ITBO20000139A1 - Elemento di chiusura antimanomissione per contenitori di liquidi . - Google Patents

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ITBO20000139A1
ITBO20000139A1 IT2000BO000139A ITBO20000139A ITBO20000139A1 IT BO20000139 A1 ITBO20000139 A1 IT BO20000139A1 IT 2000BO000139 A IT2000BO000139 A IT 2000BO000139A IT BO20000139 A ITBO20000139 A IT BO20000139A IT BO20000139 A1 ITBO20000139 A1 IT BO20000139A1
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Enrico Folchini
Steven White
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Pelliconi Abruzzo Srl
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65DCONTAINERS FOR STORAGE OR TRANSPORT OF ARTICLES OR MATERIALS, e.g. BAGS, BARRELS, BOTTLES, BOXES, CANS, CARTONS, CRATES, DRUMS, JARS, TANKS, HOPPERS, FORWARDING CONTAINERS; ACCESSORIES, CLOSURES, OR FITTINGS THEREFOR; PACKAGING ELEMENTS; PACKAGES
    • B65D41/00Caps, e.g. crown caps or crown seals, i.e. members having parts arranged for engagement with the external periphery of a neck or wall defining a pouring opening or discharge aperture; Protective cap-like covers for closure members, e.g. decorative covers of metal foil or paper
    • B65D41/32Caps or cap-like covers with lines of weakness, tearing-strips, tags, or like opening or removal devices, e.g. to facilitate formation of pouring openings
    • B65D41/46Snap-on caps or cap-like covers
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Description

DESCRIZIONE
annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
ELEMENTO DI CHIUSURA ANTIMANOMISSIONE PER CONTENITORI DI LIQUIDI.
II presente trovato concerne un elemento di chiusura antimanomissione in materiale plastico per contenitori di liquidi, in particolare per bevande.
Attualmente nel campo della tecnica inerente ai sistemi di chiusura dei contenitori, cioè i cosiddetti "tappi di chiusura" di bottiglie in plastica e vetro, è sempre maggiore l'esigenza di trovare alternative valide alle tradizionali chiusure a corona in metallo o alle capsule in materiale plastico applicabile tramite avvitamento.
Questa necessità di alternative valide ai tappi tradizionali viene maggiormente sentita nel caso di contenitori per bevande, quali birre o soft drink di ultima generazione, che, usualmente, devono od hanno la necessità di essere richiuse dopo l'apertura iniziale perché non completamente esaurite e prevedere, inoltre, la possibilità di scaricare gli eventuali gas di sovrappressione che si creano durante la movimentazione del contenitore (caratteristica, denominata, nel gergo del settore, “venting”); oltre a ciò, le capsule utilizzate devono prevedere le caratteristiche classiche (in particolare quelle in materiale plastico) di verifica dell'integrità di prima apertura (denominata “tamper evidence” o “tampering proof") e di non incidere negativamente sulla struttura del collo del contenitore per permettere il riutilizzo del contenitore medesimo.
Attualmente, questi contenitori-bottiglie, in particolare quelli in plastica, vengono chiusi secondo tre tipologie di capsule: la prima è rappresentata dalla classica capsula a vite (sia in materiale metallico, genericamente alluminio, sia in materiale plastico, genericamente a base di poliolefìne come, ad esempio, polietilene o polipropilene) che, chiaramente, permette la richiusura del contenitore dopo la prima apertura, riuscendo a scaricare all’esterno del contenitore (all’atto di ogni successiva apertura) i gas creati dalla bevanda nel caso di spostamento del contenitore, ma presenta l’inconveniente di un costo elevato in sè, oltre a richiedere necessariamente la presenza, sul collo del contenitore, di filetti per l'avvitamento.
La seconda soluzione è rappresentata da una capsula in metallo (usualmente in alluminio) a cui è associato un anello per la presa di apertura avvolto od accostato al collo del contenitore; tale capsula necessita di una bassa forza di applicazione per l’apertura del contenitore, non scalfisce la zona di chiusura del collo della bottiglia e, quindi, può essere applicata su bottiglie riutilizzabili. Gli inconvenienti di tale capsula sono, invece, l'elevato costo di realizzazione, l'impossibilità di una richiusa del contenitore dopo la prima apertura, ed una bassa sicurezza nell’uso, in quanto l’utilizzatore può rischiare, se non esegue correttamente la manovra di apertura, di ferirsi per la presenza di superfici estremamente affilate e taglienti; oltre a richiedere l’impiego di entrambe le mani.
