ITFI950194A1 - Apparecchiatura per angiografia e trattamento laser della coroide - Google Patents

Apparecchiatura per angiografia e trattamento laser della coroide Download PDF

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ITFI950194A1
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laser beam
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fundus
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Giuseppe Longobardi
Giuseppe Piero Panzardi
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Ottica Ist Naz
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Abstract

L'apparecchiatura per angiografia retinica o coroideale comprende: una sorgente laser (31) per illuminare il fondo dell'occhio (O) con un fascio laser (F, F', F") di potenza inferiore alla soglia di danneggiamento dell'occhio; e mezzi di visualizzazione (11, 17) per visualizzare l'immagine del fondo dell'occhio. Secondo l'invenzione vengono previsti mezzi ottici (33, 39) disposti lungo il percorso del fascio laser (F, F', F") tra detta sorgente laser (31) e l'occhio del paziente (O), che eliminano la coerenza del fascio (F) e che sono selettivamente disattivabili per inviare verso il fondo dell'occhio alternativamente un fascio laser coerente (F") per il trattamento laser del fondo dell'occhio od un fascio laser non coerente (F') per l'illuminazione del fondo dell'occhio. Inoltre, sono previsti mezzi per selezionare una lunghezza d'onda per detto fascio tra almeno due valori predeterminati di lunghezze d'onda.(Fig. 2A)

Description

"APPARECCHIATURA PER ANGIOGRAFIA E TRATTAMENTO LASER
DELLA COROIDE"
DESCRIZIONE
Campo Tecnico
La presente invenzione si riferisce ad un'apparecchiatura per angiografia coroideale o retinica e per applicazioni similari, del tipo comprendente una sorgente laser per illuminare il fondo dell'occhio e mezzi di visualizzazione per visualizzare l'immagine del fondo dell'occhio.
Stato della tecnica
La fluoroangiografia è una tecnica di fotografia medica che necessita di un'apparecchiatura sofisticata. Con questa tecnica si persegue lo scopo di ottenere informazioni per lo studio e la comprensione della dinamica circolatoria del fondo oculare e per l'eventuale trattamento tramite applicazioni laser di patologie del fondo oculare, come ad esempio le neovascolarizzazioni sottoretiniche.
In EP-A-0 554 643 è descritta un'apparecchiatura perfezionata per la fluoroangiografia, in cui i mezzi di visualizzazione comprendono un intensificatore di immagine ed una telecamera, allo scopo di ridurre la potenza necessaria per illuminare il fondo dell'occhio e la quantità di tracciante da iniettare nel paziente. Come sorgente luminosa viene proposto l'impiego di una lampada ad incandescenza corredata di una serie di filtri interierenziali centrati sulle lunghezze d'onda desiderate, oppure un sistema laser con più diodi laser accordati sulle lunghezze d'onda desiderate.
Questa apparecchiatura nota presenta molteplici vantaggi rispetto alle apparecchiature tradizionali, per una cui analisi si rimanda al contenuto della suddetta pubblicazione EP-A-0554 643. Per superare alcune limitazioni di questa apparecchiatura, tra cui la bassa risoluzione ottenibile con la telecamera accoppiata all'intensificatore di immagine, è stato proposto (vedasi: G. Longobardi et al. "A high sensitivity optoelectronic svstem for videoancriocrraphv". ristampa degli atti del congresso "Biomedicai Optoelectronic Devices and Systems", Budapest, 1-3 Settembre 1993, edito da Society of Photo-Optical Instrumentation Engineers -SPIE - Voi. 2084, pagine 157-162, 1994), di abbinare all'apparecchiatura un secondo canale di uscita per la visualizzazione o la registrazione delle immagini. Mentre il primo canale è costituito dalla telecamera abbinata all'intensificatore di immagine, che consente di raggiungere una risoluzione di 32 coppie di linee/mm, il secondo canale di uscita è costituito da una telecamera CCD raffreddata del tipo cosiddetto "full fraine slow scan mode". Si tratta di una telecamera a CCD del tipo a trasferimento di quadro, in cui la zona immagine e quella di memorizzaione costituiscono un'unica zona di immagine con evidente vantaggio in termini di risoluzione totale. La telecamera è in particolare costituita da una zona fotosensibile di dimensioni 26x17 mm e contiene 1152 linee con 770 pixels attivi per linea. La telecamera è fornita di otturatore meccanico per realizzare tempi di integrazione anche molto lunghi, evitando lo schiacciamento dell'immagine. Il tempo di integrazione si ottiene aprendo e chiudendo successivamente l'otturatore. In particolare viene impiegato un tempo di integrazione di 60 msec, che garantisce una buona collezione di carica anche con sorgenti luminose di bassa intensità come quelle proposte per questa applicazione e rispetta i tempi minimi di possibili movimenti dell'occhio del paziente. Questo tempo di integrazione richiede un raffreddamento della telecamera che riduca il rumore termico a 0,1 termoelettroni/pixel/s, che si ottiene con telecamere commerciali a quattro stadi Peltier.
