ITBO20130621A1 - Dispositivo a doppia tenuta meccanica - Google Patents

Dispositivo a doppia tenuta meccanica

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ITBO20130621A1
ITBO20130621A1 IT000621A ITBO20130621A ITBO20130621A1 IT BO20130621 A1 ITBO20130621 A1 IT BO20130621A1 IT 000621 A IT000621 A IT 000621A IT BO20130621 A ITBO20130621 A IT BO20130621A IT BO20130621 A1 ITBO20130621 A1 IT BO20130621A1
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IT
Italy
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shell
rotating
connection end
ring
collar
Prior art date
Application number
IT000621A
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Inventor
Andrea Morari
Original Assignee
Seal Technology S R L
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F16ENGINEERING ELEMENTS AND UNITS; GENERAL MEASURES FOR PRODUCING AND MAINTAINING EFFECTIVE FUNCTIONING OF MACHINES OR INSTALLATIONS; THERMAL INSULATION IN GENERAL
    • F16JPISTONS; CYLINDERS; SEALINGS
    • F16J15/00Sealings
    • F16J15/16Sealings between relatively-moving surfaces
    • F16J15/34Sealings between relatively-moving surfaces with slip-ring pressed against a more or less radial face on one member
    • F16J15/3464Mounting of the seal
    • F16J15/348Pre-assembled seals, e.g. cartridge seals
    • F16J15/3484Tandem seals
    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F16ENGINEERING ELEMENTS AND UNITS; GENERAL MEASURES FOR PRODUCING AND MAINTAINING EFFECTIVE FUNCTIONING OF MACHINES OR INSTALLATIONS; THERMAL INSULATION IN GENERAL
    • F16JPISTONS; CYLINDERS; SEALINGS
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    • F16J15/34Sealings between relatively-moving surfaces with slip-ring pressed against a more or less radial face on one member
    • F16J15/36Sealings between relatively-moving surfaces with slip-ring pressed against a more or less radial face on one member connected by a diaphragm or bellow to the other member

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Description

Descrizione
DISPOSITIVO A DOPPIA TENUTA MECCANICA
Campo tecnico
La presente invenzione ha per oggetto un dispositivo a doppia tenuta meccanica, preferibilmente destinato all’impiego in pompe centrifughe e simili apparecchiature.
Arte nota
Sono noti dispositivi di tenuta, cosiddetti rotanti, atti a garantire la tenuta di un fluido tra un organo rotante e un organo fisso. Tali dispositivi sono ad esempio impiegati negli organi di pompaggio, in corrispondenza dell’albero motore o albero pompa, per impedire trafilamenti di fluido all’esterno del corpo pompa. Una zona particolarmente critica che occorre proteggere è quella che interessa la connessione tra l’organo motore e gli organi di pompaggio direttamente a contatto con il fluido.
Più in particolare, negli organi di pompaggio di superficie l’eventuale perdita di fluido riduce il rendimento idraulico, ma non compromette il funzionamento dell’organo motore. In tali casi, sono usualmente impiegati dispositivi di tenuta di tipo meccanico, in configurazione singola, che impegnano l’albero motore.
I dispositivi di tenuta meccanici di tipo rotante prevedono essenzialmente l’impiego di un anello o faccia di scivolo, rotante, disposto attorno all’albero motore, mediante l’interposizione di un organo a soffietto usualmente in gomma.
Tale anello rotante è spinto a riscontro con un secondo anello o faccia di scivolo, stazionario, montato in una sede ricavata nel corpo della pompa, in corrispondenza dell’apertura di passaggio dell’albero motore. L’anello rotante è mantenuto in contatto con l’anello stazionario mediante mezzi elastici di spinta, agenti su un guscio usualmente metallico, atto a fungere da alloggio per l’anello rotante medesimo.
La domanda di brevetto WO 2007/135402, ad esempio, illustra un dispositivo di tenuta rotante, di tipo meccanico, comprendente una faccia di scivolo rotante predisposta all’interno di un guscio di contenimento, posta a contatto con una faccia di scivolo stazionaria, predisposta all’interno di una sede anulare fissa. La faccia di scivolo rotante è spinta assialmente a riscontro della faccia di scivolo stazionaria, mediante mezzi elastici agenti tra il guscio di contenimento e un collare di trascinamento, atto a garantire la trasmissione di un momento torcente alle parti rotanti. Più precisamente, un soffietto elastomerico è interposto tra l’albero rotante e il collare di trascinamento, estendendosi altresì tra la faccia di scivolo rotante ed il guscio di contenimento, per trasmettere la rotazione dell’albero in condizioni di tenuta. Inoltre il collare di trascinamento e il guscio di contenimento sono vincolati in senso rotazionale, mediante un accoppiamento maschio-femmina, che ne limita altresì lo scorrimento assiale.
Tali dispositivi di tenuta rotanti possono essere previsti in configurazione singola, ma anche in associazione con dispositivi di tenuta di tipo idraulico, ad esempio del tipo a labbro, per raddoppiare la barriera contro possibili trafilamenti di fluido tra la parte idraulica e l’organo motore.
L’esigenza di una maggiore barriera è sentita in particolare nelle installazioni in cui l’insorgenza di perdite idrauliche potrebbe compromettere rapidamente il funzionamento della macchina operatrice. E’ questo il caso, ad esempio, degli organi di pompaggio sommergibili, in cui trafilamenti anche minimi di fluido all’interno dell’organo motore ne possono danneggiare la funzionalità. Più precisamente, in tali casi un dispositivo di tenuta rotante, di tipo meccanico, viene preferibilmente montato sull’albero motore, dal lato rivolto verso la parte idraulica, mentre un dispositivo di tenuta a labbro viene montato dal lato rivolto verso l’organo motore.
Tuttavia la previsione di una doppia barriera, meccanica e idraulica, non preserva in modo efficace dai trafilamenti di fluido, in quanto i dispositivi di tenuta a labbro, anche in condizioni di massima lubrificazione, presentano prestazioni e durata inferiori ai dispositivi di tenuta di tipo meccanico.
Sono dunque preferite, dal punto di vista dei rendimenti e dell’affidabilità, soluzioni a doppia barriera meccanica, in cui sono associati sull’albero motore due dispositivi di tenuta rotante di tipo meccanico.
Tuttavia tali soluzioni risultano assai onerose, sia per gli ingombri richiesti, che per la complessità strutturale e di installazione dei numerosi componenti meccanici coinvolti.
Più precisamente, tali barriere doppie richiedono alloggiamenti di notevole estensione assiale, per assicurare il necessario distanziamento assiale di compensazione per le inevitabili tolleranze di montaggio dei vari componenti e per gli inevitabili spostamenti assiali dell’albero motore durante il normale funzionamento. Ciò richiede pertanto, a parità di dimensioni dell’organo di pompaggio, alloggiamenti a ingombri maggiorati che appesantiscono gli oneri produttivi.
