ITBS20110181A1 - Dispositivo di erogazione di fluidi - Google Patents

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ITBS20110181A1
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Paoli Ambrosi Gianfranco De
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Paoli Ambrosi Gianfranco De
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Description

Titolo: Dispositivo di erogazione di fluidi.
DESCRIZIONE
Campo dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di erogazione di fluidi. In particolare si riferisce ad un dispositivo che regola il dosaggio dei fluidi da erogare.
Stato dell’arte
Sono noti dosatori di sostanze fluide comprendenti un contenitore, che contiene una quantità della sostanza da erogare in dosi, e che prevedono un azionamento manuale mediante mezzo a vite o di altro genere per espellere e distribuire ogni volta una determinata dose di sostanza dal contenitore.
Le sostanze fluide da dosare possono essere diverse in dipendenza dalle loro proprietà e dalle modalità d’uso. Per il loro stato di aggregazione possono infatti avere differente viscosità o densità, il che costituisce un problema per un loro dosaggio costante calibrato, avendo ciascuna sostanza un comportamento diverso e richiedendo mezzi di dosatura appropriati e specifici.
II documento US 3 782 598 rivela un dispositivo erogatore che comprende una porzione di contenitore cavo per materiale scorrevole ed avente un mezzo di uscita. Nella porzione di contenitore è montato uno stantuffo scorrevole ed un mezzo a molla che spinge normalmente lo stantuffo verso il mezzo di uscita. Allo stantuffo è associato un grilletto che si estende in uno spacco ricavato nel corpo contenitore. Lo spacco ha una parte che si estende longitudinalmente al corpo contenitore ed una parte che si estende da un lato del contenitore. Un elemento di comando azionato manualmente è previsto per controllare il movimento dello stantuffo.
La domanda di brevetto europeo n. EP 1 943 026, a nome dello stesso richiedente della presente domanda, descrive un dispositivo per erogare dosi predeterminate di sostanze fluide di diversa densità che comprende un serbatoio di carico destinato a contenere la sostanza fluida da erogare ed un mezzo elastico precaricato, quale una molla, associato ad un pistone per spingere il pistone verso la sostanza nel serbatoio di carico.
Tuttavia, nei dispositivi fin qui conosciuti non è possibile dosare con precisione in modo, uniforme, dove con il termine “uniforme” si intende la possibilità di erogare la stessa quantità di fluido in ciascuna erogazione, il quantitativo di fluido da erogare; ciò può costituire un problema, in quanto in alcuni casi può essere utile, se non determinante, avere un dosaggio ripetibile di tale fluido o liquido di trattamento.
Infatti, ad esempio nel settore della chirurgia plastica, dove è prassi comune riempire con liquidi/ fluidi certe particolari aree sottocutanee, è molto importante sapere esattamente quanto fluido iniettare ed avere dosi uniformi di fluido da erogare in maniera ripetuta in diverse zone di applicazione. Inoltre, ad esempio, nel caso di iniezione intramuscolo, la quantità di fluido da erogare è maggiore rispetto all’erogazione di fluido nel caso di iniezione sottocute. Infine, nel caso di erogazione di liquidi tipo collirio, è necessario poter dosare con precisione la quantità da erogare per non infiammare rocchio con quantità eccessive di fluido.
Inoltre nei dispositivi fin qui conosciuti non è possibile erogare in modo graduale il quantitativo di fluido; con il termine “graduale” ci si riferisce alla possibilità di variare a piacimento la portata istantanea di erogazione, e quindi la velocità con cui viene erogato il quantitativo di fluido, a parità di sezione del mezzo di uscita e di viscosità del fluido. Particolarmente nel caso in cui il fluido debba essere iniettato, è molto importante invece poterlo erogare in maniera graduale per rendere l’iniezione meno dolorosa, per una migliore distribuzione del fluido e/o per evitare altri problemi che potrebbero derivare dall’iniezione troppo rapida di fluido nella zona da trattare.
Di conseguenza, gli inventori hanno affrontato il problema di fornire un dispositivo per erogare fluidi che, da un lato, permetta all’utente di tale dispositivo di dosare in modo uniforme e graduale la quantità di fluido da erogare e, dall’altro lato, che tale dispositivo sia facilmente maneggevole per l’utente.
Sommario dell’invenzione
Pertanto, secondo un primo aspetto la presente invenzione concerne un dispositivo per erogare fluidi secondo la rivendicazione 1.
