ITMO20130214A1

ITMO20130214A1 - Capsula per bevande e relativo apparato e metodo di realizzazione

Info

Publication number: ITMO20130214A1
Application number: IT000214A
Authority: IT
Inventors: Andrea Bartoli; Davide Capitini; Alessandro Grillenzoni
Original assignee: Sarong Spa
Priority date: 2013-07-26
Filing date: 2013-07-26
Publication date: 2015-01-27
Also published as: AU2018204041B2; EP3024756B1; JP2016532484A; KR20160037906A; BR112016001361A2; WO2015011683A1; KR102206315B1; AU2018204041A8; CA2918162A1; BR112016001361B1; AU2018204041A2; AU2018204041A1; US20160159563A1; CN105408227B; ES2651166T3; CN105408227A; AU2014294641A1; EP3024756A1; CA2918162C; JP6517200B2

Description

Capsula per bevande e relativo apparato e metodo di realizzazione L’invenzione concerne capsule o contenitori per la preparazione prodotti, ad esempio bevande, in macchine erogatrici automatiche. In particolare, l’invenzione riguarda una capsula sigillata, monodose e monouso contenente un prodotto iniziale in grado di realizzare interagendo con fluido in pressione un prodotto finale.

L’invenzione concerne inoltre un apparato ed un metodo per realizzare tale capsula.

Le capsule note per l’impiego su macchine erogatrici sono contenitori monouso e monodose comprendenti un involucro esterno, realizzato in materiale plastico impermeabile ai liquidi ed ai gas ed avente forma di bicchiere o tazza. L’involucro presenta una parete di fondo ed una parete laterale definente un’apertura superiore attraverso la quale può essere inserito il prodotto da cui ottenere la bevanda. L’apertura superiore è chiusa ermeticamente da un elemento di copertura, tipicamente una pellicola di alluminio o di film plastico, in modo da sigillare all’interno del contenitore il prodotto. L’elemento di copertura è generalmente fissato ad un bordo a forma di flangia, periferico ed anulare dell’involucro, che è opposto alla parete di fondo e disposto attorno all’apertura superiore.

La capsula è perforabile per consentire l’immissione di liquido in pressione, tipicamente acqua, e l’uscita della bevanda ottenuta. In particolare, sono perforabili da opportuni mezzi di una macchina erogatrice la copertura e la parete di fondo dell’involucro per consentire rispettivamente l’immissione dall’alto del liquido in pressione e l’estrazione dal basso della bevanda.

Come illustrato schematicamente in figura 1, una macchina erogatrice 500 di tipo noto comprende un alloggiamento 501 disposto per ricevere e racchiudere una capsula 550. Una porzione di fondo dell’alloggiamento 501 è provvista di mezzi di perforazione 502 per forare una parete di fondo 551 della capsula 550 ed iniettare il fluido in pressione od estrarre da essa la bevanda. Per impedire, durante l’uso, la fuoriuscita dall’alloggiamento 501 del fluido o della bevanda, a causa dell’elevata pressione di esercizio, mezzi di tenuta 503 debbono essere interposti tra la capsula 550 e l’alloggiamento 501.

I mezzi di tenuta 503 comprendono generalmente una guarnizione anulare, in materiale elastomerico, interposta tra un bordo a flangia 552 della capsula 550 ed una porzione di riscontro 505 dell’alloggiamento 501. Quando la capsula 550 è chiusa nell’alloggiamento 501, i mezzi di tenuta 503 sono compressi da un elemento perforatore 504, assicurando così la tenuta idraulica.

Uno svantaggio di tale soluzione risiede nel fatto che la guarnizione, oltre ad essere soggetta ad usura e deterioramento con l’uso, viene a contatto con il prodotto e/o il fluido ad ogni erogazione senza poter essere successivamente adeguatamente lavata. Da un punto di vista igienico tale soluzione non è quindi ottimale.

Per superare tale inconveniente sono note capsule che integrano un elemento di tenuta in materiale cedevole, tipicamente elastomerico, che schiacciato quando la capsula è inserita nella macchina erogatrice assicura la tenuta. Tali capsule possono essere utilizzate anche in macchine erogatrici sprovviste di mezzi di tenuta.

Il brevetto EP 1654966 illustra una capsula per bevande comprendente un elemento di tenuta elastico fissato ad un bordo circonferenziale della capsula realizzato in materiale elastomerico, in particolare gomma siliconica, differente dal materiale utilizzato per formare la capsula. L’elemento elastico può essere fissato all’involucro della capsula in corrispondenza di un bordo periferico oppure di una parete di fondo di detto involucro. Una capsula di questo tipo risulta tuttavia alquanto costosa poiché richiede la realizzazione ed il collegamento all’involucro della capsula dell’elemento di tenuta in gomma siliconica, la quale è tuttavia difficilmente fissabile tramite termosaldatura.

Sono anche note capsule come dal brevetto EP2303077 oppure dalla domanda EP2389326 le quali comprendono un elemento di tenuta realizzato nello stesso materiale dell’involucro della capsula. L’elemento di tenuta è in questo caso realizzato come pluralità di risalti circonferenziali concentrici presenti nel bordo della capsula, i quali tuttavia richiedono elevata precisione di realizzazione tramite stampaggio ad iniezione per garantire una tenuta ottimale quando la capsula è inserita nella macchina erogatrice.

Qualora tale precisione non sia raggiunta, possono verificarsi trafilamenti indesiderati quando fluido in pressione è iniettato nella capsula e/o riempie l’alloggiamento in cui la capsula è inserita.

Uno scopo della presente invenzione è di migliorare le capsule note per bevande, in particolare capsule utilizzabili in macchine erogatrici note provviste di un alloggiamento atto a contenere e racchiudere a tenuta una capsula.

Altro scopo è realizzare una capsula utilizzabile in macchine erogatrici note che garantisca la tenuta durante l’erogazione senza necessità di specifici mezzi di tenuta dell’alloggiamento.

Ulteriore scopo è ottenere una capsula economica e semplice da realizzare .

Altro scopo ancora è di prevedere un apparato per la realizzazione della capsula avente funzionamento semplice ed affidabile ed un metodo di realizzazione ad elevata produttività.

Secondo un primo aspetto dell’invenzione è prevista una capsula per bevande secondo la rivendicazione 1 ed una o più delle rivendicazioni da essa dipendenti.

Secondo un secondo aspetto dell’invenzione è previsto un apparato per realizzare capsule secondo la rivendicazione 14 ed una o più delle rivendicazioni da essa dipendenti.

Secondo un terzo aspetto dell’invenzione è previsto un metodo per realizzare capsule secondo la rivendicazione 23 ed una o più delle rivendicazioni da essa dipendenti.

