ITMO20130045A1 - Stabilizzatore laterale per macchine agricole - Google Patents

Stabilizzatore laterale per macchine agricole

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ITMO20130045A1
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IT
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stabilizer
cylindrical element
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abutment
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Enrico Maria Cornia
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Cbm Spa
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    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
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Description

“STABILIZZATORE LATERALE PER MACCHINE AGRICOLE†.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad uno stabilizzatore laterale per macchine agricole.
Nel setore della macchine agricole à ̈ noto l’utilizzo dei cosiddetti atacchi a tre punti per consentire l’aggancio di attrezzi o macchine operatrici.
Gli attacchi a tre punti presentano una coppia di bracci laterali movimentabili tra una posizione di lavoro, nella quale sono abbassati per consentire l’utilizzo degli attrezzi ad essi collegati, ed una posizione di riposo, nella quale sono sollevati rispeto al suolo per facilitare lo spostamento della macchina agricola.
Generalmente, i bracci laterali devono avere un certo grado di libertà quando sono nella posizione abbassata, mentre devono risultare rigidamente collegati al resto della struttura quando sono disposti in posizione sollevata al fine di evitare sollecitazioni indesiderate.
Per soddisfare queste esigenze vengono impiegati dei dispositivi di stabilizzazione i quali sono collegati da un lato alla struttura della macchina agricola e dell’altro lato ad un relativo braccio laterale dell’attacco a tre punti.
Più in detaglio, gli elementi di stabilizzazione comprendono generalmente un corpo cavo, destinato ad essere collegato alla macchina agricola, ed un elemento cilindrico, destinato ad essere collegato ad uno dei suddetti bracci laterali ed accoppiato in modo scorrevole al corpo cavo. Tra il corpo cavo e l elemento cilindrico sono inoltre interposti dei mezzi elastici atti ad esercitare ima forza di richiamo sul relativo braccio laterale, con quest’ultimo in posizione di lavoro, per portarlo verso una posizione neutra predefinita. Sono inoltre previsti mezzi di bloccaggio attivabili per impedire o consentire lo spostamento relativo del corpo cavo e dell’ elemento cilindrico.
I mezzi di bloccaggio sono generalmente di tipo meccanico e sono selettivamente movimentabili tra una posizione di bloccaggio ed una posizione flottante.
Uno stabilizzatore noto provvisto di mezzi di bloccaggio di tipo meccanico à ̈ descritto da EP 1342399, il quale prevede l’impiego di un organo di bloccaggio incernierato ad una estremità al corpo cavo e provvisto, all’estremità opposta, di una coppia di incavi atti a cooperare con delle rispettive sporgenze definite sull’elemento cilindrico.
Più in particolare, tale organo di bloccaggio à ̈ movimentabile tra una posizione di bloccaggio, nella quale si impegna con le sporgenze definite sull’elemento cilindrico per impedire gli spostamenti di quest’ultimo in entrambe le direzioni, ed almeno una posizione flottante, nella quale à ̈ disimpegnato dalle sporgenze sopraccitate e consente così all’elemento cilindrico di muoversi rispetto al corpo cavo.
Questo dispositivo di stabilizzazione noto presenta alcuni inconvenienti. II dispositivo di stabilizzazione sopra descritto, infatti, risulta essere di non agevole realizzazione e funzionamento a causa della complessa interrelazione tra gli elementi che lo compongono.
Più particolarmente, il corpo cavo, l’elemento cilindrico e l’organo di bloccaggio devono essere realizzati con precise tolleranze di lavorazione al fine di consentire il loro impegno reciproco nelle varie posizioni di lavoro e, quindi, il corretto funzionamento del dispositivo di stabilizzazione stesso.
Un altro inconveniente ancora del dispositivo di stabilizzazione sopra descritto consiste nel fatto che non consente di adattarsi in modo flessibile a differenti condizioni di lavoro. Ciò à ̈ dovuto in particolare al fatto che presenta solo due condizioni di funzionamento, ovvero, in funzione della posizione dell’organo di bloccaggio consente od impedisce la movimentazione reciproca degli elementi di stabilizzazione.
Questi inconvenienti sono stati almeno in parte superati introducendo mezzi di bloccaggio ad azionamento idraulico.