In particolare, il dispositivo secondo la presente invenzione comprende almeno un corpo principale, all’interno del quale è definito un volume di accoglimento di un fluido da erogare, e un corrispondente corpo di erogazione, accoppiato a detto corpo principale e in comunicazione di fluido con detto volume, e comprendente uno stantuffo alloggiato nel corpo principale e movibile rispetto a questo per variare detto volume e provocare l’erogazione del fluido, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno un elemento di comando, azionabile dall’utente, ed almeno un corrispondente elemento a cremagliera solidale a detto stantuffo e traslabile in una successione discreta di posizioni di arresto in risposta ad una spinta impartita da detto elemento di comando, per erogare corrispondenti dosi di fluido.
In questo modo, in base alla corsa dell’elemento a cremagliera, solidale allo stantuffo, vengono erogate corrispondenti dosi di fluido. L’utente è messo quindi in condizione di disporre di dosi uniformi per iniettare/ erogare la quantità di fluido desiderata, indipendentemente dalla sua viscosità o densità.
Preferibilmente, detto almeno un elemento a cremagliera e detto stantuffo sono traslabili lungo una stessa direzione longitudinale tra una prima posizione, in corrispondenza della quale detto volume è massimo, e una seconda posizione, in corrispondenza della quale detto volume è minimo.
Preferibilmente, detto elemento di comando comprende una leva azionabile dall’utente e almeno un nottolino vincolato a detta leva e provvisto di un’estremità di impegno dei denti di detto almeno un elemento a cremagliera.
Preferibilmente, detta leva è ruotabile rispetto al corpo principale e detto nottolino è ruotabile rispetto alla leva; ad una corsa della leva in una direzione di attivazione corrisponde una traslazione, in un primo verso di detta direzione longitudinale, deirelemento a cremagliera solidale con l’estremità di impegno di detto nottolino, mentre, ad una corsa della leva nella direzione di ritorno, opposta alla direzione di attivazione, corrisponde una traslazione del nottolino rispetto al relativo elemento a cremagliera nel verso opposto di detta direzione longitudinale.
Preferibilmente, la traslazione dell’elemento a cremagliera nel primo verso di detta direzione longitudinale provoca una diminuzione di detto volume proporzionale alla corsa compiuta dall’elemento a cremagliera, e la traslazione del nottolino rispetto al relativo elemento a cremagliera nel verso opposto di detta direzione longitudinale non provoca spostamenti dell’elemento a cremagliera e variazioni di detto volume.
Preferibilmente, in corrispondenza della traslazione dell’elemento a cremagliera nel primo verso di detta direzione longitudinale il relativo nottolino impegna un primo incavo definito tra due denti successivi del relativo elemento a cremagliera, e in corrispondenza della traslazione del nottolino rispetto al relativo elemento a cremagliera, nel verso opposto di detta direzione longitudinale, il nottolino si porta in impegno con un secondo e successivo incavo del relativo elemento a cremagliera, che resta stazionario.
In questo modo, ad ogni traslazione di una posizione dell’elemento a cremagliera solidale a detto stantuffo, in risposta alla spinta impartita da detto elemento di comando, corrisponde una dose predefinita di fluido erogato. A più traslazioni consecutive deH’elemento a cremagliera, e quindi dello stantuffo, corrisponde l’erogazione di più dosi di fluido.
Preferibilmente, il dispositivo della presente invenzione comprende due di detti almeno un elemento a cremagliera, uguali fra loro e posti parallelamente uno all’altro in modo simmetrico rispetto allo stantuffo, a cui sono entrambi solidali. Più preferibilmente, detto elemento di comando comprende un nottolino per ognuno di detti due elementi a cremagliera.
In una forma di realizzazione, detto volume è definito da una camera interna al corpo principale.
In una forma di realizzazione alternativa, detto volume è definito da una fialetta e comprende una parete traslabile in risposta ad una spinta esercitata da detto stantuffo. Più preferibilmente, detto volume è interno a una fialetta alloggiabile in modo rimovibile nel corpo principale e detta parete traslabile è costituita da una guarnizione gradualmente inseribile in detto volume.
Preferibilmente, lo stantuffo è di forma sostanzialmente cilindrica ed il diametro della superficie di base è di dimensioni tali da permettere allo stantuffo di inserirsi nel corpo della fialetta o di premere contro detta sua parete traslabile per poter spostare una quantità predeterminata del fluido contenuto nella fialetta verso il corpo erogatore del dispositivo per erogare fluidi della presente invenzione.
