ITMI20101872A1 - Uso di fosfatidilcolina nel trattamento di tumori - Google Patents

Uso di fosfatidilcolina nel trattamento di tumori Download PDF

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Description

Titolo : USO DI FOSFATIDILCOLINA NEL TRATTAMENTO DI TUMORI
Descrizione
Campo dell'invenzione
La presente invenzione riguarda l'uso di fosfatidilcolina nel trattamento di patologie tumorali.
Stato dell'arte
E' noto che la composizione delle membrane lipidiche in cellule tumorali può essere influenzata dagli acidi grassi aggiunti al mezzo di coltura o cambiando il tipo di nutrimento grasso ad animali affetti da tumori. La modificazione biochimica degli acidi grassi di membrana si traduce in una modifica di alcune proprietà fisiche, quali la fluidità di membrana ed il trasporto di principi attivi. Queste modifiche influenzano le dinamiche della membrana e risultano in un aumento della suscettibilità cellulare a farmaci antineoplastici ed alla perossidazione lipidica .
Tuttavia, quello che accade alle membrane cellulari, soprattutto alle membrane piasmatiche, come ben dimostrato, è una sostituzione delle catene aciliche dei grassi fosf olipidici senza alcun disturbo dell'architettura dei due foglietti costituenti la membrana piasmatica. Non si verifica alcun cambio significativo del contenuto di fosfolipidi o di colesterolo nella membrana, né viene influenzata la vitalità delle cellule tumorali.
E' stato anche riportato in letteratura che la modifica dei fosfolipidi di membrana per trattamento in vivo è complessa e difficilmente attuabile.
La fosf atidilcolina (PPC) è un diad i glicerofosfolipide caratterizzato da un residuo di colina come gruppo di testa legato al gruppo fosfato. È uno dei più importanti componenti delle membrane biologiche ed in particolare è il fosfolipide più abbondante sul foglietto esterno della membrana piasmatica.
La fosfatidilcolina è anche il principale componente della lecitina, il cui estratto consiste appunto in una miscela di fosf atidilcolina, acido fosforico, colina, acidi grassi, glicerolo, glicolipidi, trigliceridi ed altri fosfolipidi.
La fosfatidilcolina è ottenibile dal tuorlo d'uovo o dai semi di soia, da cui può essere estratta con esano. E' anche presente in altri alimenti, quali caviale, cavolfiore, lenticchie, piselli, riso, fegato di vitello, latte. A seconda dell'origine, la fosfatidilcolina può presentare sostanziali differenze in funzione dei residui di acidi grassi in posizione 1 e 2 del glicerolo ed in particolare del loro grado di insaturazione.
La fosfatidilcolina è normalmente utilizzata come ipocolesterolemiz zante e, più recentemente, in cosmesi.
Sommario dell'invenzione
La presente invenzione è basata sulla sorprendente scoperta che la somministrazione di fosfatidilcolina ad un mammifero affetto da una patologia tumorale provoca la degradazione selettiva della membrana piasmatica delle cellule tumorali e quindi induce in esse un processo apoptotico o ad esso assimilabile, con il risultato che la cellula tumorale muore. Viceversa, le cellule sane non vengono influenzate dal trattamento con fosfatidilcolina .
Un oggetto della presente invenzione è quindi la fosfatidilcolina per l'uso nel trattamento di una patologia tumorale.
Un ulteriore oggetto dell'invenzione è una formulazione iniettabile o per rilascio locale di fosfatidilcolina per l'uso nel trattamento di una patologia tumorale.
Un ulteriore oggetto dell'invenzione è un metodo di trattamento di una patologia tumorale che comprende la somministrazione ad un paziente affetto da una patologia tumorale di una quantità terapeuticamente efficace di fosfatidilcolina .
Descrizione dettagliata dell'invenzione
La presente invenzione ha per oggetto fosfatidilcolina per l'uso nel trattamento di una patologia tumorale in un mammifero.
Il mammifero è preferibilmente l'uomo, ma l'uso veterinario è compreso nell'oggetto dell'invenzione.