Un esempio di un dispositivo di stabilizzazione noto comprendente mezzi di bloccaggio idraulici à ̈ descritto da EP 1084601 il quale prevede la presenza di un elemento di riscontro tubolare inserito a tenuta nel corpo cavo di cui sopra ed al cui interno à ̈ alloggiato scorrevolmente l’elemento cilindrico.
Regolando in modo idraulico la posizione dell’elemento di riscontro si regola di conseguenza la posizione di fine corsa dell’elemento cilindrico inserito al suo interno.
L’elemento di riscontro, il quale supporta una coppia di piastre che si impegnano con una leva associata all’elemento cilindrico per impedire la rotazione di quest’ultimo attorno al proprio asse, sporge dall’estremità aperta del corpo cavo prolungandosi verso l’esterno.
Anche lo stabilizzatore descritto da EP 1084601 presenta però degli inconvenienti.
In particolare, questo tipo di stabilizzatore non consente di garantire nel tempo la corretta tenuta della camera in pressione che agisce sull’elemento di riscontro. Questo à ̈ dovuto al fatto che la superficie laterale dell’elemento di riscontro à ̈ esposta ad agenti esterni che possono danneggiarla, compromettendone così la finitura superficiale e di conseguenza il corretto accoppiamento con gli organi di tenuta.
Un altro inconveniente dello stabilizzatore noto da EP 1084601 consiste nella complessa realizzazione dei mezzi di antirotazione dell’elemento cilindrico rispetto al corpo cavo.
Il compito principale della presente invenzione à ̈ quello di escogitare uno stabilizzatore laterale per macchine agricole che consenta di superare gli inconvenienti dei dispositivi noti.
In particolare, il presente trovato si propone di escogitare uno stabilizzatore laterale che, oltre a prevedere il controllo fluidodinamico del fine corsa dell’elemento cilindrico sia anche di funzionamento più sicuro rispetto agli stabilizzatori di tipo noto.
All’ interno di questo compito, uno scopo del presente trovato à ̈ quello di assicurare, in uso, la tenuta tra i mezzi di bloccaggio della posizione dell’elemento cilindrico ed il corpo cavo.
Un altro scopo ancora à ̈ quello di escogitare uno stabilizzatore laterale per macchine agricole che presenti dei mezzi di antirotazione dell’elemento cilindrico rispeto al corpo cavo di più semplice realizzazione rispeto a quelli di tipo noto.
Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dallo stabilizzatore laterale per macchine agricole comprendente un corpo cavo aperto ad un’estremità e chiuso all’ estremità opposta che à ̈ associabile alla struttura di una macchina agricola, un elemento cilindrico inserito scorrevolmente all’interno di deto corpo cavo lungo una direzione di traslazione ed associabile al braccio inferiore di un attacco a tre punti, almeno un elemento di riscontro inserito mobile a tenuta all’intemo di deto corpo cavo e la cui posizione à ̈ registrabile fluidodinamicamente per regolare la posizione di fine corsa di deto elemento cilindrico lungo almeno un verso di deta direzione di traslazione, caraterizzato dal fatto di comprendere mezzi di protezione di detto elemento di riscontro interposti tra deto corpo cavo e deto elemento cilindrico in modo tale da definire una camera sostanzialmente chiusa aH’intemo della quale à ̈ contenuto l’elemento di riscontro stesso.
Altre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di uno stabilizzatore laterale per macchine agricole, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 Ã ̈ una rappresentazione schematica, in alzato laterale, di una coppia di stabilizzatori laterali accoppiati a relativi bracci laterali di un attacco a tre punti;
la figura 2 à ̈ una vista in esploso di uno stabilizzatore secondo il trovato; la figura 3 à ̈ una vista dall’alto dello stabilizzatore di figura 2;
la figura 4 Ã ̈ una vista in sezione dello stabilizzatore di figura 2;
la figura 5 Ã ̈ una vista in assonometria dello stabilizzatore di figura 2 associato allo stelo di collegamento ad un bracci inferiore di un attacco a tre punti.
