ITLU20010003A1 - Vaso per piante in genere, munito di una propria riserva idrica con dispositivo di raccolta e di lenta immissione capillare dell'acqua allo - Google Patents

Vaso per piante in genere, munito di una propria riserva idrica con dispositivo di raccolta e di lenta immissione capillare dell'acqua allo Download PDF

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ITLU20010003A1
ITLU20010003A1 ITLU20010003A ITLU20010003A1 IT LU20010003 A1 ITLU20010003 A1 IT LU20010003A1 IT LU20010003 A ITLU20010003 A IT LU20010003A IT LU20010003 A1 ITLU20010003 A1 IT LU20010003A1
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Ugo Ciurlo
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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
    • A01GHORTICULTURE; CULTIVATION OF VEGETABLES, FLOWERS, RICE, FRUIT, VINES, HOPS OR SEAWEED; FORESTRY; WATERING
    • A01G27/00Self-acting watering devices, e.g. for flower-pots
    • A01G27/04Self-acting watering devices, e.g. for flower-pots using wicks or the like
    • A01G27/06Self-acting watering devices, e.g. for flower-pots using wicks or the like having a water reservoir, the main part thereof being located wholly around or directly beside the growth substrate

Description

R I A S S U N T O
La presente Invenzione da collocarsi nei settori della floricoltura, della florovivaistica, nei programmi di riforestazione e di rinverdimento, è un vaso la cui particolarità è quella di essere conformato in modo da presentare nel suo interno una zona per contenere terra e pianta, mentre nella zona perimetrale sarà presente un’intercapedine utile per la riserva idrica e da una serie di elementi che ne caratterizzano il proprio sistema di raccolta acqua piovana, immagazzinaggio e rilascio per trasferimento nel terreno a mezzo di veicolo capillare controllato da un regolatore di flusso per una costante e omogenea umidificazione con ovvio beneficio per le radici di qualsiasi fattispecie di pianta.
Lo scopo della presente Invenzione è quella di dare aH’utilizzatore uno strumento di elementare semplicità, di estrema affidabilità e che garantisca nella totalità la sussistenza delle piante messe a dimora e con costi di gestione molto bassi; potrà essere utilizzato in qualsiasi area geografica del nostro Pianeta, anche nelle zone le più aride.
D E S C R I Z I O N E
Il trovato, da collocarsi principalmente nei settori della floricoltura, della florovivaistica, nei programmi di riforestazione e rinverdimento, è un vaso di nuova concezione che, assieme a degli elementi su di esso applicati, potrà essere utilizzato per la crescita ed il mantenimento di qualsiasi tipo di pianta da fiore e da frutta, per germogli, piante arboree ed erbacee in genere. La particolarità del trovato è quella che il singolo vaso nascerà, già in fase di realizzazione ed in unica soluzione, con una intercapedine perimetrale utile per la riserva idrica mentre la sua conformazione sarà tale da potervi facilmente applicare un opportuno elemento per la captazione nonché raccolta dell'acqua piovana e, contemporaneamente per mezzo di un altro elemento che definiamo “veicolo capillare”, trasferirla all’interno del vaso stesso con un sistema di controllo del flusso per una lenta immissione capillare; veicolo quest’ultimo che ne permette una costante umidificazione del terreno ed ovviamente delle radici, quindi di conseguenza sarà determinata una buona crescita e sviluppo di qualsiasi fattispecie di flora. Sono a noi noti i molteplici vasi, vasi/contenitori, nonché sistemi, realizzati allo scopo di mantenere costantemente umido il terreno dove sono riposti germogli e piante in genere, ma ognuno di questi presenta delle problematiche non sottovalutabili tra cui le più frequenti sono quelle di bagnare il terreno anziché inumidirlo, altri hanno una conformazione tale che l’acqua arriva al terreno in scarsa quantità o addirittura ha il tempo di evaporare privandola al terreno; esistono anche dei piccoli contenitori realizzati allo scopo di trasferire l’acqua con un sistema a caduta lenta, ma allo stato di fatto sono mal funzionanti e difficilmente gestibili. Il sistema più comune e diffuso, prendendo come esempio il semplice vaso da fiore, è quello di colmare d’acqua il relativo sottovaso il quale, provvisto di opportune aperture, consentirà alla terra di assorbire l’acqua stessa, ma molto spesso è un sistema di scarsa efficacia perché si potrà verificare una rapida evaporazione, oppure un eccesso di umidità. Un altro sistema è quello di mettere il vaso sopra un “piatto” fondo o quanto di similare, riempirlo con acqua e ghiaia in modo tale che l’umidità sia assorbita dalla terra attraverso il drenaggio del contenitore; questo sistema, pur favorendo una buon’aerazione alle radici, difetta della scarsa durata, ovviamente intesa quale riserva idrica, in particolar modo se a cielo aperto, non considerando il necessario e costante controllo del livello dell’acqua.
