ITBO20080367A1 - Metodo per il consolidamento di terreni in pericolo di frana e impianto per attuare tale metodo - Google Patents

Metodo per il consolidamento di terreni in pericolo di frana e impianto per attuare tale metodo Download PDF

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    • Y02A10/23Dune restoration or creation; Cliff stabilisation

Description

METODO PER IL CONSOLIDAMENTO DI TERRENI IN PERICOLO DI FRANA E IMPIANTO PER ATTUARE TALE METODO
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un metodo e un impianto per il consolidamento dei terreni, atto a trovare impiego per la stabilizzazione dei versanti instabili in terra.
È noto che il consolidamento dei versanti in terra in pericolo di frana viene da tempo eseguito tramite l’installazione di impianti del tipo cosiddetto a reti armate. Tali impianti prevedono una pluralità di reti in filo di acciaio zincato, disposte a ricoprire la superficie del terreno instabile. Tali reti sono fissate su ancoraggi infissi in profondità nel terreno, fino a raggiungere uno strato stabile, con l’ausilio di piastre di ripartizione e funi di collegamento e rinforzo in acciaio. Gli ancoraggi sono costituiti da barre rigide in acciaio filettato, posate in appositi fori riempiti di malta cementizia. La rete viene fissata al terreno in corrispondenza di ciascuna barra tramite una piastra di ripartizione, bloccata tramite un dado serrato sulla barra stessa.
Tale tipologia di realizzazione, correntemente impiegata, non si è però dimostrata sufficientemente efficace. In seguito ai numerosi insuccessi, la ricerca in questo settore tecnico si è focalizzata principalmente sullo sviluppo tecnologico dei materiali impiegati, nel tentativo di realizzare sistemi in grado di resistere passivamente a sollecitazioni anche molto elevate.
In particolare, sono stati introdotti nuovi sistemi che consentono di evitare l’impiego delle funi di rinforzo, impiegando reti e ancoraggi ad alta resistenza, in grado di sopportare spinte elevate. Tali sistemi sfrutterebbero inoltre l’effetto stabilizzante indotto dalla precompressione degli ancoraggi sul terreno sottostante.
Tuttavia, è stato osservato che anche tali sistemi non sono in grado di garantire una protezione sufficiente dei versanti in frana. Infatti, come illustrato in fig.1, il terreno instabile scivola sotto le reti 80 e tra le barre 70, scaricando le reti e gli ancoraggi a monte A, e distruggendo gli ancoraggi posti a valle C. Ciò si verifica anche se le reti e gli ancoraggi sono posti fortemente in tiro in fase di montaggio, sfruttando le elevate resistenze dei materiali per aumentare la rigidità della struttura. Inoltre, è stato osservato che un elevato pretensionamento delle barre di ancoraggio, ottenuto applicando ad esse una coppia di serraggio elevata, non ha alcun effetto stabilizzante sullo strato sottostante. Infatti, a causa della cedevolezza del terreno, il carico applicato grava unicamente sul cemento gettato al di sotto della piastra di ripartizione, senza comprimere il terreno circostante. In tali sistemi quindi non vi è nessun elemento che agisca attivamente contro l’insorgere del fenomeno franoso, se non l’opposizione meccanica delle barre filettate degli ancoraggi, che hanno però una densità molto ridotta. I sistemi di contenimento a reti armate, molto diffusi sul territorio in ragione della loro economicità, non consentono quindi una soluzione efficace al problema del consolidamento dei versanti in terra in pericolo di frana, in particolare non impediscono lo scorrimento del terreno sotto la rete e fra le barre, indipendentemente dalla resistenza dei materiali con cui tali impianti vengono realizzati.
Un altro problema rilevato negli impianti di tipo noto è il fenomeno cosiddetto “push-down”, per cui all’insorgere del fenomeno franoso la notevole pressione esercitata sulle barre provoca la rottura del cemento all’altezza dell’innesto nello strato roccioso stabile sottostante, e piega le barre stesse verso valle, avvicinando le rispettive estremità superiori agli ancoraggi posti più a valle. Ciò determina la perdita di tensione delle reti, ed eventualmente dei cavi se ci sono, che si sollevano sul terreno perdendo ogni funzione di contenimento. Il terreno non più contenuto scivola quindi sotto la rete e spinge contro la fila successiva di ancoraggi, piegandoli verso valle e innescando un effetto a catena che si propaga fino alla base della frana. Tale fenomeno si verifica soprattutto quando lo strato instabile presenta un’altezza notevole (2 o 3 metri), rendendo necessario l’impiego di barre della lunghezza di 5 o 6 metri, poco efficaci a causa della loro elevata flessibilità. Inoltre, tale fenomeno determina spesso l’insorgere di pericolose crepe nel terreno, che possono convogliare acque meteoriche e di ruscellazione sul piano di scorrimento della frana, aggravando ulteriormente l’instabilità del versante.