La terza soluzione presente sul mercato è data dal tradizionale tappo a corona che rappresenta la capsula più utilizzata sul mercato per le sue caratteristiche di sicurezza di tenuta, di basso costo sia come impianto di realizzazione, sia come prodotto in sè.
Gli inconvenienti del tappo a corona, nel caso specifico, sono dati: dagli elevati carichi assiali sul collo del contenitore quando la chiusura viene montata, con conseguente difficoltà (od impossibilità) di applicazione su contenitori costituiti da materiale plastico per il rischio di distruzione del contenitore stesso durante il processo di tappatura; dall'impossibilità, o difficoltà, di apertura manuale del contenitore; dall'impossibilità di una corretta chiusura successiva del contenitore per la deformazione irreversibile della capsula, una volta aperta, ed, infine, dall'impossibilità di un successivo riutilizzo del contenitore - se in materiale plastico -, in quanto le corrugazioni e la forza di serraggio della chiusura vanno a scalfire irrimedialmente la bocca del contenitore.
Scopo del presente trovato è, quindi, quello di eliminare gli inconvenienti sopra accennati attraverso la realizzazione di un elemento di chiusura per contenitori di bevande estremamente semplice nella sua configurazione di realizzazione, di basso costo di produzione, e strutturato in modo da prevedere una serie di caratteristiche tecnico - pratiche che soddisfino le esigenze del mercato e cioè: utilizzazione di contenitori-bottiglie anche in materiale plastico con necessità di loro riutilizzazione, cioè “refillable"; permettere una facile applicazione sul contenitore anche e, possibilmente, mediante gli stessi impianti di chiusura, per applicare chiusure tipo tappo corona, fino ad ora utilizzati sulle linee di imbottigliamento; una operazione di apertura facilitata anche con l'utilizzo di una sola mano; la possibilità di evidenziare inequivocabilmente l’avvenuta apertura del contenitore; la possibilità di richiudere il contenitore dopo la prima apertura con autoregolazione del valore della pressione al suo interno dovuta alla gassatura artificiale delle bevande, sia, eventualmente, alla loro naturale fermentazione.
Gli scopi sopra citati vengono raggiunti attraverso un elemento di chiusura in materiale plastico per contenitori di bevande comprendente un corpo principale a conformazione circolare-cilindrica definita da una superfice superiore ed un rivestimento anulare inferiore in corpo unico a racchiudere una porzione di estremità del contenitore, ed una porzione laterale provvista di una coppia di linee di indebolimento e/o rottura estendentisi dal bordo libero del rivestimento anulare per una lunghezza di un primo valore; questa coppia di linee sono tra loro separate, in corrispondenza del loro tratto finale disposto lontano dal bordo libero, di un secondo valore
e, in corrispondenza del bordo libero, di un terzo valore; questi tre
valori sono tra loro calcolati almeno in funzione dei diametro, interno ed esterno, del collo del contenitore e della pressione presente
o generabile all’interno del contenitore, in modo da permettere, successivamente alla separazione di apertura iniziale, tramite relativi mezzi di presa manuale, del corpo principale dal collo e provocante una rottura parziale o totale delle linee di indebolimento e/o
rottura, la richiusura del contenitore con effetto di compensazione
della pressione presente o generabile all’interno del contenitore
stesso.
