ITMI20130114A1 - Impianto di trattamento per materiale particellare - Google Patents

Impianto di trattamento per materiale particellare

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ITMI20130114A1
ITMI20130114A1 IT000114A ITMI20130114A ITMI20130114A1 IT MI20130114 A1 ITMI20130114 A1 IT MI20130114A1 IT 000114 A IT000114 A IT 000114A IT MI20130114 A ITMI20130114 A IT MI20130114A IT MI20130114 A1 ITMI20130114 A1 IT MI20130114A1
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    • F26DRYING
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    • F26B17/02Machines or apparatus for drying materials in loose, plastic, or fluidised form, e.g. granules, staple fibres, with progressive movement with movement performed by belts carrying the materials; with movement performed by belts or elements attached to endless belts or chains propelling the materials over stationary surfaces
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Description

Descrizione della domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo "Impianto di trattamento per materiale particellare"
La presente invenzione si riferisce ad un impianto per il trattamento (in particolare asciugatura o per il lavaggio-asciugatura) di materiale particellare. Qui con materiale particellare si intende una massa di piccole particelle (ad esempio, particelle nell’ordine di 1-50 mm). Più in particolare, il materiale può essere di tipo sostanzialmente granulare ossia con estensione tridimensionale oppure bidimensionale, vale a dire con spessore molto minore, per esempio di un fattore dieci, rispetto alle altre due dimensioni.
Ad esempio, l’impianto può essere vantaggiosamente impiegato per l’asciugatura di granuli o coriandoli di plastica in un impianto di riciclo della plastica. Tali particelle sono solitamente prodotte mediante sminuzzamento della plastica da riciclare realizzato per mezzo di mulini di macinazione con griglie di 1-50 mm e sono soggetti ad un ciclo di lavaggio e asciugatura.
Solitamente, negli impianti di riciclo il lavaggio avviene mediante immersione delle particelle e la successiva asciugatura prevede appositi tunnel di asciugatura ad aria calda.
Il lavaggio in tali impianti richiede perciò solitamente grandi quantità di acqua (che deve poi essere smaltita con opportuni trattamenti anti inquinamento) e la successiva asciugatura comporta un relativamente elevato dispendio energetico (con potenze installate anche di 150 kW per un impianto di medie dimensioni).
Tutto ciò riduce l’efficienza e il vantaggio del riciclo della plastica.
Scopo generale della presente invenzione à ̈ fornire un impianto per l’asciugatura o per il lavaggio-asciugatura di materiali particellare, in particolare granuli o coriandoli di plastica, che sia rapido ed efficiente. In vista di tale scopo si à ̈ pensato di realizzare, secondo l'invenzione, un impianto per il trattamento di materiale particellare, caratterizzato dal fatto di comprendere due superfici affrontate che definiscono una intercapedine fra di loro nella quale à ̈ destinato ad essere alimentato uno strato di materiale particellare, almeno un dispositivo di emissione di una lama di aria attraverso almeno una delle due superfici e mezzi per la movimentazione con un movimento relativo, in direzione trasversale alla estensione della lama d’aria, dello strato di materiale particellare rispetto al dispositivo di emissione della lama di aria, nel senso di favorire l’estrazione con il flusso di aria, attraverso almeno una delle due superfici, di acqua eventualmente presente nel materiale.
Sempre secondo l’invenzione, si à ̈ pensato di realizzare un metodo per il trattamento di materiale particellare, comprendente le fasi di alimentare uno strato di materiale in una intercapedine fra due superfici affrontate e assoggettare il materiale fra dette superfici ad una lama d’aria trasversale all’intercapedine e con velocità dell’aria superiore a 100 m/sec per estrarre eventuale acqua dal materiale.
