ITPN940023A1 - Mobile metallico per comunita' - Google Patents

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ITPN940023A1
ITPN940023A1 IT000023A ITPN940023A ITPN940023A1 IT PN940023 A1 ITPN940023 A1 IT PN940023A1 IT 000023 A IT000023 A IT 000023A IT PN940023 A ITPN940023 A IT PN940023A IT PN940023 A1 ITPN940023 A1 IT PN940023A1
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door
compartment
hinge
furniture
upright
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IT000023A
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Vincenzo Marrone
Roberto Verardo
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Marrone Di Marrone Vincenzo
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Description

DESCRIZIONE della domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo: "Mobile metallico per comunità"
La presente invenzione si riferisce a un mobile metallico per comunità, detto mobile metallico essendo atto a presentarsi come un corpo unico, detto corpo essendo composto da una pluralità di vani, ciascuno di detti vani essendo atto ad alloggiare almeno un cassetto scorrevole su guide, oppure una pluralità di vassoi, ciascuno di detti vani per vassoi prevedendo almeno una antina, detta antina essendo atta a ruotare su almeno due cerniere allo scopo di assumere una posizione di apertura e una posizione di chiusura di detto vano.
Praticamente in tempi recenti, la lamiera metallica verniciata o smaltata, ma soprattutto la lamiera in acciaio inox, ha sostituito il legno per la produzione di mobili per impianti di comunità, per ovvie ragioni non solo igieniche e funzionali, ma anche economiche.
Infatti, nonostante l'alto costo del materiale usato specie il lamierino in acciaio inox, la tecnologia di lavorazione di tale materiale riserva la possibilità di una produzione di serie di detti mobili, più semplice e più economica di quelli realizzati in legno.
In tal modo, la preparazione e lo smistamento di vivande in comunità (ospedali, caserme, scuole, mense aziendali, ecc.) hanno trovato una soluzione razionale, economica, igienica ed affidabile.
La sostituzione del legno con lamiera in acciaio inox ha consentito la soluzione di molti problemi, che non erano facilmente affrontabili prima della introduzione di questa nuova tecnologia, in particolare, quello dello sfruttamento razionale dello spazio occupato eternamente dai mobili a parità di spazio interno (dato che ovviamente la lamiera metallica è meno ingombrante del legno e pertanto potrebbe dar luogo a mobili metallici meno inogmbranti, a parità di capienza interna). Sono così nate le cosiddette "gastro-norme" che unificano il rapporto tra le dimensioni esterne dei mobili e le dimensioni interne dei vani dei mobili e, di consequenza, dei vassoi e dei cassetti da inserire in ciascuno scomparto. Sono anche previste soluzioni molto semplici, che consentono la intercambiabilità tra cassetti e vassoi, cioè consentono di passare da un vano con cassetti allo stesso vano con vassoi, dotato in queste caso di antine per la sua chiusura. E’ questa una conseguenza evidente della estrema semplicità ed economicità delle lavorazioni di serie che la lamiera metallica comporta rispetto al legno.
Uno dei problemi, che finora è stato solo parzialmente affrontato e risolto, riguarda la apertura e chiusura delle antine, che molto spesso, se non di regola, sono accoppiate, affinchè sia consentita la apertura completa di uno scomparto sostanzialmente ampio, atto ad alloggiare vassoi capaci di soddisfare le "gastronorme" e di contenere quindi una quantità di alimenti, oggetti, sufficiente a risolvere le esigenze di una vasta comunità di utilizzatori. Tra i vassoi sono spesso previsti anche dei piani intermedi, che servono per appoggiarvi piccoli oggetti.
In pratica, la doppia antina, che apre o chiude uno scomparto è soggetta a regole ben precise:
- innanzitutto, con le antine aperte, deve essere consentito di inserire e di estrarre i vassoi dal relativo vano, rispettando le cosiddette "gastro-norme", cioè il rapporto tra le dimensioni esterne del mobile e le dimensioni interne del vano;
- nello stesso tempo, le dimensioni interne dello scomparto devono essere sostanzialmente tali da alloggiare il vassoio, anch'esso a norma, evitando di far assumere al vano una dimensione superiore a quella del vassoio, con conseguente parziale utilizzazione del vano stesso, nel caso di una apertura inferiore a 180° delle antine;
- deve essere prevista una sostanzialmente perfetta complanarità tra i montanti esterni del mobile e le relative antine, evitando la presenza di vuoti o di protuberanze che rendano la soluzione non solo antiestetica, ma anche non funzionale agli effetti, per esempio, della pulizia delle superfici esterne, ma anche della accessibilità, per gli operatori, dello spazio esterno al mobile;
- deve infine'essere evitato il pericolo che la contemporanea apertura o chiusura delle antine, provochi un impatto tra i dossi interni ed i relativi montanti di supporto, nonché tra i dossi esterni delle antine, creando, tra l'altro, una forte sollecitazione alla tenuta delle cerniere.