Preferibilmente, detta fialetta è intercambiabile; in questo modo, cambiando la sezione della fialetta si cambia, a seconda delle esigenze, la quantità di fluido erogata (dose) ad ogni traslazione di una posizione deH’elemento a cremagliera; ad esempio, aumentando la sezione della fialetta si aumenta la dose del fluido da erogare.
Preferibilmente, detta fialetta ha una capacità tale per cui ciascuna dose di fluido erogato può variare nell’intervallo da circa 0,01 mi a circa 0,1 mi, più preferibilmente da circa 0,02 mi a circa 0,08 mi, per ogni erogazione.
Preferibilmente, detta fialetta è ricaricabile, nel senso che, una volta esaurito il fluido contenuto all’interno della fialetta, questa può essere rifornita con ulteriore fluido per mezzo di un dispositivo di ricarica. In questo modo, si può utilizzare la stessa fialetta più volte.
II numero di erogazioni può variare a seconda delle dimensioni e della capacità della fialetta; preferibilmente, il numero di erogazioni può variare da 10 a 30 per ogni ricarica.
Preferibilmente, il dispositivo della presente invenzione comprende inoltre mezzi di indicazione all’utente della corsa compiuta da detto stantuffo e/o da detto almeno un elemento a cremagliera. In questo modo, l’utente ha a disposizione uno strumento pratico che consente di avere un riscontro visivo immediato dell’effettiva quantità di fluido residua per l’erogazione.
Preferibilmente, detto corpo di erogazione è posizionato in modo da essere in comunicazione di fluido con detto volume in corrispondenza dell’estremità di detto volume opposta a quella di detta parete traslabile che viene a contatto con detto stantuffo.
In una forma di realizzazione, detto corpo di erogazione comprende un dispositivo porta-aghi, per il supporto diretto di uno o più aghi; preferibilmente, detto dispositivo porta-aghi supporta tre aghi, disposti in modo da costituire i vertici di un triangolo, anche se sono previste forme di realizzazione in cui il dispositivo porta- aghi supporta anche gruppi di 5 - 10 aghi e in cui gli aghi sono disposti in modo lineare o in altre configurazioni.
In questo modo, è possibile eseguire contemporaneamente nella stessa zona di interesse un numero di erogazioni di fluido pari al numero di aghi presenti nel dispositivo porta-aghi, risparmiando tempo e permettendo ad una quantità maggiore di fluido di essere iniettato allo stesso tempo nella stessa zona.
Preferibilmente, detto dispositivo porta aghi è intercambiabile; in questo modo è facilmente applicabile al corpo principale del dispositivo della presente invenzione un dispositivo porta-aghi che supporta il numero di aghi opportuno per la particolare applicazione desiderata.
Preferibilmente, ognuno di detti aghi presenti nel dispositivo porta-aghi è in grado di erogare la stessa quantità di fluido per ogni erogazione.
Preferibilmente, detto corpo di erogazione comprende inoltre un elemento di protezione di detti uno o più aghi.
In questo modo si ha una maggiore sicurezza per l’utente, che non rischia quindi di venire a contatto con gli aghi quando il dispositivo per erogare fluidi della presente invenzione è in fase di riposo, ovvero quando non viene usato per l’erogazione di fluidi.
In un’altra forma di realizzazione, detto corpo di erogazione comprende, in luogo degli aghi, uno o più ugelli per l’erogazione di un fluido. In particolare gli ugelli possono essere dimensionati per erogare gocce di liquido, come ad esempio collirio.
Preferibilmente, il corpo di erogazione è associato al corpo principale in modo rimovibile. In tal modo, di volta in volta il corpo principale potrà essere utilizzato in combinazione con un erogatore dotato di uno o più aghi oppure con un erogatore dotato di uno o più ugelli di varie forme e/o dimensioni, secondo necessità.
In un ulteriore aspetto indipendente, la presente invenzione concerne un metodo per erogare una o più dosi calibrate di un fluido secondo la rivendicazione 9.
