ITRM20070290A1 - Mobile resistente agli urti e procedimento per la sua realizzazione. - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
“MOBILE RESISTENTE AGLI URTI E PROCEDIMENTO PER LA SUA REALIZZAZIONE<»>
La presente invenzione ha per oggetto un mobile, od elemento di arredo, resistente ad urti ed in particolare ad urti di tipo impulsivo. Preferibilmente, il mobile secondo l'invenzione è atto a definire uno spazio per alloggiare almeno una parte di un utilizzatore, ed in particolare le gambe. A titolo di esempio, tale mobile può essere un banco od una scrivania.
L'invenzione riguarda inoltre un metodo per realizzare tale mobile. In particolare, tale metodo è finalizzato alla realizzazione di un mobile che sia in grado di dissipare energia in caso di urto ai danni del mobile stesso, e che sia inoltre in grado di rimanere stabilmente ancorato a terra durante tale urto.
E' noto realizzare mobili, quali banchi o scrivanie, mediante l'uso di pannelli di legno (legno massello, compensato, truciolare e simili) i quali sono tra loro collegati, generalmente ad angolo retto, per definire una struttura rigida presentante un piano orizzontale di lavoro,
E' altresì noto rinforzare tali mobili mediante l'utilizzo di barre o profilati di metallo, ed in particolare acciaio, ancorati ai pannelli di legno per irrigidire la struttura del mobile rendendola atta a sopportare carichi maggiori rispetto a quanto sarebbe in grado di sorreggere la sola struttura rigida in legno, Ciò avviene, generalmente, nei banchi ad uso scolastico, in cui i profilati metallici coadiuvano il piano di lavoro nell'azione di resistenza e realizzano peraltro le gambe del banco stesso.
Tali tipologie di mobili in legno e/o rinforzati con profilati in metallo non sono tuttavia in grado di resistere ad urti violenti e di tipo impulsivo od a carichi quali, in particolare, urti derivati dalla caduta o crollo di porzioni di elementi strutturali di un edifìcio nel quale tale mobile è situato. Si pensi, per esempio, ad un banco od una scrivania per uso scolastico sottoposta all'urto con una porzione di soffitto o di una parete muraria, A seguito di un collasso strutturale, il crollo di tale porzione di soffitto o di parete muraria determinerebbe il cedimento di schianto del banco senza che i profilati in metallo riescano effettivamente ad apportare un aumento di resistenza efficace contro tale cedimento.
Più in dettaglio, gli urti statisticamente probabili possono essere di tipo distribuito o di tipo punzonante. Gli urti di tipo distribuito determinano un sovraccarico sostanzialmente su tutto il piano di lavoro, e determinano un cedimento strutturale del banco le cui gambe tendono a divergere tra loro determinando uno schiacciamento su se stesso del banco. Gli urti del tipo punzonante determinano sovraccarichi concentrati su una porzione limitata del piano di lavoro, e possono determinare una perforazione del piano di lavoro stesso senza che il banco riesca ad offrire una valida opposizione a tale azione punzonante. In entrambi i casi, inoltre, la rottura delle parti in legno (ed eventualmente anche delle parti in metallo) innesca una produzione di schegge le quali possono essere molto appuntite, e quindi causare lesioni anche gravi all’utilizzatore, ed agiscono contemporaneamente all'azione urtante che fa collassare il banco od una porzione di esso.
In entrambe le circostanze, il banco non realizza una valida protezione contro infortuni con grande probabilità gravissimi e dunque tale banco non può essere in alcun modo utilizzato come rifugio a seguito di un evento disastroso quale potrebbe essere, ad esempio, una scossa tellurica,
Le carenze di resistenza agli urti, o carenze di resilienza, dei mobili della tecnica nota sono pertanto dovute ad una scarsa prestazione di resistenza strutturale, alla presenza del solo piano di lavoro quale elemento di interposizione tra l'utilizzatore e l'azione urtante, nonché alla modalità di collasso che è di tipo fragile con produzione di schegge appuntite e, pertanto, altamente pericoloso. Compito tecnico della presente invenzione è mettere a disposizione un mobile resistente agli urti, ed un procedimento per realizzare tale mobile, che siano esenti dagli inconvenienti sopra citati.
