ITBO20130352A1

ITBO20130352A1 - Inserto intrastromale corneale

Info

Publication number: ITBO20130352A1
Application number: IT000352A
Authority: IT
Inventors: Marco Mariotti; Alessandro Mularoni
Original assignee: Custom Dieci Dieci Di Fiori Barbara S A S; R S P Ricerca Studio E Progettazio Ne In Medicina
Priority date: 2013-07-08
Filing date: 2013-07-08
Publication date: 2015-01-09
Also published as: CA2917739A1; RU2016102146A; US20160193036A1; EP3019121B1; EP3019121A1; CN105578990A; JP2016523677A; WO2015004600A1

Description

Descrizione di Brevetto di Invenzione Industriale avente per titolo:

“INSERTO INTRASTROMALE CORNEALE”.

CAMPO TECNICO DELL’INVENZIONE

La presente invenzione riguarda un inserto intrastromale corneale.

Più in particolare, l’invenzione riguarda un inserto intrastromale corneale per la correzione di difetti della vista quali cheratocono, miopia, astigmatismo, ed altri.

STATO DELLA TECNICA ANTERIORE

Nel settore della chirurgia oculistica refrattiva, cioè mirata a correggere i vizi refrattivi dovuti ad un difetto di focalizzazione delle immagini sulla retina, quali cheratocono, miopia, ed altri, è noto l’impiego di inserti, conformati sostanzialmente ad arco di circonferenza, che vengono inseriti nello stroma periferico tra le lamelle corneali attraverso delle incisioni radiali appositamente praticate ad esempio con tecnica laser.

Tali inserti sono normalmente molto sottili e trasparenti, e sono realizzati in materiale polimerico inerte o biocompatibile, ad esempio il polimetilmetacrilato (PMMA) o simili.

Una volta inseriti, i suddetti inserti vengono posizionati sostanzialmente concentrici rispetto alla cornea stessa; se, ad esempio, l’impianto viene effettuato per la correzione del cheratocono, la presenza degli inserti nel tessuto corneale determina una tensione verso la periferia della cornea che contribuisce ad appiattirne la zona centrale, dove appunto è presente il cheratocono, in modo da mantenere comunque l’asfericità positiva della cornea.

Questo intervento rende normalmente più regolare la zona corneale centrale, dando una visione nettamente migliore al paziente.

Nel tempo, tali inserti possono poi essere rimossi e sostituiti con altri di dimensioni diverse ad esempio per ottenere un effetto correttivo più marcato.

Si è osservato però, in pratica, che l’impianto dei suddetti inserti tra le lamelle corneali può determinare, nelle zone tessutali della cornea immediatamente adiacenti alle superfici di ciascuno degli inserti stessi, dei fenomeni di scarsa irrorazione o ristagno di fluidi organici, e principalmente uno scarso apporto di ossigeno, che può portare, nelle situazioni più critiche, a fenomeni di ipossia o necrosi, seppur circoscritta a zone non molto estese.

Questi inconvenienti si ripercuotono inevitabilmente, con l’andare del tempo, sul risultato dell’intervento e sulla qualità della visione del paziente.

SCOPI DELL’INVENZIONE

Il compito tecnico della presente invenzione è quindi quello di migliorare lo stato della tecnica.

Nell’ambito di tale compito tecnico, costituisce uno scopo della presente invenzione mettere a punto un inserto intrastromale corneale che permetta di ovviare agli inconvenienti sopra lamentati.

Tale compito e tali scopi sono tutti raggiunti dall’inserto intrastromale corneale secondo la allegata rivendicazione 1.

L’inserto intrastromale corneale secondo l’invenzione comprende un elemento ad arco di circonferenza, di estensione angolare prefissata e realizzato in materiale polimerico inerte o biocompatibile, destinato ad essere impiantato nello stroma della cornea per la correzione di difetti della vista.

L’elemento ad arco di circonferenza comprende almeno un foro passante previsto sostanzialmente nella sua porzione centrale ed atto a consentire il passaggio di fluidi da un lato all’altro dell’elemento stesso.

Le rivendicazioni dipendenti si riferiscono a vantaggiose forme di attuazione dell’invenzione.

BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI.

