ITMO20130020U1 - Apparato per raffreddare prodotti alimentari fluidi cotti - Google Patents

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ITMO20130020U1
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cooling
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heat exchanger
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Alberto Nobili
Gianluigi Paris
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Nilma S P A
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Description

Descrizione di modello di utilità
Apparato per raffreddare prodotti alimentari fluidi cotti
Il presente modello di utilità concerne un apparato per raffreddare prodotti alimentari fluidi cotti, in particolare prodotti alimentari fluidi preparati e cotti in grandi pentole o bacinelle di cottura, quali quelle usate nei centri di produzione pasti e, più in generale, nell’ industria alimentare.
Nel campo della ristorazione collettiva, sono noti e ampiamente diffusi i centri di produzione pasti, ossia le strutture in cui vengono preparati i pasti destinati ad essere successivamente distribuiti e consumati nelle mense per ristorazione collettiva.
Nei centri di produzione pasti, le procedure da seguire per raffreddare i prodotti alimentari cotti sono regolate da normative sostanzialmente rigide.
Ad esempio, in base al Regolamento della Comunità Europea n. 852/2004 (nonché in base alle linee guida per l’applicazione del Regolamento, che sono ispirate ai principi del “Codex Alimentarius” CAC/RCP 1-1996 Rev. 4-2003 e forniscono indicazioni per l’attuazione del sistema di autocontrollo HACCP), se i prodotti alimentari cotti devono essere conservati o serviti a bassa temperatura, è necessario raffreddare i suddetti prodotti, nel modo più rapido possibile, ad una temperatura che non provochi rischi per la salute del consumatore e il raffreddamento deve essere effettuato al termine del trattamento termico. Altre normative nazionali stabiliscono specifiche temperature per il raffreddamento e la conservazione dei prodotti alimentari cotti.
Ad esempio, in Italia, il D.P.R. n. 327 del 26/03/1980 stabilisce che i prodotti alimentari cotti, da consumarsi freddi, siano conservati a temperatura non superiore a 10°C.
Sempre in Italia, il Regolamento Locale di Igiene della Regione Lombardia stabilisce che i centri di produzione pasti devono essere provvisti di un idoneo sistema per raffreddare i prodotti alimentari cotti (ivi prodotti) in modo da raggiungere in un tempo di 3 ore una temperatura di 8°C nel cuore del prodotto, nonché di apparecchiature dotate di termoregistratori per conservare i suddetti prodotti alimentari cotti ad una temperatura di 2°C nel caso di uso del legame refrigerato. Per “legame refrigerato” si intende una procedura di preparazione e trasporto di pasti completi, o di componenti di pasto, confezionati in porzioni multiple e da conservare a temperatura di refrigerazione, ossia tra 0°C e 10°C.
Conseguentemente, sono state proposte e adottate svariate procedure, implicanti l’uso di specifici dispositivi e apparati, per raffreddare i prodotti alimentari fluidi preparati e cotti nelle pentole di cottura usate nei centri di produzione pasti e neirindustria alimentare. E’ nota una procedura in cui il prodotto alimentare fluido cotto viene travasato con un mestolo dalla pentola di cottura ad una pluralità di contenitori gastronomi, dove per “contenitore gastronomi” si intende un contenitore avente dimensioni conformi alla norma EN 631 elaborata dal CEN ( Comité Européen de Normalisation).
I contenitori gastronomi, movimentati tramite carrelli, vengono poi inseriti in abbattiteli di temperatura di tipo noto, ossia in dispositivi in grado di abbassare rapidamente la temperatura dei prodotti alimentari fluidi cotti, preliminarmente alla loro conservazione in frigorifero. In alternativa al travaso manuale (tramite mestolo) è possibile usare una pompa per travasare il prodotto alimentare fluido dalla pentola ai contenitori gastronomi.
La procedura sopra descritta presenta significativi inconvenienti, ossia il rischio di pericolose contaminazioni (ad esempio microbiche) quando il prodotto alimentare viene travasato nei contenitori gastronomi, nonché il rischio di ustioni da caldo per gli operatori che travasano i prodotti alimentari fluidi cotti e/o movimentano contenitori e carrelli.
Secondo un’altra procedura nota, vengono usati ghiaccio d’acqua, ghiaccio secco (CO2allo stato solido) oppure azoto liquido per abbassare la temperatura del prodotto alimentare fluido cotto.
Il ghiaccio secco e il ghiaccio d’acqua possono essere erogati direttamente nel prodotto alimentare fluido cotto da raffreddare, miscelando quest’ultimo tramite un dispositivo agitatore per migliorare l’efficienza della procedura di raffreddamento.
Un inconveniente connesso all’uso del ghiaccio d'acqua è che quest’ultimo incrementa la percentuale di acqua presente nel prodotto alimentare fluido cotto (ossia diluisce il prodotto alimentare), alterandone quindi le proprietà.
Un inconveniente connesso all’uso del ghiaccio secco è che quest’ultimo sublima e modifica significativamente la composizione dell’aria nell’area di lavoro in cui si trova l’operatore addetto alla procedura di raffreddamento. Pertanto è necessario rimuovere la CO2dall’area di lavoro tramite un efficiente impianto di aspirazione, per evitare che la concentrazione percentuale di ossigeno (nell’area di lavoro) scenda a valori tali da provocare lo svenimento dell'operatore.
Se nella procedura di raffreddamento si usa azoto liquido, quest’ultimo - una volta erogato - bagna unicamente la superficie del prodotto alimentare fluido cotto. Pertanto, per raffreddare il prodotto alimentare in modo idoneo è necessario consumare elevate quantità di azoto liquido, il che rende la procedura significativamente costosa.
Un altro significativo inconveniente connesso all’uso dell’azoto liquido consiste nel rischio che gli operatori (che movimentano contenitori e carrelli) subiscano ustioni da freddo, ossia ustioni dovute al contatto accidentale con l’azoto liquido (che è liquido a temperature comprese fra -173°C e -196°C).
Più in generale, un inconveniente comune alle procedure basate sull’uso di ghiaccio d’acqua, ghiaccio secco o azoto liquido consiste nel costo elevato dei mezzi di raffreddamento usati.
Infatti, occorrono specifici apparati per stoccare ed erogare il prodotto refrigerante (ghiaccio d’acqua, ghiaccio secco o azoto liquido). Inoltre, il prodotto refrigerante non è riutilizzabile - in quanto è erogato in modalità “a perdere” - e ciò incrementa ulteriormente il costo dei suddetti metodi.
Secondo un’altra procedura nota, il prodotto alimentare viene travasato tramite una pompa dalla pentola di cottura ad una pentola di raffreddamento dedicata. Anche questa procedura presenta tuttavia vari inconvenienti.