Nell'ambito di tale compito tecnico, è principale scopo dell'invenzione mettere a disposizione un mobile resistente agli urti che consenta di realizzare uno spazio adatto a definire una cellula di protezione da parte di un utilizzatore in caso di eventi pericolosi.
Più in dettaglio, è scopo dell'invenzione mettere a disposizione un mobile resistente agli urti, ed un procedimento per realizzare tale mobile, che riducano i rischi di cedimento fragile del mobile stesso.
Inoltre, è importante scopo dell'invenzione mettere a disposizione un mobile resistente agli urti, ed un procedimento per realizzare tale mobile, che prevengano rischi a carico dell'utilizzatore legati alla produzione di schegge e/o frammenti acuminati in caso di un evento pericoloso.
E<1>altresì importante scopo dell'invenzione mettere a disposizione un mobile resistente agli urti, ed un procedimento per realizzare tale mobile, che generino una sufficiente azione di interposizione tra un coipo impattante ed una porzione di spazio sottesa dal mobile stesso.
Ancora, è rilevante scopo dell'invenzione mettere a disposizione un mobile resistente agli urti, ed un procedimento per realizzare tale mobile, che consentano di realizzare un'azione di protezione verso urti di tipo sia distribuito che di tipo punzonante.
Questi scopi ed altri ancora, come emergerà nel seguito della presente descrizione, sono sostanzialmente raggiunti da un mobile resistente agli urti ed un procedimento per la realizzazione di tale mobile aventi le caratteristiche rispettivamente espresse nelle rivendicazioni 1 e 13 e/o in una o più delle rivendicazioni da esse dipendenti.
Viene ora illustrata, a titolo esemplificativo ma non limitativo, una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva di un mobile resistente agli urti, ed un procedimento per realizzare tale mobile, in accordo con la presente invenzione e con le figure allegate, in cui:
- la figura 1 mostra una vista prospettica di un mobile in accordo con la presente invenzione;
- la figura 2 mostra una vista frontale del mobile di figura 1 ;
- la figura 2a mostra una vista frontale ingrandita di un primo particolare della vista di figura 2;
- la figura 2b mostra una vista frontale ingrandita di un secondo particolare della vista di figura 2;
- la figura 2c mostra una vista frontale ingrandita di un terzo particolare della vista di figura 2;
- la figura 3 mostra una vista in esploso di una porzione del mobile di figura 1; - la figura 4 mostra una vista frontale del mobile di figura 2 in una prima configurazione deformata;
- la figura 5 mostra una vista frontale del mobile di figura 2 in una seconda configurazione deformata.
In figura 1 è complessivamente indicato con 1 un mobile resistente agli urti in accordo con la presente invenzione. Nell'ambito della presente descrizione si farà riferimento, come mobile 1 in accordo con l'invenzione, ad un banco per uso scolastico; ciononostante, seppur l'applicazione come banco per uso scolastico sia particolarmente vantaggiosa, tale applicazione specifica non costituisce una limitazione in quanto la presente invenzione può essere estesa ad una qualsiasi tipologia di mobile quale, a titolo di esempio, una scrivania, un tavolo, un armadio od una libreria a ponte od un generico mobile atto a definire un riparo per una o più persone in caso di un evento pericoloso.