In alternativa a questi semplici sistemi di umidificazione che come ben esposto hanno l’inconveniente di essere poco affidabili e riserva d’acqua limitata, quindi mal gestibili, sono stati a suo tempo ideati e commercializzati dei vasi/contenitori con sistemi che hanno in un certo qual modo aumentato notevolmente la riserva idrica. Questi vasi/contenitori sono del tipo a doppio fondo provvisti di opportuni fori quali punti di contatto tra l’acqua e la terra al fine di ottenere l’umidificazione per capillarità nella parte inferiore delie radici; possono inoltre essere del tipo a riserva d’acqua posta in una zona alta del contenitore e che, per gocciolamento, consentono il mantenimento dell’umidità per periodi un po’ più lunghi. Nei casi dove il numero dei vasi è di una certa importanza, in particolare serre florovivaiste, ma anche terrazzi, giardini, ecc., sono installati impianti di irrigazione costituiti da una miriade di tubicini che sono singolarmente collocati sul vaso stesso e alimentati manualmente, oppure controllati da piccoli computer, ma non si riesce a garantire anche in questo caso, il giusto grado di umidità del terreno di cui la pianta ha bisogno per una buona crescita o per mantenerla in vita.
Forma oggetto di questa domanda un vaso che per merito delle proprie caratteristiche costruttive e per quelle degli elementi che lo compongono, ovvierà agli inconvenienti presenti e ben riscontrabili negli attuali vasi e vari sistemi oggi presenti sul mercato ed in parte sopra-descritti.
In considerazione del fatto che la nascita, la crescita e la sopravvivenza di ciascun tipo di pianta avviene secondo un criterio legato al proporzionale fabbisogno d’acqua, è stato ideato, studiato e realizzato un particolare vaso a più elementi, oggetto del trovato, che possiamo definirlo di tipo universale perché ben adattabile e ben funzionante in qualsiasi luogo e ambiente. E’ caratterizzante il fatto di essere munito di un particolare elemento atto alla raccolta naturale dell’acqua piovana la quale viene trasferita in modo autonomo nell’intercapedine ottenuta in unica soluzione durante la realizzazione del vaso stesso, e questo ne garantisce a priori una buona riserva idrica; l’acqua viene trasferita all’interno del vaso per mezzo di un ulteriore elemento “veicolo capillare” che per la lenta immissione e continua coadiuvata da un regolatore di flusso, ne garantisce la costante umidificazione del terreno.
Il trovato risulterà quindi avere in primo luogo una buona riserva d’acqua contenuta all’interno dell’intercapedine la quale sarà gestita in due diverse maniere: se trattasi di piante cresciute in serra, un rilevatore di livello segnalerà la necessità di approvvigionamento acqua, pertanto vi sarà o l’intervento dell’uomo, oppure se installato si azionerà un sistema automatico, altresì se trattasi di piante cresciute all’aperto, l’approvvigionamento avverrà per mezzo di un dispositivo, anch’esso facente parte del trovato, installato sul bordo del vaso stesso che permette di captare in modo autonomo e naturale l’acqua piovana e convogliarla di volta in volta all’interno dell’intercapedine riempiendolo totalmente o in parte. In entrambi i casi, al fine di una buona autonomia idrica, si dovrà provvedere a garantire un costante approvvigionamento d’acqua che, nel caso delle piante e/o fiori cresciute in serra avverrà, come sopra descritto, per mezzo di un controllo manuale o automatico comunque pur sempre manipolato dall’operatore mentre, per quelle piante e fiori che dovranno essere cresciute o mantenute all’aperto, al fine di garantirne una buona riserva idrica, sarà stabilito a priori la grandezza del vaso e di conseguenza la capacità ricettiva dell’acqua piovana per mezzo del dispositivo captante che la convoglierà all’interno dell’intercapedine del vaso stesso che dovrà essere per dimensioni direttamente proporzionale ai dati pluviometrici dell’area geografica dove vasi, fiori e piante saranno impiantati.