In particolare, un tale metodo comprende le fasi di:
a) mettere a disposizione un dispositivo di erogazione secondo la rivendicazione 1;
b) azionare l’elemento di comando per provocare una prima traslazione dell’almeno un elemento a cremagliera, solidale allo stantuffo, lungo una direzione longitudinale che porta lo stantuffo verso detto volume, detta prima traslazione essendo limitata ad una distanza proporzionale al passo definito tra i denti dell’elemento a cremagliera ed essendo proporzionale ad una prima dose di fluido erogata;
c) all’occorrenza ripetere la fase b) per erogare ulteriori dosi di fluido.
In questo modo, la traslazione deH’elemento a cremagliera, in seguito all’azione impartita dall’elemento di comando, provoca lo spostamento dello stantuffo verso detto volume e, di conseguenza, l’erogazione di una predeterminata quantità di fluido.
Preferibilmente, nell’intervallo di tempo compreso tra due traslazioni successive dell’elemento a cremagliera non viene erogata alcuna dose di fluido.
Azionando più volte il dispositivo di comando, si possono erogare più dosi di fluido consecutivamente fino a raggiungere la quantità necessaria.
Inoltre, variando la pressione esercitata dall’utente sul dispositivo di comando, si può variare a piacimento la velocità con cui avviene la traslazione dell’almeno un elemento a cremagliera e dello stantuffo ad esso solidale, e conseguentemente la velocità di erogazione del fluido dal dispositivo.
Descrizione dettagliata dell’invenzione
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno meglio evidenziati dall’esame della seguente descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita, ma non esclusiva, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, col supporto dei disegni allegati, in cui:
- la Figura 1 è una vista in prospettiva di un dispositivo erogatore di fluidi secondo la presente invenzione;
- la Figura 2 è una vista in prospettiva deH’interno del dispositivo di Figura 1;
- le Figure 3A, 3B e 3C mostrano meccanismo di comando ed elemento a cremagliera in tre diverse posizioni.
La descrizione dettagliata seguente si riferisce ad una particolare forma di realizzazione del dispositivo per erogare fluidi secondo la presente invenzione.
Facendo riferimento alle Figure 1-3 è visibile un dispositivo 1 di erogazione di fluidi che comprende un corpo principale 2 ed un corrispondente corpo di erogazione 3 accoppiato ad esso preferibilmente in modo rimovibile. Come meglio mostrato in Figura 2, aH’interno del corpo principale 2 è previsto un alloggiamento 8 nel quale, lungo la direzionale longitudinale del corpo principale 2, sono posizionati: uno stantuffo 5, un volume -nel presente esempio in forma di una fialetta 12 - contenente il fluido da erogare e in comunicazione di fluido con il corpo di erogazione 3, e almeno un elemento a cremagliera 15, solidale allo stantuffo e provvisto di una serie di denti 16; nel presente esempio sono previsti due elementi a cremagliera 15a, 15b, disposti in modo simmetrico rispetto allo stantuffo 5.
Nella Figura 2 è inoltre visibile un elemento di comando azionabile dall’utente e comprendente una leva 11 fornita di un supporto di base 13 fissato aH’alloggiamento 8 all’interno del corpo principale 2. Il supporto di base 13 comprende due elementi di sostegno 18. Ad ogni elemento di sostegno 18 è associato un nottolino 17, rotabilmente vincolato - in corrispondenza di una sua estremità - alla leva 11 tramite il corrispondente elemento di sostegno 18 e provvisto di un’estremità di impegno - opposta all’estremità vincolata - con i denti 16 del corrispondente elemento a cremagliera 15 (in Figura 2 sono indicati l’elemento di sostegno 18 ed il relativo nottolino 17 solo dell’elemento a cremagliera 15b, ma è chiaramente intuibile la presenza di un analogo elemento di sostegno e relativo nottolino dell’elemento a cremagliera 15a).
La leva 11 è ruotabile rispetto al corpo principale 2 ed il nottolino 17 è ruotabile rispetto alla leva 11. In seguito ad azionamento della leva 11 da parte dell’utente, gli elementi a cremagliera 15a, 15b e lo stantuffo 5 traslano lungo una direzione longitudinale tra una prima posizione in corrispondenza della quale il volume della fialetta 12 è massimo, e una seconda posizione in corrispondenza della quale tale volume è minimo.
