ITMI20131218A1 - Nuovi ureido derivati di acidi naftalensolfonici - Google Patents

Nuovi ureido derivati di acidi naftalensolfonici

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ITMI20131218A1
ITMI20131218A1 IT001218A ITMI20131218A ITMI20131218A1 IT MI20131218 A1 ITMI20131218 A1 IT MI20131218A1 IT 001218 A IT001218 A IT 001218A IT MI20131218 A ITMI20131218 A IT MI20131218A IT MI20131218 A1 ITMI20131218 A1 IT MI20131218A1
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IT
Italy
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methyl
amino
carbamoyl
indole
carbonyl
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IT001218A
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Prishilla Biswas
Paolo Cozzi
Daniela Jabes
Nicola Mongelli
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Need Pharma Srl
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    • C07D403/00Heterocyclic compounds containing two or more hetero rings, having nitrogen atoms as the only ring hetero atoms, not provided for by group C07D401/00
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    • CCHEMISTRY; METALLURGY
    • C07ORGANIC CHEMISTRY
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    • C07D209/04Indoles; Hydrogenated indoles
    • C07D209/30Indoles; Hydrogenated indoles with hetero atoms or with carbon atoms having three bonds to hetero atoms with at the most one bond to halogen, directly attached to carbon atoms of the hetero ring
    • C07D209/42Carbon atoms having three bonds to hetero atoms with at the most one bond to halogen, e.g. ester or nitrile radicals

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Description

DESCRIZIONE dell’Invenzione avente per titolo:
“NUOVI UREIDO DERIVATI DI ACIDI NAFTALENSOLFONICI”
DESCRIZIONE
A partire dal 1981, anno della scoperta dell’AIDS (Acquired Immuno Deficiency Syndrome/Sindrome dell’ImmunoDeficienza Acquisita), si stima che vi siano ad oggi 33,4 milioni di persone nel mondo che vivono con l'HIV (Human Immunodeficiency Virus/Virus dell’Immunodeficienza acquisita)/AIDS, con 2,7 milioni di nuove infezioni HIV all'anno e 2,0 milioni di decessi annuali a causa di AIDS (AIDS epidemic update, WHO 2009). Secondo il rapporto UNAIDS del 2009, in tutto il mondo vi sono state circa 60 milioni di persone contagiate sin dall'inizio della pandemia, con circa 25 milioni di morti e 14 milioni di bambini rimasti orfani nel solo territorio del Sudafrica (UNAIDS. 09 GLOBAL FACTS & FIGURES -Unaids).
Il primo farmaco in grado di arginare gli effetti della sindrome, fu la zidovudina (o AZT), un inibitore della trascrittasi inversa, disponibile a partire dal 1987. La tendenza del virus a sviluppare mutazioni resistenti e l'alta tossicità del farmaco portarono all'abbandono della monoterapia nel 1991, in seguito alla messa in commercio di una nuova terapia a due farmaci (biterapia). Dal 1996 infine, la scoperta degli inibitori della proteasi (N Engl J Med 338 (13): 853-60) ha permesso un nuovo protocollo farmacologico altamente efficace, basato su tre inibitori virali (triterapia), che rappresenta l’attuale terapia standard, detta HAART (Highly Active Antiretroviral Terapy/Terapia Antiretrovirale altamente efficace).
L’uso di HAART ha impattato significativamente sull’epidemia di AIDS, soprattutto nei Paesi industrializzati. Tuttavia il limite della terapia antiretrovirale è esasperato dalla complicazione dei regimi terapeutici, dallo sviluppo di varianti resistenti tra i ceppi isolati di HIV-1 (Clavel F and Hance AJ: N.Engl. J. Med. 2004, 350, 1023-1035), e da numerosi effetti collaterali (Deeks SG et Al, JAMA 1997, 277, 145-153). Esistono quattro strategie di attacco del ciclo virale che vengono prese in considerazione negli studi volti allo scopo di individuare nuovi farmaci:
i) attacco del virus ed ingresso nella cellula ospite, che avviene tramite una proteina di superficie nota come CD4, presente sulla superficie di alcune cellule immunitarie; ii) trascrizione inversa ed integrazione, che usa l’RNA virale per sintetizzare DNA a singola elica, che viene poi duplicato, migra nel nucleo della cellula ospite e si integra nel suo genoma;
iii) trascrizione e traduzione, quando il DNA pro-virale viene trascritto in DNA messaggero e successivamente tradotto in proteine virali, che saranno poi modificate da una proteasi dell’HIV;
iv) assemblaggio e rilascio, quando le proteine virali vengono assemblate nel citoplasma e nuove particelle virali vengono rilasciate dalla superficie cellulare al circolo.
Molti farmaci attualmente in commercio, agiscono sia sulla trascrittasi inversa che sulla proteasi. Tuttavia, questi trattamenti non sono ben tollerati oltre al fatto che, sempre più, aumentano le preoccupazioni sugli effetti metabolici a lungo termine, in particolare sul metabolismo dei grassi, degli inibitori di proteasi.