Per rendere più chiara la spiegazione dei principi innovativi della presente invenzione ed i suoi vantaggi rispetto alla tecnica nota si descriverà di seguito, con l'aiuto dei disegni allegati, alcune realizzazioni esemplificative applicanti tali principi. Nei disegni:
-figura 1 rappresenta una vista schematica in alzata laterale parzialmente sezionata di un impianto realizzato secondo l’invenzione;
-figura 2 rappresenta una vista sezionata e in prospettiva dal basso dell’impianto di figura 1;
-figura 3 rappresenta una vista schematica ingrandita e sezionata di una zona di asciugatura dell’impianto di figura 1;
-figura 4 rappresenta una vista in sezione trasversale parziale presa lungo la linea IV-IV di figura 1;
-figura 5 rappresenta una vista schematica ingrandita e sezionata di una zona di lavaggio dell’impianto di figura 1;
-figura 6 rappresenta una vista schematica in prospettiva di una seconda realizzazione di un impianto realizzato secondo l’invenzione;
-figura 7 rappresenta una vista ingrandita e in sezione di una parte dell’impianto di figura 6;
-figura 8 rappresenta una vista schematica in prospettiva di una terza realizzazione di un impianto realizzato secondo l’invenzione;
-figura 9 rappresenta una vista ingrandita e in sezione di una parte dell’impianto di figura 8.
Con riferimento alle figure, in figura 1 à ̈ mostrato un impianto per il trattamento di materiale particellare secondo l’invenzione, indicato genericamente con 10.
L’impianto 10 comprende due superfici affrontate 11 e 12 che definiscono una intercapedine 13 fra di loro nella quale à ̈ destinato ad essere alimentato uno strato di materiale particellare 14. Vantaggiosamente, ma non esclusivamente, il materiale particellare può essere formato da plastica sminuzzata in coriandoli (ad esempio a partire da contenitori di plastica) per il riciclo e che deve essere soggetta ad operazioni di lavaggio e successiva asciugatura.
L’impianto comprende un dispositivo 15 di emissione di una lama di aria 16 che attraversa almeno una delle due superfici e, preferibilmente, entrambe le due superfici (opportunamente forate per il passaggio dell’aria ma non del materiale particellare) per passare attraverso la massa di materiale che à ̈ alimentata fra le due superfici grazie a mezzi di movimentazione 17 che sono destinati ad imprimere un movimento relativo allo strato di materiale particellare rispetto al dispositivo di emissione della lama di aria.
Il movimento relativo à ̈ diretto trasversalmente alla lama di aria, che occupa tutta la larghezza delle superfici in direzione trasversale al movimento, in modo che tutto il materiale transita attraverso la barriera formata dalla lama di aria (in figura 1 la lama à ̈ estesa in direzione normale al piano del disegno mentre il movimento del materiale avviene da sinistra verso destra).
In tale modo, l’acqua eventualmente presente nel materiale à ̈ estratta dal materiale grazie al flusso di aria. In particolare, l’acqua à ̈ trascinata dal flusso d’aria e attraversa la superficie di uscita del flusso, ad esempio ricadendo in una vasca di raccolta 18.
Preferibilmente, la lama di aria ha una velocità dell’aria che à ̈ superiore a 100 m/sec.
L’intercapedine almeno nella zona della lama d’aria ha uno spessore che à ̈ preferibilmente compreso fra 1 e 50 mm per materiale macinato con griglie di passaggio di 1-10 mm.
Come bene si vede in figura 1, le due superfici sono vantaggiosamente verticalmente sovrapposte una sull’altra e almeno la superficie inferiore 11 comprende almeno un primo nastro trasportatore 19 per il trascinamento del materiale lungo l’intercapedine. Il nastro à ̈ opportunamente forato per permettere il passaggio della lama d’aria e realizza almeno parte dei detti mezzi di movimentazione 17. La foratura del nastro ha naturalmente dimensione minore delle singole particelle di materiale, in modo da evitare che il materiale venga trascinato dal flusso attraverso il nastro. Come si vede bene anche in figura 2, vantaggiosamente il nastro à ̈ supportato e scorre, almeno nella zona di passaggio della lama d’aria, su lamine 25 disposte parallele alla direzione di scorrimento e che permettono il passaggio del flusso di aria.