In particolare, come meglio mostrato nelle Figure 3A, 3B e 3C, ad una corsa della leva 11 in una direzione di attivazione corrisponde una traslazione, in un primo verso della direzione longitudinale, dell’elemento a cremagliera 15 sospinto dall’estremità di impegno del nottolino 17 (o dalle due estremità di impegno dei due nottolini). In pratica un primo abbassamento della leva in avvicinamento al corpo principale 2 determina il bloccaggio deirestremità di impegno dei nottolini sulla cremagliera; un ulteriore abbassamento provoca una rotazione deirestremità vincolata alla leva e una traslazione deirestremità di impegno: quest’ultima imprime una forza alla sottostante cremagliera provocandone l’avanzamento nel primo verso della direzione longitudinale.
Viceversa, ad una corsa della leva 11 nella direzione di ritorno, opposta alla direzione di attivazione, corrisponde una traslazione del nottolino 17 rispetto al relativo elemento a cremagliera 15 nel verso opposto di tale direzione longitudinale. In pratica, il sollevamento della leva in allontanamento dal corpo principale 2 determina un arretramento del nottolino: più in dettaglio l’estremità vincolata alla leva esegue una rotazione contraria a quella effettuata in fase di attivazione, mentre l’estremità di impegno, potendo scorrere liberamente sulla sottostante cremagliera, trasla in senso opposto alla direzione di attivazione, senza imprimere alcuna forza sulla cremagliera, che rimane fissa nella posizione in cui si è portata a seguito della precedente attivazione.
La traslazione dell’elemento a cremagliera 15, e quindi dello stantuffo 5, nel primo verso di tale detta direzione longitudinale provoca una diminuzione del volume della fialetta 12 proporzionale alla corsa compiuta dall’elemento a cremagliera 15; viceversa, la traslazione del nottolino 17 rispetto al relativo elemento a cremagliera 15 nel verso opposto non provoca spostamenti deirelemento a cremagliera 15 e variazioni del volume della fialetta 12.
Con riferimento alle figure, si osservi come durante la traslazione deirelemento a cremagliera 15 nel primo verso, il relativo nottolino 17 impegni un primo incavo definito tra due denti 16 successivi del relativo elemento a cremagliera 15 mentre, in corrispondenza della traslazione del nottolino 17 nel verso opposto, il nottolino 17 si porti in impegno con un secondo e successivo incavo definito tra altri due denti 16 dello stesso elemento a cremagliera 15, che resta stazionario. I denti della cremagliera hanno vantaggiosamente una conformazione a “dente di sega”: in pratica ciascun dente ha una parete verticale, contro la quale restremità di impegno del nottolino si attesta e spinge in fase di attivazione, e una parete inclinata che agevola lo scorrimento all’indietro del nottolino quando la leva viene rilasciata a seguito dell’attivazione; lo scorrimento libero del nottolino continua fino a raggiungere l’incavo successivo, nel quale l’estremità di impegno del nottolino si attesta contro la parete verticale del dente successivo. In tale situazione, il nottolino è pronto per impartire la successiva traslazione della cremagliera a seguito di una nuova attivazione della leva.
Ad ogni spostamento del nottolino 17 da un dente 16 al dente adiacente dell’elemento a cremagliera 15 corrisponde una certa dose predefinita di fluido da erogare che passa dalla fialetta 12 all’esterno del dispositivo, attraverso il corpo di erogazione 3. La fialetta 12 comprende una parete traslabile 10 in risposta ad una spinta esercitata dallo stantuffo 5, la parete essendo costituita da una guarnizione gradualmente inseribile nella fialetta 12. Lo stantuffo 5 e la fialetta 12 sono entrambi di forma sostanzialmente cilindrica ed il diametro della superficie di base dello stantuffo 5 è tale da permettere allo stantuffo 5 stesso di poter spingere la parete traslabile 10 della fialetta 12 per fornire la giusta dose di fluido da erogare al dispositivo di erogazione 3. Il corpo di erogazione 3 è accoppiato alla fialetta 12 in corrispondenza dell’estremità 9 della fialetta 12 opposta a quella in cui si trova la parete traslabile 10.
A seconda della pressione esercitata dall’utente sulla leva 1 1 nella direzione di attivazione, varia la velocità con cui avviene la traslazione dell’almeno un elemento a cremagliera 15 e dello stantuffo 5 ad esso solidale, e, conseguentemente, la velocità di erogazione del fluido dal dispositivo.
