ITMI960081A1 - Cordatrice a multitorsione - Google Patents

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Description

DESCRIZIONE dell'invenzione industriale
La presente invenzione ha per oggetto la produzione di corde metalliche a partire da fili metallici singoli di lunghezza indefinita per torsione tra di essi, intendendo qui di seguito con tale termine sia il monofilo metallico oppure un trefolo di fili già preparato, ritorti o paralleli. Il procedimento viene svolto nelle macchine correntemente denominate cordatrici nelle quali i singoli fili metallici, generalmente di sezione circolare ma in qualche caso anche di sezione diversa, vengono ritorti tra loro a dare un avvolgimento a spirale secondo un procedimento correntemente denominato cordatura. Con tale procedimento si possono produrre corde metalliche con caratteristiche assai diverse da quelle del filo singolo di pari sezione: tra di esse sono importanti la maggior resistenza a fatica alla flessione e la maggiore flessibilità, con la conseguenza di poter realizzare corde di grande lunghezza, di facile trasporto ed impiego, anche se con sezioni di notevole resistenza.
Le corde metalliche ritorte trovano molti impieghi nella tecnica; tra tali impieghi i più importanti sono quelli delle funi metalliche di tipo rigido o flessibile, generalmente di acciaio e destinate alle costruzioni delle industrie meccaniche, minerarie e navali oppure quelli come conduttori elettrici, generalmente prodotte da rame o sue leghe. Con tali macchine cordatrici e procedimenti di cordatura si possono produrre sia le corde a fascio o trefoli, nelle quali ogni singolo filo non assume una posizione geometrica definita a priori all'interno della corda, sia le corde concentriche dove tutti i fili occupano una posizione fissa nella corda e, ad eccezione di quello centrale, sono disposti secondo un'elica attorno all'asse della corda che corrisponde al filo centrale. E' importante notare che il procedimento di formazione della corda da monofili metallici, richiede che il filo sia sottoposto ad una deformazione plastica irreversibile, che venga mantenuta al cessare dello sforzo di deformazione, per dare stabilità al manufatto così prodotto per torsione. Questo modo di procedere risulta sostanzialmente diverso dal procedimento di filatura delle fibre tessili in stoppino a formare da fibre di lunghezza limitata un filato di lunghezza indefinita ove il mantenimento della torsione impartita è dovuta alla irregolarità intrinseca della superficie delle singole fibre e non si conferiscono deformazioni di tipo permanente alle fibre.
Le forze in gioco, le velocità di lavoro, la omogeneizzazione spontanea delle torsioni lungo il filato durante la sua produzione rendono le due tecniche assai diverse tra loro.
Tale deformazione plastica viene conferita ai fili di materiali metallici preferibilmente ricotti e deve essere distribuita sui singoli fili metallici, con gradualità e con regolarità tra i fili stessi.
L'operazione, se correttamente condotta, conferisce infatti alla corda plurifilo ritorta una flessibilità ed una resistenza a fatica alla flessione molto maggiori, con una perdita di allungamento a rottura assai contenuta, rispetto ai monofili costituenti non ritorti.
Il procedimento di torsione dei fili metallici a formare una corda ritorta deve essere quindi condotto con gradualità e con distribuzione uniforme della torsione tra i fili componenti, in modo da avere un prodotto di sezione regolare e con tutti i fili componenti deformati plasticamente nella stessa misura. I fili che venissero sollecitati più degli altri, sarebbero incruditi ed avrebbero un comportamento sotto sforzo del tutto difforme da quello degli altri fili metallici che compongono la corda metallica.
Tali esigenze sono particolarmente sentite nel caso delle corde ritorte prodotte da filo di rame, o in genere di metalli con minori caratteristiche meccaniche rispetto all'acciaio, e nelle corde di piccolo diametro e/o di minor numero di fili componenti: tipicamente nel caso di produzione di conduttori metallici per basse potenze. Tipicamente, in tali casi l'avvolgimento richiesto è ad elica a passo corto, da 10 a 30 volte il diametro della corda finita per assicurare una buona aderenza tra i fili ed una adeguata stabilità del cavo prodotto.
Per rendere maggiormente evidenti le caratteristiche ed i vantaggi della presente invenzione, essa verrà descritta con riferimento ad una sua tipica realizzazione illustrata nella figura 2 diretta alla produzione di corde metalliche per l'uso come conduttori elettrici, che costituisce appunto una delle applicazioni più difficili delle tecnologia di cordatura.