Inoltre, è stato osservato che negli impianti di tipo tradizionale comprendenti reti e funi metalliche ed ancoraggi in barra il punto più debole dell’installazione risulta essere la linea di ancoraggi posta più a monte, soprattutto nelle situazioni in cui si verifica il fenomeno del push-down. In tali casi, è stata lamentata l’assenza negli impianti tradizionali di un adeguato sistema di rinforzo della prima linea di ancoraggi.
Il compito della presente invenzione è quello di risolvere i problemi citati, escogitando un metodo per il consolidamento dei terreni in pericolo di frana in grado di opporsi attivamente all’insorgere dell’evento franoso, senza limitarsi a contenere le sollecitazioni tramite la resistenza passiva dei materiali.
Nell’ambito di tale compito, è ulteriore scopo della presente invenzione quello di fornire un impianto in grado di attuare il metodo proposto per il consolidamento dei terreni in pericolo di frana, garantendo un quantificabile livello di sicurezza, ampiamente supportato da prove sperimentali.
Un ulteriore compito dell’invenzione è quello di mettere a disposizione un impianto per il consolidamento dei terreni in pericolo di frana di semplice concezione, di funzionamento sicuramente affidabile e di impiego versatile, immediatamente attivo, dal basso impatto, duraturo e privo di manutenzione. Gli scopi citati vengono ottenuti in accordo con quanto riportato nelle rivendicazioni.
Le caratteristiche dell'invenzione sono evidenziate nel seguito, con particolare riferimento alle unite tavole di disegno, nelle quali:
- la fig.1 illustra una vista in sezione longitudinale di un versante in frana su cui è stato installato un impianto di consolidamento di tipo tradizionale;
- la fig. 2 illustra una vista in sezione longitudinale di un versante in frana su cui è stato installato l’impianto di consolidamento oggetto dell’invenzione; - la fig. 3 illustra una vista assonometrica schematica della superficie di un versante in frana su cui è stato installato l’impianto di consolidamento oggetto dell’invenzione;
- la fig. 4 illustra una vista frontale di un pozzetto di bugnatura secondo l’invenzione, non istallato.
- la fig. 5 illustra una vista assonometrica schematica della superficie di un versante in frana su cui è stato installato l’impianto di consolidamento oggetto dell’invenzione, secondo una ulteriore forma realizzativa particolarmente idonea al caso dei versanti irregolari;
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato nell’insieme con 1 l’impianto per il consolidamento di versanti in pericolo di frana. Più specificamente, viene illustrata nel seguito una forma realizzativa preferita dell’invenzione particolarmente adatta per effettuare il consolidamento di versanti a stratificazione regolare in terra granulare o coesiva.
L’impianto 1 prevede una pluralità di fori 2, predisposti sul terreno perpendicolarmente (circa) alla superficie del versante e sufficientemente profondi da raggiungere un sottostante strato stabile H di roccia 3. I fori 2 vanno disposti a quinconce morfologico (assecondando la morfologia del terreno), tagliato orizzontalmente a creare coi cavi un reticolo di contenimento attivo una maglia triangolare .
Ciascuno dei fori 2 reca nella parte superiore uno scavo di modellazione 5, realizzato a forma tronco-piramidale rovesciata, la cui funzione sarà meglio chiarita nel seguito. Un impianto cosi predisposto determina sul terreno una pluralità di rilievi bugnati 6 a pianta triangolare, le cui pareti degradano nei scavi di modellazione. (si veda fig.3).
I fori 2 sono atti ad accogliere rispettivi ancoraggi 4, comprendenti essenzialmente una barra di ancoraggio 7 in acciaio filettato, di lunghezza adeguata. La barra 7 è atta a essere introdotta in un foro 2 fino ad introdursi sufficientemente nello strato stabile di roccia, e bloccata definitivamente in posizione tramite l’iniezione di malta cementizia nello stesso foro 2.