Innanzitutto, occorre allestire un impianto comprendente sia la pentola di cottura che la pentola di raffreddamento, il che raddoppia sostanzialmente i costi d’impianto.
Inoltre, occorre sanificare - ossia lavare e disinfettare - sia la pentola di cottura che la pentola di raffreddamento, il che incrementa significativamente le ore lavorative, e quindi i costi, per la manutenzione dell’impianto.
Un’altra procedura nota è usata per le pentole o bacinelle di cottura a riscaldamento indiretto, ossia per le pentole provviste di un’intercapedine in cui viene fatto circolare vapore per la cottura. Secondo questa procedura, una volta completata la cottura del prodotto alimentare, un idoneo fluido refrigerante (liquido) viene fatto circolare nell’ intercapedine della pentola.
Un inconveniente della suddetta procedura consiste nel fatto che il prodotto alimentare cotto può essere raffreddato in modo ottimale solo dopo che il fluido refrigerante ha scambiato calore con tutte le superfici (della pentola) entrate in contatto con il vapore durante la fase di cottura. Di conseguenza, è necessario far circolare il fluido refrigerante nell’intercapedine per un tempo prolungato, con conseguente incremento dei tempi di lavoro.
Un altro inconveniente è connesso alla pressione di esercizio dell’ intercapedine delle pentole di cottura note. Poiché la suddetta pressione è spesso inferiore a 1 bar, non è possibile ottenere una portata (del fluido refrigerante) sufficiente per raggiungere una desiderata velocità di raffreddamento.
Secondo un’ulteriore procedura nota, usata per le pentole di cottura a riscaldamento indiretto, il fluido refrigerante viene fatto circolare sia nell’intercapedine che all’intemo di un dispositivo miscelatore, montato in corrispondenza dell’asse verticale della pentola. In questo modo, tuttavia, lo scambio termico è solo parzialmente migliorato. Inoltre, il suddetto dispositivo miscelatore refrigerato non può essere rimosso dalla pentola ed è quindi difficile da pulire e sanificare.
Uno scopo del trovato è migliorare gli apparati per raffreddare i prodotti alimentari fluidi preparati e cotti nelle pentole o bacinelle di cottura usate nei centri di produzione pasti e, più in generale, nell’industria alimentare.
Un altro scopo è fornire un apparato per raffreddare i prodotti alimentari fluidi preparati e cotti nelle pentole o bacinelle di cottura, che consenta di evitare sia la necessità di travasare i suddetti prodotti in contenitori temporanei o in pentole di raffreddamento, sia i rischi di ustioni da caldo o da freddo per gli operatori, sia il rischio che i suddetti prodotti vengano contaminati durante il travaso.
Un ulteriore scopo è fornire un apparato che consenta di raffreddare i prodotti alimentari fluidi preparati e cotti nelle pentole o bacinelle di cottura senza richiedere un eccessivo dispendio di tempo e/o denaro.
Uno scopo ancora ulteriore è fornire un apparato di raffreddamento che possa essere utilizzato con le pentole o bacinelle di cottura note, senza richiedere particolari predisposizioni o modifiche di queste ultime.
Secondo il trovato, è previsto un apparato per raffreddare un prodotto alimentare fluido, come definito nella rivendicazione 1.
Grazie al trovato, viene reso disponibile un apparato di raffreddamento tramite il quale è possibile raffreddare i prodotti alimentari fluidi direttamente nelle rispettive pentole di cottura ed evitare, al contempo, rischi per la salute degli operatori, rischi di contaminazione per i prodotti alimentari, eccessivi costi d’impianto e di manutenzione.
Infatti, grazie all’apparato secondo il trovato, non è più necessario travasare i prodotti alimentari cotti in contenitori gastronomi e collocare questi ultimi al di abbattitori di temperatura. In questo modo, è possibile evitare sia il rischio di ustioni da caldo per gli operatori, sia il rischio che i prodotti alimentari vengano accidentalmente contaminati durante il travaso nei contenitori gastronomi.
Inoltre, è possibile evitare l’uso di prodotti refrigeranti - quali ghiaccio d’acqua, ghiaccio secco o azoto liquido - da erogare direttamente nel prodotto alimentare fluido cotto, il che consente di evitare i corrispondenti inconvenienti (indesiderata diluizione del prodotto alimentare cotto, rischio di ustioni da freddo, impossibilità di riutilizzare il prodotto refrigerante erogato, necessità di usare un efficiente impianto di aspirazione nell’area di lavoro, ecc.).
E’ inoltre possibile evitare l’uso di pentole di raffreddamento dedicate, riducendo così sia i costi d’impianto che le ore lavorative richieste per la manutenzione dell’impianto.
Infine, l’apparato secondo il trovato può essere usato anche per raffreddare i prodotti alimentari fluidi che vengono preparati e cotti in pentole o bacinelle di cottura a riscaldamento indiretto. In questo modo, per raffreddare il prodotto alimentare cotto non è più necessario raffreddare preliminarmente le pareti delle intercapedini o, in alternativa, equipaggiare le pentole con dispositivi miscelatori refrigerati, difficili da pulire e sanificare.
Le caratteristiche dell’apparato secondo il trovato potranno essere meglio comprese e attuate con riferimento agli allegati disegni che ne illustrano una forma esemplificativa e non limitativa di attuazione, in cui:
Figura 1 è una vista schematica prospettica mostrante un apparato secondo il trovato;
Figura 2 è una vista schematica prospettica mostrante la struttura interna dell’apparato di Figura 1;
Figura 3 è una vista schematica prospettica dall’alto, interrotta e incompleta, mostrante dettagli della struttura interna dell’apparato di Figura 1;
Figura 4 è una vista schematica prospettica, parzialmente sezionata, mostrante l’apparato di Figura 1 in una fase di funzionamento;
Figura 5 è una vista schematica prospettica, parzialmente sezionata, mostrante l’apparato di Figura 1 in una ulteriore fase di funzionamento;
Figura 6 è una vista schematica prospettica mostrante una versione dei mezzi scambiatori di calore compresi nell’apparato secondo il trovato;
Figura 7 è una vista schematica prospettica mostrante un’altra versione dei mezzi scambiatori di calore compresi nell’apparato secondo il trovato;
Figura 8 è una vista schematica prospettica mostrante una ulteriore versione dei mezzi scambiatori di calore compresi nell’apparato secondo il trovato;
Figura 9 è una vista schematica prospettica mostrante una versione ancora ulteriore dei mezzi scambiatori di calore compresi nell’apparato secondo il trovato.
