ITMI20130073U1 - Singolarizzatore - Google Patents

Singolarizzatore Download PDF

Info

Publication number
ITMI20130073U1
ITMI20130073U1 ITMI20130073U ITMI20130073U1 IT MI20130073 U1 ITMI20130073 U1 IT MI20130073U1 IT MI20130073 U ITMI20130073 U IT MI20130073U IT MI20130073 U1 ITMI20130073 U1 IT MI20130073U1
Authority
IT
Italy
Prior art keywords
zone
station
articles
module
along
Prior art date
Application number
Other languages
English (en)
Inventor
Giorgio Cristoforetti
Original Assignee
Mechanica Sistemi S R L
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
Filing date
Publication date
Application filed by Mechanica Sistemi S R L filed Critical Mechanica Sistemi S R L
Priority to ITMI20130073 priority Critical patent/ITMI20130073U1/it
Publication of ITMI20130073U1 publication Critical patent/ITMI20130073U1/it

Links

Landscapes

  • Centrifugal Separators (AREA)

Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per MODELLO DI UTILITÀ’ avente per titolo:
“SINGOLARIZZATORE”
CAMPO DEL TROVATO
La presente invenzione concerne un singolarizzatore, in particolare destinato a ricevere una pluralità di articoli alla rinfusa in ingresso ed a fornire in uscita la citata pluralità di articoli opportunamente singolarizzati (su una o più linee), ovvero disposti consecutivamente lungo prefissate linee di avanzamento.
STATO DELL’ARTE
Com’è noto, numerose attività commerciali ed industriali richiedono che un prefissato numero di articoli che sono in generale alimentati casualmente e disposti alla rinfusa vengano opportunamente ed automaticamente ordinati in maniera tale da poter essere successivamente manipolati con maggior semplicità in forma automatica o semi automatica. Le macchine predisposte all’operazione sopra specificata note sono anche come “singolarizzatori”.
I settori di utilizzo dei singolarizzatori sono svariati e si citano in via esemplificativa, e non limitativa, il settore dello smistamento e distribuzione della posta, il settore delle spedizioni e della distribuzione di pacchi, etc.
Esistono oggi in commercio diverse apparecchiature preposte allo svolgimento del compito sopra evidenziato.
Una prima tipologia di tali macchine prevede, nella sua struttura principale destinata alla singolarizzazione, l’utilizzo di una prima stazione convergente costituita da un nastro trasportatore centrale ad elevato attrito affiancato su entrambi i lati da due rispettive rulliere ad asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento degli articoli.
Le rulliere imprimono agli articoli che poggiano su di esse un moto di avanzamento e traslazione laterale verso il nastro centrale ad elevato attrito portando la maggior parte degli articoli sul nastro centrale stesso.
Successivamente alla stazione convergente è posta una stazione divergente costituita anch’essa da un nastro centrale ad elevato attrito posto in prosecuzione del nastro centrale della stazione convergente ed atto a ricevere gli articoli che sono stati portati in corrispondenza della zona centrale del dispositivo.
Affiancate al nastro centrale si trovano due rulliere con rulli ad asse inclinato destinate ad impartire agli articoli che dovessero trovarsi in appoggio esclusivo sulle stesse un moto di avanzamento ed un corrispondente moto laterale di allontanamento dal nastro centrale ad elevato attrito.
In particolare, un articolo che si dovesse trovare almeno parzialmente appoggiato al nastro centrale verrebbe trasportato da quest’ultimo non risentendo della spinta laterale della corrispondente rulliera; viceversa un prodotto che si trovi esclusivamente in appoggio sulla rulliera viene allontanato dal nastro centrale.
Ai fianchi della stazione divergente sono presenti opportuni nastri di trasporto o nastri di ricircolo destinati a ricevere i prodotti allontanati dalle rulliere divergenti ed a riportarli in corrispondenza dell’ingresso alla macchina ed in particolare in ingresso alla stazione convergente per essere nuovamente processati. Viceversa, i prodotti singolarizzati che si trovano sul nastro centrale ad elevato attrito procedono verso le ulteriori stazioni di processo.
In questa maniera si ottiene la singolarizzazione dei prodotti in corrispondenza della zona centrale della macchina, viceversa, tutti gli articoli che, in particolare per sovrapposizione in una direzione trasversale alla direzione di trasporto, non dovessero raggiungere tale zona centrale vengono opportunamente ricircolati tramite la stazione divergente e tramite i nastri di ricircolo venendo pertanto riportati in ingresso alla macchina e quindi riprocessati.
Il brevetto US 5701989 descrive, con particolare riferimento alla figura 13, un dispositivo simile a quello precedentemente descritto ed utilizzato in commercio.
La differenza principale è legata all’assenza di un nastro trasportatore in corrispondenza della zona convergente (in altri termini sono presenti esclusivamente due rulliere convergenti verso l’asse centrale di avanzamento) e dalla presenza di una stazione divergente costituita da una pluralità di nastri trasportatori addizionali con lo scopo di asportare gli articoli non singolarizzati in maniera tale da re-immetterli nel ciclo di singolarizzazione.
Una seconda tipologia di dispositivi noti atti alla singolarizzazione di prodotti è costituita da un’apparecchiatura complessa in cui tutti gli articoli in ingresso al dispositivo vengono opportunamente scannerizzati tramite, ad esempio, opportune telecamere in grado di fornire le informazioni rilevate ad un’unità di controllo che ricostruisce la distribuzione degli articoli lungo il percorso di avanzamento degli stessi.
È in particolare poi presente un piano di movimentazione costituito da un array di singoli nastri trasportatori indipendentemente movimentabili.
In altri termini il piano di movimentazione è costituito da un prefissato numero di righe e di colonne definite da una pluralità di singoli nastri trasportatori i quali vengono comandati dall’unità di controllo mediante rispettivi motori.
Quest’ultima unità, avendo in memoria la posizione dei singoli articoli e monitorandone gli spostamenti, comanda i nastri trasportatori con velocità differenziate in maniera tale da poter opportunamente orientare, ruotandoli, gli articoli e anche da poterli distanziare in senso longitudinale differenziando le velocità di avanzamento dei nastri su cui gli articoli insistono.
In uscita dal piano di movimentazione, i vari articoli risulteranno orientati in maniera ordinata e sufficientemente distanziati lungo rispettive linee di avanzamento.
In questa maniera è possibile operare a valle del piano di movimentazione su articoli già in parte preordinati effettuandone una singolarizzazione fine.
La macchina sopra accennata è almeno in parte descritta in talune pubblicazioni brevettuali e, ad esempio, nei brevetti EP 1556297 ed US 2003/141165.
I singolarizzatori sopra brevemente descritti pur assolvendo egregiamente i compiti ai quali sono preposti non sono tuttavia esenti da limiti e/o inconvenienti operativi.
Ad esempio, i singolarizzatori sopra descritti non sono in grado di garantire la corretta singolarizzazione degli articoli nel caso in cui due o più di detti articoli risultino in una condizione di sovrapposizione l’uno sull’altro.
Inoltre, per quanto concerne il singolarizzatore presentante la stazione convergente, la stazione divergente e il nastro di ricircolo, quest’ultimo risulta avere ingombri estremamente importanti sia in senso longitudinale, sia in senso trasversale. Difatti il principio di funzionamento impone di portare tutti i prodotti sul nastro trasportatore centrale di singolarizzazione e comporta la necessità di avere determinate lunghezze nel senso di trasporto in maniera tale da garantire un opportuno riempimento del nastro centrale ad elevato attrito. La necessità poi di poter ricircolare i prodotti non singolarizzati comporta la presenza di due ulteriori nastri di ricircolo posti ai lati della macchina che ovviamente ne aumentano gli ingombri in tale direzione.
Quanto sopra comporta in generale la necessità di avere a disposizione grossi volumi/dimensioni per poter installare i singolarizzatori in questione con conseguenti aumenti di costi sia di realizzazione del dispositivo sia poi di gestione della macchina stessa.
Viceversa, il dispositivo presentante la molteplicità di nastri trasportatori indipendentemente movimentabili risulta essere molto più compatto ma, allo stesso tempo, estremamente complesso dal punto di vista costruttivo e di gestione del funzionamento.
Infatti è necessaria la presenza di un’unità di controllo e di opportune telecamere che monitorino la movimentazione degli articoli e di un algoritmo di controllo che possa permettere di agire efficientemente e singolarmente in maniera controllata su ciascuno dei nastri trasportatori.
Inoltre ciascuno di tali nastri trasportatori è dotato di un rispettivo azionamento e di un rispettivo motore che chiaramente incrementano i costi realizzativi e di manutenzione, contemporaneamente diminuendo Γ affidabilità del singolarizzatore (visto l’elevato numero di parti elettriche e meccaniche che lo costituiscono),
SCOPO DEL TROVATO
Scopo della presente invenzione è pertanto quello di risolvere sostanzialmente almeno uno degli inconvenienti e/o limitazioni delle precedenti soluzioni.
Un primo scopo del singolarizzatore successivamente descritto in varie forme realizzati ve è quello di mettere a disposizione una macchina che sia in grado di garantire un’efficace singolarizzazione degli articoli, in particolare di garantire, in corrispondenza di un modulo divergente, la separazione degli articoli anche nel caso in cui eventualmente almeno due di questi risultino verticalmente sovrapposti l’uno sull’altro.
Un ulteriore scopo del singolarizzatore è quello di mettere a disposizione una macchina che sia sufficientemente compatta ed allo stesso tempo piuttosto semplice dal punto di vista di gestione e di controllo.
Un obiettivo è quello di limitare le funzioni di controllo attivo necessarie alla singolarizzazione limitando pertanto anche il numero dei motori (e la conseguente elettronica), nonché le parti meccaniche in movimento.
È infine uno scopo anche quello di mantenere contenuti gli ingombri trasversali del dispositivo, ma anche quelli longitudinali, fornendo comunque un singolarizzatore in grado di garantire delle buone performances di singolarizzazione in termini di numero di articoli massimi singolarizzabili per unità di tempo ed in termini di affidabilità di singolarizzazione.
Uno o più degli scopi sopra descritti e che meglio appariranno nel corso della seguente descrizione sono sostanzialmente raggiunti da un singolarizzatore in accordo con una o più delle unite rivendicazioni.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Alcune forma realizzative ed alcuni aspetti del trovato saranno qui di seguito descritti con riferimento agli uniti disegni, fomiti a solo scopo indicativo e pertanto non limitativo in cui :
> La figura 1 illustra una prima forma realizzativa di un singolarizzatore di seguito descritto;
> La figura 2 illustra una variante realizzativa del singolarizzatore di figura i;
> La figura 3 illustra un ulteriore variante realizzativa del singolarizzatore di figura 1 ;
> La figura 4 illustra una possibile variante realizzativa del modulo convergente;
> La figura 5 illustra una possibile ulteriore variante realizzativa del modulo convergente;
> La figura 6 mostra una sezione trasversale del modulo convergente di figura 5;
> Le figure 7 ed 8 mostrano in forma schematica il diverso comportamento del modulo di figure 4 e 5;
> Le figure 9, 11 e 12 mostrano in sezione tre diverse forme realizzative del modulo convergente;
> La figura 10 mostra schematicamente il funzionamento di un modulo in accordo con la figura 9;
> Le figure da 13 a 16 illustrano quattro possibili varianti realizzative del modulo divergente;
> Le figure da 17 a 18 illustrano due possibili varianti realizzative del modulo selettore;
> Le figure da 19A a 190 mostrano una sequenza operativa del singolarizzatore in successivi istanti temporali;
> Le figure 20, 21 e 22 mostrano tre possibili varianti di impianti comprendenti il singolarizzatore oggetto di descrizione;
> La figura 23 mostra dall’alto un modulo selettore in accordo con una forma realizzativa alternativa e vantaggiosa;