L’invenzione potrà essere meglio compresa ed attuata con riferimento agli allegati disegni che ne illustrano alcune forme esemplificative e non limitative di attuazione, in cui:

Figura 1 è una sezione trasversale schematica di una capsula per bevande nota associata ad una macchina erogatrice anch’essa di tipo noto;

Figura 2 è una sezione trasversale schematica di una capsula secondo l’invenzione associata ad una macchina erogatrice, schematicamente illustrata;

Figura 3 è una vista frontale parziale, alcune parti illustrate sezionate per chiarezza, di una capsula secondo l’invenzione;

Figura 4 è sezione trasversale schematica parziale ingrandita di un bordo della capsula di Figura 3;

Figura 5 è sezione trasversale schematica parziale ingrandita di un bordo di una forma alternativa di realizzazione della capsula di Figura 3;

Figura 6 è una vista schematica frontale di mezzi di formatura dell’apparato di formatura dell’invenzione durante una fase preliminare di formatura, in cui primi mezzi operativi e secondi mezzi operativi sono in una posizione di formatura per sagomare un materiale in foglio ed un punzone facente parte dei secondi mezzi operativi è in una posizione sollevata inattiva non a contatto con il materiale in foglio stesso;

Figura 7 è una vista schematica frontale dell’apparato di formatura di Figura 5 in una fase operativa iniziale di formatura, in cui il punzone è in una posizione abbassata di lavoro e coopera con una sede dei primi mezzi operativi.

Con riferimento alla figura 2 è illustrata una capsula 1 per bevande secondo l’invenzione, utilizzabile in una macchina erogatrice 60, di seguito descritta, per produrre un prodotto finale, in particolare una bevanda calda, ad esempio caffè, orzo, tisana, tè, cioccolata, ecc., mediante iniezione di un fluido F caldo in pressione al suo interno.

La capsula 1 dell’invenzione comprende un involucro o contenitore 2 esterno, a sua volta comprendente una parete di base 3 ed una parete laterale 4 definenti una cavità 5 aperta ed atta a contenere un prodotto iniziale P, ad esempio alimentare, solubile o percolabile da unire ad un fluido, tipicamente acqua, per ottenere un prodotto finale. La parete di base 3 e la parete laterale 4 definiscono un corpo della capsula 1 sostanzialmente a forma di bicchiere o tazza.

L’involucro comprende inoltre un bordo 7 a forma di flangia collegato alla parete laterale 4 ed estendentesi da essa, disposto intorno all’apertura della cavità 5. Il bordo 7 è inoltre opposto alla parete di base 3 e rivolto all’esterno rispetto alla cavità 5.

L’involucro 2 è realizzato mediante formatura di un foglio di materiale plastico termoformabile 100 (Figura 6 e Figura 7) idoneo al processo di preparazione del prodotto finale a partire dal prodotto iniziale P, ad esempio in grado di sopportare senza deformarsi temperature fino a 100°C e pressioni fino a 5 bar.

Tale foglio di materiale plastico 100 può avere uno spessore compreso tra 15 micron e 1200 micron, in particolare tra 15 micron e 700 micron ed è realizzato in una poliolefine, ad esempio polipropilene PP e/o polietilene PE e/o poliammide PA.

Nel dettaglio, il materiale in foglio può comprendere un primo strato di materiale, in particolare idoneo a contattare e/o conservare il prodotto iniziale P, ad esempio realizzato in polipropilene PP impermeabile all’umidità, un secondo strato di materiale non a contatto con il prodotto iniziale P realizzato in materiale gas-impermeabile, in particolare all’ossigeno ed opzionalmente anche all’umidità, denominato anche strato barriera ed un terzo strato di materiale esterno.

Lo strato barriera, interposto tra primo ed il secondo strato, garantisce il completo isolamento dell’ambiente esterno della cavità 5, in particolare nel caso in cui il primo strato sia permeabile nel tempo all’ossigeno. Lo strato barriera ha uno spessore compreso tra 2 micron e 100 micron, in particolare tra 15 micron e 70 micron, ed è realizzato ad esempio in etilenvinilalcool (EVOH), il quale è gas-impermeabile solo all’ossigeno oppure polivinildencloruro (PVDC), il quale è gas-impermeabile sia all’ossigeno che all’umidità. Secondo una prima forma di realizzazione (non illustrata) del materiale in foglio, il primo ed il terzo strato sono realizzati nello stesso materiale, ad esempio polipropilene PP e sono accoppiati allo strato barriera tra loro interposto. Tali strati possono presentare il medesimo spessore (ad esempio 350 micron), oppure spessori diversi (ad esempio il primo strato può avere spessore di 500 micron mentre il terzo strato può avere spessore di 300 micron).

Secondo una seconda forma alternativa di realizzazione (non illustrata), il primo strato è di supporto ed è realizzato in polipropilene PP, il secondo strato è lo strato barriera (EVOH oppure PVDC) ed terzo strato è uno strato estruso di polipropilene PP oppure polietilene PE, di spessore pari a 15 micron, che viene accoppiato al primo ed al secondo strato durante il processo di produzione del materiale in foglio.

Il materiale in foglio, sia in accordo con la prima che con la seconda forma di realizzazione, è quindi selezionato in modo da proteggere nel tempo il prodotto iniziale P contenuto nella capsula dall’umidità e dall’ossigeno.

La capsula comprende, inoltre, un elemento di copertura 8 fissato al bordo 7 dell’involucro 2 per chiudere ermeticamente la capsula 1, ossia la cavità aperta 5 e preservare così il prodotto P. L’elemento di copertura 8 comprende una pellicola di alluminio od un film plastico provvisto di strato barriera perforabile da mezzi di estrazione del prodotto finale della macchina erogatrice 60.

L’elemento di copertura 8 è fissato al bordo 7 dell’involucro 2 mediante saldatura, termica o ad ultrasuoni, oppure incollaggio. Preferibilmente l’elemento di copertura 8 è fissato all’involucro mediante termosaldatura, come di seguito meglio vedremo.

La parete di base 3 della capsula presenta inoltre un foro preferibilmente circolare delimitato da un ulteriore bordo anulare 3a estendentesi fino alla parete laterale 4 della capsula. Un ulteriore elemento di copertura 25, analogo all’elemento di copertura 8 e perforabile da mezzi di taglio e/o di iniezione del fluido F della macchina erogatrice 60, è fissato all’ulteriore bordo 3a esternamente alla parete di base 3, a chiusura del foro della stessa, in modo analogo a quanto già detto per l’elemento di copertura 8.

Lo spessore dell’elemento di copertura 8 e/o dell’ulteriore elemento di copertura 25 è espresso in grammatura ed è compreso tra 80 e 90 gr/metro quadro.