Uno dei problemi più critici, non ancora completamente risolto, riguarda il sistema di incernieramento al mobile delle antine. Innanzitutto, non sempre tale incernieramento prevede la possibilità per l'antina di ruotare di 180° rispetto alla posizione di chiusura. Si deve anche fare in modo che le antine, una volta aperte, non riducano la sezione di uscita rispetto alle dimensioni interne del vano, ostacolando quindi l'inserimento dei vassoi. Di conseguenza, diventerebbe necessario aumentare le dimensioni interne del vano e, quindi, del mobile, andando fuori norma. Nel caso in cui il montante non sia complanare con l'antina, l’antina stessa abbraccia tutta la larghezza del vano ed il montante risulta interno alla antina stessa, per cui si riduce il volume dello spazio interno.
Una soluzione adottata da alcune Case produttrici di mobili metallici per comunità, consiste nel collegare la antina al montante del mobile, mediante una cerniera continua, che viene tagliata in funzione della altezza della antina stessa e viene fissata al mobile e alla antina mediante rivettatura o mediante saldatura. Infatti lo spessore della cerniera non consente l'inserimento di una vite a testa piana. La rivettatura presenta lo svantaggio di poter cedere col tempo, e ciò crea problemi per la sostituzione della cerniera. Anche la saldatura, nel caso di forti sollecitazioni, cui sia sottoposta "l’antina, può cedere, creando seri problemi per la rimessa in opera della cerniera. Inoltre, l'uso della cerniera continua non consente una apertura di 180° dell'antina,. e ciò crea problemi, perchè può ostacolare l'operatore che lavori nei pressi del mobile. Infine, la sporgenza esterna del perno su cui ruota l'antina, rende, tra l’altro, difficoltosa la pulizia della parete del mobile.
I problemi che il mobile metallico secondo l'invenzione intende risolvere sono: quello di prevedere un dispositivo di incernièramento che consenta una rotazione sostanzialmente di 180° delle due antine di un vano, tra la loro posizione di apertura e di chiusura del vano, senza che ciò provochi nè un impatto dei loro dossi interni con i montanti del mobile, nè un impatto reciproco dei loro dossi esterni; in aggiunta, detto dispositivo di incernieramento non deve, nella sostanza, creare eccessive protuberanze esterne,, che siano di ostacolo alla pulizia del mobile, nè deve creare una riduzione dello spazio interno del vano, a detrimento delle regole stabilite dalle cosiddette "gastro-norme".
Questi problemi sono risolti dal mobile secondo l'invenzione, il quale è caratterizzato da un rapporto, sostanzialmente compreso in un intervallo (4-6,66) di una distanza tra l’asse di rotazione di un perno (13) di detta cerniera (5) e detta antina (3) e di una distanza D tra il piano di un dosso (15) di detta antina e l'asse di rotazione di-detto perno (13).
Queste ed altre caratteristiche risulteranno evidenti della seguente descrizione e dagli acclusi disegni, in cui:
Fig.l.rappresenta una vista in prospettiva di un vano del mobile secondo l'invenzione, con le antine chiuse; Fig.2 rappresenta una vista in prospettiva di un vano di detto mobile, con le antine aperte;
Figg.3 rappresenta una vista verticale di un particolare dello stesso mobile, presa secondo la freccia A di Fig.l;
Fig.4 rappresenta una vista orizzontale dello stesso particolare di Fig.3, presa secondo la freccia B di Fig.l;
Fig.5 rappresenta una vista in prospettiva di una cerniera del mobile secondo l'invenzione, con 1'antina in posizione chiusa;
Fig.6 rappresenta una vista in prospettiva di una cerniera del mobile, presa con l'antina in posizione aperta .