La terapia tipica consiste oggi nella somministrazione di due inibitori nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI) più un inibitore della proteasi o un inibitore non nucleosidico della trascrittasi inversa (NNRTI). Poiché la progressione della malattia da HIV nei bambini è più rapida che negli adulti, per i primi i protocolli prevedono un trattamento più aggressivo (Working Group on Antiretroviral Terapy and Medical Management of HIV-Infected Children, 3 novembre 2005). Nei paesi sviluppati, dove la terapia HAART è disponibile, i medici valutano la carica virale, la conta dei CD4, la velocità di decadimento di quest'ultima e le condizioni cliniche del paziente prima di decidere quando iniziare il trattamento. Tradizionalmente, il trattamento è stato consigliato ai pazienti asintomatici quando la conta delle cellule CD4 risultava inferiore a 200-250 unità per millilitro di sangue. Tuttavia, iniziare il trattamento prima (ad un livello di CD4 di 350 cellule/μL) può ridurre significativamente il rischio di morte.
Gli obiettivi standard della HAART includono il miglioramento della qualità della vita del paziente, la riduzione delle complicanze e la riduzione della viremia al di sotto del limite di rivelazione. La terapia non comporta però né la cura della malattia né impedisce il ritorno, una volta che il trattamento venga interrotto, di alti livelli ematici di HIV, spesso resistente ad ulteriori cicli di terapia (Proc Natl Acad Sci U S A 97 (20): 10948-53; Ann. Intern. Med.137 (5 Pt 2): 381–433).
Nonostante questo, molti individui infetti da HIV hanno beneficiato di notevoli miglioramenti nel loro stato di salute generale e nella qualità della vita, con una forte diminuzione della morbilità e mortalità associata al virus HIV (N. Engl. J. Med.338 (13): 853–860; AIDS 17 (5): 711–720). In assenza della terapia HAART, la progressione da infezione da HIV all'AIDS si verifica in una mediana compresa tra i 9 e i 10 anni mentre la sopravvivenza mediana, dopo aver sviluppato l'AIDS, è di 9,2 mesi solamente (AIDS 16 (4): 597–632).
Con queste premesse, l’identificazione di nuove classi di farmaci attivi sull’HIV che siano caratterizzati da nuovi meccanismi d’azione e da un profilo tossicologico favorevole, rappresenta un obbiettivo indispensabile.
Dopo l’identificazione del CD4 come recettore principale per l’ingresso del virus HIV nelle cellule immunitarie, divenne presto evidente che CD4 da solo non poteva instaurare un’infezione produttiva. I recettori trans-membrana delle chemochine CXCR4 e CCR5 sono stati successivamente identificati come co-recettori per l’ingresso dell’HIV-1 (Bleul CC et Al. Nature 1996, 382, 829-833). L’infezione da HIV-1 inizia dall’attacco della glicoproteina del capside virale, gp120, al CD4 sulla cellula ospite. Il legame a CD4 attiva un cambio conformazionale in gp120, che espone un sito di legame per un recettore di chemochine che agisce come corecettore (Trkola A et Al, Nature 1996, 384, 184-187). L’interazione col co-recettore attiva un riarrangiamento della subunità di trans-membrana della glicoproteina del capside, gp41, che porta alla fusione tra le membrane del virus e della cellula. I recettori chemochinici più importanti usati come co-recettori per l’ingresso di isolati di HIV-1, sono CCR5 e CXCR4. CCR5 è ad oggi ritenuto il co-recettore più importante per i ceppi con tropismo per i macrofagi, che sono normalmente trasmessi tra individui, mentre CXCR4 è ritenuto il co-recettore più importante per gli isolati con tropismo per linfociti T, che emergono diversi anni dopo l’infezione. Inoltre, il blocco della funzione di CCR5 non comporta necessariamente effetti per la salute dell’individuo, dato che circa l’1% dei Caucasici manca naturalmente di questo corecettore a causa di una mutazione che distrugge la proteina, senza conseguenze apparenti. Così, i due co-recettori di HIV-1 CCR5 e CXCR4 rappresentano nuovi bersagli terapeutici per lo sviluppo di nuove terapie anti-HIV.
Molti antagonisti di CCR5 sono stati investigati da parte delle industrie farmaceutiche, ma solo pochi sono stati testati nell’uomo. Ad esempio AstraZeneca, Novartis, Merck e Takeda hanno valutato larghe collezioni di molecole per lo sviluppo di potenti inibitori di CCR5, ma nessuno di questi inibitori risulta essere mai stato testato nell’uomo (Bioorganic & Medicinal Chemistry Letters 15 (22): 5012–5, Bioorganic & Medicinal Chemistry Letters 11 (2): 259–64; Journal of Medicinal Chemistry 47 (8): 1939–55; Antimicrobial Agents and Chemoterapy 49 (8): 3483–5).
Dei tre prodotti che sono stati valutati in studi clinici nell’uomo, Aplaviroc (GSK), Vicriviroc (Schering-Plough) e Maraviroc (Pfizer), solo quest’ultimo è stato approvato dall’FDA.