Le caratteristiche tecniche del trovato/ secondo i suddetti
scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sotto ri portate ed i vantaggi dello stesso risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con
riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una forma di realizzazione puramente esemplificativa e non limitativa, in cui:
la figura 1 illustra un primo schema costruttivo di un elemento di chiusura per contenitori di liquidi, conformemente al presente trovato, in una vista prospettica schematica;
la figura 2 illustra un contenitore per bevande provvisto
di una prima soluzione costruttiva dell'elemento di chiusura oggetto del presente trovato, in una vista frontale schematica;
la figura 3 illustra un particolare in scala ingrandita del ( contenitore di cui a figura 2 in una vista frontale schematica;
la figura 4 illustra l’elemento di chiusura di cui alle figure 2 e 3 in una vista laterale parzialmente in sezione ed in scala ingrandita rispetto alle figure 2 e 3;
le figure 5, 6 e 7 illustrano l’elemento di chiusura dì cui alle figure 2, 3 e 4 in corrispondenti tre fasi di apertura del contenitore tutte in viste laterali schematiche con alcune parti in sezione;
la figura 8 illustra un secondo schema costruttivo di un elemento di chiusura per contenitori di liquidi, conformemente al presente trovato, in una vista prospettica schematica;
le figure 9 e 10 illustrano l’elemento di chiusura realizzato secondo lo schema di cui a figura 8 in posizioni, rispettivamente, di chiusura e di successiva apertura del contenitore ed in viste prospettiche schematiche;
le figure 11, 12, 13 e 14 illustrano l'elemento di chiusura di cui alle figure 9 e 10 in una corrispondente serie di fasi per l’apertura del contenitore tramite sollevamento dell’elemento, tutte le figure sono in viste laterali schematiche con alcune parti in sezione;
le figure 15, 16, 17, 18, 19 e 20 illustrano l'elemento di chiusura di cui alle figure 9 e 10 in una corrispondente serie di fasi per l’apertura del contenitore tramite pressione sull'elemento di chiusura, tutte le figure sono in viste laterali schematiche con alcune parti in sezione;
la figura 21 illustra una terza soluzione costruttiva dell’elemento di chiusura in oggetto in una vista laterale schematica; la figura 22 illustra un particolare riferito alla figura 21 in una vista frontale schematica;
le figure 23 e 24 illustrano un sistema di applicazione dell’elemento di chiusura di cui alle figure da 1 a 22 in un particolare in vista laterale con alcune parti in sezione ed illustrante un terminale di applicazione avvolgente l’elemento di chiusura.
Conformemente alle figure dei disegni allegati, e con particolare riferimento alle figure 1 e 2, l’elemento di chiusura in oggetto, realizzato in materiale plastico, viene applicato su contenitori 1 di bevande, quali, ad esempio, birra, tè, soft drink in genere od altre bevande analoghe, senza, con, ciò limitare la portata inventiva del trovato in oggetto.
Il materiale plastico per la realizzazione di questo elemento di chiusura può essere di svariati tipi (senza con ciò limitarne altri), quali, ad esempio, il polietilene od il polipropilene, od, ancora, delle resine poliestere, quali polietilene tereftalato o polietilene naftalenato.
Questo elemento di chiusura comprende un corpo principale 2, a conformazione circolare-cilindrica (o più precisamente circolare-troncoconica), definito da una superfice superiore 3 ed un rivestimento anulare 4 inferiore in corpo unico a racchiudere una porzione di estremità del citato contenitore 1 comprendente una bocca 5 di uscita della bevanda definita dal collo 6 del contenitore 1.
Il citato rivestimento anulare 4, inoltre, presenta, lungo la propria superfice interna, un dente 7, di tipo anulare, definente un sottosquadro per l'accoppiamento stabile con una corrispondente nervatura anulare 8 presentata dal collo 6 del contenitore 1.
Come chiaramente osservabile nelle figure 1 e 8, l’elemento di chiusura di questo tipo comprende, anche, una porzione laterale provvista di una coppia di linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura, le quali interrompono il citato dente 7, estendentisi dal bordo libero 4a del citato rivestimento anulare 4 per una lunghezza di un primo valore, indicato con C.
Oltre a ciò, la coppia di linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura sono tra loro separate, in corrispondenza del loro tratto finale disposto lontano dal bordo libero 4a, di un secondo valore, indicato con A, e, in corrispondenza del bordo libero 4a, di un terzo valore, indicato con B.
Questi tre valori A, B e C sono tra loro calcolati almeno in funzione dei diametri D e D1 (interno ed esterno) e della sua altezza H del collo 6 del contenitore 1 e della pressione presente o generabile all'interno del contenitore 1: in tal modo è possibile ottenere, successivamente alla separazione di apertura iniziale dell'elemento di chiusura dal collo 6 - effettuata tramite relativi mezzi 10 di presa manuale associati al rivestimento anulare 4 - e provocante una rottura parziale o totale delle linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura, la richiusura del contenitore 1 con effetto di compensazione della pressione presente o generabile all'interno del contenitore stesso.