D E S C R I Z I O N E
Il mobile secondo l’invenzione comprende un corpo unico, composto da una .pluralità di vani 1 (Figg.1,2). Ciascuno di detti vani rappresenta praticamente uno degli elementi fissati o solidali tra di loro per costituire un mobile metallico per comunità, il quale è atto ad assumere uno sviluppo che dipende dalla ampiezza del locale, in cui è sistemato, oltre che dai servizi che vengono richiesti all' intero mobile. In particolare, il vano 1 rappresentato in figura,è atto a essere aperto o:chiuso da due antine 3.ed è atto ad alloggiare al suo interno una pluralità,di vassoi, come sarà visto più' avanti. Le antiné 3 .sono fissate, ciascuna, à un montante 4, mediante due cerniere 5, le quali sono costituite· da un elemento 6 (Figg.5,6), fissato alla antina 3 mediante due viti 7 e da .un elemento 8, fissato al montante 4 mediante due viti 9. L'elemento 6 presenta uno spallamento 10, il quale è atto a .collaborare con un’apposita sede ricavata nella parete interna della antina 3. Su una piastrina 11, di. pezzo con 'l'elemento 6, è ricavata una sede per l'alloggiamento di un perno 13, il quale a sua volta impegna due corrispondenti fori dell'elemento 8, servendo da fulcro alla rotazione della antina 3, e consentendole di aprire' e chiudere il vano 1. L’eleménto 8 è atto ad essere alloggiato, in posizione di chiusura della cerniera 5, e quindi della antina 3, entro una sede 14 dell' elemento 6 (Fig.6), formando un tutt'uno con l'elemento 6, come si può vedere anche dalla Fig.5. In posizione di chiusura della antina 3, tra un dosso interno 15 della stessa antina e il montante 4, esiste una luce 16, pari sostanzialmente a una luce 17 tra due dossi interni 18.della antina 3. Inoltre il perno 13 ha preferibilmente un diametro di 3 mm e dista con il suo profilo dalla parete..esterna della antina 3 di una ampiezza C, pari sostanzialmente a 0,5 mm. Quanto all'asse di rotazione del perno 13, esso dista dal piano del dosso 15 dell'antina 3, di una ampiezza D pari a. 0,5 mm.. La sporgenza complessiva della cerniera 5 dal piano della, antina 3 e del montante 4 è rappresentata·da E.ed è pari a 5 mm..La antina 3 ha.una .ampiezza complessiva,indicato in Fig.1 con F, che può variare .da.200 a:.700 mm.
Appare evidente dai disegni che una sporgenza E, cioè una ·proiezione esterna della .cerniera 5 rispetto al mòbile, rappresenta una esigenza indispensabile per ottenere una rotazione di 180° della antina. Si tratta, in ogni caso, di una sporgenza del.perno 13 limitata .a due cerniere 5 e non continua . lungo lo sviluppo verticale del dosso 15 e ben minore di soluzioni note. L'asse di rotazione del perno 13 è .pertanto sporgente, in quanto, altrimenti, non .sarebbe possibile far ruotare- la portina di 180° dalla sua posizione di chiusura a quella di apertura,del vano 1. La speciale configurazione della cerniera 5, la distanza di circa 2 mm. dell'asse di rotazione del perno 13 dall'antina 3 e la rientranza D dell'asse del perno 13 rispetto piano del dosso 15, rappresentano gli elemen indispensabili alla cerniera 5 affinchè ven realizzata una rotazione completa di 180° della stessa antina 3 e affinchè i due dossi 18 non urtino tra di loro durante la .apertura o la chiusura delle due antine 3. Il fatto poi che la cerniera 5 sia concepita come fatta di due elementi 6,8 con quest’ultimo che si incastra nel 6, creando un tutt’uno molto compatto, rappresenta una necessità, quella cioè di conferire alla cerniera la massima compattezza, insieme con una sostanzialmente sufficiente robustezza, insieme con quella dì conferire alla cerniera il minimo spessore in sede di chiusura della antina stessa, anche per non far aumentare eccessivamente la luce tra il dosso 15 della antina e il montante .4. Alcune ulteriori considerazioni sono necessarie per meglio comprendere la portata dell 'invenzione.
La antina 3, come detto, può avere uno spessore pari sostanzialmente a 30 mm.; la larghezza, cioè l'ampiezza della antina, può variare da un minimo di 200 a un massimo di 700 mm. E' evidente che la larghezza più critica, agli effetti della apertura della antina è quella minima, perchè la traiettoria dei dossi interni 18 è, in questo caso, meno lineare, cioè più circolare e quindi può dar luogo ad un impatto degli stessi dossi. Gli elementi 6,8 hanno uno spessore tale che consenta loro di creare sedi per le viti 7,9, che sono di tipo unificato e dotate di conicità K. '
E’ anche evidente che, con là soluzione proposta, tutta l'ampiezza interna del vano 1 è disponibile per l’inserimento di un vassoio (Fig.2). Inoltre, la cerniera secondo l'invenzione presenta una solidità ben maggiore di quella di una cerniera continua, perchè·, come già detto, viti svasate unificate fissano alla antina e al montante la cerniera. Inoltre, è ben più semplice, ora, la eventuale sostituzione di cerniere o di antine, che non nel caso di una cerniera continua. La stessa sporgenza del perno 13,'è ora ridótta al minimo.