> Le figure 24, 25, 26 sono ulteriori viste del selettore di figura 23 con alcune parti rimosse per evidenziarne meglio altre;
> La figura 27 mostra in prospettiva il singolarizzatore in una ulteriore forma di realizzazione;
> La figura 28 mostra una vista complessiva di un singolarizzatore incluso in un impianto di trattamento articoli; e
> La figura 29 mostra il deviatore verticale di fig. 28;
> La figura 30 è una vista prospettica di una possibile forma di realizzazione del modulo divergente in accordo con il presente trovato; > Le figure da 31 a 42 mostrano una sequenza operativa del singolarizzatore in successivi istanti temporali.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Con riferimento alle figure citate con 1 è stato complessivamente indicato un singolarizzatore secondo quanto di seguito descritto.
In particolare, e come precedentemente accennato, il singolarizzatore oggetto della seguente descrizione è particolarmente destinato alla singolarizzazione di articoli 5 disposti alla rinfusa .
In particolare, gli articoli 5, che potranno aver subito se necessario ulteriori manipolazioni prima di giungere in ingresso al singolarizzatore (ad esempio operazioni di unstacking per disimpilarli l’uno dall’altro fornendo in ingresso una configurazione bidimensionale) sono portati in ingresso al singolarizzatore tramite un opportuno nastro trasportatore (o equivalente sistema) di alimentazione in ingresso ai moduli cardine del singolarizzatore stesso. In particolare i prodotti giungono inizialmente ad una stazione di ingresso 3 di un modulo convergente 2.
Il modulo convergente 2 si sviluppa longitudinalmente lungo una direzione principale di avanzamento 6 degli articoli tra la citata stazione di ingresso 3 e una stazione di uscita 4.
In generale gli articoli alla rinfusa 5 in ingresso al modulo convergente 2 verranno trasportati (e manipolati opportunamente) a partire dalla stazione di ingresso 3 lungo la direzione principale di avanzamento sino a giungere alla stazione di uscita 4 per essere ricevuti dai moduli successivi del singolarizzatore.
Osservando in particolare le figure e le varie forme realizzative si nota come in generale il modulo convergente 2 presenti innanzitutto almeno una prima zona 7 definita tra la stazione di ingresso 3 e la stazione di uscita 4 lungo la direzione principale di avanzamento o trasporto degli articoli 6.
Tale zona 7 avrà in generale, in vista dall’alto, una sagoma di andamento rettangolare con una geometria di sviluppo principale sostanzialmente parallela alla direzione principale di avanzamento 6 e con i due lati opposti minori posti in corrispondenza rispettivamente delle stazioni di ingresso 3 e di uscita 4.
Tale zona 7 sarà in generale configurata per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento diretto esclusivamente lungo la direzione principale di avanzamento 6 (si veda ad esempio la figura 1). In altri termini tale prima zona 7 comprenderà almeno un movimentatore configurato per impartire agli articoli 5 tale movimentazione.
In alternativa (si veda la figura 3), tale prima zona 7 (ovvero il rispettivo movimentatore) potrebbe essere configurata per impartire agli articoli 5 che si trovano in appoggio alla stessa non soltanto un moto di avanzamento lungo la direzione principale 6, ma anche una movimentazione laterale 9b in direzione ortogonale alla direzione di avanzamento diretta verso una seconda zona 8. In altri termini il movimentatore potrà essere in grado di impartire agli articoli un moto parallelo o, in una realizzazione alternativa, direzionato inclinato (risultante R nelle figure) rispetto alla direzione principale di avanzamento 6 (o all'asse di sviluppo prevalente del singolarizzatore).
Sempre dal punto di vista generale il modulo convergente 2 presenta anche una seconda zona 8 la quale si trova affiancata alla prima zona 7 lungo la direzione principale di avanzamento 6 e si sviluppa anch’essa tra la stazione di ingresso 3 e la stazione di uscita 4 del modulo 2.
La seconda zona 8 è configurata per impartire gli articoli 5 che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale 6 ed anche una movimentazione laterale 9a in direzione della prima zona 7.
A tal proposito la seconda zona 8 comprenderà almeno un movimentatore (ed in generale una pluralità) configurato per impartire agli articoli la movimentazione (inclinata; risultante R) descritta.
Anche tale seconda zona 8, in vista dall’alto, presenta un profilo rettangolare con sviluppo principale diretto parallelamente alla direzione principale di avanzamento 6 e con i lati minori opposti posizionati in corrispondenza delle stazioni di ingresso 3 e la stazione di uscita 4.
In particolare, i due corrispondenti lati maggiori della prima zona 7 e della seconda zona 8 si troveranno rispettivamente affacciati ed accostati tra loro. Nella maggior parte delle forme realizzative illustrate (se si escludono le figure 2 e 3) il modulo convergente 2 comprende anche una terza zona 23 affiancata alla prima zona 7 lungo la direzione principale di avanzamento 6 e posizionata da parte opposta alla seconda zona 8.
In generale la prima zona 7 si troverà pertanto interposta alla seconda zona 8 ed alla terza zona 23; le tre zone 23, 7, 8 risulteranno adiacenti (in particolare a contatto) e parallele tra loro lungo la direzione di avanzamento degli articoli come mostrato in figura 1 ad esempio.
Anche la terza zona 23 si sviluppa tra la stazione di ingresso 3 e la stazione di uscita 4 e presenta, in vista dall’alto, un andamento sostanzialmente rettangolare con lati maggiori direzionati lungo la direzione principale di avanzamento 6 e lati minori contrapposti posizionati in corrispondenza delle stazioni di ingresso 3 e di uscita 4.
La terza zona 23 è configurata per impartire gli articoli 5 che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale 6 ed anche una movimentazione laterale 9b in direzione della prima zona 7; in particolare le movimentazioni laterali 9a, 9b impartite rispettivamente dalla seconda zona 8 e dalla terza zona 23 hanno la medesima direzione (ortogonale alla direzione principale 6) e verso opposto rispettivamente diretto verso la prima zona 7.
In altri termini ancora, la seconda 8 e la terza zona 23 impartiscono agli articoli in appoggio alle stesse non solamente un moto di avanzamento verso la stazione di uscita 4, ma anche una movimentazione laterale volta a spostare gli articoli verso la prima zona centrale 7; la forza risultante sugli articoli è indicata con R. Dal punto di vista realizzativo, la prima zona 7 comprenderà un rispettivo movimentatore 30 che potrà essere esemplificativamente definito da un nastro trasportatore come illustrato in figure 1 e 2.
Tale nastro trasportatore sarà in generale in dimensioni trasversali più limitate rispetto alle dimensioni trasversali ed ai rispettivi movimentatori di cui alla seconda ed alla terza zona 8, 23 del modulo convergente 2.
La figura 1 (e successive) illustra un unico nastro trasportatore che si sviluppa lungo l’intero modulo convergente 2 dalla stazione di ingresso 3 alla stazione di uscita 4.
Ovviamente potrebbero essere presenti due o più nastri di dimensioni longitudinali più contenute successivamente disposti e allineati uno rispetto all’altro.
In un’ulteriore variante realizzativa mostrata ad esempio nelle figure 4 e 5, il movimentatore 30 potrà essere costituito da un opportuno nastro 45 che porta montati una pluralità di rullini liberi 46 in movimento rotatorio attorno al proprio asse 46a i quali risultano opportunamente posizionati in rispettive cavità del nastro stesso.
In altri termini il nastro 45 verrà fatto avanzare lungo la direzione indicata ed i rispettivi rullini 46 portati dal nastro 45 impartiranno agli articoli 5 in appoggio allo stesso un movimento dipendente dall’orientamento dei rullini stessi.
In particolare, come mostrato in figura 5 i rullini 46 in corrispondenza della prima zona 7 saranno orientati in maniera tale da conferire esclusivamente una movimentazione R diretta lungo la direzione principale di avanzamento 6 verso la stazione di uscita 4.
Con riferimento alla seconda zona 8 del modulo convergente 2, si può notare come la stessa comprenda almeno un elemento di movimentazione 34 ed in generale una pluralità di elementi di trasporto atti a definire sostanzialmente una rulliera 35 con rulli ad assi inclinati rispetto alla direzione di avanzamento principale 6 al fine di impartire il moto di avanzamento verso la stazione di uscita 4 ed anche la movimentazione laterale 9a verso la prima zona 7 (risultante R).
Le figure mostrano rulli orientati sostanzialmente nella medesima direzione con asse parallelo tra loro ed anche equispaziati.
Si noti tuttavia che la configurazione sopra evidenziata ed illustrata risulta solo esemplificativa potendo ben essere presenti rulli variamente distanziati tra loro ed inclinati rispettivamente in modo più o meno accentuato rispetto alla direzione di avanzamento principale 6.
Anche la geometria di tali rulli, in generale cilindrica, potrà venir variata in maniera tale da variare le forze di spinta sugli articoli 5.
A mero titolo di esempio si potrebbe utilizzare anche una geometria della superficie laterale dei rulli di sagoma troncoconica.
Anche la terza zona 23 del modulo convergente 2 comprende almeno un rispettivo elemento di movimentazione 36 e in generale una pluralità di tali elementi 36 atti a definire una rispettiva rulliera 37 con rulli ad assi inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale in grado di impartire il moto di avanzamento verso la stazione di uscita 4 e anche la movimentazione laterale 9b verso la prima zona 7 del modulo stesso (risultante R).
In altri termini, le due rulliere 35 e 37 che avranno in particolare medesime dimensioni sia trasversali sia longitudinali, saranno atte a ricevere gli articoli 5 in appoggio ed a direzionarli verso il nastro trasportatore o movimentatore 30 centrale.
Anche in questo caso, una forma realizzativa alternativa alle rulliere 35, 37 è illustrata in figure 4 e 5.
Come nel caso della prima zona 7, anche ciascuna delle due zone laterali 8, 23 potrà essere costituita da un rispettivo nastro trasportatore 47 dotato di opportune sedi all’interno delle quali sono montati una pluralità di rullini 48. Come precedentemente citato l’asse d’inclinazione 48a dei rullini sarà atta a definire le forze che vengono applicate agli articoli posizionati sopra gli stessi. In particolare inclinando opportunamente l’asse di rotazione rispetto alla direzione di avanzamento 6 dei nastri 47 è possibile direzionare gli articoli 5 in modo che agli stessi vengano impartiti spostamenti lungo la direzione principale di avanzamento 6 ed anche lungo una direzione ortogonale alla stessa in moto tale che vengano direzionati con una movimentazione laterale 9a, 9b verso la prima zona 7 del modulo convergente (risultante R).
Si noti peraltro che i nastri trasportatori 45, 47 che supportano i rullini 46, 48 potranno essere distinti e separati (fig. 5) o anche un nastro unico 49 (figg. 11 e 12) in cui le diverse movimentazioni vengono impartite esclusivamente opportunamente montando i rullini folli 46, 48 e direzionandone gli assi 46a, 48a come ritenuto opportuno.
Si noti poi che il moto ai rullini può essere impartito secondo svariate forme realizzative, ad esempio facendoli rotolare (grazie al moto dei nastri su cui sono montati) sopra superfici 50 atte a generare la rotazione dei rullini a causa dell’ attrito che si crea.
In una possibile configurazione dotata di taluni vantaggi è possibile che la prima zona 7 sia posta ad un livello medio LI inferiore, uguale o superiore a quello L2, L3 della corrispondente seconda zona 8 e/o della corrispondente terza zona 23 del modulo convergente 2.
In particolare, la figura 6 illustra una situazione in cui la prima zona 7 si trova ad un livello LI più basso rispetto sia alla seconda zona 8 sia alla terza zona 23. La differenza di effetti rispetto a zone complanari è illustrata nelle figure 7 e 8 in cui si evidenzia che la presenza di una zona centrale 7 ribassata consente ad articoli 5 di piccole dimensioni trasversali di venir opportunamente ricevuti e direzionati lungo la direzione di avanzamento 6 senza la necessità di ulteriori interventi da parte del dispositivo.
La figura 9 illustra una situazione opposta ove la prima zona 7 presenta un piano medio di giacitura LI (superficie di appoggio degli articoli) superiore rispetto al piano medio L2 ,L3 definito dalla seconda zona 8 e/o dalla terza zona 23.