Disponendo di due canali di uscita alternativi, rispettivamente ad alta e bassa risoluzione, con questo dispositivo è possibile osservare il fondo dell'occhio tramite il canale a bassa risoluzione, ovvero quello costituito da telecamera ed intensificatore di immagine, che presenta una risoluzione di 72 coppie di linee per millimetro. La risoluzione è comunque sufficiente per consentire al medico, che osserva l'immagine su un video, di individuare eventuali zone sospette (ad esempio in cui si presenta una macchia che potrebbe essere indice della presenza di una neovascolarizzazione) . Quando ciò accade il medico commuta il segnale di uscita dal canale a bassa risoluzione verso il canale ad alta risoluzione, cioè quello comprendente la telecamera rafferddata. Quest'ultima rileva l'immagine e la trasmette ad un elaboratore che la memorizza su un opportuno supporto di memorizzazione, consentendone poi la visione, anche se non in tempo reale, su un monitor su cui è disponibile un'immagine ad alta risoluzione.
Entrambe le apparecchiature sopra descritte, così come i normali fluoroangiografi tradizionali, consentono esclusivamente un esame del fondo dell'occhio ed un'acquisizione di immagini a fini diagnostici, per poi poter procedere, in una seconda seduta ambulatoriale, all'eventuale trattamento laser di possibili patologie, come ad esempio le degenerazioni maculari senili con neovascolarizzazione sottoretinica. Ciò costituisce un inconveniente in quanto non solo il paziente deve eseguire due sedute, ma anche perché ritrovare in fase di trattamento il punto esatto della neovascolarizzazione individuata in fase di esame può essere problematico.
Il trattamento fotocoagulativo rappresenta la terapia più efficace attualmente disponibile per bloccare l'evoluzione di queste forme patologiche. Tuttavia il suo impiego è limitato da diversi fattori.
In primo luogo è indispensabile determinare con esattezza l'estensione ed i margini della lesione, dal momento che una incompleta obliterazione della membrana comporta di conseguenza una riattivazione del processo neovascolare.
Inoltre, il trattamento fotocoagulativo con fasci laser a determinate lunghezze d'onda, ed in particolare con Argon laser, comporta comunque una distruzione degli strati sovrastanti la neovascolarizzazione coroideale, rendendo l'impiego di questo tipo di laser problematico nel caso di una localizzazione in sede foveale della neovascolarizzazione. L'aiuto diagnostico apportato dall'angiografia coroideale con verde di indocianina aumenta il numero dei casi che possono essere sottoposti al trattamento fotocoagulativo, diagnosticando con esattezza membrane altrimenti occulte o mal definite con la fluoroangiografia.
Le caratteristiche dell1angiografia con verde di indocianina risiedono sia nella lunghezza d'onda impiegata, il vicino infrarosso, che possiede una maggiore capacità di penetrazione negli strati retinocoroideali rispetto alle radiazioni visibili, sia nel colorante utilizzato, il verde di indocianina (tricarbocianina) . Questa sostanza presenta un picco di assorbimento a 805 nm e fluoresce a 835 nm. Il suo legame rapido e completo con le proteine piasmatiche impedisce la possibilità di diffusione dai vasi fenestrati della coroide, diversamente dalla fluoresceina sodica, rendendo possibile l'esatta localizzazione della neovascolarizzazione sottoretinica.