Il bordo 7 della capsula comprende un elemento di tenuta 9 che comprende almeno una protrusione 10 ottenibile anch’essa tramite termoformatura la quale è rivolta verso la parete di base e definisce almeno un’ulteriore cavità 11 aperta atta a contenere un fluido, ad esempio aria oppure gas inerte.

L’elemento di copertura 8 è fissato al bordo 7 dell’involucro 2 a chiusura ermetica anche dell’ulteriore cavità 11, in modo da creare un cuscino deformabile tra il bordo 7 e l’elemento di copertura 8 che definisce l’elemento di tenuta 9.

Oltre alla protrusione 10, il bordo 7 presenta inoltre un’estremità piana anulare 6.

Come illustrato in figura 2, la macchina erogatrice 60, di tipo noto e non descritta in dettaglio, comprende una sede o vano 61 atto a ricevere e contenere la capsula 1 e mezzi di bloccaggio 62 disposti per bloccare saldamente all’interno del suddetto vano 61 la capsula 1, in una configurazione operativa.

La macchina erogatrice 60 comprende inoltre mezzi di taglio 65 posti sul fondo 66 del vano 61 e disposti per forare la parete di base 3 della capsula, in particolare l’ulteriore elemento di copertura 25. Mezzi di iniezione del fluido F (non rappresentati) sono atti ad alimentare il fluido F in pressione alla sede 61 della macchina erogatrice 60. Tale fluido F viene a sua volta iniettato all’interno della cavità 5 della capsula attraverso le aperture realizzate sulla base 3 della capsula dai mezzi di taglio 65.

Mezzi di estrazione (non illustrati) sono previsti per forare l’elemento di copertura 8 così da consentire la fuoriuscita del prodotto finale dalla capsula 1.

In una condizione di uso, il bordo 7 a flangia della capsula 1 è serrato e compresso tra i mezzi di bloccaggio 62 ed una porzione 63 di un telaio di supporto 67 della macchina erogatrice 60 in cui il vano 61 è ricavato.

I mezzi di bloccaggio 62 comprendono, ad esempio, una piastra anulare che agisce sul bordo 7 dell’involucro 2.

Mezzi di riscontro 64 sono previsti sulla porzione di supporto 63 del telaio 67 e comprendono uno o più risalti anulari che riscontrano l’elemento di tenuta 9 della capsula 1. Dal momento che l’elemento di tenuta 9 è un cuscino deformabile riempito di un fluido, ad esempio aria oppure gas inerte, a causa della pressione di contatto generata dai mezzi di bloccaggio 62 nella configurazione operativa, esso si deforma localmente e sostanzialmente assume la forma dei risalti anulari dei mezzi di riscontro 64.

In tale modo, l’elemento di tenuta 9 è in grado di impegnarsi a tenuta, quando compresso, a mezzi di riscontro 64 della macchina erogatrice 60.

Tale deformazione, garantisce una tenuta ottimale del bordo 7 con la porzione di supporto 63 del telaio 67, che impedisce la fuoriuscita da quest’ultimo di fluido F o di prodotto finale in pressione durante una fase operativa di erogazione.

La protrusione 10 ottenibile per termoformatura è disposta in una prima zona anulare 12 (Figura 4) circonferenziale del bordo 7. La protrusione 10 è anch’essa sagomata a forma di bicchiere o tazza e comprende una rispettiva parete di base 13, parallela alla parete di base 3 della capsula 1, ed una parete laterale 14 definente l’ulteriore cavità 11 aperta.

La prima zona anulare 12 è data dall’ingombro della protrusione 10 nel bordo 7 in direzione radiale rispetto ad un asse di simmetria A della capsula 1, e cioè come massima estensione radiale dell’apertura dell’ulteriore cavità 11.

L’elemento di tenuta 9 può comprendere un’unica protrusione anulare 10 continua disposta nella prima zona anulare 12 ed in questo caso l’ulteriore cavità 11 è anulare circonferenziale e continua ed è disposta esternamente alla cavità 5 in direzione radiale rispetto all’asse di simmetria A.

Secondo una forma alternativa di realizzazione non illustrata, l’elemento di tenuta 9 comprende una pluralità di protrusioni 10 disposte in porzioni separate della prima zona anulare 12, che definiscono una pluralità di ulteriori cavità 11 le quali sono separate e disposte circonferenzialmente nella prima zona anulare 12.

Secondo una diversa forma alternativa di realizzazione (non illustrata), la pluralità di protrusioni 10 sono disposte alternativamente in porzioni separate della prima zona anulare 12 e di una seconda zona anulare (non illustrata) circonferenziale del bordo 7, disposta esternamente alla prima zona anulare 12 in direzione radiale rispetto all’asse di simmetria A.

L’estensione radiale, misurata cioè in direzione radiale, della prima zona anulare 12 è selezionata in modo tale da consentire alla capsula 1 di adattarsi a macchine erogatrici di modelli diversi, riscontrando mezzi di riscontro 64 della macchina erogatrice 60 comunque siano disposti radialmente nella macchina erogatrice 60 stessa. Si osserva che qualora opzionalmente sia presente sia la prima zona anulare 12 che la seconda zona anulare in quanto le protrusioni 10 sono disposte in zone anulari distinte concentriche, le misure di estensione radiale che di seguito saranno fornite sono da intendersi senza perdita di generalità per un’estensione radiale che include sia la prima zona anulare 12 che la seconda zona anulare.

Come mostrato in Figura 4, la prima zona anulare 12 presenta un’estensione radiale compresa in un intervallo da 1.50 mm a 2.8 mm, in particolare preferibilmente in un intervallo compreso tra 1.60 mm e 2.50 mm, in particolare preferibilmente pari a 1.67 mm. La prima zona anulare 12 presenta inoltre una distanza 15 dalla parete laterale 3, misurata dalla parete laterale 4 della capsula 1 alla prima zona anulare 12 minore di 1.20 mm, in particolare preferibilmente 0.75 mm.

Si noti che nella capsula 1 rappresentata in Figura 4 la distanza 15 è non nulla in quanto è presente un vano sostanzialmente anulare 16 interposto tra la parete laterale 4 della capsula e la parete laterale 14 della protrusione 10 che distanzia la protrusione 10 stessa dalla parete laterale 4 della capsula 1.

Secondo una forma alternativa di realizzazione della capsula mostrata in Figura 5, il vano anulare 16 è assente e la distanza tra la protrusione 10 e la parete laterale 4 della capsula 1 è sostanzialmente nulla in quanto la parete laterale 4 della capsula e la parete laterale 14 della protrusione 10 hanno origine in comune e definiscono tra di loro un angolo acuto di vertice 17.

