ITMI951441A1 - Nuovi biosensori elettrochimici basati su nuovi trasduttori compositi - Google Patents

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ITMI951441A1
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Jozef Svorc
Stanislav Miertus
Miroslav Stredansky
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Cooperativa Centro Ricerch E P
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    • C12BIOCHEMISTRY; BEER; SPIRITS; WINE; VINEGAR; MICROBIOLOGY; ENZYMOLOGY; MUTATION OR GENETIC ENGINEERING
    • C12QMEASURING OR TESTING PROCESSES INVOLVING ENZYMES, NUCLEIC ACIDS OR MICROORGANISMS; COMPOSITIONS OR TEST PAPERS THEREFOR; PROCESSES OF PREPARING SUCH COMPOSITIONS; CONDITION-RESPONSIVE CONTROL IN MICROBIOLOGICAL OR ENZYMOLOGICAL PROCESSES
    • C12Q1/00Measuring or testing processes involving enzymes, nucleic acids or microorganisms; Compositions therefor; Processes of preparing such compositions
    • C12Q1/001Enzyme electrodes
    • C12Q1/004Enzyme electrodes mediator-assisted
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Abstract

La presente invenzione si riferisce a nuovi biosensori elettrochimici basati su nuovi trasduttori compositi, preparati mediante incorporazione di un biocatalizzatore nella miscela composita che costituisce detti trasduttori oppure mediante applicazione del biocatalizzatore sulla superficie di detti trasduttori.

Description

Domanda di brevetto per Invenzione Industriale dal titolo:
Nuovi biosensori elettrochimici basati su nuovi trasduttori compositi.
TECNICA ANTERIORE
Il biosensore è un dispositivo costituito da un trasduttore nel quale è incorporato un biocatalizzatore. Generalmente esso è impiegato a scopo analitico ed il suo funzionamento è basato sulla produzione di segnali elettrici che sono proporzionali alla concentrazione della sostanza da determinare. I vantaggi analitici dei biosensori sono la loro specificità, la sensibilità, la facilità di utilizzo, la risposta immediata ed i conseguenti bassi costi dell'analisi. Questi dispositivi sono utilizzati nel campo della diagnostica medica, del monitoraggio della qualità e della freschezza degli alimenti, del monitoraggio ambientale, del controllo della fermentazione e delle analisi, ecc.
I biosensori che offrono maggiori garanzie di affidabilità e sensibilità sono quelli elettrochimici, specialmente quelli amperometrici. In particolare i biosensori amperometrici basati su reazioni di ossido-riduzione sono caratterizzati dall'uso di mediatori chimici anziché dell'ossigeno molecolare. Durante la trasformazione di un substrato da parte del biocatalizzatore, il mediatore trasporta gli elettroni dal centro redox del biocatalizzatore all’elettrodo indicatore. Un segnale amperometrico viene quindi misurato. Uno dei gruppi di mediatori chimici più promettenti è costituito dai metalloceni ed in particolare dai ferroceni . Cass et al. (Anal. Chem.56, 667-671.
1984) hanno sviluppato con successo un elettrodo accoppiato ad un enzima basato su ferrocene. In questo sensore, sensibile al glucosio, un elettrodo a foglio di carbone poroso è stato imbevuto con 1'1,1'-dimetilferrocene e l'enzima glucosio ossidasi è stato immobilizzato chimicamente alla superficie dell'elettrodo. In seguito Dicks et al. (Ann. Biol. Clin. 47, 607-619. 1989) hanno sviluppato un microelettrodo d'oro coperto con un film di polipirrolo, su cui sono adsorbiti la glucosio ossidasi e il ferrocene. Funzionalizzando il polipirrolo con cloruro di ferrocenile è stata raggiunta una maggiore stabilità operativa.
Wang et al. (Anal. Clin. Acta 228, 251-257. 1990) hanno tentato di incorporare contemporaneamente derivati di ferrocene e la glucosio ossidasi in una matrice di pasta di carbone evitando l'immobilizzazione dell'enzima. Hale et al (Anal. Chim. Acta 251.
