ITBO20130564A1 - Sedile mobile per la locomozione a spinta delle persone - Google Patents

Sedile mobile per la locomozione a spinta delle persone

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ITBO20130564A1
ITBO20130564A1 IT000564A ITBO20130564A ITBO20130564A1 IT BO20130564 A1 ITBO20130564 A1 IT BO20130564A1 IT 000564 A IT000564 A IT 000564A IT BO20130564 A ITBO20130564 A IT BO20130564A IT BO20130564 A1 ITBO20130564 A1 IT BO20130564A1
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IT
Italy
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saddle
seat
same
elastic
locomotion
Prior art date
Application number
IT000564A
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English (en)
Inventor
Fiorenzo Donetti
Original Assignee
Fiorenzo Donetti
Priority date (The priority date is an assumption and is not a legal conclusion. Google has not performed a legal analysis and makes no representation as to the accuracy of the date listed.)
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Publication date
Application filed by Fiorenzo Donetti filed Critical Fiorenzo Donetti
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62KCYCLES; CYCLE FRAMES; CYCLE STEERING DEVICES; RIDER-OPERATED TERMINAL CONTROLS SPECIALLY ADAPTED FOR CYCLES; CYCLE AXLE SUSPENSIONS; CYCLE SIDE-CARS, FORECARS, OR THE LIKE
    • B62K3/00Bicycles
    • B62K3/002Bicycles without a seat, i.e. the rider operating the vehicle in a standing position, e.g. non-motorized scooters; non-motorized scooters with skis or runners
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62JCYCLE SADDLES OR SEATS; AUXILIARY DEVICES OR ACCESSORIES SPECIALLY ADAPTED TO CYCLES AND NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, e.g. ARTICLE CARRIERS OR CYCLE PROTECTORS
    • B62J1/00Saddles or other seats for cycles; Arrangement thereof; Component parts
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B62LAND VEHICLES FOR TRAVELLING OTHERWISE THAN ON RAILS
    • B62JCYCLE SADDLES OR SEATS; AUXILIARY DEVICES OR ACCESSORIES SPECIALLY ADAPTED TO CYCLES AND NOT OTHERWISE PROVIDED FOR, e.g. ARTICLE CARRIERS OR CYCLE PROTECTORS
    • B62J1/00Saddles or other seats for cycles; Arrangement thereof; Component parts
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
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    • B62K15/00Collapsible or foldable cycles
    • B62K15/006Collapsible or foldable cycles the frame being foldable

Description

DESCRIZIONE
“Sedile mobile per la locomozione a spinta delle persone”
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Il trovato tratta una evoluzione del sedile mobile per la locomozione a spinta delle persone descritto nel brevetto italiano n. 1 388 048 depositato il 26-6-2008 a nome dello stesso richiedente, costituito da una comoda sella che appoggia sul suolo attraverso un telaio minimale e con almeno due ruote delle quali almeno una è sterzante, in modo da consentire ad un uomo o ad una donna di stare comodamente seduti e di appoggiare sul suolo alternativamente o contemporaneamente i due piedi, per generare con questi la spinta necessaria per l’avanzamento o per poter stazionare in tutta comodità. La distanza tra la ruota anteriore e preferibilmente sterzante, e la ruota posteriore, è molto corta, per cui la persona che usa il mezzo di cui trattasi può muoversi agevolmente e con sicurezza anche in spazi stretti ed affollati, ad esempio nei centri urbani, nelle fiere o nelle manifestazioni espositive in genere, nelle grandi fabbriche, nelle uscite per shopping, nei supermercati, nelle mostre, nelle piazze e nei centri urbani con limitazioni di traffico, quindi nelle città d’arte, ed anche sui marciapiedi ed in genere anche nelle uscite per il tempo libero. Un siffatto mezzo di locomozione è leggerissimo in quanto realizzato anche con materiali adatti allo scopo ed è preferibilmente ad ingombro riducibile per poter essere trasportato e stivato anche in spazi limitati, ad esempio in auto, in pullman, in autobus, in aereo, in treno in ascensore ed in altri luoghi anche d’uso pubblico. Ripiegato nella condizione d’ingombro ridotto, il mezzo può essere trascinato ed usato come un trolley, grazie all’appoggio al suolo di almeno una delle sue ruote.