In questo caso l’effetto è illustrato in figura 10 in cui si può notare che, in presenza di articoli di dimensioni trasversali maggiori di quelle della prima zona 7, il loro posizionamento risulta essere migliorato.
Si noti peraltro (figure 11 e 12) che le diverse altezze della prima zona 7 rispetto alle zone adiacenti 8, 23 possono essere ottenute utilizzando un medesimo nastro trasportatore 49 e variando le altezze dei singoli rullini 46, 48 vincolati al nastro.
Ovviamente, gli effetti sopra descritti potranno essere ottenuti anche tramite le rulliere e il nastro trasportatore opportunamente selezionando i rispettivi piani di appoggio/giacitura.
Alternativamente, ancora sarà possibile adottare nella seconda e terza zona 8, 23 rulliere ad asse ortogonale alla direzione 6 che siano tuttavia inclinate rispetto al piano orizzontale verso la prima zona 7 così che sia la gravità a definire la componente di spinta verso la stessa prima zona 7, mentre le rulliere dirigeranno gli articoli esclusivamente verso la stazione di uscita 4.
Successivamente al modulo convergente 2 è presente un modulo divergente 10. Le figure allegate rappresentano i due moduli 2, 10, in via non limitativa, consecutivamente disposti ed immediatamente adiacenti, ovvero senza interruzioni o spazi tra i due.
Si noti tuttavia che sarà comunque possibile la presenza di moduli di trasferimento intermedi che di fatto non vadano ad influenzare il successivo comportamento e le operazioni del modulo divergente.
In ogni caso, gli articoli 5 manipolati dal modulo convergente 2 vengono inviati in ingresso al modulo divergente 10 in corrispondenza di una rispettiva stazione di ingresso 11.
Anche il modulo divergente 10, in termini generali presenta una prima zona 13 configurata per ricevere gli articoli provenienti dalla prima zona 7 del modulo convergente 2 e per impartire agli articoli stessi che si trovano in appoggio un moto di avanzamento esclusivamente lungo la direzione principale di avanzamento 6.
Anche in questo caso la prima zona 13 del modulo divergente 10 ha, in via non limitativa, una sagoma rettangolare vista dall’alto con due lati maggiori paralleli alla direzione principale di avanzamento 6 ed i lati minori contrapposti posizionati in corrispondenza delle stazioni di ingresso 11 e di uscita 12.
Anche la prima zona 13 del modulo divergente 10 sarà destinata ad impartire esclusivamente tale moto lungo la direzione principale di avanzamento 6 dalla stazione di ingresso 11 alla stazione di uscita 12.
La stessa prima zona 13 sarà in generale definita da un rispettivo movimentatore 31 , ad esempio un nastro trasportatore, che potrà avere ed assumere le stesse e medesime configurazioni del nastro trasportatore o movimentatore 30 precedentemente citato appartenente al modulo convergente 2.
In particolare, potrà in alternativa essere costituito da più nastri trasportatori disposti in serie lungo la direzione di avanzamento, o anche essere costituito, in una forma realizzativa alternativa, dal citato nastro 51 presentante rullini 52 montati folli destinati ad impartire la forza R ed a conferire la direzione di avanzamento degli articoli sugli stessi in appoggio.
Si noti poi che in generale, anche se non necessariamente, sia il movimentatore 30 del modulo convergente 2, sia il movimentatore 31 del modulo divergente 10 sono configurati per definire, in cooperazione con un articolo 5, un prefissato coefficiente di attrito superiore del rispettivo coefficiente di attrito definito dalle zone adiacenti del modulo convergente 2 e del modulo divergente 10 in cooperazione con il medesimo articolo 5. Di fatto, il medesimo articolo 5 in avanzamento sulle prime zone 7 e 13 determinerà in cooperazione con quest’ ultime un coefficiente di attrito superiore del coefficiente di attrito che lo stesso articolo 5 può determinare con le diverse zone del modulo convergente e/o divergente. Nella seguente trattazione, per identificare tali zone si parlerà, in via non limitativa, di zone a coefficiente di attrito elevato mentre per le zone adiacenti si parlerà di zone a basso coefficiente di attrito.
In questa maniera viene assicurato che un articolo 5 che si trovi parzialmente in appoggio alla prima zona 7 del modulo convergente 2 o alla prima zona 13 del modulo divergente 10 riceverà principalmente il moto impartito dalla zona stessa e verrà pertanto diretto esclusivamente lungo la direzione principale di avanzamento 6.
Sempre dal punto di vista generale il modulo divergente 10 comprende una seconda zona 14 affiancata alla prima zona 13 lungo la direzione di avanzamento 6.
Tale seconda zona 14 si sviluppa tra la stazione di ingresso 11 e la stazione di uscita 12 ed è definita, in vista in pianta, da una sagoma rettangolare con lati di sviluppo principali disposti parallelamente alla direzione principale di avanzamento 6 e lati opposti minori posti in corrispondenza delle stazioni di ingresso 11 e di uscita 12. In particolare, la seconda zona 14 si estende lungo un piano di sviluppo prevalente il quale, in condizioni d’uso del singolarizzatore 1, è posta orizzontalmente.
La seconda zona 14 è configurata per impartire agli articoli 5 che si trovano in appoggio sulla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale 6 e una movimentazione laterale 15a in allontanamento alla prima zona 13 (risultante R).
Come visibile dalle figure da 30 a 42, la prima zona 13 del modulo divergente 10, almeno per un tratto del suo sviluppa complessivo (tra la stazione d’ingresso 11 e quella d’uscita 12), emerge in allontanamento da un piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona 14 in direzione degli articoli 5 da supportare a definire una zona di rialzo 15 del modulo divergente 10.
Più in dettaglio, in una forma preferenziale ma non limitativa, la zona di rialzo 15 è costituita da almeno una rampa di rialzo 44a ed una rampa di discesa 44b consecutivamente disposte lungo la direzione di avanzamento 6. La rampa di rialzo 44a si estende, in via non limitativa, lungo una direzione di sviluppo prevalente la quale definisce con il piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona 14 un angolo sotteso compreso tra 3° e 30°, in particolare tra 3° e 25°, ancora più in particolare tra 5° e 20°.
In una forma di realizzazione preferenziale ma non limitativa, la prima rampa 44a si sviluppa all’interno di un tratto iniziale della prima zona 13 compreso tra il 50% dello sviluppo totale di detta prima zona 13, in particolare tra il 30% di detta prima zona 13. Di fatto, la prima rampa 44a si estende a partire dalla stazione d’ingresso 11 per un tratto inferiore del 50% dello sviluppo totale di detta prima zona 13, in particolare tra il 30% di detta prima zona 13.
In quest’ultima configurazione descritta, il dislivello massimo della zona di rialzo 15 risulta definito nel primo 50% dello sviluppo totale di detta prima zona 13, in particolare nel primo il 30% di detta prima zona 13.
Per quanto concerne invece la rampa di discesa 44b, anche quest’ultima si estende, in via non limitativa, lungo una direzione di sviluppo prevalente la quale definisce con il piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona 14 un angolo sotteso compreso tra 3° e 30°, in particolare tra 3° e 25°, ancora più in particolare tra 5° e 20°.
Nelle figure da 30 a 42 è stata illustrata, in via non limitativa, una forma di realizzazione nella quale la rampa di rialzo 44a e quella di discesa 44b sono subito consecutivamente disposte lungo la direzione di avanzamento 6 (non ci sono tratti intermedi a collegare dette rampe 44a e 44b). In tale condizione, la zona di rialzo 15 definisce, secondo una sezione longitudinale, un profilo sostanzialmente triangolare (si vedano ad esempio le figure laterali 31, 33, 35, 37, 39 e 41).
Alternativamente, la zona di rialzo 15 può comprendere almeno un tratto di collegamento interposto tra la rampa di rialzo 44a e quella di discesa 44b (condizione non illustrate nelle unite figure) ed estendentesi ad esempio lungo una traiettoria di sviluppo prevalente arcuata o rettilinea.
Sotto il profilo dimensionale, la zona di rialzo 15 definisce con la seconda zona 24 un dislivello massimo superiore a 2 cm, in particolare compreso tra 2 cm e 10 cm, ancora più in particolare tra 2 cm e 6 cm.
Nelle unite figure è stata rappresentata, in via non limitativa, una condizione in cui il dislivello definito dalla zona di rialzo 15 è generato dall’inclinazione delle rampe 44a e 44b rispetto alla seconda zona 14 la quale, in condizioni d’uso del singolarizzatore 1 si estende orizzontalmente. Tuttavia, il dislivello tra la zona di rialzo 15 e la seconda zona 14 può verificarsi anche nel caso in cui quest’ ultima risulti inclinata verso il basso rispetto ad un piano orizzontale (condizione d’uso del singolarizzatore 1) mentre la zona di rialzo si estende orizzontalmente (condizione non illustrata nella unite figure).
In assoluto è possibile identificare un dislivello tra la zona di rialzo e la seconda zona 14, nelle condizioni in cui la prima rampa 44a definisce, in condizioni d’uso del singolarizzatore, rispetto ad un piano orizzontale un angolo sotteso superiore dell’angolo sotteso che la seconda porzione definisce con detto piano orizzontale.
Il fatto di comprendere una zona di rialzo 15 sul modulo divergente 10 consente di garantire la separazione (singolarizzazione) degli articoli 5 in arrivo in una qualsiasi configurazione. Più in dettaglio, la zona di rialzo 15 risulta particolarmente utile nel caso in cui due o più articoli 5 in arrivo dal modulo convergente 2 si trovano in una condizione di sovrapposizione (l’uno sopra l’altro). Un normale singolarizzatore 1, avente la prima zona 13 complanare con le zone adiacenti, non consentirebbe la singolarizzazione degli articoli 5 in quest’ultima condizione descritta. Di fatto, l’articolo 5 in movimento sulla zona centrale 13 potrebbe esercitare su di un articolo 5 sottostante, in particolare almeno parzialmente sovrapposto, una forza diretta a schiacciare quest’ultimo impedendo sostanzialmente alle zone adiacenti alla prima (zona centrale 13) di allontanare l’articolo 5 dalla prima zona 13 compromettendone, di fatto, la singolarizzazione.
Nelle figure da 31 a 42 è chiaramente visibile la movimentazione di articoli 5 sovrapposti in movimento sul divergente oggetto della presente invenzione. Il dislivello generato dalla zona di rialzo 15 consente alla prima zona 13 di porre su di un livello differente gli articoli 5 in avanzamento su quest’ultima rispetto a quelli in avanzamento sulle zone adiacenti, ovvero sulle zone 14 e 24: in tale condizione, nel caso vi fossero articoli sovrapposti, si evita lo schiacciamento ed il conseguente trattenimento degli articoli in avanzamento sulla seconda e quarta zona 14, 24.
In sostanza, la zona di rialzo 15 garantisce lo scorrimento degli articoli 5 su di un livello differente dal livello definito dalla seconda e quarta zona 14, 24 evitando, almeno per quel tratto una interferenza degli articoli 5 lungo una direzione trasversale, in particolare ortogonale, al piano di sviluppo della seconda e quarta zona (direzione verticale in condizione d’uso del singolarizzatore 1).
Come visibile dalle unite figure, il modulo divergente 10 presenta inoltre una terza zona 16 affiancata alla seconda zona 14 lungo la direzione principale di avanzamento 6 da parte opposta alla prima zona 13.
In altri termini ancora, la seconda zona 14 del modulo divergente 10 si trova interposta e contigua alla prima zona 13 e alla terza zona 16 come visibile nelle unite figure.
La terza zona 16 è configurata in maniera tale che gli articoli 5 posizionati in corrispondenza della stessa siano movimentati esclusivamente lungo la direzione di avanzamento 6 sino a giungere alla stazione di uscita 12.
La terza zona 16 potrebbe iniziare in un punto qualsiasi tra la stazione di ingresso 11 e la mezzeria rispetto alla stazione di uscita 12 in quanto il modulo convergente 2 avrà portato gli articoli in corrispondenza del centro del singolarizzatore.
Si noti poi che il modulo divergente 10 di cui alla figura 1 è dotato anche di una quarta zona 24 sviluppantesi tra la zona di ingresso 11 e la stazione di uscita 12 affiancato alla prima zona 13 lungo la direzione principale di avanzamento 6 da parte opposta alla seconda zona 14.