Nel circa 50% dei casi di individui infetti, sono stati individuati virus che possono usare CXCR4 oltre a CCR5 con associazione alla progressione della malattia. Tuttavia virus che utilizzano solo CXCR4 sono piuttosto rari (circa 1%). Quindi, in questi casi, un farmaco che agisca su CXCR4 potrebbe rappresentare un importante valore aggiunto per quei pazienti infettati con virus a tropismo CXCR4, sia dall’inizio della terapia che in combinazione con HAART, indipendentemente dalla presenza di un inibitore di CCR5.
Un principio attivo che inibisca entrambi i corecettori potrebbe quindi rappresentare un enorme vantaggio terapeutico, in quanto terrebbe sotto controllo virus che utilizzano entrambi i corecettori, limitando la comparsa di virus che utilizzano preferenzialmente CXCR4 in quei soggetti infettati con virus a tropismo CCR5.
Come detto in precedenza, la terapia standard per il trattamento di infezione da HIV prevede attualmente la somministrazione simultanea di numerosi farmaci, per lo più per via orale, con la necessità, da parte del paziente, di ingerire un numero elevato di compresse diverse volte al giorno. Questo schema posologico può rappresentare un limite importante per il paziente che, per aderire correttamente al protocollo, deve seguire schemi giornalieri complessi, che, se non rispettati, possono portare ad inefficacia terapeutica o alla selezione di ceppi virali resistenti. Non va inoltre dimenticato che i pazienti con AIDS spesso soffrono di mucositi diffuse, in particolare a carico del cavo orale, dovute ad infezioni micotiche, che possono impedire o comunque ostacolare e rendere problematica la deglutizione delle compresse. Vie alternative per la somministrazione di nuovi farmaci anti-HIV rappresentano quindi un importante contributo per aumentare l’adesione del paziente al protocollo terapeutico, con evidenti conseguenze positive sull’efficacia della terapia stessa.
Scopo quindi della presente invenzione è quello di mettere a disposizione un principio attivo che possa essere impiegato nella terapia anti-HIV che presenti facilità di somministrazione.
Ulteriore scopo della presente invenzione è quello di mettere a disposizione un principio attivo che possa essere impiegato nella terapia anti-HIV che risulti altamente efficace nell’inibizione del co-recettore CXCR4 oltre che nell’inibizione di CCR5.
Ancora scopo dell’invenzione è quello di mettere a disposizione un principio attivo che possa essere impiegato nella terapia anti-HIV che sia caratterizzato da un buon profilo tossicologico e che risulti quindi assai più tollerabile dei farmaci attualmente disponibili in commercio.
Questi ed altri scopi ancora e relative vantaggi che meglio saranno chiariti dalla descrizione che segue vengono raggiunti dai composti secondo l’invenzione, che hanno la seguente formula generale (I):
(I)
dove:
A1, A2, A3, A4 sono indipendentemente scelti tra: pirrolo, pirazolo or o indolo, a patto che almeno uno tra detti A1, A2, A3 e A4 sia un indolo;
n1, n2, n3, n4 sono scelti indipendentemente uguali a 0,1,2 a patto che la somma di detti n1, n2, n3, n4 sia compresa tra 2 e 6;
R è un residuo di acido solfonico;
m è un numero intero compreso tra 1 e 3.
I sali farmaceuticamente accettabili di detti composti di formula (I) sono pure oggetto dell’invenzione. Esempi di sali farmaceuticamente accettabili sono ad esempio quelli tra I composti di formula (I) e basi inorganiche, quali idrossidi di sodio, potassio, calcio e alluminio, nonchè quelli con basi organiche quali, ad esempio, lisina, arginina, N-metil-glucammina, trietilammina, trietanolammina, dibenzilammina, metilbenzilammina, d-(2-etil-esil)-amina, piperidina, N-etilpiperidina, N,N-di etilaminoetilamina, N-etilmorfolina, 3-fenetilammina, N-benzil-3-fenetilammina, N-benzil-N,N- dimetilammina.
I composti di formula (I) sono derivati ureici dell’acido ammino-naftalensolfonico e sono vantaggiosamente impiegati come principi attivi ad attività antivirale, in particolare contro il virus dell’immunodeficienza umana acquisita (HIV).
I composti preferiti secondo la presente invenzione, sono quelli appartenenti alla formula generale (I) dove:
n1, n2, n3, n4 sono scelti indipendentemente tra 0 e 1, a patto che la somma di detti n1, n2, n3, n4 sia compresa tra 2 e 4;
A1, A2, A3, A4 sono scelti tra pirrolo e indolo, a patto che almeno uno di detti A1, a2, A3, A4 sia un indolo;
R è un residuo di acido solfonico;
m è un numero intero tra 1 e 3.
Esempi specifici dei composti preferiti secondo l’invenzione, sono i seguenti:
acido 7-{[(4-{[5-({[2-({5-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}carbonil)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}-1-metil-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico
acido 7-[({5-[({2-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)ammino]-1-metil-1H-indol-2-il}carbonil)ammino]naftalene-1,3-disolfonico
acido 7-({[5-({[4-({[5-({2-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)-1-metil-1H-pirrol-3-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,3-disolfonico
acido 4-({[4-({[5-({[2-({5-[(4,6-disolfonaftalen-1-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}ammino)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,7-disolfonico
acido 7-({[1-metil-4-({[1-metil-5-({[1-metil-2-({1-metil-5-[(4,6,8-trisolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1H-pirrol-3-il}carbamoil)-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,3,5-trisolfonico
e i loro sali farmaceuticamente accettabili, in particolare i sali di sodio e potassio.