Come stato dell’arte nota si citano anche il brevetto francese FR 2 818 610 del 28 giugno 2002 ed il brevetto olandese NL 1028 301 pubblicato il 17 agosto 2006. Il primo di questi documenti descrive un mezzo di locomozione per spinta, a due ruote, che in una delle tante realizzazioni è dotato di una sella con un rialzo anteriore inclinato in avanti e che si estende per un ampio tratto verso l’alto, sul quale l’utente può appoggiare il petto, mentre appoggia un piede su una pedana e con l’altro piede provvede a far avanzare il mezzo stesso per spinta. L’altro documento descrive un mezzo di locomozione simile al precedente, nel quale la sella è dotata anteriormente di un rialzo a forma di Y, che sulle estremità distali porta delle parti imbottite destinate al contatto coi fianchi del bacino o del busto dell’utente, essendo la stessa sella montata sull’estremità distale di una struttura a parallelogramma articolato, il cui lato fisso è costituito dalla corta scatola dello sterzo e che è collegata con un ammortizzatore al tratto di telaio con la ruota posteriore. Entrambe queste soluzioni presentano parti fisse alla sella e destinate al contatto col petto o col bacino dell’utente, che se da un lato consentono un buon controllo del mezzo in posizione ferma, dall’altro limitano notevolmente i movimenti del corpo dell’utente che deve far avanzare il mezzo stesso per spinta.
Nella realizzazione e nelle prove d’uso di siffatti mezzi di locomozione secondo l’arte nota, si sono riscontrati dei limiti derivanti principalmente dall’uso di una sella che si è dimostrata inappropriata per gli scopi di cui trattasi, in quanto intrinsecamente di forma non adatta, perché collegata al telaio del mezzo con possibilità di oscillare sia in senso trasversale che in senso longitudinale o perché, nei casi in cui è fissa, è posizionata molto distante dal manubrio e/o perché è tale da limitare i movimenti dell’utente sia durante l’avanzamento per spinta che durante lo stazionamento dello stesso mezzo. Il trovato intende ovviare a questi e ad altri limiti della tecnica nota, con un sedile mobile come dalla rivendicazione principale ed alle successive rivendicazioni dipendenti, caratterizzato principalmente dall’uso di una sella collegata in modo registrabile ma rigido al telaio di locomozione ed avente una seduta con una forma in pianta sostanzialmente ad X e realizzata vantaggiosamente con l’incrocio di corde, cavi, fili o fettucce elastiche od elasto-plastiche. La sella è di preferenza vincolata alla scatola dello sterzo per risultare a breve distanza dal manubrio e per conseguire vantaggi d’ingombro ridotto e di facile controllo del manubrio stesso e dell’intero mezzo, anche senza l’uso delle mani. Le caratteristiche del trovato ed i vantaggi che ne derivano, appariranno meglio evidenti dalla seguente descrizione di una forma preferita di realizzazione dello stesso, illustrata a puro titolo d’esempio, non limitativo, nelle figure delle tre tavole allegate di disegni, in cui:
− La fig. 1 è una vista in pianta della struttura portante della sella per il mezzo di cui trattasi;
− La fig. 2 illustra la sella secondo una prospettiva anteriore e completa della seduta;
− La fig.3 illustra in elevazione laterale il dettaglio relativo ai mezzi per la regolazione del tensionamento longitudinale della seduta della sella;
− La fig.4 illustra la sella in elevazione dal fronte posteriore, come indicato dalla freccia K di figura 2;
− La fig.5 illustra uno dei travetti della sella sezionato trasversalmente secondo la linea V-V di figura 1;
− Le figg. 6 e 7 illustrano due diversi dettagli esecutivi dei travetti della sella, con la seduta, sezionati secondo la linea VI-VI di figura 5;
− La fig.8 è una vista prospettica posteriore della sella montata su un telaio di locomozione ripreso nella condizione d’uso;
− Le figg.9 e 10 illustrano la sella montata su un telaio di locomozione ripreso in elevazione laterale ed in due diverse condizioni d’impiego;
− La fig.11 illustra la sella col relativo telaio di locomozione ripreso in elevazione laterale e nella condizione d’ingombro ridotto.
