IT202100029390A1 - Dispositivo nebbiogeno e metodo per controllare un sistema di sicurezza includente un dispositivo nebbiogeno. - Google Patents

Dispositivo nebbiogeno e metodo per controllare un sistema di sicurezza includente un dispositivo nebbiogeno. Download PDF

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IT202100029390A1
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Matteo Pagano
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    • F41WEAPONS
    • F41HARMOUR; ARMOURED TURRETS; ARMOURED OR ARMED VEHICLES; MEANS OF ATTACK OR DEFENCE, e.g. CAMOUFLAGE, IN GENERAL
    • F41H9/00Equipment for attack or defence by spreading flame, gas or smoke or leurres; Chemical warfare equipment
    • F41H9/06Apparatus for generating artificial fog or smoke screens
    • GPHYSICS
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    • G08BSIGNALLING OR CALLING SYSTEMS; ORDER TELEGRAPHS; ALARM SYSTEMS
    • G08B15/00Identifying, scaring or incapacitating burglars, thieves or intruders, e.g. by explosives
    • G08B15/02Identifying, scaring or incapacitating burglars, thieves or intruders, e.g. by explosives with smoke, gas, or coloured or odorous powder or liquid
    • GPHYSICS
    • G08SIGNALLING
    • G08BSIGNALLING OR CALLING SYSTEMS; ORDER TELEGRAPHS; ALARM SYSTEMS
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Description

DESCRIZIONE
Annessa a domanda di brevetto per INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo
?DISPOSITIVO NEBBIOGENO E METODO PER CONTROLLARE UN
SISTEMA DI SICUREZZA INCLUDENTE UN DISPOSITIVO
NEBBIOGENO.?
La presente invenzione ha per oggetto un metodo per controllare un sistema di anti effrazione e un dispositivo nebbiogeno per un sistema di anti effrazione (ovvero termo vaporizzatore di sostanze sanificanti/igienizzanti).
Nel settore dei sistemi di anti effrazione ? noto prevedere la presenza di una centrale di allarme, configurata per sorvegliare che non ci siano occlusioni dello spazio protetto tramite uno o pi? sensori. Inoltre, in alcuni casi, il sistema di anti effrazione comprende anche un dispositivo nebbiogeno, configurato per generare un flusso di nebbia in risposta di un segnale di sparo ricevuto dalla centrale di allarme.
Il dispositivo nebbiogeno e la centrale di allarme sono dunque connessi per scambiarsi dei segnali che identificano due classi di informazioni: informazioni operative, rappresentate dai comandi operativi che la centrale di allarme invia al dispositivo nebbiogeno per istruirlo sulle sue operazioni, e informazioni di stato, rappresentate dagli stati operativi che il dispositivo nebbiogeno invia alla centrale di allarme, per notificargli eventuali problematiche.
Pertanto, lo scambio di dati ? molto corposo e pu? includere diverse informazioni. In tale contesto, sono note soluzioni in cui i due componenti sono connessi via cavo e sono presenti due o pi? rel?, disposti ai rispettivi capi del cavo di connessione, attraverso i quali la centrale o il dispositivo nebbiogeno, interrompendo o abilitando uno specifico canale di input/output, inviano un rispettivo messaggio. Dunque, per ciascuna informazione da inviare, ? necessario prevedere un rispettivo input/output. Ci? limita chiaramente il numero di messaggi che possono essere inviati senza prevedere una ingestibile quantit? di input/output.
In altre forme di realizzazione, il controllo del dispositivo nebbiogeno prevede l?utilizzo di rete ethernet o rete Wifi, utilizzando specifici protocolli proprietari che, non essendo universali, non sono dunque integrabili direttamente con le centrali d?allarme. Pertanto, in tal caso, la centrale di allarme ? controllata da una stazione operativa remota che, sulla base dei segnali ricevuti dalla centrale di allarme, aziona successivamente il dispositivo nebbiogeno. Tale soluzione appare chiaramente svantaggiosa, in quanto richiede una intermediazione per la comunicazione tra centrale di allarme e dispositivo nebbiogeno.
Scopo del presente trovato ? rendere disponibile un metodo per il controllo di un sistema di anti effrazione e un dispositivo nebbiogeno/termovaporizzatore per un sistema anti effrazione che superino gli inconvenienti della tecnica nota sopra citati.