Nel seguito, sia nella descrizione che nelle rivendicazioni, il termine “prodotto alimentare cotto” è da considerare come un sinonimo del termine “cibo cotto” e quindi del tutto equivalente a quest’ultimo. Analogamente, il termine “prodotto alimentare fluido cotto” è da considerare un sinonimo del termine “cibo fluido cotto”, e quindi del tutto equivalente a quest’ultimo. Per “prodotto alimentare fluido cotto”, o “cibo fluido cotto”, si intende un prodotto alimentare cotto realizzato in forma liquida o semiliquida, quale ad esempio un sugo o una zuppa. Per “contenitore di cottura” si intende una pentola di cottura, una bacinella di cottura o una vasca di cottura.
Le Figure 1, 2, 3, 4 e 5 mostrano un apparato 1 per raffreddare un prodotto alimentare fluido cotto 40 (Figura 4), contenuto in un contenitore di cottura 50, ad esempio una pentola, di tipo noto (Figura 4; Figura 5). Il prodotto alimentare fluido cotto 40 è un prodotto liquido o semiliquido, quale ad esempio un sugo o una zuppa. Il contenitore di cottura 50 può avere una capacità nominale compresa fra 100 litri e 1000 litri.
L’apparato 1, realizzato in acciaio inox oppure in un altro idoneo materiale resistente all’uso e agevolmente sanificatale, comprende un corpo 2, in cui sono definite una base 3 ed una porzione superiore 4. La base 3 corrisponde alla porzione del corpo 2 che, in uso, è rivolta verso il basso, ossia verso una superficie di appoggio (non raffigurata) - ad esempio il pavimento di un locale di lavorazione - su cui è posizionato l’apparato 1. La porzione superiore 4 corrisponde alla porzione del corpo 2 che, in uso, è rivolta verso l’alto, ossia in una direzione opposta alla base 3.
H corpo 2, sostanzialmente sagomato a forma di parallelepipedo, è definito complessivamente da un telaio di supporto 5 e da un involucro 7. Il telaio di supporto 5 è definito da una pluralità di elementi profilati 6, reciprocamente collegati tramite saldatura e/o idonei mezzi di fissaggio meccanico (ad esempio, bulloni). L’involucro 7 comprende una pluralità di pannelli 8, ciascuno dei quali è sostanzialmente sagomato a forma di quadrilatero e montato sul telaio di supporto 5.
corpo 2 dell’apparato 1 è movimentabile orizzontalmente - ossia sulla sottostante superficie di appoggio - tramite mezzi posizionatoli 9, comprendenti una pluralità di ruote 10 montate su una faccia inferiore (non raffigurata) della base 3.
Nella versione dell’apparato 1 mostrata nelle Figure 1, 2, 3, 4 e 5 i mezzi posizionatoli 9 comprendono quattro ruote 10, montate sulla faccia inferiore della base 3 in prossimità dei quattro spigoli di quest’ultima. Le ruote 10 possono essere del tipo c.d. “piroettante”, ossia ruote girevoli sia intorno ad un asse orizzontale che intorno ad un asse verticale. In versioni non raffigurate, i mezzi posizionatoli 9 possono comprendere un numero di ruote 10 inferiore a quattro (e preferibilmente pari a tre) oppure superiore a quattro.
Per agevolare la movimentazione orizzontale dell’apparato 1, quest’ultimo è provvisto di una coppia di maniglie 2a, impugnabili da un operatore. Le maniglie 2a sono disposte in modo verticale sul corpo 2 e fissate su corrispondenti elementi profilati 6 del telaio di supporto 5. In versioni non raffigurate, le maniglie 2a sono fissate agli elementi profilati 6 del telaio di supporto 5 in modo tale da essere disposte in modo orizzontale sul corpo 2. L’apparato 1 è provvisto di mezzi di raffreddamento 11, comprendenti un’unità di raffreddamento 12 e atti a raffreddare il prodotto alimentare fluido cotto 40 direttamente nel contenitore di cottura 50.
Nell’unità di raffreddamento 12 è compresa una pluralità di dispositivi, complessivamente atti a far circolare nei mezzi di raffreddamento 11 uno o più fluidi refrigeranti (liquidi o gassosi), nonché a modificare idoneamente la temperatura di questi ultimi, al fine di raffreddare il prodotto alimentare fluido cotto 40 direttamente all’ interno del contenitore di cottura 50.
L’unità di raffreddamento 12 comprende un compressore 13, un condensatore 14, mezzi di espansione del fluido refrigerante (non raffigurati), mezzi scambiatori di calore 15, un serbatoio 30 (di fluido refrigerante liquido), uno scambiatore termico a piastre 31, mezzi di movimentazione 16 (disposti per movimentare i mezzi scambiatori di calore 15, ossia per consentire ai mezzi scambiatori di calore 15 di essere alternativamente immersi in, o estratti dal, prodotto alimentare fluido cotto 40 contenuto nel contenitore di cottura 50), mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17 e un’unità di controllo 18.
Ad eccezione dei mezzi scambiatori di calore 15 e dei mezzi di movimentazione 16, in versioni non raffigurate dell’unità di raffreddamento 12 uno o più degli elementi sopra elencati possono essere assenti (ossia, non sono compresi all’intemo dell’apparato 1 ma sono collegati all’unità di raffreddamento 12 dall’esterno), oppure possono essere sostituiti da dispositivi funzionalmente analoghi.
L’unità di raffreddamento 12 è posizionata in parte (compressore 13, condensatore 14, mezzi di espansione del fluido refrigerante, serbatoio 30, scambiatore termico a piastre 31, unità di controllo 18) internamente al corpo 2 e in parte (mezzi scambiatori di calore 15, mezzi di movimentazione 16) all’esterno del corpo 2.
L’unità di raffreddamento 12 può avere una potenza variabile da 10 kW a 100 kW, a seconda della capacità nominale del contenitore di cottura 50 contenente il prodotto alimentare fluido cotto 40.
Il compressore 13, di tipo noto, è fissato a una faccia interna 3a della base 3 ed è provvisto di un motore (non raffigurato) avente una potenza compresa fra 3 kW e 50 kW.
Il compressore 13 può essere un compressore alternativo o un compressore rotativo. Se di tipo alternativo, il compressore 13 può essere un compressore ermetico, semi-ermetico o aperto. Se di tipo rotativo, il compressore 13 può essere un compressore a lame, un compressore c.d. “scroll”, un compressore a vite, un compressore centrifugo.
Il condensatore 14, ad esempio un condensatore ad alette di tipo noto, è montato sulla faccia interna 3a in posizione opposta al compressore 13 ed è provvisto di una coppia di ventilatori motorizzati 14a (solo uno dei quali è mostrato in Figura 3).