Anche le dimensioni dell’estremità piana anulare 6 contribuiscono a realizzare l’elemento di tenuta, come di seguito vedremo. L’estremità piana anulare 6 ha un’estensione radiale 23 preferibilmente compresa tra 1.2mm e 1.5mm, preferibilmente 1.42mm.

Considerando invece una misura lungo un asse parallelo all’asse di simmetria A, la protrusione 10 presenta un’estensione longitudinale 18 e cioè un’altezza, da una superficie 6a dell’estremità piana anulare 6 rivolta verso la parete di base 3 della capsula 1 alla parete di base 13 della protrusione 10, compresa tra 0.6mm e 0.80 mm. Se la parete di base 13 della protrusione 10 è parallela alla parete di base 3 della capsula 1, l’estensione longitudinale 18 è costante e preferibilmente pari a 0.75mm.

Tuttavia, la protrusione 10 può presentare un’estensione longitudinale totale maggiore dell’estensione longitudinale 18, sommata allo spessore dell’involucro 2, qualora la termoformatura sia più profonda in alcune porzioni di bordo 7 rispetto all’estremità piana anulare 6 dello stesso come ad esempio in Figura 5 in cui il vertice 17 della capsula non è allineato ad una superficie 6b dell’estremità piana anulare 6 del bordo 7, opposta alla superficie 6a .

Se ora consideriamo uno spessore dell’involucro 2 nel bordo 7, sperimentalmente è stato verificato che la deformazione dell’elemento di tenuta è efficace se nella protrusione 10 l’involucro 2 presenta un primo spessore 19 compreso in un intervallo da 0.10 mm a 0.25 mm, in particolare preferibilmente 0.15 mm. e se invece l’estremità piana anulare 6 presenta un secondo spessore 20 compreso tra 0.15 mm e 0.40 mm, in particolare preferibilmente 0.20mm. Il primo spessore 19 ed il secondo spessore 20 sono selezionati opportunamente in quanto devono consentire all’elemento di tenuta 9 di flettersi e deformarsi quando viene compresso dai mezzi di riscontro 64 della macchina erogatrice 60.

L’elemento di copertura 8 è unito al bordo 7 della capsula 1, in particolare tramite termosaldatura, almeno lungo una prima 21 ed una seconda 22 porzione di unione anulare rispettivamente interna ed esterna in direzione radiale alla prima zona anulare 12.

La prima porzione di unione 21 ha un’estensione radiale compresa tra 0.3mm e 0.6mm, preferibilmente pari a 0.4mm.

La seconda porzione d’unione 22 ha un’estensione radiale compresa tra 1mm e 1.8mm, preferibilmente 1.42mm. e si estende sostanzialmente lungo tutta l’estremità piana anulare 6.

Qualora la capsula 1 comprenda protrusioni 10 disposte alternativamente in porzioni separate della prima zona anulare 12 e della seconda zona anulare circonferenziale del bordo 7, oltre alla prima 21 e alla seconda 22 porzione di unione è presente una terza porzione di unione, rispettivamente esterna alla seconda zona anulare in direzione radiale e l’elemento di copertura 8 è unito al bordo 7 della capsula 1, in particolare tramite termosaldatura, anche lungo la terza porzione di unione.

In questo caso, la prima 21 e la seconda 22 porzione di unione hanno un’estensione radiale compresa tra 0.3mm e 0.6mm, preferibilmente pari a 0.4mm mentre la terza porzione di unione ha un’estensione radiale compresa tra 1mm e 1.8mm, preferibilmente 1.42mm in quanto si estende per l’intera estremità piana anulare 6.

La prima porzione d’unione 21 e la seconda porzione di unione 22 ed opzionalmente la terza porzione d’unione, soprattutto quando ottenute per termosaldatura, hanno caratteristiche bloccanti nel senso che garantiscono che la capsula conservi nel tempo il prodotto iniziale P nelle proprie condizioni ideali quando immagazzinata durante lo stoccaggio ma allo stesso tempo assicurano che si mantenga inalterato l’elemento di tenuta 9 anche quando quest’ultimo si flette e si deforma ad opera dei mezzi di riscontro 64 della macchina erogatrice 60. In altre parole, le porzioni d’unione non cedono e mantengono l’elemento di tenuta 8 integro ed unito all’involucro 2 anche quando soggette a pressione. La capsula 1 dell’invenzione assicura quindi una tenuta ottimale all’interno della macchina erogatrice, durante la fase di erogazione senza richiedere l’utilizzo di guarnizioni specifiche associate alla macchina erogatrice e/o alla capsula stessa.

In questo modo sono garantite condizioni igieniche ottimali nella procedura di erogazione e costi di produzioni della capsula contenuti, giacché quest’ultima può essere rapidamente ed agevolmente ottenuta mediante termoformatura di un foglio di materiale plastico. Grazie alla presenza del cuscino deformabile tra il bordo 7 e l’elemento di copertura 8 che definisce l’elemento di tenuta 9, la capsula può adattarsi a diverse forme di realizzazione dei mezzi di riscontro 64 delle macchine erogatrici 60, senza necessità di realizzare differenti bordi 7 sagomati per ciascun tipo di modello di macchina erogatrice.

La capsula 1 dell’invenzione è quindi in grado di adattarsi a modelli diversi di macchine erogatrici 60.

Si aggiunge che la deformabilità dell’elemento di tenuta 9 è garantita sia dal tipo di materiale in foglio selezionato, che è di per sé deformabile, ma soprattutto dallo spessore dell’involucro 2 nel bordo 7 della capsula 1, realizzabile tramite termoformatura.

In particolare lo spessore 19 dell’involucro termoformato 2 nella protrusione 10 garantisce la deformabilità del cuscino d’aria e la flessibilità dello stesso e quindi garantisce l’efficacia della protrusione 10 come elemento di tenuta 9. Inoltre, è stato sperimentalmente osservato che anche la selezione di uno spessore 20 adeguato nell’estremità piana anulare 6 e l’estensione radiale 23 della stessa è importante in quanto anche l’estremità piana anulare 6 contribuisce a realizzare una tenuta efficace.

L’estremità piana anulare 6 del bordo 7 è infatti in grado deformandosi di seguire il contorno dei mezzi di riscontro della macchina erogatrice per tutta la propria estensione radiale 23, contribuendo ad evitare perdite di liquido indesiderate.

La semplicità di realizzazione della capsula tramite termoformatura e l’apposizione dell’elemento di copertura 8 unito nella prima e nella seconda porzione di unione 21 e 22 da parti opposte rispetto alla protrusione 10 garantisce pertanto la realizzazione di un cuscino deformabile in modo semplice, riducendo notevolmente i costi di produzione. L’apparato di formatura per realizzare la capsula 1 mediante formatura di un materiale in foglio termoformabile 100 comprende mezzi di formatura di un involucro 2 della capsula mostrati nelle Figure 6 e 7, i quali sono associati ad una stazione di formatura (non illustrata). L’involucro 2 comprende una parete di base 3, una parete laterale 4 definente con la parete di base 3 una cavità 5 ed un bordo 7 estendentesi dalla parete laterale 4.