Più precisamente, nel caso illustrato nelle figure 1 e 8, la citata coppia di linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura sono realizzate sul rivestimento anulare 4 a formare una configurazione sostanzialmente trapezoidale.
Se osserviamo solo la forma geometrica della soluzione illustrata nella figura 1, la coppia di linee 9a e 9b presentano il citato valore A maggiore del valore B, mentre il valore C è maggiore del valore B, ma risulta minore di A: questi dimensionamenti sono, come già accennato, in funzione dei diametri D e D1 e dell’altezza H del collo 6 del contenitore 1 e/o della pressione generabile dal prodotto in esso contenuto dopo l’apertura del contenitore 1 medesimo.
Osservando le figura 1 si può notare come ogni linea 9a e 9b di indebolimento e/o rottura sia composta da un primo segmento S1 rettilineo ed un secondo segmento S2 inclinato rispetto al primo ed uniti tra loro senza soluzione di continuità.
Più precisamente, ogni primo segmento S1 rettilineo è realizzato in prossimità del bordo libero 4a, ed il secondo segmento S2 è inclinato in allontanamento dal corrispondente secondo segmento dell’altra linea di indebolimento e/o rottura a definire una sagoma ad angolo divergente con massimo allontanamento in corrispondenza del tratto più lontano dal bordo libero 4a.
Nelle figure 2 e 3 sono chiaramente visibili i sopra citati mezzi 10 di presa manuale, i quali, in questa prima soluzione costruttiva, comprendono un prolungamento 11 del rivestimento anulare 4, compreso tra la coppia di linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura. Questo prolungamento 11 , nel caso illustrato di forma ellissoide, si sviluppa oltre il bordo libero 4a in modo da permettere, in corrispondenza di un suo sollevamento con allontanamento dal collo 6 del contenitore 1 (vedi freccia F6 di figura 6), una apertura del medesimo contenitore 1 con rottura delle citati linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura.
Per ottenere una corretta operazione di apertura del contenitore 1 , il corpo principale 2 è provvisto di un primo indebolimento (vedi figura 4) realizzato da un primo intaglio 12 ottenuto sulla superfice esterna del corpo principale 2 in corrispondenza della zona di unione tra la superfice superiore 3 ed il citato rivestimento anulare 4 in modo da definire un punto di cerniera atto a facilitare l’operazione di apertura del contenitore 1 , aumentando la flessibilità elastica della zona del rivestimento anulare 4.
In figura 4 è illustrato un secondo indebolimento realizzato, sempre, da un secondo intaglio 13 ottenuto, però, sulla superfice interna del corpo principale 2, a contatto con il citato collo 6 del contenitore 1 , ed in corrispondenza della zona di unione tra la superfice superiore 3 ed il rivestimento anulare 4 in modo da definire un ulteriore secondo punto di cerniera atto ad aumentare ulteriormente la flessibilità elastica dell’elemento di chiusura durante la fase di apertura, senza però generare fratture irreversibile sul corpo principale 2 o sul rivestimento anulare 4. I due punti di cerniera 12 e 13 ora descritti posso essere realizzati singolarmente od in coppia.
La singola o contemporanea presenza degli intagli 12 e 13 di cerniera è funzione almeno delle caratteristiche elastiche del materiale plastico utilizzato per la realizzazione dell’elemento di chiusura e delle dimensioni del collo 6 del contenitore 1.
Entrambi questi primo e secondo intaglio 12 e 13, se presenti, sono preferibilmente realizzati nella zona del corpo principale 2 compresa tra la coppia di linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura per permettere una più diretta azione sulla zona in cui agisce il prolungamento 11.
A conferma della validità della soluzione ora descritta, in una seconda soluzione realizzativa, illustrata partendo dalla figura 8, la configurazione geometrica definita dalle linee 9a e 9b di indebolimento forma un classico trapezio in cui il valore A è minore del valore B, mentre il valore C è minore sia del valore A, sia del valore B.
Come illustrato chiaramente anche nelle figure 9 e 10, i citati mezzi 10 di apertura comprendono sempre un prolungamento 14 del rivestimento anulare 4 oltre il bordo libero 4a, compreso tra la coppia di linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura.