121'128, 1991) hanno modificato la pasta di carbone con ossido di polietilene modificato con Ferrocene per ridurre la perdita del materiale mediatore dall'elettrodo.
Wang et al. (Electroanalysis 5. 575”579. 1993) sono riusciti a superare parzialmente gli svantaggi degli elettrodi di tipo "a pasta" sopramenzionati. L'enzima glucosio ossidasi è stato direttamente immobilizzato su particelle di grafite ed il carbone attivato è stato mescolato con un mediatore e con teflon granulare ed infine pressato in forma di palline con superficie rigenerabile. Cass and Smit (Trends in Electrochemical Biosensors, 1992,, G. Costa e S. Miertus Eds., Wod Sci. Pubi. 25-42) descrivono altri tentativi, come per esempio la modifica con gruppi di ferrocenile della perossidasi alle catene dell'enzima vicino al centro redox attivo. Recentemente Karube et al. hanno brevettato degli elettrodi contenenti enzimi immobilizzati, basati su enzimi a conduttività elettrica (EP 0 563 795 Al). L'enzima a conduttività elettrica è un enzima che è stato chimicamente modificato con un mediatore chimico. In tal caso il mediatore è legato all'enzima in modo covalente. La conduttività elettrica di tale enzima dipende dalla concentrazione del substrato. Il mediatore chimico può essere legato alla parte proteica dell 'ossidasi o della deidrogenasi (per esempio un gruppo amminico di un residuo di lisina) e/o ad una catena laterale dell'enzima (ad esempio ad una catena oligosaccaridica, ad una catena alchilica, ad una catena peptidica legata alla catena principale ecc.). In particolare, come enzimi, sono usati la glucosio ossidasi e la fruttosio deidrogenasi.
Gli approcci descritti sopra presentano diversi svantaggi. I trasduttori in cui un mediatore chimico è adsorbito sulla superficie hanno una bassa stabilità a causa della fuoriuscita del mediatore dal trasduttore. Inoltre, il legame covalente del mediatore cambia le proprietà elettrochimiche dello stesso, riduce la sua mobilità, influisce sulla sua velocità di reazione con l'enzima ecc. Infine, i metodi applicati per la modifica degli enzimi sono piuttosto drastici e quindi la modifica chimica riduce notevolmente l'attività e la stabilità dell'enzima e porta ad una perdita parziale o totale dell'attività nel caso di enzimi poco stabili.
E' quindi sentita l'esigenza di disporre di un metodo alternativo per la preparazione di trasduttori e biosensori elettrochimici dotati di maggiore stabilità ed efficienza rispetto ai sistemi noti.
SOMMARIO
Ora sono stati trovati nuovi biosensori elettrochimici basati su nuovi trasduttori compositi che consentono di superare gli inconvenienti della tecnica nota.
Detti trasduttori sono costituiti da una miscela pressata in forma compatta comprendente:
- un materiale conduttore di elettricità, in forma di polvere o di granuli;
- un mediatore chimico;
- una sostanza in grado di legare detto mediatore chimico ed - un composto lipidico contenente anche gruppi idrofili.
Detti biosensori sono preparati mediante incorporazione di un biocatalizzatore in detta miscela oppure mediante applicazione di uno strato di biocatalizzatore sulla superficie di detti trasduttori.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL'INVENZIONE
Le caratteristiche ed i vantaggi dei biosensori elettrochimici basati su nuovi trasduttori compositi secondo la presente invenzione saranno maggiormente evidenziati nel corso della seguente descrizione dettagliata.
Breve descrizione delle figure:
nelle figure 1A ed 1B sono rappresentate due forme di realizzazione del biosensore secondo la presente invenzione.
