ITMI20081407A1 - Ceppo batterico per la degradazione di miscele di idrocarburi aromatici mono e policiclici - Google Patents

Ceppo batterico per la degradazione di miscele di idrocarburi aromatici mono e policiclici

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ITMI20081407A1
ITMI20081407A1 IT001407A ITMI20081407A ITMI20081407A1 IT MI20081407 A1 ITMI20081407 A1 IT MI20081407A1 IT 001407 A IT001407 A IT 001407A IT MI20081407 A ITMI20081407 A IT MI20081407A IT MI20081407 A1 ITMI20081407 A1 IT MI20081407A1
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bacterial strain
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Description

“CEPPO BATTERICO PER LA DEGRADAZIONE DI MISCELE DI IDROCARBURI AROMATICI MONO E POLICICLICIâ€
La presente invenzione concerne un nuovo ceppo batterico, Novosphingobium puteolanum PP1Y (DSM 19530), isolato da campioni di acqua marina superficiale raccolti nel porto di Pozzuoli (NA). Tale ceppo ha dimostrato la capacità di utilizzare come uniche fonti di carbonio ed energia numerosi composti aromatici mono- e poli-ciclici forniti in forma pura o disciolti in oli quali paraffine e oli siliconici. Inoltre il ceppo PP1Y à ̈ in grado di utilizzare come uniche fonti di carbonio ed energia benzina, kerosene e gasolio per motori a scoppio. Il ceppo produce materiale extracellulare con attività gelatinizzante e surfattante che determina l'emulsione di fasi oleose in sistemi bifasici acqua/olio. Le attività metaboliche di questo ceppo possono essere utilizzate per la biodegradazione di miscele complesse di composti aromatici mono e policiclici eventualmente disciolte in fasi oleose. Il ceppo può essere inoltre utilizzato come fonte di molecole con proprietà surfattanti e/o gelatinizzanti e di catalizzatori enzimatici per la biosintesi di composti ad elevato valore aggiunto.
CAMPO DELL'INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un nuovo ceppo batterico capace di degradare idrocarburi aromatici mono- e policiclici e sintetizzare molecole con proprietà surfattanti e gelatinizzanti.
STATO DELL'ARTE
Tra i numerosi composti xenobiotici immessi dalle attività umane nell'ambiente gli idrocarburi aromatici mono- e policiclici (IPA) destano particolare preoccupazione per la varietà di effetti tossici che essi possiedono. Ad esempio benzene, benz[a]antracene, benzo[a]pirene e crisene sono noti agenti cancerogeni. Inoltre l'elevata stabilità chimica, la scarsa biodegradabilità e la lipofilicità favoriscono il loro accumulo nell'ambiente e negli organismi viventi (biomagnificazione). La resistenza alla degradazione, l'idrofobicità e quindi la tendenza all'adesione ai substrati (terreno, limo, sabbia ecc.) aumentano all'aumentare del numero dei sostituenti metilici e degli anelli aromatici.
La principale fonte degli idrocarburi aromatici riversati nell'ambiente à ̈ rappresentata dal petrolio grezzo e da tutti i combustibili che derivano dalla sua raffinazione. Il petrolio grezzo, anche se di composizione variabile in dipendenza del giacimento di origine, può contenere fino al 40-45% di idrocarburi aromatici che vanno dal semplice benzene a IPA contenenti dieci o più anelli aromatici. La benzina contiene fino al 20-25% di idrocarburi aromatici monociclici, incluso il benzene, e il 5-10% circa di IPA. Kerosene e gasolio per auto contengono fino al 15-20% circa di IPA e il 5-10% di idrocarburi aromatici monociclici. Le frazioni più altobollenti del petrolio contengono percentuali via via più elevate di IPA, ad esempio il gasolio per le navi contiene percentuali di IPA più elevate del gasolio per auto.
L'immissione nell'ambiente non avviene solo nel caso di incidenti che coinvolgono petroliere ma costantemente a partire dai pozzi di estrazione, sia terrestri che sottomarini, e durante le operazioni di carico, scarico e “bunkeraggio†. In base ai dati ITOPF (Federazione Internazionale dei Trasportatori di Idrocarburi) il 42% degli sversamenti avviene giornalmente durante operazioni di routine, un dato particolarmente preoccupante se si tiene conto che nella sola Italia esistono diciassette raffinerie attualmente attive collocate in quattordici porti considerati “siti inquinati di interesse nazionale†. Inoltre la costruzione di bacini e banchine nei porti, riducendo l'intensità delle correnti e il ricambio, determinano fenomeni di accumulo di sedimenti che vanno periodicamente asportati mediante dragaggio del fondo. Il materiale raccolto nei porti ad elevata attività industriale, fortemente contaminato da idrocarburi aromatici e molecole aromatiche tossiche come le diossine e i dibenzofurani, deve essere bonificato prima di poterlo riimmettere nell'ambiente oppure deve essere stoccato in siti opportuni.