Particolarmente preferito, secondo la presente invenzione, è il composto avente la seguente formula (VII):
Acido 7-({[4-({[5-({[2-({5-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}ammino)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1-H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalen-1,3-disolfonico
I composti secondo l’invenzione e i loro sali corrispondenti, possono essere preparati mediante un procedimento che comprende la reazione tra un composto di formula (II) come qui di seguito indicato:
(II)
dove Ai può essere indipendentemente A1, A2, A3 o A4 come sopra definiti e ns può essere indipendentemente n1, n2, n3 o n4 come sopra definiti, o un suo sale corrispondente, ed un composto di formula (III) come qui di seguito riportato:
X X
O
(III)
dove ciascuno dei gruppi X, che possono essere uguali o diversi tra loro, è scelto con caratteristiche di buon gruppo uscente. Al termine della reazione tra il composto di formula (II) e quello di formula (III), se richiesto, è possibile procedere alla salificazione del composto di formula (I) così ottenuto. In aggiunta, è possibile ottenere il composto di formula (I) in forma libera dal sale corrispondente.
Anche nel caso del composto di formula (II), i sali corrispondenti possono essere sali con basi inorganiche, ad esempio quelli più sopra menzionati, mentre per quanto riguarda i sali farmaceuticamente accettabili, i sali di sodio e potassio sono i preferiti. Per quanto riguarda la terminologia relativa a “buon gruppo uscente” come sopra indicato in occasione della definizione del sostituente X alla formula (III), tale terminologia indica gruppi ad esempio scelti tra atomi di alogeno quali in particolare cloro, oppure altri gruppi facilmente sostituibili quali, ad esempio, imidazolo, triazolo, p-nitrofenilossi, triclorofenilossi o triclorometilossi.
La reazione tra il composto di formula (II) o un suo sale ed il composto di formula (III), può essere realizzata secondo metodi noti, in particolare seguendo le indicazioni che si trovano nei testi di chimica organica per la sintesi dei derivati ureici. Preferibilmente, quando nei composti di formula (III) X è scelto uguale ad alogeno, ad esempio cloro, la reazione può essere realizzata in un rapporto molare tra composto (II) o suo sale e composto (III) da circa 1:1 a circa 1:4.
La reazione è preferibilmente realizzata in solventi organici quali dimetilacetammide, dimetilsolfossido, esametilfosforammide, preferibilmente dimetilformammide, o loro miscele acquose, oppure loro miscele acqua/diossano o acqua/toluene, sia in presenza di una base organica quale ad esempio trietilammina o diisopropiletilammina, che in presenza di una base inorganica, quale ad esempio bicarbonato di sodio o acetato di sodio.
La temperatura di reazione può variare tra circa -10°C e circa 50°C e i tempi di reazione possono variare tra circa 1 ora a circa 12 ore.
I composti di formula (I), preparati secondo i procedimenti sopra indicati, possono essere purificati seguendo metodi convenzionali quali cromatografia su colonna di gel di silice o di allumina e/o per ri-cristallizzazione da solventi organici quali, ad esempio, alcoli alifatici a bassa catena o dimetilformammide.
Analogamente, la salificazione dei composti di formula (I) può essere realizzata secondo tecniche note.
Anche i composti di formula (II) possono essere preparati seguendo la tecnica nota. Ad esempio, un composto di formula (II) può essere sintetizzato, secondo quanto noto al tecnico medio del settore, mediante reazione di riduzione di un composto avente la formula (IV) qui sotto riportata:
(IV)
dove ns e Ai sono come definiti sopra.
A loro volta, I composti di formula (IV) possono essere ottenuti per reazione tra un’ammina di formula (V)
54
<H>6 3
<2 N>(R)m
7 2
8 1
(V)
dove (R)m è definito come sopra, ed un composto di formula (VI)
O2N
X
Ai
O
<ns>(VI)
dove Ai, ns e X sono definiti come sopra.
Anche la reazione tra l’ammina di formula (V) e il composto di formula (VI) è ben nota dallo stato della tecnica.
L’invenzione verrà meglio descritta dai seguenti esempi di pratica realizzazione, dati a solo titolo indicative e non limitativo del presente trovato.
Esempio 1
Preparazione del sale tetrasodico dell’acido 7-{[(4-{[5-({[2-({5-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}carbonil)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}-1-metil-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico.