L’impianto comprende almeno una rete 8 in filo di acciaio, atta a essere distesa sulla superficie del versante, opportunamente messa in tensione e saldamente fissata ai suddetti ancoraggi 4, come sarà illustrato nel seguito. Inoltre, gli ancoraggi 4 sono collegati fra loro da una pluralità di cavi 9 in acciaio, stesi sopra le reti 8 secondo una disposizione prestabilita, il quinconce, che prevede i cavi disposti lungo diagonali parallele sx e dx a formare un disegno a grandi rombi che successivamente vengono tagliati dalle linee orizzontali in tanti triangoli dai vertici alternati. (si veda ancora fig.
3).
Le reti 8 e i cavi 9, distesi sul terreno, sono fissati ai suddetti ancoraggi 4 tramite una pluralità di pozzetti di bugnatura 10 di forma adeguata, atti a essere accoppiati a un rispettivo scavo di modellazione 5.
In particolare, i pozzetti 10 sono rispettivamente costituiti da una piastra in acciaio di forma tronco-piramidale rovesciata, presentante una superficie 12 di base, che risulta essere rivolta verso il fondo dello scavo 5 quando il pozzetto 10 è posto in opera. La superficie 12 reca ai rispettivi angoli, quattro blocchi di presa della rete 11 finalizzati a ripartire su 4 maglie la presa della piastra e non su uno soltanto come avviene oggi, e presenta al centro il foro passante per la barra 13. In corrispondenza del foro 13, è previsto un cannotto di protezione 14, atto ad aumentare la facilità di scorrimento dei cavi per una maggiore messa in tiro, come meglio descritto in seguito. In fase di montaggio, ciascun pozzetto 10 è installato in un rispettivo scavo di modellazione 5, inserendo l’estremità della barra filettata 7, sporgente dal fondo dello scavo 5 (e dalla rete precedentemente posata), nel pozzetto 10 attraverso il foro 13. In questo modo, le reti 8 e i cavi 9, precedentemente stesi sul terreno, vengono a trovarsi interposti fra il fondo del pozzetto 10 e l’inizio dello scavo 5. In particolare, il sistema deve essere montato in maniera tale che i cavi 9 vengano a ruotare attorno al canotto 14, e che ciascun blocco di presa 11 intercetti una maglia della rete 8. Il pozzetto 10 viene poi costretto nel suo alloggio (forzando cavi e rete) tramite il serraggio del dado di bloccaggio, non illustrato, che viene avvitato sulla barra filettata 7 facendo presa sul pozzetto stesso 10.
Il cannotto di protezione 14, posto in corrispondenza del foro passante 13, ha la funzione di impedire il contatto fra la barra filettata 7 e i cavi 9, che si trovano interposti fra il fondo dello scavo 5 e la base 12 del pozzetto 10. Ciò consente di evitare che si producano attriti che impedirebbero ai cavi stessi di essere messi adeguatamente in tensione e di lavorare correttamente. I pozzetti 10 possono essere chiusi da un rispettivo tombino, non illustrato, al cui interno possono essere incisi, per sucessive verifiche, su un lamierino alcuni dati tecnici dell’installazione, (la lunghezza della barra, la coppia di serraggio del dado rilevata con chiave dinamometrica, l’altezza dello strato di terra rilevato dall’operatore durante la perforazione, il tipo di miscela prescelta per la cementazione, il numero delle iniezioni e la presunta quantità di cemento iniettata, ecc.) alternativamente, i pozzetti 10 possono essere semplicemente interrati.
Le dimensioni dei pozzetti di bugnatura (altezza, larghezza, spessore) possono variare a seconda del tipo di terreno, dell’altezza dello strato instabile di frana, della distanza tra gli ancoraggi e quindi della maglia del reticolo dei cavi attivi di contenimento.
Il metodo per la posa in opera e il funzionamento dell’impianto per il consolidamento dei terreni in pericolo di frana sono di seguito descritti.
