al foro 19 nel corpo di contenimento 2 (figura 2).
Quando il dispenser 1 à ̈ in condizione di riposo (vale a dire quando il beccuccio 9 non à ̈ premuto), il pistone 7 à ̈ impegnato a tenuta di fluido con l'anello di ritegno 11, interrompendo il meato 18 e quindi impedendo all'aria di entrare nel flacone.
In particolare, una porzione superiore 7a del pistone 7 Ã ̈ impegnata a tenuta di fluido in un sottosquadro 11a dell'anello di ritegno 11.
Quando il dispenser à ̈ attivato (vale a dire quando lo stelo 8 compie una corsa di compressione del pistone 7 o di risalita dello stesso), l'impegno a tenuta tra anello di ritegno 11 e pistone 7 non à ̈ più presente (figura 1). Vantaggiosamente, la ghiera 14 à ̈ costituita da una prima 14a ed una seconda 14b porzione sostanzialmente cilindrica, reciprocamente accoppiate per definire tra loro il passaggio di ingresso di aria verso il meato 18. In particolare, con riferimento al dettaglio di figura 3, la prima porzione sostanzialmente cilindrica 14a presenta sviluppo anulare ed internamente forato per permettere il passaggio dello stelo 8 e del beccuccio 9. Il bordo circolare (26) che delimita il foro interno della porzione superiore 14a della ghiera 14, à ̈ opportunamente sagomato per ricavare una tenuta di fluido in accoppiamento alla superficie esterna del beccuccio 9, in modo tale che nell'interstizio tra il foro della ghiera ed il beccuccio 9 (che scorre all'interno dello stesso) non possa trafilare acqua che entrerebbe nel corpo di contenimento 2. Mezzi di tenuta (qui non illustrati), come ad esempio una guarnizione calzata nel foro della ghiera 14, un soffietto che si estende tra la ghiera 14 ed il beccuccio 9, oppure qualsiasi altro dispositivo atto allo scopo, possono essere aggiunti per migliorarne la tenuta di fluido.
Inoltre, la prima porzione cilindrica 14a presenta una superficie esterna 17 convessa rivolta verso l'esterno ed una superficie interna concava 19 associata alla seconda porzione sostanzialmente cilindrica 14b.
In maggiore dettaglio, la superficie interna concava 19 risulta essere impegnata ad una parete superiore anulare 20 della seconda porzione cilindrica 14b per definire con essa il passaggio di aria.
Si noti che la seconda porzione cilindrica 14b presenta una parete laterale 21 cilindrica dotata internamente di una superficie filettata per essere avvitata al collo del flacone, e sviluppantesi trasversalmente alla citata parete superiore 20.
Facendo sempre riferimento alla figura 3, la parete superiore 20 presenta una superficie esterna 20a accoppiata alla superficie interna concava 19 della prima porzione 14a. In questo modo, come indicato dalla freccia di figura 2, il passaggio di ingresso di aria risulta essere definito tra la superficie concava 19 e la superficie esterna 20a della parete superiore anulare 20.
Va altresì rilevato che la parete superiore anulare 20 presenta una serie di rilievi 22 distanziati tra di loro per definire una pluralità di passaggi 22a di aria disposti lungo un percorso circonferenziale.
Si noti che il numero di rilievi 22 e di conseguenza il numero di passaggi 22a, può essere qualsivoglia in funzione delle dimensioni del dispenser e della portata di aria che si intende introdurre nel meato 18.
Nella condizione di accoppiamento delle due porzioni cilindriche 14a, 14b (figura 1 e 2) viene ottenuta una fessura 23 di ingresso dell'aria dall'ambiente esterno. In particolare, la prima porzione cilindrica 14a presenta un bordo circolare esterno 24, posto in corrispondenza di una zona 25 di spigolo della seconda porzione cilindrica 14b definita tra la parete laterale 21 e la parete superiore 20. In questo modo, la fessura 23 di passaggio dell'aria risulta essere definita tra il bordo circolare 24 esterno e la zona 25 della seconda porzione cilindrica 14b.
Lo sviluppo circonferenziale della fessura 23 limita pertanto l'ingresso dell'acqua all'interno del passaggio di aria.
L'invenzione raggiunge lo scopo proposto.
Infatti, le due porzioni che costituiscono la ghiera 14 determinano un passaggio di aria che minimizza l'ingresso di acqua, in caso di uso del dispenser sotto acqua battente, poiché il passaggio di ingresso che mette in comunicazione di fluido il meato 18 con l'ambiente esterno non à ̈ direttamente esposto all'acqua battente. L'ingresso di aria, ed al tempo stesso di acqua, risultano viceversa impediti nella zona di accoppiamento tra ghiera 14 e beccuccio erogatore 9 realizzata a tenuta di fluido, maggiormente esposta all'acqua battente.