Anche la quarta zona 24 si presenta, in vista in pianta, di sagoma rettangolare con lati a sviluppo prevalente paralleli alla direzione di avanzamento principale 6 e lati opposti minori posizionati in corrispondenza della stazione di ingresso 11 e della stazione di uscita 12.
La quarta zona 24 è configurata per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento 6 e una movimentazione laterale 15b in allontanamento dalla prima zona 13.
In altri termini, la movimentazione laterale 15a, 15b impartita dalla seconda zona 14 e dalla quarta zona 24 hanno medesima direzione e verso opposto rispettivamente diretto in allontanamento dalla prima zona 13.
Sotto il profilo strutturale, la quarta zona 24 risulta sostanzialmente uguale alla seconda zona 14 e di fatto simmetrica a quest’ ultima rispetto alla prima zona 13: per tali ragioni, la zona di rialzo 15 emerge in ugual modo dalla quarta zona 24 definendo pertanto il medesimo dislivello.
Anche in questo caso la seconda zona 14 e la quarta zona 24 del modulo divergente 10 comprendono almeno un rispettivo elemento di movimentazione 34, 36 e in particolare una pluralità di elementi 34, 36 atti a definire rispettive rulliere 35, 37 con rulli ad asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale 6 per impartire i citati moti di avanzamento verso la stazione di uscita 4 e la movimentazione laterale 15a, 15b in allontanamento dalla prima zona 13 del modulo divergente 10.
Come precedentemente citato, la rappresentazione è esemplificativa e non limitativa e pertanto sarà possibile realizzare tali rulliere 35, 37 con assi inclinati rispetto alla direzione di avanzamento in maniera diversa rispetto a quella rappresentata anche diversa da rullo a rullo e con una pluralità di rulli di sagoma cilindrica e/o troncoconica ed anche ovviamente configurare la seconda e la quarta zona del modulo divergente utilizzando nastri trasportatori che abbiano rulli montati folli in corrispondenza di rispettive cavità dei nastri stessi così da impartire le movimentazioni di avanzamento e allontanamento precedentemente descritte (fìgg. 15 e 16).
In quest’ultimo caso, la seconda e la quarta zona 14, 24 saranno strutturalmente analoghe alle rappresentazioni di cui alle figure da 4 a 12 con esclusiva differenza legata all’orientamento dell’asse dei rullini per generare la componente di allontanamento 15a, 15b.
Alternativamente, ancora sarà possibile adottare nella seconda e quarta zona 14, 24 rulliere ad asse ortogonale alla direzione 6 che siano tuttavia inclinate rispetto al piano orizzontale in allontanamento dalla prima zona 7 così che sia la gravità a definire la componente di spinta verso la terza e quinta zona 16, 25, mentre le rulliere dirigeranno gli articoli esclusivamente verso la stazione di uscita 12.
Il modulo divergente 10 comprende poi anche almeno una quinta zona 25 affiancata alla quarta zona 24 lungo la direzione di avanzamento 6 da parte opposta alla prima zona 13.
Anche in questo caso, gli articoli in corrispondenza della quinta zona 25 sono movimentati esclusivamente lungo la direzione di avanzamento 6 sino alla stazione di uscita 12 (risultante R).
La quinta zona 25 potrebbe iniziare in un punto qualsiasi tra la stazione di ingresso 11 e la mezzeria rispetto alla stazione di uscita 12 in quanto il modulo convergente 2 avrà portato gli articoli 5 in corrispondenza del centro del singolarizzatore.
Si noti che la terza e la quinta zona 16, 25 del modulo divergente 10 potranno essere costituite da una rispettiva parete laterale 42, 43 che emerge da un piano medio del divergente 10 (figg. 1, 3, 15 e 30).
In particolare, nel caso della terza zona 16 del modulo divergente 10, la parete laterale 42 emergerà rispetto al piano medio della zona 14 e sarà configurata per ricevere in appoggio gli articoli 5 spinti dalla seconda zona 14 in allontanamento dalla prima zona 13 e configurata per consentire una movimentazione lungo la direzione principale di avanzamento 6 verso la stazione di uscita 12.
In una forma di realizzazione preferenziale ma non limitativa, la parete laterale 42 si estende longitudinalmente da una prima estremità disposta sostanzialmente in corrispondenza della stazione d’ingresso 11 ad una seconda estremità disposta sostanzialmente in corrispondenza della stazione d’uscita 12. Vantaggiosamente, la seconda estremità della parete laterale è distanziata dalla prima zona 13 in misura inferiore rispetto alla distanza tra la seconda estremità e detta prima zona 13: in tale condizione, la parete laterale 42 presenta una andamento divergente rispetto alla direzione di avanzamento 6. Come visibile dalla figura 30, la parete laterale 42, in corrispondenza della prima estremità presenta una porzione di raccordo o porzione arcuata atta a consentire l’invito degli articoli in arrivo dal modulo convergente 2. Preferenzialmente, la parete laterale 42 risulta regolabile nella posizione rispetto alla prima zona 13, in particolare risulta regolabile sia nell’inclinazione e nella distanza rispetto alla prima zona 13. Per poter regolare, tale parete laterale 42, il singolarizzatore comprende un dispositivo di attivazione, quale un motore elettrico o un pistone, atto a movimentare la parete 42.
La parete laterale 43 è preferibilmente, ma non limitativamente, identica alla parete laterale 42 e posta simmetricamente a quest’ ultima rispetto alla prima zona 13.
Le pareti laterali 42, 43 possono essere costituite da rispettivi nastri trasportatori con asse di rotazione dei rulli sui quali si muovono disposto ortogonalmente rispetto a quelli del piano costituenti la prima, la seconda e la quarta zona del modulo divergente 10; in altre parole il nastro emergerà verticalmente dal piano medio del modulo divergente.
Inoltre, le pareti laterali 42 e 43 potranno essere in generale motorizzate in maniera tale da impartire attivamente tale moto verso la stazione di uscita 12. Ovviamente, la quinta zona 25 del modulo divergente 10 comprenderà la rispettiva parete laterale 43 in maniera del tutto simmetrica e speculare a quanto precedentemente descritto con riferimento alla parete laterale 42.
In una forma realizzati va alternativa illustrata in figura 13, le pareti laterali 42 e 43 in corrispondenza della terza zona 16 e della quinta zona 25 del modulo divergente 10 potranno essere sostituite dai rispettivi nastri trasportatori (nel piano), ad esempio ad elevato attrito in grado di movimentare gli articoli 5 che dovessero arrivare in appoggio sugli stessi lungo la direzione principale di avanzamento 6 in maniera esclusiva.
In ulteriore alternativa (fig. 16) i nastri trasportatori potranno essere sostituiti da nastri trasportatori presentanti sedi con rullini montati a folli atti a direzionare gli articoli in appoggio nella medesima direzione principale di avanzamento 6 in maniera esclusiva.
Combinazioni delle citate soluzioni saranno altresì possibili; si veda ad esempio la figura 14 in cui sono utilizzate una parete laterale 43 emergente ed un nastro trasportatore da parte opposta.
Osservando il singolarizzatore di cui alla figura 1 si nota poi la presenza di un modulo selettore 17 posto a valle del modulo divergente 10 lungo la direzione principale di avanzamento 6.
Come nella precedente discussione, anche il modulo selettore 17 è illustrato immediatamente a valle e consecutivamente disposto rispetto al modulo divergente 10.
Potrebbe tuttavia essere presente un modulo intermedio di trasferimento che possa comunque consentire al modulo selettore 17 un ottimale funzionamento senza uscire dal concetto inventivo di quanto descritto.
In ogni caso il modulo selettore 17 si sviluppa tra una rispettiva stazione di ingresso 18 e una stazione di uscita 19 e presenta una rispettiva prima zona 20 configurata per ricevere gli articoli provenienti dalla zona 13 del modulo divergente 10 e per impartire gli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento esclusivamente lungo la direzione principale di avanzamento 6 dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19.
Il modulo selettore 17 presenta altresì una seconda zona 21 configurata per ricevere gli articoli provenienti dalla terza zona 16 del modulo divergente 10 per impartire gli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento 6 (in maniera esclusiva) dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19.
Inoltre, il modulo selettore 17 potrà anche comprendere una terza zona 26 configurata per ricevere gli articoli provenienti dalla quinta zona 25 del modulo divergente 10 per impartire agli articoli stessi che si trovano in appoggio un moto di avanzamento esclusivo lungo la direzione principale di avanzamento 6 dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19.
La figura 1 illustra la presenza di una pluralità di nastri trasportatori indipendenti che definiscono la direzione di avanzamento degli articoli posizionata parallela alla direzione principale di avanzamento 6.
In alternativa a nastri trasportatori, rulliere o rulli ad asse ortogonale alla direzione di avanzamento potranno ugualmente essere utilizzati, così come nastri trasportatori dotati di opportune cavità atte a montare rullini folli che direzionino gli articoli come sopra citati.
Inoltre il modulo selettore 17 potrà essere configurato per comprendere esclusivamente nastri trasportatori movimentati posizionati in corrispondenza delle zone atte a ricevere i prodotti in uscita dal modulo divergente 10 (fig. 17), o anche una pluralità di nastri trasportatori tutti movimentati indipendentemente e affiancati tra loro in maniera tale che un’unità di controllo 22 possa controllarne opportunamente la movimentazione (figg. 1 e 18).
La figura 1 illustra la situazione di una pluralità di nastri trasportatori affiancati tra loro; viceversa la figura 17 illustra una situazione in cui il modulo selettore 17 comprende una quarta zona 28 affiancata e interposta tra la prima e la seconda zona 20, 21 lungo la direzione di avanzamento principale 6 e una quinta zona 29 affiancata alla e interposta tra la prima e la terza zona 20, 26 lungo la direzione principale di avanzamento 6.
La quarta e la quinta zona 28, 29 in accordo con questa specifica forma realizzativa si sviluppano dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19 e comprendono superfici non movimentate, ad esempio a basso attrito.
Come è poi possibile notare dall’unita figura 17 il dispositivo prevede anche la presenza di un’unità di controllo 22 la quale è attiva almeno sulla prima zona 20 del modulo selettore 17 per impartire il moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento 6 con un primo profilo di velocità ed è anche attiva almeno sulla seconda zona 21 del medesimo modulo selettore 17 per impartire il corrispondente moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento 6 con un secondo profilo di velocità che potrà essere anche diverso dal primo profilo di velocità.
L’unità di controllo 22 sarà attiva anche sulla terza zona 26 del modulo selettore per impartire alla stessa il moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento 6 con un terzo profilo di velocità che potrà essere diverso sia dal primo profilo di velocità sia dal secondo profilo di velocità come meglio chiarito inseguito.
Nel dettaglio e come visibile nelle unite figure, il singolarizzatore sarà dotato anche di un sistema di rilevamento 27 asservito alla citata unità di controllo 22. Tale sistema di rilevamento 27 sarà in grado di rilevare nel tempo il passaggio di articoli 5 in ingresso e/o in transito al modulo selettore 17 almeno in corrispondenza della prima e della seconda zona 20, 21 (ed in generale anche della terza zona 26).
A mero titolo esemplificativo potrà essere presente anche un array lineare di fotocellule lungo la linea o stazione di ingresso al modulo selettore in maniera tale che l’unità di controllo 22 possa ricevere il segnale da ciascuno dei sensori del sistema di rilevamento 27 e conoscere la posizione e il tempo di passaggio dei vari articoli 5 in attraversamento alla stazione di ingresso 18 del modulo selettore 17.
La forma realizzativa sopra accennata consente di utilizzare esclusivamente una disposizione di fotocellule in corrispondenza almeno della prima, della seconda e della terza zona del modulo selettore 17 e in generale di tutta la linea che definisce la stazione di ingresso 18 del modulo stesso.