Per ottenere una buona umidificazione del terreno in modo omogeneo, l'acqua racchiusa nell’intercapedine del vaso stesso, sarà trasferita gradualmente e costantemente attraverso un elemento definito “veicolo capillare”, anche questi facente parte del trovato.
Per meglio comprendere quanto qui di seguito andremo ad esporre, ci avvarremo dei disegni esemplificativi, quale esempio non limitativo per la presente domanda di Brevetto qui allegati TAW. I - Il - III, di cui la TAV. I è uno spaccato in vista prospettica d’insieme dove si può vedere la conformazione del trovato, i vari elementi che lo compongono compresa ovviamente anche la pianta o qualsiasi altro tipo di coltura all'interno dello stesso; la TAV. Il mette in evidenza una vista in sezione, mentre la TAV. Ili mostra due particolari del veicolo capillare di cui uno manuale e l’altro automatico.
Il vaso di questa domanda d’invenzione, ottenuto in unica soluzione con sistemi di stampaggio e corredato da opportuni elementi atti a garantirne il perfetto funzionamento, si propone essere un oggetto, secondo l’esempio come dalla realizzazione raffigurata, che unisce praticità, semplicità, estetica e grande efficienza nel mantenere umido il terreno in esso contenuto a beneficio delle radici favorendo la crescita e lo sviluppo della pianta stessa. Come già più volte rimarcato, è molto importante per piante o fiori avere costantemente a disposizione una riserva d’acqua, ed in particolare per quelle locate all’aperto dove la fonte di approvvigionamento è l’acqua piovana, in modo di ben affrontare gli eventuali periodi di siccità o di scarsa pioggia; la conformazione ed i componenti del trovato opportunamente studiati e ben realizzati, riescono a risolvere questa enorme problematica perché innanzi tutto è munito di riserva d’acqua (1) poi di un elemento di captazione (2) conformato in modo tale da poter
raccogliere e convogliare nell’intercapedine (3) l’acqua piovana, così come un tappo sonda (4) rimovibile che permette sia di immettere l’acqua manualmente, sia di verificarne la quantità contenuta, ma ancora più importante è quello strumento (5) definito “veicolo capillare” che, in maniera autonoma e sfruttando il semplice principio fisico, trasferisce in modo graduale, continuo e uniforme, l’acqua dall’intercapedine nel terreno del vaso stesso mantenendolo costantemente umido; inoltre è altresì importante menzionare l’elemento regolatore (6) posto all’estremo del veicolo capillare, che pur di semplice concezione, risulterà di grande utilità volendo programmare in modo manuale o automatico il flusso di acqua trasportato dallo stesso veicolo capillare.
Il vaso si compone quindi, come visibile anche nella SEZ. A-A’ TAV. Il, di pochi ma basilari elementi che assieme ne esaltano il trovato di cui: il vaso stesso (7) realizzato con sistemi di stampaggio in unica soluzione, propone una zona interna (8) dove sarà inserita la terra per la coltura, il cui fondo piano presenta un foro (9) di drenaggio, mentre un’altra zona che circonda perimetralmente quella interna, forma un’intercapedine (3) la quale funge esclusivamente da contenitore di acqua per la riserva idrica; il bordo del vaso risulterà conformato in modo da presentare un primo bordo o anello inferiore (11) dove è ricavata un’opportuna sede utile per alloggiarvi ad incastro il “veicolo capillare” (5) a sua volta munito dell’elemento regolatore (6); altre sedi risulteranno ricavate sul bordo superiore (12) utili per l’ancoraggio dell’elemento di captazione (2) e del tappo con sonda (4). L’elemento di captazione (2), oltre ad essere conformato di forma circolare e nelle altre varie forme geometriche in funzione della forma del vaso, ha la sezione concava e sporgente rispetto al vaso stesso al fine di convogliare l’acqua piovana verso il centro del proprio collare (13) e avrà dimensioni variabili in funzione dell’area geografica del suo utilizzo; le stesse sedi di ancoraggio dell’elemento di captazione, sono conformate in modo tale da presentare delle aperture (14) utili per il passaggio dell’acqua piovana raccolta, nei serbatoio/intercapedine. In prossimità della zona centrale dello stesso collare (13), potrà essere disposto uno speciale tessuto, ghiaia o altro materiale parimenti idoneo (15), comunque che consenta il passaggio dell’acqua fungendo anche da filtro, utile anche per limitare notevolmente l’evaporizzazione dell’acqua contenuta nella intercapedine stessa Vogliamo ulteriormente sottolineare che i diametri o le misure tanto interne che esterne di detto dispositivo di captazione, sono direttamente proporzionali al volume del vaso e della sua intercapedine; inoltre in funzione del tipo di coltura e dell’indice pluviometrico della zona dove il vaso, oggetto del trovato, sarà utilizzato, lo stesso elemento di captazione potrà facilmente essere intercambiato con altri aventi diverse dimensioni, perché ancorati sul bordo del vaso stesso per mezzo di semplici incastri.