Inoltre, a causa del numero elevato di componenti coinvolti, le barriere doppie di tipo noto richiedono lunghe e difficoltose operazioni di assemblaggio.
La stessa domanda internazionale citata in precedenza, WO 2007/135402, illustra l’eventualità di utilizzare il dispositivo di tenuta descritto in una configurazione a doppio anello rotante, quindi atta a realizzare una doppia barriera meccanica.
Tuttavia anche tale soluzione non soddisfa pienamente le esigenze del settore specifico. La domanda illustra infatti una forma di realizzazione in cui l’organo a soffietto si estende in senso assiale fino a contenere a entrambe le estremità un rispettivo anello di tenuta. Un guscio di contenimento alloggia un anello, mentre è lo stesso collare di trascinamento che, in una rispettiva porzione cava, è atto a contenere il secondo anello di tenuta. Come illustrato in precedenza, il guscio di contenimento è vincolato al collare di trascinamento mediante mezzi di accoppiamento maschio-femmina.
Tale soluzione nota non garantisce una tenuta efficace in ogni condizione. In particolare, il dispositivo proposto può rivelarsi affidabile in maniera insufficiente in presenza di elevate coppie torcenti da trasmettere. In tali casi, infatti, il particolare vincolo meccanico tra il collare di trascinamento e il guscio di contenimento può indebolirsi fino allo sganciamento dei componenti.
Inoltre, la soluzione in questione può presentare una eccessiva rigidezza, tale da comprometterne la funzionalità in caso di spostamenti assiali, torsionali o di beccheggio dell’albero motore. Infatti, l’organo a soffietto elastomerico illustrato nella domanda, che è deputato alla compensazione elastica dei citati spostamenti, è conformato in modo tale da risultare sostanzialmente bloccato a qualsiasi deformazione elastica, almeno in corrispondenza della porzione contenuta nel collare di trascinamento.
Anche per tale soluzione si possono presentare infine problemi di fabbricazione, per realizzare gli accoppiamenti meccanici richiesti, oltre che di assemblaggio, anch’essi in buona parte derivabili dalla difficoltà di stabilire i suddetti accoppiamenti. L’eventuale presenza di errori nella fabbricazione o nell’assemblaggio dei componenti coinvolti può determinare un contatto non ottimale tra gli anelli stazionari e gli anelli rotanti, per ciascun lato del dispositivo a doppia tenuta.
Pertanto le soluzioni attualmente note non soddisfano pienamente le esigenze degli utilizzatori sia in termini di efficienza che di funzionalità.
Presentazione dell’invenzione
Il compito della presente invenzione è quello di risolvere i problemi citati, escogitando un dispositivo a doppia tenuta meccanica che consenta di assicurare una tenuta efficace in ogni condizione di funzionamento, destinato preferibilmente all’impiego in pompe centrifughe e simili apparecchiature.
Nell'ambito di tale compito, è ulteriore scopo della presente invenzione quello di fornire un dispositivo a doppia tenuta meccanica compatto, in particolare dotato di una estensione assiale minima, atta anche, senza modifiche, all’impiego in pompe centrifughe di ridotte dimensioni.
Un altro scopo dell’invenzione è quello di fornire un dispositivo a doppia tenuta meccanica che si presti a un agevole montaggio.
Un altro scopo ancora dell’invenzione è quello di fornire un dispositivo a doppia tenuta meccanica di semplice concezione costruttiva e funzionale, dotato di funzionamento sicuramente affidabile, di impiego versatile, nonché di costo relativamente economico.
Gli scopi citati sono raggiunti, secondo la presente invenzione, dal dispositivo a doppia tenuta meccanica secondo la rivendicazione 1.
Secondo la presente invenzione, il dispositivo a doppia tenuta meccanica comprende un gruppo stazionario e un gruppo rotante.
Il gruppo stazionario comprende un primo anello stazionario e un secondo anello stazionario di tenuta, il primo anello stazionario e il secondo anello stazionario essendo atti ad essere montati attorno a un albero rotante in corrispondenza di rispettive sedi stazionarie.
Il gruppo rotante comprende a sua volta un primo anello rotante di tenuta, atto a essere montato attorno al suddetto albero rotante, e a essere trascinato in un moto rotatorio solidalmente all’albero rotante stesso. Il gruppo rotante comprende altresì un primo guscio atto a contenere il primo anello rotante di tenuta e a essere montato attorno all’albero rotante per essere trascinato nel suddetto moto rotatorio solidalmente al medesimo albero rotante.
Il gruppo rotante comprende ulteriormente un secondo anello rotante di tenuta, un secondo guscio atto a contenere il suddetto secondo anello rotante di tenuta, mezzi elastici di spinta, interposti tra il primo guscio e il secondo guscio per comprimere il primo anello di tenuta e il secondo anello di tenuta a riscontro rispettivamente del primo anello stazionario di tenuta o del secondo anello stazionario di tenuta.
Il gruppo rotante del dispositivo a doppia tenuta comprende ulteriormente un organo tubolare a soffietto, atto a essere montato attorno all’albero rotante, e presentante una prima porzione terminale interposta tra il primo guscio e il primo anello rotante e una seconda porzione terminale interposta tra il secondo guscio e il secondo anello rotante, nonché un collare di trascinamento disposto attorno a una porzione centrale del suddetto organo tubolare a soffietto, atto a comprimere la suddetta porzione centrale contro l’albero rotante, per ricevere da essa il suddetto moto rotatorio.
Il suddetto collare è altresì atto a essere accoppiato al primo guscio e al secondo guscio, per trasmettere al primo anello rotante e al secondo anello rotante il moto rotatorio ricevuto.
Una prerogativa dell’invenzione consiste dunque nel fatto di svolgere efficacemente la funzione di due dispositivi di tenuta singoli, data la presenza di due coppie di anelli, rotanti e stazionari, ma in un ingombro minore e mediante un numero ridotto di componenti rispetto alle soluzioni note.
Il collare di trascinamento anzidetto comprende preferibilmente una prima estremità di connessione atta all’accoppiamento con il primo guscio e una seconda estremità di connessione, contrapposta assialmente alla prima estremità di connessione, atta all’accoppiamento con il secondo guscio, per trasmettere il suddetto moto rotatorio ricevuto dall’albero rotante, rispettivamente al primo guscio e al secondo guscio, e dunque al primo anello rotante e al secondo anello rotante, spinti, mediante i citati mezzi elastici, dal primo guscio e dal secondo guscio, rispettivamente contro il primo anello stazionario e il secondo anello stazionario.