Detto scopo ? pienamente raggiunto dal metodo e dal dispositivo oggetti del presente trovato, che si caratterizza per quanto contenuto nelle rivendicazioni sotto riportate.
Secondo un aspetto della presente descrizione, il presente trovato mette a disposizione un metodo per il controllo di un sistema di anti effrazione. Il metodo comprende una fase di predisposizione di un dispositivo nebbiogeno, includente uno o pi? attuatori e una prima unit? di elaborazione.
Il metodo comprende una fase di predisposizione di una centrale di allarme, includente una seconda unit? di elaborazione.
Il metodo comprende una fase di connessione del dispositivo nebbiogeno alla centrale di allarme, tramite un cavo di connessione.
Il metodo comprende una fase di ricezione di un segnale di input, in una unit? di elaborazione di comando, definita dalla prima o dalla seconda unit? di elaborazione. Il segnale di input ? rappresentativo di un comando operativo da inviare al dispositivo nebbiogeno o di uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno. Il comando operativo ?, ad esempio, ma non limitatamente, selezionabile da uno dei seguenti comandi operativi:
- sparo, per avviare la procedura di sparo della nebbia;
- disarmo del nebbiogeno;
- accesso all?antifurto del nebbiogeno;
- armare nebbiogeno con parametri da sanificatore.
Invece, lo stato operativo ?, ad esempio, ma non limitatamente, selezionabile da uno dei seguenti stadi operativi:
- liquido esaurito;
- batteria scarica o assente;
- sonda nebbiogeno difettosa;
- mancanza rete elettrica;
- sovra riscaldamento del bruciatore;
- avaria circuito idraulico, ad esempio avaria pompa;
- avaria bruciatore;
- nebbiogeno armato correttamente;
- nebbiogeno disarmato;
- reset guasti.
Si osservi che il segnale di input ricevuto dalla unit? di elaborazione di comando pu? essere, ad esempio, un comando manuale, premuto dall?utente sulla centrale di comando oppure, pi? preferibilmente, deriva da un sensore posto sulla centrale di allarme e/o sul dispositivo nebbiogeno, il quale ? indicativo di una certa condizione. Ad esempio, un segnale di input per la centrale di allarme potrebbe essere l?individuazione di una effrazione (tramite i sensori dedicati), in risposta al quale la centrale di allarme predispone un comando di sparo. Invece, un segnale di input per il dispositivo nebbiogeno, potrebbe essere l?individuazione del livello di fluido troppo basso, per mezzo di un galleggiante o contatore software (che scala dal 100% una quantit? di liquido in base al tempo di sparo), in risposta al quale il dispositivo nebbiogeno si predispone a inviare lo stato di liquido esaurito.
Il metodo comprende una fase di invio di un segnale di comando, lungo il cavo di connessione o modulo radio, dall?unit? di elaborazione di comando ad una unit? di elaborazione comandata, definita dalla prima o dalla seconda unit? di elaborazione, sulla base del segnale di input.
Il metodo comprende una fase di ricezione del segnale di comando nell?unit? di elaborazione comandata.
Il metodo comprende una fase di derivazione di un messaggio, sulla base del segnale di comando ricevuto, per azionare detti uno o pi? attuatori del dispositivo nebbiogeno o per derivare uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno.
Vantaggiosamente, il metodo prevede una fase di predisposizione di un dispositivo di modulazione, intercettante il cavo di connessione o modulo radio e configurato per variare una caratteristica elettrica del segnale di comando nel tempo.
Il metodo comprende una fase di selezione di un programma di modulazione tra una pluralit? di programmi di modulazione, sulla base del segnale di input ricevuto dalla unit? di elaborazione di comando. In altre parole, l?unit? di elaborazione di comando, ricevuto il segnale di input, determina il tipo di comando operativo o stato operativo, e recupera, in una banca dati, il programma di modulazione associato allo specifico comando o stato operativo.
Il metodo comprende una fase di controllo del dispositivo di modulazione, sulla base del programma di modulazione selezionato, tramite l?unit? di elaborazione di comando, per modulare il segnale di comando.
Il metodo comprende una fase di ricezione, nella unit? di elaborazione comandata, del segnale di comando modulato.