Alternativamente, o in combinazione, sarà possibile utilizzare altre tipologie di sensori quali ad esempio una o più fotocamere (fig. 18) in grado non solo di individuare la sagoma del prodotto in attraversamento alla stazione di ingresso, ma di identificare, ad esempio dall’alto, il profilo dell’articolo 5 e seguirlo nel suo moto di avanzamento in attraversamento al modulo selettore 17 in modo tale da poter attivamente controllare tale tipologia di movimentazione (si veda ad esempio la figura 18).
Come citato l’unità di controllo 22 riceve in ingresso il segnale/i segnali provenienti dal sistema di rilevamento 27 e li utilizza per determinare i profili di velocità da assegnare alle zone 20, 21 e 26 del modulo selettore 17.
In particolare, i profili di velocità sono impostati al fine di conseguire l’uscita dei prodotti dalla stazione di uscita 19 del modulo selettore 17 in configurazione singolarizzata, ovvero non sovrapposta lungo lo sviluppo trasversale del modulo selettore 17.
Come meglio chiarito in seguito, quando sul modulo selettore 17 si dovessero trovare due articoli, ad esempio nella prima e nella seconda zona 20, 21, parzialmente o totalmente sovrapposti se osservati lateralmente, l’unità di controllo 22 è in grado di rallentare o fermare il moto degli articoli nella prima 20 o nella seconda zona 21 in maniera tale da ottenere l’uscita di un singolo prodotto dalla stazione di uscita 19 prima di far uscire il prodotto presente sull’altra zona o linea di avanzamento.
In altri termini ancora, il profilo di velocità viene opportunamente variato (anche portando la velocità a 0) in maniera da ottenere una uscita singola dei prodotti delle tre linee di avanzamento A, B, C attraverso la stazione di uscita 19.
Con riferimento poi al modulo selettore 17, una terza forma realizzativa estremamente interessante dello stesso è illustrata nelle figure da 23 a 26.
In particolare, e come precedentemente citato, la prima zona 20 sarà destinata a ricevere gli articoli in avanzamento lungo un flusso principale A, principalmente provenienti dalla prima zona 13 del modulo divergente 10.
Nella realtà, tale zona 20 avrà dimensioni trasversali maggiori delle restanti seconda e terza zona 21, 26 e pertanto potrebbe ricevere in talune situazioni anche articoli, ad esempio di grosse dimensioni, provenienti dalle file B o C. In ogni caso, osservando la prima zona 20, si nota come la stessa comprenda un rispettivo dispositivo di trasporto 53 dotato di tre superfici di trasporto 53a, 53b, 53c distinguibili almeno in merito ad alcune caratteristiche strutturali e/o funzionali.
In particolare tutte e tre le superfici di trasporto del primo dispositivo di trasporto 53 si estendono dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19 e si presentano in vista dall’alto (si veda la figura 23) sotto forma rettangolare allungata con lati opposti maggiori disposti paralleli alla direzione principale di avanzamento 6.
Tali superfici di trasporto 53 a, 53 b, 53c sono affiancate e adiacenti tra loro con la prima superficie di trasporto 53 a di dimensioni trasversali maggiori (e circa doppie) delle rispettive dimensioni trasversali delle superfici di trasporto 53b, 53c (in generale uguali tra loro); la prima superficie 53a si trova interposta tra le stesse ulteriori superfici.
In generale ciascuna delle superfici di trasporto 53a, 53b, 53c sarà una superficie di trasporto attiva, ovvero una superficie di trasporto mobile atta a generare su un articolo in appoggio totale o parziale sulla stessa un moto di avanzamento diretto dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19 lungo la direzione principale di avanzamento.
La prima superficie di trasporto 53a presenterà un coefficiente di attrito (decisamente) superiore al corrispondente coefficiente di attrito delle superfici di trasporto 53b, 53c adiacenti.
In altri termini, un articolo 5 che si dovesse trovare in appoggio contemporaneo su almeno due di tali superfici di trasporto riceverà la componente maggiore di spinta dalla prima superficie di trasporto 53 a ad attrito maggiore.
Si noti poi come le tre superfici di trasporto del primo dispositivo 53 presenteranno una velocità di avanzamento dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19 uguale tra loro in quanto saranno in generale movimentate da un medesimo primo dispositivo di trasporto 53.
Nell’esempio realizzativo di cui alle figure 23-26 sono illustrate superfici di trasporto 53a, 53b, 53c distinte e separate tra loro ben potendo tuttavia le stesse essere definite da un’unica superficie senza soluzione di continuità con aree distinte solo in termini di coefficiente di attrito.
Inoltre, l’esempio realizzativo mostrato è costituito da tre distinti nastri trasportatori (endless belts) in moto continuo attorno ad almeno due alberi con assi tra loro paralleli e disposti rispettivamente in corrispondenza delle linee definenti la stazione di ingresso 18 e la stazione di uscita 19.
In altri termini ancora, ciascuno dei nastri trasportatori 55, 56, 57 si troverà posizionato su tali due alberi per impartire in corrispondenza della superficie superiore un moto indicato dalle frecce in figura 23 e direzionato lungo la direzione principale di avanzamento 6.
Da un punto di vista di motorizzazione, il primo sistema di movimentazione 58 è visibile in figura 25 e comprende un motore 58a ed un’opportuna trasmissione 58b (ad esempio un moto riduttore) che trasmette il moto tramite una cinghia ad un rispettivo albero 66 attorno al quale ruotano i nastri trasportatori 55, 56, 57 ricevendo pertanto un trascinamento da parte dell’albero 66 che determina una velocità di avanzamento costante e sostanzialmente identica per i citati tre nastri. Tornando alla forma realizzativa illustrata in figura 23 si nota poi come anche la seconda zona 21 presenti un secondo dispositivo di trasmissione del moto 54 anch’esso definito da due superfici di trasporto 54a, 54b estendentisi dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19 e di sagoma rettangolare in vista dall’alto con lati maggiori opposti posizionati paralleli dalla direzione principale di avanzamento 6.
Anche in questo caso le superfici di trasporto 54a, 54b sono posizionate adiacenti ed affiancate lungo la direzione di sviluppo principale 6.
In particolare la seconda superficie di trasporto 54b risulta essere altresì affiancata e adiacente alla seconda superficie di trasporto 53b del primo dispositivo 53 in modo da definire una superficie sostanzialmente continua di supporto per gli articoli in arrivo dal modulo divergente.
Anche in questo caso la prima superfìcie di appoggio 54a presenterà un coefficiente di attrito maggiore della seconda superficie di appoggio 54b.
La forma realizzativa illustrata prevede due nastri di dimensioni trasversali sostanzialmente identiche e sostanzialmente identiche le dimensioni trasversali della seconda e terza superficie di trasporto 53b, 53c del primo dispositivo di trasporto 53.
I nastri sono due distinti nastri trasportatori 61, 62 la cui superficie attiva definisce le citate superfici di trasporto 54a e 54b.
Anche in questo caso la forma realizzativa potrebbe essere costituita da un unico nastro congiunto senza soluzione di continuità che definisce le due superfici di trasporto 54a e 54b con differente coefficiente di attrito superficiale.
II secondo sistema di movimentazione 59 mostrato in figura 25 appare sostanzialmente analogo (e solo posizionato diversamente nella struttura del modulo selettore 17) a quello precedentemente citato.
Lo stesso comprende un motore, ad esempio elettrico, 59a e una trasmissione 59b (ad esempio un motoriduttore ed una cinghia) che porta il moto in corrispondenza di un albero 67 attivo sul primo e secondo nastro trasportatore 61, 62 precedentemente menzionato.
Pertanto anche in questo caso il moto trasmesso ai due nastri trasportatori 61,62 sarà il medesimo con medesime velocità di avanzamento tra la stazione di ingresso 18 e la stazione di uscita 19 delle superfici di trasporto 54a e 54b.
Si noti tuttavia che le motorizzazioni del primo dispositivo di trasporto 53 e del secondo dispositivo 54 sono indipendenti e pertanto anche le rispettive velocità di avanzamento saranno indipendenti (ovvero potranno anche essere uguali in taluni momenti, ma saranno comunque comandate e gestite indipendentemente dall’unità di controllo 22).
In una logica di controllo più semplice potrà essere previsto che i nastri possano essere movimentati a velocità costante o, viceversa, essere fermi definendo in questo modo i profili di velocità.
Il modulo selettore 17 comprende anche un terzo dispositivo di trasporto 60 anch’esso presentante una prima superficie di trasporto e una seconda superficie di trasporto 60a e 60b.
Tali superfici di trasporto si estendono dalla stazione di ingresso 18 sino alla stazione di uscita e presentano un profilo di sagoma sostanzialmente quadrangolare con lati maggiori di sviluppo disposti parallelamente alla direzione principale di avanzamento 6.
Le due superfici di trasporto 60a, 60b sono posizionate parallelamente e adiacentemente tra loro.
Inoltre la seconda superficie di trasporto 60b si trova adiacentemente posizionata rispetto alla terza superficie di trasporto 53c del primo dispositivo di trasporto 53.
Anche in questo caso la prima superficie di trasporto 60a presenterà un coefficiente di attrito maggiore rispetto alla seconda superficie di trasporto 60b del terzo dispositivo di trasporto 60.
Le stesse potranno essere ottenute mediante Γ utilizzo di due diversi elementi distinti e separati (come rappresentato) o anche di un singolo elemento con proprietà superficiali di coefficiente di attrito distinte in corrispondenza delle due superfici.
Anche questa forma realizzati va prevede l’utilizzo di due distinti nastri trasportatori 64, 65 i quali sono montati su rispettivi alberi posizionati in corrispondenza delle stazioni di ingresso 18 e di uscita 19 come precedentemente descritto.
In particolare osservando dalTalto il modulo selettore 17 (figura 23) si noterà la presenza da un lato all’altro del modulo selettore della prima superficie di trasporto 60a e della seconda superficie di trasporto 60b del terzo dispositivo di trasporto 60, della terza superficie di trasporto 53c, della prima superficie di trasporto 53a e della seconda superficie di trasporto 53b del primo dispositivo di trasporto 53 e della seconda superficie di trasporto 54b seguita dalla prima superficie di trasporto 54a del secondo dispositivo di trasporto 54.
Quanto sopra andrà a coprire sostanzialmente tutta l’estensione trasversale del modulo selettore 17 lasciando eventualmente dei piccoli gap tra i nastri trasportatori tali tuttavia da non consentire impuntamenti, cadute o causare problemi di sorta ad alcuno dei prodotti o degli articoli trasportabili dal singolarizzatore.
Anche in questo caso il terzo sistema di movimentazione 63 presenterà un rispettivo motore 63b, in particolare elettrico, e una rispettiva trasmissione 63a (moto riduttore più cinghia); quest’ultima sarà attiva su un rispettivo albero 68 (si veda la figura 26) per movimentare la prima e la seconda superficie 60a, 60b con medesima velocità di avanzamento dalla stazione di ingresso 18 alla stazione di uscita 19.
In questa maniera anche i due nastri trasportatori 64, 65 si muoveranno di medesima velocità di avanzamento che, essendo comandata indipendentemente, potrà essere diversa, o comunque indipendente, sia dalla prima velocità di avanzamento del primo dispositivo di trasporto 53, sia dalla velocità di avanzamento dei nastri di cui al secondo dispositivo di trasporto 54.
Va poi notato che la forma realizzativa specifica presenta nastri trasportatori 55, 56, 57, 61, 62, 64, 65, tuttavia è possibile che le medesime funzioni siano ottenute mediante l’utilizzo di rispettive rulliere con coefficienti di attrito differenziati (ad esempio a rulli lisci affiancati a rulli gommati); le diverse funzioni potranno anche essere ottenute da un’unica rulliera continua ad assi di rotazione ortogonali alla direzione principale di avanzamento 6 in cui le varie superfici di trasporto citate si differenzieranno grazie a porzioni a coefficiente di attrito differenziato.
Altresì sarà possibile utilizzare nastri trasportatori presentati opportuni fori dotati di rallini montati folli anch’essi con coefficienti di attrito differenziati a seconda delle superfici di trasporto che andranno a definire.