Tale accoppiamento garantisce una trasmissione equilibrata e sicura del momento torcente a ciascun anello rotante della doppia barriera così ottenuta. Inoltre per trasmettere il momento torcente dell’albero rotante in modo ottimale, la prima estremità di connessione e la seconda, contrapposta, estremità di connessione del collare di trascinamento sono connesse, rispettivamente, al primo guscio e al secondo guscio, preferibilmente mediante mezzi di accoppiamento prismatico.
Infatti l’accoppiamento prismatico anzidetto garantisce, in ogni condizione di funzionamento, in particolare anche a coppie elevate, la stabile connessione dei componenti deputati alla trasmissione del moto rotatorio, quindi la stabile connessione dei gusci di contenimento al collare di trascinamento. Di conseguenza l’organo tubolare a soffietto, atto a ricevere direttamente il moto dall’albero rotante, è preservato in modo sicuro da azioni torsionali che potrebbero interessarlo, qualora la suddetta connessione non fosse stabile, mettendone così a rischio l’integrità e il corretto funzionamento.
Tali mezzi di accoppiamento prismatico sono realizzati preferibilmente mediante una conformazione a sezione poligonale, preferibilmente ottagonale, della suddetta prima estremità di connessione e della seconda estremità di connessione.
In modo corrispondente, il primo guscio e il secondo guscio conformano una apertura di inserimento di foggia coniugata alle suddette sezioni poligonali delle porzioni di connessione del collare di trascinamento.
In altre parole, l’apertura di inserimento di ciascun guscio conforma un profilo poligonale, preferibilmente ottagonale regolare, atto a consentire l’inserimento e la connessione stabile del collare di trascinamento.
La suddetta foggia poligonale è preferibilmente raccordata ai vertici.
In tale modo è dunque consentito, da un lato, la trasmissione del momento torcente, senza alcuno slittamento tra gli organi di trasmissione, dall’altro, lo scorrimento assiale del primo guscio e del secondo guscio sulla superficie esterna del collare di trascinamento in corrispondenza delle suddette porzioni di connessione.
Tale scorrimento assiale, contrastato dai suddetti mezzi elastici, consente in ogni condizione una risposta istantanea ed elastica agli spostamenti assiali dell’albero rotante durante il funzionamento, tale da mantenere, a valle degli organi di trasmissione, in ogni caso un corretto riscontro tra ciascun anello o faccia di scivolo, rotante e stazionaria.
Un particolare aspetto dell’invenzione consiste nel fatto che la prima estremità di connessione e la seconda estremità di connessione del collare di trascinamento comprendono mezzi di aggancio atti a realizzare un corpo unico di trascinamento, dato dal primo guscio, dal secondo guscio e dal collare di trascinamento.
I citati mezzi di aggancio, inoltre, sono atti a bloccare lo scorrimento assiale dei citati componenti agganciati fino a una configurazione di massima estensione, da ciascun lato del collare, del primo guscio e del secondo guscio rispetto al collare di trascinamento stesso.
Tali mezzi di aggancio comprendono preferibilmente una pluralità di denti radiali, preferibilmente sfalsati, sporgenti perifericamente dal bordo di ciascuna estremità di connessione del collare di trascinamento.
In modo corrispondente, il primo guscio e il secondo guscio comprendono una pluralità di intagli, aventi foggia coniugata ai suddetti denti radiali, distribuiti in modo corrispondente in corrispondenza di ciascuna apertura di inserimento. Preferibilmente, gli intagli e i denti radiali sono distribuiti in modo regolare, rispettivamente sull’apertura di inserimento di ciascun guscio, e perifericamente alle citate porzioni di connessione del collare di trascinamento.
Più in particolare, gli intagli sono disposti preferibilmente in una posizione sostanzialmente mediana dei lati del profilo poligonale dell’apertura di inserimento.
Gli intagli sono vantaggiosamente disposti su lati alternati del suddetto profilo. I denti radiali sono disposti sporgenti radialmente, preferibilmente in una posizione sostanzialmente mediana in corrispondenza di rispettivi lati della suddetta sezione poligonale del collare di trascinamento. I denti radiali sono disposti su lati alternati attorno alla suddetta sezione poligonale.
Tali mezzi di aggancio consentono dunque l’inserimento assiale della rispettiva estremità di connessione del collare di trascinamento all’interno del primo guscio rotante da un lato, e del secondo guscio rotante.
Per agevolare le operazioni di aggancio i denti radiali dei suddetti mezzi di aggancio sono preferibilmente distribuiti in modo sfalsato sulle facce poligonali della prima estremità di connessione e della seconda estremità di connessione, rispettivamente.
Per consentire l’aggancio anzidetto, il collare di trascinamento comprende preferibilmente una porzione mediana a sezione circolare, atta a definire una corrispondente gola.
Più precisamente tale gola circolare presenta un diametro tale da consentire la rotazione relativa tra ciascun guscio e il collare stesso, quando la rispettiva apertura di inserimento impegna la suddetta sezione circolare.
Pertanto, grazie a tale previsione, oltre alla configurazione alternata di intagli e denti, anzidetta, i gusci rotanti possono essere agganciati al collare di trascinamento, semplicemente ruotando relativamente ciascuna coppia di componenti, guscio e collare di trascinamento, in corrispondenza della suddetta gola, in modo tale che ciascun dente radiale impegni un bordo dell’apertura di inserimento del guscio rotante, in corrispondenza di un lato integro, dunque sprovvisto dell’intaglio di inserimento.
Come già accennato, l’aggancio anzidetto e l’accoppiamento prismatico consentono al dispositivo a doppia tenuta di presentare un corpo centrale sostanzialmente unico, non scindibile manualmente, quindi più facilmente maneggevole, che agevola notevolmente le operazioni di montaggio.
In particolare, l’organo tubolare a soffietto comprende una porzione centrale, atta a essere impegnata e compressa dal collare di trascinamento contro l’albero rotante.
In corrispondenza della suddetta porzione centrale l’organo tubolare a soffietto presenta una superficie interna sostanzialmente cilindrica, atta all’inserimento a misura attorno all’albero rotante.
In corrispondenza della medesima suddetta porzione centrale l’organo tubolare a soffietto presenta preferibilmente una superficie esterna almeno parzialmente prismatica, corrispondente alla sezione poligonale del collare di trascinamento. L’organo tubolare a soffietto comprende preferibilmente una prima corona di contenimento, estesa radialmente, e un primo prolungamento anulare, che si estende assialmente a partire dalla suddetta prima corona, in modo da poter alloggiare al proprio interno il primo anello rotante.
In modo del tutto simile, oltre che simmetrico rispetto alla citata porzione centrale, l’organo a soffietto comprende una seconda corona e un secondo prolungamento anulare, per contenere il secondo anello rotante.
Una prerogativa dell’invenzione consiste nel fatto che le suddette prima corona e seconda corona sono entrambe libere di seguire gli spostamenti dell’albero rotante durante il funzionamento, con l’elasticità propria del materiale, preferibilmente elastomerico, di cui è costituito l’organo tubolare a soffietto.