Nell’impianto mostrato in figura 1 il materiale arriva (con mezzi noti, non mostrati) ad una tramoggia di carico 26 che rilascia uno strato di materiale sostanzialmente uniforme sul nastro inferiore 19 in una zona iniziale priva della superficie superiore 12. Il nastro 19 scarica poi, alla fine del trattamento, in una tramoggia di uscita 27 dalla quale il materiale trattato viene evacuato con mezzi noti (ad esempio, una coclea motorizzata disposta sul fondo della tramoggia).
Vantaggiosamente, la superficie superiore 12 può comprendere un secondo nastro trasportatore 20 che contribuisce a realizzare anch’esso almeno parte dei mezzi di movimentazione per il trascinamento del materiale lungo l’intercapedine. Anche tale nastro à ̈ opportunamente forato per permettere il passaggio della lama d’aria e può essere fatto scorrere in sincrono o con velocità differente (per determinare il movimento del materiale favorendo conseguentemente l’asciugatura) con il nastro inferiore. Il materiale da trattare scorre così con i due nastri sovrapposti che realizzano l’intercapedine 13.
Come si vede bene nelle figure 1 e 2, vantaggiosamente i due nastri sovrapposti seguono un percorso a zig-zag fra ingresso e uscita del materiale dall’intercapedine. Inoltre, à ̈ stato trovato vantaggioso che per seguire tale percorso a zig zag i due nastri siano deviati da rulli 24 disposti alternati sopra e sotto la coppia di nastri. In tale modo, nelle zone di deviazione attorno a ciascun rullo uno dei due nastri non appoggia direttamente su un rullo ed à ̈ libero di scostarsi dall’altro nastro, permettendo il passaggio di zone di materiale di differente spessore. I nastri sono mantenuti tesi con una adatta tensione mediante tenditori 28 e 29.
Vantaggiosamente, i dispositivi 15 di emissione della lama d’aria sono almeno due lungo il percorso, cosicché il materiale trattato e rimescolato dalla prima lama d’aria subisce un secondo trattamento finale di asciugatura sotto la seconda lama d’aria.
Possono anche essere previsti mezzi per la pulizia dei nastri scorrevoli, così da evitare che materiale da trattare rimanga appiccicato sui nastri. Preferibilmente, il nastro superiore ha mezzi di pulizia 35 disposti subito prima dell’inizio del suo percorso di trasporto. Il materiale asportato può così cadere sul nastro inferiore. Il nastro inferiore ha invece preferibilmente mezzi di pulizia 36 disposti subito dopo il termine del suo percorso di trasporto. Il materiale asportato può così cadere nella tramoggia 27. I mezzi di pulizia 35 e 36 possono vantaggiosamente essere delle spazzole rotanti disposte trasversalmente ai nastri e/o anche essere ulteriori elementi di emissione di lame d’aria.
In figura 3 à ̈ mostrata schematicamente una possibile struttura del dispositivo 15 di emissione della lama d’aria. Esso comprende una camera 30, estesa trasversalmente alla direzione di scorrimento del materiale, nella quale una sorgente 32 alimenta aria con adatta pressione e velocità (in forma costante o a impulsi) per essere emessa in forma di lama d’aria da una bocca di emissione 31, formata da una fessura di opportuna ampiezza e larga almeno quanto l’intercapedine nella direzione trasversale allo scorrimento (come schematicamente si vede in figura 4), così da interessare tutto il materiale particellare che scorre sotto il dispositivo.
Come si vede schematicamente sempre nell’ingrandimento di figura 3, la lama d’aria à ̈ vantaggiosamente inclinata rispetto alle due superfici che formano l’intercapedine di un angolo “alfa†compreso fra 15° e 90° e, in particolare, nell’intorno di 60°. Inoltre, vantaggiosamente l’inclinazione à ̈ verso la direzione di arrivo del materiale.