Con il termine "patologia tumorale" si intende un tumore o un cancro quali, a titolo di esempio, Fibrosarcoma, Liposarcoma, Condrosarcoma, Osteosarcoma, Angiosarcoma, Mieloma, Malattia di Hodgkin, Linfoma non Hodgkin, Leucemia linfatica, Leucemia mieloide, Carcinoma papillare, Carcinoma spinocellulare, Carcinoma squamocellulare, Carcinoma basocellulare, Adenocarcinoma, Carcinoma indifferenziato, Glioblastoma, Neuroblastoma, Retinoblastoma, Melanoma, Cancro del fegato, Cancro del pancreas, Cancro del Retto, Cancro dei polmoni, Tumore gastrico, Tumore ovarico, Tumore mammario.
Secondo una forma di realizzazione, la patologia tumorale trattata secondo la presente invenzione è un epatoma o un tumore mammario.
La fosfatidilcolina secondo l'invenzione può essere una qualsiasi fosfatidilcolina.
In una forma di realizzazione si utilizza fosfatidilcolina da uovo o da semi di soia.
In una forma di realizzazione la fosfatidilcolina è fosfatidilcolina poli-insatura.
La fosfatidilcolina è disponibile in commercio o può essere ottenuta per estrazione dal tuorlo d'uovo, dai semi di soia o da altri alimenti in cui essa è contenuta. L'estrazione può essere effettuata secondo tecniche convenzionali, utilizzando esano come solvente.
Il metodo di trattamento secondo l'invenzione comprende la somministrazione ad un paziente affetto da una patologia tumorale di una quantità terapeuticamente efficace di fosfatidilcolina. Secondo la presente invenzione la dose di fosfatidilcolina proposta per la somministrazione ad un uomo (con peso corporeo di circa 70 Kg) va da 0,1 mg a 2 g e, preferibilmente da 1 mg a 300 mg del principio attivo per unità di dose. L'unità di dose può essere somministrata, per esempio, da 1 a 4 volte al giorno. La dose dipenderà dalla via prescelta per la somministrazione. Si dovrà considerare che potrebbe essere necessario fare continue variazioni del dosaggio a seconda dell'età e del peso del paziente ed anche della gravità della condizione clinica da trattare. L'esatta dose, la durata del trattamento e la via di somministrazione sarà infine a discrezione del medico curante o del veterinario.
Costituisce un ulteriore oggetto dell'invenzione una formulazione iniettabile o per rilascio locale comprendente una quantità terapeuticamente efficace di fosfatidilcolina unitamente ad eccipienti e veicoli farmaceuticamente accettabili.
La fosfatidilcolina secondo la presente invenzione può essere formulata per una somministrazione parenterale mediante iniezione, in particolare per iniezione endovenosa. Le formulazioni per le iniezioni possono essere presentate in forma di un'unica dose, ad esempio in fiale, con un conservante aggiunto. Le composizioni possono presentarsi sotto tale forma come sospensioni, soluzioni o emulsioni in veicoli oleosi o acquosi e possono contenere agenti del formulario quali agenti di sospensione, stabilizzanti e/o disperdenti. In alternativa, il principio attivo si può trovare sotto forma di polvere per essere ricostituito, prima dell'uso, con un opportuno veicolo, ad esempio con acqua sterile.
Secondo la presente invenzione, la fosfatidilcolina può anche essere formulata secondo composizioni rettali quali supposte o clistere da ritenzione, ad esempio contenenti i componenti base delle comuni supposte come burro di cacao o altri gliceridi.
In aggiunta alle composizioni descritte precedentemente, la fosfat idilcolina può anche essere formulata come preparazione di deposito. Tali formulazioni a lunga azione possono essere somministrate per impianto (ad esempio in modo sottocutaneo, transcutaneo o intramuscolare) o per iniezione intramuscolare. Per esempio, la fosfatidilcolina può essere formulata con appropriati materiali polimerici o idrofobici (per esempio sotto forma di un'emulsione in un olio adatto) o resine a scambio ionico.
In ogni caso, le composizioni farmaceutiche secondo l'invenzione possono essere preparate secondo metodiche convenzionali, quali quelle descritte ad esempio in Remington's Pharmaceutical Sciences Handbook, Mack Pub. Co. ,N.Y.,USA, 17th edition, 1985.