Nello stato della tecnica sono noti numerosi tipi di cordatrici, ad esempio le cordatrici monotorsione, tubolari e planetarie, che impartiscono ai fili metallici tutte le torsioni in una sola volta. Tali macchine risultano meno idonee a produrre conduttori elettrici di qualità e trovano il loro impiego prevalente nel campo delle funi di grande dimensione. Per i conduttori elettrici la macchina di maggiore diffusione è costituita dalla cordatrice a doppia torsione che viene schematicamente descritta con riferimento alla figura 1.
Lo schema fondamentale della cordatrice a doppia torsione consiste in una coppia di mandrini coassiali e contrapposti 1 e 2, sostenuti da un banco di supporto 3 con l'interposizione di opportuni cuscinetti di rotolamento 4 e 5. Di detti mandrini, il mandrino 1 è denominato mandrino frontale ed è forato per consentire il passaggio dei fili metallici di alimentazione della macchina per produrre la corda metallica, e consente il passaggio dei conduttori di alimentazione elettrica e di comando dei motori installati sulla culla posta all'interno di detti mandrini, con opportuni contatti rotanti; il mandrino 2 è denominato mandrino posteriore ed è collegato al motore principale 6 che determina la rotazione dei mandrini.
I mandrini 1 e 2 sono collegati tra loro da un leggero archetto 7 che li vincola a ruotare solidalmente. Nelle macchine di migliore tecnologia e di maggiori velocità l'archetto è preferibilmente simmetrico, nel senso che la massa dell'archetto 7 e del suo carico utile, che ruotano attorno all'asse di rotazione dei mandrini, viene bilanciata dalla massa equivalente di un archetto inoperoso 8, simmetrico ad esso rispetto a detto asse di rotazione. La sua funzione è quella di bilanciare la massa rotante complessiva dei mandrini e dell'archetto 7, inclusi i loro accessori ed i fili in corso di torsione. I due archetti rendono così solidali i due mandrini 1,2 a ruotare assieme attorno all'asse della cordatrice. Nel volume delimitato dalla rotazione degli archetti 7 ed 8 è collocata una culla 9 contenente il cabestano 10, ovvero l'organo di tiro della corda in torsione, e la bobina 11 di raccolta della corda metallica 12 prodotta. Generalmente tali organi sono azionati da motori indipendenti non indicati in figura e ruotano su assi ortogonali a quello di rotazione dei mandrini 1 e 2. La culla è svincolata da detti mandrini con l'interposizione di cuscinetti di rotolamento 13 e 14 e non partecipa alla rotazione dei mandrini 1,2. Come già detto, la struttura del mandrino principale consente il passaggio dell'alimentazione ed il comando dei motori che azionano gli organi della culla 9, ad esempio mediante i noti collegamenti elettrici a contatti rotanti.
Dette cordatrici a doppia torsione formano parte della tecnica nota e non richiedono ulteriori particolari. Per il corretto apprezzamento della presente invenzione, risulta utile invece qualche considerazione sul procedimento di torsione che si realizza in dette macchine della tecnica nota.
I singoli fili 20 di alimentazione sono ceduti da rocchetti sostenuti da una cantra, per semplicità non indicati in figura, e vengono richiamati dal tiro del cabestano 10. Essi si riuniscono nella filiera di formazione 21 a monte della cordatrice, che consente ai fili di ritorcersi in una corda di diametro determinato, compatibile con il loro numero e la loro dimensione trasversale. La corda metallica 12, così preformata entro la filiera, procede verso destra e penetra nella foratura assiale 22 del mandrino frontale 1, sempre per effetto del tiro di richiamo del cabestano 10. Il percorso della corda metallica viene indicato con una linea a tratti per dare una migliore evidenza. La corda entrante nella macchina attraverso la foratura assiale 22 del mandrino 1 è quindi deviata verso l'esterno tramite la puleggia di rinvio 23 con asse ortogonale all'asse di rotazione del mandrino 1 e fissata al mandrino stesso. La puleggia 23 partecipa della rotazione del mandrino e può liberamente ruotare attorno al suo asse di simmetria ortogonale all'asse del mandrino stesso. La corda 12 viene deviata da detta puleggia 23 e portata sull'archetto 7, che è dotato da una serie di cavallotti 24, o mezzi ad essi equivalenti di contenimento, che obbligano la corda metallica ad assumere l'andamento dell'archetto ed a ruotare con esso per effetto dell'azionamento della coppia di mandrini con il motore 6, che li fa ruotare attorno al loro asse. L'archetto 7 in rotazione impone alla corda 12, che scorre su di esso trattenuta dai cavallotti 24, di ruotare con esso e ad impartire un'azione di torsione ai fili 20 che la compongono: queste torsioni, una per ogni rivoluzione completa dei mandrini 1 e 2, ovvero dell'archetto 7, si propagano a monte sul fascio dei fili fino alla filiera 21: il punto in cui la corda metallica riceve le torsioni è proprio la filiera.
