ITMC20090123A1 - Attrezzatura e dispositivo di collegamento per la realizzazione di intelaiature portanti. - Google Patents

Attrezzatura e dispositivo di collegamento per la realizzazione di intelaiature portanti. Download PDF

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    • F16B7/00Connections of rods or tubes, e.g. of non-circular section, mutually, including resilient connections
    • F16B7/04Clamping or clipping connections
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Description

DESCRIZIONE
a corredo di una domanda di brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“ATTREZZATURA E DISPOSITIVO DI COLLEGAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI INTELAIATURE PORTANTI”.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente domanda di brevetto per invenzione industriale ha per oggetto un attrezzatura per la realizzazione di intelaiature portanti, costruite con profilati tubolari metallici, del tipo comprendente una serie complanare di identici elementi verticali, cosiddetti “montanti”, dove ciascuna coppia affiancata di elementi verticali è collegata trasversalmente da due o più elementi orizzontali, identici fra loro, cosiddetti “traversi” .
In seno a siffatte strutture reticolari, gli elementi orizzontali presentano una lunghezza esattamente pari alla distanza che intercorre fra i fianchi interfacciati di ciascuna coppia di elementi verticali, fra i quali dunque si frappongono esattamente i vari elementi orizzontali di collegamento.
Questo genere di intelaiature portanti sono comunemente impiegate nel settore edilizio per la realizzazione di pareti esterne di tamponamento interamente vetrate, dove le varie lastre di vetro vengono per l’appunto fissate ad una retrostante struttura metallica, di configurazione reticolare, che si sviluppa su un piano verticale.
Viste le loro gradi dimensioni, l’assemblaggio di siffatte intelaiature avviene solitamente sul cantiere di posa in opera, secondo una tecnica di montaggio che prevede dapprima l’installazione della serie complanare di elementi verticali con un interasse prestabilito, atto a consentire la successiva fase operativa, consistente nel “legare” i vari elementi verticali con più elementi orizzontali, che vengono inseriti esattamente fra ciascuna coppia di elementi verticali consecutivi .
I mezzi che attuano il collegamento reciproco fra “montanti” e “traversi” sono delle spine a scatto, previste sui “traversi”, atte ad insediarsi entro corrispondenti fori, previsti sui fianchi dei “montanti”.
Più precisamente, al centro di ciascuna estremità dei “traversi” - che si ricorda vengono realizzati con profilati metallici tubolari, solitamente di sezione rettangolare - viene incassato stabilmente un dispositivo di collegamento, che consiste in un cavallotto prismatico dal quale sporge una spina cilindrica, infilata scorrevolmente entro una conforme sede e soggetta costantemente alla forza espulsiva di una molla di richiamo, contenuta entro detto cavallotto.
Quando questi due cavallotti sono montati sul “traverso” le loro spine cilindriche risultano coassiali e orientate secondo una direzione parallela all’asse longitudinale del “traverso”. Ad ogni estremità del “traverso”, dunque, sporge orizzontalmente una spina cilindrica , retrattile.
Sui fianchi dei “montanti” sono previsti , centralmente e a quote prefissate, fori circolari, atti ad accogliere dette spine cilindriche .
Alla luce della descrizione precedente è già possibile intuire le modalità di assemblaggio dei “traversi” ai “montanti”.
Prima di inserire un “traverso” fra due “montanti” è necessario spingere - con forza sufficiente a vincere la forza antagonista della molla di richiamo anzidetta - la coppia contrapposta e coassiale di spine cilindriche all’interno delle rispettive sedi , così da potere imboccare il “traverso” fra i fianchi interfacciati dei due “montanti”; fin tanto che il “traverso” viene fatto avanzare fra i fianchi dei “montanti”, la punta di dette spine cilindriche striscia contro la superficie di detti fianchi , fin tanto che non interviene il perfetto allineamento fra dette punte e i fori previsti sui fianchi medesimi, condizione quest’ultima che favorisce l’istantanea espulsione a scatto delle spine con conseguente accoppiamento a maschio e femmina fra “traversi” e montanti” .
Detti dispostivi di collegamento fra “traversi” e “montanti” si sono dimostrati poco pratici in quei casi in cui si preferisce realizzare l’intelaiatura mediante più moduli componibili, preassemblati in officina e destinati poi ad essere accoppiati sul cantiere di posa in opera .
L’inconveniente maggiormente riscontrato in siffatte circostanze consiste nel fatto che in seno ad ogni modulo è problematico garantire la stabilità del collegamento provvisorio fra “traversi” e “montanti” durante la manipolazione del modulo o la sua fase di trasporto dall’officina in cantiere , dal momento che è sufficiente un leggero ed accidentale allontanamento dei “montanti” per determinare la fuoriuscita dai fianchi dei “montanti” delle spine cilindriche dei “traversi”, con conseguente sfaldamento del modulo .
