ITPD20130093A1 - Nave per trivellazioni - Google Patents

Nave per trivellazioni

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ITPD20130093A1
ITPD20130093A1 IT000093A ITPD20130093A ITPD20130093A1 IT PD20130093 A1 ITPD20130093 A1 IT PD20130093A1 IT 000093 A IT000093 A IT 000093A IT PD20130093 A ITPD20130093 A IT PD20130093A IT PD20130093 A1 ITPD20130093 A1 IT PD20130093A1
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IT
Italy
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corridors
ship
operational area
area
drilling
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Inventor
Gianni Scherl
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Fincantieri Cantieri Navali It
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    • B63SHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; RELATED EQUIPMENT
    • B63BSHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; EQUIPMENT FOR SHIPPING 
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    • B63B35/44Floating buildings, stores, drilling platforms, or workshops, e.g. carrying water-oil separating devices
    • B63B35/4413Floating drilling platforms, e.g. carrying water-oil separating devices
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B63SHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; RELATED EQUIPMENT
    • B63BSHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; EQUIPMENT FOR SHIPPING 
    • B63B3/00Hulls characterised by their structure or component parts
    • B63B3/14Hull parts
    • B63B3/48Decks
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B63SHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; RELATED EQUIPMENT
    • B63BSHIPS OR OTHER WATERBORNE VESSELS; EQUIPMENT FOR SHIPPING 
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Description

DESCRIZIONE
Campo di applicazione
Forma oggetto della presente invenzione una nave per trivellazioni, in particolare per attività di ricerca, esplorazione e sfruttamento di giacimenti di idrocarburi o altre risorse energetiche e minerarie. La nave per trivellazioni oggetto della presente invenzione à ̈ destinata, in particolare, ad operare in acque profonde (oltre 450m) e ultraprofonde (oltre 1.500m).
Stato della tecnica
Le navi da trivellazioni o perforazioni petrolifere (note come Drillships) sono una classe di unità offshore specializzate per perforare pozzi petroliferi sottomarini ad oltre 3000 m profondità del fondo marino. La tipica attività operativa di queste unità si sviluppa nella ricerca e nella predisposizione dei pozzi petroliferi per lo sfruttamento futuro da parte di altre unità offshore specializzate nella produzione di gas naturale e di greggio.
Generalmente le navi da trivellazioni comprendono almeno tre distinte zone operative distribuite tra prua e poppa lungo l’asse di sviluppo longitudinale della nave.
Una prima zona operativa à ̈ dedicata alla gestione della nave. In tale zona, normalmente disposta a prua, sono ricavati gli alloggi dell’equipaggio e sono stivati i mezzi di sicurezza e abbandono della nave.
Una seconda zona operativa à ̈ dedicata agli impianti di trivellazione. In particolare, in questa zona à ̈ installata almeno una torre di trivellazione ed à ̈ ricavata un’apertura di trivellazione che attraversa lo scafo (nota in gergo come moonpool). La torre di trivellazione serve a sospendere le aste di perforazione e le manovra attraverso la suddetta apertura nello scafo. Tale seconda zona à ̈ normalmente disposta a centro nave.
Una terza zona operativa, che normalmente à ̈ disposta a poppa, à ̈ dedicata alla generazione di potenza per la propulsione della nave. In questa terza zona sono concentrati tutti gli impianti di generazione elettrica e di propulsione.
Da un punto di vista urbanistico il flusso del personale tecnico si sviluppa orizzontalmente dagli alloggi di prora verso la zona degli impianti di trivellazione e gestione del pozzo a metà nave e verso la zona poppiera alle sale di controllo degli impianti fondamentali di manovra dell’unità navale.
Dal punto di vista di efficienza del sistema nave risulta della massima importanza garantire ampi e rapidi corridoi di collegamento orizzontali protetti verso gli agenti atmosferici , che colleghino le tre zone suddette per un efficiente trasferimento di persone e componenti impiantistici.
Inoltre, per garantire la massima sicurezza del personale in caso di incidente a metà nave, nella zona degli impianti di perforazione, à ̈ richiesto dagli enti di classifica di provvedere almeno un percorso protetto che porti ai mezzi di abbandono nave stivati nella prima zona operativa.