L’apparato può inoltre comprendere una pluralità di stazioni di lavoro (non illustrate) disposte a monte oppure a valle della stazione di formatura, come ad esempio una stazione di riscaldamento del materiale in foglio 100 disposta a monte della stazione di formatura per portare il materiale in foglio 100 a temperature elevate tali da consentire il rammollimento e la sua deformazione plastica nella successiva stazione di formatura. A valle della stazione di formatura è inoltre prevista una stazione di tranciatura dove opportuni mezzi di tranciatura realizzano in ciascun involucro 2 un foro in una parete di base 3 della capsula, delimitato da un ulteriore bordo anulare 3a. Una prima stazione di unione è prevista per unire, in particolare tramite termosaldatura, un elemento di copertura 25 al bordo 3a della parete di base 3 a chiusura esterna del foro ricavato in essa. I mezzi di tranciatura provvedono inoltre a separare gli involucri 2 termoformati dal foglio di materiale 100 da cui sono stati ottenuti, e la prima stazione di unione può essere prevista a monte oppure a valle della stazione di tranciatura, per chiudere la parete di base 3 della capsula ad involucri 2 termoformati già separati oppure ancora uniti al materiale in foglio 100.

Una stazione di riempimento della cavità 5 dell’involucro 2 con il prodotto P può essere prevista a monte oppure a valle della stazione di tranciatura, nel senso che possono essere riempiti involucri 2 termoformati (in cui chiaramente l’ulteriore elemento di copertura 25 è stato già unito alla parete di base 3 a chiusura del foro ricavato in essa) ma ancora uniti al materiale in foglio 100 oppure possono essere riempiti involucri 2 singolarmente tranciati e separati gli uni dagli altri, ad esempio in quanto il riempimento è eseguito non in linea rispetto alla formatura. Una seconda stazione di unione è inoltre prevista per unire, in particolare tramite termosaldatura, un elemento di copertura 8 ad un bordo 7 dell’involucro 2 in corrispondenza di una prima porzione di unione 21, di una seconda porzione di unione 22 ed opzionalmente di una terza porzione di unione.

I mezzi di formatura dell’involucro 2 comprendono primi mezzi operativi 202 e secondi mezzi operativi 203, rispettivamente posizionati da parte opposta, ad esempio inferiormente e superiormente rispetto al materiale in foglio 100 ad essi alimentato, i quali sono mobili lungo un asse di formatura tra una posizione distanziata (non illustrata) in cui il materiale in foglio 100 può essere ad essi alimentato ed una posizione di formatura, mostrata nelle Figure 6 e 7, in cui il materiale in foglio 100 viene sagomato a definire l’involucro 2 della capsula.

I primi mezzi operativi 202 in modo noto sono provvisti di una superficie di supporto 204 sostanzialmente piana e configurata per supportare, durante la formatura, il materiale in foglio e di una sede 205 provvista di pareti laterali 206 e di una parete di fondo 207 atte rispettivamente a sagomare la parete di base 3 e la parete laterale 4 dell’involucro 2. La sede 205 presenta sostanzialmente una forma sostanzialmente a tazza per sagomare un corpo della capsula.

I primi mezzi operativi 202 comprendono inoltre un vano 208 comunicante con un’imboccatura 209 della sede 205 ed avente, in pianta, un ingombro maggiore della sede 205 stessa. Il vano 208 comprende una parete di riscontro 210 circondante la sede 205 la quale è sostanzialmente parallela alla, e distanziata dalla, superficie di supporto 204. Il motivo per cui la parete di riscontro 210 è distanziata dalla superficie di supporto 204 è illustrato di seguito con maggiore dettaglio.

I primi mezzi operativi 202 sono provvisti inoltre di condotti (non rappresentati) entro i quali scorre un fluido di raffreddamento atto a raffreddare rapidamente il materiale in foglio quando quest’ultimo viene deformato in una fase finale di formatura entro la sede 205 ricavata nei primi mezzi operativi 202, così da conferire adeguate caratteristiche di rigidezza al corpo della capsula 1 dopo la termoformatura.

I secondi mezzi operativi 203 comprendono in modo noto una campana 211 delimitante, quando i primi mezzi operativi 202 ed i secondi mezzi operativi 203 sono nella posizione di formatura, uno spazio di lavoro 212 chiuso entro la quale avviene la formatura dell’involucro della capsula 1.

I secondi mezzi operativi 203 comprendono inoltre un punzone 218 mobile all’interno della campana 211 tra una posizione sollevata in cui è inattivo e non a contatto con il materiale in foglio (Figura 6) in una fase preliminare di formatura ed una posizione abbassata di lavoro in cui il punzone coopera con la sede 205 intercettando il materiale in foglio 100 per spingerlo verso la sede 205 stessa (Figura 7) durante almeno una prima fase operativa di formatura.

Sono inoltre previsti nei secondi mezzi operativi 203 mezzi a piastra 213 per bloccare il materiale in foglio contro la superficie di supporto 204 durante la formatura della capsula 1 ed un ulteriore vano 214 atto a definire con il vano 208 una camera 215 delimitante una porzione 216 da formare del materiale in foglio, intercettata dal punzone 218 nella prima fase di formatura.

I secondi mezzi operativi 203 comprendono inoltre mezzi per alimentare aria in pressione 217 alla camera 215 per premere il materiale in foglio 100 in una fase finale di formatura (non illustrata) contro la parete di fondo 207 e la parete laterale 206 della sede 205 e contro la parete di riscontro 210, sagomando così la parete di base 3, la parete laterale 4 ed il bordo 7 dell’involucro 2 della capsula.

Per consentire ciò, i mezzi a piastra 213 sono provvisti di un foro 223 per consentire il passaggio del punzone 218 e dell’aria in pressione nella camera 215 e verso i primi mezzi operativi 202.

I primi mezzi operativi 202 comprendono secondo l’invenzione almeno un’ulteriore sede 219 comunicante anch’essa con il vano 208 tramite una rispettiva imboccatura 220.

L’ulteriore sede 219 è disposta esternamente alla sede 205 in direzione radiale rispetto all’asse di formatura B ed è atta a sagomare l’ulteriore cavità 11 nel bordo 7 dell’involucro 2 tramite l’aria in pressione alimentata alla camera 215 nella fase finale di formatura, realizzando la corrispondente protrusione 10.