Con 1 è indicato l'involucro il quale è costituito da un cilindro di vetro oppure di materiale plastico; con 2 è indicato lo strato di materiale composito che costituisce il trasduttore; con 3 è indicato lo strato di biocatalizzatore; con 4 è indicata una membrana o una rete che fissa il biocatalizzatore al trasduttore e con 5 è indicato il biocatalizzatore incorporato nel trasduttore.
Il trasduttore rappresentato in dette figure ha forma cilindrica, tuttavia esso può essere preparato anche in altre forme geometriche ad esempio in forma di parallelepipedo, di sfera, di piastrina, di pellicola ecc..
Grazie al metodo di preparazione ed alla composizione, il traduttore secondo la presente invenzione mostra un'elevata resistenza meccanica e non si disgrega durante l'uso.
Il materiale che costituisce il trasduttore è una miscela pressata in forma compatta comprendente un materiale conduttore di elettricità, un mediatore chimico, una sostanza in grado di legare detto mediatore chimico ed un composto lipidico contenente anche gruppi idrofili.
Detto materiale conduttore di elettricità è un qualsiasi materiale conduttore in forma di polvere o granulare, di granulometria compresa fra 0,2 e 200 μm. In particolare può essere un metallo come ad esempio oro, platino, palladio oppure loro leghe oppure grafite.
Detto mediatore chimico può essere scelto fra numerose sostanze naturali o sintetiche come ad esempio citocromi, chinoni, composti organici conduttori {ad esempio TTF.TCNQ=tetratiafulvalene 7 ,7,8,8-tetraciano-p-chinodimetane, NMP.TCNQ= N-metilfenazinium 7,7,8,8-tetraciano-p-chinodimetane). composti aromatici elettronattrattori (ad esempio TTF, NMP), composti aromatici elettrondonatori (ad esempio TCNQ), coloranti organici e metalloceni. Detto mediatore è preferibilmente scelto fra i ferroceni.
Detta sostanza in grado di legare il mediatore chimico è una qualsiasi sostanza avente caratteristiche di adsorbimento o di scambio ionico che. preferibilmente, è scelta nel gruppo comprendente gel di silice, allumina e Nafio® .
Detto composto lipidico può essere un qualsiasi composto lipidico contenente anche gruppi idrofili, tuttavia preferibilmente viene scelto nel gruppo costituito dai monoesteri del glicerolo con acidi grassi contenenti da 12 a 24 atomi di carbonio, lecitina ed esteri del colesterolo con acidi grassi da 12 a 24 atomi di carbonio.
Il composto lipidico consente l'immobilizzazione fisica del biocatalizzatore che viene aggiunto al trasduttore per ottenere il biosensore, assicura una buona attività e stabilità, un ambiente adatto al trasporto dei substrati ed un efficace trasferimento di elettroni tra il centro redox, il mediatore ed il materiale conduttore dell'elettrodo. Inoltre il composto lipidico consente di ottenere la forma adatta del trasduttore allo stato solido. L'assenza di tale componente porta ad una drastica riduzione delle prestazioni del biosensore ed alla perdita delle proprietà meccaniche dello stesso.
La composizione quantitativa della miscela sopradescritta, riferita a 100 parti in peso di materiale composito finale, è la seguente:
- materiale conduttore da 20 a 80% e preferibilmente da 30 a 60% in peso;
- mediatore chimico da 0,5 a 30% e preferibilmente da 1 a 10%
in peso;
- sostanza in grado di legare detto mediatore chimico da 1 a 30% e preferibilmente da 5 a 20% in peso quando detta sostanza è silice o allumina e da 0,5 a 5% e preferibilmente da 1 a 3% in peso quando detta sostanza è il Nafioti®;
- composto lipidico da 10 a 80? e preferibilmente da 30 a 60? in peso.
Con la miscela sopradescritta viene preparato il trasduttore, come descritto più avanti, ed alla superficie di base del trasduttore viene applicato uno strato di un biocatalizzatore per ottenere il biosensore, come illustrato nella figura 1A.