Le proprietà di assorbimento del verde di indocianina possono inoltre essere sfruttate per una fotocoagulazione selettiva delle lesioni utilizzando il laser a diodi con emissione ad una lunghezza d'onda nell'intorno degli 810 nm. I vantaggi teorici della radiazione infrarossa rispetto alle lunghezze d'onda minori sono rappresentati dalla maggiore capacità di penetrazione attraverso gli strati retinici e dell'epitelio pigmentato retinico. Dal punto di vista pratico l'efficacia del laser a diodi a 810 nm si è dimostrata paragonabile a quella del Krypton rosso, ma rispetto a quest'ultimo il laser a diodi presenta un maggiore assorbimento a livello coroideale.
E' stato dimostrato sperimentalmente che il laser a diodi determina un danno limitato agli strati retinici esterni, all'epitelio pigmentato retinico ed alla coroide, a differenza dell'Argon blu-verde, che agisce anche a livello degli strati retinici interni.
In presenza di un colorante che si accumuli a livello delle neovascolarizzazioni sottoretiniche ed in grado di assorbire nell'infrarosso, come il verde di indocianina, l'effetto fotocoagulativo risulta amplificato. La potenza dell'emissione laser può essere ridotta ed il danno alle strutture circostanti risulterà limitato.
Poiché il potenziamento dell'effetto fotocoagulativo dovuto al colorante è massimo nei primi momenti dell'arrivo del colorante stesso nel torrente circolatorio, sarebbe vantaggioso effettuare il trattamento di fotocoagulazione contestualmente all'angiografia, cioè in quella fase diagnostica in cui il tracciante viene inoculato al paziente e rilevato tramite la "fundus camera".
Scopi dell'Invenzione
Alla luce di quanto sopra esposto, un primo scopo della presente invenzione è quello di realizzare un'apparecchiatura per angiografia retinica o coroideale che consenta il trattamento laser immediatamente dopo l'esame con il tracciante fluorescente, in un'unica seduta ambulatoriale.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è la realizzazione di un'attrezzatura che consenta l'impiego di un'unica sorgente laser per: illuminare in modo uniforme il fondo dell'occhio per posizionare correttamente il campo di vista per la messa a fuoco del fondo stesso; eccitare il tracciante per l'esame in fluorescenza o in assorbimento; ed effettuare il trattamento laser del fondo oculare.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è la realizzazione di una apparecchiatura che consenta l'esame ed il trattamento fotocoagulativo della coroide tramite 1'impiego del verde di indocianina ed un laser che emetta alla lunghezza d'onda opportuna per effettuare l'esame del fondo oculare ed il suo trattamento, nel rispetto della necessità di lavorare a bassissimi livelli di luce per evitare danni alla retina e garantire il comfort del paziente.
Ancora un ulteriore scopo dell'invenzione è la realizzazione di un dispositivo che faciliti il puntamento del fascio laser per il trattamento del fondo dell 1occhio.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è la realizzazione di un dispositivo in cui siano evitati gli inconvenienti degli apparecchi tradizionali, derivanti dal diverso comportamento del fascio alle diverse lunghezze d’onda in fase di illuminazione e di trattamento. Questo diverso comportamento dei fasci di illuminazione e di trattamento comporta deviazioni diverse nelle due fasi con conseguenti difficoltà di puntamento e rischi di effettuare il trattamento in punti non perfettamente corrispondenti ai punti preventivamente localizzati in fase di esame del fondo dell'occhio. Gli scostamenti sono dell'ordine del micrometro, cioè dello stesso ordine di grandezza dei capillari da sottoporre al trattamento, con l'evidente rischio di mancare totalmente l'obiettivo del trattamento se non si tiene conto (con opportuni sistemi di puntamento) dello scostamento dovuto al diverso comportamento del fascio alle diverse lunghezze d'onda.
Sommario dell'invenzione
Questi ed ulteriori scopi e vantaggi, che appariranno chiari agli esperti del ramo dalla lettura del testo che segue, sono ottenuti con un'apparecchiatura per angiografia retinica o coroideale, o simile, in cui sono previsti mezzi ottici disposti lungo il percorso del fascio laser tra la sorgente e 11occhio del paziente, i quali eliminano la coerenza del fascio laser e che possono essere selettivamente disattivati, in modo da inviare verso il fondo dell'occhio alternativamente un fascio laser coerente od un fascio laser incoerente (o "scoerentizzato"). Inoltre, nell'apparecchiatura vengono previsti mezzi atti a selezionare la lunghezza d'onda del fascio laser tra almeno due valori, il primo dei quali serve all'illuminazione del fondo dell'occhio ed il secondo al trattamento fotocoagulativo .