Ad una soluzione di 600 mg (1 mmole) di acido 7-{[(1-metil-4-{[(1-metil-5-ammino-1H-indol-2-il)carbonil]ammino}-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico in miscela acqua/diossano (20 ml, 1/1 v/v) che contiene 350 mg (4 mmoli) di NaHCO3, furono aggiunti goccia a goccia e sotto agitazione 55 mg (0,2 mmoli) di bis(triclorometil)carbonato. La miscela risultante venne lasciata sotto agitazione per 8 ore a temperatura ambiente. Vennero aggiunti 20 ml di diossano, ed il precipitato così ottenuto venne filtrato e lavato, con ottenimento di 850 mg , (resa 70%) di una polvere rossa.<1>H NMR (DMSO-d6) d ppm 3.62 (s, 3 H) 3.79 (s, 3 H) 3.82 (s, 3 H) 3.86 (s, 3 H) 6.25 (s, 1 H) 6.57 (s, 1 H) 6.57 (s, 1 H) 6.88 (s, 1 H) 7.00 (d, J=8.68 Hz, 1 H) 7.01 (s, 1 H) 7.22 (s, 1 H) 7.29 (d, J=8.68 Hz, 1 H) 7.38 (d, J=8.68 Hz, 1 H) 7.50 (d, J=8.68 Hz, 1 H) 7.54 (s, 1 H) 7.82 (s, 1 H) 8.21 (s, 1 H) 8.21 (s, 1 H) 8.44 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.44 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.46 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.46 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.73 (s, 1 H) 8.73 (s, 1 H) 8.87 (s, 1 H) 8.87 (s, 1H)
F.A.B. -M.S. Mlz 1194;M'+1; 1216, M++23;
Seguendo una procedura analoga, sono ottenuti i seguenti composti:
sale tetrasodico dell’acido 7-({[5-({[4-({[5-({2-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)-1-metil-1H-pirrol-3-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,3-disolfonico
sale tetrasodico dell’acido 4-({[4-({[5-({[2-({5-[(4,6-disolfonaftalen-1-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}ammino)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,7-disolfonico
sale esasodico dell’acido 7-({[1-metil-4-({[1-metil-5-({[1-metil-2-({1-metil-5-[(4,6,8-trisolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1H-pirrol-3-il}carbamoil)-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,3,5-trisolfonico
Esempio 2
Preparazione del sale tetrasodico dell’acido 7-[({5-[({2-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)ammino]-1-metil-1H-indol-2-il}carbonil)ammino]naftalene-1,3-disolfonico.
Ad una soluzione di 475 mg (1 mmole) di sale tetrasodico dell’acido 7-{[(5-ammino-1-metil-1H-indol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico in acqua (15 ml) e diossano (5 ml), fu aggiunto, sotto agitazione, NaHCO3(350 mg, 4 mmoli). La miscela di reazione venne raffreddata con un bagno di ghiaccio e quindi vennero aggiunti goccia a goccia e sotto agitazione 55 mg di bis(triclorometilcarbonato) e la miscela risultante venne mantenuta sotto agitazione per 8 ore a temperatura ambiente. In seguito, vennero aggiunti 25 ml di diossano, e si ottenne un precipitato che venne lavato e filtrate, con ottenimento di 399mg, (resa 75%) del composto desiderato come polvere arancione.
1H NMR (400 MHz, Solvente) δppm 3.86 (s, 3 H) 3.86 (s, 3 H) 6.78 (s, 1 H) 6.78 (s, 1 H) 7.37 (sc, J=8.68 Hz, 1 H) 7.38 (d, J=8.68 Hz, 1 H) 7.38 (sc, J=8.68 Hz, 1 H) 7.50 (d, J=8.68 Hz, 1 H) 7.82 (s, 1 H) 7.82 (s, 1 H) 8.21 (s, 2 H) 8.44 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.44 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.46 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.46 (sc, J=8.58 Hz, 1 H) 8.73 (s, 2 H) 8.82 (s, 2 H)
F.A.B. -M.S. Mlz 977;M'+1; 999, M++23;
Seguendo analoga procedura, si ottennero anche i seguenti composti:
sale tetrasodico dell’acido 4-[({5-[({2-[(4,6-disolfonaftalen-1-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)ammino]-1-metil-1H-indol-2-il}carbonil)ammino]naftalene-1,7-disolfonico
sale esasodico dell’acido 7-[({1-metil-5-[({1-metil-2-[(4,6,8-trisolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1H-indol-5-il}carbamoil)ammino]-1H-indol-2-il}carbonil)ammino]naftalene-1,3,5-trisolfonico
Esempio 3
Preparazione dell’acido 7-[({4-[(5-ammino-1-metil-1H-indol-2-il)carbonil]-1-metil-1H-pirrol-2-il}carbonil)ammino]naftalene-1,3-disolfonico.
Ad una soluzione di 630 mg (1 mmole) di acido 7-{[(1-metil-4-{[(1-metil-5-nitro-1H-indol-2-il)carbonil]ammino}-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico in 40 ml di acqua, furono aggiunti acido cloridrico 1M (1 mmole) e 10% Pd su carbone. La sospensione venne sottoposta a reazione di idrogenazione a 50 psi a temperatura ambiente per 8h e quindi fu filtrata e lavata, con ottenimento, dopo evaporazione del solvente, acido 7-{[(1-metil-4-{[(1-metil-5-ammino-1H-indol-2-il)carbonil]ammino}-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico (580 mg, resa 97%).
1H NMR (400 MHz, Solvente (DMSO-d6) δ ppm 3.70 - 3.97 (m, 8 H) 6.36 - 6.63 (m, 3 H) 6.84 (s, 1 H) 7.01 (s, 1 H) 7.14 (d, J=8.69 Hz, 2 H) 7.22 (s, 1 H) 8.21 (s, 1 H) 8.25 - 8.80 (m, 4 H) 8.87 (s, 2 H).