Questo prolungamento 14 è provvisto (vedi anche figure da 11 a 20), di una coppia di punti di cerniera 15 e 16, tra loro distanziati, e di mezzi 17 a camma, definiti dal profilo interno del prolungamento 14, a contatto ed agenti con il collo 6 del contenitore 1.
Tale struttura del prolungamento 14 permette, indifferentemente, l’apertura del contenitore 1 tramite sollevamento del prolungamento 14 medesimo in allontanamento dal collo 6, o tramite spinta dello stesso prolungamento 14 contro il collo 6 del contenitore 1.
Più in dettaglio, il primo punto 15 di cerniera è definito da un primo intaglio 18 ottenuto sulla superfice esterna del corpo principale 2 in corrispondenza della zona di unione tra la superfice superiore 3 ed il rivestimento anulare 4; questo primo intaglio 18 è sempre realizzato nella zona compresa tra le due linee 9a e 9b.
Il secondo punto 16 di cerniera è ottenuto dalla parziale separazione del prolungamento 14 dal rivestimento anulare 4 nella zona prossima al bordo libero 4a, oltre il citato dente 7 anulare di trattenimento del corpo principale 2 sul collo 6: tale configurazione permette la definizione di una singola leva azionabile manualmente.
Questa singola leva 14 è provvista di un profilo 19 interno sostanzialmente concavo, definente i citati mezzi 17 a camma, ed atto a permettere, in corrispondenza di una pressione sulla leva 14 (vedi freccia F14 di figure 18 e 19), una rotazione della stessa leva verso il collo 6 con relativa spinta sia sul bordo libero 4a, sia sulla porzione del dente anulare 7 compresa tra le linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura, dall'interno, in modo da permettere un allontanamento dello stesso bordo libero 4a dal collo 6 con relativa apertura del contenitore 1 (vedi freccia F4 di figure 19 e 20).
Sempre a conferma della estrema validità delle soluzioni sopra accennate, in figura 21 è illustrata una ulteriore soluzione accessoria a questo elemento di chiusura.
Nel caso illustrato, l'elemento di chiusura comprende dei mezzi 20 di trattenimento del corpo principale 2 di chiusura sul collo 6 del contenitore 1. Questi mezzi 20 sono disposti in prossimità del collo 6 e permettono al corpo principale 2 di rimanere vincolato al contenitore 1 anche successivamente alla fase di apertura del medesimo contenitore 1 ottenuta tramite i citati mezzi 10 di apertura.
A titolo puramente esemplificativo, questi mezzi 20 di trattenimento possono comprendere un anello 21 di trattenimento disposto ai disotto del corpo principale 2 di chiusura; l’anello 21 è provvisto di una pluralità di ponticelli 22 e 23 di unione con il bordo libero 4a del corpo principale 2 (il numero è funzione del diametro del corpo principale e qui, a titolo esemplificativo, ne sono visibili due) e di un punto di cerniera 24 realizzato diametralmente opposto alla zona presentante i citati mezzi 10 di apertura: tale strutturazione di questi mezzi 20 permette, in corrispondenza della fase di apertura, una rottura dei ponticelli 22 e 23 presenti ed una rotazione del corpo principale 2 attorno al punto di cerniera 24 (vedi freccia F24 di figura 21 ) con relativo trattenimento del corpo principale 2 sul collo 6 del contenitore 1.
In figura 22, a solo titolo esemplificativo, è illustrato il citato punto di cerniera 24, il quale può comprendere almeno una linguetta pieghevole associata al bordo libero 4a e all'anello 21 di trattenimento. Oltre a ciò possono essere aggiunti degli ingrossamenti bilaterali 25 associati sempre al bordo libero 4a ed all'anello 21 atti a fungere da ulteriori vincoli a cerniera per una corretta rotazione del corpo principale 2 in apertura e richiusura.
Un elemento di chiusura così realizzato raggiunge pienamente gli scopi prefissati e può essere utilizzato secondo le modalità illustrate nelle figure da 5 a 7 per quanto riguarda la prima soluzione costruttiva, e nelle figura da 11 a 20 per quanto riguarda la seconda soluzione costruttiva.
Nelle figure da 5 a 7 è chiaramente visibile la fase di apertura del contenitore 1 attraverso un sollevamento del prolungamento 11 (vedi freccia F6) che, aiutato dalla presenza di uno o di entrambi gli intagli 12 e 13 per la sua rotazione, determina la frattura delle linee 9a e 9b, con conseguente allontanamento del dente 7 compreso tra le linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura dalla nervatura anulare 8, aprendo, di fatto, il contenitore 1.