Questi ed ulteriori vantaggi saranno meglio compresi da ogni tecnico del ramo dalla descrizione che segue e dagli annessi disegni, dati quale esempio non limitativo, nei quali:

la figura 1 è una vista in pianta di un inserto secondo la presente invenzione;

la figura 2 è una sezione trasversale dell’inserto eseguita secondo il piano II-II di figura 1;

la figura 3 è una sezione trasversale dell’inserto eseguita secondo il piano III-III di figura 1;

le figure 2A,3A sono sezioni trasversali dell’inserto secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione; le figure 2B,3B sono sezioni trasversali dell’inserto secondo ancora un’altra forma di attuazione dell’invenzione;

le figure 2C,3C sono sezioni trasversali dell’inserto secondo ancora un’altra forma di attuazione dell’invenzione;

le figure 2D,3D sono sezioni trasversali dell’inserto secondo un’ulteriore forma di attuazione dell’invenzione;

la figura 4 è una vista in pianta di un inserto secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione;

la figura 5 è una sezione trasversale dell’inserto di figura 4 eseguita secondo il piano V-V;

la figura 6 è una vista in pianta di un inserto secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione;

la figura 7 è una vista in pianta di un inserto secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione;

la figura 8 è una sezione trasversale dell’inserto di figura 7 eseguita secondo il piano VIII-VIII;

la figura 9 è una vista in pianta di un inserto secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione;

la figura 10 è una sezione trasversale dell’inserto di figura 9 eseguita secondo il piano X-X;

la figura 11 è una sezione trasversale dell’inserto di figura 10 eseguita secondo il piano XI-XI;

la figura 12 è una vista in pianta di un inserto secondo un’altra forma di attuazione dell’invenzione; la figura 13 è una sezione trasversale dell’inserto di figura 12 eseguita secondo il piano XIII-XIII;

la figura 14 è una sezione trasversale dell’inserto di figura1 12 eseguita secondo i piani XIV-XIV.

FORME DI ATTUAZIONE DELL’INVENZIONE.

Con riferimento alla figura 1, è indicato complessivamente con 1 un inserto intrastromale corneale secondo l’invenzione.

L’inserto 1 secondo la presente invenzione è particolarmente indicato per essere utilizzato nei trattamenti di chirurgia refrattiva per correggere difetti della vista quali ad esempio cheratocono, miopia, astigmatismo, ed altri.

L’indicazione per l’utilizzo in tali trattamenti è comunque del tutto esemplificativa e non limitativa, ovvero l’inserto 1 secondo l’invenzione potrebbe essere impiegato anche per trattamenti di altro tipo.

L’inserto 1 comprende un elemento ad arco di circonferenza 2.

L’elemento ad arco di circonferenza 2 ha un’estensione angolare A prefissata.

L’estensione angolare A è preferibilmente inferiore a 360°.

Nella forma di attuazione illustrata nella figura 1 l’estensione angolare A è, ad esempio, di 90°.

Tale estensione angolare A potrebbe assumere un qualsiasi altro valore, anche superiore a 90°, idoneo alla specifica applicazione, senza limitazione agli scopi della presente invenzione.

L’elemento ad arco di circonferenza 2 è realizzato in materiale polimerico inerte o biocompatibile.

Ad esempio, tale materiale polimerico inerte o biocompatibile può comprendere, oppure essere costituito da, polimetilmetacrilato (PMMA), oppure ancora da altro materiale polimerico di simili caratteristiche.

L’elemento ad arco di circonferenza 2 è trasparente o sostanzialmente trasparente, ossia permeabile alla luce.

L’elemento ad arco di circonferenza 2 è destinato ad essere impiantato nello stroma periferico, tra le lamelle corneali, per la correzione di difetti della vista, come accennato in precedenza, secondo tecniche chirurgiche note e che non costituiscono comunque oggetto della presente invenzione, e che quindi non verranno descritte in dettaglio.

Secondo un aspetto della presente invenzione, l’elemento ad arco di circonferenza 2 comprende almeno un foro passante 3’.

Il foro passante 3’ è previsto sostanzialmente nella porzione centrale dell’elemento ad arco di circonferenza 2.

L’elemento ad arco di circonferenza comprende una prima estremità 4 ed una seconda estremità 5 contrapposte.

Per porzione centrale si intende generalmente la zona dell’elemento 2 compresa tra aperture terminali di posizionamento poste alle estremità 4,5 contrapposte dell’elemento ad arco di circonferenza 2, come meglio chiarito in seguito.