Con riferimento dapprima alle figure da 1 a 4 si rileva che la sella S secondo il trovato comprende un travetto trasversale anteriore 1 di forma leggermente arcuata, con la parte concava orientata sia in avanti che verso il basso e con una estensione L1 di circa 20-22cm (vedi oltre) e comprende un travetto trasversale posteriore 2, ad esempio con una estensione L2 di circa 30-32cm (vedi oltre), anch’esso leggermente curvo ed orientato con la parte concava all’indietro e verso il basso ed i due travetti 1, 2 sono fissati inferiormente ed in modo simmetrico, all’estremità dei rami forcuti ed inclinati verso il basso di rispettive coppie di supporti 3 e 4 che visti in pianta dall’alto presentano una conformazione ad Y e che coi loro gambi sono disposti orizzontalmente, sono reciprocamente attestati e sono predisposti per il fissaggio reciproco od al tratto prossimale di un braccio piatto 5 posto sotto e nella mezzeria della struttura 1, 2, 3, 4, che sporge per un tratto di sufficiente lunghezza dal travetto anteriore 1 e che servirà per il collegamento della sella di cui trattasi ad un telaio di locomozione, come più avanti detto. Dalla figura 4 e dalla figura 6 si rileva che le estremità forcute dei supporti 3 e 4 sono collegate ai travetti 1 e 2 con rispettive appendici 103, 104 orientate verso l’alto per assicurare un sufficiente distanziamento degli stessi travetti da tutta la struttura sottostante a culla prima descritta, ciò in quanto ai medesimi travetti 1 e 2 è affidato il compito di supporto della seduta della sella S. Buoni risultati sono stati ad esempio ottenuti prevedendo un distanziamento D tra le parte intermedie dei travetti 1 e 2 sull’ordine di circa 35cm (vedi oltre). Come illustrato nel dettaglio di figura 5, i travetti 1 e 2 possono essere profilati con una sezione trasversale di tipo paraellittico ed almeno sul fronte esterno sono dotati di una pluralità di recessi o gole 6 tra loro opportunamente distanziate, che fanno assumere agli stessi travetti una conformazione a pettine e che hanno dimensioni ed orientamento adatti per assolvere le funzioni più avanti dette. Le gole 6 sono tali da interessare in parte anche le facce inferiori e superiori dei travetti 1 e 2, sulle quali giungono con progressivo annullamento della loro profondità, come evidenziato a titolo d’esempio nella figura 5, dalla quale si rileva che almeno sulle estremità dei travetti 1 e 2 sono aperti assialmente dei fori 7 di sufficiente profondità (vedi anche fig. 2), che vengono posti in comunicazione con la prima delle gole 6 delle corrispondenti estremità degli stessi travetti, con un foro radiale 8 che sfocia nella gola 6 con un bordo opportunamente svasato ed arrotondato, ciò per agevolare l’inserimento nello stesso foro 8, dall’esterno, dell’estremità di una fune o corda elastica od elastoplastica 9, di diametro correlato a quello delle gole 6, che viene introdotta nel foro 7, che poi viene estratta da tale foro, quindi annodata per formare un ringrosso d’estremità o nodo 109 e che poi viene tirata dall’esterno del foro 8 in modo che lo stesso nodo 109 entri nel foro 7 e vi rimanga occultato, protetto e saldamente ancorato. Buoni risultati sono stati ottenuti con l’impiego di una corda elastica 9 del tipo di quelle impiegate per tendere i teloni di copertura dei furgoni o per bloccare delle merci sui portapacchi delle vetture, corde del diametro di circa 5-6mm, per le quali sono opportunamente correlate le dimensioni e la forma delle gole 6 e dei vari fori prima detti. Resta inteso che al posto delle corde elastiche 6 possono essere impiegati altri materiali equivalenti, anche con caratteristiche elasto-plastiche ed anche se nel seguito della descrizione si farà riferimento, per pura comodità di esposizione, alle sole corde elastiche 9. Dopo aver ancorato l’estremità della corda elastica 9 all’estremità di uno dei travetti, ad esempio all’estremità di destra del travetto posteriore 2 di cui alle figure 1 e 2, si porta la corda stessa verso l’esterno, quindi verso l’alto e poi la si tende verso l’altro travetto 1, come indicato dalla freccia F, in modo che la corda medesima impegni la prima delle gole 6 del gruppo 6’ di gole del travetto 2 e venga rinviata in giusta tensione, dall’alto verso il basso come indicato dalla freccia F’, nella gola dell’estremità più interna di quelle del gruppo 6” delle gole del travetto anteriore 1, dopo di che la corda 9 viene portata sotto al travetto posteriore 2, viene rinviata nella seconda delle sue gole 6’ e quindi tesata e rinviata nella seconda e più interna delle gole 6” del travetto anteriore 1 ed il tutto prosegue fintanto che la stessa corda 9 interessa quella più interna delle gole 6’ del travetto posteriore 2 e quella di estremità del gruppo di gole 6” del travetto anteriore 1, in modo da formare la prima parte obliqua 9’ della seduta della sella S (fig.2). L’estremità finale della corda 9 con la quale