In pratica ciascuna corona, che si estende in modo sostanzialmente perpendicolare dalla porzione centrale sostanzialmente cilindrica dell’organo a soffietto, conferisce all’organo a soffietto una cedevolezza ottimale, elastica, atta a compensare con una adeguata deformazione locale, quindi in modo efficace, qualsiasi spostamento dell’albero rotante durante il funzionamento.
Le suddette corone dell’organo a soffietto si comportano quindi come “ali” deformabili.
La cedevolezza di tali “ali”, accentuata, in particolare, dallo spessore ridotto in rapporto all’estensione radiale delle corone, rispetto alle porzioni adiacenti dell’organo a soffietto, consente una risposta efficace dell’organo a soffietto, alle esigenze di funzionamento, di estendersi e di contrarsi in senso longitudinale, per compensare giochi e, allo stesso tempo, distribuire le pressioni superficiali su entrambe le coppie di anelli in contatto strisciante.
Infatti, la distribuzione delle pressioni di contatto, resa possibile dalla cedevolezza delle “ali”, aumenta la sicurezza del dispositivo a doppia tenuta, mantenendo così le pressioni superficiali tra i componenti a contatto strisciante entro limiti accettabili.
I prolungamenti assiali, citati in precedenza, sono connessi alle suddette ali mediante una zona angolare intermedia, che rappresenta preferibilmente una porzione di rinforzo, a spessore maggiore rispetto allo spessore delle ali.
Tale preferibile conformazione a spessore maggiore consente alle porzioni interessate, angolare e di prolungamento assiale, di contenere in modo efficace, radialmente e assialmente, i rispettivi anelli rotanti, in modo da comprimerli a riscontro dei rispettivi anelli stazionari.
Inoltre occorre evidenziare che le ali anzidette risultano sostanzialmente libere di deformarsi elasticamente, in risposta agli spostamenti dell’albero rotante durante il funzionamento.
Ciò è reso possibile in particolare dal fatto che i gusci di contenimento anzidetti possono scorrere assialmente sul collare di trascinamento in virtù del citato vincolo prismatico.
La conformazione delle ali consente pertanto agli anelli di tenuta di mantenere in ogni condizione un assetto di scivolamento corretto, quindi di tenuta ottimale, adeguandosi a tale scorrimento senza generare pressioni di contatto eccessive o, al contrario, insufficienti tra le superfici di scivolo degli anelli di tenuta rotanti e stazionari.
Occorre osservare che il dispositivo a doppia tenuta è preferibilmente del tutto simmetrico rispetto a un piano trasversale mediano, fatta eccezione per il citato sfalsamento dei denti radiali. Tale sostanziale simmetria è estremamente vantaggiosa non solo dal punto di vista costruttivo, ma anche per la conduzione delle operazioni di assemblaggio, che risultano dunque più semplici da effettuare.
La previsione di un unico organo tubolare a soffietto, compresso contro l’albero rotante dal collare di trascinamento, consente inoltre di ridurre utilmente l’ingombro assiale del dispositivo a doppia tenuta, pur garantendo una notevole capacità di compensazione elastica del dispositivo stesso.
L’organo tubolare a soffietto può infine comprendere, sulla superficie esterna in corrispondenza della suddetta porzione centrale, una successione di avvallamenti o scanalature, preferibilmente distribuiti in modo regolare. Tali avvallamenti corrispondono sostanzialmente alla citata gola circolare del collare di trascinamento, pertanto consentono un corretto posizionamento assiale del collare stesso sull’organo tubolare a soffietto e una distribuzione uniforme delle azioni di compressione nella sezione dell’organo a soffietto, quando questo è sollecitato dal collare di trascinamento.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, l’organo tubolare a soffietto può comprendere un risalto anulare, sporgente dalla superficie interna, in corrispondenza di un piano trasversale mediano, atto a essere alloggiato all’interno di un rispettivo incavo circonferenziale, realizzato sull’albero rotante. L’impegno del risalto nell’incavo circonferenziale è atto ad assicurare un posizionamento preciso del dispositivo a doppia tenuta sull’albero rotante.
E’ importante osservare che il dispositivo a doppia tenuta secondo l’invenzione comprende un numero ridotto di componenti, che consente a sua volta di ridurre in modo corrispondente i costi di produzione oltre che i tempi di montaggio.
Un ulteriore aspetto significativo del dispositivo secondo l’invenzione è rappresentato dal fatto che i gusci di contenimento ed anche il collare di trascinamento, che sono preferibilmente metallici, possono essere vantaggiosamente ricavati integralmente per stampaggio, con una notevole ulteriore riduzione dei costi.
Breve descrizione dei disegni
I particolari dell’invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione dettagliata di una forma di realizzazione preferita del dispositivo a doppia tenuta meccanica secondo l’invenzione, illustrato a titolo indicativo negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 mostra una vista in sezione assiale del dispositivo a doppia tenuta meccanica in oggetto, in una configurazione di impiego in una pompa centrifuga parzialmente rappresentata;
la figura 2 mostra una vista di dettaglio in sezione assiale del dispositivo illustrato in figura 1;
la figura 3 illustra una vista in prospettiva, parzialmente sezionata, di un gruppo rotante del dispositivo a doppia tenuta in oggetto;
la figura 4 illustra una vista in prospettiva, parzialmente sezionata, del dispositivo in oggetto, attorno a un albero rotante;
le figure 5, 6 e 7, illustrano rispettivamente una vista in prospettiva, in pianta e in sezione assiale di un particolare del medesimo dispositivo;
le figure 8 e 9 illustrano rispettivamente una vista in prospettiva e in pianta di un ulteriore particolare del dispositivo secondo l’invenzione;
le figure 10 e 11 illustrano rispettivamente una vista in sezione del medesimo particolare illustrato nelle figure 8 e 9, secondo i piani di traccia X-X e XI-XI indicati in figura 9;
la figura 12 illustra una vista in prospettiva di un organo a soffietto impiegato nel dispositivo in oggetto;
la figura 13 illustra una vista in prospettiva di mezzi elastici atti a essere impiegati nello stesso dispositivo;
la figura 14 illustra una vista in prospettiva di un anello di tenuta atto a essere impiegato nel dispositivo secondo l’invenzione;
la figura 15 illustra una vista esplosa in prospettiva del dispositivo in oggetto; la figura 16 illustra una vista in pianta di due componenti impiegati nel dispositivo in oggetto, in una configurazione di inserimento;
le figure 17, 18 e 19 illustrano rispettivamente una vista laterale, una vista ingrandita in pianta e una vista prospettica, dei componenti illustrati in figura 16, in configurazione di aggancio;
le figure 20A, 20B, 20C e 20D illustrano rispettivamente una vista in prospettiva di alcuni particolari del dispositivo in oggetto, in successive fasi di assemblaggio; le figure 21A, 21B, 21C e 21D illustrano rispettivamente una vista in prospettiva dei particolari del dispositivo in oggetto illustrati nelle figure 20A, 20B, 20C e 20D, privati di mezzi elastici, in successive fasi di assemblaggio;
la figura 22 illustra una vista in sezione assiale di una ulteriore forma di realizzazione del dispositivo secondo l’invenzione.