Sono note navi da trivellazione dotate di due corridoi laterali longitudinali, ricavati sottocoperta, ciascuno dei quali si sviluppa a fianco di una murata. I due corridoi collegano la zona di trivellazione e la zona di generazione di potenza alla prima zona operativa e garantiscono all’equipaggio una grande mobilità all’interno dell’unità navale. Inoltre, in caso di incidente nella zona di trivellazione, costituiscono due percorsi di sfuggita verso la prima zona operativa (dove sono stivati i mezzi di sicurezza e di abbandono della nave) completamente indipendenti uno dall’altro. L’indipendenza dei due corridoi ha sia vantaggi che svantaggi. Il vantaggio sta nel fatto che in caso di incidente serio - ad esempio un incendio a centro nave nella zona di trivellazione - che interessi uno dei due corridoi, rimane disponibile l’altro corridoio per consentire l’evacuazione del personale verso la prima zona operativa. Lo svantaggio sta nel fatto che il personale che si trova sul lato nave interessato dall’incidente, a poppa dell’incidente stesso, si trova sbarrato il corridoio di sfuggita ed à ̈ costretto o ad uscire sopra coperta (esponendosi a rischi) per raggiungere in modo rapido la prima zona operativa a prua, oppure a portarsi a poppa nella zona di generazione per imboccare l’altro corridoio longitudinale, perdendo tempo prezioso.
Presentazione dell'invenzione
Pertanto, scopo della presente invenzione à ̈ quello di eliminare o quantomeno attenuare gli inconvenienti della tecnica nota sopra citata, mettendo a disposizione una nave per trivellazione che in caso di incidente a centro nave consenta all’equipaggio di raggiungere la prima zona operativa della nave in modo più rapido e sicuro.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione una nave per trivellazione, che garantisca almeno due vie di sfuggita indipendenti tra loro in caso di incendio.
Un ulteriore scopo della presente invenzione à ̈ quello di mettere a disposizione una nave per trivellazione, che consenta di raggiungere i suddetti scopi con accorgimenti costruttivi semplici.
Breve descrizione dei disegni
Le caratteristiche tecniche dell'invenzione, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sottoriportate ed i vantaggi della stessa risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una o più forme di realizzazione puramente esemplificative e non limitative, in cui:
- la Figura 1 mostra una vista in fiancata di una nave da trivellazione secondo una forma realizzativa particolare dell’invenzione, parzialmente in spaccato; – la Figura 2 mostra una vista sezionata in pianta del ponte sottocoperta della nave illustrata nella Figura 1 secondo il piano II-II ivi riportato;
- la Figura 3 mostra una vista in sezione trasversale di una porzione della nave illustrata nella Figura 2 secondo il piano di sezione III-III ivi indicato.
Descrizione dettagliata
Con riferimento agli uniti disegni à ̈ stata indicata nel suo complesso con 1 una nave da trivellazione secondo l’invenzione.
Qui e nel seguito della descrizione e delle rivendicazioni, si farà inoltre riferimento alla nave 1 in condizione di utilizzo. In questo senso dovranno dunque essere intesi eventuali riferimenti ad una posizione inferiore o superiore, o a una direzione orizzontale o verticale.
In accordo ad una forma realizzativa generale dell’invenzione, la nave per trivellazione 1 comprende uno scafo 2 che si sviluppa lungo un asse longitudinale X tra una prua 3 e una poppa 4.
Come illustrato nella Figura 2, la nave 1 comprende almeno tre distinte zone operative (10, 20, 30) distribuite tra prua e poppa lungo l’asse X:
- una prima zona operativa 10 di gestione della nave, nella quale sono stivati i mezzi 12 di sicurezza e abbandono della nave (scialuppe di salvataggio);
- una seconda zona operativa 20 di trivellazione, nella quale à ̈ installata almeno una torre di trivellazione 21 ed à ̈ ricavata un’apertura di trivellazione 22 che attraversa lo scafo 2; e
- una terza zona operativa 30 di generazione di potenza per la propulsione della nave; in particolare in questa terza zona sono concentrati tutti gli impianti di generazione elettrica e di propulsione.
In particolare, come illustrato nella Figura 1, la prima zona operativa 10 può comprendere una sovrastruttura prodiera 11, che preferibilmente si sviluppa su più ponti. In tale prima zona operativa sono ricavati in particolare anche gli alloggi dell’equipaggio.
Come illustrato nella Figura 2, la seconda zona operativa 20 (di trivellazione) e la terza zona operativa 30 (di generazione potenza) sono collegate alla prima zona operativa (dotata dei mezzi di sicurezza e di abbandono nave) da due corridoi laterali longitudinali 41 e 42. Ciascuno di tali corridoi laterali longitudinali si sviluppa a fianco di una delle due murate 5, 6 dello scafo.