Il serbatoio 30 contiene un volume di fluido refrigerante liquido compreso fra 30 e 100 litri (in base alla potenza del compressore 13) ed è montato sulla faccia interna 3a, in una posizione adiacente al compressore 13. Nel serbatoio 30 sono installate una prima pompa sommersa ed una seconda pompa sommersa (non raffigurate), ambedue di tipo autoadescante. Come fluido refrigerante liquido può essere utilizzato glicole (etilenico o polietilenico) miscelato con acqua. Nella miscela di acqua e glicole la percentuale di glicole può variare, ad esempio, dal 5 al 50% .
Lo scambiatore termico a piastre 31, di tipo noto, è montato sulla faccia interna 3 a, in una posizione intermedia tra il compressore 13 e il serbatoio 30.
I mezzi di espansione del fluido refrigerante sono interposti tra il condensatore 14 e lo scambiatore termico a piastre 31. Ad esempio, i mezzi di espansione del fluido refrigerante possono comprendere una valvola di laminazione di tipo noto.
L’unità di controllo 18 è montata sul telaio di supporto 5, in prossimità della porzione superiore 4 e superiormente al compressore 13. L’unità di controllo 18 comprende un pannello di controllo 18a, rivolto verso l’esterno del corpo 2 e contenente i vari dispositivi - ossia interruttori, pulsanti, spie luminose, termostati e/o eventuali controllori logici programmabili (PLC) - necessari per controllare il funzionamento dei mezzi di raffreddamento 11 e, in particolare, per azionare il compressore 13 e i mezzi di movimentazione 16.
I mezzi scambiatori di calore 15 comprendono un elemento raffreddante 19, realizzato usando un tubo in acciaio inox (oppure in un altro idoneo materiale) avente una sezione trasversale circolare e un diametro compreso fra 10 mm e 100 mm. L’elemento raffreddante 19, come sarà spiegato con maggior dettaglio nel seguito, è disposto per essere immerso nel prodotto alimentare fluido cotto 40 (contenuto nel contenitore di cottura 50) ed essere attraversato da un idoneo fluido refrigerante liquido in pressione (ossia, il fluido refrigerante liquido contenuto nel serbatoio 30).
Il tubo formante l' elemento raffreddante 19 è ripiegato attorno ad un asse longitudinale (non raffigurato) in modo da formare una doppia spirale cilindrica, comprendente una spirale cilindrica interna 19a e una spirale cilindrica esterna 19b.
La spirale cilindrica interna 19a e la spirale cilindrica esterna 19b sono coassiali e poste a una distanza reciproca compresa fra 4 cm e 15 cm. Nella spirale cilindrica interna 19a e nella spirale cilindrica esterna 19b, la distanza reciproca tra due spire adiacenti è compresa fra 4 cm e 15 cm. La distanza reciproca fra la spirale cilindrica interna 19a e la spirale cilindrica esterna 19b, nonché la distanza reciproca fra le spire di ciascuna spirale cilindrica, consentono ad un operatore di lavare e disinfettare (manualmente e/o erogando getti di liquido in pressione) relemento raffreddante 19 in modo agevole e completo.
L’elemento raffreddante 19 comprende inoltre un condotto iniziale 20 e un condotto terminale 21 (raffigurato mediante linea tratteggiata). Il condotto iniziale 20 corrisponde a una porzione iniziale rettilinea della spirale cilindrica interna 19a e il condotto terminale 21 corrisponde a una porzione terminale rettilinea della spirale cilindrica esterna 19b. Il condotto iniziale 20 e il condotto terminale 21 possono essere ambedue alternativamente usati come condotto di ingresso e condotto di uscita per il fluido refrigerante liquido, a seconda del modo in cui Γ elemento raffreddante 19 viene collegato ai mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17.
I mezzi di movimentazione 16 comprendono una porzione mobile 16a e una porzione fissa 16b, reciprocamente collegate. Nell’apparato 1 assemblato, i mezzi scambiatori di calore 15 - ossia l’elemento raffreddante 19 - sono montati sulla porzione mobile 16a. Quest’ultima a sua volta interagisce con la porzione fissa 16b in modo tale da consentire all’elemento raffreddante 19 di essere movimentato, ossia di essere alternativamente immerso nel, o estratto dal, prodotto alimentare fluido cotto 40 contenuto all’ interno del contenitore di cottura 50. Quando l’apparato 1 è in uso (e il corpo 2 poggia su una sottostante superficie di appoggio), la porzione fissa 16b è disposta in modo verticale, ossia in modo sostanzialmente parallelo al corpo 2, mentre la porzione mobile 16a è disposta in modo orizzontale, ossia in modo sostanzialmente ortogonale al corpo 2. La porzione fissa 16b comprende un montante 16c (realizzato mediante elementi profilati reciprocamente assemblati), che è solidale al telaio di supporto 5 in una posizione (del corpo 2) opposta a quella in cui è fissata la coppia di maniglie 2a e si estende dalla base 3 fino a oltrepassare la porzione superiore 4 del corpo 2. Il montante 16c è cavo e al suo interno possono essere alloggiati i dispositivi meccanici e/o idraulici di tipo noto (non raffigurati) - quali ad esempio un martinetto idraulico o meccanico - atti a movimentare verticalmente la porzione mobile 16a.
La porzione mobile 16a comprende un braccio 16d (realizzato mediante elementi profilati reciprocamente assemblati), che comprende a sua volta una porzione operatrice 16e e una porzione (non raffigurata) opposta alla porzione operatrice 16e e impegnata in una guida 22. Quest’ ultima è ricavata nel montante 16c e si estende longitudinalmente, approssimativamente lungo la metà superiore del montante 16c.
Nella porzione operatrice 16e sono comprese due sedi (non raffigurate) nelle quali sono rispettivamente inseriti il condotto iniziale 20 e il condotto terminale 21 dell’elemento raffreddante 19. Le due sedi sono reciprocamente separate da una distanza pari alla distanza (nell’elemento raffreddante 19) tra il condotto iniziale 20 e il condotto terminale 21. La porzione mobile 16a - ossia il braccio 16d - può essere movimentata secondo due direzioni parallele e opposte indicate dalle frecce FI e F2 (mostrate nelle Figure 1, 2, 4, 5). Ciò è ottenuto azionando i dispositivi meccanici e/o idraulici alloggiati nel montante 16c della porzione fissa 16b. I suddetti dispositivi meccanici e/o idraulici possono essere azionati e controllati tramite pannello di controllo 18a dell’unità di controllo 18.