In alternativa il biosensore viene preparato incorporando direttamente nella miscela sopradescritta il biocatalizzatore, come illustrato nella figura 1B.
In ogni caso il contenuto di biocatalizzatore è compreso fra 1 e 30? in peso rispetto alla miscela del trasduttore.
Il biocatalizzatore può essere costituito da qualunque enzima che catalizza una reazione di ossido-riduzione oppure da cellule o componenti di cellule, tessuti o immunoproteine. L'enzima può essere del tipo che richiede la presenza di un cofattore, il cofattore essendo scelto fra NAD, NADH, NADP, NADPH, FAD, FMM e chinoni. Quando presente, il cofattore costituisce da 0,5 a 30% e preferibilmente da 3 a 10? in peso della miscela del trasduttore. In particolare il biocatalizzatore è scelto dai seguenti gruppi: - enzimi: glucosio ossidasi, galattosio ossidasi, glicollate ossidasi, alcool ossidasi, colesterolo ossidasi, polifenilossidasi , lipoossigenasi, perossidasi, catalasi.
xantina ossidasi, piruvato ossidasi, etc.
- enzimi che necessitano della presenza di un cofattore: glucosio deidrogenasi, alcool deidrogenasi, fruttosio deidrogenasi, malato deidrogenasi, lattato deidrogenasi, mannitolo deidrogenasi, isocitrato deidrogenasi, glicerolo deidrogenasi, galattosio deidrogenasi, glucosio fosfato deidrogenasi, ect.
- cellule: Gluconobacter oxidans, Escherichia coli, Aspergillus niger, Pseudomonas fluorescens , Trichospovon brassicae , Saccharomices cevevisiae , Breviacterium lactofermentum, Enterobacter agglomerane, Leuconostoc mesenteroides, Nocardia erythropolis, etc.
Il trasduttore viene preparato mediante un procedimento che comprende i seguenti stadi:
a) il materiale conduttore di elettricità viene miscelato con il mediatore chimico;
b) alla miscela ottenuta viene miscelata la sostanza in grado di legare il mediatore chimico;
c) alla miscela ottenuta nello stadio b) viene miscelato il composto lipidico;
d) la miscela ottenuta nello stadio c) viene pressata in forma compatta ottenendo così il trasduttore che può venire levigato in corrispondenza della base.
Per la preparazione del biosensore, alla base del trasduttore viene applicato uno strato di biocatalizzatore.
In alternativa, per la preparazione del biosensore, il biocatalizzatore viene miscelato alla miscela ottenuta come descritto al punto b) e successivamente si procede come descritto ai punti c) e d). Questa preparazione alternativa viene definita di tipo "bulk".
I biosensori secondo la presente invenzione sono dotati di elevata specificità e sensibilità e possono essere vantaggiosamente impiegati nella diagnostica umana e veterinaria, nei processi di produzione e nel controllo di qualità degli alimenti, nelle biotecnologie, nell'industria farmaceutica, nel monitoraggio ambientale ecc.
A scopo illustrativo dell'invenzione vengono riportati i seguenti esempi.
Esempio 1
Preparazione di un trasduttore
1 g di grafite sintetica in forma di polvere (Aldrich Cat. N.
28,286-3) viene aggiunta ad una soluzione contenente 62 mg di 1,1'-dimetil-ferrocene (Aldrich) in 5 “1 di cloroformio.
La miscela ottenuta viene sottoposta ad agitazione a temperatura di 25°C fino ad evaporazione completa del cloroformio.
A 180 mg di questa miscela si aggiungono 20 mg di allumina avente diametro medio delle particelle di 1 μm e si mescola accuratamente.
Si aggiungono ancora 200 mg di monogliceride stearato e si mescola ulteriormente.
La miscela coi ottenuta viene introdotta in un tubo di vetro senza fondo avente diametro interno di 2 mm e viene pressata con una bacchetta di vetro. La superficie della base viene poi levigata usando un foglio di carta.