Con particolare riferimento a tali figure, si à ̈ indicato globalmente con il numero di riferimento 1 uno stabilizzatore laterale per macchine agricole. Lo stabilizzatore 1 comprende un corpo cavo 2 associabile alla struttura di una macchina agricola ed un elemento cilindrico 3 associabile al braccio inferiore B di un attacco a tre punti ed inserito scorrevolmente all’ interno del corpo cavo 2.
Più in dettaglio, il corpo cavo 2 presenta un’estremità aperta 2a, attraverso la quale si inserisce l’elemento cilindrico 3, e l’estremità opposta chiusa 2b. Il corpo cavo 2 presenta, inoltre, mezzi di collegamento 40 alla struttura di una macchina agricola non rappresentata nelle figure.
La porzione dell’elemento cilindrico 3 che si inserisce all’interno del corpo cavo 2 in una posizione neutra predefinita, corrispondente alla configurazione di riposo dello stabilizzatore 1, à ̈ identificata in figura 4 con il numero di riferimento 3 a.
L’elemento cilindrico 3 à ̈ quindi mobile rispetto al corpo cavo 2 lungo ima direzione di traslazione, identificata nelle figure con la doppia freccia 4. La direzione di traslazione 4 corrisponde all’asse longitudinale X dell’elemento cilindrico 3.
La figura 1 rappresenta una coppia di stabilizzatori 1 ciascuno dei quali à ̈ associato ad un relativo braccio inferiore B. Come si può facilmente notare, il funzionamento degli stabilizzatori 1 à ̈ complementare, ovvero quando uno lavora a compressione l’altro lavora a trazione.
Secondo il trovato, lo stabilizzatore 1 comprende anche almeno un elemento di riscontro 5 inserito mobile a tenuta all’interno del corpo cavo 2 e la cui posizione à ̈ regolabile in modo fluidodinamico per definire la posizione di fine corsa dell’ elemento cilindrico 3 lungo almeno un verso della direzione di traslazione 4. Più in particolare, in funzione della posizione dell’elemento di riscontro 5 si determina la posizione di fine corsa dell’elemento cilindrico 3 nel verso di inserimento all’ interno del corpo cavo 2. Poiché, come sopra detto, gli stabilizzatori lavorano in coppia, à ̈ facilmente intuibile come bloccando ciascuno di essi nel verso di inserimento del relativo elemento cilindrico 3 si impedisce lo spostamento di quest’ultimo in entrambi i versi.
Nella forma di realizzazione rappresentata nelle figure, l’elemento di riscontro 5 à ̈ interposto tra l’estremità chiusa 2b e l’elemento cilindrico 3 e delimita una camera di spinta 6 provvista di una luce di passaggio 7 di un fluido di lavoro.
Preferibilmente, l’elemento di riscontro 5 à ̈ conformato a bicchiere e presenta una parete di fondo 5a ed una parete laterale 5b, dove quest’ultima coopera con uno o più elementi di tenuta 8 associati alla parete interna del corpo cavo 2. Più particolarmente, la parete di fondo 5a à ̈ rivolta dalla parte dell’ estremità chiusa 2b, la camera di spinta 6 essendo interposta tra di esse, e l’elemento cilindrico 3 si inserisce all’interno della parete laterale 5b.
In uso, l’elemento di riscontro 5 à ̈ movimentabile tra almeno una posizione flottante, nella quale à ̈ allontanato dall’elemento cilindrico 3 per consentire lo spostamento di quest’ultimo rispetto al corpo cavo 2, ed almeno una posizione di bloccaggio, nella quale à ̈ disposto in prossimità dell’elemento cilindrico 3 per impedirne lo spostamento lungo la direzione di traslazione 4 verso l interno del corpo cavo 2.
In altre parole, nella posizione flottante l’elemento cilindrico 3 può muoversi lungo la direzione di traslazione 4 in entrambi i versi, mentre nella posizione di bloccaggio può muoversi solo nel verso di allontanamento dalla estremità chiusa 2b.
Nella forma di realizzazione rappresentata nelle figure, l’elemento di riscontro 5 si appoggia, nella posizione flottante, con la sua parete di fondo 5 a contro l' estremità chiusa 2b del corpo cavo 2.
Opportunamente, l’elemento di riscontro 5 à ̈ movimentabile in almeno una posizione intermedia alla posizione flottante ed alla posizione di bloccaggio.