Il banco comprende una struttura portante 2 la quale è definita da una coppia di pareti laterali 3, 4 unite attraverso una porzione centrale 5. La porzione centrale 5 definisce un piano di appoggio e/o di lavoro per il banco, e si dispone pertanto in posizione sostanzialmente orizzontale, mentre le pareti laterali 3, 4 si dispongono secondo un'orientazione sostanzialmente verticale. Secondo una forma realizzai iva preferita non illustrata, le pareti laterali 3, 4 sono divergenti, preferibilmente in modo solo lievemente marcato, in allontanamento dalla porzione centrale 5. La struttura portante 2 è ottenuta, preferibilmente in un'unica fase, attraverso un processo detto "Resin Transfer Moulding" (RTM). Le pareti laterali 3, 4, definenti montanti di appoggio della struttura portante 2, e la porzione centrale 5, delimitano tra di esse uno spazio "S" nel quale può trovare accoglimento una parte di un utilizzatore durante un normale uso del mobile, ed in particolare la parte delle gambe delfutilizzatore con riferimento al banco per uso scolastico. Preferibilmente, le pareti laterali 3, 4 e la porzione centrale 5 non presentano aperture passanti per ragioni che verranno in seguito chiarite.
Vantaggiosamente, le pareti laterali 3, 4 e la porzione centrale 5 sono realizzate di pezzo l’una con le altre. In altre parole, esiste una continuità strutturale tra ciascuna parete laterale 3, 4, la porzione centrale 5 e l'altra parete laterale 3, 4 in modo che non esistano giunzioni nel passaggio tra di esse. Ciò determina un aumento della resistenza complessiva della struttura portante 2 che la rende maggiormente in grado di resistere ad urti anche violenti.
In accordo con la forma realizzativa illustrata, la struttura portante 2 comprende un primo strato 6 ed un secondo strato 7, visibili chiaramente nella vista in esploso di figura 3. Il primo strato 6 si trova in posizione più esterna rispetto al secondo strato 7, vale a dire che i due strati 6, 7 sono tra loro disposti in modo che il secondo strato 7 sia rivolto verso il citato spazio "S". Tali due strati 6, 7 hanno proprietà meccaniche differenti e presentano, in particolare, differenti valori di rigidezza e di capacità di assorbimento e dissipazione di energia in caso di deformazione, Preferibilmente, il primo strato 6 comprende uno o più materiali selezionati dal gruppo comprendente resina, fibra di vetro e polimeri rinforzati con acciaio, per realizzare una funzione di elevata resistenza meccanica, mentre il secondo strato 7 è realizzato con uno o più materiali selezionati dal gruppo comprendente resina, fibra aramidica e polimeri rinforzati con acciaio, per realizzare una funzione di dissipazione ed assorbimento di energia in caso di deformazione, quindi una resistenza di tipo balistico. I due strati 6, 7 presentano quindi comportamenti diversi e svolgono, pertanto, funzioni diverse con riferimento ad un comportamento sotto carico.
In accordo con la forma realizzativa preferita, la struttura portante 2 comprende inoltre un terzo strato 8, adiacente al secondo strato 7 e rivolto da parte opposta rispetto al primo strato 6, vale a dire rivolto verso il citato spazio "S". Il terzo strato 8 comprende un materiale con fibra lunga, ottenuto preferibilmente mediante un processo di pultrusione. Con pultrusione è indicato un processo di lavorazione di materie plastiche in cui un fascio di filamenti viene impregnato con una resina e quindi fatto indurire ottenendo come risultato una struttura particolarmente resistente e tenace.
Preferibilmente, inoltre, la struttura portante 2 comprende uno strato esterno 9, associato al primo strato 6 da parte opposta rispetto al secondo strato 7 e definente una superficie esterna 10 visibile del banco, Lo strato esterno è realizzato con un materiale tradizionale, ed in particolare atto a definire una superficie liscia e di tipo lavabile.
I citati strati 6, 7, 8, 9 sovrapposti hanno corrispondenti profili sostanzialmente controsagomati tra loro per essere correttamente adagiati l'uno sopra l'altro e vincolati tra loro in modo stabile per realizzare la struttura portante, in accordo con la vista di figura 3.
Vantaggiosamente, il banco comprende uno strato elastico 11 il quale ricopre almeno parzialmente una superficie della struttura portante 2 ed è associato alla struttura portante 2 stessa per realizzare, in cooperazione con essa, un assorbimento e/o una dissipazione di energia a seguito di deformazioni del banco. In accordo con le viste delle figure 1, 2, 3, 4, 5, lo strato elastico 11 è sovrapposto ad una superficie interna 13 della struttura portante 2, vale a dire sovrapposto al terzo strato 8 della struttura portante 2 stessa. Lo strato elastico 11 è realizzato in polyurea, preferibilmente mediante un procedimento di spruzzaggio diretto della polyurea stessa sulla citata superficie interna 12, ed è preferibilmente sovrapposto alla totalità della superficie interna 12 della struttura portante 2.