Per porre rimedio a questo genere di inconveniente, attualmente si ricorre a viti che fissano il “traverso” al “montante”.
Più precisamente ogni estremità del “traverso” subisce un’operazione di scantonatura, consistente nel tagliare ad “L” un breve tratto terminale del “traverso” così da determinare la formazione di un’aletta sporgente, parallela all’asse longitudinale del “traverso” ed allineata con una delle quattro facce longitudinali del “traverso” .
Quando un “traverso” viene inserito fra una coppia di “montanti”, le sue alette di estremità sporgenti vanno a battuta e in sovrapposizione con la faccia frontale dei “montanti”, dove vengono fissate tramite viti, infilate entro appositi fori ricavati al centro di dette alette e mordenti entro corrispondenti fori previsti sulla faccia frontale dei “montanti” .
Questa soluzione, se pur soddisfacente dal punto di vista funzionale, è penalizzata da differenti in conventi, primo fra tutti quello di dover eseguire detta scantonatura sui tratti terminali del “traverso” con evidente perdita di tempo e spreco di materiale.
In secondo luogo è necessario impiegare ulteriore tempo e denaro per l’acquisto delle viti ed il loro serraggio.
Scopo precipuo della presente invenzione è proprio quello di trovare una soluzione alternativa al problema sopra denunciato, ideando un’attrezzatura ed un dispositivo di collegamento perfezionati, che consentano di collegare stabilmente “montanti” e “traversi” sia in cantiere, allorquando i “traversi” devono essere inseriti fra coppie di “montanti” già immobilizzati, sia in officina, allorquando si devono prefabbricare moduli componibili, formati da due o più “montanti” collegati da “traversi” .
Più precisamente, scopo della presente invenzione è quello di realizzare un’attrezzatura ed un dispositivo di collegamento, che siano in grado di attuare una sorta di incastro fra “montanti” e “traversi”, in maniera tale che , in seno ad una intelaiatura definitivamente montata o semplicemente preassemblata, le spine cilindriche dei “traversi” non possano liberamente sfilarsi dai rispettivi fori eseguiti sui “montanti”, venendo così ad assolvere anche ad una funzione legante, quanto mai utile per contrastare le dilatazioni termiche del “traverso” .
L’attrezzatura secondo il trovato comprende “montanti” recanti sui propri fianchi, a quote prefissate, identiche coppie, allineate ed affiancate orizzontalmente, di fori circolari, con l’accorgimento di adottare fori di differente diametro in seno ad ogni coppia di fori .
L’attrezzatura secondo il trovato comprende, altresì, “traversi” dalle cui estremità deborda una coppia, allineata ed affiancata orizzontalmente, di spine cilindriche, retrattili, con l’accorgimento di adottare spine di differente diametro, in seno ad ogni coppia di spine.
La spina cilindrica di minor diametro reca una gola che si estende per un arco di semicirconferenza , con angolo al centro da 90° a 270° , mentre la spina cilindrica di maggior diametro reca una gola che si estende per un arco di semicirconferenza , con angolo al centro da 180° a 1360° .
Nel momento in cui una coppia di spine cilindriche si insedia entro una corrispondente coppia di fori previsti sul “montante”, il bordo di detti fori si aggancia per un tratto e resta incastrato in dette gole, ostacolando così il libero allontanamento dei “montanti”quando quest’ultimi risultano collegati fra loro, pur se solo provvisoriamente, come accade in seno ai moduli componibili, prefabbricati in officina .
L’accorgimento di adottare spine e fori di diametro diversi è stato concepito per rendere più rapida e sicura la fase di montaggio dei “traversi ”.
Per maggior chiarezza esplicativa la descrizione del trovato persegue con riferimento alle tavole di disegno allegate, aventi solo valore illustrativo e non certo limitativo, in cui:
- la fig. 1 mostra , con una rappresentazione assonometria, un “traverso” ed una coppia affiancati di “montanti” in procinto di essere assemblati;
- le figg. 2-2A e 3-3A mostrano, visto da differenti angolazioni, il dispositivo di collegamento adottato in seno all’attrezzatura di collegamento secondo il trovato .
- la fig. 4 mostra, vista in pianta, una coppia affiancata di “montanti” collegata da un “traversi” ;
- la fig. 5 è la sezione di fig. 4 con il piano di sezione V-V; - la fig. 5A è un particolare ingrandito di fig. 5;
- la fig. 6 è la sezione di fig. 5 con il piano di sezione VI-VI; - la fig. 6A è un particolare ingrandito di fig. 6;
- la fig. 7 è la sezione di fig. 5 con il piano di sezione VII-VII . Con riferimento alla fig. 1 si fa notare come l’attrezzatura secondo il trovato comprende due o più “montanti” (1), realizzati con profilati metallici tubolari (P1), di sezione rettangolare, recanti sui loro fianchi (1a) identiche coppie, allineate ed affiancate orizzontalmente, di fori circolari (2,3), dove il foro (2) presenta un diametro più piccolo di quello del foro (3), per cui in seno ad ogni coppia di fori (2,3) è possibile distinguere un foro piccolo (2) ed un foro grande (3) .