Si crea quindi un contatto elettrico mediante un filo di rame ed il trasduttore così ottenuto viene testato con un voltamperometro ciclico nelle seguenti condizioni: 0.1M fosfato di sodio pH 6.5. scansione 100 mV/s, strumentazione Amel-mod.433V, elettrodo di riferimento a calomelano saturo (SCE), elettrodo a Pt.
Il voltamperogramma ciclico è riportato nella figura 2, Esempio 2
Preparazione di un trasduttore
La polvere di grafite viene addizionata a 1,1'-dimetil-ferrocene come descrìtto nell'Esempio 1. Il prodotto ottenuto (200 mg) viene mescolato completamente con 100 μΐ di Nafion® al 5% (ALDRICH CAT. N. 27,470-4) e poi con monogliceride stearato (200 mg) . Questa miscela viene introdotta in un tubo di vetro e testata alle stesse condizioni di cui all'Esempio 1.
Il voltamperogramma ciclico è riportato nella figura 3-Esempio 3
Preparazione di un biosensore del tipo "bulk" per il glucosio La polvere di grafite viene addizionata a 1,1'-dimetil-ferrocene allo stesso modo come descritto nell'Esempio 1. La miscela ottenuta (200 mg) viene mescolata completamente con 100 μl di Nafion® (ALDRICH CAT. N. 27,470-4). Il prodotto così ottenuto (190 mg) viene mescolato con l'enzima glucosio ossidasi (10 mg.
Sigma,
Cat. No. G-7016) .e poi con monogliceride stearato (200 mg). Questa miscela viene introdotta in un tubo di vetro, pressata con una bacchetta metallica e la superficie della base viene levigata su carta comune. Il biosensore così ottenuto viene ricoperto con una membrana per dialisi (Spectrapore MWCO 6000-8000) utilizzando un 0-ring. Il biosensore viene polarizzato a 250 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta in una soluzione tampone (0,1 M sodio Fosfato pH=6,5) sotto flusso di azoto (per evitare l'effetto dell'ossigeno) a diverse concentrazioni di glucosio. La relazione tra la concentrazione di glucosio e la intensità di corrente è riportata nella figura 4. Il risposta è lineare fino alla concentrazione di 12 mM. L'equazione per la parte lineare della risposta è I = 0,013 mM 0,364 c, dove I è l'intensità di corrente [μΑ] e c è la concentrazione di glucosio espressa in mM, con il coefficiente di regressione r = 0,9997·
E' stata misurata anche la stabilità di questo biosensore. Il biosensore è stato polarizzato a 250mV vs. SCE in una soluzione tamponata di glucosio (4mM) saturata con azoto. La risposta è stata registrata dopo diversi tempi di polarizzazione. La relazione tra la sensitività relativa ed il tempo di polarizzazione è mostrata nella Figura 5 (curva 1).
Esempio 4 (confronto)
E' stato ripetuto l'esempio 3 con la differenza che è stata omessa l'aggiunta del Nafiori®. La stabilità del biosensore è stata valutata come nell'esempio 3· La Figura 5 (curva 2) mostra che la stabilità del biosensore è molto inferiore rispetto a quella del biosensore nel quale è stata incorporata la sostanza in grado di legare il mediatore chimico.
Esempio 5 (Confronto)
E' stato ripetuto l'esempio 3 con la differenza che è stato omesso il monogliceride stearato. Per dare consistenza al trasduttore è stata aggiunta alla miscela della cera comune. La stabilità del biosensore è stata valutata come nell'esempio 3-Dalla figura 5 (curva 3) si osserva che in assenza di un adatto composto lipidico, il biosensore è molto meno stabile.