L’ulteriore sede 219 è ricavata in una primo tratto anulare circonferenziale 221 della parete di riscontro 210, in direzione radiale rispetto all’asse di formatura B, il quale corrisponde nella capsula 1 formata alla prima zona anulare circonferenziale 12 del bordo 7, in cui è disposta la protrusione 10. Il primo tratto anulare circonferenziale 221 è atto a sagomare nell’involucro 2 la prima zona anulare circonferenziale 12 del bordo 7.

L’ulteriore sede 219 comprende una rispettiva parete di fondo 222, sostanzialmente parallela alla parete di fondo 207 della sede 205.

Se l’ulteriore sede 219 è una scanalatura anulare continua disposta nel primo tratto anulare 221, la protrusione 10 dell’involucro 2 e quindi della capsula finita ottenibile tramite i mezzi di formatura 201 è anch’essa una protrusione anulare continua.

Se invece i primi mezzi operativi 202 comprendono una pluralità di scanalature (non illustrate) disposte in porzioni separate del primo tratto anulare 221, la capsula 1 ottenibile tramite i mezzi di formatura 202 e 203 comprenderà una pluralità di protrusioni separate 10.

Secondo una forma di realizzazione alternativa della presente invenzione (non illustrata), i primi mezzi operativi 202 possono comprendere una pluralità di scanalature disposte alternativamente in porzioni separate del primo tratto anulare 221 e di un secondo tratto anulare, disposto esternamente in direzione radiale rispetto al primo tratto anulare 221 per ottenere un involucro 2, e quindi una capsula, provvista di protrusioni disposte alternativamente lungo la prima zona anulare 12 e la seconda zona anulare.

Come detto in precedenza, l’apparato di formatura comprende inoltre mezzi di tranciatura per tranciare il materiale in foglio dopo la formatura ottenendo così involucri 2 formati provvisti del bordo 7 e del corpo a tazza, realizzato tramite la parete di base 3 e la parete laterale 4. I mezzi di tranciatura sono disposti per tranciare il materiale in foglio esternamente al primo tratto anulare 221, ad una distanza da tale primo tratto anulare in modo da realizzare nella capsula finita l’estremità piana anulare 6 della dimensione desiderata.

L’apparato di formatura comprende inoltre mezzi di unione disposti per unire, tramite termosaldatura l’elemento di copertura 8 all’involucro termoformato 2, in corrispondenza di un primo e di un secondo tratto di unione dei mezzi di unione (non rappresentati) per ottenere una capsula finita provvista di un involucro 2 unito all’elemento di copertura 8 in corrispondenza di una prima 21 e di una seconda 22 porzione di unione anulare.

In questo modo, l’elemento di copertura 8 può chiudere ermeticamente sia la cavità 5 che l’ulteriore cavità 11 e poiché viene intrappolata aria viene realizzato un cuscino deformabile che definisce l’elemento di tenuta 9, il quale è disposto per deformarsi ed impegnarsi a tenuta, quando compresso, ai mezzi di riscontro 64 di una macchina erogatrice. In alternativa e senza perdere di generalità, può essere alimentato in modo noto un fluido diverso dall’aria come un gas inerte quale azoto in sostituzione dell’aria per garantire l’integrità del prodotto P contenuto nella capsula.

Per realizzare la capsula 1 dell’invenzione mediante l’apparato sopra descritto viene previsto un metodo di formatura di un involucro 2 della capsula che comprende in una fase preliminare di formatura di disporre a contatto in posizione di formatura primi mezzi operativi 202 e secondi mezzi operativi 203 mobili in avvicinamento o in allontanamento lungo un asse di formatura B e di disporre un punzone 218 dei secondi mezzi operativi in posizione sollevata in cui è inattivo.

Il metodo prevede inoltre di supportare un materiale in foglio e di sagomare una parete di base 3 ed una parete laterale 4 dell’involucro 2 della capsula mediante una sede 205 ricavata in primi mezzi operativi 202 prevedendo un vano 208 comunicante con un imboccatura 209 della sede 205 avente, in pianta, un ingombro maggiore della sede 205 stessa.

Il metodo comprende inoltre definire una camera 215 tra il vano 208 ed un ulteriore vano 214 di secondi mezzi operativi 203 per delimitare una porzione da formare 216 del materiale in foglio 100 e bloccare il materiale almeno in una prima fase di formatura in cui un punzone 218 dei secondi mezzi operativi 203 intercetta la porzione da formare 216 spingendola verso la sede 205.

Nella prima fase di formatura, viene infatti abbassato il punzone 218 che intercetta una porzione centrale 216a della porzione da formare 216, spingendola contro la sede 205 come mostrato in Figura 7.

Si noti che la porzione da formare 216 presenta porzioni laterali 216b sospese internamente alla camera 215, dalla porzione centrale 216a fino al punto di bloccaggio ad opera di mezzi a piastra 213, in quanto la parete di riscontro 210 è distanziata dalla superficie di supporto 204 in cui il materiale in foglio viene supportato ed avanzato. La sede 205 e l’ulteriore sede 219 sono in altre parole più in basso rispetto alla superficie di supporto 204, considerando un asse di formatura B verticale. Tali porzioni laterali 216b sospese consentono al materiale di mantenere una temperatura di termoformatura per evitare un raffreddamento indesiderato nel contatto con le pareti raffreddate della sede 205, prima del momento in cui il materiale in foglio deve essere sagomato nella forma definitiva dell’involucro 2.

Inoltre, lo stiramento del materiale in foglio 100 avviene in questo modo per lo più verticalmente e questo evita accumuli indesiderati di materiale plastico soprattutto in corrispondenza dei punti di bloccaggio.

Dopo che il punzone 218 in posizione abbassata ha intercettato il materiale in foglio, viene alimentata aria in pressione alla camera 215 in una fase finale di formatura, per premere il materiale in foglio contro la sede 205 e contro la parete di riscontro 210 del vano 208 che circonda la sede 205, formando così un bordo 7 dell’involucro 2 estendentesi dalla parete laterale 4. Prevedendo l’ulteriore sede 219, anch’essa in comunicazione con il vano 209, disposta esternamente alla sede in direzione radiale, viene formata anche l’ulteriore cavità 11 nel bordo 7 dell’involucro 2 contemporaneamente alla cavità 5 in quanto il materiale in foglio nella fase finale di formatura viene premuto dall’aria in pressione anche contro la parete di fondo 222 e le pareti laterali dell’ulteriore sede 219.

Si noti quindi che la formatura dell’involucro 2 viene terminata grazie all’aria in pressione alimentata nella fase finale di formatura.

Grazie alle porzioni laterali sospese 216b, viene evitata la presenza di zone del materiale in foglio ad una temperatura più bassa della temperatura ideale di formatura e quindi l’involucro 2, quando viene premuto e stabilizzato dall’aria in pressione contro le superfici raffreddate dei primi mezzi operativi 202, assume una forma finale definita e precisa senza zone di materiale non correttamente sagomato.