I suddetti corridoi laterali longitudinali 41 e 42 sono ricavati sotto il ponte di coperta così da creare percorsi protetti dalle intemperie e da eventuali incidenti avvenuti sopra il ponte di coperta. Con l’espressione “sotto il ponte di coperta†si intende includere sia il caso in cui tali corridoi longitudinali sono ricavati sul primo ponte disposto sotto il ponte di coperta, sia il caso in cui tali corridoi siano ricavati anche su ponti inferiori.
Operativamente tali due corridoi laterali 41 e 42 costituiscono da un punto di vista urbanistico le principali vie di spostamento all’interno della nave da poppa a prua.
Secondo l’invenzione, tali due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 sono collegati tra loro trasversalmente da uno o più corridoi trasversali 51, 52, 53, ciascuno dei quali si estende da una murata all’altra.
Anche tali uno o più corridoi trasversali 51, 52 sono ricavati sotto il ponte di coperta così da creare percorsi protetti dalle intemperie e da eventuali incidenti sopra il ponte di coperta. Con l’espressione “sotto il ponte di coperta†si intende includere sia il caso in cui tali corridoi trasversali sono ricavati sul primo ponte disposto sotto il ponte di coperta, sia il caso in cui tali corridoi siano ricavati su ponti inferiori.
Per “corridoio†si intende un ambiente continuo dedicato specificamente al transito, lungo il quale non sono previsti ostacoli, se non al massimo porte imposte dall’architettura navale, come porte stagne o tagliafuoco.
I suddetti uno o più corridoi trasversali 51, 52, 53 aumentano la mobilità dell’equipaggio all’interno della nave dato che interconnettono trasversalmente in modo diretto i due corridoi laterali 41 e 42, evitando al personale di attraversare ambienti non specificamente dedicati al transito e quindi di incontrare ostacoli imprevisti. La presenza di tali uno o più corridoi trasversali consente dunque un più rapido spostamento da un corridoio laterale longitudinale all’altro.
Rispetto alle navi tradizionali, grazie ai suddetti corridoi trasversali, si creano dunque vie di transito secondarie protette dalle intemperie e da eventuali incidenti sopra il ponte di coperta.
Questa aumentata mobilità migliora notevolmente la sicurezza all’interno della nave, facilitando sensibilmente le operazioni di evacuazione della seconda zona operativa 20 (di trivellazione) e della terza zona operativa 30 (di generazione potenza) verso la prima zona operativa (dotata dei mezzi di sicurezza e di abbandono nave).
Nel caso di un grave incidente a centro nave, che interessi uno dei due corridoi laterali longitudinali, ad esempio un incendio, il personale che si trova sul lato nave interessato dall’incidente, trovandosi sbarrato il corridoio di sfuggita verso la prima zona operativa può imboccare il primo corridoio trasversale disponibile raggiungendo così l’altro corridoio laterale longitudinale ancora in sicurezza. Diversamente dalle navi da trivellazione tradizionali, grazie ai corridoi trasversali 51, 52 o 53 il personale che si trova nelle suddette condizioni di emergenza non à ̈ più necessariamente costretto ad uscire sopra coperta (esponendosi a rischi) o ad attraversare un’altra zona operativa della nave (anch’essa soggetta ad evacuazione) per imboccare l’altro corridoio longitudinale. Grazie all’invenzione si evita in particolare che il personale sia costretto a dirigersi e ad attraversare zone non specificamente adibite al transito, evitando ingorghi. I tempi di evacuazione sono quindi sensibilmente ridotti.
La presenza dei suddetti corridoi trasversali migliora anche la normale operatività della nave. Grazie a tali corridoi trasversali à ̈ possibile raggiungere infatti molto più rapidamente sia le zone più estreme a prora e poppa, sia le sale operative e gli uffici tecnici posizionati sotto il ponte di coperta.
In accordo alla soluzione realizzativa preferita illustrata nelle Figure allegate, le suddette almeno tre zone operative hanno la seguente disposizione:
- la prima zona operativa 10 (dotata dei mezzi di sicurezza e di abbandono nave) Ã ̈ disposta a prua;
- la seconda zona operativa 20 (di trivellazione) Ã ̈ disposta a centro nave; e
- la terza zona operativa (30) (di generazione potenza) Ã ̈ disposta a poppa.