si è formata la detta parte 9’ di seduta, può essere ancorata all’estremità di sinistra del travetto anteriore 1, con la stessa soluzione descritta con riferimento alla figura 5 per l’estremità anteriore della stessa corda, oppure la medesima corda 9 può essere rinviata in tensione, dal basso verso l’alto, nella gola più interna del gruppo di gole 6”’ di sinistra del travetto posteriore 2 (figg.1, 2) e da qui rinviata dal basso verso l’alto e sempre in tensione, come indicato dalla freccia F”, su quella più esterna del gruppo di gole 6”” di destra del travetto anteriore 1 per poi continuare nel rinvio sulle restanti gole 6”’ e 6”” fino all’ancoraggio dell’estremità finale nel foro 7 dell’estremità di sinistra del travetto posteriore 2, come già detto per l’estremità iniziale della corda 9. Con questo ultimo avvolgimento di corda elastica 9 viene formata la seconda parte obliqua 9” di seduta che risulterà incrociata e posta sopra e sotto la parte intermedia della prima parte di seduta 9’, per formare nell’insieme una seduta con forma in pianta sostanzialmente ad X, avente una larghezza L nel tratto intermedio e più stretto, ad esempio di circa 11-12cm (vedi oltre). Resta inteso che quella illustrata è una forma preferita ma non unica di realizzazione della seduta con l’uso di corde elastiche incrociate ad X, che potrà essere modificata ad esempio col rinvio delle corde stesse alternativamente sopra e sotto i travetti 1 e 2, per formare una seduta che nella zona intermedia d’incrocio risulta ad un livello più basso della porzione ancorata agli stessi travetti 1, 2. Modifiche potranno essere apportate anche ai travetti 1 e 2, ad esempio per eliminare l’attrito radente tra gli stessi e le corde elastiche ogni volta che queste vengono caricate e scaricate dal peso dell’utente e per questo scopo non è escluso la realizzazione degli stessi travetti con una robusta anima d’acciaio, a sezione tonda, sulla quale infilare uno di fianco all’altro degli anelli girevoli e dotati ciascuno di una gola anulare 6 nella quale rinviare una corda elastica 9. Con questa soluzione, non illustrata in quanto intuibile dalla sola descrizione prima fatta, le corde lavoreranno con attrito volvente coi rispettivi anelli scanalati d’estremità, mentre l’attrito radente si sposta tra gli anelli e la sottostante anima d’acciaio e può essere limitato realizzando almeno la parte interna degli anelli con una adatta materia plastica. Per evitare la fuoriuscita accidentale delle corde elastiche 9 dalle relative gole 6 dei travetti 1, 2 o dei detti rullini della variante prima detta, agli stessi travetti 1, 2 possono essere fissate in modo rimovibile, con le estremità ed eventualmente anche con la parte intermedia, delle piccole incarterature 100, 200 indicate con segno a trattini nelle figure 1, 6 e 7, poste di preferenza all’esterno dei detti travetti 1 e 2, in posizione tale da chiudere le gole 6 e da non interferire col corpo dell’utente. In alternativa a questa soluzione, le gole 6 possono essere sostituite od abbinate a dei fori attraversati dalle corde 9. La sella S con la seduta formata da corde elastiche 9 tese tra i travetti 1 e 2 e tra loro incrociate ad X, potrà essere dotata utilmente di mezzi per regolare la tensione delle stesse corde elastiche, per adattarla a valori ottimali per l’utente. Per questo scopo, i tratti orizzontali 203 del supporto anteriore 3 possono ad esempio essere fissati saldamente sul braccio 5 con bulloni trasversali 10, mentre i tratti orizzontali 204 del supporto posteriore 4 vengono dotati di asole longitudinali 11 attraversate da bulloni 12 che interessano il braccio intermedio 5 per consentire al supporto 4 di scorrere guidato longitudinalmente sullo stesso braccio 5, per poter compiere su questo uno spostamento correlato all’ampiezza delle dette asole 11. I tratti orizzontali 204 del supporto 4 sono intercollegati da un ponticello 13, ad esempio saldato, che porta una madrevite 14 allineata all’asse longitudinale della sella e nella quale può essere avvitato il gambo di una vite 15 che attraversa un foro 16 di una piastrina 17 saldata con estensione verso l’alto sull’estremità prossimale del braccio 5 e contro la quale appoggia la testa 115 della detta vite 15. Esercitando sulla vite 15 un’azione di avvitamento e di conseguente avvicinamento del ponticello 13 alla piastrina di reazione 17, si allontana il supporto 4 da quello 3 ed è conseguentemente possibile tendere la seduta ad X formata dalle corde elastiche 9, a valori voluti e facilmente controllabili con una chiave dinamometrica. Dalle figure 1, 2, 8 e 9 si rileva che il braccio piatto e longitudinale 5 sporge dal travetto anteriore 1 della sella S con un tratto corto, ad esempio di circa 11-12cm (vedi oltre), avente una conformazione intermedia leggermente inclinata verso l’alto ed un tratto distale sostanzialmente parallelo a quello prossimale, posto ad una quota leggermente