Esiste comunque un rapporto che è specifico nella cer-. niera del mobile secondo l'invenzione, ed è rappresentato dal rapporto tra la distanza dell'asse di rotazione del perno 13 dalla antina (C+1,5 mm.= 2 mm.) e la distanza D tra il piano del dosso 15 e l'asse di rotazione del perno 13. Le condizioni più critiche si verificano in presenza di una ampiezza minima della antina (200 mm.) e di uno spessore massimo della antina. Infatti, in tal caso, le traiettorie dei punti critici della antina sono molto circolari e quindi poco assimilabili ad un percorso rettilineo. Nel nostro caso, il rapporto suddetto è pari a
Ciò vale sostanzialmente nel caso di una antina la cui ampiezza sia pari sostanzialmente a 200 mm. Nel caso di una ampiezza dell’antina che arrivi a 700 mm., la distanza D può ridursi fino a circa 0,3 mm., per cui il rapporto suddetto diventa
Quanto detto vale nel caso in cui non si desideri avere tra il dosso 15 ed il montante 4 e tra i due dossi 18 una luce maggiore di 3 mm., condizione questa indispensabile se non si vuole che il calore delle vivande contenute all'interno del vano 1 non si disperda troppo rapidamente.
Da quanto detto, risulta evidente come il mobile secondo l'invenzione presenta una cerniera, la cui proiezione all’esterno è sostanzialmente ridotta al minimo per consentire la completa rotazione di 180° e la non interferenza dei dossi 18 delle antine. Inoltre la cerniera presenta una particolare solidità, mentre le sue dimensioni, soprattutto di ingombro, risultano ridotte sostanzialmente al minimo.

Claims (5)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Mobile metallico per comunità, detto mobile metallico essendo atto a presentarsi come un corpo unico, detto corpo essendo composto da una pluralità di vani (1), ciascuno di detti vani essendo atto ad alloggiare almeno un cassetto scorrevole su guide, oppure una pluralità di vassoi, ciascuno di detti vani per vassoi prevedendo almeno una antina (3), detta antina essendo atta a ruotare su almeno due cerniere (5), allo scopo"di assumere una posizione di apertura e una posizione di chiusura, caratterizzato da un rapporto sostanzialmente compreso in un intervallo (4-6,66) di una distanza tra l'asse di rotazione di un perno (13) di detta cerniera e di una distanza D tra il piano di un dosso (15) di detta antina e l'asse di rotazione di detto perno.
  2. 2. Mobile come in 1, caratterizzato da ciò che detta cerniera (5) è atta a sporgere dal piano di detta antina (3) di una distanza (E), detta distanza essendo prevista allo scopo di permettere a detta antina di ruotare sostanzialmente di 180° tra una posizione di chiusura e una posizione di chiusura di detto vano (1) e di consentire a due dossi (18) di liberamente aprirsi e chiudersi.
  3. 3. Mobile come in 1 e 2, caratterizzato da ciò che detta cerniera (5) è composta da due elementi (6,8), detto elemento (6) essendo fissato a detta antina (3), detto elemento (8) essendo fissato a un montante di detto vano, detto elemento (6) essendo provvisto di uno spallamento (10) e di una sede (14), in detta sede essendo atto ad essere alloggiato detto elemento (8), allo scopo di conferire a detta cerniera (5) uno spessore sostanzialmente ridotto, unitamente a una sostanziale robustezza.
  4. 4. Mobile come in 3, caratterrizzato da ciò che detti elementi (6,8) risultano fissati rispettivamente a detta antina (3) e a detto montante (4) mediante viti unificate con conicità k.
  5. 5. Mobile come in qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato da una luce sostanzialmente pari a 3 mm. tra detta antina (3) e detto montante (4), nonché tra i dossi (18) di dette antine, allo scopo di ridurre a dimensioni sostanzialmente accettabili le fuoriuscite di calore da detto vano (1) e l'ingresso di aria esterna all'interno di detto vano.
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