Vantaggiosamente, lo spostamento dell’elemento di riscontro 5 tra le posizioni di lavoro sopra descritte può essere di tipo continuo o di tipo discreto.
Lo stabilizzatore 1 comprende, poi, mezzi di protezione 9 dell’elemento di riscontro 5 interposti tra il corpo cavo 2 e l’elemento cilindrico 3 in modo tale da definire una camera sostanzialmente (poiché può non essere a tenuta) chiusa 30 all’interno della quale à ̈ contenuto l’elemento di riscontro stesso.
Vantaggiosamente, i mezzi di protezione 9 comprendono almeno un elemento di protezione avente conformazione tubolare e calzato attorno all’elemento cilindrico 3.
Opportunamente, l’elemento di protezione 9 à ̈ associato solidalmente al corpo cavo 2. Più in particolare, tra il corpo cavo 2 e l’elemento di protezione 9 à ̈ interposto un primo elemento di arresto 10, atto a vincolarli reciprocamente lungo un primo verso della direzione di traslazione 4, ed almeno un secondo elemento di arresto 11, atto a vincolarli reciprocamente lungo il verso opposto della direzione di traslazione 4. H primo ed il secondo elemento di arresto 10 e 11 sono costituiti, ad esempio, rispettivamente da un anello elastico toroidale e da un anello Seeger.
L’elemento di protezione 9 ricopre sostanzialmente per intero la porzione 3 a dell’elemento cilindrico 3 inserita all’ interno del corpo cavo 2 nella posizione neutra predefinita.
Come visibile dalla figura 4, l’elemento di protezione 9 comprende una prima porzione 9a disposta in corrispondenza dell’ estremità aperta 2a ed una seconda porzione 9b che si inserisce all’interno dell’elemento di riscontro 5 e che presenta diametro inferiore rispetto alla prima porzione 9a.
Opportunamente, l’estremità 3c dell’elemento cilindrico 3 disposta all’interno del corpo cavo 2 sporge leggermente rispetto all’estremità dell’elemento di protezione 9.
La prima porzione 9a dell’elemento di protezione 9 definisce una superficie di appoggio 9c dell’elemento di riscontro 5 e, più in dettaglio, della superficie di estremità 5c della parete laterale 5b. Come visibile dalla figura 4, la superficie di estremità 5c à ̈ sostanzialmente parallela alla parete di fondo 5a.
Preferibilmente, con l’elemento di riscontro 5 in posizione flottante, la distanza tra la parete di fondo 5a e l’estremità 3c dell’elemento cilindrico 3 à ̈ inferiore alla distanza tra la superficie di estremità 5c e la superficie di appoggio 9c, in modo tale che nella posizione di bloccaggio la parete di fondo 5 a si appoggi contro l’elemento cilindrico 3.
Lo stabilizzatore 1 comprende, inoltre, mezzi di contrasto 14 dello spostamento dell’elemento cilindrico 3. Più in dettaglio, i mezzi di contrasto 14 sono atti ad esercitare una forza di richiamo sull’elemento cilindrico 3 diretta in verso contrario al suo spostamento, così da spingerlo verso la posizione neutra predefinita.
Come visibile dalla figura 4, i mezzi di contrasto 14 sono interposti tra l’elemento cilindrico 3 e l’elemento di protezione 9.
Opportunamente, i mezzi di contrasto 14 comprendono mezzi elastici 15, ad esempio costituiti da una molla elicoidale calzata attorno ad una porzione dell’elemento cilindrico 3, le cui estremità premono contro rispettivi anelli di arresto, dei quali un primo anello 16 ed un secondo anello 17, scorrevoli rispetto all’elemento cilindrico stesso.
Più in dettaglio, i mezzi di contrasto 14 comprendono anche una prima ed una seconda superficie di battuta solidali all’elemento cilindrico 3 ed atte a trascinare il primo ed il secondo anello 16 e 17 durante lo spostamento dell’elemento cilindrico stesso rispettivamente verso l’interno e verso l’esterno del corpo cavo 2. Nella forma di realizzazione rappresentata nelle figure, la prima superficie di battuta à ̈ definita da una porzione 3b dell’elemento cilindrico 3 avente diametro maggiore rispetto alla porzione 3 a e la seconda superficie di battuta à ̈ definita da un anello di sicurezza 18. Il primo ed il secondo anello 16 e 17 si muovono quindi in direzione di reciproco awicinamento/allontanamento per effetto dello spostamento dell’elemento cilindrico 3 lungo la direzione di traslazione 4.