Come sopra citato sullo stesso bordo superiore (12), troviamo un tappo sonda (4) rimovibile che permette sia di immettere l’acqua manualmente e nello stesso tempo, visionare il livello dell’acqua quale risorsa idrica presente all’interno dell’intercapedine.
Abbiamo accennato dell’importanza dello strumento “veicolo capillare” (5) che, in maniera autonoma e sfruttando il semplice principio fisico, trasferisce in modo graduale, continuo e uniforme, l’acqua dall’intercapedine nel terreno del vaso stesso mantenendolo costantemente umido; innanzi tutto il principio fisico non è altro che un elemento assorbente (22) contenuto all’interno di una carteratura (23) di protezione appositamente conformata, ma la cosa di maggiore importanza è che questo “veicolo” garantirà la giusta umidificazione del terreno in prossimità delle radici sia in fase di crescita della pianta e potrà continuare ad inumidirla a pianta cresciuta, grazie anche all’ausilio di un altro elemento di cui il veicolo capillare è munito, in altre parole un regolatore di flusso (6) posto, come visibile nei particolari della TAV. Ili FIG. A e FIG. B, all’estremo dello stesso veicolo capillare, che pur di semplice concezione, risulterà di grande utilità volendo programmare in modo manuale o automatico il trasferimento della quantità d’acqua necessaria dall'intercapedine al terreno contenuto all’interno del vaso; quantità questa che sarà modulata in funzione delle varie situazioni climatiche e dei cambiamenti di temperatura. Il regolatore, sia per il tipo manuale che per quello automatico, ha dei particolari che si accomunano ovvero: è conformato in ambedue i casi a mo’ di battente (10) ed ha il punto (16) quale fulcro di leva; un cursore (17) che spostandosi in avanti o indietro permetterà al battente di comprimersi sul capillare (5) con una certa pressione utile per la regolazione del flusso d’acqua; infine avremo un elemento a molla (18) del tipo acciaio armonico che faciliterà il richiamo del battente dal veicolo capillare. La FIG. A - TAV. Ili mette in evidenza i particolari a comune del regolatore di flusso che saranno equivalenti a quello manuale, mentre il regolatore automatico FIG. B, sarà ottenuto aggiungendo semplicemente due molle (19) - (20), vincolandole con il cursore (17). Il funzionamento di entrambi saranno identici : per quello manuale FIG. A l’operatore farà muovere in avanti o indietro nelle varie posizioni graduate il cursore (17) che, assieme all'elemento a molla (18), consentiranno al battente (10) di andare a comprimersi con giusta pressione sulla zona di trasferimento acqua del veicolo capillare regolando di volta in volta la quantità d’acqua che si vorrà far arrivare nel terreno; per quanto concerne il regolatore automatico FIG. B, avremo una prima molla (19) che lavorerà a trazione o a compressione in funzione dell’altra molla (20) aventi particolari caratteristiche. Quest’ultima molla, da noi già collaudata sul prototipo, è realizzata in una particolare lega che le permetterà di assumere eccitazioni di distensione o di contrazione al semplice variare della temperatura circostante, per poi ritornare allo stato naturale. Pertanto, per fare un esempio, avremo in primo luogo il cursore (17) posto sullo “0”, cioè non abbiamo trasferimento di acqua, mentre nel momento in cui la temperatura ambiente andrà man mano a raggiungere i gradi alla quale è stata tarata la sensibilità termica della molla (20) inizialmente contratta, questa inizierà lentamente a distendersi, e contemporaneamente l’altra mollaci 9) che inizialmente risultava in trazione, tornerà lentamente nella posizione originaria facendo sì, coadiuvato dalla spinta verso l’alto dell’elemento molla (18) in acciaio armonico, che il battente (10) si allontani dall’elemento “veicolo capillare” (5) facendo sì di aumentare il flusso d'acqua da trasferire nel terreno. Il cursore (17) al termine di questa operazione automatica, risulterà essere nella posizione che segnalerà il massimo rilascio d’acqua.