La corda che procede lungo l'archetto 7 riceve pertanto un numero di torsioni pari ai giri dell'archetto rapportato alla velocità di movimento della corda lungo di esso. In altri termini, se "n" è la velocità di rotazione dell'archetto 7 in giri al minuto e "v" è la velocità lineare di richiamo del cabestano 10 in metri al minuto, la corda 12 riceve nella filiera un'azione di torsione che corrisponde ad un numero di torsioni pari a n/v giri al metro lineare, impartiti alla corda dall'archetto. Il numero inverso v/n rappresenta il passo della spirale ovvero la lunghezza dell'elica secondo cui il singolo filo è mediamente avvolto sulla corda.
A titolo esemplificativo, una velocità di 2500 giri al minuto dei mandrini ed un richiamo del cabestano di 100 metri al minuto danno luogo nella filiera ad una corda metallica con 25 torsioni al metro e con un passo di avvolgimento di 1/25 di metro, ovvero 40 min.
E' però importante notare che il processo di torsione della corda non termina con l'ingresso della corda 12 sull'archetto 7. Al termine dell'archetto 7 la corda 12 ritorna sull'asse di rotazione dei mandrini, essendo deviata all'indietro dalla puleggia di rinvio 25 anch'essa con asse ortogonale all'asse di rotazione del mandrino 2 e fissata al mandrino stesso. La corda 12 viene deviata da detta puleggia 25 e portata sul cabestano 10 avvolgendosi su di esso per più giri e quindi venendo ceduto alla bobina di raccolta 11. E' immediato notare che, nel passaggio dallo stato di moto di rotazione che le ha impresso il sistema archetto/mandrini allo stato di moto di traslazione che assume sull'asse di rotazione per il richiamo del cabestano 10, la corda 12 riceve una ulteriore quantità di rotazioni pari ancora a n/v. In considerazione del fatto che il movimento di traslazione della corda all'uscita dell'archetto 7 è nel senso opposto a quello di entrata, si ricava immediatamente che le torsioni impartite in questo punto si sommano a quelle precedentemente date alla corda e arrivano insieme alla corda stessa tirata dal cabestano 10.
All'entrata del cabestano 10 la corda è definitivamente formata e ha ricevuto un numero di torsioni pari a 2n/v: per tale caratteristica la macchina sin qui descritta è denominata cordatrice a doppia torsione, in quanto ad ogni giro della macchina la corda riceve due giri di torsione. Sempre con riferimento all'esempio numerico precedente, la corda finita presenta ora 50 torsioni al metro ed un passo di 20 mm.
Le cordatrici a doppia torsione consentono notevoli vantaggi rispetto alle altre cordatrici sia per la maggiore torsione conferita alla corda per ciascun giro della macchina, sia per la sua gradualità sia infine per le maggiori velocità consentite dalle masse in rotazione, che risultano relativamente più ridotte di quelle delle altre macchine cordatrici.
Vi sono però limiti di velocità ammissibili su tali cordatrici bitorsione dettate sia da fenomeni di vibrazione, sia dalle forze centrifughe molto elevate per l'archetto rotante, sia infine dalle sollecitazioni aerodinamiche sull'archetto rotante che, nonostante gli accorgimenti di carenatura, sono assai rilevanti in quanto corrispondono a velocità dell'ordine delle centinaia di metri al secondo.
Nel caso in cui si producano corde di notevoli dimensioni che non richiedono quindi avvolgimenti a passo corto e molte torsioni per metro, la produttività della macchina è assai soddisfacente. Nel caso invece si debbano produrre conduttori elettrici di qualità e specialmente quelli di piccola sezione e molto ritorti, la limitazione della velocità della macchina si traduce in una scarsa produttività della macchina cordatrice.