La posizione neutra dell’elemento cilindrico 3 corrisponde quindi alla condizione nella quale gli anelli 16 e 17 si trovano alla massima distanza tra loro e la molla 15, la quale può essere opportunamente precaricata, à ̈ in condizione di riposo.
I mezzi di contrasto 14 possono inoltre comprendere anche un elemento distanziatore 19 tubolare associato al secondo anello 17.
Preferibilmente, lo stabilizzatore 1 à ̈ dimensionato in modo tale che, con l’elemento di riscontro 5 in posizione flottante, il fine corsa dell’elemento cilindrico 3 nel verso di inserimento all’interno del corpo cavo 2 à ̈ definito dall’appoggio della sua estremità 3c con la parete di fondo 5a e non dall’appoggio del primo anello 16 contro l’elemento distanziatore 19. Il contatto tra l’elemento distanziatore 19 ed il primo anello 16 definisce invece il fine corsa dell’elemento cilindrico 3 nel verso opposto, ovvero in direzione di allontanamento dal corpo cavo 2.
Vantaggiosamente, i mezzi di contrasto 14 comprendono anche un primo ed un secondo elemento di fine corsa 20 e 21 rispettivamente del primo e del secondo anello 16 e 17 lungo rispettivi versi (tra loro opposti) della direzione di traslazione 4. Come noto al tecnico del settore, il primo ed il secondo elemento di fine corsa 20 e 21 sono atti ad impedire, rispettivamente, che il primo anello 16 venga trascinato dall’elemento cilindrico 3 nel suo spostamento verso l’esterno del corpo cavo 2 e che il secondo anello 17 venga trascinato dall’elemento cilindrico 3 nel suo spostamento verso l’interno del corpo cavo 2.
L’elemento di protezione 9 supporta solidalmente il primo ed il secondo elemento di fine corsa 20 e 21. Più particolarmente, il primo ed il secondo elemento di fine corsa 20 e 21 sono costituiti da rispettivi anelli elastici toroidali inseriti all’ interno di relative sedi definite sulla superficie laterale interna dell’elemento di protezione 9, rispetto alla quale sporgono.
Vantaggiosamente, lo stabilizzatore 1 comprende anche mezzi per lo smaltimento delle impurità che si accumulano nella zona 23 interposta tra l’elemento di protezione 9 e l’elemento cilindrico 3. Tali impurità possono ad esempio depositarsi sulla superficie esterna dell’elemento cilindrico 3 quando quest’ultimo si sposta verso l’esterno del corpo cavo 2 e vengono poi portate all’ interno della suddetta zona 23 a seguito del suo ritorno nella posizione neutra.
I mezzi per lo smaltimento comprendono almeno un primo foro 22a passante, definito sull’elemento di protezione 9 e comunicante da una parte con la zona 23 e dall’altra con la camera 30, ed un secondo foro 22b passante, definito sul corpo cavo 2 e comunicante da una parte con la camera 30 e dall’altra con l’esterno. Preferibilmente, i mezzi per lo smaltimento comprendono una pluralità di primi fori 22a disposti lungo una circonferenza dell’elemento di protezione 9 e distanziati tra loro. Le impurità che si accumulano nella zona 23 vengono quindi smaltite verso l’esterno passando in successione attraverso il primo ed il secondo foro 22a e 22b.
L’elemento cilindrico 3 presenta anche un foro filettato 24, rivolto verso l’esterno, in cui viene impegnato mediante avvitamento lo stelo 25 che termina all’estremità con un organo di connessione al braccio inferiore di un attacco a tre punti. L’elemento cilindrico 3 à ̈ inoltre mobile in rotazione attorno al suo asse longitudinale X rispetto al corpo cavo 2. Ruotando l’elemento cilindrico 3 rispetto al corpo cavo 2 à ̈ quindi possibile regolare la posizione dello stelo 25 rispetto all’elemento cilindrico 3 e, quindi, la lunghezza dello stabilizzatore 1.