PARTE SPERIMENTALE ESEMPIO - Formulazione farmaceutica
Fosfatidilcolina poli -insatura (PPC) è stata formulata come composizione iniettabile, miscelando:
PPC 250 mg
Acido deossicolico 122 mg
Alcool benzilico 45 mg
Sodio cloruro 17,5 mg
DL-alf a-tocoferolo 0,5 mg
Acqua q .b . a 5 mi Sperimentazione sugli animali - Epatoma
Ratti Male Wistar, del peso di 180-200 g, sono stati utilizzati come ospiti per asciti Yoshida AH-130 di epatoma. Questo epatoma è stato mantenuto per trapianto di cellule tumorali nei ratti mediante passaggi seriali i.p. di 1 mi di sospensione contenente 2-3xl0<7>cellule, condotti ad intervalli di 7 giorni.
Sono stati studiati due gruppi di 20 animali ciascuno, cui erano stati iniettati i.p. 2xl0<6>cellule di epatoma. Gli animali sono stati alimentati secondo una dieta standard ed acqua ad libitum. Uno dei due gruppi è stato trattato con la composizione dell'esempio sopra riportato, corrispondente a 20 mg/kg/giorno di PPC. Il secondo gruppo (CONTROLLO) è stato trattato solo con gli eccipienti della suddetta composizione, alle stesse concentrazioni presenti nella dose somministrata all'altro gruppo. La somministrazione è iniziata il giorno successivo all'impianto del tumore.
Ai giorni 7 e 10 le cellule di epatoma sono state raccolte dalla cavità peritoneale sia dei ratti trattati che di controllo, sono state lavate con soluzione di tampone fosfato (PBS) e quindi analizzate.
Isolamento della membrana olasmatica
Le membrane piasmatiche sono state isolate essenzialmente in accordo alla procedura di Koizumi et al. (Koizumi, K., S. Shimizu, K. T. Koizumi, et al. 1981. Rapid isolation and lipid characterization of plasma membranes from normal and malignant lymphoid cells of mouse. Biochim Biophys Acta. 649:393 -403). E' interessante notare che seguendo queste procedure è stato possibile ottenere una completa rimozione degli eritrociti contaminanti dalle cellule tumorali raccolte. Inoltre, la frazione di membrana piasmatica è stata ottenuta come una banda ben distinta all'interfaccia tra gli strati di saccarosio al 20% e al 42%.
In aggiunta, mitocondri, detriti cellulari e cellule integre sono stati facilmente recuperati, mentre i nuclei sono stati sedimentati sul fondo della provetta.
Tutte le procedure di isolamento delle membrane sono state condotte a 4°C. L'attività ATPasica della membrana cellulare è stata determinata secondo il metodo di Nakao et al. (Nakao, K., S. Kurashina, and M. Nakao. 1967. Adenosinetriphosphatase activity of erythrocyte membrane in hereditary spherocytosis . Life Sci. 6:595-600). L'attività della Na<+>-K<+>-ATPasi è stata ottenuta dalla differenza delle attività della ATPasi totale e della Mg<2+>-ATPasi. Il saggio di attività 5'-nucleotidasica è stato condotto secondo il metodo di Gerlach e Hiby (Gerlach, U., and W. Hiby. 1974. Methods of Enzymatic Analysis. H. U. Bergmeyer, editor. Academic Press. New York. NY. 871-875).
Microscopia elettronica
Alla fine del trattamento, le cellule Yoshida raccolte dai ratti di controllo e trattati con PPC sono state immediatamente processate per microscopia elettronica a trasmissione (TEM) ed a scansione (SEM) e quindi esaminate con un microscopio elettronico a trasmissione Philips 208S (FEI Company, Eindhoven, Paesi Bassi) e con un microscopio elettronico a scansione Cambridge Stereoscan 360 (Cambridge Instruments Ltd., Cambridge, UK), rispettivamente.
Per l'analisi TEM, le cellule raccolte sono state lavate e quindi fissate con 2,5% glutarraldeide in 0,2 M tampone caco dilato, pH 7,2, per 1 ora, post-fissate con 1% 0s04in 0,2 M tampone caco dilato, pH 7,2, disidratate con concentrazioni incrementali di etanolo e intrappolate in resina epossidica (Agar 100, AGAR Scientific, Stansed Essex, UK). Sezioni ultrasottili ottenute con un ultramicrotomo LKB Ultratome Nova (LKB, Bromma, Svezia) sono state colorate con acetato di uranile e citrato di piombo.