inferiore a quella della seduta 9’, 9” della sella S e che termina con una zona d’angolo superiore 18 arrotondata e con un tratto piano 118 ortogonale ad un’asola longitudinale 19 dello stesso braccio 5, sulla cui estremità anteriore giace il centro di curvatura della detta zona d’angolo 18. Quando la sella S è nella posizione d’impiego come dalle figure 8 e 9, l’estremità anteriore dell’asola 19 coopera col perno di fulcro 20 della parte a forcella 121 di un morsetto 21 ad esempio di tipo elastico, fissato con possibilità di regolazione in quota sulla scatola verticale di sterzo 22 del telaio del mezzo di cui trattasi, mentre il fronte anteriore 118 del braccio 5 appoggia sul fondo verticale della detta forcella 121, così che lo stesso braccio 5 permane stabilmente allineato alla stessa forcella 121 e con una disposizione a sbalzo da questa. Resta inteso che, occorrendo, il braccio 5 potrà essere realizzato in forma telescopica e potrà essere dotato di mezzi posteriori od intermedi per la regolazione della lunghezza e per il conseguente adattamento alle esigenze dell’utente, il tutto in modo intuibile dal tecnico del ramo. La scatola di sterzo 22 ha un’altezza ad esempio di circa 30-40cm (vedi oltre) ed avrà una grande resistenza alla flessione ed alle deformazioni meccaniche in genere (vedi oltre), in quanto in essa è montato girevole il piantone 23 al quale è fissato superiormente il manubrio registrabile 24 (vedi oltre) ed alla cui estremità inferiore è solidale la forcella anteriore 123 che nell’assetto di figura 9 è leggermente inclinata in avanti e sostiene girevole il mozzo della ruota gommata anteriore 25 ad esempio di 24 pollici (vedi oltre), il cui asse di rotazione anticipa l’asse di sterzatura di circa 2-2,5cm (vedi oltre). L’estremità inferiore della scatola di sterzo 22 è preferibilmente rinforzata ed è saldata lateralmente all’estremità anteriore di un longherone tubolare 26 che presenta un tratto iniziale 126 curvo verso il basso e che termina con la forcella posteriore 226 che sostiene girevole il mozzo della ruota gommata posteriore 27 ad esempio di 20 pollici (vedi oltre). Il longherone 26 presenta nella parte intermedia una cerniera 28, ad esempio del tipo usato nelle biciclette ad ingombro riducibile, tramite la quale il mezzo di cui trattasi può essere portato dalla posizione d’impiego come dalle figure 8-10, col longherone 26 esteso, alla posizione di riposo e d’ingombro ridotto come dalla figura 11, con la forcella posteriore 226 e la ruota posteriore 27 posta lateralmente ed a breve distanza dalla ruota anteriore 25. Dalla figura 11 si può apprezzare come sia possibile ridurre ulteriormente l’ingombro del mezzo nella condizione di riposo, ruotando la sella S verso l’alto in modo da farle compiere una rotazione di circa 90° attorno al perno di fulcro 20, per orientare verticalmente l’asola 19. In queste condizioni la sella S può essere spinta verso il basso e l’asola 19 può essere portata a cooperare col perno 20 con la propria estremità più vicina alla sella così che l’estremità arrotondata 18 del braccio 5 tocca con disposizione eccentrica il fondo della forcella 121 e vi rimane in questa bloc cata verticalmente, anche per effetto del peso della sella S. Il morsetto 21 può essere fatto scorrere verso il basso ed avvicinato al tubo 26, in modo da ridurre ulteriormente l’ingombro a riposo della sella S. Il manubrio 24 che può essere usato come impugnatura per far scorrere il mezzo a guisa di trolley, con rotazione sulla sola ruota 25, ed all’occorrenza può anch’esso essere ruotato verso il basso come dalla freccia F”’ e portato in una condizione d’ingombro ridotto. Le ruote 25 e 27 possono essere parzialmente protette da incarterature 29, 29’, sia per finalità estetiche che per intuibili ragioni di sicurezza. Dalle figure 8 e 9 si rileva che nella condizione d’uso del mezzo, l’utente regola alle proprie esigenze la posizione in quota della sella S, allentando e facendo scorrere il morsetto 21 sulla scatola 22 e poi ribloccandolo nella posizione voluta, in modo che quando lo stesso utente cavalca la sella S, i suoi piedi abbiano a poter toccare il suolo con tutta la pianta. Per facilitare la regolazione in quota del morsetto 21, lo stesso può essere sostituito nella parte destinata alla cooperazione con la scatola 22, con una boccola scorrevole e regolabile nella posizione in quota con dei facili mezzi di registro a vite e madrevite. Diversamente la boccola sostitutiva del morsetto 21 può avere una sezione interna con un allargamento radiale che scorre su un cordolo fissato longitudinalmente sulla scatola 22 e dotato su tutta l’estensione di fori trasversali e passanti o di denti nei quali o tra i quali è possibile inserire un catenaccio che attraversa dei corrispondenti fori trasversali della detta parte a boccola del morsetto 21. Con questa variante è possibile rendere più veloce la regolazione in quota