Esempio 6
La polvere di grafite viene addizionata al mediatore chimico come descritto nell'Esempio 1. Il prodotto (45 mg) viene mescolato con allumina (10 mg), glucosio ossidasi (4 mg), ed estere del colesterolo con acido oleico (42 mg, Sigma Cat. N. 09253) · La miscela viene introdotta in un tubo di vetro senza fondo avente diametro interno di 2 mm e viene pressata con una bacchetta di metallo. La superficie della base viene poi levigata usando un foglio di carta comune. Il biosensore così ottenuto viene ricoperto con una membrana da dialisi (Spectropore MWCO 6000-8000) utilizzando un 0-ring. L’elettrodo viene polarizzato a 300 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta in una soluzione tampone (0.1M sodio fosfato, pH=6.5) sotto flusso di azoto (per evitare l'effetto dell'ossigeno) a diverse concentrazioni di glucosio. La relazione tra la concentrazione di glucosio e l'intensità di corrente è riportata nella Figura 6.
Esempio 7
La polvere di grafite viene addizionata al mediatore chimico come descritto nell'Esempio 1. Il prodotto (45 mg) viene mescolato con allumina (10 mg), glucosio ossidasi (4 mg), e lecitina (30 mg, Fluka Cat. N.61755)· La miscela viene introdotta in un tubo di vetro senza fondo avente diametro interno di 2 mm e viene pressata con una bacchetta di metallo. La superficie della base viene poi levigata usando un foglio di carta comune. Il biosensore così ottenuto viene ricoperto con una membrana da dialisi (Spectropore MWCO 6000-8000) utilizzando un o-ring. L'elettrodo viene polarizzato a 300 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta in una soluzione tampone (0.1M sodio fosfato, pH=6-5) sotto flusso di azoto (per evitare l'effetto dell'ossigeno) a diverse concentrazioni di glucosio. La relazione tra la concentrazione di glucosio e l'intensità di corrente è riportata nella Figura 7-Esempio 8
La polvere di grafite viene addizionata a tetratiofulvalene (Aldrich Cat. N. 18,318-0) come descritto nell'Esempio 1. Il prodotto (45 mg) viene mescolato con allumina (10 mg), glucosio ossidasi (4 mg), e monogliceride stearato (45 mg). La miscela viene introdotta in un tubo di vetro senza fondo avente diametro interno di 2 mm e viene pressata con una bacchetta di metallo. La superficie della base viene poi levigata usando un foglio di carta comune. Il biosensore così ottenuto viene ricoperto con una membrana da dialisi (Spectropore MWCO 6000-8000) utilizzando un 0-ring.
L'elettrodo viene polarizzato a 300 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta in una soluzione tampone (0.1M sodio fosfato, pH=6.5) sotto flusso di azoto (per evitare l'effetto dell'ossigeno) a diverse concentrazioni di glucosio. La relazione tra la concentrazione di glucosio e 1'intensità di corrente è riportata nella Figura 8.
Esempio 9
Preparazione di un biosensore del tipo "bulk" per etanolo
1. Preparazione di cellule di Gluconobacter oxydans
Le cellule di Gluconobacter oxydans CCM 1783 vengono fatte crescere in un mezzo di coltura (100 g di glicerolo, 5 g di estratto di lievito per 1 litro, acqua di rubinetto) a 30°C. Al termine della fase esponenziale (OD650 = 0,6) la sospensione viene centrifugata (5 min a 4500 rpm), lavata tre volte con una soluzione di NaCl (10 g/1) ed essiccata sotto vuoto.
2. Preparazione del biosensore
La polvere di grafite viene addizionata al mediatore chimico come descritto nell'Esempio 1. Il prodotto (200 mg) viene mescolato con 100 pi di Nafiori® al 5%· La miscela finale (120 mg) viene mescolata con 9 mg della biomassa essiccata del Gluconobacter oxydans e poi con monogliceride stearato (120 mg).
Il biosensore così ottenuto è stato sperimentato nella determinazione dell'etanolo con i risultati riportati nella figura 9·
Esempio 10
Preparazione di un biosensore per il glucosio con strato di glucosio ossidasi.
Il trasduttore viene preparato come descritto nell'Esempio 2. Successivamente viene applicata sulla superficie di base del trasduttore la glucosio ossidasi (2 pi, 100 mg/ml).