Per l'analisi "freeze-fracture (FF), dopo fissazione con 2,5% glutarraldeide, le cellule tumorali sono state incubate con glicerolo 25% in PBS e tenute per 30 minuti a temperatura ambiente. Le sospensioni sono state poi centrifugate a 1000 rpm per 10 minuti, poste su supporti e velocemente congelate in freon 22 che è stato parzialmente solidificato per raffreddamento con azoto liquido. I supporti montati sono stati poi trasferiti in un'unità Bai-Tee BAF 060 freeze-etch (Bai-Tee Ine., Balzers, Liechtenstein), fratturati a -100°C ad una pressione di 2-4xl0<"7>mbar, ombreggiati con 2,5 nm di Pt-C (ad un angolo di 45°) e riprodotti con 20 nm di C. Le cellule sono state digerite per tutta una notte con chlorox e le riproduzioni sono state montate su griglie nude di 300 mesh.
Per l'analisi SEM, le cellule sono state lasciate attaccare per 15 minuti a lastrine di vetro pretrattate con 0,01% poli -L-lisina bromidrato acquoso, quindi fissate con 2,5% glutarraldeide in 0,1 M tampone caco dilato, pH 7,2, addizionate con 2% saccarosio per 20 minuti. Dopo la post-fissazione con 1% 0s04in 0,2 M tampone caco dilato, pH 7,2, per 30 minuti, le cellule sono state disidratate per mezzo di concentrazioni incrementali di etanolo, essiccate al punto critico in C02(dispositivo CPD 020 Balzers) e rivestite d'oro a spruzzo (dispositivo SCD 040 Balzers).
Analisi chimiche e statistiche
Il contenuto di proteine della membrana piasmatica è stato determinato secondo la procedura di Lowry et al.( Lowry, 0. H., N. J. Rosenbrough, A. L. Farr, and R. J. Randall. 1951. Protein measurement with thè Folin phenolreagent . J Biol Chem. 193:265-275) usando albumina di siero bovino come standard. I lipidi sono stati estratti dalle membrane piasmatiche purificate con CHCl3/MeOH 2:1 v/v. Un aliquot dell'estratto lipidico è stato utilizzato per la determinazione del colesterolo mediante cromatografia gas-liquido come descritto in Vieu et al. (Vieu, C., B. Jaspard, R. Barbaras, et al. 1996. Identification and quantification of diacylglycerols in HDL on accessibility to lipase. J Lipid Res. 37:1153-1161). Quantitativi aggiuntivi sono stati usati per misurare i fosfolipidi secondo il loro contenuto di fosforo dopo estrazione lipidica.
Le classi di fosfolipidi sono state separate mediante TLC bidimensionale come descritto in precedenza da Fourcade et al. (Fourcade, 0., M. F. Simon, C. Vlodé, et al. 1995. Secretory phospholipase A2generates thè novel lipid mediator lysophosphatidic acid in membrane microvescicoles shed from activated cells. Celi. 80:919-927) utilizzando per la prima dimensione una miscela di cloroformio, metanolo e ammoniaca (65/25/5) e per la seconda dimensione una miscela di cloroformio, metanolo, acido acetico e acqua (45/20/671) come solventi.
I risultati sono espressi come medie ±SD. I confronti statistici sono stati condotti usando lo Student t-test per campioni spaiati.
Gli esperimenti così condotti hanno rivelato che le cellule tumorali Yoshida cresciute in ratti trattati con PPC hanno subito significative modifiche nella composizione della loro membrana piasmatica.
Le attività enzimatiche specifiche delle membrane piasmatiche purificate (Na<+>-K<+>-ATPasi, Mg<2+>-ATPasi e 5'-nucleotidasi) sono state arricchite 10, 8 e 6 volte, rispettivamente, in confronto all'omogenato grezzo. La microscopia elettronica della frazione di membrana piasmatica ha rivelato una predominanza delle strutture di membrana di varie dimensioni ed ha confermato ed ha confermato l'identificazione della frazione subcellulare.
Le membrane piasmatiche delle cellule degli animali trattati, raccolte dopo 7 giorni di somministrazione di PPC, hanno mostrato una rimarchevole differenza nella distribuzione individuale dei fosfolipidi se confrontata a quella delle cellule di controllo raccolte dopo lo stesso intervallo di tempo. Queste ultime hanno mostrato la stessa distribuzione individuale di fosfolipidi delle cellule così come impiantate. Le due preparazioni di membrana, da ratti trattati e di controllo, non contenevano differenze statisticamente significative nella quantità di colesterolo e di fosfolipidi, rispetto al contenuto proteico. Anche il rapporto molare tra colesterolo e fosfolipidi era simile.