della sella e rinforzare col detto cordolo la scatola 22 dello sterzo contro le sollecitazioni di flesso-torsione. Quando il mezzo è nella condizione di figura 9, con l’asse della ruota anteriore 25 posto davanti all’asse di sterzatura, la distanza interasse C1 tra le ruote 25 e 27 è di circa 600mm (vedi oltre) ed è previsto l’uso di un manubrio 24 ad esempio del tipo di quelli impiegati nelle attuali cyclette, articolato e posto davanti all’asse di sterzatura, orientato verso l’alto ed in avanti, in modo che l’utente possa deambulare stando comodamente seduto sulla sella S e possa piegare il busto leggermente in avanti, per poter controllare con sicurezza il manubrio 24 e per poter compiere col minimo sforzo percorsi anche lunghi, sia in salita che in discesa. Dalle figure 8 e 9 si può apprezzare come nella condizione d’uso del mezzo, sia possibile sfruttare la flessibilità e l’elasticità che derivano dal collegamento diretto della sella alla scatola 22 dello sterzo e dall’aver realizzato un telaio 22, 26 di per se molto flessibile ed elastico, per rendere fluido il deambulare dell’utente sullo stesso mezzo di cui trattasi, sia su superfici lisce che su superfici accidentate. In un futuro sviluppo del mezzo, per consentire l’adattamento dello stesso a persone di diverso peso e/o per consentire un maggior adattamento dello stesso mezzo alle diverse esigenze degli utenti, può essere previsto che la scatola di sterzo 22 venga collegata inferiormente al longherone 26 con interposta una cerniera di oscillazione trasversale, parallela all’asse della ruota posteriore 27, dotata di un fine corsa per effetto del quale la distanza angolare tra le parti 22 e 26 non può superare un valore massimo prefissato, ad esempio di circa 90° come dall’esempio di figura 9, ma che consente alle stesse parti 22 e 26 di poter oscillare in avvicinamento reciproco ed in contrasto all’azione elastica e registrabile di almeno un ammortizzatore di qualsiasi tipo, anche di tipo semplificato e di peso limitato, come quelli che usano inserti elastomerici.
Il longherone 26 del telaio è stato dimensionato in modo tale che se l’utente deve stazionare o deve compiere dei brevi percorsi in piano e deve poter disporre di entrambe le mani libere, possa avere il massimo controllo del mezzo disponendolo rapidamente nell’assetto di figura 10, ossia ruotando il manubrio 24 di 180° attorno all’asse di sterzatura, per portare lo stesso manubrio 24 in appoggio contro il petto ed impedirne rotazioni, avendo con questo la libertà di diverso impiego di entrambe le mani. In queste stesse condizioni, la ruota anteriore 25 si dispone con una distanza interasse C2 di soli 500-520mm dalla ruota posteriore 27 (vedi oltre), consentendo all’utente un più facile controllo del mezzo sia da fermo che nei piccoli movimenti in piano, con la possibilità di muoversi o di stazionare agevolmente e con sicurezza anche in spazi stretti. I vantaggi che derivano dal sedile mobile descritto possono essere così riassunti.
E’ evidente che la parte più innovativa del ritrovato è costituita dalla sella S con la conformazione elastica e ad X della sua seduta, che risulta comoda quando la persona è seduta, ferma ed appoggia i piedi per terra e la cui forma si modifica e si adegua ai movimenti delle gambe quando queste oscillano per far avanzare il mezzo con la spinta a terra dei piedi, pur consentendo il costante controllo del mezzo stesso, sia in presenza di movimenti relativi in avanti che all’indietro, grazie alla forma divergente sia in avanti che all’indietro della stessa seduta della sella S. Le cosce delle gambe si trovano posizionate nella parte intermedia e più scaricata della seduta della sella S, per cui sono in posizione di minima interferenza con questa sia quando sono a riposo che quando oscillano in avanti e all’indietro per spingere il mezzo. In questa fase di oscillazione, le cosce delle gambe toccano le parti laterali esterne della seduta, che sono formate da poche corde elastiche e sono per questo estremamente cedevoli e si adeguano con una resistenza limitata alle oscillazioni delle gambe. Con queste stesse parti laterali della seduta le cosce delle gambe si trovano a dover cooperare anche nelle fasi di controllo delle spinte laterali e longitudinali in avanti ed indietro del mezzo, senza i limiti imposti dalle selle di tipo noto. La sella come descritta, grazie alla forma ad X ed alla elasticità della sua seduta a fasce incrociate 9’, 9” e grazie alla forma arcuata, all’orientamento ed alle differenti dimensioni dei travetti 1, 2, è tale da assicurare un ampio e resistente appoggio, una grande adattabilità all’anatomia della persona, senza in alcun modo limitare i movimenti della persona stessa, sia a mezzo in movimento che a mezzo fermo. La seduta realizzata con le funi elastiche, forma una superficie di tipo re ticolare ed arieggiata, coi conseguenti vantaggi di non sudorazione delle parti