Forme di realizzazione dell’invenzione
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato nell’insieme con 1 il dispositivo a doppia tenuta meccanica destinato all’impiego in una pompa centrifuga e simili apparecchiature. In particolare il dispositivo 1 è destinato a essere associato all’albero 2 motore o rotante della pompa. L’albero rotante 2, che si estende esternamente a un corpo 3 della pompa, atto a contenere l’organo motore, reca almeno un organo girante 4; l’albero rotante 2 è atto ad essere azionato in rotazione, in modo di per sé noto, da un opportuno gruppo motore alloggiato all’interno del corpo 3, solo parzialmente illustrato in figura 1. Il dispositivo di tenuta meccanica 1 è interposto assialmente sull’albero rotante 2, tra l’organo girante 4 e il corpo 3, in modo tale da impedire indesiderate perdite, quindi trafilamenti di un fluido pompato, all’interno della camera del corpo 3, che contiene il suddetto organo motore.
Il dispositivo a doppia tenuta meccanica 1 comprende un gruppo rotante 5 e un gruppo stazionario 6.
Il gruppo rotante 5 comprende un primo anello rotante di tenuta 7a, un secondo anello rotante di tenuta 7b, un organo tubolare a soffietto 8 atto ad essere inserito a misura attorno all’albero 2 e a recare il primo anello rotante di tenuta 7a e il secondo anello rotante di tenuta 7b, un collare di trascinamento 9 atto a comprimere l’organo a soffietto 8 contro l’albero 2, un primo guscio di contenimento 10a, un secondo guscio di contenimento 10b, rispettivamente connessi al collare di trascinamento 9, e mezzi elastici di spinta 11 agenti sui suddetti gusci 10a, 10b, per spingere i citati anelli rotanti di tenuta contro rispettivi componenti del gruppo stazionario 6 (si vedano le figure 2 e 3), come descritto in seguito.
In particolare, il primo anello rotante di tenuta 7a presenta una prima superficie rotante di tenuta 12a o di scivolo, sostanzialmente piana, rivolta verso il citato gruppo stazionario 6 del dispositivo 1. Il primo anello rotante 7a è inoltre destinato a essere trascinato in moto rotatorio, come meglio descritto in seguito. Il primo anello rotante 7a ha ad esempio una sezione sostanzialmente quadrangolare, preferibilmente rettangolare.
Il secondo anello rotante 7b è di costruzione del tutto simile a quella del primo anello rotante 7a, preferibilmente identica.
L’organo tubolare a soffietto 8 è preferibilmente di materiale elastomerico, così da poter compensare in modo elastico gli spostamenti assiali, torsionali e di beccheggio, che si verificano sull’albero rotante 2 durante il funzionamento.
L’organo tubolare a soffietto 8 comprende una porzione centrale o mediana 13 che presenta una superficie interna sostanzialmente cilindrica, atta ad essere inserita a misura sull’albero 2. Dalla porzione mediana 13 si estendono, in modo sostanzialmente simmetrico, una prima porzione terminale e una seconda porzione terminale, atte a ricevere un rispettivo anello rotante di tenuta 7a, 7b. In corrispondenza della suddetta prima porzione terminale, l’organo tubolare a soffietto 8 comprende infatti una prima corona 14a a sviluppo radiale e un primo prolungamento anulare 15a, a sviluppo assiale, che concorrono a formare una sede di alloggiamento, idonea a ricevere il primo anello rotante 7a.
In corrispondenza della seconda porzione terminale, l’organo a soffietto 8 conforma una seconda corona 14b a sviluppo radiale e un secondo prolungamento anulare 15b, conformanti ugualmente una sede di alloggiamento idonea a ricevere il secondo anello rotante 7b.
Più precisamente, il primo prolungamento anulare 15a e il secondo prolungamento anulare 15b, si estendono in modo sostanzialmente assiale a partire dal bordo esterno della rispettiva corona 14a, 14b, da parti opposte rispetto alla porzione centrale 13 (si veda la figura 4).
In sostanza le suddette corone 14a, 14b rappresentano, in sezione assiale, rispettive “ali” deformabili, atte a consentire la libera deformazione dell’organo a soffietto 8 in risposta agli spostamenti dell’albero rotante 2, come meglio descritto nel seguito.
Si osserva che la conformazione dell’organo tubolare a soffietto 8 è vantaggiosamente simmetrica rispetto alla porzione centrale 13, in modo da rispondere in modo equilibrato a qualsiasi sollecitazione proveniente dall’albero rotante 2. La simmetria strutturale rappresenta un vantaggio anche per i costi di produzione e di assemblaggio, che risultano ridotti rispetto alle soluzioni note. In corrispondenza della zona d’angolo interposta tra ciascuna corona 14a, 14b e ciascun prolungamento 15a, 15b è possibile prevedere utilmente rispettive porzioni di rinforzo 16a, 16b, in corrispondenza delle quali lo spessore della rispettiva sezione risulta preferibilmente in aumento da quello delle citate “ali” deformabili a quello dei prolungamenti anulari 16a, 16b, in modo da conformare idonee sedi di alloggiamento per gli anelli rotanti 7a, 7b (si veda la figura 4).
L’organo tubolare a soffietto 8 può comprendere ulteriormente sulla superficie esterna della porzione centrale 13 una pluralità di avvallamenti o scanalature 17 (si veda la figura 12). Tali avvallamenti 17 sono preferibilmente distribuiti regolarmente attorno alla suddetta superficie, e corrispondono alla conformazione del collare di trascinamento 9, come meglio descritto in seguito. Tali avvallamenti 17 cooperano a realizzare una distribuzione uniforme delle pressioni di contatto tra albero rotante 2 e porzione centrale 13 dell’organo a soffietto 8.
Il collare di trascinamento 9 a sua volta conforma un manicotto preferibilmente metallico, atto ad essere inserito attorno all’organo tubolare a soffietto 8 in corrispondenza della porzione centrale 13 (si vedano le figure 8, 9, 10, 11).