Vantaggiosamente, inoltre, lo strato elastico 11 è almeno parzialmente disaccoppiato dalla superficie interna 12, quindi dalla struttura portante 2, per consentire uno scorrimento reciproco tra lo strato elastico 11 e la superficie interna 12. Per consentire tale disaccoppiamento, lo strato elastico 11 viene accoppiato alla struttura portante 2 solo in corrispondenza di un numero discreto di punti, ed in particolare in corrispondenza di almeno una prima coppia di punti. Più in dettaglio, tale accoppiamento ha luogo in corrispondenza di due porzioni angolari 13, 14 della struttura portante 2 comprese tra la porzione centrale 5 e le due pareti laterali 3, 4. Nelle rimanenti parti della superfìcie interna 12 della struttura portante 2 è previsto uno strato intermedio 15, in materiale distaccante, il quale riveste la citata superficie interna 12 e si frappone tra la struttura portante 2 e lo strato elastico 11 in modo che quest’ultimo risulti almeno parzialmente disaccoppiato dalla struttura portante 2 e possa deformarsi e scorrere tangenzialmente rispetto alla stessa per effetto delle deformazioni subite dalla struttura portante 2 a seguito, ad esempio, di urti di tipo impulsivo a carico del banco. Va specificato che, con materiale distaccante, altresì detto disarmante, si intende un materiale atto a favorire lo scorrimento reciproco tra una coppia di superfici impedendone quindi una coesione e, nell'ambito della presente invenzione, il materiale distaccante è preferibilmente silicone tensioattivo, resina acrilica, polivinil butirrato o adesivo invisibile, applicato mediante spruzzaggio su porzioni della superficie interna 12 prima dell'applicazione dello strato elastico 11 in polyurea.
L'accoppiamento dello strato elastico 11 alla struttura portante 2 avviene per mezzo di opportuni elementi di ancoraggio 16 stabilmente associati alla struttura portante 2 e ciascuno dei quali posizionato in corrispondenza dei citati punti di attacco, in accordo con la vista di figura 2a. Ciascun elemento di ancoraggio 16 comprende un supporto 17, associato alla struttura portante 2, ed una pluralità di filamenti 18, preferibilmente costituiti da fibre di vetro, aramide o carbonio, che si estendono in allontanamento dal supporto 17 per impegnarsi con lo strato elastico 11 definendo veri e propri mezzi di presa nei confronti dello strato elastico 11. Più in dettaglio, i filamenti 18 sono orientati lungo la superficie interna 12 della struttura portante 2 in modo tale che, quando la polyurea viene spruzzata su tale superficie interna 12, la polyurea stessa vada ad avvolgere i filamenti 18 così che, ad indurimento della polyurea avvenuto, i filamenti 18 rimangano irreversibilmente associati in modo permanente allo stato elastico 11 realizzato con la polyurea stessa. Più preferibilmente, tali filamenti 18 costituiscono un rocchetto di fili, parzialmente annegati entro il supporto 18 ed aventi una porzione terminale esterna libera la quale è atta ad impregnarsi ed ancorarsi nello strato elastico ll. A tale scopo, i filamenti 17 sono ben distribuiti su di uno o più piani paralleli alla superficie interna 12 della struttura portante 2, per esempio costituendo un fiore di 360° in pianta.
Secondo una prima forma realizzativa, gli elementi di ancoraggio 16 sono realizzati direttamente con il terzo strato 8 della struttura portante 2, ed in particolare come aggetto integrato del terzo strato 8 attraverso un aumento di spessore del terzo strato 8 stesso.