Ciascuna coppia di “montanti” (1) è collegata da più “traversi” orizzontali (10), ciascuno dei quali è realizzato con un profilato metallico tubolare (P2); nella preferita forma di attuazione dell’invenzione, mostrata in fig. 1, il profilato (P1) è uguale al profilato (P2).
In corrispondenza di ciascuna estremità (10a) dei “traversi” (10) viene incassata stabilmente una coppia distanziata di dispositivi di collegamento (41,42), ciascuno dei quali consiste in un cavallotto avente forma parallelepida e dimensioni tali da poter essere incastrato dentro l’imboccatura delle due sezioni di estremità (10a) dei “traversi ” (10) .
L’attrezzatura secondo il trovato comprende due differenti modelli di cavallotto (41,42) che differiscono fra loro per il diametro della spina cilindrica in essi montata .
Dai cavallotti (41,42) sporgono rispettive spine cilindriche (20,30), esattamente infilate scorrevolmente entro rispettive sedi e soggette alla forza espulsiva di rispettive molle di richiamo (50) , come mostrato nelle figg. 2-2A, 3-3A , 5A,6A. Quando questi cavallotti (41,42) sono montati sul “traverso” (10), le loro spine cilindriche (20,30) risultano orientate secondo una direzione orizzontale e parallela all’asse longitudinale (Y) del “traverso” (10).
In seno ad ogni coppia affiancata di spine cilindriche (20,30), la spina (20) presenta un diametro più piccolo di quello della spina (30), per cui in seno ad ogni coppia di spine (20,30) è possibile distinguere una spina piccola (20) ed una spina grande (30) .
Le spine piccole (20) sono in grado di insediarsi entro i fori piccoli (2) , così come le spine grandi (30) sono in grado di insediarsi entro i fori grandi (3) .
Con particolare riferimento alle figg. 2-2A,3-3A , si fa notare come ogni spina piccola (20) sia solcata da una gola (21) che si estende per un arco di semicirconferenza , con angolo al centro da 90° a 270°, per cui si potrebbe dire che detta gola (21) si estende da destra verso sinistra al di sotto della spina (20) . Ogni spina grande (30) è solcata da una gola (31) che si estende per un arco di semicirconferenza, con angolo al centro da 180° a 360° , per cui si potrebbe dire che detta gola (31) si estende dal basso verso l’alto su un fianco della spina (30). Si precisa che la larghezza di dette gole (21,31) è identica ed a sua volta appena maggiore dello spessore (S) del bordo (E) dei fori (2,3) .
Si precisa inoltre che dette gole (21,31) hanno la sponda esterna con profilo spiovente ad invito, così da favorire l’aggancio del bordo (E) di ogni foro (2,3) .
Con particolare riferimento alla figura 1, viene ora descritta la tecnica con cui, sul cantiere di posa opera, ogni “traverso” (10) viene inserito fra una coppia, già definitivamente stabilizzata, di “montanti” (1) .
Innanzi tutto si fa notare come l’inserimento del “traverso” (10) avvenga dal lato verso cui sono rivolti i fori piccoli (2) dei “montanti” (1) e con il “traverso” (10) orientato in maniera tale che le sue spine grandi (30) si trovino sul lato rivolto verso i “montanti” (1) .
Quando il “traverso” (10) viene spinto, come indicato dalla freccia (F), fra una coppia di “montanti” (1), le prime spine che, per interferenza con i fianchi (1a) dei “montanti”, sono costrette a rientrare nelle proprie sedi sono le spine grandi (30), che oltrepassano indisturbatamente anche i fori piccoli (2) proprio per il fatto che dette spine grandi (30) non possono infilarsi entro detti fori piccoli (2).
Soltanto quando si verifica l’allineamento fra i fori grandi (3) e le spine grandi (30), quest’ultime possono scattare in avanti, sotto la spinta espulsiva della molla (50), e penetrare entro i fori grandi (3) .
A questo accoppiamento a maschio e femmina fra spine grandi (30) e fori grandi (3) non corrispondente un simultaneo accoppiamento a maschio e femmina fra spine piccole (20) e fori piccoli (2), in quanto l’interasse (B) fra la coppia di fori (2,3) è inferiore all’interasse (A) fra la coppia di spine (20, 30), come evidenziato in fig. 7.