Analogamente nelle figure da 11 a 14, la leva 14 di questa realizzazione può essere sollevata (vedi freccia F16 di figure 12 e 13) ruotando attorno al secondo punto di cerniera 16 con conseguente spinta sul bordo libero 4a e distanziamento della porzione del dente 7 compreso tra le linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura dalla nervatura anulare 8 (anche aiutato dal primo punto di cerniera 15 e dalla rottura delle linee di indebolimento 9a e 9b). Ottenuto il distanziamento tra la porzione del dente 7 compreso tra le linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura e la nervatura 8, è possibile spingere verso l’alto il corpo principale 2 (vedi freccia F15 di figura 14) per ottenere l’apertura del contenitore 1.
L’architettura costruttiva di questo elemento di chiusura permette, come già accennato più sopra, l’apertura attraverso una pressione sulla leva 14.
Premendo, infatti, sulla leva 14 (vedi freccia F14 di figure 16 e 17), si ottiene una rotazione della stessa leva in direzione del collo 6 (grazie al secondo punto di cerniera 16) con relativa spinta sia sul bordo libero 4a, sia sulla porzione del dente anulare 7 corripreso tra le linee 9a e 9b di indebolimento e/o rottura, dall’interno del corpo principale 2 e grazie alla particolare conformazione del profilo interno della leva 14 ed all’aiuto dato dalla rottura delle linee 9a e 9b.
Tale spinta data dalla leva 14 permette l’allontanamento del bordo libero 4a dal collo 6 con svincolo della porzione di dente 7 dalla nervatura 8 con relativa apertura del contenitore 1 (vedi freccia F4 di figure 19 e 20).
Come osservabile nelle figure 23 e 24, l'elemento di chiusura appena descritto può essere agevolmente applicato sui contenitori 1 attraverso limitatissime varianti tecniche sulle linee di tappatura (in particolare su quelle per tappi a corona) già esistenti. Le linee di tappatura, infatti, possono essere semplicemente provviste, a solo titolo esemplificativo e non limitativo della soluzione, di un terminale 26 applicabile sotto la testa tappante delle linee di trasporto dei contenitori 1. Questo particolare terminale 26 potrà essere semplicemente sagomato in modo da avvolgere l'elemento di chiusura sulla parte superiore dello stesso interessando anche le porzioni comprendenti le linee di indebolimento e rottura; in questo modo l’operazione di tappatura risulterà semplice e non comporterà l’integrità della chiusura stessa.
Questo elemento di chiusura in materiale plastico raggiunge quindi tutti gli scopi prefissati grazie ad una struttura estremamente razionale nella sua globalità e con caratteristiche di applicazione e funzionalità nettamente superiori a ciò che, finora, il mercato ha presentato.
L’utilizzo di una configurazione del corpo principale provvisto di una coppia di linee di indebolimento e/o rottura che, in pratica, determinano una interruzione sulla superfice del corpo principale con possibilità di controllo del potere cerchiante del dente sulla nervatura, controllo effettuato tramite il calcolo delle dimensioni dei citati valori A, B, C, ha permesso di soddisfare una pluralità di specifiche tecniche su quest'unico elemento di chiusura, quali:
facilità di apertura del contenitore anche con una singola mano e secondo diverse possibilità, cioè sollevamento o pressione sui prolungamenti grazie alla bassa forza necessaria per l'apertura;
possibilità di verifica, a vista, dell’integrità del contenitore grazie alle linee di indebolimento e/o rottura;
possibilità di richiusura del contenitore dopo la prima apertura grazie alle linee di indebolimento che, attraverso la loro configurazione ed il loro dimensionamento sul corpo permettono una autoregolazione del valore della pressione all'interno del contenitore sia per bevande gassate artificialmente, sia per naturale fermentazione;
- possibilità di riutilizzo del contenitore grazie alla particolare strutturazione dei mezzi di apertura che non incidono sulla zona del collo coperta dall’elemento di chiusura;
possibilità di riutilizzo quasi completo di linee di imbottigliamento già esistenti per l'applicazione di tappi a corona con il semplice adattamento della testa di applicazione degli elementi di chiusura.