Dopo l'essiccamento, il biosensore così ottenuto viene ricoperto con una membrana per dialisi (Spectrapore MWCO 6000-8000) utilizzando un 0-ring. Il biosensore viene polarizzato a 250 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta in una soluzione tampone (0,1 M sodio fosfato, pH=6,5) sotto flusso di azoto (per evitare l'effetto dell'ossigeno) a diverse concentrazioni di glucosio. La relazione tra la concentrazione di glucosio e l'intensità di corrente è riportata nella figura 10.
Esempio 11
Preparazione di un biosensore per etanolo con strato di cellule di Gluconobacter oxydans
1. Preparazione di cellule Gluconobacter oxydans
Le cellule di Gluconobacter oxydans CCM 1783 vengono fatte crescere nelle stesse condizioni descritte nell'Esempio 9· Al termine della fase esponenziale (OD650 = 0,6) una parte della sospensione (25 ml) viene centrifugata (5 min a 4500 rpm), lavata tre volte con una soluzione di NaCl (10 g/1) e alla fine risospesa nella stessa soluzione di NaCl (1 mi).
2. Preparazione del biosensore
Un disco di carta da filtro viene appoggiato su una piastra Petri e imbevuto di soluzione di NaCl. Sopra la carta da filtro imbevuta viene applicato un disco di membrana per microfiltrazione (Millipore, porosità HA 45 μm, diametro 5 min) e sulla membrana viene applicata una sospensione di Gluconobacter oxydans (10 μΐ). Dopo assorbimento del liquido, il disco viene applicato alla superficie di base del trasduttore preparato come nell'esempio 2 e fissato con l'aiuto di una rete di nylon e un 0-ring.
Il biosensore così ottenuto viene polarizzato a 250 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta del biosensore in una soluzione tampone (0,1 M sodio fosfato, pH=6,5) sotto flusso azoto (per evitare l'effetto dell'ossigeno) a diverse concentrazioni di etanolo. La relazione tra la concentrazione di etanolo e l’intensità di corrente è riportata nella figura 11.
Esempio 12
Preparazione di un biosensore per etanolo basato su alcooldeidrogenasi NAD-dipendente.
La polvere di grafite viene addizionata a 1,1'-dimetil ferrocene come descritto nell'esempio 1. La miscela ottenuta (40 mg) viene mescolata completamente con allumina (10 mg), NAD (5 mg, Fluka, Cat. N° 43407) ed alcool-deidrogenasi (3 mg. Sigma Cat. N°A7011). Il prodotto così preparato viene mescolato con monogliceride stearato (42 mg) e la miscela ottenuta viene introdotta in un tubo di vetro, pressata con una bacchetta di vetro e la superficie della base viene levigata su carta comune. Il biosensore cosi ottenuto viene ricoperto con una membrana di dialisi (Spectrapore MWCO 6000-8000) utilizzando un 0-ring. Il biosensore viene polarizzato a 250 mV vs. SCE. Viene registrata la risposta in una soluzione tampone (0.5 M Tris HC1, pH 8.8) a diverse concentrazioni di etanolo. La relazione tra la concentrazione di etanolo e la intensità di corrente è riportata in Figura 12.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. bosensore elettrochimico basato su un nuoνο trasduttore composito, atto ad essere impiegato a scopo analitico, caratterizzato dal fatto che detto trasduttore è costituito da una miscela pressata in forma compatta comprendente: - un materiale conduttore di elettricità, in forma di polvere o granuli , - un mediatore chimico, - una sostanza in grado di legare detto mediatore chimico, e - un composto lipidico contenente anche gruppi idrofili, e che detto biosensore è ottenuto mediante incorporazione di un biocatalizzatore in detta miscela oppure mediante applicazione di uno strato di biocatalizzatore sulla superficie di detto trasduttore.