Ciò produce una utile azione di rimescolamento locale del materiale sottoposto alla lama d’aria, che à ̈ spinto indietro dalla lama d’aria mentre à ̈ mosso in avanti dai mezzi di movimentazione e dal materiale che segue. Tale azione facilita una perfetta asciugatura, favorendo una permanenza del materiale nella zona della lama d’aria fino ad una soddisfacente asciugatura.
A questo proposito, à ̈ stato trovato vantaggioso che almeno nella zona interessata dalla lama d’aria lo spessore dell’intercapedine fra le due superfici 11 e 12 sia almeno 1-5 volte la dimensione media delle particelle, così da permettere agevolmente il rimescolamento sotto la lama d’aria inclinata e allo stesso tempo l’avanzamento.
Come mostrato schematicamente in figura 4, le superfici 11 e 12 hanno bordi laterali di chiusura dell’intercapedine. In particolare, nel caso dei nastri, à ̈ stato trovato vantaggioso che essi abbiano bordi laterali rialzati 22, 23, diretti uno verso l’altro nastro per costituire elementi di chiusura laterale dell’intercapedine formata fra i nastri. Vantaggiosamente, come bene si vede in figura 4, tali bordi laterali sono lateralmente parzialmente sovrapposti fra loro per permettere un movimento reciproco di avvicinamento e allontanamento dei due nastri mantenendo la chiusura laterale dell’intercapedine. Ciò permette anche un adattamento dello spessore locale dell’intercapedine a seconda delle variazioni locali di spessore o densità dello strato di materiale particellare trasportato.
Prima di essere sottoposto alle lame d’aria, il materiale particellare può essere lavato con metodi noti (ad esempio mediante immersione in vasca) per poi essere introdotto nell’intercapedine 13 per l’asciugatura.
Tuttavia, vantaggiosamente l’impianto 10 comprende anche uno o più dispositivi 21 per l’emissione di acqua trasversalmente fra le due superfici 11 e 12 per il lavaggio del materiale nell’intercapedine. Tali dispositivi 21 sono perciò disposti a monte del o dei dispositivi 15 di emissione della lama d’aria rispetto al movimento relativo impresso allo strato di materiale particellare dai mezzi di movimentazione 17.
In tale modo, il materiale viene assoggettato all’azione di lavaggio direttamente fra le due superfici e, poiché lo strato di materiale à ̈ relativamente sottile grazie alla presenza della intercapedine di contenimento, la quantità di acqua necessaria à ̈ limitata.
Preferibilmente, il dispositivo 21 di emissione di acqua (eventualmente additivata con opportuni detergenti) può essere un in sé noto dispositivo di emissione di acqua nebulizzata fredda o calda o di vapore. Tale dispositivo à ̈ disposto per creare una barriera di acqua nebulizzata che si dispone trasversalmente all’intercapedine e attraverso la quale passa la massa di materiale spinta dell’azione dei mezzi di movimentazione 17.
Come si vede bene nelle figure 1 e 2 e nella vista ingrandita di figura 5, i dispositivi di emissione di acqua nebulizzata o di vapore comprendono vantaggiosamente una pluralità di ugelli 33 alimentati da una adatta sorgente di acqua o di vapore in pressione 34 e disposti affiancati su più file in direzione trasversale alla direzione di movimento del materiale nell’intercapedine.
Anche in corrispondenza di tali dispositivi i nastri sono vantaggiosamente supportati da lamine 25 per permettere all’acqua di essere raccolta in una sottostante vasca 18.