Opportunamente, lo stabilizzatore 1 comprende mezzi antirotazione 26 atti ad impedire l’accidentale rotazione, in uso, dell’elemento cilindrico 3 attorno all’asse X.
I mezzi antirotazione 26 comprendono almeno una leva 27 associata all’elemento cilindrico 3 e mezzi di bloccaggio 28 associati alla superficie esterna del corpo cavo 2 ed atti ad impedire la rotazione della leva 27 attorno all’asse longitudinale dell’elemento cilindrico 3.
Più in dettaglio, la leva 27 à ̈ incernierata ad un’appendice 29 che si proietta radialmente verso l’esterno dall’elemento cilindrico 3 ed à ̈ mobile tra una configurazione di lavoro, nella quale à ̈ bloccata in rotazione dai mezzi di bloccaggio 28 (i quali consentono comunque lo spostamento dell’elemento cilindrico stesso lungo la direzione di traslazione 4) ed una configurazione di rotazione, nella quale à ̈ svincolata dai mezzi di bloccaggio 28 per consentire la rotazione dell’elemento cilindrico 3 attorno al proprio asse X. Preferibilmente, i mezzi di bloccaggio 28 comprendono almeno una coppia di pareti di bloccaggio disposte da parti opposte della leva 27, con quest’ultima in posizione di lavoro. Questa particolare conformazione dei mezzi di bloccaggio 28 consente di evitare che la leva 27, generalmente costituita da un filo metallico o simile ripiegato su se stesso, si allarghi a seguito del contatto con le pareti di bloccaggio stesse.
Il funzionamento del presente trovato à ̈ il seguente.
In base alle particolari esigenze di lavoro si provvede a regolare in modo fluidodinamico la posizione dell’elemento di riscontro 5 all’ interno della camera 30. La regolazione della posizione dell’elemento di riscontro 5 può ad esempio essere effettuata mediante un circuito fluidodinamico (non facente parte della presente invenzione) collegabile alla luce di passaggio 7 e ad un sensore atto a rilevare il sollevamento del braccio inferiore B dell’attacco a tra punti. Il circuito fluidodinamico à ̈ quindi atto a collegare la luce di passaggio 7 con una linea di alimentazione di un fluido di lavoro in pressione o con una linea di scarico.
Nel caso in cui l’elemento di riscontro 5 à ̈ disposto in posizione flottante, ovvero con la parete di fondo 5a in appoggio contro l' estremità chiusa 2b, l’elemento cilindrico 3 à ̈ libero di muoversi in entrambi i versi della direzione di traslazione 4.
In questa condizione di lavoro, l’elemento cilindrico 3 si sposta quindi verso l’interno o verso l' esterno del corpo cavo 2 a seconda della forza che agisce sullo stelo 25.
Durante lo spostamento dell’elemento cilindrico 3 lungo la direzione di traslazione 4, gli anelli 16 e 17 si muovono in direzione di reciproco avvicinamento o allontanamento traslando rispetto all’elemento di protezione 9.
Più particolarmente, quando l’elemento cilindrico 3 si sposta dalla posizione neutra verso l’estremità chiusa 2b, lo spallamento definito dalla porzione 3b dell’elemento cilindrico 3 trascina in traslazione il primo anello 16, mentre il secondo anello 17 rimane fermo per effetto dell’appoggio contro il secondo elemento di fine corsa 21. Come sopra anticipato, il fine corsa dell’elemento cilindrico 3 in direzione di avvicinamento all’ estremità chiusa 2b può essere definito dall’appoggio del primo anello 16 contro l’elemento distanziatore 19 o, preferibilmente, dall’appoggio dell’estremità 3c contro la parete di fondo 5 a.
Durante la fase di ritorno verso la posizione neutra, il primo anello 16 si allontana dal secondo anello 17, scorrendo rispetto all’ elemento cilindrico 3 ed all’elemento di protezione 9, per effetto della spinta della molla 15. Analogamente, quando l’elemento cilindrico 3 si muove in allontanamento dall’estremità chiusa 2b, l’anello di sicurezza 18 trascina in traslazione il secondo anello 17, mentre il primo anello 16 rimane fermo per effetto dell’appoggio con il primo elemento di fine corsa 20. In questo caso, il fine corsa dell’elemento cilindrico 3 à ̈ definito dall’appoggio dell’elemento distanziatore 19 con il primo anello 16.