Gli idrocarburi aromatici policiclici, inclusi i potenti cancerogeni benz[a]antracene, benzo[a]pirene e crisene, si formano anche durante tutte le reazioni di combustione di materiale organico. Ad esempio una fonte notevole di IPA, in termini quantitativi, sono gli inceneritori di rifiuti urbani e gli incendi boschivi.
Convenzionalmente, substrati quali sabbia, limo e terreno, contaminati da composti aromatici o oli combustibili e loro derivati, vengono trattati ex situ cioà ̈ rimossi e sottoposti a trattamenti chimico-fisici quali lavaggio con solventi, emulsionanti e detergenti, vapore ad alta temperatura ecc.. Questi trattamenti oltre ad essere costosi pongono successivi problemi di smaltimento delle scorie e delle acque di lavaggio contaminate.
In ambienti costieri si à ̈ ricorso anche ad interventi di biorisanamento in situ per lo più attuati mediante strategie volte a stimolare l'attività degradativa dei microrganismi endogeni. Ad esempio si sono rivelate particolarmente utili la somministrazione di fertilizzanti contenenti azoto e fosforo e l'aggiunta di surfattanti non ionici, come ad esempio gli alchilfenoli-polietossilati, per emulsionare la fase oleosa, rimuovere gli oli adesi al substrato e quindi aumentare l'accessibilità dei microrganismi alla fase idrocarburica. Questo tipo di intervento à ̈ efficace soprattutto nell'abbattimento degli idrocarburi più biodegradabili quali ad esempio gli idrocarburi saturi non ramificati o poco ramificati, gli alcheni e gli idrocarburi aromatici monociclici più semplici come benzene e toluene. Gli oli residui si arricchiscono percentualmente dei componenti meno biodegradabili come o-xylene, trimetilbenzeni, IPA e idrocarburi saturi fortemente ramificati. Per effetto degli agenti surfattanti e della degradazione dei componenti saturi gli idrocarburi aromatici possono venire dispersi nell'ambiente piuttosto che essere degradati. Inoltre gli stessi surfattanti usati per stimolare l'attività degradativa possono permanere a lungo nell'ambiente contribuendo ad accrescere l'inquinamento chimico.
Pertanto l'efficacia degli interventi di bioremediation potrebbe essere notevolmente incrementata arricchendo la microflora endogena con ceppi capaci di degradare i composti aromatici più recalcitranti come gli IPA e/o produrre “biosurfattanti†che eviterebbero o ridurrebbero la necessità di ricorrere all'uso di surfattanti di sintesi.
SOMMARIO DELL'INVENZIONE
La presente invenzione fornisce un nuovo ceppo batterico, Novosphingobium puteolanum PP1Y, capace di degradare una varietà estremamente ampia di composti aromatici mono e policiclici, sia presi singolarmente che in miscele costituite da numerosi composti aromatici. Inoltre il ceppo batterico PP1Y à ̈ capace di degradare gli idrocarburi aromatici e le miscele di idrocarburi aromatici sia in forma pura che disciolti in fasi idrofobiche/oleose quali, a puro titolo di esempio, benzina, gasolio, petrolio, paraffine, isoparaffine e oli inerti come gli oli siliconici.
Il ceppo batterico della presente invenzione à ̈ un batterio Gramnegativo, con cellule a forma di corto bastoncello che possono presentarsi flagellate o non flagellate. Le cellule non flagellate possono essere isolate o raccolte in filari e grappoli tenuti insieme da una matrice extracellulare filamentosa colorabile con il colorante blu di metilene.
Il ceppo PP1Y forma spontaneamente biofilm su superfici idrofobiche solide, quali ad esempio materiale plastico, o liquide, quali ad esempio gocce di oli siliconici, paraffine e gasolio. Inoltre, il ceppo PP1Y produce materiale di natura polisaccaridica che determina un forte aumento di viscosità dei brodi di coltura. Come conseguenza di queste caratteristiche, durante la crescita in sistemi bifasici costituiti da una fase acquosa a contatto con una fase oleosa contenente uno o più idrocarburi aromatici, il ceppo PP1Y determina la frammentazione della fase oleosa in goccioline di diametro < 1 mm che risultano rivestite da biofilm.