In pratica, con un dispositivo di comando l'apparecchiatura può essere portata alternativamente e selettivamente in due condizioni operative: in una prima condizione operativa il fascio laser viene fatto passare attraverso detti mezzi ottici che ne eliminano la coerenza e fanno sì che verso il fondo dell'occhio sia inviata una radiazione incoerente a bassa intensità, adatta all'illuminazione; in questa condizione operativa il fascio laser che viene inviato verso l'occhio ha la lunghezza d'onda necessaria per il puntamento e l'esame del fondo oculare. Nella seconda condizione operativa il fascio laser supera i mezzi ottici suddetti senza che questi agiscano sul fascio, il quale mantiene, quindi, la sua coerenza, necessaria per il trattamento del fondo oculare. In questa seconda condizione operativa la lunghezza d'onda del fascio viene impostata al secondo valore, appropriato al trattamento del fondo oculare.
Il medico può utilizzare l'apparecchiatura nella prima condizione operativa per effettuare l'esame del fondo dell'occhio. Appena l'apparecchiatura inquadra un'area in cui è visibile una zona da trattare con il laser, tramite un mezzo di commutazione opportuno l'apparecchiatura viene istantaneamente commutata nella seconda condizione operativa per inviare nello stesso punto appena individuato il fascio laser per il trattamento .
L'esame angiografico ed il trattamento fotocoagulativo avvengono quindi nell'ambito della stessa seduta ambulatoriale con grande vantaggio non solo di confort per il paziente, ma anche e soprattutto in termini di efficacia terapeutica e di livello del risultato ottenibile.
Inoltre, poiché il trattamento laser avviene immediatamente dopo l'individuazione della zona da trattare, il trattamento viene effettuato con precisione esattamente nel punto voluto, senza necessità di ritrovare in sede di trattamento, con metodi più o meno approssimativi, la posizione individuata in una precedente fase di esame.
Poiché il trattamento avviene mentre nei capillari è presente il tracciante, è possibile effettuare immediatamente un controllo sui risultati del trattamento ed anche sfruttare la presenza del tracciante per che potenzia l'effetto coagulativo.
In linea di principio il concetto inventivo sopra esposto può essere applicato ad apparecchiature per angiografia di vario tipo, a prescindere dal sistema di visualizzazione da esse adottato. Tuttavia, particolari vantaggi si ottengono incorporando questi accorgimenti in un'apparecchiatura del tipo descritto in G. Longobardi et al.: "A high sensitivitv optoelectronic svstem for videoanqioarapy". sopra citato.
I mezzi ottici per eliminare la coerenza del fascio laser possono comprendere vari tipi di dispositivi ottici. Ad esempio, è possibile impiegare una fibra ottica incoerente, in cui viene iniettato il fascio laser coerente e dalla quale esce un fascio laser incoerente. Questa fibra ottica deve essere associata ad un dispositivo che sia in grado di defilare la fibra rispetto al percorso del fascio laser quando l'apparecchiatura viene commutata dalla condizione operativa di illuminazione alla condizione operativa di trattamento laser del fondo oculare. A tale scopo la fibra può essere montata, ad esempio, su una slitta di precisione od altro dispositivo idoneo. Prevedendo un otturatore lungo il percorso del fascio laser, il movimento della fibra può essere anche relativamente lento, in quanto non è la posizione di essa, bensì l'otturatore a regolare il tempo di permanenza dell'apparecchiatura nella condizione operativa di trattamento. Il tempo necessario allo spostamento della fibra non è quindi particolarmente critico.
In alternativa, al posto della fibra ottica incoerente può essere previsto l'impiego di un vetrino smerigliato ruotante, che interferisce con il percorso del fascio laser. Anche in questo caso il vetrino ruotante deve essere posto su un organo atto a provocarne il defilamento dal percorso del fascio.