In accordo con una seconda forma realizzativa, gli elementi di ancoraggio 16 sono collegati al terzo strato 8 successivamente alla realizzazione di quest'ultimo, e tale collegamento avviene mediante sistemi di accoppiamento chimico/fisico/meccanico, preferibilmente mediante incollaggio.
La struttura portante 2 può inoltre vantaggiosamente comprendere un elemento di chiusura 19, collegato stabilmente alle pareti laterali 3, 4 della struttura portante 2, preferibilmente in posizione opposta rispetto alla porzione centrale 5 ed ancor più preferibilmente in corrispondenza di lembi di estremità delle pareti laterali 3, 4 opposti alla porzione centrale 5, in accordo con le viste delle figure annesse. In questa configurazione, l'elemento di chiusura 19 definisce un poggiapiedi per l'utilizzatore. L'accoppiamento stabile tra l'elemento di chiusura 19 e le pareti laterali 3, 4 avviene mediante mezzi meccanici o chimici, illustrati in figura 2c per mezzo di un collegamento filettato. Preferibilmente, l'elemento di chiusura 19 è realizzato in fibra di carbonio ed ottenuto da un processo di pultrusione, ed è atto a svolgere una funzione di tirante o di puntone a seconda di un tipo di cedimento a cui può essere soggetto il banco sotto un'azione urtante esterna.
Vantaggiosamente, inoltre, il banco comprende un ripiano 20 stabilmente associato alle pareti laterali 3, 4 e disposto inferiormente distanziato dalla porzione centrale 5 della struttura portante 2. Tale ripiano, che realizza per esempio un supporto poggialibri, comprende preferibilmente un corpo principale 21, realizzato con un materiale con fibra lunga, e comprende inoltre una pellicola elastica 22, preferibilmente in polyurea. Il ripiano 20 è sostenuto mediante elementi ausiliari di ancoraggio 23 di tipo analogo agli elementi di ancoraggio 16 descritti in precedenza ed anch'essi stabilmente connessi alla struttura portante 2 ed in particolare al terzo strato 8. In tal caso, tuttavia, lo strato elastico 11 sarebbe collegato al terzo strato 8 in corrispondenza di quattro punti, vale a dire in corrispondenza delle porzioni angolari 13, 14 ed in corrispondenza del ripiano 20, in quanto la presenza degli elementi ausiliari di ancoraggio 23 interromperebbe una continuità dello strato elastico 11 lungo le pareti laterali 3, 4. Gli elementi ausiliari di ancoraggio 23 comprendono inoltre uno o più di filamenti ausiliari 24 i quali si estendono in allontanamento dalla superfìcie interna 12, e perpendicolarmente alla stessa, per impregnarsi con la pellicola elastica 22 di polyurea del ripiano 20, come mostrato in figura 2b, realizzando un sostegno del ripiano 20 stesso. I filamenti ausiliari 24 sono anch'essi costituiti da fibre di vetro, aramide o carbonio.
In tale configurazione, il ripiano 21 è preferibilmente parallelo alla porzione centrale 5 della struttura portante 2, il ripiano 20 definisce un ulteriore elemento di interposizione destinato a riparare il citato spazio "S", il quale si trova al di sotto del ripiano 20. Tra il ripiano 20 e la porzione centrale 5 della struttura portante 2, risulta delimitarsi un vano 25, per contenere libri od altri accessori, entro il quale può deformarsi liberamente la porzione centrale 5 stessa nel caso in cui il banco fosse urtato violentemente dall'alto (posizione deformata di figura 4, in cui la configurazione indeformata del banco è indicata in linea tratteggiata). Qualora la deformazione della porzione centrale 5 fosse molto pronunciata, la deformazione della porzione centrale 5 stessa si estenderebbe fino al punto di interferire con il ripiano 20, il quale si deformerebbe a sua volta definendo un ulteriore ostacolo a successive deformazioni (posizione deformata di figura 5, in cui la configurazione indeformata del banco è indicata in linea tratteggiata). In accordo con la conformazione del banco sopra descritta, risulta evidente come lo spazio "S" delimitato dalla struttura portante 2, ed eventualmente dall'elemento di chiusura 19 disposto inferiormente, definisca una cellula di protezione "C" entro la quale un utilizzatore può trovare riparo da eventi pericolosi quali, per esempio, una caduta di calcinacci e/o porzioni di un edificio entro il quale il banco è situato. Ciò è particolarmente vantaggioso nel caso di eventi tellurici, in quanto ogni utilizzatore troverebbe riparo entro la cellula di protezione "C" realizzata dal proprio banco. La presenza dell'elemento di chiusura 19 genera un ulteriore aumento di resistenza complessiva del banco, in quanto ostacola (definendo un tirante) un tipico modo di collasso del banco nel quale le gambe del banco stesso tendono a divergere ed a portare ad una rottura di schianto nel caso di carichi urtanti provenienti dall'alto .