Il ceppo batterico della presente invenzione à ̈ stato isolato mediante procedura di arricchimento a partire da campioni di acqua marina superficiale raccolti in diverse zone all'interno del porto di Pozzuoli (Napoli) ed à ̈ capace di crescere in un ampio intervallo di salinità (0-40 g/l NaCl).
L'insieme delle caratteristiche biochimiche e microbiologiche del ceppo PP1Y lo rendono particolarmente adatto all'impiego in procedure di biorisanamento in situ ed ex situ di acque e substrati solidi quali, a puro titolo di esempio, sabbia, limo e sedimenti provenienti da operazioni di dragaggio, contaminati da idrocarburi aromatici adsorbiti al substrato solido o disciolti in fasi idrofobiche.
L'arricchimento della microflora endogena delle acque e dei terreni da bonificare con il ceppo batterico della presente invenzione può essere utilizzato come sistema per ridurre o eliminare gli idrocarburi aromatici e stimolare l'attività degradativa della microflora endogena mediante l'abbattimento di composti aromatici tossici e la frammentazione delle fasi oleose, con conseguente aumento di accessibilità degli idrocarburi non aromatici alla flora microbica endogena. La capacità del ceppo PP1Y di crescere in assenza di NaCl ne rende adatto l'impiego sia in acqua salata che salmastra.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
La Fig. 1 à ̈ una foto di una capsula Petri di agar contenente microcristalli di fenantrene quale unica fonte di carbonio ed energia che mostra come ogni colonia del ceppo PP1Y sia circondata da una regione in cui il fenantrene à ̈ stato degradato (aloni trasparenti).
La Fig. 2 mostra la sequenza dell'RNA ribosomiale 16S del ceppo PP1Y.
La Fig. 3A Ã ̈ un grafico che mostra la crescita del ceppo PP1Y (misurata spettrofotometricamente a 600 nm) in funzione del tempo a varie concentrazioni di NaCl. La Fig. 3B Ã ̈ un grafico che mostra la crescita del ceppo PP1Y a 18 ore dall'inizio dell'incubazione (misurata spettrofotometricamente a 600 nm) in funzione della concentrazione di NaCl.
Le Fig. 4A e 4B mostrano foto al microscopio ottico di aggregati cellulari (flocculi) del ceppo PP1Y dopo crescita in sistema bifasico costituito da una soluzione salina a contatto con dodecano contenente o-xilene (20 µl/ml di dodecano) come unica fonte di carbonio ed energia. Il campione in Fig. 4A non à ̈ stato fissato o colorato. Il campione in Fig. 4B à ̈ stato fissato mediante essiccazione e colorato con blu di metilene.
Le Fig. 5A e 5B mostrano foto al microscopio ottico di un'emulsione acqua/gasolio prodotta dal ceppo PP1Y dopo 3 e 14 giorni di incubazione a 28°.
La Fig. 6A Ã ̈ un grafico che mostra la crescita del ceppo PP1Y a 28°C (misurata spettrofotometricamente a 600 nm) in funzione del pH a 20 ore dall'inizio dell'incubazione (fase esponenziale della crescita) e a 30 ore dall'inizio dell'incubazione (fase stazionaria). La Fig. 6B Ã ̈ un grafico che mostra la crescita del ceppo PP1Y a 22°C (misurata spettrofotometricamente a 600 nm) in funzione del pH a 20 ore dall'inizio dell'incubazione (fase esponenziale della crescita) e a 30 ore dall'inizio dell'incubazione (fase stazionaria).
La Fig. 7 Ã ̈ un grafico che mostra la crescita del ceppo PP1Y (misurata spettrofotometricamente a 600 nm) in funzione del tempo in terreno salino contenente benzina o gasolio (5 ml di carburante per L di soluzione salina) come uniche fonti di carbonio ed energia.
La Fig. 8 Ã ̈ un grafico che mostra la degradazione di una miscela di etilbenzene, bifenile e fenantrene sciolti in dodecano alla concentrazione di 0,3 mg/ml di dodecano.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL'INVENZIONE
La presente invenzione fornisce un ceppo batterico per la degradazione di idrocarburi aromatici isolato da campioni di acqua superficiale raccolte all'interno dell'area portuale della città di Pozzuoli (Napoli).