Durante il funzionamento dell’impianto come descritto, si ha così che il materiale particellare viene alimentato all’ingresso 26 per cadere sul nastro 19 ed entrare in uno strato sottile nella intercapedine 13 che si forma fra i due nastri. Il materiale passa poi sotto i dispositivi di emissione di acqua, così da essere lavato, e poi sotto i dispositivi di asciugatura a lama d’aria. Dopo di che, il materiale cade dall’estremo finale del trasportatore 19 nella tramoggia di uscita 27. Nel percorso fra ingresso e uscita il materiale segue vantaggiosamente un percorso a zig-zag con fasi di compressione e rilascio fra i nastri, così da subire un rimescolamento e omogeneizzazione dello strato.
In figura 6 à ̈ mostrata una seconda realizzazione di un impianto di trattamento realizzato secondo l’invenzione. Per semplicità elementi similari a quelli della realizzazione precedente saranno indicati con numerazione simile ma aumentata di 100.
In tale seconda realizzazione, indicata genericamente con 110, il movimento relativo fra materiale da trattare e lame d’aria à ̈ principalmente ottenuto facendo scorrere le lame d’aria lungo le superfici affrontate di contenimento del materiale. Tali superfici affrontate 111 e 112 definiscono una intercapedine 113 nella quale à ̈ destinato ad essere alimentato uno strato di materiale particellare.
Per un funzionamento intermittente, il materiale può essere ad esempio disteso fra le superfici (realizzate opportunamente apribili) e poi può essere attivato lo scorrimento delle lame d’aria. In aggiunta o in alternativa per un funzionamento continuativo, il materiale può essere alimentato ad una estremità della intercapedine (o anche prevedendo un’eventuale apertura sulla superficie superiore 112) ed essere estratto dall’altra.
Come bene si vede in figura 6, per facilitare un movimento di avanzamento del materiale, le due superfici 111, 112 sono preferibilmente inclinate verso il basso nella desiderata direzione di scorrimento del materiale e sono poste in vibrazione mediante un adatto gruppo vibrante 150, ad esempio realizzato con un motore elettrico che ruota una opportuna massa eccentrica, come facilmente immaginabile dal tecnico. Vantaggiosamente, le due superfici (realizzate con due lastre metalliche forate sovrapposte) sono supportate da balestre elastiche 151, 152, per facilitare la corretta vibrazione nella desiderata direzione di avanzamento del materiale e per evitare il propagarsi della vibrazione al basamento dell’impianto.
Sotto le lastre 111, 112 à ̈ vantaggiosamente posta una vasca 118 di raccolta dell’acqua estratta dal materiale mediante la lama d’aria.
Sopra le lastre à ̈ presente un dispositivo 115 (simile al dispositivo 15 sopra descritto) di emissione della lama d’aria trasversalmente all’estensione delle superfici 111, 112 e che scorre lungo la superficie forata mediante mezzi motorizzati di scorrimento che realizzano i detti mezzi 117 per l’avanzamento relativo fra materiale e lama d’aria. In particolare, il movimento può essere realizzato (mediante un motore 154) con moto alternato lungo un binario 153 a sua volta trasversale alla lama d’aria.
In figura 7 à ̈ mostrata ingrandita una sezione longitudinale (trasversale alla lama d’aria) della zona della bocca 131 di emissione della lama d’aria. Grazie al movimento del dispositivo 115 tutto il materiale fra le superfici forate viene sottoposto all’azione di asciugatura e poi à ̈ avviato all’uscita inferiore dell’intercapedine mediante la vibrazione impressa dal gruppo 150.
Preferibilmente, le lame di aria possono essere inclinate verso la direzione di arrivo del materiale (con angoli, rispetto alle superfici forate, simili a quelli descritti sopra per le altre realizzazioni) così da favorire il rimescolamento e l’asciugatura con passaggi multipli.
In figura 8 à ̈ mostrata un’altra realizzazione di un impianto di trattamento realizzato secondo l’invenzione. Per semplicità elementi similari a quelli della prima realizzazione saranno indicati con numerazione simile ma aumentata di 200.