Il foro passante 3’ è vantaggiosamente atto a consentire il libero passaggio di fluidi organici, liquidi o gassosi, da un lato all’altro dell’elemento ad arco di circonferenza 2, ad esempio dal lato superiore al lato inferiore e viceversa.

Nella forma di attuazione della figura 1, l’elemento ad arco di circonferenza 2 dell’inserto 1 comprende, più in dettaglio, una pluralità di fori passanti 3’.

Ad esempio, nella forma di attuazione della figura 1 l’elemento ad arco di circonferenza 2 comprende sei fori passanti 3’.

Il numero dei fori passanti 3’ previsti lungo l’elemento ad arco di circonferenza 2 può però essere qualsiasi, senza particolari limitazioni ed in relazione alle specifiche esigenze di applicazione.

I fori passanti 3’ sono preferibilmente tra loro angolarmente equidistanziati lungo l’elemento ad arco di circonferenza 2, in modo cioè da essere distribuiti in modo uniforme lungo l’elemento 2 stesso.

In alcune forme di attuazione dell’invenzione, tuttavia, i fori passanti 3’ potrebbero essere posizionati a diverse distanze reciproche, così da essere, ad esempio, maggiormente concentrati in determinate zone dell’elemento ad arco 2, per specifiche esigenze di maggiore passaggio di fluido. Nella forma di attuazione delle figure 1 i fori passanti 3’ hanno sezione circolare.

In altre forme di attuazione, ed in relazione a specifiche esigenze, i fori passanti 3’ potrebbero avere anche sezione diversa da quella circolare.

Nella forma di attuazione rappresentata, almeno uno dei fori passanti 3’ ha il rispettivo asse ortogonale – oppure anche sostanzialmente ortogonale - al piano definito dall’elemento ad arco di circonferenza 2.

Più in particolare, nella forma di attuazione della figura 1, tutti i fori passanti 3’ hanno i rispettivi assi ortogonali – oppure sostanzialmente ortogonali – al piano definito dall’elemento ad arco di circonferenza 2.

Nelle figure 2,3 sono illustrate le sezioni trasversali dell’inserto 1 eseguite rispettivamente in corrispondenza dei piani II-II e III-III indicati nella figura 1.

In questa forma di attuazione, la sezione trasversale dell’inserto 1 è ellittica.

Tuttavia la sezione trasversale dell’inserto 1 può essere di forma qualsiasi, in relazione a differenti esigenze applicative.

Ad esempio, le figure 2A,3A si riferiscono ad un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione, avente sezione trasversale circolare.

Le figure 2B,3B illustrano un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione, avente sezione trasversale triangolare, scaleno oppure anche isoscele. Le figure 2C,3C illustrano un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione, avente sezione trasversale esagonale.

Le figure 2D,3D si riferiscono ad un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione avente sezione trasversale rettangolare.

In altre forme di attuazione, la sezione trasversale dell’inserto 1 può essere semi-trapezoidale.

I fori passanti 3’ dell’elemento ad arco di circonferenza 2 hanno diametro preferibilmente, ma non esclusivamente, compreso tra 0.1 mm e 0.3 mm.

A titolo di esempio non limitativo, nella forma di attuazione dell’invenzione secondo le figure 1,2,3 – ma anche, ad esempio, nelle forme di attuazione delle figure 2A,3A,2B,3B,2C,3C,2D,3D – l’elemento ad arco di circonferenza 2 ha un raggio interno B di 2.80 mm, ed un raggio esterno C di 3.20 mm.

Inoltre, lo spessore D dell’elemento ad arco di circonferenza 2 può essere ad esempio di 0.2 mm, ma anche superiore.

Più in generale, le dimensioni dello spessore D del raggio interno B e del raggio esterno C dell’elemento ad arco di circonferenza 2 possono essere qualsiasi, senza limitazioni agli scopi della presente invenzione. Le estremità 4,5 sono preferibilmente arrotondate, per favorire l’impianto nello stroma della cornea.

L’elemento ad arco di circonferenza 2 dell’inserto 1 comprende inoltre almeno un’apertura terminale 6 idonea all’inserimento di un utensile di manipolazione dell’inserto 1.

Come detto, tale apertura terminale 6 è prevista in corrispondenza di una delle estremità 4,5 dell’elemento ad arco di circonferenza.