L'isolamento à ̈ stato condotto mediante procedura di arricchimento utilizzando come substrati di crescita naftalene, fenantrene e antracene in forma cristallina. I campioni di acqua marina, a cui erano stati aggiunti singolarmente o in miscela naftalene, fenantrene e antracene alla concentrazione di 20 mg/ml di acqua, sono stati incubati a 25°C in agitazione per 4-8 settimane. I campioni che hanno mostrato intorbidimento e/o comparsa di colorazioni giallo/brune sono stati utilizzati per inoculare campioni di soluzione salina a pH 7 contenenti singolarmente o in miscela naftalene, fenantrene e antracene alla concentrazione di 20 mg/ml di soluzione. I campioni che hanno mostrato intorbidimento e/o comparsa di colorazioni giallo/brune sono stati quindi piastrati su agar contenente microcristalli di fenantrene quale unica fonte di carbonio ed energia. Su alcune di tali piastre sono comparse colonie gialle circondate da aloni trasparenti che evidenziavano l'avvenuta degradazione dei microcristalli di fenantrene come mostrato in Fig. 1. Il ceppo della presente invenzione à ̈ stato purificato a partire da una di queste colonie mediante ripetuti piastramenti su agar contenete fenantrene quale unica fonte di carbonio ed energia seguiti da quattro piastramenti su agar contenente terreno di crescita ricco (Luria-Bertani) per assicurare l'omogeneità del ceppo batterico.
Il ceppo così isolato e denominato “PP1Y†à ̈ stato depositato presso la DSMZ-Deutsche Sammlung von Mikro-organismen und Zellkulturen GmbH (Inhoffenstr. 7 B38124 Braunschweig, Germany) con codice identificativo “DSM 19530†.
Il ceppo PP1Y (DSM 19530) à ̈ stato identificato come ceppo del genere Novosphingobium sulla base della sequenza dell'RNA ribosomiale 16S riportata in Fig. 2. In particolare la sequenza dell'rRNA 16S del ceppo PP1Y mostra una sola base differente rispetto al ceppo Novosphingobium pentaromativorans US6-1<T>(=KCTC 10454<T>=JCM 12182<T>) isolato da sedimenti della baia di Uslan (Corea) e capace di degradare IPA con due o più anelli. La caratterizzazione microbiologica e biochimica del ceppo PP1Y (DSM 19530) di seguito riportata mostra che questo ceppo costituisce una nuova specie del genere Novosphingobium piuttosto che un nuovo ceppo della specie Novosphingobium pentaromativorans. Al ceppo PP1Y (= DSM 19530) à ̈ stato assegnato dagli inventori il nome Novosphingobium puteolanum PP1Y.
Il ceppo PP1Y, a differenza del ceppo US6-1<T>, Ã ̈ in grado di utilizzare come uniche fonti di carbonio ed energia anche idrocarburi aromatici monociclici ed il bifenile. Gli idrocarburi aromatici monociclici che possono essere degradati ed utilizzati come unica fonte di carbonio ed energia dal ceppo PP1Y includono toluene, etilbenzene, o-xylene, m-xylene, p-xylene, 1-etiltoluene, 2-etiltoluene, 3-etiltoluene, 1,2,4-trimetilbenzene e 1,3,5-trimetilbenzene. Gli IPA che possono essere degradati e utilizzati come unica fonte di carbonio ed energia dal ceppo PP1Y includono bifenile, naftalene, 1- e 2-metilnaftalene, dimetilnaftaleni, fenantrene, antracene, pirene, crisene, benz[a]antracene, fluorantene, acenaftene, fluorene, tetralina (tetraidronaftalene). Idrocarburi aromatici che possono essere degradati dal ceppo PP1Y ma che non possono essere utilizzati come unica fonte di carbonio ed energia o che vengono utilizzati con basse rese includono benzene, e 1,2,3-trimetilbenzene. Altri composti aromatici che possono essere degradati ed utilizzati come unica fonte di carbonio ed energia dal ceppo PP1Y includono dibenzofurano, anisolo (metossibenzene) e benzildimetilammina.