Come meglio visibile nella forma di realizzazione di Figura 1, il corpo di erogazione 3 comprende inoltre un dispositivo portaaghi 6 che supporta in modo diretto tre aghi 4 per l’erogazione di fluidi, in egual misura per ogni ago 4. Sia la fialetta 12 che il dispositivo porta-aghi 6 sono rimovibili per poter essere sostituiti, rispettivamente, con altre fialette 12 ed altri dispositivi porta-aghi 6 di dimensioni e portate opportune a seconda delle esigenze.
Il corpo di erogazione 3 comprende inoltre un elemento di protezione 7 per gli aghi 4 che impedisce all’utente di venire a contatto con gli aghi quando il dispositivo della presente invenzione non è in uso.
L’elemento di protezione 7 è movibile da una prima ad una seconda posizione per far fuoriuscire gli aghi 4 dall’elemento di protezione 7 per l’erogazione di fluidi, ad esempio nella cute umana od animale. In particolare, in uso il dispositivo 1 viene posto in contatto con la zona da trattare; a seguito di una pressione effettuata sul dispositivo in direzione della cute, l’elemento di protezione 7, che si trova nella prima posizione, si sposta verso la seconda posizione, spinto dalla cute stessa, scoprendo così una predeterminata porzione di ciascun ago 4 che penetra nella cute iniettando il fluido di trattamento.
Preferibilmente, l’elemento di protezione 7 degli aghi è associato a un mezzo elastico di ritorno, quale una molla centrale, - non rappresentata - che lo riporta, dopo l’utilizzo, nella prima posizione, impedendo ad ogni ago 4 di sporgere dall’elemento di protezione 7 ed evitando così che l’utente possa venire a contatto con gli aghi quando il dispositivo 1 è in fase di riposo, ovvero quando non viene usato per l’erogazione di fluidi.
La corsa dell’elemento di protezione 7 può essere impostata per mezzo di una ghiera 19 associata al dispositivo 1 e funzionalmente interposta tra il corpo principale 2 e l’elemento di protezione 7. Durante l’uso la ghiera funge da finecorsa, in quanto impedisce aH’elemento di protezione 7 di proseguire il suo spostamento oltre la seconda posizione; in tal modo è possibile regolare la profondità di penetrazione degli aghi 4 nella cute. La posizione della ghiera 19 rispetto al corpo principale 2 è registrabile dall’utente; infatti, la ghiera 19 è awitabile rispetto al corpo principale 2 ad esempio per mezzo di guide a spirale (non mostrate): ruotando la ghiera 19 in un senso, questa si avvicina airelemento di protezione 7; viceversa, ruotando la ghiera 19 in senso opposto, questa si allontana dall’elemento di protezione 7.
Sempre con riferimento alla Figura 1, il dispositivo 1 per erogare fluidi della presente invenzione è fornito inoltre di un indicatore 14 che mostra all’utente la corsa compiuta dallo stantuffo 5 e/o dall’elemento a cremagliera 15. L’utente ha quindi un’informazione visiva sulla quantità di fluido disponibile per essere erogata dal corpo di erogazione 3. Preferibilmente l’indicatore comprende un elemento astiforme solidale alla cremagliera e una scala numerata riportata sul corpo principale 2.
L’elemento astiforme è posizionato rispetto alla scala numerata in modo tale che, a seguito di ogni attivazione della leva, esso proceda lungo la scala numerata e indichi di volta in volta un diverso numero della scala stessa, corrispondente alle dosi erogate o ancora da erogare, oppure alla quantità di fluido residua presente nel volume.
Naturalmente, al dispositivo precedentemente descritto può essere applicato un corpo di erogazione 3 diverso da quello sopra descritto. Inoltre alle persone esperte nel ramo saranno evidenti molte modifiche e varianti delle forme di realizzazione preferite descritte, rimanendo ancora all'interno dell'ambito dell'invenzione. Pertanto, la presente invenzione non è limitata alla forma preferita di realizzazione descritta, illustrata solo a scopo esemplificativo e non limitativo, ma è definita dalle rivendicazioni che seguono.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) di erogazione di fluidi, comprendente almeno un corpo principale (2), all’interno del quale è definito un volume (12) di accoglimento di un fluido da erogare, detto corpo principale essendo destinato ad essere accoppiato ad un corpo di erogazione (3) in modo tale che quest’ultimo sia in comunicazione di fluido con detto volume (12), e comprendente uno stantuffo (5) alloggiato (8) nel corpo principale (2) e movibile rispetto a questo per variare detto volume (12) e provocare l’erogazione del fluido, caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre almeno un elemento di comando, azionabile dafl’utente, ed almeno un corrispondente elemento a cremagliera (15) solidale a detto stantuffo (5) e traslabile in una successione discreta di posizioni di arresto in risposta ad una spinta impartita da detto elemento di comando, per erogare corrispondenti dosi di fluido.