I mezzi convogliatori del fluido refrigerante - complessivamente indicati con il numero di riferimento 17 - comprendono una pluralità di tubi di tipo noto, sia rigidi (tubi metallici) che flessibili (tubi in materiale polimerico). I mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17 collegano reciprocamente vari elementi (ossia il compressore 13, il condensatore 14, i mezzi di espansione del fluido refrigerante, i mezzi scambiatori di calore 15, il serbatoio 30 e lo scambiatore termico a piastre 31) dell’unità di raffreddamento 12 e definiscono in quest’ultima due distinti circuiti, lungo i quali sono veicolati due idonei fluidi refrigeranti. Un primo circuito (percorso da un fluido refrigerante gassoso) comprende il compressore 13, il condensatore 14, i mezzi di espansione del fluido refrigerante e lo scambiatore termico a piastre 31.
Un secondo circuito (percorso da un fluido refrigerante liquido) comprende lo scambiatore termico a piastre 31, il serbatoio 30, le due pompe alloggiate in quest’ultimo e i mezzi scambiatori di calore 15.
Il primo e il secondo circuito (come sarà spiegato con maggior dettaglio nel seguito) entrano reciprocamente in contatto nello scambiatore termico a piastre 31.
I mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17 comprendono inoltre una coppia di tubi 17a e 17b, che sono inseriti presso le sedi del condotto iniziale 20 e del condotto terminale 21 (nella porzione operatrice 16e del braccio 16d) e fanno parte del summenzionato secondo circuito. I due tubi 17a e 17b sono realizzati in un materiale polimerico flessibile, ad esempio teflon, e consentono di convogliare il fluido refrigerante che entra nell’elemento raffreddante 19 e che fuoriesce da quest’ultimo.
Poiché l’unità di raffreddamento 12 può essere utilizzata con contenitori di cottura aventi una capacità nominale compresa fra 100 litri e 1000 litri, il raffreddamento può essere ottenuto in modo differente a seconda del volume di prodotto alimentare fluido cotto da raffreddare, ossia in base alla capacità nominale del contenitore di cottura in cui è stato preparato e cotto il prodotto alimentare fluido.
Infatti, nel caso di piccoli volumi di prodotto alimentare fluido cotto da raffreddare (contenitori di cottura aventi una capacità nominale ridotta), è sufficiente utilizzare un fluido refrigerante contenuto direttamente nell’apparato 1. Viceversa, nel caso di grandi volumi di prodotto alimentare fluido cotto da raffreddare (contenitori di cottura aventi una capacità nominale elevata), è opportuno utilizzare sia il fluido refrigerante contenuto nell’apparato 1, sia un fluido refrigerante fornito da una rete di alimentazione esterna all’apparato 1.
A scopo esemplificativo, una prima procedura di funzionamento dell’unità di raffreddamento 12 (in cui viene usato il solo fluido refrigerante contenuto nell’apparato 1) e una seconda procedura di funzionamento dell’unità di raffreddamento 12 (in cui vengono usati il fluido refrigerante contenuto nell’apparato 1 e un fluido refrigerante proveniente da una rete di alimentazione esterna) vengono sinteticamente descritte di seguito.
Nella prima procedura di funzionamento, un gas refrigerante (fluido refrigerante gassoso) di tipo noto viene compresso nel compressore 13, con conseguente incremento di pressione e temperatura, e convogliato (tramite i mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17) al condensatore 14.
Come idonei gas refrigeranti possono essere utilizzati, ad esempio, R404, R507 (miscele di idrocarburi alogenati), R600 (butano), R717 (ammoniaca). In base alla potenza dell’unità di raffreddamento 12, la quantità di gas refrigerante contenuta e utilizzata in quest’ultima varia da 5 kg a 12 kg.
Nel condensatore 14 il gas refrigerante viene raffreddato, passando dalla fase gassosa alla fase liquida. Il gas refrigerante liquefatto fuoriuscente dal condensatore 14 viene fatto passare attraverso i mezzi di espansione del fluido refrigerante (valvola di laminazione), così da subire una significativa riduzione di pressione e temperatura. Il gas refrigerante (in fase liquida e a bassa temperatura) fuoriuscente dai mezzi di espansione del fluido refrigerante viene immesso nello scambiatore termico a piastre 31. In quest’ultimo, il gas refrigerante può scambiare calore con il fluido refrigerante liquido proveniente dal serbatoio 30. Infatti, tramite la prima pompa sommersa del serbatoio 30, il fluido refrigerante liquido viene convogliato dal serbatoio 30 allo scambiatore termico a piastre 31 e quindi nuovamente al serbatoio 30. Per effetto dello scambio di calore tra il gas refrigerante e il fluido refrigerante liquido, quest’ultimo viene raffreddato.
Una volta riconvogliato al serbatoio 30, il fluido refrigerante liquido (a bassa temperatura) può essere immesso nell’elemento raffreddante 19. Infatti, tramite la seconda pompa sommersa del serbatoio 30, il fluido refrigerante liquido viene convogliato dal serbatoio 30 all’elemento raffreddante 19 e quindi nuovamente al serbatoio 30. In corrispondenza dell’elemento raffreddante 19 avviene un ulteriore scambio termico fra il prodotto alimentare fluido cotto 40, contenuto nel contenitore di cottura 50, e il fluido refrigerante liquido a bassa temperatura. All’interno dell’elemento raffreddante 19, il fluido refrigerante liquido scambia calore con il prodotto alimentare fluido cotto 40 e, assorbendo calore, viene riscaldato. Il fluido refrigerante liquido (a elevata temperatura) toma nel serbatoio 30 e, tramite la prima pompa sommersa, viene nuovamente immesso nello scambiatore termico a piastre 31. In quest’ultimo, il fluido refrigerante liquido può scambiare calore con il gas refrigerante, che viene riscaldato in modo tale da passare nuovamente in fase gassosa. Il gas refrigerante, in fase gassosa e a temperatura elevata, toma al compressore 13 (che inizia così un nuovo ciclo di raffreddamento).
Nella seconda procedura di funzionamento sono usati un fluido refrigerante liquido esterno, ossia proveniente da una rete di alimentazione esterna all’apparato 1, e un fluido refrigerante liquido interno, ossia il fluido refrigerante liquido contenuto nel serbatoio 30. Il fluido refrigerante liquido esterno può essere, ad esempio, una miscela di acqua e glicole.
Nella seconda procedura di funzionamento lo scambiatore termico a piastre 31 è direttamente collegato - tramite un’idonea tubazione (non raffigurata) - alla rete di alimentazione esterna, che produce ed eroga il fluido refrigerante. Pertanto, in questa procedura di funzionamento non vengono utilizzati il compressore 13, il condensatore 14 e i mezzi di espansione del fluido refrigerante.