Il collare di trascinamento 9, che è preferibilmente realizzato interamente per stampaggio, è accoppiato al primo guscio di contenimento 10a e al secondo guscio di contenimento 10b rispettivamente, per trasmettere il moto rotatorio dall’albero rotante 2 al primo anello rotante 7a e al secondo anello rotante 7b. Più precisamente, il collare di trascinamento 9 è accoppiato ai suddetti gusci 10a, 10b mediante un accoppiamento prismatico. Il collare 9 presenta dunque una prima estremità di connessione 18a e una seconda estremità di connessione 18b, da parti opposte rispetto a una zona centrale, a conformazione prismatica, dunque a sezione poligonale, preferibilmente ottagonale.
In corrispondenza della suddetta zona centrale il collare di trascinamento 9 comprende una gola circolare 19, atta a consentire la rotazione relativa tra il collare di trascinamento 9 e ciascun guscio 10a, 10b. Più precisamente tale gola circolare 19 conforma un restringimento di sezione di foggia sostanzialmente cilindrica, il cui raggio esterno non è superiore all’apotema del profilo poligonale esterno del collare 9 stesso. Tale relazione geometrica consente la rotazione di ciascun guscio 10a, 10b all’interno della gola circolare 19 stessa.
Il collare 9 comprende altresì mezzi di aggancio 20 per la connessione ai gusci 10a, 10b. I mezzi di aggancio 20 comprendono preferibilmente una pluralità di denti radiali, distribuiti sporgenti dal bordo di ciascuna estremità di connessione 18a, 18b.
I denti 20 che si estendono dal bordo della prima estremità di connessione 18a risultano sfalsati rispetto ai denti 20 che si estendono dal bordo della seconda estremità di connessione 18b.
Più in particolare, ciascun dente 20 è preferibilmente disposto in corrispondenza di una zona mediana di un rispettivo lato del profilo poligonale della rispettiva estremità di connessione 18a, 18b del collare di trascinamento 9.
Il primo guscio di contenimento 10a e il secondo guscio di contenimento 10b hanno sostanzialmente la stessa struttura, atta a ricevere una rispettiva porzione terminale dell’organo tubolare a soffietto 9, per alloggiare un rispettivo anello rotante 7a, 7b nella sede definita, come detto in precedenza, da una rispettiva corona 14a, 14b e da un rispettivo prolungamento anulare 15a, 15b.
Ciascun guscio di contenimento 10a,10b conforma dunque una porzione cilindrica centrale, un bordo radiale 21a, 21b da un lato e una porzione di inserimento dotata di una apertura 22 dall’altro lato della porzione cilindrica centrale.
L’apertura 22 ha foggia corrispondente al profilo esterno delle porzioni di connessione 18a, 18b del collare di trascinamento 9, quindi poligonale, preferibilmente ottagonale. In corrispondenza di lati alterni, tale apertura 22 comprende una pluralità di intagli 23, di forma atta a consentire il passaggio dei denti radiali 20 del collare di trascinamento 9, precedentemente descritti. Nel caso illustrato come esempio, dunque, gli intagli 23, come i denti 20 di ciascuna estremità di connessione 18a, 18b, sono quattro.
Gli intagli 23 hanno la funzione di consentire l’inserimento assiale di una estremità di connessione 18a,18b all’interno del rispettivo guscio di contenimento 10a, 10b. Quando l’apertura 22 è inserita in corrispondenza della gola circolare 19, allora il guscio 10a, 10b può ruotare relativamente al collare 9, per portare ciascun dente 20 in corrispondenza di un lato poligonale dell’apertura 22, privo di intagli 23 di inserimento, in modo tale da agganciare i rispettivi componenti, impedendo l’estrazione del collare 9 dal guscio stesso 10a, 10b.
I mezzi elastici 11 conformano preferibilmente una molla elicoidale, avvolta attorno al collare di trascinamento 9, le cui estremità sono atte a impegnare i citati bordi radiali 21a, 21b dei gusci di contenimento 10a, 10b, per spingere i rispettivi anelli rotanti 7a, 7b contro il gruppo stazionario 6.
Il gruppo stazionario 6 comprende a sua volta un primo anello stazionario 24a di tenuta, atto a riscontrare in corrispondenza di una superficie di scivolo stazionaria 25a il primo anello rotante 7a. Il gruppo stazionario 6 comprende, in modo del tutto simile, un secondo anello stazionario 24b di tenuta, atto a riscontrare in corrispondenza di una superficie di scivolo stazionaria 25b il secondo anello rotante 7b. Ciascun anello stazionario 24a, 24b è conformato in modo del tutto simile agli anelli rotanti 7a, 7b, preferibilmente di grafite o materiale ceramico, comunque a ridotto coefficiente di attrito.
Ciascun anello stazionario 24a, 24b del gruppo stazionario 6 è inserito all’interno di una rispettiva sede ricavata nel corpo 3 dell’organo di pompaggio, preferibilmente mediante l’interposizione di una prima cuffia elastomerica 26a e di una seconda cuffia elastomerica 26b, atte a garantire un alloggiamento a tenuta mediante interferenza. Le suddette componenti stazionarie possono avere sezione rettangolare o angolare e, nel caso, essere alloggiate a tenuta nel corpo 3 dell’organo di pompaggio mediante l’interposizione di appositi anelli di tenuta del tipo denominato “OR”, al posto delle cuffie elastomeriche anzidette. Il montaggio del dispositivo a doppia tenuta meccanica secondo l’invenzione risulta facilmente comprensibile dalla descrizione che precede.
Per eseguire il montaggio del dispositivo a doppia tenuta meccanica, si provvede ad agganciare il collare di trascinamento 9 sul primo guscio di contenimento 10a. Più in particolare il primo guscio 10a è avvicinato al collare 9, con il bordo radiale 21a rivolto verso il collare 9 stesso. In tale fase vengono predisposti allineati i denti 20 dell’estremità di connessione rivolta al primo guscio 10a, ad esempio la seconda estremità di connessione 18b del collare 9, agli intagli 23 dell’apertura 22. In virtù di tale avvicinamento la seconda estremità di connessione 18b del collare 9 viene progressivamente inserita nel primo guscio 10a, attraversi l’apertura 22, essendo i denti 20 allineati con gli intagli 23, come detto in precedenza (si veda la figura 20A).
Tale fase di inserimento assiale prosegue fino a quando la porzione di inserimento del primo guscio 10a incontra i denti 20 della prima estremità di connessione 18a del collare 9, che pertanto si agganciano contro rispettivi lati dell’apertura 22 poligonale privi di intagli 23. L’aggancio mediante semplice inserimento assiale avviene in virtù del fatto che i denti 20 della prima estremità di connessione 18a sono sfalsati rispetto a quelli della seconda estremità di connessione 18b. Tale operazione di inserimento assiale e aggancio può avvenire mediante l’ausilio di utensili spintori 30 (si vedano le figure 17 e 19). Si provvede poi a inserire il secondo guscio 10b attraverso la seconda estremità di connessione 18b del collare 9. Il secondo guscio 10b viene predisposto coassialmente discosto dai componenti premontati in precedenza, con la molla 11 già avvolta attorno al secondo guscio 10b stesso, a battuta contro il rispettivo bordo radiale 21b (si veda la figura 20B).