La disposizione a prua della prima zona operativa 10 à ̈ funzionale ad avere la zona dotata dei mezzi di sicurezza e di abbandono nave il più lontano possibile da zone soggette ad incidenti.
La disposizione a centro nave della seconda zona operativa 20 di trivellazione à ̈ funzionale all’operatività degli impianti di trivellazione e alla stabilità della nave stessa.
La disposizione a poppa della terza zona operativa 30 di generazione potenza à ̈ legata al posizionamento dei dispositivi propulsivi, generalmente a poppa.
Più in dettaglio, con riferimento alla specifica disposizione delle tre zone operative sopra esposta, come illustrato nella Figura 2, la nave 1 comprende almeno due corridoi trasversali di estremità 51 e 52, di cui:
- un primo corridoio di estremità 51 disposto tra la prima zona operativa 10 e la seconda zona operativa 20; - un secondo corridoio di estremità 52 disposto tra la seconda zona operativa 20 e la terza zona operativa 30. Preferibilmente, come illustrato nella Figura 2, ciascuno dei due corridoi laterali longitudinali 41, 42 si estende almeno per tutta l’estensione longitudinale della zona operativa disposta in centro nave, che preferibilmente à ̈ costituita dalla seconda zona operativa 20 di trivellazione.
In particolare, come illustrato nella Figura 2, i due corridoi trasversali di estremità 51 e 52 collegano tra loro i due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 alle loro rispettive estremità, di prua 41a e 42a e di poppa 41b e 42b, formando un percorso ad anello. I due corridoi trasversali di estremità 51 e 52 si trovano posizionati tra due differenti zone operative senza attraversarle.
Si crea così un percorso continuo agevolmente percorribile dall’equipaggio e strutturalmente poco invasivo rispetto agli altri ambienti operativi della nave disposti sotto il ponte di coperta.
In accordo ad una soluzione realizzativa non illustrata, i due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 possono eventualmente anche estendersi in senso longitudinale oltre i due corridoi trasversali di estremità 51 e 52, nelle zone operative disposte a poppa e a prua.
In accordo a forme realizzative alternative (non illustrate nelle Figure allegate) le suddette tre zone operative possono avere distribuzioni differenti. In particolare può essere prevista una forma realizzativa in cui la terza zona operativa 30 (di generazione di potenza) à ̈ disposta a metà nave e la seconda zona operativa 20 (di trivellazione) a poppa.
Preferibilmente, come illustrato nella Figura 2, la nave 1 comprende almeno un corridoio trasversale centrale 53, disposto tra i due corridoi trasversali di estremità 51 e 52. Tale almeno un corridoio trasversale centrale 53 attraversa la zona operativa disposta a centro nave, che per la sua collocazione à ̈ nevralgica per i movimenti del personale
Vantaggiosamente, quando la zona operativa disposta a centro nave à ̈ la seconda zona operativa 20 di trivellazione, tale almeno un corridoio trasversale centrale 53 assume un carattere particolarmente strategico. In termini di rischio di occorrenza di incidenti gravi, la seconda zona operativa 20 (di trivellazione) à ̈ considerata la più pericolosa, data la pericolosità dei materiali trattati (idrocarburi).
I suddetti uno o più corridoi trasversali centrali 53 creano dunque vie di transito secondarie che dividono la zona operativa disposta a centro nave in sottozone. Ciò aumenta notevolmente le possibilità che il personale ha di muoversi in sicurezza tra un corridoio laterale longitudinale e l’altro in questa zona nevralgica della nave
Nel caso preferito, in cui la zona operativa disposta a centro nave sia la seconda zona operativa 20 di trivellazione, tale almeno un corridoio trasversale centrale 53 à ̈ disposto a poppa o a prua rispetto all’apertura di trivellazione 22.
In particolare, come illustrato nella Figura 2, la nave 1 comprende all’interno della seconda zona operativa 20 una stiva 23 per le aste di trivellazione. Tale stiva 23 à ̈ ricavata tra l’apertura di trivellazione 22 e la prima zona operativa 10. La stiva 23 crea una zona di sicurezza tra la prima zona operativa 10 (in cui sono ricavati in particolare gli alloggi dell’equipaggio e sono stivati i mezzi 12 di sicurezza e abbandono della nave) e il cuore della seconda zona operativa 20 di trivellazione (cioà ̈ la torre 21).