E' quindi evidente il vantaggio di una macchina cordatrice che conferisca una maggior quantità di torsioni nell'unità di tempo ai fili metallici alimentati e questo è lo scopo della presente invenzione che viene descritta qui di seguito con riferimento ad una sua tipica realizzazione, a scopo illustrativo ma non limitativo.
Secondo la presente invenzione, lo schema complessivo della cordatrice a doppia torsione viene modificato e moltiplicato nella sua capacità di torsione inserendo, nel volume generato dalla rotazione degli archetti 7,8, un sistema secondario mandrini/archetti interposto tra i mandrini principali 1,2 e la culla 9 di richiamo e di raccolta, tale sistema secondario essendo mantenuto, con opportuno azionamento, in rotazione contraria rispetto alla rotazione dei mandrini principali ed avendo, rispetto ad essi, lo stesso asse di rotazione.
Tale schema di macchina cordatrice secondo la presente invenzione viene qui di seguito illustrato nella figura 2, in cui gli organi omologhi a quelli dello schema della cordatrice bitorsione di figura 1 conservano gli stessi riferimenti numerici.
Tra i mandrini del sistema secondario 30,31 ed i mandrini 1,2 del sistema principale vengono interposti due cuscinetti 32,33 di rotolamento ed un organo 34 di inversione del moto rotatorio. Tale organo può essere realizzato con dispositivi per sé noti dalla tecnica, ad esempio un invertitore elettrico, un invertitore meccanico od anche idraulico.
La controrotazione del sistema secondario dei mandrini può infatti essere ottenuta con un motore elettrico calettato sull'asse dei mandrini con una disposizione rotore/statore che dà ai mandrini 30,31 del sistema secondario un moto rotatorio opposto a quello dei mandrini 1,2 del sistema principale. Il sistema di alimentazione e comando di detto motore è analogo a quello dei motori del cabestano 10 e della bobina 11 di raccolta della corda prodotta.
Il requisito essenziale per tale sistema secondario è solamente quello della rotazione in senso contrario al sistema principale, mentre non è assolutamente richiesto né il sincronismo delle rotazioni né l'eguaglianza dei valori assoluti delle velocità di rotazione.
Le sollecitazioni di tipo aerodinamico e centrifugo che limitano la velocità del sistema principale di mandrini 1,2 a raggio maggiore risultano meno violente per il sistema di mandrini secondario 30,31 che ha una dimensione radiale più limitata e permettono perciò di lavorare, se richiesto, nel secondo sistema di mandrini con maggiori velocità di rotazione, dando così alla corda una maggiore torsione nell'unità di tempo.
Il processo di formazione della corda metallica è identico a quello della cordatrice bitorsione fino all'uscita della corda dalla puleggia 25 che riporta la corda 12 sull'asse di rotazione della macchina.
Se, ad esempio, il sistema archetto 7/mandrini principali 1,2 ruota in senso antiorario per un osservatore posto davanti al mandrino principale 1 e che guardi nella direzione dell'asse della macchina da sinistra a destra, il fascio di fili 20 costituenti la corda, nel passaggio dal moto di avanzamento rettilineo prima della puleggia 23 a quello rotazionale, assume torsioni sinistrorse (di tipo S). Dopo il rinvio della seconda puleggia 25 la corda riprende 11 moto rettilineo ed assorbe una seconda quota di torsioni sempre di tipo S e a questo punto è nello stato finale di torsione della macchina bitorsione precedentemente descritta pari a "2n" e, con riferimento alla velocità "v" di richiamo del cabestano 10, la corda ha torsioni 2n/v per metro.
Nella macchina secondo l'invenzione, la corda 12 prosegue il suo cammino assiale fino alla terza puleggia di rinvio 35, posta a valle dell'invertitore di rotazione 34 e ruotando quindi attorno all'asse della macchina in senso opposto alla puleggia 25. La puleggia 35 ha asse ortogonale a quello dei mandrini secondari 30,31 e devia quindi la corda sull'archetto secondario 36, leggermente più piccolo ma del tutto analogo all'archetto 7, percorso tuttavia dalla corda 12 in senso opposto rispetto ad esso. Anche l'archetto 36 viene equilibrato con un controarchetto 37, anch'esso leggermente più piccolo ma analogo all'archetto 8.