Preferibilmente, l’elemento ad arco di circonferenza 2 comprende due aperture terminali 6 previste ciascuna in corrispondenza di una rispettiva estremità 4,5 dell’elemento ad arco di circonferenza 2.

La presenza di due aperture terminali 6 consente al chirurgo di afferrare l’inserto 1 da ciascuna delle estremità 4,5 dell’elemento ad arco di circonferenza 2. Le aperture terminali 6 sono ad esempio passanti, hanno sezione circolare ed hanno diametro, ad esempio, di 0.25 mm.

Le aperture terminali 6 potrebbero anche avere sezione di altra forma, oppure avere dimensioni diverse, senza alcuna limitazione.

In alcune forme di attuazione dell’invenzione, le aperture terminali 6 potrebbero essere assenti.

Nel caso in cui tali aperture terminali 6 siano presenti, per porzione centrale dell’elemento ad arco di circonferenza 2 si intende la porzione compresa tra le suddette aperture terminali 6.

L’invenzione così concepita permette di conseguire importanti vantaggi tecnici.

Infatti, i fori passanti 3’ permettono il libero passaggio di fluidi organici – in forma liquida o gassosa - sostanzialmente lungo tutta la lunghezza dell’elemento ad arco di circonferenza 2, da un lato all’altro dell’elemento 2 stesso, ad esempio dal lato superiore al lato inferiore e viceversa.

In particolare, questo significa che i suddetti fluidi organici possono liberamente passare, ad esempio, da una lamella corneale all’altra, impedendo così che zone di queste ultime, anche di estensione non trascurabile, possano soffrire di problematiche di ipossia, o di altre simili problematiche dovute alla scarsa circolazione dei fluidi stessi.

Inoltre, la presenza dei fori passanti 3’ rende maggiormente flessibile e maneggevole l’inserto 1, fatto questo che risulta essere vantaggioso durante il suo impianto nella cornea del paziente.

Un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo la presente invenzione è illustrato nelle figure 4,5.

Questa forma di attuazione si differenzia dalle precedenti essenzialmente per il fatto che, come illustrato nella sezione trasversale di figura 5, almeno uno dei fori passanti 3”, nel caso in cui siano in numero superiore ad uno, ha il rispettivo asse parallelo o sostanzialmente parallelo al piano definito dall’elemento ad arco di circonferenza 2.

Più in dettaglio, tutti i fori passanti 3” hanno i rispettivi assi paralleli o sostanzialmente paralleli al piano definito dall’elemento ad arco di circonferenza 2.

In questo modo viene consentito, in particolare, il libero passaggio di fluidi organici, liquidi o gassosi, dal lato interno al lato esterno dell’elemento ad arco di circonferenza 2 e viceversa.

In altre parole, viene consentito il passaggio di fluido secondo direzioni sostanzialmente parallele alle ideali superfici sulle quali giacciono le lamelle corneali.

La sezione trasversale dell’elemento ad arco di circonferenza 2 può avere una forma qualsiasi tra quelle citate per la precedente forma di attuazione, o anche altre forme.

Ancora un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione è illustrata nella figura 6.

Questa forma di attuazione si differenzia dalle precedenti per il fatto che alcuni dei fori passanti 3’, nel caso in cui siano in numero superiore ad uno, hanno i rispettivi assi ortogonali, o sostanzialmente ortogonali, al piano definito dall’elemento ad arco di circonferenza 2, mentre altri fori passanti 3” hanno i rispettivi assi paralleli, o sostanzialmente paralleli, al suddetto piano definito dall’elemento 2.

Ad esempio, i fori passanti 3’ aventi asse ortogonale al piano dell’elemento 2 possono essere disposti alternati ai fori passanti 3” aventi asse parallelo al piano dell’elemento 2, per una migliore distribuzione degli stessi.

Grazie a questa soluzione, il passaggio di fluidi organici attraverso l’elemento ad arco di circonferenza 2 può avvenire secondo due direzioni tra loro sostanzialmente ortogonali, rendendo ancora più efficace la circolazione dei fluidi organici all’interno del tessuto corneale.

La sezione trasversale dell’elemento ad arco di circonferenza 2 può avere una forma qualsiasi tra quelle citate per le precedenti forme di attuazione, o anche altre forme.

Un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione è illustrata nelle figure 7,8.

In questa forma di attuazione, alcuni dei fori passanti 3’ aventi asse ortogonale al piano dell’elemento 2 ed alcuni dei fori passanti 3” aventi asse parallelo al piano dell’elemento 2 sono tra loro comunicanti, come illustrato in particolare nella figura 8.