E’ possibile comunque proseguire ancora per un breve tratto la corsa di inserimento del “traverso” (10) proprio grazie alla gola (31) ricavata sulle spine grandi (30), attuando così una sorta di aggancio ed incastro del bordo (E) dei fori grandi (3) entro dette gole (31), come mostrato in fig. 7 .
Soltanto una volta effettuata quest’ultima extra-corsa di inserimento del “traverso” (10) si verifica l’allineamento fra i fori piccoli (2) e le spine piccole (20), con conseguente scatto in avanti di quest’ultime, sotto la spinta espulsiva della molla (50) .
Una volta che le spine piccole (20) sono entrate nei fori piccoli (2) interviene anche un piccolo abbassamento delle spine piccole (20) in seno ai fori piccoli (2) a causa delle gole (21), dove si aggancia e resta incastrato il bordo (E) dei fori piccoli (2) , come mostrato in fig. 7.
E’ proprio questo accoppiamento ad incastro fra il bordo (E) dei fori (2,3) e le gole (21,31) delle spine (20,30) che ostacola il libero l’allontanamento dei “montanti” sia quando quest’ultimi risultano collegati fra loro solo provvisoriamente, come accade in seno ai moduli componibili, prefabbricati in officina, sia quando detti “montanti” sono stabilmente immobilizzati come accade sul cantiere di posa in opera.

Claims (5)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Attrezzatura per la realizzazione di intelaiature portanti, comprendente due o più “montanti ” (1) collegati da due o più “traversi” (10), caratterizzata per il fatto che: - ciascuno “traverso” (10) reca, in corrispondenza delle sue opposte estremità (10a), una coppia affiancata di spine sporgenti (20,30) retrattili, atte ad insediarsi, con scatto elastico, entro corrispondenti coppie affiancate di fori (2,3), presenti sui fianchi (1a) dei “montanti” (1).
  2. 2) Attrezzatura secondo la rivendicazione precedente caratterizzata per il fatto di comprendere una coppia distanziata di dispositivi di collegamento (41, 42), consistenti in due cavallotti (41,42), incassati e fissati in corrispondenza di ciascuna estremità (10a) dei “traversi” (10), nonché corredati di rispettive spine sporgenti (20,30), infilate scorrevolmente entro rispettive sedi e soggette alla forza espulsiva di rispettive molle di richiamo (50) contenute entro detti cavallotti (41,42).
  3. 3) Attrezzatura secondo la rivendicazione precedente caratterizzata per il fatto che : - la spina (20) sporgente dal cavallotto (41) è cilindrica e solcata da una gola (21) che si estende per un arco di semicirconferenza, con angolo al centro da 90° a 270° ; - la spina (30) sporgente dal cavallotto (42) è cilindrica e solcata da una gola (31) che si estende per un arco di semicirconferenza, con angolo al centro da 180° a 360° ; - l’interasse (B) fra la coppia di fori (2,3) è inferiore all’interasse (A) fra la coppia di spine cilindriche (20, 30). - dette gole (21,31) hanno identica larghezza, avente un valore tale da poter alloggiare il bordo (E) dei fori (2,3).
  4. 4) Attrezzatura secondo una delle rivendicazioni precedenti caratterizzata per il fatto che : - in seno a ciascuna coppia affiancata di fori (2,3), il foro (2) presenta un diametro più piccolo di quello del foro (3), - in seno a ciascuna coppia affiancata di spine (20,30), la spina (20) presenta un diametro più piccolo di quello della spina (30), - le spine piccole (20) sono in grado di insediasi entro i fori piccoli (2), mentre le spine grandi (30) sono in grado di insediasi entro i fori grandi (3) .
  5. 5) Dispositivo per il collegamento dei “montanti” (1) e dei “traversi” (10) di un’intelaiatura, caratterizzato per il fatto di comprendere una coppia di cavallotti (41,42) di forma parallelepida, dai quali sporgono rispettive spine cilindriche (20,30), infilate scorrevolmente entro una rispettiva sede e soggette alla forza espulsiva di una molla di richiamo (50) contenuta entro detti cavallotti (41, 42); 6) Dispositivo di collegamento secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato per il fatto che : - la spina (20) sporgente dal cavallotto (41) è solcata da una gola (21) che si estende per un arco di semicirconferenza, con angolo al centro da 90° a 270°, - la spina (30) sporgente dal cavallotto (42) è solcata da una gola (31) che si estende per un arco di semicirconferenza, con angolo al centro da 180° a 360°; - la larghezza di dette gole (21,31) è identica . 7) Dispositivo di collegamento, secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato per il fatto che la spina (20) che sporge dal cavallotto (41) è di diametro più piccolo di quello della spina (30) che sporge dal cavallotto (42).
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