Per inserire il secondo guscio 10b attorno al collare 9, il secondo guscio 10b viene inoltre predisposto con gli intagli 23 della rispettiva apertura 22 allineati ai denti radiali 20 della seconda estremità di connessione 18b.
Il blocco premontato e il secondo guscio 10b vengono allora accostati assialmente (si veda la figura 20B).
Per realizzare compiutamente l’inserimento della seconda estremità di connessione 18b all’interno dell’apertura 22 e il relativo aggancio, si opera, mediante appositi utensili di spinta, la compressione della molla 11, a riscontro dei bordi radiali 21a e 21b.
L’accostamento relativo del secondo guscio 10b al collare 9 prosegue fintanto che l’apertura 22 del secondo guscio 10b raggiunge la gola circolare 19. In tale condizione è possibile operare la rotazione relativa tra il secondo guscio 10b e la seconda estremità di connessione 18b, al fine di agganciare i denti 20 della seconda estremità di connessione 18b del collare 9 sui lati dell’apertura 22 del secondo guscio 10b (si veda la figura 20C). Nel caso illustrato la rotazione relativa indicata è sostanzialmente pari a 45°.
Successivamente la molla 11 viene rilasciata, in modo tale che i gusci 10a, 10b, spinti dalla molla 11 stessa in corrispondenza dei bordi radiali 21a, 21b, siano estratti alla distanza massima dal collare 9 cui sono agganciati. In tale circostanza i componenti così agganciati si trovano in una configurazione di massima estensione assiale.
Per completare il montaggio, l’organo a soffietto 8 viene inserito all’interno dei componenti così premontati, in modo tale che gli avvallamenti 17 corrispondano alla superficie interna corrispondente alla gola circolare 19 del collare di trascinamento 9.
Gli anelli rotanti 7a, 7b sono poi alloggiati all’interno delle rispettive porzioni di estremità dell’organo a soffietto 8. Per compiere tale inserimento occorre liberare temporaneamente le porzioni terminali dell’organo a soffietto 8 dal contenimento dei gusci 10a, 10b, comprimendo la molla 11 almeno parzialmente mediante appositi mezzi di compressione. Una volta rese libere tali porzioni, il primo anello 7a, e il secondo anello rotante 7b vengono inseriti all’interno delle sedi definite dalle corone radiali 14a, 14b e dai prolungamenti anulari 15a, 15b.
La molla 11 viene rilasciata per spingere i gusci 10a, 10b a contenere le porzioni di estremità dell’organo a soffietto 8, contenenti a loro volta gli anelli rotanti 7a, 7b.
Separatamente, possono essere intanto predisposti gli anelli stazionari 24a, 24b all’interno delle rispettive cuffie 26a, 26b.
Per installare il gruppo rotante 5 e il gruppo stazionario 6 così premontati, si procede come segue.
Il primo anello stazionario 24a con la rispettiva prima cuffia 25a, può allora essere predisposto all’interno della rispettiva sede nel corpo 3 fisso della pompa. Una volta predisposta la prima parte del gruppo stazionario 6 sulla pompa, il gruppo rotante 5 completamente assemblato come descritto in precedenza, può essere allora inserito sull’albero 2, fino al riscontro a tenuta tra il primo anello rotante 7a e il primo anello stazionario 24a, mediante le rispettive superficie di scivolo 12a, 25a.
Infine è possibile inserire il secondo anello stazionario 24b premontato all’interno della seconda cuffia 26b, in modo da riscontrare a tenuta il secondo anello rotante 7b, con le rispettive superficie di scivolo 12b, 25b.
È inoltre da osservare che, secondo una ulteriore forma di realizzazione del dispositivo a doppia tenuta 100, illustrata in figura 22, l’organo a soffietto 8 può comprendere un risalto circolare 27, atto ad essere alloggiato in una cavità corrispondente sull’albero 2, in modo da garantire il corretto posizionamento assiale, per una tenuta ottimale ed affidabile.
Il dispositivo a doppia tenuta meccanica descritto a titolo esemplificativo è suscettibile di numerose modifiche e varianti a seconda delle diverse esigenze. Nella pratica attuazione dell’invenzione, i materiali impiegati, nonché la forma e le dimensioni, possono essere qualsiasi a seconda delle esigenze.
Laddove le caratteristiche tecniche menzionate in ogni rivendicazione siano seguite da segni di riferimento, tali segni di riferimento sono stati inclusi al solo scopo di aumentare la comprensione delle rivendicazioni e di conseguenza essi non hanno alcun valore limitativo sullo scopo di ogni elemento identificato a titolo d’esempio da tali segni di riferimento.

Claims (11)

  1. Rivendicazioni 1) Dispositivo a doppia tenuta meccanica atto a essere impiegato in una pompa comprendente un corpo (3) di alloggiamento di un organo motore e un albero rotante (2) che si estende esternamente attraverso un’apertura del detto corpo (3); detto dispositivo a doppia tenuta meccanica (1) comprendendo un gruppo stazionario (6) comprendente un primo anello stazionario (24a) presentante una prima superficie stazionaria di tenuta (25a) e un secondo anello stazionario di tenuta (24b) presentante una seconda superficie stazionaria di tenuta (25b), detto primo anello stazionario (24a) e detto secondo anello stazionario (24b) essendo atti ad essere montati attorno a detto albero rotante (2) in corrispondenza di rispettive sedi stazionarie di detto corpo (3); un gruppo rotante (5) comprendente un primo anello rotante di tenuta (7a) presentante una prima superficie rotante di tenuta (12a), atto a essere montato attorno a detto albero rotante (2) e a essere trascinato in rotazione solidalmente a detto albero rotante (2), un primo guscio (10a) atto a contenere detto primo anello rotante di tenuta (7a), un secondo anello rotante di tenuta (7b) presentante una seconda superficie di tenuta (12b), atto a essere montato attorno a detto albero rotante (2) per essere trascinato in rotazione solidalmente a detto albero rotante (2), un secondo guscio (10b) atto a contenere il detto secondo anello rotante di tenuta (7b), mezzi elastici di spinta (11), interposti tra detto primo guscio (10a) e detto secondo guscio (10b) per comprimere detta prima superficie rotante di tenuta (12a) e detta seconda superficie rotante di tenuta (12b) a riscontro rispettivamente di detta prima superficie stazionaria (25a) e di detta seconda superficie stazionaria (25b) di detto rispettivo primo anello stazionario di tenuta (24a) e di detto secondo anello stazionario di tenuta (24b), caratterizzato dal fatto che detto gruppo rotante (5) comprende ulteriormente un organo tubolare a soffietto (8), deformabile elasticamente, atto a essere montato attorno a detto albero rotante (2), e presentante una prima porzione terminale (14a, 15a) atta a essere interposta tra detto primo guscio (10a) e detto primo anello rotante (7a) e una seconda porzione terminale (14b, 15b) atta a essere interposta tra detto secondo guscio (10b) e detto secondo anello rotante (7b), nonché un collare di trascinamento (9) atto a essere disposto attorno a una porzione centrale (13) di detto organo a soffietto (8), e a comprimere la detta porzione centrale (13) di detto organo tubolare a soffietto (8) contro detto albero rotante (2), detto collare di trascinamento (9) comprendendo mezzi di accoppiamento a detto primo guscio (10a) e a detto secondo guscio (10b), per ricevere detto moto rotatorio da detto albero rotante (2) e trasmettere detto moto rotatorio a detto primo anello rotante (7a) e a detto secondo anello rotante (7b), in modo da garantire la tenuta, mediante il riscontro di detto primo anello rotante (7a) contro detto primo anello stazionario (24a) e di detto secondo anello rotante (7b) contro detto secondo anello stazionario (24b).