Inizialmente, si procede alla perforazione dei fori 2, disposti a quinconce morfologico tagliato orizzontalmente, come precedentemente descritto, e alla realizzazione degli scavi di modellazione 5. In particolare, i fori 2 devono essere di lunghezza sufficiente per intercettare il sottostante strato di roccia stabile, e gli scavi di modellazione 5, ricavati con facilità sulla sommità di ciascun foro 2, devono essere realizzati a forma troncopiramidale rovesciata atta ad accogliere un rispettivo pozzetto di bugnatura 10. Questo determinerà sulla superficie del versante rilievi bugnati 6 a pianta triangolare, in maniera tale che ciascun vertice del triangolo costituito dai bordi del rilievo stesso si trovi in corrispondenza di uno scavo di modellazione 5.
Successivamente, si procede alla realizzazione degli ancoraggi, posando ciascuna barra filettata 7 in un rispettivo foro 2 ed eseguendo opportune iniezioni di idonee miscele di cemento, al fine di bloccare saldamente in posizione ciascuna barra 7.
Si procede poi alla posa delle reti 8 ed alla seguente stesura dei cavi 9 che vengono stesi sopra le reti 8 passando per gli ancoraggi 7. In particolare, i cavi 9 vengono disposti lungo tutte le diagonali sx e dx e lungo tutte le orizzontali formando il caratteristico reticolo a maglia triangolare che và perfettamente ad adattattarsi ai bordi dei rilievi bugnati 6 a pianta triangolare di cui già parlato, e le cui caratteristiche in termini di dimensioni (determinate dalla distanza tra gli ancoraggi) variano a seconda dello stato di dissesto del terreno in oggetto. (si veda fig.3).
È quindi possibile installare i pozzetti 10 sui rispettivi scavi 5, infilandoli sulle barre 7 attraverso il foro centrale, forzandoli al loro posto avvitando i dadi sulle barre 7 ed anche con sistemi forzosi come l’uso di grossi martelli ed altro atti a vincere la resistenza di cavi e rete. In questo modo i pozzetti affondano nel terreno in corrispondenza degli scavi, trascinando con se cavi e rete e determinando un forte tensionamento attivo delle reti 8 e dei cavi 9 sulle porzioni di terreno da essi contenuti. In particolare, i rilievi 6 vengono saldamente ricoperti e compressi dalle reti e dai cavi, che si dispongono fortemente tesi lungo i bordi dei rilievi stessi, nonché dai bordi stessi dei pozzetti di bugnatura. È altresì possibile battere i cavi 9 in tensione con appositi martelli, per facilitarne l’affondamento nel terreno migliorandone l’azione di contenimento.
Inoltre, è utilmente prevista la presenza di un adeguato sistema di rinforzo della prima linea di ancoraggi, atto a trovare impiego soprattutto nel caso di installazioni che potrebbero essere soggette al fenomeno del push-down. Tale sistema si compone di una pluralità di capisaldi 15, disposti lungo una linea posta a monte della prima linea di ancoraggi (o in sostituzione della prima linea stessa). I capisaldi 15 sono rispettivamente costituiti da sistemi di ancoraggio noti, del tipo dei micropali o dei cordoli, sovradimensionati rispetto alle aste filettate 7 e di elevata rigidità. I capisaldi 15 sono collegati mediante cavi di acciaio direttamente agli ancoraggi della prima linea, e consentono di scaricare sui capisaldi 15 tutte le sollecitazioni anomale che potrebbero causare il fenomeno del push-down. È altresì possibile dotare i capisaldi 15 di rispettivi pozzetti sentinella 16, per la verifica dello stato dell’impianto. I pozzetti sentinella 16 sono dotati di rispettivi strumenti di rilevamento, che segnalano la tensione a cui sono sottoposti i cavi, permettendo così di controllare l’evoluzione dei fenomeni in atto.
Una ulteriore forma realizzativa dell’invenzione, rappresentata in fig. 5, consente di realizzare efficacemente il consolidamento dei versanti irregolari in terra a rischio di frana. I versanti irregolari comprendono solitamente rilievi irregolari e repentini cambi di pendenza, e non presentano la superficie libera del terreno piano-parallela al piano di scivolamento di frana. Generalmente, tali versanti presentano una pluralità di avvallamenti più pronunciati 17, caratterizzati in tali punti da un forte assottigliamento dello strato instabile. Il metodo previsto in questo caso dalla presente invenzione prevede quindi di identificare i punti in cui lo spessore di terreno instabile è minimo, e di creare in corrispondenza di tali punti rispettive linee di ancoraggio 18 ad alta resistenza, utilizzando cavi e barre di maggiori dimensioni, realizzando in sostanza rispettive linee intermedie di capisaldi. Ciò consente di irrigidire opportunamente l’impianto, isolando le zone a maggiore spessore e rafforzando così la resistenza dell’impianto.