A dispetto del fatto che il contenuto totale di fosfolipidi nelle membrane piasmatiche delle cellule dei ratti trattati non mostrava cambiamenti, la distribuzione delle differenti classi di fosfolipidi era drammaticamente cambiata. La fosfatidilcolina nel foglietto esterno della membrana era considerevolmente aumentata fino al 47% (come mostrato in Tabella I); il livello di sfingomielina al contrario era diminuito di circa il 17%. Il comportamento della fosfatidiletanolammina è apparso particolarmente interessante: tale fosfolipide, che in molti tumori mostra un significativo aumento, nelle cellule di epatoma di ratti trattati con PPC ha mostrato una sorprendente diminuzione di circa il 37% (Tabella I). I fosfogliceridi di serina e inositolo non hanno evidenziato apprezzabili differenze rispetto agli animali di controllo. In aggiunta, non c'era alcuna differenza nella composizione percentuale di lisofosfatidilcolina nelle membrane di entrambe le preparazioni.
L'analisi SEM e TEM ha rivelato che le cellule Yoshida degli animali di controllo (trattati come detto sopra) hanno le stesse caratteristiche morfologiche e ultrastrutturali delle cellule così come impiantate. All'osservazione SEM, esse hanno esibito la tipica morfologia caratterizzata da forma sferica, con un diametro compreso tra 10 e 15 micron e la superficie ricoperta con numerosi e lunghi microvilli distribuiti a caso. Al contrario, le cellule tumorali cresciute in animali trattati con PPC e raccolte dopo lo stesso intervallo di tempo (7 giorni di trattamento) hanno mostrato alterazioni morfologiche molto evidenti. Molte di esse apparivano rigonfiate, il profilo della cellula non era più arrotondato ed i microvilli in superficie si erano accorciati ed allargati. Inoltre, alcune cellule mostravano segni di grave danno cellulare, consistenti in particolare nella formazione di numerose e larghe bolle superficiali. In più, molte cellule tumorali apparivano mortalmente danneggiate, producendo dei detriti cellulari facilmente visibili.
Le osservazioni TEM hanno confermato un effetto rimarchevole del trattamento con PPC sulle caratteristiche ultrastrutturali delle cellule Yoshida. Le cellule degli animali di controllo hanno mostrato una morfologia ben preservata: gli organuli intracellulari apparivano intatti e numerosi microvilli lunghi erano presenti alla periferia cellulare, a conferma delle osservazioni SEM.
Nei ratti trattati per 10 giorni con PPC le cellule ascitiche di epatoma erano andate incontro a cambiamenti morfologici ed ultrastrutturali molto importanti, che consistevano in forma alterata, perdita di microvilli, intensa vacuolizzazione citoplasmica ed alterazione degli organuli citoplasmici. In particolare, in numerose cellule la maggior parte dei mitocondri mostrava unamatrice condensata con creste dilatate e rovinate.
Inoltre, le osservazioni delle cellule di animali di controllo e trattati con PPC, processate per la TEM secondo il metodo di "freeze-fracture", ci ha permesso di analizzare gli effetti di PPC sull'organizzazione molecolare della membrana piasmatica.
Nelle cellule degli animali di controllo, le particelle intramembrana apparivano distribuite in modo casuale sia nelle facce di frattura esoplasmica che protoplasmica, mentre nella faccia di frattura protoplasmica il numero di microvilli fratturati a croce appariva fortemente ridotto. Per di più, nel monostrato interno della membrana piasmatica la distribuzione delle particelle di proteine appariva modificata con la presenza di numerose aree lisce arrotondate.
Senza essere legati ad alcuna teoria, questi domini lipidici potrebbero essere dovuti al nuovo riarrangiamento fosfolipidico causato dalla somministrazione di PPC e rappresenta probabilmente modifiche significative nella composizione molecolare e nell'organizzazione strutturale delle membrane piasmatiche delle cellule tumorali.
Infine, per verificare se la somministrazione di PPC a ratti portatori di epatoma possa anche indurre alterazioni alle cellule sane, sono stati esaminati con la tecnologia TEM vari tessuti raccolti da animali di controllo e trattati. Sorprendentemente, non è stato notato alcun effetto significativo negli istotipi analizzati.
I ratti portatori di epatoma, trattati con PPC secondo il protocollo sopra descritto, hanno inoltre avuto una sopravvivenza considerevolmente maggiore dei ratti di controllo, con un prolungamento della vita che in alcuni casi è risultato anche di alcune settimane.