Questo permette di ottenere, in alcune specifiche zone dell’elemento ad arco 2, il libero passaggio dei fluidi organici sia dal lato superiore al lato inferiore e viceversa dell’elemento 2, che dal lato interno al lato esterno e viceversa dell’elemento 2 stesso.

Tale soluzione consente pertanto di aumentare sensibilmente la permeabilità dell’inserto 1 ai fluidi organici in alcuni punti specifici dell’elemento ad arco di circonferenza 2, e secondo più direzioni.

In generale, si sottolinea che in altre forme di attuazione i fori passanti 3’ aventi i rispettivi assi ortogonali al piano dell’elemento 2 ed i fori passanti 3” aventi i rispettivi assi paralleli al piano dell’elemento 2 stesso possono essere variamente combinati in modo tale da ottenere il migliore risultato in termini di permeabilità ai fluidi organici.

Ancora una forma di attuazione dell’inserto 1 secondo la presente invenzione è illustrata nelle figure 9,10,11.

Questa forma di attuazione si differenzia da quella delle figure 1,2,3 per il fatto che l’elemento ad arco di circonferenza 2 ha spessore variabile dalla prima estremità 4 alla seconda estremità 5.

Ad esempio, l’elemento ad arco 2 può presentare, in corrispondenza della prima estremità 4, un primo spessore D1, ed in corrispondenza della seconda estremità 5, un secondo spessore D2 inferiore al primo spessore D1.

L’elemento ad arco di circonferenza 2 può passare dal primo spessore D1 al secondo spessore D2 secondo un andamento lineare oppure sostanzialmente lineare.

In alternativa, in altre forme di attuazione, l’elemento ad arco di circonferenza 2 può passare dal primo spessore D1 al secondo spessore D2 con andamento diverso da quello lineare, in relazione alle specifiche esigenze applicative.

Nella forma di attuazione illustrata nelle figure 9,10,11, il numero la posizione e la forma dei fori passanti 3’, nel caso in cui siano in numero superiore ad uno, può essere qualsiasi, così come può essere qualsiasi la disposizione dei loro rispettivi assi.

Inoltre, anche la sezione trasversale dell’elemento ad arco di circonferenza 2 può essere qualsiasi, ad esempio secondo quanto illustrato nelle figure 2,2A-2D e 3,3A-3D.

Questa caratteristica permette di ottenere diverse tensioni in diverse zone dello stroma periferico, le quali inducono conseguentemente diversi gradi di deformazione dello stroma stesso a fini correttivi.

In particolare, la tensione e la deformazione dello stroma saranno maggiori nelle zone che si trovano in corrispondenza del primo spessore D1 maggiore.

Quindi il chirurgo, sulla base dell’effetto correttivo che desidera ottenere, può posizionare l’inserto 1 tra le lamelle corneali in modo da creare le volute tensioni nelle zone richieste; ad esempio, il chirurgo farà attenzione a posizionare la prima estremità 4, avente lo spessore D1 maggiore, dove è richiesta una deformazione più marcata della cornea.

A solo titolo di esempio, si specifica che in alcune forme di attuazione il primo spessore D1 potrebbe essere di 0.5 mm, mentre il secondo spessore D2 potrebbe essere di 0.4 mm.

In altre forme di attuazione, il primo spessore D1 potrebbe essere di 0.5 mm, mentre il secondo spessore D2 potrebbe essere di 0.3 mm.

In altre forme di attuazione, il primo spessore D1 potrebbe essere di 0.4 mm, mentre il secondo spessore D2 potrebbe essere di 0.3 mm.

In ancora altre forme di attuazione, il primo spessore D1 potrebbe essere di 0.4 mm, mentre il secondo spessore D2 potrebbe essere di 0.2 mm.

In ancora altre forme di attuazione, il primo spessore D1 potrebbe essere di 0.3 mm, mentre il secondo spessore D2 potrebbe essere di 0.2 mm.

Un’altra forma di attuazione dell’inserto 1 secondo l’invenzione è illustrata nelle figure 12,13,14.

Anche in questa forma di attuazione l’elemento ad arco di circonferenza 2 ha spessore variabile.

In questa forma di attuazione, però, il primo spessore D1, che ha valore massimo, si trova sostanzialmente in corrispondenza della mezzeria 7 dell’elemento ad arco di circonferenza 2.