Il trovato così concepito è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell 'ambito del concetto inventivo. Inoltre, tutti i dettagli possono essere sostituiti da elementi tecnicamente equivalenti.

Claims (21)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Elemento di chiusura per contenitori (1) di bevande, elemento di chiusura in materiale plastico comprendente un corpo principale (2) a conformazione circolare-cilindrica, cioè circolare-tronco conica, definita da una superfice superiore (3) ed un rivestimento anulare (4) inferiore in corpo unico a racchiudere una porzione di estremità di detto contenitore (1) comprendente una bocca (5) di uscita della detta bevanda e definita dal collo (6) del detto contenitore (1); detto rivestimento anulare (4) presentando, lungo la propria superfice interna, un dente (7) definente un sottosquadro per l’accoppiamento stabile con una corrispondente nervatura anulare (8) presentata da detto collo (6) del contenitore (1), detto elemento di chiusura essendo caratterizzato dal fatto di comprendere una porzione laterale provvista di una coppia di linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura estendentisi dal bordo libero (4a) di detto rivestimento anulare (4) per una lunghezza di un valore (C); detta coppia di linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura essendo tra loro separate, in corrispondenza del loro tratto finale disposto lontano da detto bordo libero (4a), di un valore (A) e, in corrispondenza di detto bordo libero (4a), di un valore (B); detti tre valori (A, B, C) essendo tra loro calcolati almeno in funzione dei diametri (D, D1) e dell’altezza (H) di detto collo (6) del contenitore (1) e della pressione presente o generabile all’interno di detto contenitore (1), in modo da permettere, successivamente alla separazione di apertura iniziale, tramite relativi mezzi (10) di presa manuale associati al detto rivestimento anulare (4), di detto elemento di chiusura da detto collo (6) e provocante una rottura parziale o totale di dette linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura, la richiusura di detto contenitore (1) con effetto di compensazione della pressione presente o generabile all'interno del contenitore stesso.
  2. 2. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che detta coppia di linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura sono realizzate su detto rivestimento anulare (4) a formare una configurazione sostanzialmente trapezia.
  3. 3. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto valore (A) è maggiore del detto valore (B).
  4. 4. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto valore (A) è minore del detto valore (B).
  5. 5. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dai fatto che ogni detta linea (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura è composta da un primo segmento (S1) rettilineo ed un secondo segmento (S2) inclinato rispetto al primo ed uniti tra loro senza soluzione di continuità.
  6. 6. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che ogni detto primo segmento (S1) rettilineo è realizzato in prossimità del bordo libero (4a) ed il secondo segmento (S2) è inclinato in allontanamento dal corrispondente secondo segmento (S2) dell'altra detta linea (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura a definire una sagoma ad angolo divergente con massimo allontanamento in corrispondenza del detto tratto più lontano da detto bordo libero (4a).
  7. 7. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dal fatto che detto valore (C) è superiore a detto valore (B).
  8. 8. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 1 a 3 e da 5 a 6, caratterizzato dal fatto che detto valore (A) è superiore a detto valore (C).
  9. 9. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (10) di presa manuale comprendono un prolungamento (11) di detto rivestimento anulare (4) oltre detto bordo libero (4a), compreso tra detta coppia di linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura, atto a permettere, in corrispondenza di un suo sollevamento di allontanamento da detto collo (6) del contenitore (1), una apertura del medesimo contenitore (1) con rottura delle dette linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura.
  10. 10. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto di comprendere un primo indebolimento realizzato da un primo intaglio (12) ottenuto sulla superfice esterna di detto corpo principale (2) in corrispondenza della zona di unione tra detta superfice superiore (3) e detto rivestimento anulare (4) in modo da definire un punto di cerniera atto a facilitare l'operazione di apertura di detto contenitore (1).
  11. 11. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto di comprendere un secondo indebolimento realizzato da un secondo intaglio (13) ottenuto sulla superfice interna di detto corpo principale (2), a contatto con detto collo (6) del contenitore (1), in corrispondenza della zona di unione tra detta superfice superiore (3) e detto rivestimento anulare (4) in modo da definire un secondo punto di cerniera atto a facilitare l’operazione di apertura di detto contenitore (1).