  2. 2) Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il detto collare di trascinamento (9) comprende una prima estremità di connessione (18a) atta all’accoppiamento con detto primo guscio (10a) e una seconda estremità di connessione (18b), contrapposta assialmente alla detta prima estremità di connessione (18a), atta all’accoppiamento con detto secondo guscio (10b), mediante mezzi di accoppiamento prismatico.
  3. 3) Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che il detto accoppiamento prismatico è realizzato mediante una conformazione a sezione poligonale di detta prima estremità di connessione (18a) e di detta seconda estremità di connessione (18b) di detto collare di trascinamento (9), e, in modo corrispondente, mediante una apertura di inserimento (22), rispettivamente di detto primo guscio (10a) e di detto secondo guscio (10b), di foggia coniugata alle suddette sezioni poligonali di detta prima estremità di connessione (18a) e di detta seconda estremità di connessione (18b), per consentire l’inserimento e la connessione stabile del detto collare di trascinamento (9).
  4. 4) Dispositivo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che la detta sezione poligonale atta a realizzare detto accoppiamento prismatico è ottagonale regolare.
  5. 5) Dispositivo secondo la rivendicazione 2 o 3, caratterizzato dal fatto che detta prima estremità di connessione (18a) e detta seconda estremità di connessione (18b) del detto collare di trascinamento (9) comprendono mezzi di aggancio (20) a detto primo guscio (10a) e a detto secondo guscio (10b), atti a realizzare un corpo unico di trascinamento.
  6. 6) Dispositivo secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di aggancio (20, 23) comprendono una pluralità di denti radiali, sporgenti perifericamente dal bordo di ciascuna estremità di connessione (18a, 18b) di detto collare di trascinamento (9) e una pluralità di intagli (23) aventi foggia coniugata a detti denti radiali (20), distribuiti in modo corrispondente in corrispondenza di ciascuna detta apertura di inserimento (22).
  7. 7) Dispositivo secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti denti radiali (20) sono distribuiti in modo sfalsato sulle facce poligonali di detta prima estremità di connessione (18a) e di detta seconda estremità di connessione (18b).
  8. 8) Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto collare di trascinamento (9) comprende una porzione mediana a sezione circolare, atta a definire una corrispondente gola (19), per consentire la rotazione di un detto guscio (18a, 18b) attorno a detto collare di inserimento (9).
  9. 9) Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto organo tubolare a soffietto (8) in corrispondenza di detta prima porzione terminale presenta una prima corona di contenimento (14a), estesa radialmente, e un primo prolungamento anulare (15a), che si estende assialmente a partire dalla suddetta prima corona (14a), in modo da potere alloggiare al proprio interno detto primo anello rotante (7a) e, in corrispondenza di detta seconda porzione terminale una seconda corona di contenimento (14b), estesa radialmente, e un secondo prolungamento anulare (15b) esteso assialmente a partire da detta seconda corona (14b), in modo da poter alloggiare al proprio interno detto secondo anello rotante (7b).
  10. 10) Dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto collare di trascinamento (9) è metallico e realizzato per stampaggio.
  11. 11) Metodo per l’assemblaggio di un gruppo rotante di un dispositivo a doppia tenuta meccanica secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende le fasi di a. predisporre un collare di trascinamento (9) dotato di una prima estremità di connessione (18a) dotata di mezzi di aggancio (20) e di una seconda estremità di connessione (18b) dotata di mezzi di aggancio (20), detti mezzi di aggancio (20) essendo assialmente sfalsati; b. predisporre un primo guscio di contenimento (10a) e un secondo guscio di contenimento (10b), ciascun guscio (10a, 10b) essendo dotato di una apertura di inserimento (22) per detta prima estremità di connessione (18a) e per detta seconda estremità di connessione (18b) rispettivamente; c. agganciare detta prima estremità di connessione (18a) di detto collare di trascinamento (9) a detto primo guscio (10a), inserendo detta seconda estremità di connessione (18b) all’interno di detta apertura (22) di detto primo guscio (10a), fino a che detti mezzi di aggancio (20) di detta prima estremità di connessione (18b) riscontrano in aggancio detto primo guscio (10a) in corrispondenza di detta apertura (22); d. predisporre mezzi elastici (11) a riscontro di un bordo radiale (21b) di detto secondo guscio (10b); e. inserire assialmente detta seconda estremità di connessione (18b) di detto collare di trascinamento (9) all’interno di detta apertura (22) di detto secondo guscio (10b), mediante la compressione di detti mezzi elastici (11), a riscontro di detto bordo radiale (21b) e di un corrispondente bordo radiale (21a) di detto primo guscio (10a); f. ruotare detto secondo guscio (10b) relativamente a detto collare di trascinamento (9); g. rilasciare detti mezzi elastici (11), in modo tale che detti mezzi di aggancio (20) impegnino in aggancio detto secondo guscio (10b) in corrispondenza di detta rispettiva apertura (22); h. inserire assialmente un organo tubolare a soffietto (8) all’interno di detto collare (9) agganciato a detto primo guscio (10a) e a detto secondo guscio (10b); i. comprimere i detti mezzi elastici (11) per inserire un primo anello rotante (7a) di tenuta all’interno di una prima porzione terminale di detto organo a soffietto (8) e un secondo anello rotante (7b) all’interno di una seconda porzione terminale di detto organo a soffietto (8); j. rilasciare detti mezzi elastici (11) in modo tale che detta prima porzione terminale di detto organo a soffietto (8) sia interposta tra detto primo anello rotante di tenuta (7a) e detto primo guscio (10a) e in modo tale che detta seconda porzione terminale di detto organo a soffietto (8) sia interposta tra detto secondo anello rotante di tenuta (7b) e detto secondo guscio (10b).
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