Il fluido refrigerante liquido esterno (a bassa temperatura), proveniente dalla rete di alimentazione esterna, viene immesso nello scambiatore termico a piastre 31. In quest’ultimo, il fluido refrigerante liquido esterno può scambiare calore con il fluido refrigerante liquido interno che, tramite la prima pompa sommersa del serbatoio 30, viene convogliato dal serbatoio 30 allo scambiatore termico a piastre 31 e quindi nuovamente al serbatoio 30. Per effetto dello scambio di calore tra il fluido refrigerante liquido esterno e il fluido refrigerante liquido interno, quest’ultimo viene raffreddato. Una volta giunto al serbatoio 30, il fluido refrigerante liquido interno (a bassa temperatura) viene immesso, tramite la seconda pompa sommersa del serbatoio 30, nell’elemento raffreddante 19. Tramite la seconda pompa sommersa il fluido refrigerante liquido interno viene convogliato dal serbatoio 30 all’elemento raffreddante 19 e quindi nuovamente al serbatoio 30. In corrispondenza dell’elemento raffreddante 19 avviene l’ulteriore scambio termico fra il prodotto alimentare fluido cotto 40, contenuto nel contenitore di cottura 50, e il fluido refrigerante liquido interno a bassa temperatura. All’intemo dell’elemento raffreddante 19, il fluido refrigerante liquido interno scambia calore con il prodotto alimentare fluido cotto 40 e, assorbendo calore, viene riscaldato. Il fluido refrigerante liquido interno (a elevata temperatura) toma nel serbatoio 30 e, tramite la prima pompa sommersa, viene nuovamente immesso nello scambiatore termico a piastre 31. In quest’ultimo, il fluido refrigerante liquido interno può scambiare calore con il fluido refrigerante liquido esterno, che viene riscaldato. Il fluido refrigerante liquido esterno, avente temperatura elevata, toma alla rete di alimentazione esterna e, in quest’ultima, è nuovamente portato a bassa temperatura. Il fluido refrigerante liquido esterno (a bassa temperatura) viene nuovamente convogliato dalla rete di alimentazione esterna verso lo scambiatore termico a piastre 31 dell’apparato 1, così da iniziare un nuovo ciclo di raffreddamento.
In alternativa, nella seconda procedura di raffreddamento, il fluido refrigerante proveniente dalla rete di alimentazione esterna può essere un fluido refrigerante gassoso (anziché un fluido refrigerante liquido). In questo caso, il fluido refrigerante gassoso può essere compresso e riscaldato nel compressore 13, raffreddato e liquefatto nel condensatore 14, ulteriormente raffreddato nei mezzi di espansione (valvola di laminazione) dell’unità di raffreddamento 12. Una volta immesso nello scambiatore termico a piastre 31, il fluido refrigerante gassoso (in fase liquida e a bassa temperatura) può scambiare calore con il fluido refrigerante liquido (proveniente dal serbatoio 30). Dopo questo scambio di calore, la seconda procedura di raffreddamento può procedere nel modo precedentemente descritto.
Nella prima procedura di funzionamento e nella seconda procedura di funzionamento, il tubo 17a e il tubo 17b dell’unità di raffreddamento 12 possono essere alternativamente usati per introdurre il fluido refrigerante liquido nell’elemento raffreddante 19 o per allontanare il fluido refrigerante liquido dall’elemento raffreddante 19. Ad esempio, il tubo 17a può essere interposto tra l’elemento raffreddante 19 e lo scambiatore termico a piastre 31, mentre il tubo 17b può essere interposto tra l’elemento raffreddante 19 e il serbatoio 30. In questa configurazione, il tubo 17a consente di convogliare il fluido refrigerante liquido fuoriuscente dall’elemento raffreddante 19, mentre il tubo 17b consente di convogliare il fluido refrigerante liquido entrante nell’elemento raffreddante 19. E’ tuttavia possibile invertire la suddetta configurazione, utilizzando il tubo 17a per convogliare il fluido refrigerante liquido verso l’elemento raffreddante 19 e utilizzando il tubo 17b per allontanare il fluido refrigerante liquido dall’elemento raffreddante 19.
Va notato che, al fine di realizzare l’apparato secondo il trovato, la struttura e/o il funzionamento dell’unità di raffreddamento sopra descritta possono essere idoneamente adattati o variati (applicando modifiche agevolmente concepibili da una persona esperta del settore), purché siano presenti i mezzi scambiatori di calore, disposti per scambiare calore con (e conseguentemente raffreddare) un prodotto alimentare fluido cotto, contenuto in un contenitore di cottura, e i suddetti mezzi scambiatori di calore siano movimentabili in modo da essere immersi, e mantenuti temporaneamente immersi, nel suddetto prodotto alimentare fluido cotto.
In uso, l’apparato 1 può essere collocato in un locale di lavorazione, ad esempio, di un centro di produzione pasti o di un’industria alimentare.
Un operatore, tramite il pannello di controllo 18a, aziona i dispositivi meccanici e/o idraulici dei mezzi di movimentazione 16, ad esempio un martinetto (idraulico o meccanico) alloggiato nel montante 16c. In questo modo, il braccio 16d può essere movimentato secondo la direzione FI, ossia sollevato, e portato in una configurazione sollevata A (Figura 4).
Dopo aver impugnato le maniglie 2a, l’operatore può movimentare manualmente, ossia spingere, l’apparato 1 (tramite i mezzi posizionatori 9), così da portare l’apparato 1 in prossimità del contenitore di cottura 50, in una cui cavità 50a è contenuto un certo volume del prodotto alimentare fluido cotto 40 - ad esempio un sugo o una zuppa - che è stato preparato e cotto nel contenitore di cottura 50.
L’operatore posiziona l’apparato 1 (nella configurazione sollevata A) in modo tale che Γ elemento raffreddante 19 sia disposto al di sopra del contenitore di cottura 50. Quindi, l’operatore aziona il compressore 13 (oppure attiva la rete di alimentazione esterna, se è applicata la seconda procedura di funzionamento) e aziona nuovamente il martinetto alloggiato nel montante 16c.
In questo modo, il braccio 16d può essere movimentato secondo la direzione F2, ossia abbassato, e portato in una configurazione abbassata B (Figura 5). Nella configurazione abbassata B, l’elemento raffreddante 19 è completamente ricevuto nella cavità 50a del contenitore di cottura 50 ed è quindi completamente immerso nel prodotto alimentare fluido cotto 40 (che, per motivi di chiarezza, non è stato rappresentato nella Figura 5). Mantenendo Γ elemento raffreddante 19 immerso nel prodotto alimentare fluido cotto 40 per un tempo prefissato - che varia in base alla capacità nominale del contenitore di cottura 50 e alle proprietà del prodotto alimentare fluido cotto 40 ivi contenuto - è possibile ottenere un efficiente scambio termico tra il prodotto alimentare fluido cotto 40 e il fluido refrigerante liquido che circola all’intemo dell’elemento raffreddante 19. In questo modo, la temperatura del prodotto alimentare fluido cotto 40 può scendere agevolmente, e rapidamente, da circa 100 °C a 8 °C.