Vantaggiosamente, la struttura portante 2 è stabilmente collegabile a terra mediante mezzi di collegamento, preferibilmente reversibili, i quali sono attivi tra le parerti laterali 3, 4 ed il terreno per generare una dissipazione di energia durante una deformazione del mobile 1 e per ostacolare la deformazione stessa del mobile 1. In particolare, come visibile nelle figure 2, 4, 5 ed in dettaglio in figura 2a, i mezzi di collegamento comprendono una pluralità di elementi a ventosa "V" i quali sono stabilmente collegate a porzioni inferiori delle pareti 3, 4 della struttura portante 2, vale a dire ai piedi delle stesse, e sono atti ad aderire ad una superficie di appoggio del terreno su cui poggia il mobile 1. Preferibilmente, inoltre, entrambe le pareti laterali 3, 4 della struttura portante 2 sono equipaggiate con i citati elementi a ventosa "V", ed ancor più preferibilmente gli elementi a ventosa "V" sono simmetricamente disposti a coppie su entrambe le pareti laterali 3, 4 per realizzare un effetto di ancoraggio sostanzialmente identico su entrambe le pareti laterali 3, 4 stesse,
Qualora il mobile 1 non fosse un banco per uso scolastico ma genericamente un altro mobile, sarebbe analogamente realizzabile una cellula di protezione "C" del tipo sopra descritto, attraverso la realizzazione di uno spazio "S" preferibilmente delimitato da un profilo chiuso ed avente dimensioni tali da contenere una o più persone e realizzare un rifùgio per le stesse in caso di un evento pericoloso.
La presente invenzione raggiunge gli scopi proposti, superando gli inconvenienti lamentati nella tecnica nota.
La realizzazione di un mobile avente una struttura portante dotata di uno strato elastico, ed in particolare in polyurea, consente di resistere a carichi urtanti anche a seguito di un collasso della struttura portante stessa, grazie al fatto che lo strato elastico può deformarsi contribuendo alla resistenza del mobile anche quando viene a mancare la resistenza della struttura portante, riducendo notevolmente i rischi di rottura fragile, vale a dire di schianto, del mobile. Ciò è inoltre coadiuvato dalla possibilità di scorrimento reciproco tra lo strato elastico e la struttura portante, che svincola lo strato elastico dalle deformazioni anche grandi della struttura portante consentendo allo strato elastico di apportare in ogni istante un contributo alla resistenza complessiva del mobile.
La resistenza della struttura portante è inoltre notevolmente migliorata grazie alla realizzazione della stessa su differenti strati aventi funzioni diverse ed all'impiego di materiali con fibra lunga, la quale si estende preferibilmente lungo tutto uno sviluppo della struttura portante. In particolare, il primo strato genera una notevole resistenza meccanica, mentre il secondo strato (grazie alla presenza di fibre aramidiche o di acciaio, impregnate con matrici adeguate) apporta un'efficace azione di protezione balistica ed una notevole dissipazione di energia durante un impatto od un urto violento.
Inoltre, la disposizione dello strato elastico sulla superficie interna della struttura portante consente di isolare la cellula di protezione da eventuali schegge o frammenti acuminati che si generano conseguentemente a rotture e/o cedimenti della struttura portante.