In una forma di realizzazione particolarmente vantaggiosa, tuttavia, i mezzi ottici per eliminare la coerenza del fascio laser comprendono una sfera integratrice con un foro di ingresso per il fascio laser coerente proveniente dalla sorgente laser ed un foro di uscita, non allineato con il foro di ingresso. All'interno della sfera intergratrice è disposto uno specchio mobile che può assumere alternativamente una posizione defilata, in cui esso non viene direttamente colpito dal fascio coerente in ingresso alla sfera, ed una posizione in cui esso intercetta il fascio coerente inviato dal laser attraverso il foro di ingresso e lo devia verso il foro di uscita mantenendo la coerenza del fascio.
La sfera integratrice è una cavità sferica la cui superficie è ricoperta di materiale altamente diffondente. Il fascio laser che entra dal foro di ingresso urta contro la parete della sfera intergratrice e viene quindi diffusa varie volte prima di uscire dal foro di uscita. Questa diffusione fa perdere totalmente la coerenza al fascio laser che fuoriesce dal foro di uscita completamente "scoerentizzato".
Questa forma di attuazione presenta molteplici vantaggi. In particolare, lo specchio mobile può essere molto piccolo: ad esempio uno specchio circolare metallico con diametro di 2-6 mm e tipicamente tre min. La sua massa è quindi estremamente ridotta. Ciò rende particolarmente semplice il dispositivo di spostamento dello specchio, mentre la sfera intergratrice rimane in una posizione fissa rispetto al fascio laser. Inoltre, la diffusione del fascio all'interno della sfera integratrice fa sì che il fascio in uscita sia estremamente uniforme. Ciò consente di ottenere un'illuminazione uniforme del fondo oculare, condizione molto vantaggiosa per una corretta illuminazione ed un esame sicuro del fondo oculare. La potenza del fascio laser in uscita, dopo la diffusione all'interno della sfera integratrice, è pari a circa il 20% della potenza del fascio in ingresso. Viceversa, quando il fascio laser viene riflesso dallo specchio, esso viene deviato ed esce praticamente con il 100% della potenza in ingresso. Questo rappresenta un ulteriore vantaggio, in quanto la potenza luminosa convogliata verso il fondo dell'occhio viene automaticamente aumentata di un fattore circa pari a cinque quando l'apparecchiatura viene commutata dalla condizione operativa di illuminazione del fondo oculare alla condizione operativa di trattamento. Può essere addizionalmente previsto un filtro neutro per ridurre la potenza del fascio in fase di illuminazione del fondo oculare. Un filtro di questo tipo (od altro mezzo equivalente) viene usato quando, anziché una sfera integratrice, viene usato un diverso mezzo ottico per eliminare la coerenza del fascio laser.
La presenza dello specchio all'interno della sfera integratrice non interferisce con il corretto funzionamento di quest'ultima, grazie alle limitate dimensioni dello specchio stesso. Vantaggiosamente, quando è disattivo lo specchio può essere portato contro la superficie della sfera integratrice.
Essendo necessarie due diverse lunghezze d'onda rispettivamente per l'esame e per il trattamento, possono essere in teoria utilizzati due diverse sorgenti laser, come suggerito in EP-A-0554 643. Tuttavia, secondo una forma di realizzazione particolarmente vantaggiosa dell'invenzione, viene previsto l'impiego di un unico diodo laser accordabile entro una gamma di lunghezze d'onda sufficientemente ampio da comprendere le due lunghezze d'onda richieste per il trattamento e l'illuminazione. Nel caso di angiografia e trattamento con verde di indocianina, può essere utilizzato un laser accordabile tra 805 e 815 nm, così da poter usare una lunghezza d'onda di 805 nm per l'illuminazione ed una lunghezza d'onda di 810 nm per il trattamento.Per evitare il passaggio di radiazioni a lunghezza d'onda diverse, può essere prevista la presenza di due filtri interferenziali in uscita dalla sfera integratrice, centrati sulle due lunghezze d'onda per l'illuminazione e per il trattamento rispettivamente. Questi filtri servono anche per ridurre lo spettro di radiazione emessa dal laser che può presentare un picco non molto marcato in corrispondenza delle lunghezze d'onda richieste.