Va notato che il tempo necessario per raffreddare il prodotto alimentare fluido cotto 40 dipende da vari parametri fisici e termodinamici del prodotto alimentare, nonché dalla quantità di quest’ultimo. Ad esempio, 100 kg di salsa di pomodoro possono essere raffreddati in 30 minuti, mentre 200 kg di besciamella possono essere raffreddati in 60 minuti.
Lo scambio termico tra il prodotto alimentare fluido cotto 40 e il fluido refrigerante liquido che circola aH’intemo deH’elemento raffreddante 19 può essere accelerato rimescolando in modo idoneo il prodotto alimentare fluido cotto 40 all’intemo della cavità 50a.
Ciò può essere ottenuto agevolmente movimentando il braccio 16d in modo da portare quest’ultimo alternativamente e ripetutamente dalla configurazione abbassata B alla configurazione sollevata A, e viceversa.
Conseguentemente, l' elemento raffreddante 19 viene alternativamente e ripetutamente immerso nel, ed estratto dal, prodotto alimentare fluido cotto 40. In questo modo, l' elemento raffreddante 19 funge da dispositivo agitatore che, rimescolando il prodotto alimentare fluido cotto 40, accelera il raffreddamento di quest’ultimo.
In una versione non raffigurata, il braccio 16d può essere incernierato sulla porzione fissa 16b - ossia sul montante 16c - e azionato, tramite dispositivi meccanici e/o idraulici di tipo noto, in modo tale da poter essere alternativamente ruotato verso l’alto (ossia verso la porzione superiore 4 del corpo 2) o verso il basso (ossia verso la base 3 del corpo 2). Anche in questa differente configurazione dei mezzi di movimentazione 16, l’elemento raffreddante 19 può essere alternativamente, e ripetutamente, sollevato e abbassato. Pertanto, anche in questa differente configurazione dei mezzi di movimentazione 16, l’elemento raffreddante 19 può essere alternativamente e ripetutamente immerso nel, ed estratto dal, prodotto alimentare fluido cotto 40, così da rimescolare il prodotto alimentare fluido cotto 40 e accelerare il raffreddamento di quest’ultimo.
Va tuttavia notato che, per raffreddare in modo idoneo il prodotto alimentare fluido cotto 40 all’interno del contenitore di cottura 50, non è indispensabile che l’elemento raffreddante 19 sia alternativamente e ripetutamente immerso nel, ed estratto dal, prodotto alimentare fluido cotto 40. Questa procedura si può considerare come una procedura opzionale, applicabile qualora si desideri accelerare lo scambio termico tra il prodotto alimentare fluido cotto 40 e il fluido refrigerante liquido che circola all’interno dell’elemento raffreddante 19.
Dopo aver portato il prodotto alimentare fluido cotto 40 alla (bassa) temperatura desiderata, l’operatore può spegnere il compressore 13 (oppure disattivare la rete di alimentazione esterna, se è stata applicata la seconda procedura di funzionamento), portare il braccio 16d nella configurazione sollevata A e movimentare orizzontalmente l’apparato 1, così da allontanare quest’ultimo dal contenitore di cottura 50. Dopo l’uso, l’elemento raffreddante 19 può essere agevolmente sanificato, ossia lavato e disinfettato, sia manualmente sia erogando getti di liquido in pressione.
Da quanto finora descritto, i vantaggi offerti dall’apparato secondo il trovato risultano estremamente chiari.
L’apparato 1 consente di raffreddare il prodotto alimentare fluido cotto 40 direttamente nel rispettivo contenitore di cottura 50. In questo modo il prodotto alimentare fluido cotto 40 non deve essere travasato in contenitori gastronomi, il che evita sia i rischi di ustioni da caldo per gli operatori, sia il rischio che il prodotto alimentare fluido cotto 40 venga contaminati durante la sua manipolazione. Inoltre, è possibile evitare l’erogazione di fluidi refrigeranti - come ad esempio l’azoto liquido - direttamente a contatto con il prodotto fluido cotto 40, così da evitare sia il rischio che gli operatori subiscano ustioni da freddo, sia il costo elevato dei mezzi di raffreddamento. Infine, è possibile evitare l’uso di pentole di raffreddamento dedicate, riducendo così i costi d’impianto e le ore lavorative richieste per la manutenzione dell’impianto.
Va notato che, oltre all’elemento raffreddante 19 sopra descritto, i mezzi scambiatori 15 dell’unità di raffreddamento 12 possono comprendere altre versioni di elemento raffreddante. Queste versioni - mostrate nelle Figure 6-9 e descritte nel seguito - hanno forme differenti da quella dell’elemento raffreddante 19, ma possono essere usate nell’apparato 1 in modo del tutto analogo e sono provviste di uguale efficienza in uso. La Figura 6 mostra un elemento raffreddante 119, realizzato usando un tubo in acciaio inox (oppure in un altro idoneo materiale) avente una sezione trasversale rettangolare. Il tubo formante l’elemento raffreddante 119 è ripiegato attorno ad un asse longitudinale (non raffigurato) in modo da formare una doppia spirale cilindrica, comprendente una spirale cilindrica interna 119a e una spirale cilindrica esterna 119b. L’elemento raffreddante 119 comprende un condotto iniziale 120 e un condotto terminale 121, corrispondenti rispettivamente a una porzione iniziale rettilinea della spirale cilindrica interna 119a e a una porzione terminale rettilinea della spirale cilindrica esterna 119b. Il condotto iniziale 120 e il condotto terminale 121 possono essere ambedue alternativamente usati come condotto di ingresso e condotto di uscita per il fluido refrigerante liquido, a seconda del modo in cui l’elemento raffreddante 119 viene collegato ai mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17.
La Figura 7 mostra un elemento raffreddante 219, realizzato usando un tubo in acciaio inox (oppure in un altro idoneo materiale) avente una sezione trasversale quadrata. Il tubo formante l’elemento raffreddante 219 è ripiegato attorno ad un asse longitudinale (non raffigurato) in modo da formare una doppia spirale cilindrica, comprendente una spirale cilindrica interna 219a e una spirale cilindrica esterna 219b. L’elemento raffreddante 119 comprende un condotto iniziale 220 e un condotto terminale 221, corrispondenti rispettivamente a una porzione iniziale rettilinea della spirale cilindrica interna 219a e a una porzione terminale rettilinea della spirale cilindrica esterna 219b. Il condotto iniziale 220 e il condotto terminale 221 possono essere ambedue usati alternativamente come condotto di ingresso e condotto di uscita per il fluido refrigerante liquido, a seconda del modo in cui Γ elemento raffreddante 219 viene collegato ai mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17.