Seguendo analogo procedimento, si sono ottenuti seguenti composti:
acido 7-{[(5-ammino-1-metil-1H-indol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico
acido 7-{[(4-ammino-1-metil-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico
Esempio 4
Preparazione dell’acido 7-{[(1-metil-4-{[(1-metil-5-nitro-1H-indol-2-il)carbonil]ammino}-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico. Ad una soluzione raffreddata di 450 mg (1 mmole) di acido 7-{[(4-ammino-1-metil-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico in una miscela acquadiossano (10 ml, 1/4 v/v) che contiene NaHCO3(2 mmoli), venne aggiunto goccia a goccia 1-metil-5-nitro-1H-indole-2-carbonil cloruro (1 mmole) in diossano ( 3 ml). Dopo 2h a 0°C, la temperature di reazione venne lasciata risalire a temperatura ambiente e lasciata sotto agitazione per 6h. il precipitato risultante fu filtrato, lavato con diossano ed asciugato, con ottenimento di una polvere rossa (510 mg, resa 80%).
1H NMR (400 MHz, Solvente) δ ppm 3.82 (s, 3 H) 3.88 (s, 3 H) 7.01 (s, 1 H) 7.05 (s, 1 H) 7.22 (s, 1 H) 7.54 (d, J=9.00 Hz, 1 H) 8.04 (d, J=9.00 Hz, 1 H) 8.18 (d, J=8.63 Hz, 1 H) 8.37 (d, J=8.63 Hz, 1 H) 8.37 (s, 1 H) 8.47 (s, 1 H) 8.63 (s, 1 H) 9.17 (s, 1 H).
Esempio 5
Preparazione dell’acido 7- {[ (1-metil-5-nitro-1H-indol-2-il) carbonil] ammino} naftalene-1,3-disolfonico.
Ad a soluzione mantenuta sotto agitazione di sale disodico dell’acido 7-amminonaftalene-1,3-disolfonico (192 mg, 0.5 mmoli) in 20 ml di acqua/diossano 1/1 v/v e 0.46 ml di NaOH 1N, furono aggiunti goccia a goccia 180 mg di 1-metil-5-nitro-1H-indol-2-carbonil cloruro in 2 ml di diossano. Dopo 2 ore a temperature ambiente il composto desiderato fu precipitato mediante aggiunta 10 ml di diossano.
Esempio 6
Preparazione di 1-metil-5-nitro-1H-indole-2-carbonil cloruro.
Una sospensione di 220 mg (1 mmole) di acido 1-metil-5-nitro-1H-indol-2-carbossilico (attualmente disponibile in commercio come Capot™) in 3 ml di diossano anidro contenente 0.5 ml di SOCl2, venne mantenuta all’ebollizione a riflusso. Il solvente venne quindi evaporato ed il residuo venne utilizzato senza ulteriori purificazioni.
I seguenti composti sono ottenuti da procedimenti analoghi:
1-metil-4-nitro-1H-pirrol-2-carbonil cloruro
I composti di formula generale (I) oggetto della presente invenzione, sono quindi nuovi inibitori del virus HIV e agiscono esplicando la loro azione inibitoria rispetto all’ingresso del virus nella cellula, legandosi ad entrambi i co-recettori CXCR4 e CCR5. Inoltre, i composti oggetto della presente invenzione sono caratterizzati da una farmacocinetica assai peculiare, in quanto, se somministrati per via endovenosa, inducono un’esposizione plasmatica estremamente prolungata nel tempo. Questo aspetto risulta particolarmente vantaggioso perché comporta la possibilità di effettuare un’unica somministrazione da ripetersi a distanza di 2-3 settimane. Tale caratteristica rappresenta un evidente vantaggio, non soltanto in termini di adesione al trattamento da parte del paziente che non è quindi più tenuto ad assumere oralmente altri farmaci, in aggiunta ai già numerosi necessariamente somministrati, ma implica anche una conseguente maggiore probabilità di efficacia ed una conseguente riduzione del rischio di selezionare ceppi resistenti.
I composti oggetto della presente invenzione possono quindi essere somministrati in unico dosaggio da ripetere non più di due volte al mese. Questo dato deve essere confrontato con il dosaggio delle attuali terapie farmacologiche in uso, che prevedono la somministrazione dei farmaci oralmente e quotidianamente. Dal momento che si tratta di terapie multi-farmaco, il paziente, come già detto, si trova a dover prendere numerose pastiglie tutti i giorni, con evidenti problemi e complicanza anche logistiche e pratiche. Utilizzando il principio attivo secondo la presente invenzione, è invece possibile, almeno per quanto riguarda la categoria terapeutica alla quale il principio attivo in oggetto è assoggettato, evitare sia la somministrazione orale che quella quotidiana, limitandone l’assunzione ad una volta ogni due settimane ed utilizzando la somministrazione alternativa a quella orale.
Con riferimento a quanto sopra descritto, i seguenti esempi sono riportati sempre a solo titolo esemplificativo e non limitativo della presente invenzione.