Ulteriormente, l'adozione di un profilo chiuso delimitante la cellula di protezione, in cui peraltro le pareti laterali di ciascuno strato sono realizzate di pezzo con la corrispondente porzione centrale, aumenta la resistenza della struttura portante e quindi il grado di sicurezza per l'utilizzatore che vi trovi rifugio.
Nel caso di un banco per uso scolastico, la resistenza agli urti è inoltre estesa anche alle pareti laterali, le quali sono chiuse e non presentano aperture e consentono pertanto di delimitare completamente una cellula di protezione per l'utilizzatore. Inoltre, il grado di sicurezza attribuito alla cellula di protezione è aumentato dalla presenza del ripiano poggialibri, che costituisce un elemento aggiuntivo frapposto tra un'azione urtante proveniente dall'alto e la cellula di protezione.
Un ulteriore contributo alla stabilità del mobile è dato dalla presenza dei mezzi di collegamento che generano un effetto di ancoraggio al terreno delle porzioni inferiori delle pareti laterali. Ciò consente in primo luogo di livellare il posizionamento del mobile e di mantenere in posizione il mobile stesso in modo tale che non sia suscettibile di spostamenti indesiderati (traslazioni, ribaltamenti) nel momento in cui l'utilizzatore cerchi rifugio nella cella di protezione. In secondo luogo, la presenza dei citati mezzi di collegamento determina una dissipazione di energia durante la deformazione della struttura portante, in particolare quando i mezzi di collegamento sono nella forma di una pluralità di elementi a ventosa. Inoltre, i mezzi di collegamento stabilizzano la posizione delle pareti laterali della struttura portante, ostacolando la deformazione delle stesse durante un impatto ed in particolare contribuendo ad impedire che le pareti laterali tendano a collassare "divergendo” sotto l'azione, per esempio, di un'azione impattante proveniente dall'alto,
In relazione all'impiego di polyurea, vanno evidenziati tra i vantaggi il suo ridottissimo tempo di presa (alcuni secondi per ottenerne l indurimento) e la sua facilità di applicazione, che è realizzabile mediante semplice spruzzaggio.
Claims (16)
- RIVENDICAZIONI 1. Mobile resistente agli urti, comprendente: - una struttura portante (2), avente una funzione di sostegno per detto mobile (i); - uno strato elastico (11), associato a detta struttura portante (2) e cooperante con la stessa per realizzare un assorbimento e/o una dissipazione di energia a seguito di deformazioni del mobile (1); detto strato elastico (11) essendo sovrapposto a detta struttura portante (2) ed almeno parzialmente disaccoppiato dalla stessa in modo che detto strato elastico (11) possa deformarsi e scorrere rispetto alla struttura portante (2).
- 2. Mobile secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto strato elastico (11) è realizzato conpolyurea, preferibilmente mediante spruzzaggio.
- 3. Mobile secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detto strato elastico (11) è stabilmente associato alla struttura portante (2) esclusivamente in corrispondenza di una pluralità di punti di detta struttura portante (2).
- 4. Mobile secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto di comprendere una coppia di elementi di ancoraggio (16), stabilmente connessi alla struttura portante (2) in corrispondenza di detta pluralità di punti e ciascuno dei quali presentante una pluralità di filamenti (18) disposti in allontanamento dal rispettivo elemento di ancoraggio (16), detti filamenti (18) definendo organi di presa attivi su detto strato elastico (11) per mantenere detto strato elastico (11) stabilmente collegato alla struttura portante (2),
- 5. Mobile secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere uno strato intermedio (15) in materiale distaccante interposto tra detta struttura portante (2) e detto strato elastico (11) per mantenere lo strato elastico (11) disaccoppiato dalla struttura portante (2) almeno secondo un movimento di scorrimento reciproco.
- 6. Mobile secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detta struttura portante (2) comprende due pareti laterali (3, 4) ed una porzione centrale (5) connessa alle porzioni laterali (3, 4) per definire, in cooperazione tra loro, uno spazio (S) atto a realizzare una cellula di protezione (C) per un utilizzatore, dette pareti laterali (3, 4) e detta porzione centrale (5) non presentando aperture passanti ed essendo realizzate di pezzo l'una con le altre.