Successivamente alla formatura, in particolare alla termoformatura, la parete di base 3 dell’involucro viene tranciata e poi unita all’ulteriore elemento di copertura 25 per consentire il successivo riempimento della cavità 5.

Una volta riempita la cavità 5 con una dose di prodotto iniziale P, l’involucro 2 viene ermeticamente chiuso mediante termosaldatura fissando un elemento di copertura 8 ad un bordo 7 dell’involucro 2 stesso, e realizzando la cavità 5 contenente il prodotto iniziale P e l’ulteriore cavità 11 contente un fluido, aria oppure gas inerte.

Grazie all’apparato e al metodo della presente invenzione, viene realizzato in modo semplice ed economico mediante termoformatura un elemento di tenuta 9 formando contemporaneamente una cavità 5 ed un’ulteriore cavità 11 del bordo 7 dell’involucro 2 mediante la sede 205 e l’ulteriore sede 219. Unendo inoltre l’elemento di copertura 8 a chiusura ermetica sia della cavità 5 che dell’ulteriore cavità 11 e lasciando semplicemente aria nell’ulteriore cavità 11 oppure alimentando ad essa un diverso fluido in pressione, come un gas inerte, viene così realizzato un cuscino deformabile definente l’elemento di tenuta 9 della capsula disposto per deformarsi ed impegnarsi a tenuta, quando compresso, ai mezzi di riscontro 64 di una macchina erogatrice.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Capsula per bevande comprendente un involucro (2) a sua volta comprendente: una parete di base (3) ed una parete laterale (4) definenti una cavità (5) atta a contenere un prodotto iniziale (P) da unire ad un fluido (F) per ottenere un prodotto finale, ed inoltre un bordo (7) estendentesi da detta parete laterale (4); in cui detta capsula comprende inoltre un elemento di copertura (8) fissato a detto bordo (7) per chiudere ermeticamente detta cavità (5), detto elemento di copertura (8) essendo perforabile da mezzi di estrazione di una macchina erogatrice (60) in cui detta capsula è utilizzabile, caratterizzata dal fatto che detto involucro (2) è realizzato tramite formatura di un foglio di materiale plastico termoformabile e che detto bordo (7) comprende un elemento di tenuta (9) comprendente almeno una protrusione (10) rivolta verso detta parete di base (3) ottenibile anch’essa tramite detta formatura definente almeno un’ulteriore cavità (11) atta a contenere un fluido, ad esempio aria oppure gas inerte, detto elemento di copertura (8) essendo fissato a chiusura ermetica anche di detta ulteriore cavità (11) in modo da creare un cuscino deformabile tra detto bordo (7) e detto elemento di copertura (8) che definisce detto elemento di tenuta (9) disposto per impegnarsi a tenuta, quando compresso, a mezzi di riscontro (64) di una macchina erogatrice (60).
2. Capsula secondo la rivendicazione 1, in cui detta protrusione (10) è disposta in una prima zona anulare (12) circonferenziale di detto bordo (7).
3. Capsula secondo la rivendicazione 2, in cui detto elemento di tenuta (9) comprende una unica protrusione anulare continua disposta in detta prima zona anulare (12).
4. Capsula seconda la rivendicazione 2, in cui detto elemento di tenuta (9) comprende una pluralità di protrusioni disposte in porzioni separate di detta prima zona anulare (12).
5. Capsula secondo la rivendicazione 4, in cui detta pluralità di protrusioni sono disposte alternativamente in porzioni separate di detta prima zona anulare (12) e di una seconda zona anulare circonferenziale di detto bordo, disposta esternamente in direzione radiale rispetto a detta prima zona anulare (12).
6. Capsula secondo una delle rivendicazioni da 2 a 5, in cui detta prima zona anulare (12) presenta un’estensione radiale compresa in un intervallo da 1.50mm a 2.8 mm, in particolare preferibilmente in un intervallo compreso tra 1.60 mm e 2.50 mm, in particolare preferibilmente pari a 1.67 mm.
7. Capsula secondo una delle rivendicazioni da 2 a 6, in cui detta prima zona anulare (12) presenta una distanza (15) da detta parete laterale (4) minore di 1.20 mm, in particolare preferibilmente 0.75 mm.
8. Capsula secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detta protrusione (10) presenta un’estensione longitudinale (18) compresa tra 0.6mm e 0.80mm, detta estensione longitudinale (18) misurata lungo un asse parallelo ad un asse di simmetria A della capsula da una superficie (6a) di una estremità piana anulare (6) di detto bordo (7) rivolta verso detta parete di base (3) di detta capsula ad una parete di base (13) di detta protrusione (10); ed in cui in particolare detta estensione longitudinale (18) è costante e pari a 0.75mm, se detta parete di base (13) di detta protrusione (10) è parallela a detta parete di base (3) di detta capsula (1).
9. Capsula secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui in detta protrusione (10) detto involucro (2) presenta un primo spessore (19) compreso in un intervallo da 0.10mm a 0.25mm, in particolare preferibilmente 0.15mm, ed in cui invece un’estremità piana anulare (6) di detto bordo (7) presenta un secondo spessore (20) compreso tra 0.15mm e 0.40 mm, in particolare preferibilmente 0.20mm, detto primo spessore (19) e detto secondo spessore (20) essendo tali da consentire a detto elemento di tenuta (9) di flettersi e deformarsi, quando compresso, da detti mezzi di riscontro (64) di detta macchina erogatrice (60).
10. Capsula secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto bordo (7) presenta un’estremità piana anulare (6), la cui estensione radiale (23) è compresa tra 1.2mm e 1.5mm, preferibilmente 1.42mm.
11. Capsula secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento di copertura (8) è unito a detto bordo (7) di detta capsula (1), in particolare tramite termosaldatura, lungo una prima porzione di unione anulare (21) ed una seconda porzione di unione anulare (22) rispettivamente interna ed esterna in direzione radiale a detta prima zona anulare (12).
12. Capsula secondo la rivendicazione 11, quando dipendente dalla rivendicazione 5, e comprendente una terza porzione di unione, rispettivamente esterna a detta seconda zona anulare in detta direzione radiale, detto elemento di copertura (8) essendo unito a detto bordo (7) di detta capsula, in particolare tramite termosaldatura, anche lungo detta terza porzione di unione.
13. Capsula secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto foglio di materiale plastico termoformabile comprende almeno un primo strato di materiale, in particolare idoneo a contattare e/o conservare detto prodotto iniziale (P) ed un secondo strato di materiale, realizzato in materiale gas-impermeabile, in particolare all’ossigeno.