  2. 2. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto materiale conduttore di elettricità è scelto dal gruppo di metalli comprendente oro, platino e palladio e loro leghe.
  3. 3. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto materiale conduttore di elettricità è la grafite.
  4. 4. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto mediatore chimico è scelto dal gruppo costituito da citocromi, chinoni, composti organici conduttori, composti aromatici elettronatrattori . composti aromatici elettrondonatori, coloranti organici e metalloceni.
  5. 5- Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto mediatore chimico è un ferrocene .
  6. 6. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta sostanza in grado di legare detto mediatore chimico è una sostanza avente caratteristiche di adsorbimento o di scambio ionico.
  7. 7. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta sostanza in grado di legare detto mediatore chimico è scelta nel gruppo comprendente gel di silice, allumina e Nafioii®.
  8. 8. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto composto lipidico è scelto dal gruppo comprendente i monoesteri di glicerolo con acidi grassi da 12 a 24 atomi di carbonio, lecitina ed esteri del colesterolo con acidi grassi da 12 a 24 atomi di carbonio.
  9. 9- Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta miscela ha la seguente composizione quantitativa: materiale conduttore da 20 a 80% in peso, mediatore chimico da 0,5 a 30% in peso, sostanza in grado di legare detto mediatore chimico da 1 a 30% in peso quando detta sostanza è silice o allumina e da 0,5 a 5% in peso quando detta sostanza è il Nafion® e composto lipidico da 10 a 80 % in peso.
  10. 10. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta miscela ha la seguente composizione quantitativa: materiale conduttore da 30 a 60% in peso, mediatore chimico da 1 a 10% in peso, sostanza in grado di legare detto mediatore chimico da 5 a 20% in peso quando detta sostanza è silice o allumina e da 1 a 3% in peso quando detta sostanza è il Nafiori® e composto lipidico da 30 a 60 % in peso.
  11. 11. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto biocatalizzatore è presente in quantità compresa fra 1 e 30 % in peso rispetto a detta miscela.
  12. 12. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto biocatalizzatore è scelto dal gruppo di enzimi costituito da glucosio ossidasi, galattosio ossidasi, giocoliate ossidasi, alcool ossidasi, colesterolo ossidasi, polifenilossidasi , lipossigenasi , perossidasi, catalasi, xantina ossidasi e piruvato ossidasi.
  13. 13. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto biocatalizzatore è scelto dal gruppo di enzimi che necessitano della presenza di un cofattore costituito da glucosio deidrogenasi, alcool deidrogenasi, fruttosio deidrogenasi. malato deidrogenasi, lattato deidrogenasi, mannitolo deidrogenasi, isocitrato deidrogenasi, glicerolo deidrogenasi, galattosio deidrogenasi e glucosio fosfato deidrogenasi.
  14. 14. Biosensore elettrochimico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto biocatalizzatore è scelto dal gruppo di cellule costituito da Gluconobacter oxidans, Escherichia coli, Aspergillus niger, Pseudomonas fluorescens, Trichosporon brassicae, Saccharomices cerevisiae, Brevibacterium lactofermentum , Enterobacter agglomerans, Leuconostoc mesenteroides e Nocardia erythropolis·
  15. 15. Procedimento per la preparazione di un nuovo biosensore elettrochimico basato su un nuovo trasduttore composito secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto trasduttore è preparato secondo i seguenti stadi: a) il materiale conduttore di elettricità viene miscelato con il mediatore chimico, b) alla miscela ottenuta viene miscelata la sostanza in grado di legare il mediatore chimico, c) alla miscela ottenuta nello stadio b) viene miscelato il composto lipidico, d) la miscela ottenuta nello stadio c) viene pressata in forma compatta ottenendo cosi il trasduttore, e dal fatto che detto biosensore è preparato applicando alla superficie di detto trasduttore uno strato di biocatalizzatore oppure miscelando il biocatalizzatore alla miscela ottenuta nello stadio b) e procedendo poi secondo gli stadi c) e d).
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