La Figura 8 mostra un elemento raffreddante 319, realizzato in forma di scambiatore di calore a piastre lisce. Le piastre lisce sono raggruppate a formare un pacco 320, che è sostanzialmente sagomato a forma di parallelepipedo e comprende una coppia di condotti 321, 322. I condotti 321 e 322 possono essere ambedue alternativamente usati come condotto di ingresso e condotto di uscita per il fluido refrigerante liquido, a seconda del modo in cui lì elemento raffreddante 319 viene collegato ai mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17.
La Figura 9 mostra un elemento raffreddante 419, realizzato in forma di scambiatore di calore a piastre corrugate. Le piastre corrugate sono raggruppate a formare un pacco 420, che è sostanzialmente sagomato a forma di parallelepipedo e comprende una coppia di condotti 421, 422. I condotti 421 e 422 possono essere ambedue alternativamente usati come condotto di ingresso e condotto di uscita per il fluido refrigerante liquido, a seconda del modo in cui Γ elemento raffreddante 419 viene collegato ai mezzi convogliatori del fluido refrigerante 17.
Sono inoltre possibili ulteriori varianti e/o aggiunte a quanto sopra descritto e/o a quanto mostrato nei disegni allegati. Ad esempio, i mezzi scambiatori di calore 15, anziché comprendere un unico elemento raffreddante 19 (119, 219, 319, 419), possono comprendere una pluralità di elementi raffreddanti, reciprocamente collegati. Ciascuna pluralità può essere costituita da elementi raffreddanti uguali (ad esempio una pluralità di elementi raffreddanti 19, 119 o 219, sagomati a forma di doppia spirale cilindrica, oppure di elementi raffreddanti 319 o 419, realizzati in forma di scambiatori di calore a piastre), oppure può essere costituita da una combinazione di elementi raffreddanti diversi (ad esempio una combinazione di elementi raffreddanti 19, 119 o 219 e di elementi raffreddanti 319 o 419).

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato (1) per raffreddare un prodotto alimentare fluido cotto (40) contenuto in un contenitore di cottura (50), comprendente mezzi di raffreddamento (11) atti a raffreddare detto prodotto alimentare fluido cotto (40) in detto contenitore di cottura (50), detti mezzi di raffreddamento (11) comprendendo mezzi scambiatori di calore (15) movimentabili in modo da essere immersi e mantenuti temporaneamente immersi in detto prodotto alimentare fluido cotto (40) contenuto in detto contenitore di cottura (50).
  2. 2. Apparato (1) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di raffreddamento (11) comprendono mezzi di movimentazione (16) disposti per movimentare detti mezzi scambiatore di calore (15), detti mezzi di movimentazione (16) essendo configurati in modo da consentire a detti mezzi scambiatori di calore (15) di essere alternativamente immersi in, o estratti da, detto prodotto alimentare fluido cotto (40).
  3. 3. Apparato (1) secondo la rivendicazione 2, in cui detti mezzi di movimentazione (16) comprendono una porzione mobile (16a) e una porzione fissa (16b) reciprocamente connesse, detti mezzi di scambiatore di calore (15) essendo montati su detta porzione mobile (16a) e detta porzione fissa (16b) essendo montata su un corpo (2) di detto apparato (1).
  4. 4. Apparato (1) secondo la rivendicazione 3, in cui detta porzione mobile (16a) può essere movimentata rispetto a detta porzione fissa (16b) secondo due direzioni parallele e opposte (FI, F2), così da sollevare o abbassare detti mezzi di scambiatori di calore (15).
  5. 5. Apparato (1) secondo la rivendicazione 3, in cui detta porzione mobile (16a) è incernierata su detta porzione fissa (16b) e può ruotare verso una porzione superiore (4) di detto corpo (2) o verso una base (3) di detto corpo (2), così da sollevare o abbassare detti mezzi di scambiatori di calore (15).
  6. 6. Apparato (1) secondo una delle rivendicazioni da 3 a 5, in cui detta porzione mobile (16a) comprende un braccio (16d) e detta porzione fissa (16b) comprende un montante (16c) solidale a un telaio di supporto (5) di detto corpo (2).
  7. 7. Apparato (1) secondo la rivendicazione 6, quando dipendente dalla rivendicazione 4, in cui detto braccio (16d) comprende un’estremità impegnata in una guida (22) realizzata in detto montante (16c).
  8. 8. Apparato (1) secondo la rivendicazione 6, quando dipendente dalla rivendicazione 5, in cui detto braccio (16d) è incernierato su detto montante (16c).
  9. 9. Apparato (1) secondo una delle rivendicazioni da 6 a 8, in cui detti mezzi scambiatori (14) comprendono un elemento raffreddante (19) montato su detto braccio (16d), detto elemento raffreddante (19) essendo disposto per essere immerso in detto prodotto alimentare fluido cotto (40) e atto ad essere attraversato da un fluido refrigerante.
  10. 10. Apparato (1) secondo la rivendicazione 9, in cui detto elemento raffreddante è realizzato in forma di doppia spirale cilindrica (19; 119; 219) oppure in forma di scambiatore di calore a piastre (319; 419).
  11. 11. Apparato (1) secondo la rivendicazione 9, oppure 10, in cui detti mezzi di raffreddamento (11) comprendono un’unità di raffreddamento (12), detta unità di raffreddamento essendo disposta per modificare idoneamente la temperatura di detto fluido refrigerante e per far circolare detto fluido refrigerante in detto elemento raffreddante (19).
  12. 12. Apparato (1) secondo la rivendicazione 11, in cui detta unità di raffreddamento (12) comprende almeno un elemento selezionato da un gruppo costituito da: compressore (13), condensatore (14), mezzi di espansione del fluido refrigerante, serbatoio di fluido refrigerante (30), scambiatore termico a piastre (31), unità di controllo (18).
  13. 13. Apparato (1) secondo la rivendicazione 11, oppure 12, in cui detta unità di raffreddamento (12) è collegata a una rete di alimentazione esterna, disposta per erogare un ulteriore fluido refrigerante e cooperare con detti mezzi di raffreddamento (11) nel raffreddare detto prodotto alimentare fluido cotto (40) in detto contenitore di cottura (50).
  14. 14. Apparato (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti, comprendente una pluralità di ruote (10) tramite le quali può essere movimentato su sottostante superficie di appoggio.
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