del corpo dell’utente che operano a contatto con la stessa seduta. Occorrendo, la sella potrà essere corredata di un coprisella elastico, di tipo reticolare, arieggiato ed adatto allo scopo. Della possibilità di riduzione dell’ingombro del mezzo, già è stato detto in precedenza. Anche il mezzo di locomozione descritto si presta per essere costruito con leghe metalliche leggere, in fibra di carbonio e/o con materiali compositi che assommano caratteristiche di elevata resistenza meccanica e di peso estremamente ridotto ed in questo caso nel telaio potrà essere annegato un microchip per il riconoscimento del mezzo in caso di furto. Le dimensioni citate nel presente esposto sono puramente indicative e possono essere variate in funzione delle caratteristiche di peso e di altezza delle persone alle quali sarà destinato il mezzo di cui trattasi. Il mezzo di locomozione descritto potrà essere corredato di parti accessori per sostenere borse, computer od altro, potrà essere dotato di mezzi di segnalazione ottica ed acustica e di almeno un freno sulla ruota anteriore e/o posteriore, anche del tipo a recupero ed a rilascio di energia. Non è escluso anche l’uso di volani per l’accumulo ed il rilascio di energia cinetica. Occorrendo lo stesso mezzo di locomozione potrà essere dotato di una ruota con mozzo motorizzato e di una relativa pila elettrica di alimentazione, di tipo ricaricabile. Particolarmente in questo ultimo caso, lo stesso mezzo potrà essere dotato di piccole pedane a scomparsa per l’appoggio dei piedi. Resta pertanto inteso che la descrizione si è riferita ad una forma preferita di realizzazione del trovato, al quale possono essere apportate numerose varianti e modifiche costruttive, il tutto per altro senza abbandonare il principio informatore dell’invenzione, come descritto, illustrato e come a seguito rivendicato. Nelle rivendicazioni, i riferimenti riportati tra parentesi sono puramente indicativi e non limitativi dell’ambito di protezione delle stesse rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sedile mobile per la locomozione a spinta delle persone, formato da una comoda sella (S) collegata ad un telaio di locomozione essenziale che può scorrere sul suolo con almeno due ruote (25, 27) almeno una delle quali è sterzante, caratterizzato dal fatto che la stessa sella (S) è dotata di rientranze laterali ed intermedie, atte ad essere impegnate in modo ergonomico dalle parti interne delle cosce dell’utente e che definiscono una zona intermedia della sella di larghezza (L) limitata, sulla quale può appoggiare l’arco pubico dello stesso utente e dal presentare parti d’estremità a pianta divergente sia all’indietro che in avanti, il tutto per formare una seduta comoda e che consente all’utente di controllare con le sole gambe, con grande facilità, senza sforzo e senza sostanziale limitazione dei propri movimenti, sia gli spostamenti relativi laterali che quelli longitudinali in avanti ed all’indietro del sedile mobile di cui trattasi, sia quando questo è in movimento che quando è fermo, essendo la detta seduta della sella (S) realizzata con un qualsiasi materiale sufficientemente elastico od elastoplastico, per presentare caratteristiche adatte di portanza e contemporaneamente di grande adattabilità all’anatomia ed ai movimenti dell’utente.
  2. 2. Sedile mobile secondo la rivendicazione 1), in cui la seduta della sella (S) è formata con corde (9), cavi, fili o fettucce elastiche od elasto-plastiche, ancorate, rinviate ed avvolte con tensione, in modo da formare almeno due orditi (9’, 9”) reciprocamente incrociati ad X, tra almeno un travetto anteriore (1) ed un travetto posteriore (2) che costituiscono rispettive parti trasversali anteriore e posteriore del telaio della sella (S), essendo tali travetti (1, 2) caratterizzati dal presentare estensioni adeguate e preferibilmente differenziate (L1, L2), dall’essere curvi ed orientati verso l’esterno con la parte concava, nonché dall’essere tra loro opportunamente distanziati (D) e dall’essere dotati con una disposizione a pettine ed almeno sul fronte esterno, di scanalature e/o fori (6) per contenere e per mantenere correttamente guidate ed orientate le dette corde (9), anche con l’ausilio di eventuali incarterature (100, 200).
  3. 3. Sedile mobile secondo la rivendicazione 2), in cui, secondo una variante costruttiva, i travetti anteriore (1) e posteriore (2) del telaio della sella (S) sono formati ciascuno da una robusta anima d’acciaio, a sezione tonda, sulla quale anima sono montati girevoli ed uno di fianco all’altro, degli anelli dotati ciascuno di una gola anulare ed esterna (6) nella quale poter rinviare le corde elastiche (9) di formazione della seduta della sella, essendo tali anelli realizzati almeno con la parte di contatto con la detta anima dei travetti (1, 2), con un materiale autolubrificante, ad esempio con una materia plastica a basso coefficiente d’attrito.