Il secondo spessore D2, che ha valore minimo, si trova invece in corrispondenza della prima estremità 4 e della seconda estremità 5 dell’elemento ad arco di circonferenza 2.

Nella forma di attuazione illustrata nelle figure 12,13,14, il numero la posizione e la forma dei fori passanti 3’ può essere qualsiasi, così come può essere qualsiasi la disposizione dei loro rispettivi assi.

L’inserto 1 secondo la presente forma di attuazione può essere utilizzato in alternativa o in combinazione con quello secondo la forma di attuazione delle figure 9-11 per ottenere diversi effetti correttivi in diverse zone dello stroma periferico della cornea.

In generale, i fori passanti 3’,3” dell’elemento ad arco di circonferenza 2, o anche solo alcuni di essi, possono avere i rispettivi assi inclinati di un certo angolo prefissato qualsiasi rispetto al piano definito dall’elemento ad arco di circonferenza 2 stesso, compreso tra 0° e 90°.

Si è così visto come l’invenzione raggiunge gli scopi proposti.

La presente invenzione è stata descritta secondo forme preferite di realizzazione, ma varianti equivalenti possono essere concepite senza uscire dall'ambito di protezione offerto dalle rivendicazioni che seguono.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Inserto intrastromale corneale, comprendente un elemento ad arco di circonferenza (2) di estensione angolare prefissata (A) e realizzato in materiale polimerico inerte o biocompatibile, destinato ad essere impiantato nello stroma della cornea per la correzione di difetti della vista, caratterizzato dal fatto che detto elemento ad arco di circonferenza (2) comprende almeno un foro passante (3’;3”;3’,3”) previstosostanzialmente nella sua porzione centrale, atto a consentire il passaggio di fluidi da un lato all’altro di detto elemento (2).
2. Inserto secondo la rivendicazione 1, comprendente una pluralità di fori passanti (3’;3”;3’,3”) uniformemente distribuiti, oppure angolarmente equidistanziati, lungo detto elemento ad arco di circonferenza.
3. Inserto secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui almeno uno di detti fori passanti (3’) ha il rispettivo asse ortogonale o sostanzialmente ortogonale al piano definito da detto elemento ad arco di circonferenza (2).
4. Inserto secondo una delle rivendicazioni 1 o 2, in cui almeno uno di detti fori passanti (3”) ha il rispettivo asse parallelo o sostanzialmente parallelo al piano definito da detto elemento ad arco di circonferenza (2).
5. Inserto secondo una delle rivendicazioni 1 o 2, in cui almeno uno di detti fori passanti (3’;3”;3’,3”) ha il rispettivo asse inclinato di un certo angolo prefissato rispetto al piano definito da detto elemento ad arco di circonferenza (2).
6. Inserto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detta estensione angolare prefissata (A) è inferiore a 360°.
7. Inserto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento ad arco di circonferenza (2) ha spessore (D1,D2) variabile dalla sua prima estremità (4) alla sua seconda estremità (5).
8. Inserto secondo la rivendicazione precedente, in cui detto elemento ad arco di circonferenza (2) ha un primo spessore (D1) in corrispondenza di detta prima estremità (4), ed un secondo spessore (D2), inferiore a (D1), in corrispondenza di detta seconda estremità (5).
9. Inserto secondo la rivendicazione 7, in cui detto elemento ad arco di circonferenza (2) ha un primo spessore (D1) sostanzialmente in corrispondenza della sua mezzeria (7), ed un secondo spessore (D2), inferiore a (D1), in corrispondenza di dette prima estremità (4) e seconda estremità (5).
10. Inserto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detti fori passanti (3’;3”;3’,3”) hanno diametro compreso tra 0.1 mm e 0.3 mm.
11. Inserto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento ad arco di circonferenza (2) comprende almeno un’apertura terminale (6), prevista in corrispondenza di detta prima estremità (4) e/o seconda estremità (5), idonea all’inserimento di un utensile di manipolazione dell’inserto.
12. Inserto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto elemento ad arco di circonferenza (2) ha sezione trasversale di forma scelta tra ellittica, circolare, triangolare, quadrangolare, esagonale, semi-trapezoidale, e simili.
13. Inserto secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto materiale polimerico inerte o biocompatibile comprende polimetilmetacrilato.