Le analisi sperimentali svolte hanno dimostrato che la modellazione del versante a rilievi (a pianta triangolare o altro) risulta essere la migliore per contrastare le frane in terra. È stato infatti osservato che, dal punto di vista geotecnico, la modellazione dello strato superficiale del terreno secondo il modello proposto dall’invenzione, sottoposto alle compressioni strutturali pocanzi descritte (cavi, rete, pozzetti) determina la formazione di uno strato consolidato di terreno S, stabile e tenace, profondo almeno quanto gli scavi di modellazione eseguiti. Tale strato compatto, grazie alla particolare geometria e alle forze in gioco, scarica vantaggiosamente sugli ancoraggi il proprio peso alleggerendo lo strato in frana, riducendo così la componenete destabilizzante della forza peso. Inoltre, la costituzione di uno strato superficiale stabile, saldamente trattenuto dall’impianto, contribuisce attivamente al consolidamento raddoppiando le superfici di attrito che la frana deve vincere per scivolare. Infatti il terreno instabile risulta contenuto come in un sandwich tra 2 piani di attrito: il primo è quello noto a tutti tra il terreno e lo strato roccioso sottostante, il secondo è invece quello situato subito al di sotto dello strato S di consolidazione che la frana deve vincere per poter scivolare visto che tale strato S è saldamente bloccato dall’impianto stesso.
Per garantire una efficace azione di consolidamento, è necessario che i pozzetti e i cavi siano correttamente affossati nel terreno e talmente in tiro da incidere la rete stessa nelle zone più bombate, determiniando così quella azione meccanica necessaria a creare lo strato consolidato S.
I pozzetti di bugnatura, elementi importanti dell’invenzione, sostituiscono con maggiore efficacia le piastre di ripartizione delle installazioni tradizionali, obbligando ad un maggiore affossamento dei cavi nel terreno. Le maggiori dimensioni dei pozzetti aumentano la superficie di contrasto allo scivolamento ed abbinati all’uso essenziale dei capisaldi collaborano all’ottenimento di quella rigidezza dell’impianto essenziale per scongiurare il push-down ed ottenere un impianto attivo di prevenzione dalle frane.
L’impianto per il consolidamento dei terreni a rischio di frana secondo l’invenzione consente quindi di risolvere i problemi citati, in particolare permette di contrastare attivamente l’insorgere dell’evento franoso, senza limitarsi a contenere le sollecitazioni tramite la resistenza passiva dei materiali. Questo risultato è ottenuto in particolare grazie alla geometria e alle dimensioni dei pozzetti di bugnatura 10, dei rilievi 6, alla azione meccanica del reticolo fortemente in tiro dei cavi interrati, alla elevata pressione della rete sulle porzioni di terreno modellato, al raddoppio delle superfici di attrito, alla garanzia di rigidità dell’impianto data dai capisaldi, tutti elementi essenziali di un metodo, oggetto della presente invenzione che punta a prevenire le frane con un’azione di tipo attivo.
Si intende che quanto sopra è stato descritto a titolo esemplificativo e non limitativo, per cui eventuali varianti costruttive si intendono rientranti nell'ambito protettivo della presente soluzione tecnica, come sopra descritta e nel seguito rivendicata.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Metodo per il consolidamento di versanti in terra in pericolo di frana, caratterizzato dal fatto che comprende le fasi di a. predisporre una pluralità di fori (2), di lunghezza sufficiente a raggiungere il sottostante strato H di roccia stabile, atti ad accogliere rispettivi ancoraggi (4), costituiti da rispettive barre filettate (7), ciascun foro (2) recando nella parte superiore uno scavo di modellazione (5) a forma tronco-piramidale rovesciata; b. realizzare sulla superficie del pendio una pluralità di rilievi bugnati (6) a pianta triangolare, le cui pareti degradano in maniera tale che ciascun vertice del triangolo costituito dai bordi del rilievo (6) stesso si trova in corrispondenza di uno scavo di modellazione (5); b. introdurre in ciascun foro (2) una barra filettata (7) di lunghezza adeguata, ed eseguire opportune iniezioni di idonee miscele di cemento, al fine di bloccare saldamente in posizione ciascuna barra (7); c. posare sulla superficie del terreno almeno una rete (8) in filo di acciaio e una pluralità di cavi (9), di opportuna resistenza, sovrapposti alla detta rete (8), atti a collegare fra loro i suddetti ancoraggi (4); d. installare in ciascuno scavo di modellazione (5) un rispettivo pozzetto di bugnatura (10), inserendo la parte terminale della rispettiva barra di ancoraggio (7) in un foro (13) posto al centro della base del detto pozzetto (10), in maniera tale che la detta rete (8) e i detti cavi (9) vengano a trovarsi interposti fra il fondo dello scavo (5) e il pozzetto (10); e. stringere mezzi di serraggio posti sulla estremità della detta barra (7) di ancoraggio, portando il detto pozzetto (10) sulla base dello scavo (5) e bloccando saldamente la detta rete (8) e i detti cavi (9) interposti fra la base dello scavo (5) e il pozzetto (10).