Ovviamente, quando la temperatura calerà, la stessa molla (20) andrà pian piano a riassumere lo stato naturale e di conseguenza modificherà lo stato dell’altra molla (19) riportandola in trazione così che il battente (10) agirà sul veicolo capillare sempre più con forza dimunuendone il flusso di quel momento fino ad arrivare allo “0”. E’ altresì da affermare che a questa particolare molla (20) sarà possibile fargli assumere una qualsiasi conformazione da noi programmata da cui ne deriva una forza variabile in funzione della temperatura a cui si intende farla lavorare ed in modo del tutto automatico.
Il trovato potrà trovare largo uso nei più svariati tipi di fiori, piante, colture stagionali e perenni, dando al sistema un carattere di universalità, inoltre non richiede manutenzioni né accorgimenti particolari né tanto meno frequenti approvvigionamenti manuali d’acqua anche in ambienti o zone dove c’è scarsità d’acqua.
Il trovato così concepito è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo, inoltre tutti i dettagli sono sostituibili con altri tecnicamente equivalenti.

Claims (12)

  1. R I V E N DI CAZI ONI 1) Vaso per piante arboree, erbacee da frutto e da fiore in genere conformato in modo da avere una propria riserva idrica con dispositivo di raccolta e di lenta immissione capillare dell’acqua, allo scopo di umidificarne costantemente il terreno.
  2. 2) Vaso come da rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che il trovato è composto da più elementi di cui: il vaso che sarà realizzato in unica soluzione con sistemi di stampaggio e conformato in modo da avere una ovvia zona interna idonea per contenere terra e pianta, una zona perimetrale costituita da una intercapedine al fine di contenere acqua per una propria riserva idrica e opportune sedi per l’ancoraggio di un apparato esterno per la captazione dell’acqua piovana che la convoglierà nella stessa intercapedine per poi essere trasferita all’interno del vaso con un sistema a lenta immissione capillare per mezzo di un dispositivo a sua volta controllato da un regolatore di flusso al fine di garantire una costante umidificazione della terra contenuta e, non ultimo, un tappo sonda per il caricamento manuale dell’acqua e per il controllo di livello.
  3. 3) Vaso come da rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto di essere realizzato in primis in materiale plastico con sistema di stampaggio in unica soluzione, ma potrà essere anche realizzato in altri materiali parimenti equivalenti e validi per ottenere la conformazione e le caratteristiche del trovato.
  4. 4 ) Vaso come da rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che oltre ad essere realizzato come rappresentato di forma circolare, potrà assumere altre forme geometriche, così come variabile potranno essere sia le dimensioni che le conformazioni, nonché l’aspetto estetico.
  5. 5) Vaso come a rivendicazione 1 ), caratterizzato dal fatto che potrà essere utilizzate per qualsiasi tipo di piante, germogli, fiori, colture stagionali e perenni.
  6. 6) Vaso come da rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto di essere munito di un particolare sistema di umidificazione costante ed omogeneo del terreno in esso contenuto a benefìcio delle radici per la sicura crescita della pianta, ottenuto per la graduale immissione d’acqua attraverso un elemento definito “veicolo capillare”.
  7. 7) Vaso come da rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che l’elemento definito veicolo capillare potrà essere installato su ogni tipo di vaso o vaso/contenitore.
  8. 8) Vaso come da rivendicazione 6), caratterizzato dal fatto che il veicolo capillare sarà controllato, al variare delle temperature ambientali, da uno strumento applicato sullo stesso che ne regolerà il flusso d’acqua e che potrà funzionare sia in manuale che in automatico con possibilità di programmazione.
  9. 9) Vaso come da rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto di avere un dispositivo da applicarsi sul bordo del vaso stesso opportunamente conformato allo scopo di captare e convogliare l’acqua piovana all'interno del'intercapedine quale contenitore per la propria riserva idrica.