  2. 2. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione precedente, in cui detto elemento a cremagliera (15) e detto stantuffo (5) sono traslabili lungo una direzione longitudinale tra una prima posizione, in corrispondenza della quale detto volume (12) è massimo, e una seconda posizione in corrispondenza della quale detto volume è minimo (12).
  3. 3. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto elemento di comando comprende una leva (11) azionabile dafl’utente e almeno un nottolino (17) vincolato a detta leva (11) e provvisto di un’estremità di impegno dei denti (16) di detto elemento a cremagliera (15).
  4. 4. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 3, in cui detta leva (11) è ruotabile rispetto al corpo principale (2), detto nottolino (17) è ruotabile rispetto alla leva (11), e in cui ad una corsa della leva (11) in una direzione di attivazione corrisponde una traslazione, in un primo verso di detta direzione longitudinale, deH’elemento a cremagliera (15) solidale con l’estremità di impegno di detto nottolino (17), e ad una corsa della leva (11) nella direzione di ritorno, opposta alla direzione di attivazione, corrisponde una traslazione del nottolino (17) rispetto al relativo elemento a cremagliera (15) nel verso opposto di detta direzione longitudinale.
  5. 5. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 3 o 4, in cui la traslazione deH’elemento a cremagliera (15) nel primo verso di detta direzione longitudinale provoca una diminuzione di detto volume (12) proporzionale alla corsa compiuta dall’elemento a cremagliera (15), e in cui la traslazione del nottolino (17) rispetto al relativo elemento a cremagliera (15) nel verso opposto di detta direzione longitudinale non provoca spostamenti dell’elemento a cremagliera (15) e variazioni di detto volume (12).
  6. 6. Dispositivo (1) secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 4-5, in cui in corrispondenza della traslazione dell’elemento a cremagliera (15) nel primo verso di detta direzione longitudinale il relativo nottolino (17) impegna un primo incavo definito tra due denti (16) successivi del relativo elemento a cremagliera (15), e in corrispondenza della traslazione del nottolino (17) rispetto al relativo elemento a cremagliera (15), nel verso opposto di detta direzione longitudinale, il nottolino (17) si porta in impegno con un secondo e successivo incavo del relativo elemento a cremagliera (15), che resta stazionario.
  7. 7. Dispositivo (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detto volume (12) è definito da una camera interna al corpo principale oppure è definito da una fialetta e comprende una parete traslabile (10) in risposta ad una spinta esercitata da detto stantuffo (5) .
  8. 8. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 7, in cui detto volume (12) è interno a una fialetta alloggiabile in modo rimovibile nel corpo principale (2) e detta parete traslabile (10) è costituita da una guarnizione gradualmente inseribile in detto volume (12).
  9. 9. Dispositivo (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente inoltre mezzi (14) di indicazione all’utente della corsa compiuta da detto stantuffo (5) e/o da detto elemento a cremagliera (15).
  10. 10. Dispositivo (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti comprendente detto corpo di erogazione (3), il quale è dotato di un dispositivo porta-aghi (6), per il supporto diretto di uno o più aghi (4), oppure di un dispositivo privo di aghi e comprendente uno o più ugelli per l’erogazione di un fluido.
  11. 11. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 10, in cui detto corpo di erogazione (3) comprende inoltre un elemento (7) di protezione di detti uno o più aghi (4).
  12. 12. Metodo per erogare una o più dosi calibrate di un fluido, comprendente le fasi di: a) mettere a disposizione un dispositivo (1) di erogazione secondo la rivendicazione 1 ; b) azionare l’elemento di comando per provocare una prima traslazione deH’elemento a cremagliera (15), solidale allo stantuffo (5), lungo una direzione longitudinale che porta lo stantuffo (5) verso detto volume (12), detta prima traslazione essendo limitata ad una distanza proporzionale al passo definito tra i denti (16) deH’elemento a cremagliera (15) ed essendo proporzionale ad una prima dose di fluido erogata; c) aH’occorrenza ripetere la fase b) per erogare ulteriori dosi di fluido.
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