  2. 2) Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che comprende, prima della suddetta fase a, l’ulteriore fase di a1. predisporre a monte della prima linea di ancoraggi (4) un avamposto costituito da una linea di capisaldi (16) sovradimensionati, non flessibili, a cui collegare rigidamente la suddetta prima linea di ancoraggi (4).
  3. 3) Impianto per il consolidamento di versanti in terra in pericolo di frana, caratterizzato dal fatto che comprende una pluralità di fori (2), predisposti sul terreno perpendicolarmente alla superficie del versante e sufficientemente profondi da raggiungere un sottostante strato stabile di roccia (3), atti ad accogliere rispettivi ancoraggi (4), costituiti da rispettive barre filettate (7), ciascuno dei detti fori (2) recando nella parte superiore uno scavo di modellazione (5); una pluralità di rilievi bugnati (6) a pianta triangolare realizzati sulla superficie del versante, le pareti dei detti rilievi (6) degradanti in maniera tale che ciascun vertice del triangolo costituito dai bordi del rilievo (6) stesso si trova in corrispondenza di uno scavo di modellazione (5); una pluralità di barre filettate di ancoraggio (7), atte ad essere introdotte in un rispettivo foro (2) fino a raggiungere uno strato stabile di roccia (3), e bloccate definitivamente in posizione tramite l’iniezione di malta cementizia nello stesso foro (2); almeno una rete in filo di acciaio (8) atta ad essere distesa sulla superficie del versante, opportunamente messa in tensione e saldamente fissata ai suddetti ancoraggi (4); una pluralità di cavi (9), stesi sopra alla detta rete (8), atti a collegare fra loro gli ancoraggi (4); una pluralità di pozzetti di bugnatura (10), atti a essere accoppiati a un rispettivo scavo di modellazione (5), e fissati in posizione tramite il serraggio di mezzi di bloccaggio posti sulla rispettiva barra filettata (7), bloccando saldamente le reti (8) e i cavi (9) interposti fra il fondo dello scavo (5) e il pozzetto (10).
  4. 4) Impianto secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che ciascun pozzetto (10) è costituito da una piastra in acciaio di forma tronco-piramidale rovesciata, presentante una superficie (12) di base, di forma rettangolare, che risulta essere rivolta verso il fondo dello scavo (5) quando il detto pozzetto (10) è posto in opera, detta superficie (12) recante al centro un foro passante (13).
  5. 5) Impianto secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detta superficie di base (12) presenta ai quattro angoli rispettivi perni di bloccaggio (11).
  6. 6) Impianto secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detta superficie di base (12) presenta in corrispondenza del foro (13) un cannotto di protezione (14).
  7. 7) Impianto secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che i detti fori (2) sono preferibilmente disposti lungo linee parallele fra loro, e perpendicolari alla pendenza del versante.
  8. 8) Impianto secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che ciascuno dei detti scavi di modellazione (5) è realizzato a forma troncopiramidale rovesciata atta ad accogliere un rispettivo pozzetto di bugnatura 10.
  9. 9) Impianto secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che i detti cavi (9) collegano i detti ancoraggi (4) disposti in diagonale, e in direzione perpendicolare alla pendenza del versante.
  10. 10) Impianto secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che comprende a monte della prima linea di ancoraggi (4) un avamposto costituito da una linea di capisaldi (16) sovradimensionati non flessibili, a cui collegare rigidamente la suddetta prima linea di ancoraggi (4).
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