  4. 4. Sedile mobile secondo la rivendicazione 2), in cui i detti travetti (1, 2) sono sostenuti da rispettive coppie di supporti inferiori (3, 4) con pianta ad Y, fissati col loro gambo (203, 204) al tratto prossimale di un braccio piatto (5) posto longitudinalmente e di taglio sotto la sella (S) e che sporge anteriormente da questa con un tratto di lunghezza limitata che viene collegato in modo registrabile alla scatola di sterzo (22) del telaio di locomozione, essendo il gambo (203) di uno dei detti supporti (3) fissato con bulloni (10) al detto braccio (5), mentre il gambo (204) dell’altro supporto è montato sullo stesso braccio (5) con interposti mezzi di guida longitudinale (11-13) e con interposti mezzi di registro (14-17) attraverso i quali è possibile regolare la distanza tra i detti travetti (1, 2) e la tensione delle corde elastiche (9) che formano la seduta della sella (S).
  5. 5. Sedile mobile secondo la rivendicazione 2), in cui il detto braccio longitudinale ed inferiore (5) della sella (S) è eventualmente registrabile in lunghezza ed è collegato con la propria estremità distale ad un supporto (21) predisposto per poter essere fissato con possibilità di regolazione della posizione in quota, per l’adattamento della sella alle esigenze fisiche dell’utente, su una robusta e sufficientemente alta scatola di sterzo (22) solidale inferiormente ad almeno un longherone (26) che si estende al di sotto della sella e che termina con una forcella (226) che sostiene la ruota posteriore (27), essendo nella detta scatola di sterzo (22) montato girevole il piantone (23) che porta superiormente un manubrio (24) preferibilmente ad assetto regolabile ed alla cui estremità inferiore è fissata la forcella (123) che sostiene la ruota anteriore (25).
  6. 6. Sedile mobile secondo la rivendicazione 5), in cui il detto supporto (21) può essere realizzato a forma di morsetto elastico o come una boccola a sezione non tonda, scorrevole su una sezione esterna non tonda della scatola di sterzo (22) dotata di almeno una nervatura longitudinale di rinforzo e di guida e mezzi di registro sono previsti per regolare la posizione in quota di detto supporto (21).
  7. 7. Sedile mobile secondo la rivendicazione 5), in cui il braccio inferiore e longitudinale (5) della sella (S) è collegato al supporto (21) che scorre sulla scatola di sterzo (22) con dei mezzi (18, 118, 19, 20, 121) che consentono di ruotare lo stesso braccio (5) verso l’alto e preferibilmente anche di stabilizzarlo nella posizione sollevata quando è necessario ridurre l’ingombro del telaio di locomozione a cui è associata la stessa sella (S).
  8. 8. Sedile mobile secondo la rivendicazione 5), caratterizzato dal fatto che secondo una variante esecutiva la scatola di sterzo (22) può essere collegata inferiormente al longherone (26) del telaio di locomozione, con una cerniera di oscillazione trasversale, parallela all’asse della ruota posteriore (27), dotata di un fine corsa per effetto del quale la distanza angolare tra le dette parti ( 22, 26) non può superare un valore massimo prefissato, ma che consente alle stesse parti (22, 26) di poter oscillare in avvicinamento reciproco ed in contrasto all’azione elastica e registrabile di almeno un ammortizzatore di qualsiasi tipo, anche di tipo semplificato e di peso limitato.
  9. 9. Sedile mobile secondo la rivendicazione 5), caratterizzato dal fatto che la forcella anteriore (123) è inclinata rispetto all’asse di sterzatura ed è prevista la possibilità di impartire al manubrio (24) una rotazione di 180° attorno allo stesso asse di sterzatura, per poter orientare la forcella anteriore (123) dalla usuale inclinazione in avanti e con un passo (C1) tra le ruote (25, 27) ad esempio di circa 600mm, utile per spostarsi col mezzo sulle lunghe distanze, ad una posizione inclinata all’indietro che consente di diminuire il passo tra le dette ruote (25, 27) fin sull’ordine di circa 500mm, con la possibilità di disporre il manubrio (24) a contatto col petto dell’utente, per impedirne la rotazione, mentre lo stesso utente acquista la libertà d’impiego di entrambe le mani, nonché la possibilità di controllare con sicurezza il sedile mobile sia da fermo che nei piccoli movimenti in piano e di poter stazionare o di potersi muovere con sicurezza, anche in piccoli spazi.
  10. 10. Sedile mobile secondo la rivendicazione 5), in cui il detto longherone tubolare (26) è dotato di una cerniera od altro dispositivo intermedio (28) che consente di ripiegare o di altrimenti disporre il tratto dello stesso longherone con la forcella ( 226) e con la ruota posteriore (27), lateralmente ed a breve distanza dalla ruota anteriore (25), per ridurre l’ingombro dello stesso sedile mobile quando non viene usato e deve essere stivato in poco spazio.
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