Tabella
I valori sono espressi come media ±SD determinata da 5 preparazioni di membrana separate.
Sperimentazione sugli animali - tumore mammario Topi temale C+, con carcinoma mammario spontaneo, sono stati utilizzati per la sperimentazione con trattamento i.v. di fosfatidilcolina poiinsatura (PPC) - con formulazione farmaceutica del tipo usata per i ratti portatori di epatoma (Yoshida AH-130). Sono stati studiati due gruppi di 25 animali ciascuno, alimentati con dieta standard ed acqua ad libitum. Uno dei due gruppi è stato trattato con 20 mg/Kg/giorno di PPC. Il secondo gruppo (controllo) è stato trattato solo con gli eccipienti della suddetta composizione, alle stesse concentrazioni presenti nella dose somministrata all'altro gruppo. Poiché gli animali evidenziano manifesti segni del tumore mammario intorno ad un anno di vita, i due gruppi di animali studiati avevano gli stessi mesi di vita (circa 12) ed un peso corporeo similare. La somministrazione endovenosa di PPC in un gruppo è iniziata contemporaneamente con la somministrazione di eccipienti della composizione (come sopra riportato) nell'altro gruppo (controllo). Le cellule tumorali prelevate dagli animali trattati con PPC, già dopo due settimane di trattamento, mostravano significative variazioni nella composizione della loro membrana piasmatica e notevoli danni del nucleo e dei corpuscoli citoplasmatici, rispetto alle cellule tumorali degli animali del gruppo di controllo. Durante la terza e quarta settimana di trattamento con PPC molte cellule tumorali subivano gravi alterazioni della loro struttura fino alla rottura della membrana piasmatica e la morte della cellula. L'analisi delle cellule tumorali degli animali di controllo, prelevate agli stessi intervalli di tempo di quelle trattate, mostrava che tali cellule avevano ancora le stesse caratteristiche morfologiche e ultrastrutturali delle cellule tumorali esaminate prima dell'inizio di ogni trattamento. La vita media degli animali che non ricevono alcun trattamento, dopo la comparsa del tumore lungo la linea mammaria, risulta essere della durata di circa quattro settimane. Nei gruppi di controllo da noi studiati, la vita degli animali mostrava mediamente la stessa durata (quattro settimane) di quella degli animali non trattati. Inoltre, le masse tumorali diventavano sempre più invadenti nelle diverse localizzazioni, producendo ulcerazioni con infiltrazioni dei tessuti circostanti la ghiandola mammaria, così come accade naturalmente negli animali non trattati. Particolarmente interessante appariva il comportamento del tumore negli animali trattati con PPC: le masse tumorali non aumentavano come nei controlli e non vi era estesa infiltrazione dei tessuti circostanti il tumore, né evidenti manifestazioni di ulcerazioni. Gli animali mostravano una significativa migliore condizione generale e la loro sopravvivenza poteva raggiungere anche i tre mesi dopo l'inizio del trattamento. Inoltre, in alcuni casi il prolungamento della vita degli animali risultava essere anche di sei - sette mesi.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Fosfatidilcolina per l'uso nel trattamento di patologie tumorali in un mammifero.
  2. 2. Fosfatidilcolina secondo la rivendicazione 1, in cui dette patologie tumorali sono epatoma o tumore mammario.
  3. 3. Fosfatidilcolina secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto mammifero è l'uomo.
  4. 4. Fosfatidilcolina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui detta fosfatidilcolina è fosfatidilcolina poli-insatura.
  5. 5. Fosfatidilcolina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui detta fiosfatidilcolina è fosfatidilcolina di uovo o di soia.
  6. 6. Fosfatidilcolina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 5, in cui detto trattamento è in forma parenterale.
  7. 7. Fosfatidilcolina secondo la rivendicazione 6, in cui detto trattamento è per i.v. o con rilascio locale.
  8. 8. Fosfatidilcolina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7, in cui una quantità terapeuticamente efficace di detta fosfatidilcolina è contenuta in una composizione farmaceutica iniettabile o per rilascio locale unitamente a veicoli ed eccipienti farmaceuticamente accettabili.
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DATABASE WPI Week 201019, Derwent World Patents Index; AN 2010-A27826, XP002631462 *

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WO2012049647A1 (en) 2012-04-19

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