Quanto sopra per evidenziare che potranno esistere diverse forme realizzative del medesimo modulo selettore 17 in accordo con la terza forma realizzativa, purché le stesse possano consentire un trasporto attivo degli articoli posizionati sulle varie superfici di trasporto le quali determinano, in cooperazione con un medesimo articolo 5, un coefficienti di attrito differenziati come descritto.
Da un punto di vista di distribuzione, le superfici di uno stesso modulo (convergente, divergente o selettore) definenti un coefficiente maggiore attrito rispetto alle altre superfici sono vantaggiosamente posizionate in corrispondenza delle zone in cui ci si aspetta di ricevere un flusso di articoli secondo le tre linee di avanzamento A, B , C.
La superficie di trasporto 53a che è destinata a ricevere il flusso di articoli maggiore avrà dimensioni superiori in maniera da poter gestire in maniera ottimale tale flusso; viceversa le superfici destinate a ricevere gli articoli in arrivo dalle linee di avanzamento B e C avranno dimensioni trasversali minori in quanto saranno in generale destinate a trattare un minor numero di articoli.
La presenza tra le citate superfici di trasporto 53a e 54a e 60a di ulteriori superfici di trasporto a basso attrito consente anche di gestire situazioni almeno parzialmente anomale.
Infatti, la presenza di nastri motorizzati in corrispondenza delle zone tra i nastri ad alto attrito consente innanzitutto di poter rimuovere eventuali articoli che dovessero giungere non disposti in una delle tre linee di avanzamento A, B, C a causa di un errore di singolarizzazione.
Inoltre, un prodotto che si dovesse trovare in corrispondenza ad esempio della linea di avanzamento B e quindi giungere in corrispondenza della prima superficie di trasporto 54a, ma che dovesse avere dimensioni trasversali molto elevate da coinvolgere anche le ulteriori superfici di trasporto a basso attrito 54b e 53b, riceverebbe un contributo di spinta maggiore dal nastro a più elevato attrito 54a, ma anche un contributo di spinta dalla seconda superficie di trasporto 54b (e anche se di valore inferiore). Qualora, per qualsiasi ragione, la zona centrale 21 non fosse movimentata, la seconda superficie di trasporto 53b sarebbe ferma, ma non presentano un elevato coefficiente di attrito, avrebbe un’influenza minima sul trasporto e sulla rotazione di un eventuale prodotto in appoggio sulle tre superfici di trasporto precedentemente citate.
Viceversa, se le superfici di trasporto a basso attrito fossero state superfici passive, anche a basso attrito, ciò avrebbe potuto comportare rotazioni anche parziali, soprattutto di prodotti in corrispondenza dei nastri ad elevato attrito di estremità che hanno dimensioni trasversali minori.
La presenza di nastri atti a determinare, in cooperazione con un medesimo articolo 5, un coefficiente di attrito differenziato consente come precisato la gestione di eventuali situazioni critiche in cui articoli possano trovarsi in zone indesiderate ma in ogni caso permette di gestire dimensioni trasversali ottimali con sole tre motorizzazioni differenziando tuttavia l’effetto sugli articoli, simulando di fatto la presenza di più motorizzazioni/nastri.
Le figure da 19A a 190 illustrano esemplificativamente il funzionamento del singolarizzatore sopra brevemente accennato.
Come è possibile notare da figura 19A una pluralità di articoli alla rinfusa giunge attraverso il nastro trasportatore di ingresso alla stazione di ingresso 3 del modulo convergente.
Osservando la sequenza di figure successive si nota come il modulo convergente tenda a portare i vari articoli 5 in corrispondenza della prima zona 7 creando una prima fila o linea di avanzamento dei prodotti singolarizzati.
Laddove due o più articoli fossero spinti in corrispondenza della stessa porzione della prima zona 7 del modulo convergente 2, ovviamente solo uno di tali articoli andrebbe in appoggio alla prima zona 7, mentre il rimanente resterebbe appoggiato in corrispondenza della seconda o della terza zona (figg. 19C, 19D). Di qui gli articoli entrano nel modulo divergente 10.
Quelli che si trovano in appoggio alla prima zona 7 entrano direttamente in contatto con la prima zona 13 del modulo divergente.
Viceversa, tutti gli articoli che non erano stati portati in corrispondenza della zona centrale (prima zona del modulo convergente e quindi prima zona del modulo divergente) vengono diretti esternamente in allontanamento alla prima zona 13 verso la terza o la quinta zona del modulo divergente 10 sino ad arrivare in appoggio alle pareti laterali 42, 43 o comunque a venir a contatto con la terza e la quinta zona del modulo divergente 10.
In questa maniera in corrispondenza della stazione di uscita 12 del modulo divergente 10 si genereranno tre linee di prodotti che avanzano esclusivamente lungo la direzione principale di avanzamento 6: una prima linea A in corrispondenza dell’uscita dalla prima zona 13 del modulo divergente 10, una seconda linea B in uscita dalla stazione di scarico 12 in appoggio e trasportata dalla terza zona 16 del modulo divergente e una terza linea C in appoggio e trasportata dalla quinta zona del modulo divergente 10.
A questo stadio di singolarizzazione tutti i prodotti sono stati distribuiti sulle tre linee di avanzamento A, B, C.
In questa situazione gli articoli attraversano il sistema di rilevamento 27 e entrano nel modulo selettore 17.
Grazie al sistema di rilevamento 27 l’unità di controllo 22 è a conoscenza esattamente del posizionamento dei singoli articoli lungo le tre linee di avanzamento A, B, C.
Nel caso in cui venga rilevata la contemporanea presenza in corrispondenza di una medesima sezione trasversale del modulo trasportatore 17 di due o più articoli presenti su due o più linee di avanzamento, l’unità di controllo 22 stessa può differenziare i profili di velocità delle tre zone in cui le tre linee di prodotto si trovano in maniera tale da conseguire l’uscita di un singolo prodotto per volta dalla stazione di uscita 19 indipendentemente dal fatto che articoli in sovrapposizione lungo la direzione trasversale si trovino su linee diverse (si veda la sequenza di figure da 19E a 19G ove l’articolo 5b sovrapposto all’articolo 5a viene fermato sino a completa fuoriuscita del primo).
In questo modo viene garantito che all’uscita del singolarizzatore i prodotti che sono principalmente in corrispondenza della linea centrale A ed eventualmente in corrispondenza delle linee ausiliarie B e C siano comunque longitudinalmente distanziati l’uno dall’altro e possano pertanto venire automaticamente gestiti e singolarizzati in un’unica fila con tecniche note.
In particolare, le configurazioni che rimpianto potrà complessivamente assumere sono illustrate ad esempio nelle figure 20, 21 e 22 in cui, a mero scopo esemplificativo, è illustrata una configurazione con due singolarizzatori in ingresso a una linea di trasporto (figura 21) ed anche un singolo singolarizzatore dotato dopo il modulo selettore 17 di un elemento a sponde convergenti per portare gli elementi in una singola fila.
Va poi notato, con particolare riferimento a figura 28 che il singolarizzatore oggetto della presente descrizione è anche in grado di offrire un’opportunità di deviare articoli in transito dopo che gli articoli stessi hanno attraversato i moduli convergente, divergente ed il modulo selettore laddove dovessero verificarsi problemi del tipo: prodotti non singolarizzati o prodotti immessi di dimensioni che eccedono quelle di limite massimo per il trattamento nelle stazioni successive.
A tale scopo è previsto l’utilizzo di un deviatore 100, in particolare di un deviatore verticale, ovvero una struttura in grado di definire un percorso di avanzamento principale (condizione di normale uso e avanzamento degli articoli) e un percorso di deviazione in cui gli articoli possono venire inviati a una zona di scarto.
In particolare il deviatore verticale 100 illustrato è nella sua essenzialità anche in figura 29 costituito da due nastri trasportatori 101, 102 basculanti attorno a rispettivi assi contrapposti in maniera tale da poter definire una condizione allineata (in generale di normale passaggio degli articoli - fig. 28 e direzione 6a in fig. 29) e una configurazione aperta (fig. 29 - direzione 6b) in cui le rispettive estremità, solitamente in prossimità, del primo e del secondo nastro 101, 102 si trovano viceversa allontanate in senso verticale deviando il flusso di prodotti.
Quanto descritto consente di poter comandare tramite azionamento, ad esempio, da parte dell’unità di controllo 22 1 ’ apertura/ chiusura del deviatore verticale 100 e pertanto il normale funzionamento o lo scarico di prodotti verso la zona di scarico.
VANTAGGI DEL TROVATO
Le forme realizzative sopra descritte e illustrate conseguono importanti vantaggi.
Innanzitutto, la struttura del modulo divergente consente di garantire la separazione, conseguentemente la singolarizzazione, degli articoli indipendentemente dalla condizione di arrivo di questi ultimi dal modulo convergente 2. Più in dettaglio, la zona di rialzo 15, impedisce agli articoli 5, in avanzamento sulla prima zona 13 del modulo divergente 10 e che sovrastano almeno parzialmente gli articoli 5 in avanzamento sulla seconda e/o quarta zona 14 e 24, di schiacciare e trattenere questi ultimi: in tal modo è possibile garantire l’allontanamento di questi ultimi articoli dalla pima zona 13.
Inoltre, il singolarizzatore presentato nelle sue varie forme realizzative risulta essere compatto e di costi sostanzialmente contenuti.
Le operazioni di singolarizzazione sono ottenute tramite una prima parte (modulo convergente e modulo divergente) sostanzialmente attiva meccanicamente sui vari articoli per portarli da una condizione di articoli alla rinfusa a una condizione di articoli disposti su tre sole linee di avanzamento (una principale e due secondarie).
La parte di controllo elettronico è ridotta al minimo aumentando pertanto Γ affidabilità operativa ma garantendo al medesimo tempo una elevata flessibilità potendo gestire la singolarizzazione fine in corrispondenza del modulo selettore 17.
Gli ingombri in pianta dell’intero dispositivo sia in senso longitudinale, sia in senso trasversale sono piuttosto contenuti pur garantendo possibilità di trattare un numero piuttosto elevato di articoli singolarizzabili per unità di tempo.
LEGENDA
1 Singolarizzatore
2 Modulo convergente
3 Stazione d’ingresso
4 Stazione d’uscita
5 Articoli
6 Direzione principale di avanzamento 7 Prima zona del modulo 2
8 Seconda zona del modulo 2
9a Movimentazione laterale
9b movimentazione laterale
10 Modulo divergente
11 Stazione d’ingresso
12 Stazione d’uscita
13 Prima zona
14 Seconda zona
15a Movimentazione laterale
15b Movimentazione laterale
15 Zona di rialzo
16 Terza zona
17 Modulo selettore
18 Stazione d’ ingresso
19 Stazione d ’ uscita
20 Prima zona
21 Seconda zona
22 Unità di controllo
23 Terza zona
24 Quarta zona
25 Quinta zona
26 Terza zona
27 Sistema di rilevamento
28 Quarta zona
29 Quinta zona
30 Movimentatore
31 Movimentatore
32 Elemento di movimentazione 33 Rulliera
34 Elemento di movimentazione 35 Rulliera
36 Elemento di movimentazione 37 Rulliera
38 Elemento di movimentazione 39 Rulliera
40 Elemento di movimentazione 41 Rulliera
42 Parete laterale
43 Parete laterale
44a Tratto ascendete
44b Rampa di rialzo
45 Rampa di discesa
46 Rullini
46a Asse
47 Nastro trasportatore
48 Rullini
48a Asse d’inclinazione
49 Nastro trasportatore
50 Superfici
51 Nastro
52 Rullini
53 Dispositivo di trasporto
53 a Superficie di trasporto
53b Superficie di trasporto
53 c Superficie di trasporto
54 Dispositivo di trasmissione del moto 54a Superficie di trasporto
54b Superficie di trasporto
55 Nastro trasportatore
56 Nastro trasportatore
57 Nastro trasportatore
58 Sistema di movimentazione
58a Motore
58b Trasmissione
59 Sistema di movimentazione
59a Motore elettrico
59b Trasmissione
60 Terzo dispositivo di trasporto 60a Superficie di trasporto
60b Superficie di trasporto
61 Nastro trasportatore
62 Nastro trasportatore
63 Sistema di movimentazione 63a Trasmissione
63 b Motore
64 Nastro trasportatore
65 Nastro trasportatore
66 Albero
67 Albero
100 Deviatore
101 Nastro trasportatore
102 Nastro trasportatore
LI Piano medio di giacitura L2 Piano medio di giacitura L3 Piano medio di giacitura