Come si vede bene anche nella sezione di figura 9, si ha perciò un impianto, indicato genericamente con 210, dove il movimento relativo fra materiale da trattare e lame d’aria à ̈ principalmente ottenuto mediante caduta del materiale attraverso una intercapedine 213 realizzata fra due superfici forate 211 e 212, disposte sostanzialmente verticali. I mezzi per la movimentazione del materiale sono perciò ottenuti con la stessa intercapedine 213 disposta sostanzialmente verticale ed, eventualmente, con l’aggiunta dell’azione di spinta delle lame d’aria stesse.
Presso una delle due superfici sono presenti uno o più dispositivi 215 (simili a quelli precedentemente descritti) di emissione di lame d’aria estese trasversalmente alla direzione di caduta del materiale. In figura 8 sono ad esempio mostrati tre dispositivi 215 sovrapposti. Sulla faccia opposta dell’intercapedine 213 rispetto ai gruppi 215 à ̈ presente una vasca o intercapedine 218 di raccolta dell’acqua estratta dal materiale mediante la lama d’aria.
Le due superfici 211 o 212 possono essere forate lungo la loro estensione o solo in corrispondenza delle lame di aria.
Grazie al movimento di caduta del materiale, tutto il materiale fra le superfici forate viene sottoposto all’azione di asciugatura. Preferibilmente, le bocche di emissione 231 emettono le lame di aria inclinate verso l’alto (con angoli, rispetto alle superfici forate, simili a quelli descritti sopra per le altre realizzazioni) così da favorire il rimescolamento e l’asciugatura con passaggi multipli.
Il materiale può essere alimentato superiormente all’intercapedine 213 e rimosso inferiormente con svariati mezzi noti. Ad esempio, può essere vantaggioso l’impiego di un trasportatore a nastro 226 di arrivo che scarica superiormente alla intercapedine (con imboccatura opportunamente sagomata allargata) e un trasportatore a nastro 227 di evacuazione che riceve il materiale che ha attraversato l’intercapedine. In alternativa possono anche essere impiegati mezzi a tramoggia come descritto per la prima realizzazione.
A questo punto à ̈ chiaro come si siano raggiunti gli scopi dell’invenzione, fornendo un impianto che permetta il trattamento (di asciugatura o di lavaggio/asciugatura) di materiali particellari impiegando una relativamente ridotta potenza elettrica con nel contempo una elevata efficienza.
In particolare, il metodo per il trattamento di materiale particellare secondo l’invenzione e che comprende le fasi di alimentare uno strato di materiale in una intercapedine fra due superfici affrontate e assoggettare il materiale fra dette superfici ad una lama d’aria trasversale all’intercapedine, vantaggiosamente con velocità dell’aria superiore a 100 m/s per estrarre acqua dal materiale, permette di ottenere una elevata efficienza ed un ridotto consumo energetico pure avendo un materiale perfettamente asciugato.
Poiché la lama d’aria “strappa†l’acqua dal materiale senza bisogno di riscaldamento necessario per farla evaporare, l’assorbimento di energia elettrica dell’impianto nell’unità di tempo può essere ad esempio di circa 40 kW per il trattamento di 1 mc/h di materiale, contro i 150 kW di un impianto tradizionale ad aria calda.
Un impianto di riciclo della plastica impiegante il metodo e l’impianto secondo l’invenzione diviene perciò economicamente più vantaggioso. Naturalmente, la descrizione sopra fatta di realizzazioni applicanti i principi innovativi della presente invenzione à ̈ riportata a titolo esemplificativo di tali principi innovativi e non deve perciò essere presa a limitazione dell'ambito di privativa qui rivendicato.