In base a quanto descritto è evidente che ora il mandrino 31 e, conseguentemente, la puleggia 35 ruotano in senso orario rispetto all'osservatore citato, ma essendo invertito anche il moto di traslazione della corda, che va da destra verso sinistra, le ulteriori torsioni sono sempre di tipo S e si sommano alle precedenti. A questo punto, se il sistema principale ruota a "nP" giri al minuto ed il cabestano 10 richiama la corda sempre a "v" metri al minuto, all'entrata nella puleggia 35 la corda ha ricevuto 2nP/v torsioni per metro dal sistema principale e, se il sistema secondario ruota a "ns" giri al minuto, anche ulteriori ns/v torsioni per metro dal sistema secondario: in totale (2nP ns)/v torsioni per metro.
Al termine dell'archetto 36 la corda viene deviata dalla puleggia 38, sempre con asse ortogonale rispetto all'asse dei mandrini secondari 30,31 e ruotante insieme ad essi.
Nel passaggio dall'archetto 36 al cabestano 10 attraverso la puleggia 38 la corda ritorna allo stato di moto traslatorio sull'asse della macchina ed assume quindi una ulteriore quota di torsioni pari a ns/v torsioni per metro. Tali torsioni risultano ancora di tipo S e si sommano alle precedenti. In totale le torsioni ricevute dalla corda ad ogni giro di macchina risultano 2(nP+ns)/v torsioni per metro. Se la macchina viene fatta operare con pari velocità di rotazione "n" nel sistema principale e nel secondario, il numero di torsioni per metro impartite dalla macchina risulta allora 4n/v e cioè il doppio di quello prodotto dalla cordatrice bitorsione nota dalla tecnica.
E' evidente che il motore elettrico che funge da invertitore 34 deve essere azionato ad un numero di giri pari a np ns del rotore rispetto allo statore per fare controruotare il sistema secondario alla velocità di ns giri al minuto.
Ad esempio, se viene richiesta la produzione di un conduttore elettrico con 50 torsioni per metro, corrispondente ad un passo di 20 min, e la massima velocità di rotazione è di 2500 giri al minuto con la nota macchina bitorsione la produzione possibile risulta 2 x 2500/ 50 = 100 metri al minuto, mentre con la macchina secondo l'invenzione la produzione risulta 4 x 2500/ 50= 200 metri al minuto, vale a dire il doppio. Il cabestano 10 può quindi essere azionato ad una velocità doppia di richiamo.
Nella figura 3 viene riportato, sempre a titolo esemplificativo ma non limitativo, uno schema dì realizzazione dell'invertitore di moto 34 con motore elettrico.
Il motore elettrico che permette l'inversione del moto rotatorio del sistema secondario dei mandrini 30,31 ed archetti 36,37 rispetto al sistema principale è collocato tra le due pulegge di rinvio 25 e 35 poste nella parte posteriore della cordatrice componendosi di opportune espansioni dei mandrini 2 e 31. L'espansione del mandrino 2 costituisce l'albero 46 che porta l'indotto 44 del motore elettrico mentre l'espansione cava 45 del mandrino 31 funge da carcassa esterna che porta l'induttore 43. Dando per noto il principio di funzionamento del motore elettrico, la scatola portaspazzole 41 è solidale con il mandrino 2 e le spazzole 42 trasmettono la corrente elettrica di alimentazione mediante contatto strisciante contro il collettore solidale con la carcassa del motore costituita dall'espansione 45 del mandrino 31.
E' importante notare che la velocità relativa indotto/induttore è pari, così come quella spazzole/collettore, alla somma delle due velocità di rotazione dei due mandrini. La carcassa 45, espansione del mandrino 31, ruota sull'albero 46 del motore, espansione del mandrino 2, ed è sostenuta dallo stesso albero 46 con l'interposizione di due cuscinetti di rotolamento 33 e 40.
L'invertitore elettrico fin qui illustrato può essere alternativamente collocato anche nella parte anteriore della cordatrice, vale a dire dal lato di ingresso dei fili di alimentazione.