- 7. Mobile secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detto strato elastico (11) è disposto su una superficie interna (12) della struttura portante (2) rivolta verso detta cellula di protezione (C), almeno per riparare detta cellula di protezione (C) da eventuali corpi o frammenti contundenti provenienti da un ambiente esterno e diretti verso detta cellula di protezione (C).
- 8. Mobile secondo la rivendicazione 6 o 7, caratterizzato dal fatto che detto strato elastico (11) è stabilmente associato alla struttura portante (2) in corrispondenza di porzioni angolari (13, 14) della stessa comprese tra la porzione centrale (5) e le pareti laterali (3, 4).
- 9. Mobile secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detta struttura portante (2) è almeno parzialmente realizzata con un materiale a fibra lunga, preferibilmente mediante pultrusione.
- 10. Mobile secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che la struttura principale (2) comprende un primo strato (6) realizzato con uno o più materiali selezionati dal gruppo comprendente resina, fibra di vetro e polimeri rinforzati con acciaio, per realizzare una funzione di elevata resistenza meccanica, ed un secondo strato (7) realizzato con uno o più materiali selezionati dal gruppo comprendente resina, fibra aramidica e polimeri rinforzati con acciaio, per realizzare una funzione di dissipazione ed assorbimento di energia in caso di deformazione della struttura portante (2).
- 11. Mobile secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta struttura portante (2) comprende un elemento di chiusura (19), associabile stabilmente a dette pareti laterali (3, 4) per realizzare, in cooperazione con le pareti laterali (3, 4) e la porzione centrale (5) della struttura portante (2), un profilo chiuso delimitante detta cellula di protezione (C).
- 12. Mobile secondo la rivendicazione 6 o 11, caratterizzato dal fatto di comprendere un ripiano (20), associato stabilmente a detta struttura portante (2) e distanziato da detta porzione centrale (5) in direzione di detta cellula di protezione (C), detto ripiano (20) comprendendo almeno una pellicola elastica (22) in polyurea in modo tale da definire un ulteriore elemento di interposizione tra detta cellula di protezione (C) ed un'azione urtante esterna.
- 13. Mobile secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di collegamento connessi alla struttura portante (2) e collegabili stabilmente al terreno per mantenere la struttura portante (2) in posizione stabile rispetto al terreno almeno durante un evento urtante a carico del mobile (1).
- 14. Procedimento per realizzare un mobile (1) secondo una o più delle precedenti rivendicazioni, comprendente le fasi di: - predisporre detta struttura portante (2); - predisporre mezzi di ancoraggio (16) su una pluralità di punti di detta struttura portante (2); - applicare uno strato elastico (11) di polyurea su almeno una superficie (12) di detta struttura portante (2), preferibilmente mediante spruzzaggio, in modo tale che la polyurea applicata si adagi anche su detti mezzi di ancoraggio (16) e rimanga stabilmente connessa alla struttura portante (2) per effetto di detti mezzi di ancoraggio (16).
- 15. Procedimento secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto di comprendere, prima della fase di applicare lo strato elastico (11) di polyurea, una fase di applicare uno strato intermedio (15) in materiale distaccante su porzioni di detta superficie (12) della struttura portante (2) non interessate dai mezzi di ancoraggio (16), per disaccoppiare lo strato intermedio (15) di polyurea da detta superfìcie (12) in corrispondenza di dette porzioni della superficie (12) non interessate dagli elementi di ancoraggio (16).
- 16. Procedimento secondo la rivendicazione 14 o 15, caratterizzato dal fatto comprendere una fase di applicare alla struttura portante (2) mezzi di collegamento reversibili, stabilmente collegabili ad una superfìcie su cui è destinato a poggiare il mobile (1) ed atti a mantenere in posizione stabile il mobile (1) rispetto a detta superficie.
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