Durante la fase di ritorno verso la posizione neutra, il secondo anello 17 si allontana dal primo anello 16, scorrendo rispetto all’elemento cilindrico 3 ed all’elemento di protezione 9, per effetto della spinta della molla 15.
Nel corso del funzionamento dello stabilizzatore 1, l’elemento di protezione 9 rimane fermo rispetto al corpo cavo 2, evitando così che la parete laterale 5b, la quale coopera con gli elementi di tenuta 8 per assicurare la tenuta della camera di spinta 6, risulti direttamente accessibile dall’esterno. L’elemento di riscontro 5 risulta quindi completamente contenuto all’interno della camera 30 sia nella posizione flottante che nella posizione di bloccaggio.
Modificando la posizione dell’ elemento di riscontro 5 all’ interno della camera 30 si modifica di conseguenza la posizione di fine corsa dell’elemento cilindrico 3 nel verso di inserimento all'interno del corpo cavo 2, mentre lo spostamento dell’elemento cilindrico stesso nel verso opposto rimane invariato.
In particolare, nel momento in cui l’elemento di riscontro 5 viene portato nella posizione di bloccaggio, viene inibito lo spostamento dell’elemento di riscontro 3 verso l’interno del corpo cavo 2.
Quando l’elemento cilindrico 3 à ̈ in posizione estratta rispetto al corpo cavo 2, almeno un tratto della sua porzione 3a risulta accessibile dall’esterno, per cui eventuali impurità e detriti possono depositarsi su di esso ed essere così portati alPintemo della zona 23 a seguito del ritorno dell’elemento cilindrico 3 in posizione neutra.
In tal caso, i fori 22a e 22b consentono alle impurità od ai detriti che si raccolgono nella zona 23 di fuoriuscire all’esterno così da garantire il corretto funzionamento nel tempo dello stabilizzatore 1.
In uso, la leva 27 viene portata nella configurazione di lavoro in modo tale da impedire, attraverso il contatto con le pareti di bloccaggio 28, la rotazione dell’elemento cilindrico 3 rispetto al corpo cavo 2.
Qualora, invece, si voglia modificare la lunghezza dello stabilizzatore 1, si provvede a portare la leva 27 nella configurazione di rotazione così da poter ruotare l’elemento cilindrico 3 attorno all’asse X modificando di conseguenza la posizione dello stelo 25 alPintemo del foro 24.
Si à ̈ in pratica constatato come il trovato descritto raggiunga gli scopi proposti e in particolare si sottolinea il fatto che lo stabilizzatore secondo il trovato risulta essere di sicuro funzionamento, in quanto la presenza dell’ elemento di protezione permette di evitare che la superficie esterna dell’elemento di riscontro possa subire urti o danneggiamenti durante le fasi di lavoro.
In particolare, proteggendo la superficie esterna dell’elemento di riscontro viene assicurata la tenuta con il corpo cavo.
Ancora, la presenza dei mezzi per lo smaltimento delle impurità consente di garantire il corretto e pronto funzionamento dello stabilizzatore anche in condizioni di lavoro particolarmente gravose.
Non ultimo, la conformazione della piastra di bloccaggio consente di evitare che la leva di rotazione si possa distaccare dall’elemento cilindrico a seguito del intervento dei mezzi antirotazione.

Claims (13)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Stabilizzatore (1) laterale per macchine agricole comprendente un corpo cavo (2) aperto ad un’estremità (2a) e chiuso aH’estremità opposta (2b) che à ̈ associabile alla struttura di una macchina agricola, un elemento cilindrico (3) inserito scorrevolmente all’ interno di detto corpo cavo (2) lungo una direzione di traslazione (4) ed associabile al braccio inferiore (B) di un attacco a tre punti, almeno un elemento di riscontro (5) inserito mobile a tenuta alPintemo di detto corpo cavo (2) e la cui posizione à ̈ registrabile fluidodinamicamente per regolare la posizione di fine corsa di detto elemento cilindrico (3) lungo almeno un verso di detta direzione di traslazione (4), caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di protezione (9) di detto elemento di riscontro (5) interposti tra detto corpo cavo (2) e detto elemento cilindrico (3) in modo tale da definire una camera (30) sostanzialmente chiusa alPintemo della quale à ̈ contenuto l’elemento di riscontro stesso.