E' parimenti possibile utilizzare contemporaneamente due invertitori di moto, ad esempio uno per ciascun mandrino 30,31 componente la coppia secondaria di mandrini, uno dal lato di ingresso dell'alimentazione di fili e l'altro dal lato opposto. In tal caso il moto rotatorio dei due invertitori deve essere sincronizzato con apposito sistema di pilotaggio, ad esempio elettronico in frequenza, che sincronizzi le velocità di rotazione dei mandrini della coppia. Tale realizzazione consente di non utilizzare gli archetti per la trasmissione del moto e della coppia di rotazione tra i due mandrini, e pertanto di non indurre in essi una sollecitazione a torsione corrispondente alla coppia trasmessa.
Nella figura 4 viene riportato, sempre a titolo esemplificativo ma non limitativo, uno schema di realizzazione dell'invertitore di moto 34 con dispositivo meccanico.
Sul mandrino principale posteriore 2 della cordatrice sono rigidamente calettati due ingranaggi conici 51 e 52 coassiali con il mandrino stesso, che è mosso in rotazione con il motore principale 6 della cordatrice.
L'ingranaggio conico 51, tramite l'ingranaggio folle 53 vincolato alla struttura del telaio 3, trasmette un moto di rotazione invertito rispetto a quello del mandrino 2 all'ingranaggio conico 54 calettato rigidamente sulla scatola porta-archetti 55.
Come già accennato, l'ingranaggio 53 realizza lo schema del tradizionale invertitore a ruote coniche ed è montato su un'estensione del telaio del banco 3 della cordatrice e ruota liberamente attorno al proprio asse di rotazione, ortogonale rispetto a quello del mandrino 2, grazie ad un cuscinetto di rotolamento 62 che lo supporta.
La scatola porta-archetti 55 è dotata al suo esterno di due espansioni sulle quali vengono fissati gli archetti 7,8 del sistema principale di mandrini. All'interno della scatola 55 è montata la puleggia 25 di rinvio, che partecipa al moto di rotazione della scatola 55 e degli archetti 7,8 ma che rimane libera di ruotare attorno al proprio asse di simmetria.
Entro la scatola 55 penetra il mandrino 2 che ruota in senso opposto ad essa con l'interposizione del cuscinetto di rotolamento 56, come pure ruota in senso opposto il suo prolungamento costituito dall'ingranaggio 52 che si trova all'interno di detta scatola. Tale ingranaggio conico 52 è il mezzo di trasmissione del moto e della coppia motrice al sistema secondario di mandrini.
Tale trasmissione avviene per mezzo di un albero di rinvio 57, anche esso interno alla scatola 55 e dotato di due ingranaggi conici 58,59 calettati alle sue estremità e libero di ruotare attorno al proprio asse, grazie ai cuscinetti 61 montati sulle pareti della scatola 55.
Dall'altra parte della scatola 55, ed al suo interno, si trova l'ingranaggio conico 60 calettato rigidamente e coassialmente con il mandrino 31 del sistema secondario, che si appoggia sulla scatola 55 con l'interposizione del cuscinetto 33. L'ingranaggio conico 60 riceve il moto e la coppia dall'ingranaggio 59 che ruota solidalmente con 58 ed al contrario del mandrino 2. In definitiva la ruota conica dentata 60 ruota in senso uguale alla ruota conica dentata 52 ed in senso opposto alla scatola 55.
Questa costruzione consente alla puleggia 25 di rinviare la corda in formazione 12 sull'asse generale della macchina e di riportarla sulla puleggia 35 del sistema secondario di mandrini controruotanti per conferire ad essa le ulteriori torsioni.
Con opportune dentature delle coppie di ingranaggi è possibile ottenere la trasmissione del moto di controrotazione secondo qualsiasi rapporto di trasmissione, dal mandrino 2 al mandrino 31 che controruotano entrambi rispetto alla scatola 55, attraverso la sequenza degli ingranaggi 52,58 - albero 57 - ingranaggi 59,60. La costruzione descritta consente di lasciare libero lo spazio centrale della scatola 55 per il rinvio della corda in formazione sull'asse di rotazione della macchina cordatrice. Si deve inoltre notare che la scatola 55 trascina in rotazione contraria a quella del mandrino 2 tutto il sistema principale di torsione formato dalla sequenza scatola 55 - archetti 7,8 - mandrino 1. Il resto della macchina cordatrice rimane quello illustrato con riferimento alla figura 2.