14. Apparato di formatura per realizzare una capsula mediante formatura di un foglio di materiale plastico termoformabile (100), in cui detta capsula (1) comprende un involucro (2) a sua volta comprendente una parete di base (3) ed una parete laterale (4) definenti una cavità (5) ed un bordo (7) estendentesi da detta parete laterale (4), detto apparato comprendendo mezzi di formatura (202, 203) di detto involucro (2) comprendenti: primi mezzi operativi (202) provvisti di una superficie di supporto (204) di detto materiale in foglio (100), di una sede (205) atta a sagomare detta parete di base (3) e detta parete laterale (4) di detto involucro (2) e di un vano (208) comunicante con un’imboccatura (209) di detta sede (205) ed avente, in pianta, un ingombro maggiore di detta sede (205); secondi mezzi operativi (203) comprendenti mezzi a piastra (213) comprendenti un ulteriore vano (214) atto a definire con detto vano (208) una camera (215) delimitante una porzione (216) da formare di detto materiale in foglio (100), un punzone (218) cooperante con detta sede (205) ed atto ad intercettare detta porzione (216) durante almeno una prima fase operativa di formatura, in cui detti mezzi a piastra (213) sono atti a bloccare detto materiale in foglio (100) contro detta superficie di supporto (204), in cui detti secondi mezzi operativi (203) comprendono mezzi per alimentare aria in pressione (217) a detta camera (215) per premere detto materiale in foglio (100) in una fase finale di detta formatura contro detta sede (205) e contro una parete di riscontro (210) di detto vano (208) circondante detta sede (205) in modo da sagomare detta parete di base (3), detta parete laterale (4) e detto bordo (7) di detto involucro (2); ed in cui detti primi mezzi operativi (202) e detti secondi mezzi operativi (203) sono mobili tra una posizione distanziata ed una posizione di formatura lungo un asse di formatura (B), caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi operativi (202) comprendono inoltre almeno un’ulteriore sede (219) comunicante con detto vano (208) tramite una rispettiva imboccatura (220) , detta ulteriore sede (219) essendo disposta esternamente a detta sede (205) in direzione radiale rispetto a detto asse di formatura (B) ed essendo atta a sagomare un’ulteriore cavità (11) in detto bordo (7) di detto involucro (2) tramite detta aria in pressione (217) in detta fase finale di detta formatura.
15. Apparato secondo la rivendicazione 14, in cui detta ulteriore sede (219) è ricavata in un primo tratto anulare (221) circonferenziale di detta parete di riscontro (210) atto a sagomare in detto involucro (2) una corrispondente prima zona anulare circonferenziale (12) di detto bordo (7).
16. Apparato secondo la rivendicazione 15, in cui detta ulteriore sede (219) è una scanalatura anulare continua disposta in detto primo tratto anulare (221).
17. Apparato secondo la rivendicazione 15, in cui detti primi mezzi operativi (202) comprendono una pluralità di scanalature disposte in porzioni separate di detto primo tratto anulare (221).
18. Apparato secondo la rivendicazione 17, in cui detti primi mezzi operativi (202) comprendono una pluralità di scanalature disposte alternativamente in porzioni separate di detto primo tratto anulare (221) e di un secondo tratto anulare circonferenziale della parete di riscontro (210), disposta esternamente in detta direzione radiale rispetto a detto primo tratto anulare (221).
19. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 14 a 18, in cui detta sede (205) e detta ulteriore sede (219) comprendono rispettive pareti di fondo, detta parete di fondo (207) di detta sede (205) essendo sostanzialmente parallela a detta parete di fondo (222) di detta ulteriore sede (219).
20. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 14 a 19, in cui detti mezzi a piastra (213) sono provvisti di un foro (223) per consentire il passaggio di detta aria in pressione (217) e di detto punzone (218) in detta camera (215) verso detti primi mezzi operativi (202).
21. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 14 a 20, e comprendente inoltre mezzi di tranciatura per tranciare detto materiale in foglio (100) esternamente a detto primo tratto anulare (221), in cui detti mezzi di tranciatura sono disposti a valle di detti mezzi di formatura (202, 203) in una direzione di avanzamento del materiale in foglio (100).
22. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 15 a 21, e comprendente mezzi di unione per unire, in particolare tramite termosaldatura, dopo aver riempito detta cavità (5) di un prodotto iniziale (P), un elemento di copertura (8) a detto bordo (7) di detto involucro (2) almeno lungo una prima porzione di unione anulare (21) ed una seconda porzione di unione anulare (22) rispettivamente interna ed esterna in direzione radiale a detta prima zona anulare (12) per realizzare detta capsula , in modo da chiudere ermeticamente detta cavità (5) contenente detto prodotto iniziale e detta ulteriore cavità (11), in particolare contenente un fluido come aria oppure gas inerte, per realizzare un cuscino d’aria tra detto bordo (7) e detto elemento di copertura (8) atto a definire un elemento di tenuta (9) in detta capsula disposto per deformarsi ed impegnarsi a tenuta, quando compresso, a mezzi di riscontro (64) di una macchina erogatrice (60).
23. Metodo di formatura per realizzare un involucro (2) di una capsula mediante formatura di un materiale (100) plastico termoformabile, comprendente supportare detto materiale in foglio (100) tramite primi mezzi operativi (202), prevedere una sede (205) atta a sagomare una parete di base (3) ed una parete laterale (4) di detto involucro (2) e prevedere un vano (208) in detti primi mezzi operativi (202) comunicante con un’imboccatura (8) di detta sede (4) ed avente, in pianta, un ingombro maggiore di detta sede (205); prevedere un ulteriore vano (214) in secondi mezzi operativi (203) e definire una camera (215) tra detto vano (208) e detto ulteriore vano (214) delimitante una porzione da formare (216) di detto materiale in foglio (100), bloccare detto materiale in foglio (100) in almeno una prima fase operativa di formatura in cui un punzone (218) di detti secondi mezzi operativi (203) intercetta detta porzione da formare (216) spingendola verso detta sede (205); alimentare inoltre aria in pressione (217) in una fase finale di detta formatura per premere detto materiale in foglio (100) contro detta sede (205) e contro una parete di riscontro (210) di detto vano (208) circondante detta sede (205) per formare un bordo (7) di detto involucro (2) estendentesi da detta parete laterale (4); caratterizzato dal fatto di prevedere inoltre almeno un’ulteriore sede (219) comunicante con detto vano (208) disposta esternamente a detta sede (205) in direzione radiale per formare in detta fase finale di detta formatura un’ulteriore cavità (11) in detto bordo (7) di detto involucro (2) premendo tramite detta aria in pressione (217) detto materiale in foglio (100) contro detta ulteriore sede (219).