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Singolarizzatore comprendente: > almeno un modulo divergente (10) sviluppantesi tra una stazione di ingresso (11) ed una stazione di uscita (12), il modulo divergente (10) essendo configurato per ricevere articoli (5) in corrispondenza della stazione d’ingresso (11) e per movimentarli verso la stazione di uscita (12) lungo una direzione principale di avanzamento (6), il modulo divergente (10) presentando: > almeno una prima zona (13) estendentesi dalla stazione d’ingresso (11) alla stazione d’uscita (12) e configurata per impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6); > almeno una seconda zona (14) affiancata alla prima zona (13) lungo la direzione di avanzamento (6) e sviluppantesi tra la stazione d’ingresso (11) e la stazione d’uscita (12), detta seconda zona (14) essendo configurata per impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio sulla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) ed una movimentazione laterale (15a) in allontanamento dalla prima zona ( 13 ) ; caratterizzato dal fatto che, almeno per un tratto, la prima zona (13) del modulo divergente (10) emerge in allontanamento da un piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona (14) in direzione degli articoli (5) da supportare a definire una zona di rialzo (15) del modulo divergente 2. Singolarizzatore secondo la rivendicazione 1, in cui la zona di rialzo (15) comprende almeno una rampa di rialzo (44a) ed una rampa di discesa (44b) consecutivamente disposte lungo la direzione di avanzamento (6), detta rampa di rialzo (44a) estendendosi lungo una direzione di sviluppo prevalente la quale definisce con il piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona (14) un angolo sotteso compreso tra 3° e 30°, in particolare tra 3° e 25°, ancora più in particolare tra 5° e 20°, ed in cui detta rampa di discesa (44b) si estende lungo una direzione di sviluppo prevalente la quale definisce con il piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona (14) un angolo sotteso compreso tra 3° e 30°, in particolare tra 3° e 25°, ancora più in particolare tra 5° e 20°. 3. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la zona di rialzo (15) definisce rispetto alla seconda zona (14) un dislivello massimo compreso tra 2 cm e 10 cm, in particolare tra 2 cm e 8 cm, ancora più in particolare tra 2 cm e 6 cm. 4. Singolarizzatore secondo la rivendicazione 2 o 3, in cui la rampa di rialzo (44a) si estende per un tratto inferiore al 50% dell’estensione complessiva della prima zona (13), in particolare inferiore al 30% dell’estensione complessiva della prima zona (13), ed in cui detta rampa di rialzo (44a) si estende a partire dalla stazione d’ingresso (11). 5. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la zona di rialzo (15) si estende sostanzialmente per tutta la lunghezza del modulo divergente (10), in particolare tra la stazione d’ingresso (11) e la stazione d’uscita (12). 6. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il modulo divergente (10) comprende: > almeno una terza zona (16), affiancata alla seconda zona (14) lungo la direzione principale di avanzamento (6) da parte opposta rispetto alla prima zona (13) e sviluppatesi da una posizione iniziale compresa tra la stazione di ingresso (11) ed una zona di mezzeria sino alla stazione di uscita (12), gli articoli (5) in corrispondenza di detta terza zona (16) essendo movimentati lungo la direzione di avanzamento (6) sino alla stazione di uscita (12). 7. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il modulo divergente (10) comprende: > una quarta zona (24) sviluppantesi tra una stazione di ingresso (11) ed una stazione di uscita (12) ed affiancata alla prima zona (13) lungo la direzione principale di avanzamento (6) da parte opposta alla seconda zona (14), la quarta zona (24) essendo configurata per impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) ed una movimentazione laterale (15b) in allontanamento dalla prima zona (13), in particolare la movimentazione laterale (15a),(15b), impartita dalla seconda zona (14) e dalla quarta zona (24) avendo medesima direzione e verso opposto rispettivamente diretto in allontanamento dalla zona (13); ed > una quinta zona (25) affiancata alla quarta zona (24) lungo la direzione di avanzamento principale (6) da parte opposta alla prima zona (13), gli articoli (5) in corrispondenza di detta quinta zona (25) essendo movimentati lungo la direzione di avanzamento (6) sino alla stazione di uscita (12). 8. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima zona (13) del modulo divergente (10) comprende un movimentatore (31), in particolare un nastro trasportatore, configurato per definire in cooperazione con un articolo (5) un prefissato coefficiente di attrito maggiore del coefficiente di attrito definito della seconda zona (14) in cooperazione con il medesimo articolo (5), ed in particolare essendo maggiore del coefficiente di attrito definito dalla quarta zona (24) in cooperazione con il medesimo articolo (5). 9. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la seconda zona (14) del modulo divergente (10) comprende un elemento di movimentazione (38), in particolare una rulliera (39) con rulli ad asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale (6), configurato per impartire il moto di avanzamento verso la stazione di uscita (12) e la movimentazione laterale (15a) in allontanamento dalla prima zona (13), in particolare la quarta zona (24) del modulo divergente (10) comprendendo un elemento di movimentazione (40), in particolare una rulliera (41) con rulli ad asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale (6), configurato per impartire il moto di avanzamento verso la stazione di uscita (12) e la movimentazione laterale (15b) in allontanamento dalla prima zona (13). 10. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la terza zona (16) del modulo divergente (10) comprende una parete laterale (42) emergente da un piano medio della seconda zona (14), detta parete laterale (42) essendo configurata per ricevere in appoggio gli articoli (5) spinti dalla seconda zona (14) in allontanamento dalla prima zona (13) e configurata per consentire una movimentazione lungo la direzione principale di avanzamento (6) verso la stazione di uscita (12), in particolare la quinta zona (25) del modulo divergente (10) comprendendo una parete laterale (43) emergente da un piano medio della quarta zona (24), detta parete laterale (43) essendo configurata per ricevere in appoggio gli articoli spinti dalla quarta zona (24) in allontanamento dalla prima zona (13) e configurata per consentire una movimentazione lungo la direzione principale di avanzamento (6) verso la stazione di uscita (12). 11. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti comprendente almeno un modulo convergente (2) posto a monte del modulo divergente e (10) sviluppantesi tra una stazione di ingresso (3) ed una stazione di uscita (4), il modulo convergente (2) essendo configurato per ricevere articoli (5) alla rinfusa in corrispondenza della stazione di ingresso (3) e per movimentarli verso la stazione di uscita (4) lungo la direzione principale di avanzamento (6), il modulo convergente (2) presentando almeno una prima zona (7) definita tra la stazione di ingresso (3) e la stazione di uscita (4) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e configurata per, alternativamente, impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) o un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) e una movimentazione laterale (9b) in direzione di una seconda zona (8) adiacente, almeno una seconda zona (8) affiancata alla prima zona (7) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e sviluppantesi tra l’ingresso (3) e la stazione di uscita (4), la seconda zona (8) essendo configurata per impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) ed una movimentazione laterale (9a) in direzione della prima zona (7). 12. Singolarizzatore secondo la rivendicazione precedente, in cui la prima zona (13) del modulo divergente (10) è configurata per ricevere almeno gli articoli (5) provenienti dalla prima zona (7) del modulo convergente (2). 13. Singolarizzatore secondo la rivendicazione 11 o 12, in cui il modulo convergente (2) comprende una terza zona (23) affiancata alla prima zona (7) lungo la direzione principale di avanzamento (6) da parte opposta alla seconda zona (8) e sviluppantesi tra la stazione di ingresso (3) e la stazione di uscita (4), la terza zona (23) essendo configurata per impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio dalla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) ed una movimentazione laterale (9b) in direzione della prima zona (7), in particolare la movimentazione laterale (9b; 9a) rispettivamente dalla terza zona (23) e dalla seconda zona (8) verso la prima zona (7) avendo medesima direzione verso opposto rispettivamente diretto verso la prima zona (7). 14. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 11 a 13, in cui detta prima zona (7) del modulo convergente (2) comprende un movimentatore (30), ad esempio un nastro trasportatore, configurato per definire in cooperazione con un articolo (5) un prefissato coefficiente d’attrito maggiore del coefficiente di attrito definito dalla seconda zona (8) in cooperazione con il medesimo articolo (5), ed in particolare essendo maggiore del coefficiente di attrito della terza zona (23). 15. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 11 a 14, in cui detta prima zona (7) del modulo convergente (2) comprende almeno un elemento di movimentazione (32), in particolare ima rulliera (33) con rulli ad asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale (6), configurato per impartire agli articoli (5) in appoggio sulla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) e una movimentazione laterale (9b) in direzione della seconda zona (8). 16. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 11 a 15, in cui detta seconda zona (8) del modulo convergente (2) comprende un elemento di movimentazione (34), in particolare una rulliera (35) con rulli ad asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale (6), per impartire il moto di avanzamento verso la stazione di uscita (4) e la movimentazione laterale (9a) verso la prima zona (7), in particolare la terza zona (23) del modulo convergente (2) comprendendo un elemento di movimentazione (36), in particolare una rulliera (37) con rulli e asse inclinato rispetto alla direzione di avanzamento principale (6), per impartire un moto di avanzamento verso la stazione di uscita (4) e la movimentazione laterale (9b) verso la prima zona (7). 17. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre: > almeno un modulo selettore (17) posto a valle del modulo divergente (10) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e sviluppantesi tra una rispettiva stazione di ingresso (18) e una stazione di uscita (19), il modulo selettore (17) presentando una prima zona (20) configurata per ricevere gli articoli movimentati almeno dalla prima zona (13) del modulo divergente (10) e per impartire gli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un modo di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19) e presentando una seconda zona (21) configurata per ricevere gli articoli movimentati dalla terza zona (16) del modulo divergente (10) e per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19); > un’unità di controllo (22) attiva almeno sulla prima zona (20) del modulo selettore (17) per impartire un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) con un primo profilo di velocità ed attiva almeno sulla seconda zona (21) del modulo selettore (17) per impartire un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) con un secondo profilo di velocità indipendente dal primo profilo di velocità. 18. Singolarizzatore secondo la rivendicazione precedente, in cui il modulo selettore (17) comprende una terza zona (26) configurata per ricevere gli articoli movimentati dalla quinta zona (25) del modulo divergente (10) e per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19), l’unità di controllo (22) essendo attiva sulla terza zona (26) del modulo selettore (17) per impartire un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) con un terzo profilo di velocità indipendente dal primo profilo di velocità e/o dal secondo profilo di velocità. 19. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 17 o 18 comprendente un sistema di rilevamento (27) asservito all’unità di controllo (22) per rilevare nel tempo il passaggio di articoli (5) in ingresso al modulo selettore (17) almeno in corrispondenza della prima e della seconda zona (20; 21) di quest’ultimo ed in particolare anche in corrispondenza della terza zona (26), l’unità di controllo (22) determinando i profili di velocità delle rispettive zone in funzione dei dati di rilevamento ricevuti dal sistema di rilevamento (27), in particolare i profili di velocità essendo impostati per conseguire un’uscita degli articoli (5) dalla stazione di uscita (19) in configurazione singolarizzata e non sovrapposta lungo uno sviluppo trasversale del modulo selettore (17), ad esempio uno sviluppo ortogonale alla direzione principale di avanzamento (6). 20. Singolarizzatore secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 17 a 19, in cui il modulo selettore (17) comprende una quarta zona (28) affiancata e interposta tra la prima e la seconda zona (20; 21) in direzione di avanzamento principale (6) e una quinta zona (29) affiancata alla ed interposta tra la prima e la terza zona (20; 26) lungo la direzione principale di avanzamento (6), detta quarta e quinta zona (28; 29) sviluppandosi dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19), in particolare la quarta e la quinta zona (28; 29) comprendendo superfici movimentate a coefficiente di attrito inferiore al coefficiente di attrito delle rispettive zone adiacenti. 21. Singolarizzatore preferibilmente secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente: > almeno un modulo divergente (10) sviluppatesi tra una stazione di ingresso (11) ed una stazione di uscita (12), il modulo divergente (10) essendo configurato per ricevere articoli (5) in corrispondenza della stazione di ingresso (11) e per movimentarli verso la stazione di uscita (12) lungo una direzione principale di avanzamento (6), il modulo divergente (10) presentando una prima zona (13) per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6), una seconda zona (14) affiancata alla prima zona (13) lungo la direzione di avanzamento (6) e sviluppantesi tra la stazione di ingresso (11) e la stazione di uscita (12), detta seconda zona (14) essendo configurata per impartire agli articoli che si trovano in appoggio sulla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) e una movimentazione laterale (15a) in allontanamento dalla prima zona (13), almeno una terza zona (16), affiancata alla seconda zona (14) lungo la direzione principale di avanzamento (6) da parte opposta rispetto alla prima zona (13) e sviluppatesi da una posizione iniziale compresa tra la stazione di ingresso (11) ed una zona di mezzeria sino alla stazione di uscita (12), gli articoli in corrispondenza di detta terza zona (16) essendo movimentati lungo la direzione di avanzamento (6) sino alla stazione di uscita (12), almeno per un tratto la prima zona (13) del modulo divergente (10) emerge in allontanamento da un piano media di sviluppo prevalente della seconda zona (14) in direzione degli articoli (5) da supportare a definire una zona di rialzo (15) del modulo divergente (10), > almeno un modulo seletore (17) posto a valle del modulo divergente (10) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e sviluppantesi tra una rispettiva stazione di ingresso (18) e una stazione di uscita (19), il modulo seletore (17) presentando una prima zona (20) configurata per ricevere gli articoli movimentati almeno dalla prima zona (13) del modulo divergente (10) e per impartire gli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un modo di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19) e presentando una seconda zona (21) configurata per ricevere gli articoli movimentati dalla terza zona (16) del modulo divergente (10) e per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19); e > un’unità di controllo (22) ativa almeno sulla prima zona (20) del modulo seletore (17) per impartire un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) con un primo profilo di velocità ed attiva almeno sulla seconda zona (21) del modulo seletore (17) per impartire un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) con un secondo profilo di velocità indipendente dal primo profilo di velocità. 22. Procedimento per la singolarizzazione di articoli alla rinfusa comprendente le seguenti fasi: > alimentare con articoli (5) un modulo divergente (10) di un singolarizzatore (1), il modulo divergente (10) presentando una prima zona (13) configurata per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo una direzione principale di avanzamento (6), una seconda zona (14) affiancata alla prima zona (13) lungo la direzione di avanzamento (6) configurata per impartire agli articoli (5) che si trovano in appoggio sulla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) ed una movimentazione laterale (15a) in allontanamento dalla prima zona (13), almeno per un tratto la prima zona (13) del modulo divergente (10) emerge in allontanamento da un piano medio di sviluppo prevalente della seconda zona (14) in direzione degli articoli (5) da supportare a definire una zona di rialzo (15) del modulo divergente (10), > movimentare gli articoli (5) in appoggio alla prima zona (13) del modulo divergente (10) lungo la direzione di avanzamento (6), detta sottofase di movimentazione comprendendo una sottofase di movimentazione degli articoli (5) sulla zona di rialzo (15) sulla quale gli articoli (5) vengono distanziati verticalmente rispetto al piano medio di sviluppo della seconda zona (14); > movimentare gli articoli (5) in appoggio alla seconda zona (14) del modulo divergente (10) lungo la direzione principale (6) e lungo una movimentazione laterale (15a) in allontanamento dalla prima zona 23. Procedimento secondo la rivendicazione precedente comprendente inoltre le seguenti fasi: > inviare gli articoli (5) in uscita dal modulo divergente (10) ad un modulo selettore (17) comprendente una prima zona (20) configurata per ricevere gli articoli provenienti dalla prima zona (13) del modulo divergente (10) e per impartire gli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19) ed una seconda zona (21) configurata per ricevere gli articoli provenienti dalla terza zona (16) del modulo divergente (10) per impartire agli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19); > movimentare tramite comando da parte di un’unità di controllo (22) gli articoli (5) in appoggio alla prima zona (20) del modulo selettore (17) lungo la direzione principale di avanzamento (6) con un primo profilo di velocità; > movimentare tramite comando da parte dell’unità di controllo (22) gli articoli (5) in appoggio alla seconda zona (21) del modulo selettore (17) dalla stazione di ingresso (18) alla stazione di uscita (19) con un secondo profilo di velocità diverso dal primo profilo di velocità. 24. Procedimento secondo la rivendicazione 22 o 23 comprendente inoltre le seguenti fasi: > alimentare con articoli (5) alla rinfusa un modulo convergente (2) di un singolarizzatore (1), il modulo convergente (2) sviluppandosi tra una stazione di ingresso (3) e una stazione di uscita (4) ed essendo configurato per ricevere articoli (5) alla rinfusa in corrispondenza della stazione di ingresso (3) ed a movimentarli verso la stazione di uscita (4) lungo una direzione principale di avanzamento (6), il modulo convergente presentando almeno una prima zona (7) definita tra la stazione di ingresso (3) e la stazione di uscita (4) lungo la direzione principale di avanzamento (6) configurata per, alternativamente, impartire agli articoli che si trovano in appoggio sulla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale di avanzamento (6) o un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) e una movimentazione laterale (9b) in direzione di una seconda zona (8) adiacente ed almeno una seconda zona (8) affiancata alla prima zona (7) lungo la direzione principale di avanzamento (6) sviluppantesi tra la stazione di ingresso (3) e la stazione di uscita (4) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e configurata per impartire gli articoli che si trovano in appoggio alla stessa un moto di avanzamento lungo la direzione principale (6) e una movimentazione laterale (9b) in direzione della prima zona (7); > movimentare gli articoli (5) in appoggio alla prima zona (7) lungo la direzione principale di avanzamento (6), o movimentare gli articoli che si trovano in appoggio alla prima zona (7) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e lungo la direzione laterale (9b) in direzione della prima zona (7); > movimentare gli articoli (5) in appoggio alla seconda zona (8) lungo la direzione principale di avanzamento (6) e lungo una direzione di movimentazione laterale (9a) in direzione della prima zona (7); > inviare gli articoli (5) in uscita dal modulo convergente (2) al modulo divergente (10).
ITMI20130073 2013-03-04 2013-03-04 Singolarizzatore ITMI20130073U1 (it)