Vantaggiosamente, la struttura della ghiera 14 permette l'utilizzo di materiali differenti in funzione delle singole porzioni. Ad esempio può essere utilizzato un materiale più duro per la seconda porzione 14b che viene avvitata al collo del flacone e più morbida per la prima porzione 14a che va a tenuta con il beccuccio 9.
Inoltre, lasciando un seppur limitato gioco tra le due porzioni della ghiera, si ottiene una relativa mobilità della porzione superiore 14a, rispetto alla porzione inferiore 14b, favorendo il corretto posizionamento della superficie di tenuta di detta porzione 14a intorno alla superficie del beccuccio.
In questo modo, la ghiera 14 risulta essere maggiormente adattabile con i conseguenti vantaggi nella tenuta di fluido della ghiera 14 stessa.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispenser comprendente: - un corpo di contenimento (2) internamente cavo ed almeno parzialmente inseribile in un flacone, detto corpo di contenimento (2) presentando un foro (19) disposto all'interno di detto flacone ed un orifizio (5) di pescaggio di un prodotto liquido contenuto nel flacone; - una ghiera (14) impegnabile su un collo di detto flacone, ed associata esternamente al corpo di contenimento (2); - un pistone (7) scorrevole all'interno di detto corpo di contenimento (2) tra una posizione sollevata ed una posizione abbassata; - uno stelo (8) cavo scorrevole all'interno di detto corpo di contenimento (2), associato ad un beccuccio (9) di erogazione per comandare l'azionamento di detto pistone (7) ed erogare il prodotto fluido contenuto in detto flacone; ed almeno un meato (18) ricavato in detto corpo di contenimento (2) per porre selettivamente in comunicazione di fluido un passaggio di ingresso per aria dall'ambiente esterno con il foro (19) in detto corpo di contenimento(2); caratterizzato dal fatto che la ghiera (14) presenta una prima (14a) ed una seconda (14b) porzione sostanzialmente cilindrica, reciprocamente accoppiate per definire tra loro detto passaggio di ingresso di aria.
  2. 2. Dispenser secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che comprende inoltre mezzi di tenuta di fluido attivi tra detta ghiera (14) e detto beccuccio (9) di erogazione.
  3. 3 . Dispenser secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima porzione sostanzialmente cilìndrica (14a) presenta una superficie esterna convessa (17) rivolta verso l'esterno ed una superficie interna concava (19) associata a detta seconda porzione sostanzialmente cilindrica (14b).
  4. 4 . Dispenser secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta seconda porzione sostanzialmente cilindrica (14b) presenta una parete laterale cilindrica (21) dotata internamente di una superficie filettata per essere avvitata al collo del flacone, ed una parete superiore (20) anulare avente una superficie esterna (20a) affacciata alla superficie interna concava (19) della prima porzione (14a).
  5. 5 . Dispenser secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta superficie interna concava (19) della prima porzione cilindrica (14a) Ã ̈ impegnata alla parete superiore (20) anulare della seconda porzione cilindrica (14b); detto passaggio di ingresso di aria essendo definito tra detta superficie concava (19) e detta parete superiore (20) anulare.
  6. 6. Dispenser secondo la rivendicazione 5 caratterizzato dal fatto che detta parete superiore (20) anulare della seconda porzione cilindrica (14b) comprende una serie di rilievi (22) distanziati tra di loro per definire una pluralità di passaggi di aria (22a) disposti lungo un percorso circonferenziale.
  7. 7. Dispenser secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 4 a 6, caratterizzato dal fatto che detta prima porzione cilindrica (14a) comprende inoltre un bordo circolare esterno (24), posto in corrispondenza di una zona di spigolo (25) della seconda porzione cilindrica (14b) definita tra detta parete laterale (21) e parete superiore (20); detta ghiera (14) definendo una fessura (23) di passaggio dell'aria definita tra detto bordo circolare esterno (24) e detta zona (25) della seconda porzione cilindrica (14b).
  8. 8. Dispenser secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta fessura di passaggio (23) presenta conformazione sostanzialmente circolare e si estende lungo tutto lo sviluppo circonferenziale di detta parete laterale (21) della seconda porzione cilindrica (14b).
  9. 9. Dispenser secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni comprendente un anello (11) di ritegno vincolato all'interno del corpo di contenimento (2) all'interno del quale scorre detto stelo (8); detto meato (18) essendo almeno in parte ricavato tra detto anello (11) di ritegno e detto stelo (8).
  10. 10. Dispenser secondo la rivendicazione 9 in cui detto anello (11) di ritegno à ̈ posto tra detto foro (19) nel corpo di contenimento (2) e detto passaggio di aria.
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