Ad esempio, sebbene sia preferibile il movimento continuo del materiale, il movimento fra lama d’aria e massa di materiale à ̈ da intendersi come movimento relativo. Può essere perciò pensato di muovere la lama d’aria sul materiale mantenendo stazionaria o semistazionaria la massa di materiale (come ad esempio si può realizzare con l’impianto di figura 6) o muovere il materiale con nastri o per caduta (come mostrato in figura 1 o 8) mantenendo fissa la lama d’aria o infine muovere sia il materiale che la lama d’aria, la lama d’aria essendo animata da moto intermittente (o da moto continuo su un percorso ad anello) con velocità sensibilmente più elevata rispetto a quella del materiale in modo da intercettare più volte il materiale nel suo avanzamento (come si può realizzare con l’impianto di figura 6 o con l’impianto ottenuto modificando quello a nastri di figura 1 con l’introduzione di opportuni mezzi di movimentazione del dispositivo (15) di emissione della lama. Inoltre il movimento relativo può anche essere discontinuo e può essere ottenuto con sistemi differenti da nastri motorizzati scorrevoli o da sistemi a vibrazione.
Inoltre, le superfici affrontate che realizzano l’intercapedine possono essere realizzate direttamente dai soli nastri o mezzi equivalenti oppure (se desiderata ad esempio una maggiore rigidità) essere formate da superfici rigide fisse sulle quali si muovono i mezzi di movimentazione. Sistemi misti possono anche essere impiegati.
Come sopra descritto, il metodo secondo l’invenzione comprende vantaggiosamente anche la fase di emettere acqua, preferibilmente nebulizzata, sul materiale fra le superfici prima di assoggettare il materiale alla lama d’aria, così da produrre un ciclo combinato di lavaggio e successiva asciugatura del materiale. Tuttavia, come sopra accennato il lavaggio può anche essere in tutto o in parte eseguito con diversi metodi noti. I sistemi di lavaggio, come ad esempio sopra descritti per la prima realizzazione possono anche essere impiegati nelle altre realizzazioni, come ora facilmente immaginabile al tecnico.
L’impianto secondo l’invenzione può naturalmente essere inserito all’interno di impianti di riciclo che comprendono svariate altre fasi note di trattamento, per semplicità qui non descritte ma facilmente immaginabili dal tecnico esperto.
Si può anche pensare di realizzare una soluzione in cui la superficie più distante dal dispositivo di emissione della lama d’aria sia impermeabile all’aria, in modo tale che l’aria rimbalzi su di essa ed esca nuovamente sul lato stesso del dispositivo a lama d’aria. Chiaramente, quando le superfici sono sovrapposte, in tale situazione à ̈ preferibile che il dispositivo di emissione della lama d’aria sia disposto sotto la superficie inferiore, realizzata forata.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Impianto (10,110, 210) per il trattamento di materiale particellare, caratterizzato dal fatto di comprendere: due superfici affrontate (11, 12, 111, 112, 211, 212) che definiscono una intercapedine (13, 113, 213) fra di loro nella quale à ̈ destinato ad essere alimentato uno strato di materiale particellare; almeno un dispositivo (15, 115, 215) di emissione di una lama di aria attraverso almeno una delle due superfici; mezzi per la movimentazione (17, 117, 213) con un movimento relativo, in direzione trasversale alla estensione della lama d’aria, dello strato di materiale particellare rispetto al dispositivo (15, 115, 215) di emissione della lama di aria, nel senso di favorire l’estrazione con il flusso di aria, attraverso almeno una delle due superfici, di acqua eventualmente presente nel materiale.
  2. 2. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le due superfici (11, 12) sono sovrapposte una sull’altra e almeno la superficie inferiore comprende un primo nastro trasportatore (19) per il trascinamento del materiale lungo l’intercapedine (13) e che à ̈ forato per permettere il passaggio della lama d’aria e realizzare almeno parte dei detti mezzi di movimentazione (17).
  3. 3. Impianto secondo rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la superficie superiore comprende un secondo nastro trasportatore (20) per il trascinamento del materiale lungo l’intercapedine (13) e che à ̈ forato per permettere il passaggio della lama d’aria e realizzare almeno parte dei detti mezzi di movimentazione (17).