Preferibilmente, il suddetto almeno un corridoio trasversale centrale 53 à ̈ ricavato tra l’apertura di trivellazione 22 e la stiva 23.
In accordo a soluzioni realizzative alternative (non illustrate nelle Figure allegate), la nave 1 può comprendere due o più corridoi trasversali centrali, non solo a prua dell’apertura di trivellazione 22, ma anche a poppa.
In accordo alla soluzione realizzativa preferita illustrata nelle Figure allegate, ciascun corridoio trasversale, di estremità 51, 52 o centrale 53, à ̈ dotato di una o più porte tagliafuoco 54. La presenza delle porte tagliafuoco evita la cortocircuitazione dei due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 collegati dai corridoi trasversali in caso di incendio. Le porte tagliafuoco 54 intercettano i corridoi trasversali e garantiscono così, in caso di incendio e fumo, la totale indipendenza dei due corridoi laterali longitudinali 41 e 42.
Preferibilmente, i due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 sono sullo stesso ponte.
Preferibilmente, i suddetti uno o più corridoi trasversali 51, 52, 53 sono sullo stesso ponte dei due corridoi laterali longitudinali 41 e 42, così da creare un percorso di sfuggita e di transito completamente in piano.
In accordo a forme realizzative alternative (non illustrate nelle Figure allegate) i due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 possono essere disposti su ponti diversi ed essere collegati dai suddetti uno o più corridoi trasversali 51, 52, 53 che si sviluppano su due o più ponti tramite scale.
Si possono prevedere forme realizzative (non illustrate nelle Figure allegate) in cui i due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 sono disposti sullo stesso ponte e sono collegati dai suddetti uno o più corridoi trasversali 51, 52, 53 che si sviluppano su due o più ponti tramite scale.
In accordo alla soluzione realizzativa preferita illustrata nelle Figure allegate, la nave 1 comprende un secondo scafo 200 disposto internamente al primo scafo 2 per definire una struttura a doppio scafo che realizza su ciascuna murata 5, 6 una barriera strutturale di protezione da falle laterali. Come illustrato nella Figura 2, i suddetti due corridoi laterali longitudinali 41 e 42 si sviluppano longitudinalmente a fianco dello secondo scafo 200 sul lato interno nave.
Vantaggiosamente, la presenza del doppio scafo e quindi della barriera strutturale a murata di protezione da falle laterali permette di evitare – lungo i corridoi laterali longitudinali - porte stagne di compartimentazione ad ogni paratia stagna riducendo così, drasticamente, gli ostacoli al passaggio in tali corridoi lungo nave. Ciascun corridoio longitudinale 41 e 42 può quindi definire un percorso continuo senza barriere intermedie costituite da porte stagne.
L’invenzione permette di ottenere numerosi vantaggi in parte già descritti.
La nave da trivellazione secondo l’invenzione ha una struttura tale per cui in caso di incidente a centro nave l’equipaggio può raggiungere la prima zona operativa della nave dove sono stivati i mezzi di sicurezza e abbandono in modo più rapido e sicuro rispetto alle navi da trivellazione tradizionali.
La struttura a corridoi secondo la presente invenzione definisce un circuito principale di percorrenza e di sfuggita di tutta la zona tecnica/operativa dell’unità navale (zone operative di trivellazione e di generazione), con la doppia funzione di servizio per il trasferimento veloce ed efficace di persone e materiali tecnici, e di sfuggita rapida e ridondante per il trasferimento di tutto il personale dalle zone operative a rischio alle scialuppe di salvataggio.
In particolare la nave per trivellazione secondo l’invenzione, pur offrendo un’interconnessione diretta tra i due corridoi laterali longitudinali, continua a garantire che tali due vie di sfuggita siano indipendenti tra loro in caso di incendio.
In particolare, la presenza di almeno un corridoio trasversale centrale 53 che attraversa la zona operativa disposta a centro nave consente di suddividere tale zona operativa - nevralgica per i movimenti del personale - in sottozone. Ciò aumenta notevolmente le possibilità che il personale ha di muoversi in sicurezza tra un corridoio laterale longitudinale e l’altro in questa zona nevralgica della nave.
La nave secondo la presente invenzione consente di raggiungere i suddetti scopi con accorgimenti costruttivi semplici. I corridoi trasversali di collegamento tra i corridoi laterali longitudinali non sono, infatti, invasivi rispetto alle strutture operative e non richiedono stravolgimenti della topografia della nave.
