ITBA970053A1 - Meccanismo-rotolineare per lo spostamento di oggetti, senza spinta su appoggio esterno. - Google Patents

Meccanismo-rotolineare per lo spostamento di oggetti, senza spinta su appoggio esterno. Download PDF

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Description

Descrizione tecnica sintetica dell'invenzione industriale dal titolo:
MECCANISMO ROTO-LINEARE PER LO SPOSTAMENTO DI OGGETTI, SENZA SPINTA SU APPOGGIO ESTERNO
Forma oggetto del presente trovato un meccanismo rotolineare costituito essenzialmente da una parte rotante principale, sulla quale ruotano altre parti del meccanismo che oscillano; tali masse roto-oscillanti hanno un movimento che può considerarsi lineare. Questo movimento lineare può essere utilizzato per creare una differenza fra azione e relativa reazione. In tal modo, se il meccanismo è solidale con un oggetto isolato, si può ottenere lo spostamento dell'oggetto con la sola spinta interna.
Il meccanismo roto-lineare, oggetto della presente invenzione, è di grande utilità perchè con esso si potrebbe far spostare un aereo senza l'uso di elica e senza la spinta di reazione, visto che si può muovere grazie alla sola spinta che si crea all'interno dello stesso oggetto.
Descrizione tecnica dell'invenzione industriale dal titolo MECCANISMO ROTO-LINEARE PER LO SPOSTAMENTO DI OGGETTI, SENZA SPINTA SU APPOGGIO ESTERNO
Campo tecnico
Forma oggetto del presente trovato un meccanismo rotolineare costituito essenzialmente da una parte rotante principale, sulla quale ruotano altre parti del meccanismo che oscillano; tali masse roto-oscillanti hanno un movimento che può considerarsi lineare. Questo movimento lineare può essere utilizzato per creare una differenza fra azione e relativa reazione. In tal modo, se il meccanismo è solidale con un oggetto isolato, si può ottenere lo spostamento dell'oggetto con la sola spinta interna.
Tecnica preesistente
Non vi è nulla di simile perchè, attualmente, per spostare qualsiasi oggetto è necessario l'appoggio su una parte esterna all'oggetto da spostare.
Esposizione dell'invenzione
Il meccanismo roto-lineare, oggetto della presente invenzione, è di grande utilità perchè con esso si potrebbe far spostare un aereo senza l'uso di elica e senza la spinta di reazione, visto che si può muovere grazie alla sola spinta che si crea all'interno dello stesso oggetto.
Per spostare un oggetto necessita una forza di azione, a cui si contrappone una forza di reazione uguale e contraria; se tutto ciò avviene in un sistema isolato non vi è spostamento del baricentro.
Per spostare un oggetto necessita un lavoro uguale ad "un mezzo della massa moltiplicato la velocità al quadrato".
Se ad esempio, si deve portare una massa 10 ad una velocità di un metro/secondo, si calcola "un mezzo per 10 per uno al quadrato" e si ottiene che necessita un lavoro di 5 Kg./metri.
Se avessimo un sistema isolato con la base dieci volte la massa, con i 5 Kg./metri di reazione e con la formula "radice quadrata di: 5 per due diviso cento", in un secondo la base si sposterebbe di 0,3 metri e, quindi, il baricentro si sposterebbe di 0,2 metri.
Ora, a titolo esemplificativo, consideriamo una base formata da due tubi -con gli estremi chiusi- solidali frontalmente ed aventi un peso-massa 100 (fig.l). Nei due tubi "AA" e "BB" consideriamo di avere rispettivamente i pesi "A" e "B", con massa 10; tali pesi rimbalzano fra le sponde del tubo.
Se i pesi viaggiano verso la sponda esterna e sono ben sincronizzati, quando rimbalzano vanno sulla sponda interna e non vi è spostamento di baricentro.
Supponiamo che le distanze fra gli estremi di ogni tubo siano di 10 metri e che i due pesi abbiano una velocità lineare di 10 metri/secondo.
Ora, per portare il peso "A", che è rimbalzato sulla sponda destra e si avvia verso la sponda sinistra, alla velocità di 11 metri/secondo, grazie alla formula "lavoro uguale ad un mezzo massa per la differenza del quadrato della velocità" si conosce che necessita un lavoro pari a 105 Kg./metri.
Come reazione alla spinta dei 105 Kg,/metri sulla base, grazie alla formula "radice quadrata di: 105 per due diviso 100" si ha il risultato di 1,449 metri/secondo; tale risultato rappresenta lo spostamento della base verso destra in un secondo, quando il peso "A" varia la sua velocità da 10 ad 11 metri/secondo verso sinistra.
Se freninamo il peso "A" prima che abbia terminato il percorso dei dieci metri e lo riportiamo alla velocità di 10 metri/secondo, la base perde la spinta verso destra.
Poiché il peso "A" percorre i dieci metri in meno di un secondo, possiamo stimare che lo spostamento positivo della base sia di 1,3 metri. Il peso "A" arriva alla sponda sinistra in anticipo rispetto al peso "B"; inoltre il peso "A" arriva alla sponda sinistra con tutta la forza dei 10 metri/secondo, vale a dire con 500 Kg./metri e, secondo la formula "lavoro uguale ad un mezzo massa per il quadrato della velocità", spinge la base verso sinistra di 3,162 metri/secondo.
Dal momento che questa spinta si ha per un tempo stimato in un decimo di secondo, lo spostamento può essere arrotondato a 0,316 metri: per effetto del rimbalzo vi sarà un'uguale spinta negativa per un totale negativo di 0,632 metri. Il tutto si neutralizza quando il peso "B" arriva alla sponda destra.