Il ceppo PP1Y à ̈ in grado di crescere in soluzioni prive di NaCl come mostrato dalla curva di crescita in funzione della concentrazione di NaCl in Fig. 3. La massima velocità di crescita si ottiene a concentrazioni di NaCl comprese tra 0,5% e 1,5%. Il ceppo à ̈ in grado di tollerare concentrazioni di NaCl fino al 4%. La crescita à ̈ molto lenta a concentrazioni di NaCl > 5%. Queste caratteristiche ne rendono adatto l'impiego sia in acqua marina che in acque salmastre con varie concentrazioni saline. Il ceppo US6-1<T>, non à ̈ in grado di crescere a concentrazioni di NaCl < 1% e la concentrazione ottimale di NaCl à ̈ pari al 2,5%.
Il ceppo PP1Y à ̈ risultato positivo ai test per le attività β-galattosidasica, ureasica, arginino-diidrolasica e assimilazione del citrato. Negli stessi quattro test il ceppo US6-1 fornisce risposta negativa. Inoltre la positività ai test per le attività ureasica e arginino-diidrolasica distingue il ceppo PP1Y dagli altri ceppi noti del genere Novosphingobium.
Il ceppo PP1Y à ̈ Gram(-) e le cellule, a forma di corto bastoncello, possono essere mobili o non-mobili. Le cellule non-mobili possono presentarsi in forma libera o formare “flocculi†cioà ̈ aggregati macroscopici con lunghezza 1-10 mm. La Fig. 4A mostra una foto al microscopio ottico del margine di uno di questi flocculi. L'analisi al microscopio ottico mostra anche che nei flocculi le cellule sono immerse in una matrice colorabile con blu di metilene come mostrato in Fig. 4B. I flocculi aderiscono spontaneamente alle superfici idrofobiche, quali i polimeri plastici e adsorbono, concentrandoli, molecole idrofobiche quali coloranti idrofobici (ad esempio Sudan III) e IPA. Il ceppo PP1Y forma spontaneamente biofilm su superfici idrofobiche sia solide che liquide. In un sistema bifasico acqua/olio (gasolio, tetradecano, dodecano o paraffina a bassa viscosità) la fase oleosa viene emulsionata in goccioline con diametro inferiore a 1 mm che risultano rivestite da uno strato di biofilm costituito da materiale gelatinoso e cellule batteriche la cui densità superficiale aumenta con il progredire dell'incubazione (Fig. 5A e B). Nessun polimorfismo cellulare o capacità di formare flocculi macroscopici ed emulsioni à ̈ stata descritta per il ceppo US6-1.
L'analisi dei lipidi di membrana riportata in tabella ha mostrato che la composizione lipidica del ceppo PP1Y à ̈ più simile a quella del ceppo Novosphingobium subarticum JCM10398<T>che a quella del ceppo Novosphingobium pentaromativorans US6-1<T>.
Di seguito sono riportate ulteriori caratteristiche biochimiche e microbiologiche del ceppo PP1Y.
Il ceppo PP1Y à ̈ in grado di crescere in un ampio intervallo di temperatura fra 25°C e 38°C. La temperatura ottimale à ̈ 32-34°C. A temperature < 25°C la crescita risulta rallentata.
Il ceppo PP1Y à ̈ in grado di crescere a valori di pH compresi fra 5 e 7,5. La massima velocità di crescita si registra a pH 7 per temperature di 28-32°C e a pH 6 a temperature inferiori a 25°C come mostrato dalle Fig. 6A e 6B. La crescita à ̈ lenta a pH > 7,2 e nulla a pH > 8.
Il ceppo PP1Y à ̈ in grado di crescere in sistemi bifasici olio/acqua contenenti un'ampia varietà di fasi oleose ed elevati rapporti fra la fase idrofobica e quella acquosa. Nel caso in cui la fase idrofobica sia rappresentata da gasolio, paraffine o oli siliconici, eventualmente contenenti IPA fino a concentrazioni 200 mg/ml, il ceppo PP1Y à ̈ in grado di crescere anche a rapporti fase idrofobica:acqua superiori a 1:1 (volume:volume). Nel caso in cui la fase idrofobica sia rappresentata da benzina il ceppo PP1Y à ̈ in grado di crescere per rapporti benzina:acqua non superiori a 0,02:1 (volume:volume).
Il ceppo PP1Y può essere agevolmente preparato ad elevata densità cellulare (3-4 O.D.600nm) in fosfato di potassio 20 mM pH 7 contenente cloruro di sodio 100 mM e utilizzando quali fonti di carbonio, triptone (digerito triptico di caseina) 1% oppure triptone 0,5% ed estratto di lievito 0,25%. Inoculando 1 ml di coltura cellulare satura per litro di terreno di crescita e incubando a 30° in vigorosa agitazione si ottiene una coltura satura (>3,5 O.D.600nm) in circa 24 ore.