L’invenzione così concepita raggiunge pertanto gli scopi prefissi.
Ovviamente, essa potrà assumere, nella sua realizzazione pratica anche forme e configurazioni diverse da quella sopra illustrata senza che, per questo, si esca dal presente ambito di protezione.
Inoltre tutti i particolari potranno essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti e le dimensioni, le forme ed i materiali impiegati potranno essere qualsiasi a seconda delle necessità.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Nave da trivellazione, comprendente uno scafo (2) che si sviluppa lungo un asse longitudinale (X) tra una prua (3) e una poppa (4), detta nave (1) comprendendo almeno tre distinte zone operative (10, 20, 30) distribuite tra prua e poppa lungo detto asse (X): - una prima zona operativa (10) di gestione della nave, nella quale sono stivati i mezzi di sicurezza e abbandono della nave (12); - una seconda zona operativa (20) di trivellazione, nella quale à ̈ installata almeno una torre di trivellazione (21) ed à ̈ ricavata un’apertura di trivellazione (22) che attraversa lo scafo (2); e - una terza zona operativa (30) di generazione di potenza per la propulsione della nave; la seconda zona operativa (20) e la terza zona operativa (30) essendo collegate alla prima zona operativa da due corridoi laterali longitudinali (41, 42), ricavati sotto il ponte di coperta, ciascuno dei quali si sviluppa a fianco di una murata (5, 6), caratterizzata dal fatto che detti due corridoi laterali longitudinali (41, 42) sono collegati tra loro trasversalmente da uno o più corridoi trasversali (51, 52, 53), ciascuno dei quali si estende da una murata all’altra sotto il ponte di coperta.
  2. 2. Nave secondo la rivendicazione 1, in cui la prima zona operativa (10) à ̈ disposta a prua, la seconda zona operativa (20) a centro nave e la terza zona operativa (30) a poppa, detta nave comprendendo due corridoi trasversali di estremità (51, 52), di cui uno (51) disposto tra la prima zona operativa (10) e la seconda zona operativa (20) ed uno (52) disposto tra la seconda zona operativa (20) e la terza zona operativa (30).
  3. 3. Nave secondo la rivendicazione 2, in cui ciascun di detti due corridoi laterali longitudinali (41, 42) si estende almeno per tutta l’estensione longitudinale della seconda zona operativa (20).
  4. 4. Nave secondo le rivendicazioni 2 e 3, in cui detti due corridoi trasversali di estremità (51, 52) collegano tra loro i due corridoi laterali longitudinali (41, 42) alle loro rispettive estremità (41a, 41b; 42a, 42b), formando un percorso ad anello.
  5. 5. Nave secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente almeno un corridoio trasversale centrale (53), disposto tra i due corridoi trasversali di estremità (51, 52), che attraversa la seconda zona operativa (20) ed à ̈ disposto a poppa o a prua rispetto all’apertura di trivellazione (22).
  6. 6. Nave secondo la rivendicazione 5, comprendente all’interno della seconda zona operativa (20) una stiva (23) per le aste di trivellazione, detta stiva (23) essendo ricavata tra l’apertura di trivellazione (22) e la prima zona operativa (10), detto almeno un corridoio trasversale centrale (53) essendo ricavato tra l’apertura di trivellazione (22) e la stiva (23).
  7. 7. Nave secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui ciascun corridoio trasversale (51, 52, 53) à ̈ dotato di una o più porte tagliafuoco (54).
  8. 8. Nave secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui i due corridoi laterali longitudinali (41, 42) sono sullo stesso ponte.
  9. 9. Nave secondo la rivendicazione 8, in cui detti uno o più corridoi trasversali (51, 52, 53) sono sullo stesso ponte dei due corridoi laterali longitudinali (41, 42).
  10. 10. Nave secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente un secondo scafo (200) disposto internamente al primo scafo (2) per definire una struttura a doppio scafo che realizza su ciascuna murata (5, 6) una barriera strutturale di protezione da falle laterali, detti due corridoi laterali longitudinali (41, 42) sviluppandosi longitudinalmente a fianco dello secondo scafo (200) sul lato interno nave.
  11. 11. Nave secondo la rivendicazione 10, in cui ciascun corridoio longitudinale (41, 42) definisce un percorso continuo senza barriere intermedie costituite da porte stagne.
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