Adottando queste due lunghezze d'onda molto vicine l'una all'altra per l'illuminazione ed il trattamento, rispettivamente, si evita di avere deviazioni diverse del fascio nelle due fasi, come accade negli apparecchi tradizionali in cui è necessario usare lunghezze d'onda tra loro molto diverse per l'illuminazione ed il trattamento. Si evita anche la necessità di dover utilizzare, come accade attualmente, un laser elio-neon per il puntamento.
Poiché il trattamento deve essere effettuato inviando nel punto da trattare un fascio laser di durata molto breve, può essere previsto un otturatore a valle della sorgente laser, in modo analogo a quanto previsto nelle attrezzature tradizionali per il trattamento di fotocoagulazione.
Breve descrizione dei disegni
Il trovato verrà meglio compreso seguendo la descrizione e l'unito disegno, il quale mostra una pratica esemplificazione non limitativa del trovato stesso. Nel disegno: la
Fig.l mostra schematicamente un tipo di apparecchiatura per angiografia retinica o coroideale che può essere realizzata secondo l'invenzione; e le
Figg.2A e 2B mostrano uno schema del dispositivo di illuminazione con i mezzi ottici per eliminare la coerenza del fascio laser, in due diverse condizioni operative.
Descrizione dettagliata dell'invenzione
Con iniziale riferimento alla Fig.l verrà ora descritta un'apparecchiatura, di per sé nota, che può essere perfezionata secondo l'invenzione. Essa comprende una cosiddetta "fundus camera” 1, con un oculare 3 davanti a cui viene posto l'occhio del paziente. Alla "fundus camera" 1 sono associati due canali di uscita, genericamente indicati con 5 e 7, per il rilevamento dell'immagine del fondo oculare. Il primo canale di uscita 5 presenta una telecamera CCD 9 con associato un intensificatore di immagine. L'immagine rilevata dalla telecamera intensificata 9 viene presentata su un monitor 11. Il canale di uscita 5 è realizzato come descritto in EP-A-0 554 643.
Il secondo canale di uscita 7 presenta una telecamera CCD raffreddata 13 del tipo "full frame slow scan mode", con una zona fotosensibile di 26x17 mm ed una disposizione di 1152x770 pixels. La telecamera 13 ad alta risoluzione rileva la stessa immagine della telecamera intensificata 9, ma con una risoluzione molto maggiore, e la invia ad un elaboratore 15 che la memorizza e la presenta sul proprio monitor 17 e ne migliora eventualmente la qualità con tecniche rapide di elaborazione.
Un sistema di puntamento a crocefilo 19 consente all'operatore di puntare il fascio luminoso sulla zona del fondo oculare da esaminare. Una volta iniettato il tracciante nel paziente, questo viene sottoposto all'esame, inviando la luce alla lunghezza d'onda opportuna attraverso l'oculare 3. L'immagine del fondo oculare, ottenuta per assorbimento o per fluorescenza, viene osservata sul monitor 11. Quando sul monitor 11 (a bassa risoluzione) viene visualizzata una irregolarità, l'operatore tramite un comando a pulsante sul dispositivo di puntamento 19 provoca la rotazione di uno specchio riflettente 21 che - dalla posizione mostrata in Fig.l, in cui esso devia l'immagine verso la telecamera intensificata 9 - viene portato in posizione tale per cui l'immagine del fondo dell'occhio viene inviata direttamente alla telecamera raffreddata 13 che rileva l'immagine ad alta risoluzione. All'elaboratore 15 viene così inviata un'immagine ad alta risoluzione corrispondente all'immagine a bassa risoluzione sul monitor il.
Se, analizzando in dettaglio l'immagine ad alta risoluzione sul monitor 17, l'operatore si rende conto che la zona individuata richiede un trattamento laser, tramite un apposito comando (a pedale o simile) 23 commuta il funzionamento dell'apparecchiatura dalla condizione di illuminazione alla condizione di trattamento.
Con riferimento alle Figg.2A e 2B verrà ora descritto il dispositivo che consente la commutazione del funzionamento dell'apparecchiatura dalla condizione di illuminazione alla condizione di trattamento.