Lo stesso schema cinematico di inversione del moto può venire realizzato con l'uso di corone dentate coassiali e complanari con interposti satelliti, da collegare al banco 3, che assolvono la funzione della tripletta di ingranaggi conici 51,53,54.
Cosi come per l'invertitore elettrico descritto con riferimento alla figura 3, anche per l'invertitore meccanico è possibile utilizzare contemporaneamente due invertitori di moto, ad esempio uno per ciascun mandrino 30,31 componente la coppia secondaria di mandrini, uno dal lato di ingresso dell'alimentazione dei fili e l'altro dal lato opposto. Anche in tal caso il moto rotatorio dei due invertitori deve essere sincronizzato con apposito collegamento meccanico, che renda coerenti le velocità di rotazione dei mandrini della coppia. Anche tale realizzazione consente di non utilizzare gli archetti per la trasmissione del moto e della coppia di rotazione tra i due mandrini, e pertanto di non indurre in essi una sollecitazione a torsione corrispondente alla coppia trasmessa.
Tale riduzione delle sollecitazioni degli archetti consente di ridurre il loro peso e le forze centrifughe derivanti dalle masse in rotazione.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche a partire da una pluralità di fili metallici di alimentazione, che comprende un sistema principale di mandrini (1,2) resi solidali con almeno un archetto (7) rotante con detti mandrini e dotato di mezzi di contenimento e di guida della corda metallica (12) in formazione, due pulegge (23,25) solidali rispettivamente su detti mandrini (1,2) ed aventi asse di rotazione ortogonale all'asse di rotazione dei mandrini stessi, un organo a culla (9) contenente il cabestano (10) e la bobina (11) di raccolta della corda metallica (12) prodotta, detta culla (9) essendo svincolata dai mandrini (1,2) con l'interposizione di cuscinetti di rotolamento (13,14) e non partecipando alla loro rotazione, caratterizzata dal fatto che, nel volume generato dalla rotazione degli archetti del sistema principale dei mandrini, viene interposto un sistema secondario di mandrini, comprendente i mandrini (30,31), archetti (36,37) e pulegge di rinvio (35,38) solidali tra loro, tra i mandrini principali (1,2) e la culla (9), tale sistema secondario di mandrini (30,31) essendo dotato di un azionamento in rotazione contraria rispetto alla rotazione dei mandrini principali (1,2) ed avendo, rispetto ad essi, lo stesso asse di rotazione.
  2. 2. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che il senso del percorso della corda in formazione (12) dalla puleggia (35) alla puleggia (38) lungo l'archetto controrotante (36) è invertito rispetto al senso del percorso lungo l'archetto (7) del sistema di mandrini principale (1,2).
  3. 3. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che tra i mandrini del sistema secondario (30,31) ed i mandrini (1,2) del sistema principale vengono interposti due cuscinetti (32,33) di rotolamento ed un organo (34) di inversione del moto rotatorio.
  4. 4. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che l'organo (34) di inversione del moto rotatorio è un dispositivo di inversione meccanico.
  5. 5. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che l'organo (34) di inversione del moto rotatorio è costituito da una scatola (55) che trascina in rotazione contraria a quella del mandrino (2) tutto il sistema principale di torsione formato dalla sequenza scatola (55) - archetti (7,8) - mandrino (1) per effetto di una tripletta di ingranaggi conici (51,53,54) e che dal mandrino (2) al mandrino (31), si ha la trasmissione del moto attraverso la sequenza degli ingranaggi (52,58) - albero (57) - ingranaggi (59,60).
  6. 6. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che la trasmissione del moto di controrotazione viene effettuata secondo un desiderato rapporto di trasmissione, variando le dentature delle coppie di ingranaggi.
  7. 7. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che l'organo (34) di inversione del moto rotatorio è un motore elettrico calettato sull'asse del sistema di mandrini principale con una disposizione rotore/statore che dà ai mandrini (30,31) del sistema secondario un moto rotatorio opposto a quello dei mandrini (1,2) del sistema principale.
  8. 8. Macchina cordatrice a multitorsione per la produzione di corde metalliche secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che del motore elettrico, che costituisce l'organo (34) invertitore del moto, l'espansione del mandrino (2) costituisce l'albero (46) che porta l'indotto (44) mentre l'espansione cava (45) del mandrino (31) funge da carcassa esterna che porta l'induttore (43).
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