Non appena il peso "B" si avvierà verso sinistra, verrà portato alla velocità di 11 metri/secondo; tale aumento di velocità lo faremo perdere prima della fine del percorso rettilineo.
Anche in questo secondo mezzo ciclo, con i 105 Kg./metri di reazione si avrà una spinta positiva della base verso destra di 1,3 metri; questa volta i pesi arriveranno alle sponde centrali in contemporanea.
Stimiamo che per un ciclo intero si ha una spinta di 2,6 metri verso destra e di 0,632 metri verso sinistra; dunque, con la differenza utile di 1,968 metri.
Ora, consideriamo il caso in cui viene progressivamente aumentata la velocità dei pesi per aumentarne la velocità di lavoro, partendo sempre dalla velocità costante dei dieci metri/secondo dei due pesi, che non spostano il baricentro.
Alla prima spinta del peso "A" verso sinistra la base viene spinta verso destra di 1,449 metri/secondo.
Visto che il peso "A" viaggia a 11 metri/secondo, i 605 Kg./metri dell'urto sulla sponda sinistra, spostano negativamente la base di 3,48 metri/secondo verso sinistra e di altri 3,48 metri/secondo per il rimbalzo.
Il peso "B" avrà una spinta positiva di 3,16 metri/secondo e di altri 3,16 per il rimbalzo; a questo punto, anche il peso "B" non appena si avvierà verso sinistra, avrà il suo aumento di velocità da 10 a 11 metri/secondo.
Volendo calcolare i metri/secondo per il tempo e vedere lo spostamento del baricentro per un ciclo si ha:
spinta peso "A" 1,44 x 0,9 = metri positivi 1,3 urto peso "A" 3,48 x 0,1 = metri negativi 0,5 rimbalzo peso "A" 3,48 x 0,1 = metri negativi 0,5 spinta peso "B" 1,44 x 0,9 = metri positivi 1,3 Non tenendo presente che, alla fine del secondo mezzo ciclo, il peso "B<M >sarà il primo a dare una spinta positiva e consideriamo invece che i due pesi arrivano alla sponda contemporaneamente, in un ciclo si avrà un totale positivo di 1,6 metri di spostamento.
Ora stimiamo la velocità dello spostamento del baricentro in metri/secondo per mezzo ciclo:
spinta peso "A” positivo 1,44
urto peso "A" negativo 3,48
rimbalzo peso "A" negativo 3,48
urto peso "B" positivo 3,16
rimbalzo peso "B" positivo 3,16
velocità residua 0,8.
Quindi nel primo mezzo ciclo il baricentro avrà una velocità residua di 0,8 metri secondo.
Dal momento che nella pratica è quanto mai difficile ottenere spostamenti lineari alternati con accelerazioni istantanee, sia con il rimbalzo frontale e sia con altri mezzi, a titolo esemplificativo consideriamo (fig.2) due pulegge "C" e "D<n >fra le quali gira una cinghia "E" e ad un punto della cinghia fissiamo il peso-massa "F<H >. Con questo sistema si evita il rimbalzo frontale grazie ad una dolce inversione di moto; mentre, rimane il movimento lineare, per il quale valgono le considerazioni fatte prima.
Per evitare congegni meccanici, non adeguati, si è progettato un meccanismo roto-lineare, costituito da un albero rotante con alcuni settori di volano dondolanti; durante la rotazione, detti settori di volano hanno, fra l'altro, un movimento che si può considerare lineare, visto che possono non rispettare la rotazione dell'albero.
Breve esposizione dei disegni
Si fa ora una descrizione dettagliata dell'invenzione che farà riferimento specifico alle tavole l e II, nelle quali si rappresenta uno schema preferenziale del tutto esemplificativo e non limitativo ed in particolare, si rappresenta:
fig. 1) uno schema lineare che fa capire come sia possibile avere lo spostamento del baricentro con sole forze interne, fig. 2) uno schema teorico di un meccanismo roto-lineare. fig. 3) la realizzazione del meccanismo roto-lineare secondo 1'invenzione.
fig. 4) il meccanismo roto-lineare con vista laterale.
Modo migliore per attuare l'invenzione
Secondo l'invenzione, il meccanismo roto-lineare (figg.
3 e 4) è costituito da un albero di rotazione (1) che ruota sui suoi due supporti (2); su detto albero vi è solidale un cilindro o mozzo (3); sul mozzo vi sono due cilindretti o spinotti (4), sui quali può oscillare un settore di volano (5) con il relativo peso-massa (6).
La parte rivolta all'esterno del peso (6) è magnetizzata in modo permanente con il polo nord; quando la macchina è in rotazione, il peso (6) si troverà a sfiorare un elettromagnete (7), che solo al momento del loro massimo avvicinamento avrà un impulso tale da formare un polo nord, forte e per un breve tempo in modo da respingere il magnete permanente e, fra l'altro, assicurarne la rotazione.
Quando l'elettromagnete (7) spingerà il peso (6), questo non rispetterà la rotazione circolare del mozzo (3) perchè il settore di volano libero (5) che è un tuttuno con il peso (6), avrà per un tratto un movimento che può essere considerato lineare.
Una volta ottenuto il moto lineare alternato, si possono dare delle spinte fra il peso-massa grande, che è rappresentato da tutto il meccanismo, e in opposizione al peso-massa piccolo roto-oscillante. Poiché il peso-massa piccolo viaggia velocemente, il lavoro di azióne a suo carico rende di meno per il fatto che un poco di forza viene perduta nello spostamento; il lavoro di reazione al pesomassa grande renderà di pid e, di conseguenza, vi sarà un residuo di spostamento e di velocità.
Applicabilità industriali
Con le conoscenze della meccanica ed elettronica attuali si possono costruire facilmente meccanismi rotolineari, oggetto della presente invenzione, ed utilizzarli per lo spostamento di qualsiasi oggetto, comprese le navicelle spaziali.