Priority Applications (1)

Application Number Priority Date Filing Date Title
ITMI20130073 ITMI20130073U1 (it) 2013-03-04 2013-03-04 Singolarizzatore

Applications Claiming Priority (1)

Application Number Priority Date Filing Date Title
ITMI20130073 ITMI20130073U1 (it) 2013-03-04 2013-03-04 Singolarizzatore

Publications (1)

Publication Number Publication Date
ITMI20130073U1 true ITMI20130073U1 (it) 2014-09-05

Family

ID=49484936

Family Applications (1)

Application Number Title Priority Date Filing Date
ITMI20130073 ITMI20130073U1 (it) 2013-03-04 2013-03-04 Singolarizzatore

Country Status (1)

Country Link
IT (1) ITMI20130073U1 (it)

Similar Documents

Publication Publication Date Title
ITMI20130318A1 (it) Singolarizzatore
ITMI20110069A1 (it) Singolarizzatore
US10259663B2 (en) Transporter having parallel and height-adjustable transporting devices
US9554581B2 (en) Sausage collating device and method for collating sausages to form sausage groups
US10858199B2 (en) Conveying system with segments and method for transporting individual items
KR20150127700A (ko) 싱귤레이터 컨베이어
US20100163368A1 (en) Arrangement for grouping into rows the products of a batch on a high-speed conveyor belt
US20050011727A1 (en) Apparatus for rotating an article
US20130043104A1 (en) Singulator
US20050077145A1 (en) Methods and apparatuses for inducting articles onto a conveyor
JP2010501438A (ja) 高速度コンベヤベルト上の製品の分配のための構造
JP2014511808A (ja) 二本ベルト式の受動ローラの箱回転装置
EP2949224A1 (en) Valve device for changing over the mass flow of rod-like articles in conveying channels of the tobacco industry
CA2959761A1 (en) Dynamic singulator
US8235200B2 (en) Device for grouping and/or separating of articles
CN101500917B (zh) 传输设备
EP2921436A1 (de) Tubenrohr-Transfersystem, Tubenrohrherstellungsvorrichtung sowie Tubenrohrtransferverfahren
US9776796B2 (en) System and method for destacking and conveying articles arranged in stacks
US20180305137A1 (en) Belt buffer
WO2017151051A1 (en) Transfer device, conveyor system comprising a transfer device, method for grouping objects by using a transfer device
JP4942974B2 (ja) 整列装置
US7055816B2 (en) Method of processing sheet-like products, and apparatus for implementing the method
ITMI20130073U1 (it) Singolarizzatore
ITMI20110070A1 (it) Singolarizzatore
JP7127627B2 (ja) 分岐設備