  10. 10) Vaso come da rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che l’acqua contenuta nel’intercapedine potrà essere raccolta in modo naturale se trattasi di piante cresciute al’aperto per mezzo del dispositivo citato nella rivendicazione precedente; in modo automatico per mezzo di un sistema di controllo soprattutto se trattasi di piante cresciute in serra, quindi irrigazione programmata e costante; infine per semplice riempimento della riserva idrica con manuali.
  11. 11) Vaso come da rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto di essere munito di una sonda per il rilievo interno della quantità d’acqua contenuta neH’intercapedine, che può essere collegata direttamente al tappo rimovibile atto al caricamento manuale dell'acqua.
  12. 12) Vaso come da rivendicazione 1), caratterizzato dal fatto che la conformazione ed i componenti del trovato opportunamente studiati e ben realizzati, risolvono brillantemente l'enorme problematica di mantenere umido il terreno perché innanzitutto è munito di riserva d’acqua (1) poi di un elemento di captazione (2) conformato in modo tale da poter raccogliere e convogliare nell’intercapedine (3) l’acqua piovana, così come un tappo sonda (4) rimovibile che permette sia di immettere l’acqua manualmente, sia di verificarne la quantità contenuta, ma ancora più importante è quello strumento (5) definito “veicolo capillare” che, in maniera autonoma e sfruttando il semplice principio fisico, trasferisce in modo graduale, continuo e uniforme, l’acqua dall’intercapedine nel terreno del vaso stesso mantenendolo costantemente umido; inoltre è altresì importante menzionare l’elemento regolatore (6) posto all’estremo del veicolo capillare, che pur di semplice concezione, risulterà di grande utilità volendo programmare in modo manuale o automatico il flusso di acqua trasportato dallo stesso veicolo capillare. Il vaso si compone quindi, come visibile anche nella SEZ. A-A’ TAV. Il, di pochi ma basilari elementi che assieme ne esaltano il trovato di cui: il vaso stesso (7) realizzato con sistemi di stampaggio in unica soluzione, propone una zona rna (8) dove sarà inserita la terra per la coltura, il cui fondo piano presenta un foro (9) di drenaggio, mentre un’altra zona che circonda perimetralmente quella interna, forma un’intercapedine (3) la quale funge esclusivamente da contenitore di acqua per la riserva idrica; il bordo del vaso risulterà conformato in modo da presentare un primo bordo o anello inferiore (11) dove è ricavata un’opportuna sede utile per alloggiarvi ad incastro il “veicolo capillare” (5) a sua volta munito dell’elemento regolatore (6); altre sedi risulteranno ricavate sul bordo superiore (12) utili per l’ancoraggio dell’elemento di captazione (2) e del tappo con sonda (4). L’elemento di captazione (2), oltre ad essere conformato di forma circolare e nelle altre varie forme geometriche in funzione della forma del vaso, ha la sezione concava e sporgente rispetto al vaso stesso al fine di convogliare l’acqua piovana verso il centro del proprio collare (13) e avrà dimensioni variabili in funzione dell’area geografica del suo utilizzo; le stesse sedi di ancoraggio dell’elemento di captazione, sono conformate in modo tale da presentare delle aperture (14) utili per il passaggio dell’acqua piovana raccolta, nel serbatoio/intercapedine. In prossimità della zona centrale dello stesso collare (13), potrà essere disposto uno speciale tessuto, ghiaia o altro materiale parimenti idoneo (15), comunque che consenta il passaggio dell’acqua fungendo anche da filtro, utile anche per limitare notevolmente l’evaporizzazione dell’acqua contenuta nella intercapedine stessa. Vogliamo ulteriormente sottolineare che i diametri o le misure tanto interne che esterne di detto dispositivo di captazione, sono direttamente proporzionali al volume del vaso e della sua intercapedine; inoltre in funzione del tipo di coltura e dell'indice pluviometrico della zona dove il vaso, oggetto del trovato, sarai utilizzato, lo stesso elemento di captazione potrà facilmente essere intercambiato con altri aventi diverse dimensioni, perché ancorati sul bordo del vaso stesso per mezzo di semplici incastri. Come sopra citato sullo stesso bordo superiore (12), troviamo un tappo sonda (4) rimovibile che permette sia di immettere l’acqua manualmente e nello stesso tempo visionare il livello dell’acqua quale risorsa idrica presente all’interno dell’intercapedine. Abbiamo