A tale scopo di fronte ad un diodo laser 31 accordabile è disposta una sfera integratrice 33 con un foro di ingresso 35 ed un foro di uscita 37, disposti a 90° l'uno rispetto all'altro. Il foro di uscita 37 è allineato con l’occhio 0 del paziente, come mostrato in Figg.2A, 2B, oppure con un sistema ottico di specchi che comunque invia il fascio in uscita dal foro 37 verso l'occhio del paziente. La sfera integratrice 33 ed il diodo laser 31 sono alloggiati nella "fundus camera" 1.
All'interno della sfera integratrice 33 è disposto uno specchio 39 circolare di dimensioni leggermente maggiori della sezione del fascio laser F generato dal laser 31. Lo specchio 39 è portato da un organo mobile di supporto, schematicamente indicato con una barra porta-specchio 41. La barra porta-specchio 41 è associata ad un sistema a pignone e cremagliera 43 di precisione, o ad altro cinematismo idoneo, in grado di spostare radialmente la barra 41 dalla posizione di Fig. 2A alla posizione di Fig.2B. Nella posizione di Fig. 2A lo specchio 39 si trova sulla superficie sferica della sfera integratrice 33 e chiude il passaggio della barra 41. In queste condizioni il fascio laser F emesso dal diodo 31 incontra la superficie della sfera integratrice 33 e viene diffuso da questa. Le molteplici diffusioni a cui è sottoposto il fascio fanno sì che dal foro di uscita 33 fuoriesca un fascio F1 incoerente, estremamente uniforme ed inoltre di potenza minore (circa il 20%) del fascio F in ingresso, ulteriormente ridotta tramite attenuazione con filtro neutro, in modo da illuminare l’occhio con una potenza molto al di sotto della soglia di pericolosità per la lunghezza d'onda specifica utilizzata.
Supponendo di disporre di una sorgente laser accordabile a 805 e 810 nm per l’esame con il verde di indocianina come tracciante, in queste condizioni il fascio F viene emesso a 805 nm, cioè alla lunghezza d'onda a cui il tracciante presenta un picco di assorbimento .
Quando viene individuato un punto da trattare, con il comando 23 viene provocato uno spostamento dello specchio 39 nella posizione di Fig.2B, cioè al centro della sfera integratrice 33. In questa posizione il fascio laser F viene riflesso dallo specchio 39 verso il foro di uscita 37 e quindi verso l'occhio del paziente. Contemporaneamente il diodo laser 31 viene accordato alla lunghezza d'onda di 810 nm per il trattamento. Per evitare danni al fondo oculare, in queste condizioni di funzionamento interviene un otturatore 45 disposto tra il laser 31 e la sfera intergratrice 33, che si apre per un tempo controllabile dall'operatore e comunque tale da inviare verso l'occhio del paziente un fascio di durata idonea. Il fascio F" che fuoriesce dalla sfera integratrice 33 in queste condizioni operative è un fascio coerente e di potenza pari alla potenza del fascio F in ingresso (trascurando le perdite sullo specchio 39).
Effettuato il trattamento del punto individuato, il dispositivo viene nuovamente commutato nella configurazione di Fig.2A. Al fondo dell'occhio viene inviata la radiazione incoerente a bassa potenza alla lunghezza d'onda idonea all'illuminazione. Si può così controllare subito il risultato raggiunto con il precedente trattamento prima di passare all'analisi di un'altra porzione del fondo oculare.
Con 52 e 54 sono indicati due filtri interferenziali con un picco sulle lunghezze d'onda necessarie per l'illuminazione ed il trattamento rispettivamente. Questi servono a ridurre la banda di lunghezza d'onda emessa dal laser accordabile 31, che potrebbe essere eccessivamente ampia. Al filtro interferenziale 52 è associato il suddetto filtro neutro per ridurre la potenza del fascio di illuminazione che penetra nell'occhio nelle condizioni di funzionamento di Fig.2A.