Claims (5)

  1. Rivendicazioni 1) Meccanismo roto-lineare formato essenzialmente da una parte rotante principale, sulla cui rotazione sono inserite una o più parti che ruotano ed oscillano e, pur continuando a ruotare, possono avere un movimento che si può considerare movimento lineare; e una volta ottenuto il movimento lineare, o movimento rotante libero, questo può essere modificato con accelerazioni ed eventuali decelerazioni rispetto al movimento che dovrebbe avere se fosse solidale sulla parte rotante principale, in modo che il lavoro necessario per lo spostamento della massa roto-oscillante dia una forza-spostamento che rende di meno rispetto alla forza-spostamento dello stesso lavoro di reazione sull'intero meccanismo e sulla macchina a cui è solidale, e in modo tale che la differenza di rendimento dello stesso lavoro di azione e reazione dia una risultante che spinge in una direzione.
  2. 2) Meccanismo roto-lineare secondo la rivendicazione precedente contraddistinto da ciò che la/le parti rotooscillanti possono avere il loro inizio di rotazione e di oscillazione sia sull'asse di rotazione della parte rotante principale e sia ad una certa distanza da questo asse e nel modo che la/le parti roto-oscillanti, visto che oscillano e la loro rotazione ha una certa libertà rispetto alla parte rotante principale, possiamo dare delle accelerazioni ed, eventualmente, anche decelerazioni in qualsiasi parte del suo intero giro e quindi, anche per ottenere un tempo diverso di inversione di moto e nel modo che le forze che si creano nella roto-oscillazione diano una risultante in una sola direzione e sempre restando nell'ambito della presente invenzione.
  3. 3) Meccanismo roto-lineare secondo le rivendicazioni precedenti contraddistinto da ciò che l'oscillazione della parte di meccanismo che può oscillare può essere provocata sia con una spinta diretta sulla stessa parte, sia in modo indiretto. In questo secondo caso, poi, sia facendo oscillare la parte rotante principale, sia spostando il fulcro di oscillazione e anche in altri modi, e sempre restando nell'ambito della presente invenzione.
  4. 4) Meccanismo roto-lineare secondo le rivendicazioni precedenti contraddistinto da ciò che la rotazione del meccanismo può avvenire sia azionando la parte rotante principale, sia azionando la/le parti rotanti rotooscillanti e sia con altri sistemi, con forza motrice interna o esterna al meccanismo, e sempre restando nell'ambito della presente invenzione.
  5. 5) Meccanismo roto-lineare secondo le rivendicazioni precedenti e per come spiegato nelle descrizioni ed illustrato nei disegni.
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