Esempio 7
Il composto (VII) è stato testato per la sua capacità di modulare la replicazione virale di HIV-1, sia di un ceppo che usa CXCR4 (IIIB) che di un ceppo che usa CCR5 (Bal) come corecettore, in aggiunta al recettore primario CD4.
Per le infezioni in vitro sono state usate cellule primarie, in specifico cellule mononucleate del sangue periferico da donatori sani pre-attivate per 48 ore con uno stimolo mitogenico (fitoemagglutinina) per consentire l’infezione da parte di HIV-1. Le cellule sono state incubate con i virus IIIB e Bal in assenza o presenza di concentrazioni scalari di composto (VII) per 30 minuti a 37 °C, poi sono state lavate per togliere il virus in eccesso, piastrate in triplicato in micropiastre di coltura ed il composto VII è stato riaggiunto ai pozzetti, alle concentrazioni in esame. Le colture di controllo sono state allestite in presenza di dimetilsolfossido (DMSO), il composto nel quale è stato disciolto il composto VII, per valutare più correttamente un effetto netto del composto. La replicazione virale è stata valutata tramite misurazione della proteina strutturale di HIV-1 p24 (espressa in ng/ml) tramite un test immunoenzimatico eseguito sui surnatanti di coltura raccolti al giorno 4 e 7 post infezione.
La Figura1 mostra i risultati di due esperimenti indipendenti: nel primo il composto (VII) secondo l’invenzione è stato testato a 30, 10 e 3µM (Figura 1 A/B), nel secondo a 10, 1 e 0.1µM (Figura 1 C/D). I grafici mostrano i valori di media del triplicato di coltura con la deviazione standard al giorno 4 e 7 dopo l’infezione.
Il composto (VII) dell’invenzione ha inibito completamente la replicazione sia di HIV-1 IIIB che di Bal alle concentrazioni di 30, 10 e 3µM (Figura 1A/B). La concentrazione 0.1µM non è risultata più efficace, mentre il composto (VII) a 1µM ha inibito ancora completamente IIIB, mentre ha perso quasi totalmente la capacità inibitoria verso Bal (Figura1 C/D). Questo dato sottolinea la maggiore efficacia del composto nei confronti di virus che usano come corecettore il recettore chemiochinico CXCR4.
Per valutare su quale fase del complesso ciclo replicativo di HIV-1 agisca il composto VII secondo il presente trovato, è stata utilizzata una metodica sofisticata, schematizzata nella Figura 2, che si focalizza specificamente solo sulla fase di ingresso di HIV-1 in cellule target.
Brevemente, una reazione colorimetrica si sviluppa quando si incontrano due popolazioni cellulari ingegnerizzate idoneamente ed in particolare una donatrice, che porta sulla superficie la glicoproteina di HIV-1 gp120 ed una target, corredata con il recettore primario CD4 e con uno dei corecettori, CXCR4 o CCR5. In questo caso si ha fusione delle cellule e la polimerasi T7 può passare dalla cellula donatrice a quella target nella quale va ad innescare la trascrizione di beta-galattosidasi con conseguente traduzione della proteina. Quest’ultima è quindi in grado di svolgere la sua azione enzimatica in presenza del substrato opportuno (CPRG, chlorophenol red-3-D galactopyranoside) sviluppando una reazione colorimetrica misurata tramite rilevazione della densità ottica (DO) a 570 nm.
I risultati di due esperimenti indipendenti sono mostrati nella Figura 3. Nel primo le cellule target sono fibroblasti di topo (3T3 in Figura 3 A/B), nel secondo le cellule target sono invece cellule epiteliali umane (HeLa, in Figura 3 C/D). I grafici mostrano i valori di media del triplicato di coltura con la deviazione standard. Si può constatare che il composto (VII) secondo la presente invenzione è in grado di inibire in modo concentrazione-dipendente la fusione mediata tramite gp120 sia di HIV-1 che usa CCR5 (Figura 3 B/D), che di HIV-1 che usa CXCR4 (Figura 3 A/C), essendo però più potente contro quest’ ultimo, in linea con quanto osservato nei sopra commentati esperimenti di inibizione della replicazione virale.
Si può pertanto affermare che il composto (VII) secondo l’invenzione, sia caratterizzato da una notevole capacità inibitoria nei confronti della replicazione di HIV-1 e che questo effetto si esplichi a livello dell’ingresso del virus in cellule target. Infine, l’effetto inibitorio è più marcato nei confronti di HIV-1 che usa il corecettore CXCR4.
Analoghi risultati, per quanto riguarda la capacità inibitoria nei confronti della replicazione di HIV-1, sono stati osservati per altri tra i composti sintetizzati appartenenti alla formula generale (I).
Secondo la presente invenzione, i composti di formula (I), ed i loro sali farmaceuticamente accettabili, sono quindi impiegati come medicamenti, in particolare sono impiegati come principi attivi per la preparazioni di composizioni farmaceutiche che comprendano, inoltre, usuali eccipienti di tipo farmaceuticamente accettabile.
I composti di formula generale (I) e le composizioni farmaceutiche che li comprendono come principi attivi, sono quindi impiegati nel trattamento delle infezioni da HIV.