  4. 4. Impianto secondo rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che primo (19) e secondo (20) nastro trasportatore hanno ciascuno bordi laterali (22, 23) rialzati verso l’altro nastro per costituire elementi di chiusura laterale dell’intercapedine (13) formata fra le superfici.
  5. 5. Impianto secondo rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che i bordi laterali dei due nastri (19, 20) sono lateralmente parzialmente sovrapposti fra loro per permettere un movimento reciproco di avvicinamento e allontanamento dei due nastri mantenendo la chiusura laterale dell’intercapedine (13).
  6. 6. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la lama d’aria (16) à ̈ inclinata rispetto alle dette due superfici (11, 12, 111, 112, 211, 212) di un angolo compreso fra 15° e 90° e, in particolare, nell’intorno di 60°, verso la direzione di arrivo del materiale.
  7. 7. Impianto secondo le rivendicazioni 2 e 3, caratterizzato dal fatto che i due nastri sovrapposti (19, 20) seguono un percorso a zig-zag.
  8. 8. Impianto secondo rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che per seguire il percorso a zig zag i due nastri (19, 20) sono deviati da rulli (24) disposti alternati sopra e sotto la coppia di nastri.
  9. 9. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo (21) di emissione di acqua trasversalmente fra le due superfici (11, 12) e che à ̈ disposto a monte del dispositivo (15, 115, 215) di emissione della lama d’aria rispetto al movimento relativo impresso allo strato di materiale particellare.
  10. 10. Impianto secondo rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che il dispositivo (21) di emissione di acqua à ̈ un dispositivo di emissione di acqua nebulizzata o di vapore.
  11. 11. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la lama di aria in uscita dal dispositivo di emissione (15, 115, 215) ha una velocità dell’aria superiore a 100 m/sec.
  12. 12. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che almeno un dispositivo (115) di emissione di una lama di aria à ̈ mosso lungo le superfici (111, 112) mediante i mezzi di movimentazione (117) realizzati mediante mezzi motorizzati di scorrimento (153, 154).
  13. 13. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le superfici (111, 112) sono fatte vibrare per produrre un avanzamento del materiale nell’intercapedine (113).
  14. 14. Impianto secondo rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che le superfici (211, 212) sono disposte sostanzialmente verticali per produrre il movimento del materiale per caduta lungo l’intercapedine (213).
  15. 15. Metodo per il trattamento di materiale particellare, comprendente le fasi di alimentare uno strato di materiale in una intercapedine fra due superfici affrontate e assoggettare il materiale fra dette superfici ad una lama d’aria trasversale all’intercapedine e con velocità dell’aria superiore a 100 m/sec per estrarre eventuale acqua dal materiale.
  16. 16. Metodo secondo rivendicazione 15, comprendente l’ulteriore fase di emettere acqua, preferibilmente acqua nebulizzata o vapore, sul materiale fra le superfici prima di assoggettarlo alla lama d’aria così da produrre un ciclo combinato di lavaggio e successiva asciugatura del materiale.
  17. 17. Metodo secondo rivendicazione 15, nel quale il materiale fra le superfici à ̈ fatto scorrere in una direzione parallela alla superficie e la lama di aria à ̈ inclinata in una direzione opposta alla direzione di scorrimento con un angolo rispetto alle superfici compreso fra 15° e 90°, e in particolare nell’intorno di 60°.
  18. 18. Metodo secondo rivendicazione 15, nel quale almeno una delle due superficie à ̈ realizzata con un nastro trasportatore forato, preferibilmente disposto a zig-zag.
  19. 19. Metodo secondo rivendicazione 15, nel quale la lama d’aria à ̈ a getto continuo o a getto pulsante, preferibilmente con frequenza da 5 a 20 pulsazioni al secondo.
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