Il ceppo PP1Y Ã ̈ in grado di crescere utilizzando derivati del petrolio (benzina, kerosene, gasolio) come uniche fonti di carbonio ed energia.
Inoculando 1 ml di coltura cellulare satura (densità ottica >3 O.D.600nm) in un litro di terreno salino contenente 5 ml/l di benzina o kerosene o gasolio e incubando a 30° in vigorosa agitazione si ottiene una coltura satura in circa 200 ore come mostrato in Fig. 7.
Il ceppo PP1Y à ̈ in grado di degradare idrocarburi aromatici mono e policiclici disciolti in fasi idrofobiche/oleose quali, a puro titolo di esempio, paraffine, isoparaffine e oli inerti come gli oli siliconici. A titolo di esempio la Fig. 8 mostra la degradazione di una miscela di etilbenzene, fenantrene e bifenile in dodecano ciascuno alla concentrazione di 0,03 mg/ml di dodecano. Il sistema bifasico utilizzato conteneva acqua/dodecano in rapporto 10:1 (volume:volume). Alla fase acquosa sono stati aggiunti 200 µL di coltura satura del ceppo PP1Y cresciuto in terreno Luria-Bertani, quindi il campione à ̈ stato incubato a 28°C in agitazione. La concentrazione residua degli idrocarburi aromatici à ̈ stata misurata mediante HPLC in fase normale utilizzando silice funzionalizzata con gruppi cianopropilici come fase stazionaria ed esano come fase mobile. La concentrazione degli idrocarburi aromatici à ̈ stata espressa come percentuale rispetto ad un campione di controllo che non aveva ricevuto l'inoculo del ceppo PP1Y. La Fig. 7 mostra che in meno di cinque giorni di incubazione erano stati degradati più del 95% dell'etilbenzene e del fenantrene e circa il 50% del bifenile inizialmente presenti.
Il ceppo PP1Y produce colonie di intenso colore giallo a causa della elevata produzione di un pigmento giallo che à ̈ stato identificato essere il carotenoide nostoxantina mediante confronto fra lo spettro del pigmento estratto mediante acetone dalle colonie del ceppo PP1Y e lo spettro della nostoxantina riportato in letteratura. Il ceppo batterico della invenzione può pertanto essere usato per la produzione di carotenoidi.
Inoltre, il ceppo, opzionalmente ingegnerizzato mediante l'introduzione di geni esogeni, può essere usato come biocatalizzatore in sistemi bifasici in cui l'emulsione stabile fra la fase acquosa e quella organica à ̈ ottenuta senza l'ausilio di detergenti o altri agenti emulsionanti introdotti dall'esterno.
Il ceppo batterico può anche essere usato per la produzione di polisaccaridi dotati di attività gelatinizzante e surfattante.
Il ceppo PP1Y reca un plasmide (unità di DNA extracromosomale capace di replicazione autonoma) con dimensioni pari a circa 48 kbp che può essere estratto e purificato con le metodiche convenzionali per l'isolamento di plasmidi da cellule batteriche. Tale plasmide potrà essere utilizzato per la creazione di vettori per il clonaggio e l'espressione di geni estranei nel ceppo PP1Y.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Ceppo di Novosphingobium puteolanum PP1Y depositato presso la DSMZ-Deutsche Sammlung von Mikro-organismen und Zellkulturen GmbH al numero di accesso “DSM 19530†in data 17 luglio 2007.
  2. 2. Uso del ceppo batterico della rivendicazione 1 per degradare idrocarburi aromatici mono e policiclici.
  3. 3. Processo per la decontaminazione di acque e terreni contaminati da idrocarburi aromatici mono e policiclici che comprende il mettere a contatto le acque o i terreno contaminati con una carica efficace del ceppo di Novosphingobium puteolanum PP1Y della rivendicazione 1.
  4. 4. Uso del ceppo batterico della rivendicazione 1, opzionalmente ingegnerizzato mediante l'introduzione di geni esogeni, come biocatalizzatore in sistemi bifasici in cui l'emulsione stabile fra la fase acquosa e quella organica à ̈ ottenuta senza l'ausilio di detergenti o altri agenti emulsionanti introdotti dall'esterno.
  5. 5. Uso del ceppo batterico della rivendicazione 1 per la produzione di polisaccaridi dotati di attività gelatinizzante e surfattante.
  6. 6. Uso del ceppo batterico della rivendicazione 1 per la produzione di carotenoidi.
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