Inoltre, sempre secondo la presente invenzione, i composti di formula generale (I) e le composizioni farmaceutiche che li comprendono come principi attivi, sono pure impiegati nei trapianti di midollo, nonché nel trattamento degli stati tumorali e nel trattamento degli stati infiammatori.
L’impiego dei composti di formula generale (I), ed in particolare del composto preferito (VII), è quindi rivolto principalmente al trattamento delle infezioni da HIV, in particolare da HIV-1.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Composti di formula generale (I) dove: A1, A2, A3, A4 sono indipendentemente scelti tra: pirrolo, pirazolo or indolo, a patto che almeno uno tra detti A1, A2, A3 e A4 sia un indolo; n1, n2, n3, n4 sono scelti indipendentemente uguali a 0,1,2 a patto che la somma di detti n1, n2, n3, n4 sia compresa tra 2 e 6; R è un residuo di acido solfonico; m è un numero intero compreso tra 1 e 3.
  2. 2. Composti secondo la rivendicazione 1, caratterizzati dal fatto che: n1, n2, n3, n4 sono scelti indipendentemente tra 0 e 1, a patto che la somma di detti n1, n2, n3, n4 sia compresa tra 2 e 4; A1, A2, A3, A4 sono scelti tra pirrolo e indolo, a patto che almeno uno di detti A1, a2, A3, A4 sia un indolo; R è un residuo di acido solfonico; m è un numero intero tra 1 e 3.
  3. 3. Composto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che ha la seguente formula (VII): (VII)
  4. 4. Acido 7-({[4-({[5-({[2-({5-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}ammino)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1-H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalen-1,3-disolfonico
  5. 5. Composto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che è scelto tra: acido 7-{[(4-{[5-({[2-({5-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}carbonil)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}-1-metil-1H-pirrol-2-il)carbonil]ammino}naftalene-1,3-disolfonico ; acido 7-[({5-[({2-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)ammino]-1-metil-1H-indol-2-il}carbonil)ammino]naftalene-1,3-disolfonico ; acido 7-({[5-({[4-({[5-({2-[(6,8-disolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1-metil-1H-indol-5-il}carbamoil)-1-metil-1H-pirrol-3-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)-1-metil-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,3-disolfonico ; acido 4-({[4-({[5-({[2-({5-[(4,6-disolfonaftalen-1-il)carbamoil]-1-metil-1H-pirrol-3-il}ammino)-1-metil-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1-metil-1H-indol-2 il]carbonil}ammino)-1-metil-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,7-disolfonico; acido 7-({[1-metil-4-({[1-metil-5-({[1-metil-2-({1-metil-5-[(4,6,8-trisolfonaftalen-2-il)carbamoil]-1H-pirrol-3-il}carbamoil)-1H-indol-5-il]carbamoil}ammino)-1H-indol-2-il]carbonil}ammino)-1H-pirrol-2-il]carbonil}ammino)naftalene-1,3,5-trisolfonico.
  6. 6. Composti secondo le rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzati dal fatto che sono in forma di sali farmaceuticamente accettabili.
  7. 7. Composti secondo la rivendicazione 5, caratterizzati dal fatto che detti sali sono sali di sodio e potassio.
  8. 8. Procedimento per la preparazione dei composti di cui alla rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende la reazione tra un composto avente la seguente formula (II): (II) dove Ai è indipendentemente scelto come A1, A2, A3 o A4 e ns è indipendentemente scelto come n1, n2, n3 o n4, o un suo sale corrispondente, ed un composto avente la seguente formula (III): X X O (III) dove ciascuno di detti X, uguali o diversi tra loro, è scelto tra alogeno, imidazolo, triazolo, p-nitrofenilossi, triclorofenilossi, triclorometilossi.
  9. 9. Composti di cui alla rivendicazione 1, per l’uso come medicamenti.
  10. 10. Composti di cui alla rivendicazione 1, per l’uso nel trattamento delle infezioni da HIV.
  11. 11. Composti di cui alla rivendicazione 1, per l’uso nel trattamento delle patologie tumorali.
  12. 12. Composti di cui alla rivendicazione 1, per l’uso nel trattamento delle patologie di tipo infiammatorio.
  13. 13. Composti di cui alla rivendicazione 1, per l’uso nel trattamento delle patologie relative al trapianto di midollo osseo.
  14. 14. Composto di cui alla rivendicazione 3, per l’uso nel trattamento delle infezioni da HIV.
  15. 15. Composizioni farmaceutiche che comprendono almeno un composto di cui alla rivendicazione 1 come principio attivo, oltre agli usuali eccipienti di tipo noto.
  16. 16. Composizioni farmaceutiche che comprendono almeno un composto di cui alla rivendicazione 3 come principio attivo, oltre agli usuali eccipienti di tipo noto.
  17. 17. Composizioni farmaceutiche di cui alla rivendicazione 14 per l’uso come medicamento.
  18. 18. Composizioni farmaceutiche di cui alla rivendicazione 14, per l’uso nel trattamento delle infezioni da HIV.
  19. 19. Composizioni farmaceutiche di cui alla rivendicazione 15, per l’uso nel trattamento delle infezioni da HIV.
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