E' inteso che il disegno non mostra che una esemplificazione data solo quale dimostrazione pratica del trovato, potendo esso trovato variare nelle forme e disposizioni senza peraltro uscire dall'ambito del concetto che informa il trovato stesso. L'eventuale presenza di numeri di riferimento nelle rivendicazioni accluse ha lo scopo di facilitare la lettura delle rivendicazioni con riferimento alla descrizione ed al disegno, e non limita l'ambito della protezione rappresentata dalle rivendicazioni.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un'apparecchiatura per angiografia retinica o coroideale comprendente: - una sorgente laser (31) per illuminare il fondo dell'occhio (O) con un fascio laser (F, F', F") di potenza inferiore alla soglia di danneggiamento dell'occhio; - mezzi di visualizzazione (11, 17) per visualizzare l'immagine del fondo dell'occhio; caratterizzata da - mezzi ottici (33, 39) disposti lungo il percorso del fascio laser (F, F', F") tra detta sorgente laser (31) e l'occhio del paziente (0), che eliminano la coerenza del fascio (F) e che sono selettivamente disattivabili per inviare verso il fondo dell'occhio alternativamente un fascio laser coerente (F") per il trattamento laser del fondo dell'occhio od un fascio laser non coerente (F1) per l'illuminazione del fondo dell'occhio; - e da mezzi di selezione che selezionano una lunghezza d'onda per detto fascio tra almeno due valori predeterminati di lunghezze d'onda.
  2. 2. Apparecchiatura come da rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere un organo di comando (23), che provoca la selezione di uno di detti valori di lunghezza d'onda e contemporaneamente la selezione dell'assetto di detti mezzi ottici (33, 39).
  3. 3. Apparecchiatura come da rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che detti mezzi ottici comprendono: una sfera integratrice (33) con un foro di ingresso (35) per il fascio laser (F) coerente proveniente da detta sorgente laser (31) ed un foro di uscita (37), non allineato a detto foro di ingresso; ed uno specchio (39) mobile da una posizione disattiva ad una posizione attiva nella quale esso devia il fascio laser dal foro di ingresso (35) al foro di uscita (37).
  4. 4. Apparecchiatura come da rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detto foro di ingresso (35) e detto foro di uscita (37) sono disposti a 90°.
  5. 5. Apparecchiatura come da rivendicazione 3 o 4, caratterizzata dal fatto che in detta posizione disattiva lo specchio (39) si trova accostato alla superficie interna della sfera integratrice (33) ed in detta posizione attiva si trova al centro di detta sfera integratrice.
  6. 6. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni 3 a 5, caratterizzata dal fatto che detto specchio è circa circolare ed ha un diametro di circa 2-6 mia.
  7. 7. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta sorgente laser è una sorgente laser accordabile che emette alternativamente su almeno due lunghezze d'onda, detti mezzi di selezione essendo costituiti dal sistema di accordamento della sorgente laser.
  8. 8. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detta sorgente laser emette selettivamente alle lunghezze d'onda di circa 795-805 ni e circa 810-820 ni, e che quando la sorgente emette a 795-805 nm da detti mezzi ottici fuoriesce un fascio laser incoerente (F'), mentre quando la sorgente laser emette a 810-820 nm detto fascio laser che esce da detti mezzi ottici è coerente.
  9. 9. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni 1 a 6, caratterizzata dal fatto che detta sorgente laser (31) comprende almeno due diodi laser accordati a due distinte lunghezze d'onda, e che detti mezzi di selezione posizionano alternativamente l'uno o l'altro di detti diodi laser in allineamento con detti mezzi ottici (33, 39).
  10. 10. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere un otturatore (45) lungo il percorso ottico di detto fascio laser (F, F', F") e preferibilmente tra detta sorgente laser (31) e detti mezzi ottici (33,
  11. 11. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di selezione comprendono almeno due filtri interferenziali disposti lungo il percorso ottico di detto fascio laser.
  12. 12. Apparecchiatura come da rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che detti mezzi ottici comprendono un vetrino smerigliato ruotante che può essere posizionato alternativamente in modo da interferire con il percorso di detto fascio laser o da essere defilato rispetto a detto percorso.
  13. 13. Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui in uscita da detti mezzi ottici (33, 39) è disposto un filtro neutro che riduce la potenza del fascio in uscita in fase di illuminazione.
  14. 14 . Apparecchiatura come da una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere, tra detta sorgente laser (31) e l'occhio (0), mezzi per ridurre la potenza del fascio convogliato verso l'occhio, i quali vengono alternativamente attivati per ridurre la potenza del fascio durante l'illuminazione del fondo oculare e disattivati per aumentare la potenza del fascio durante il trattamento.
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