  2. 2) Stabilizzatore (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di protezione (9) comprendono almeno un elemento di protezione avente conformazione tubolare e calzato attorno a detto elemento cilindrico (3).
  3. 3) Stabilizzatore (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto elemento di protezione (9) Ã ̈ associato solidalmente a detto corpo cavo (2).
  4. 4) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di riscontro (5) à ̈ interposto tra detto corpo cavo (2) e detto elemento cilindrico (3) ed à ̈ conformato sostanzialmente a bicchiere e dal fatto che detto elemento di protezione (9) presenta una prima porzione (9a) disposta in corrispondenza dell’estremità aperta (2a) del corpo cavo (2) ed almeno una seconda porzione (9b) inserita aH’intemo di detto elemento di riscontro (5), detta prima porzione (9a) avendo diametro maggiore di detta seconda porzione (9b).
  5. 5) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta prima porzione (9a) definisce una superficie di appoggio (9c) di detto elemento di riscontro (5).
  6. 6) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di contrasto (14) dello spostamento di detto elemento cilindrico (3) rispetto a detto corpo cavo (2) i quali sono interposti tra detto elemento di protezione (9) e l’elemento cilindrico stesso.
  7. 7) Stabilizzatore (1) secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di contrasto (14) comprendono mezzi elastici (15) le cui estremità premono contro rispettivi anelli di arresto (16, 17), detto elemento di protezione (9) supportando solidalmente un primo elemento di fine corsa (20) dello spostamento di uno di detti anelli di arresto (16, 17) lungo un verso della direzione di traslazione (4) ed un secondo elemento di fine corsa (21) dell’altro di detti anelli di arresto (17, 16) lungo il verso opposto.
  8. 8) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di protezione (9) riveste sostanzialmente per intero la porzione (3a) di detto elemento cilindrico (3) contenuta all’ interno di detto corpo cavo (2) in posizione neutra.
  9. 9) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi per lo smaltimento (22) delle impurità che si accumulano nella zona (23) interposta tra detto elemento di protezione (9) e detto elemento cilindrico (3).
  10. 10) Stabilizzatore (1) secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detti mezzi per lo smaltimento (22) comprendono almeno un primo foro (22a) passante, definito su detto elemento di protezione (9) e comunicante con detta camera (30) chiusa, ed almeno un secondo foro (22b) passante, definito su detto corpo cavo (2) e comunicante anch’esso con la camera (30) chiusa.
  11. 11) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di riscontro (5) à ̈ movimentabile tra almeno una posizione flottante, nella quale à ̈ allontanato da detto elemento cilindrico (3) per consentire lo spostamento di quest’ultimo rispetto a detto corpo cavo (2), ed una posizione di bloccaggio, nella quale à ̈ disposto in prossimità di detto elemento cilindrico (3) per impedirne lo spostamento rispetto al corpo cavo (2).
  12. 12) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che, con detto elemento di riscontro (5) in posizione flottante, la distanza tra la superficie di estremità (5c) della parete laterale (5b) dell’ elemento di riscontro stesso e la superficie di appoggio (9c) definita da detto elemento di protezione (9) à ̈ maggiore della distanza tra l' estremità (3c) di detto elemento cilindrico (3) e la parete di fondo (5a) di detto elemento di riscontro (5).
  13. 13) Stabilizzatore (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento cilindrico (3) à ̈ ruotatale rispetto a detto corpo cavo (2) attorno al suo asse longitudinale (X) e dal fatto di comprendere mezzi antirotazione (26) dell’elemento cilindrico (3) stesso che comprendono almeno una leva (27) collegata a detto elemento cilindrico (3) e mezzi di bloccaggio associati a detto corpo cavo (2) ed atti ad impedire la rotazione di detta leva (27) rispetto a detto asse longitudinale (X), detti mezzi di bloccaggio comprendendo una coppia di pareti di bloccaggio (28) disposte da parti opposte della leva stessa.
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