accennato dell’importanza dello strumento “veicolo capillare” (5) che, in maniera autonoma e sfruttando il semplice principio fisico, trasferisce in modo graduale, continuo e uniforme, l’acqua dall ’intercapedine nel terreno del vaso stesso mantenendolo costantemente umido; innanzitutto il principio fisico non è altro che un elemento assorbente (22) contenuto all’interno di una carteratura (23) di protezione appositamente conformata, ma la cosa di maggiore importanza è che questo “veicolo” garantirà la giusta umidificazione del terreno in prossimità delle radici durante la fase di crescita della pianta e potrà continuare ad inumidirla a pianta cresciuta, grazie anche all’ausilio di un altro elemento di cui il veicolo capillare è munito, ovvero un regolatore di flusso ^6) posto, come visibile nei particolari della TAV. Ili FIG. A e FIG. B, all’estremo dello stesso veicolo capillare, che pur di semplice concezione, risulterà di grande utilità volendo programmare in modo manuale o automatico il trasferimento della quantità d’acqua necessaria dall'intercapedine al terreno contenuto aN’interno del vaso; quantità questa che sarà modulata in funzione delle varie situazioni climatiche e dei cambiamenti di temperatura. Il regolatore, sia per il tipo manuale che per quello automatico, ha dei particolari che si accomunano ovvero: è conformato in ambedue i casi a mo’ di battente (10) ed ha il punto (16) quale fulcro di leva; un cursore (17) che spostandosi in avanti o indietro permetterà al battente di comprimersi sul capillare (5) con una certa pressione utile per la regolazione del flusso d’acqua; infine avremo un elemento a molla (18) del tipo acciaio armonico che faciliterà il richiamo del battente dal veicolo capillare. La FIG. A - TAV. Ili mette in evidenza i particolari a comune del regolatore di flusso che saranno equivalenti a quello manuale, mentre il regolatore automatico FIG. B, sarà ottenuto aggiungendo semplicemente due molle (19) - (20), vincolandole con il cursore (17). Il funzionamento di entrambi saranno identici: per quello manuale FIG. A l’operatore farà muovere in avanti o indietro nelle varie posizioni graduate il cursore (17) che, assieme all’elemento a molla (18), consentiranno al battente (10) di andare a comprimersi con giusta pressione sulla zona di trasferimento acqua del veicolo capillare regolando di volta in volta la quantità d’acqua che si vorrà far arrivare nel terreno; per quanto concerne il regolatore automatico FIG. B, avremo una prima molla (19) che lavorerà a trazione o a compressione in funzione dell’altra molla (20) aventi particolari caratteristiche. Quest’ultima molla, da noi già collaudata sul prototipo, è realizzata in una particolare lega che le permetterà di assumere eccitazioni di distensione o di contrazione al semplice variare della temperatura ambiente circostante, per poi ritornare allo stato naturale. Pertanto, per fare un esempio, avremo in primo luogo il cursore (17) posto sullo “0”, cioè non abbiamo trasferimento di acqua, mentre nel momento in cui la temperatura ambiente andrà man mano a raggiungere i gradi alla quale è stata tarata la sensibilità termica della molla (20) risultante inizialmente contratta, questa comincerà lentamente a distendersi e contemporaneamente l’altra molla (19) che inizialmente risultava in trazione, tornerà lentamente nella posizione originaria facendo sì, coadiuvato dalla spinta verso l’alto dell’elemento molla (18) in acciaio armonico, che il battente (10) si allontani dall’elemento “veicolo capillare” (5) facendo sì di aumentare il flusso d’acqua da trasferire nel terreno. Il cursore (17) al termine di questa operazione automatica, risulterà essere nella posizione che segnalerà il massimo rilascio d’acqua. Ovviamente, quando la temperatura calerà, la stessa molla (20) andrà pian piano a riassumere lo stato naturale e di conseguenza modificherà lo stato dell’altra molla (19) riportandola in trazione così che il battente (10) agirà sul veicolo capillare sempre più con forza dimunuendone il flusso di quel momento fino ad arrivare allo “0”. E’ altresì da affermare che a questa particolare molla (20) sarà possibile fargli assumere una qualsiasi conformazione da noi programmata da cui ne deriva una forza variabile in funzione della temperatura a cui si intende farla lavorare ed in modo del tutto automatico. Il tutto come descritto ed illustrato agli scopi specificati.
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