  12. 12. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto di comprendere un primo ed un secondo indebolimento realizzati da un relativo primo e secondo intaglio (12, 13) ottenuti, rispettivamente, il primo, sulla superfice esterna di detto corpo principale (2) in corrispondenza della zona di unione tra detta superfice superiore (3) e detto rivestimento anulare (4), ed il secondo sulla superfice interna di detto corpo principale (2), a contatto con detto collo (4) del contenitore (1), in corrispondenza della zona di unione tra detta superfice superiore (3) e detto rivestimento anulare (4) in modo da definire relativi primi e secondi punti di cerniera atti a facilitare l’operazione di apertura di detto contenitore (1).
  13. 13. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 9 a 12, caratterizzato dal fatto che detti primo e secondo intaglio (12, 13) sono realizzati nella zona di detto corpo principale (2) compresa tra la detta coppia di linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura.
  14. 14. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 1 , 2 e 4, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (10) di apertura comprendono un prolungamento (14) di detto rivestimento anulare (4) oltre detto bordo libero (4a) e compreso tra detta coppia di linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura; detto prolungamento (14) essendo provvisto di almeno una coppia di punti di cerniera (15, 16), tra loro distanziati, e di mezzi (17) a camma, definiti dal profilo interno di detto prolungamento (14), a contatto ed agenti con detto collo (6) del contenitore (1) atti a permettere la detta apertura del medesimo contenitore (1), tramite sollevamento del detto prolungamento (14) in allontanamento da detto collo (6), o pressione sullo stesso prolungamento (14) contro detto collo (6) del contenitore (1).
  15. 15. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che detto primo punto (15) di cerniera è definito da un primo intaglio (18) ottenuto sulla superfice esterna di detto corpo principale (2) in corrispondenza della zona di unione tra detta superfice superiore (3) e detto rivestimento anulare (4).
  16. 16. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni 14 e 15, caratterizzato dal fatto che detto secondo punto (16) di cerniera è ottenuto dalla parziale separazione di detto prolungamento (14) da detto rivestimento anulare (4) nella zona prossima a detto bordo libero (4), oltre un dente (7) anulare di trattenimento di detto corpo principale (2) su detto collo (6), ed in modo da definire una singola leva azionabile manualmente.
  17. 17. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni da 14 a 16, caratterizzato dal fatto che detta singola leva (14) è provvista di un profilo (19) interno sostanzialmente concavo, definente detti mezzi (17) a camma, ed atto a permettere, in corrispondenza di una pressione su detta leva (14), una rotazione della stessa leva verso detto collo (6) con relativa spinta sia su detto bordo libero (4a), sia sulla porzione di detto dente anulare (7) compreso tra le dette linee (9a, 9b) di indebolimento e/o rottura, dall'interno, in modo da permettere un allontanamento dello stesso bordo libero (4a) da detto collo (6) con relativa apertura del detto contenitore (1)·
  18. 18. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere dei mezzi (20) di trattenimento di detto corpo principale (1) di chiusura, disposti in prossimità di detto collo (6), ed atti a permettere il mantenimento del medesimo corpo principale (2) vincolato a detto contenitore (1) anche successivamente a detta fase di apertura del medesimo contenitore (1) ottenuta tramite detti mezzi (10) di apertura.
  19. 19. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 18, caratterizzato dal fatto che detti mezzi (20) di trattenimento comprendono un anello (21) di trattenimento disposto al disotto di detto corpo principale (2) di chiusura, e provvisto di almeno una coppia di ponticelli (22, 23) di unione con il bordo libero (4a) di detto corpo principale (2) ed un punto di cerniera (24) realizzato diametralmente opposto alla zona presentante detti mezzi (10) di apertura in modo da permettere, in corrispondenza di detta fase di apertura, una rottura di detti ponticelli (22, 23) ed una rotazione di detto corpo principale (2) attorno a detto punto di cerniera (24).
  20. 20. Elemento di chiusura secondo la rivendicazione 19, caratterizzato dal fatto che detto punto di cerniera (24) comprende almeno una linguetta pieghevole associata a detto bordo libero (4a) ed a detto anello (21) di trattenimento.
  21. 21. Elemento di chiusura secondo le rivendicazioni precedenti e secondo quanto descritto ed illustrato con riferimento alle figure degli uniti disegni e per gli accennati scopi.
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