Il metodo comprende una fase di accesso ad una banca dati, includente, per ciascun segnale di comando modulato, un corrispondente comando operativo o stato operativo del dispositivo nebbiogeno.
In altre parole, l?unit? di elaborazione comandata accede alla medesima banca dati alla quale ha avuto accesso l?unit? di elaborazione di comando quando ha modulato il segnale di comando. Ci? garantisce che il segnale modulato ricevuto sia ?tradotto? nello stesso modo.
Dunque, il metodo comprende una fase di determinazione del comando operativo o dello stato operativo del dispositivo nebbiogeno, sulla base del segnale di comando modulato.
Questa forma di realizzazione ha l?effetto tecnico di poter inviare, su un singolo input/output, una pluralit? di messaggi differenti, grazie alla presenza della modulazione e della banca dati condivisa tra unit? di controllo di comando e unit? di controllo comandata. Il metodo sar? dunque molto pi? efficiente e, soprattutto, pi? flessibile, in quanto capace di variare i messaggi senza necessitare variazioni ?fisiche? sui componenti. Preferibilmente, il programma di modulazione comprende una modulazione del segnale includente una variazione dell?ampiezza del segnale di comando, per definire uno o pi? impulsi del segnale. Alternativamente, ? possibile variare anche la tensione e la fase del segnale di comando.
Preferibilmente, la variazione dell?ampiezza ? eseguita su due valori di ampiezza di riferimento, che, solo a titolo di esempio, potrebbero essere assenza di segnale (ampiezza del segnale nulla) e presenza di segnale (qualsiasi valore di ampiezza).
In questo modo si semplifica molto il controllo.
In una forma di realizzazione, il programma di modulazione comprende una modulazione del segnale temporizzata, in cui ciascun di detti uno o pi? impulsi ? associato ad un corrispondente intervallo di tempo. Preferibilmente, il programma di modulazione comprende un numero di impulsi del segnale di comando e, per ciascun impulso, un corrispondente durata.
La considerazione del parametro temporale aumenta ulteriormente la sensibilit? del controllo, aumentando le combinazioni possibili.
Il dispositivo di modulazione ? un rel? o un collettore aperto.
In una forma di realizzazione preferita, la prima unit? di elaborazione definisce una unit? di elaborazione di comando, per inviare uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno alla seconda unit? di elaborazione, che definisce l?unit? di elaborazione comandata, e in cui, simultaneamente, la prima unit? di elaborazione definisce una unit? di elaborazione comandata, per ricevere uno comando operativo dalla seconda unit? di elaborazione, che definisce l?unit? di elaborazione di comando.
In altre parole, simultaneamente, le unit? di controllo di centrale di allarme e di dispositivo nebbiogeno fungono sia da unit? di elaborazione di comando che comandata. Infatti, la prima unit? di elaborazione (dispositivo nebbiogeno) funge da unit? di elaborazione di comando per l?invio degli stati operativi mentre funge da unit? di elaborazione comandata per la ricezione dei comandi operativi. D?altro lato, la seconda unit? di elaborazione (centrale di allarme) funge da unit? di elaborazione di comando per l?invio dei comandi operativi mentre funge da unit? di elaborazione comandata per la ricezione degli stati operativi.
Secondo un aspetto della presente descrizione, per efficientare alla comunicazione tra centrale di allarme e dispositivo nebbiogeno, il presente trovato mette a disposizione una ulteriore variante del metodo.
Il metodo prevede una fase di connessione del dispositivo nebbiogeno alla centrale di allarme, tramite una rete ethernet o una rete Wifi.
Il metodo comprende una fase di invio di un segnale di comando tra il dispositivo nebbiogeno e la centrale di allarme o tra la centrale di comando e il dispositivo nebbiogeno, per mezzo della rete ethernet o la rete Wifi, secondo un protocollo di comunicazione prestabilito.
Vantaggiosamente, la prima unit? di elaborazione ? programmata per ricevere il segnale di comando tramite il protocollo SIA, ad esempio il protocollo SIA-DC09 (aggiornabile a future versioni che lo standard imporr?)
Infatti, tale protocollo SIA-DC09 ? ampiamente utilizzato per la comunicazione tra la centrale di allarme e i centri di controllo remoti, per la trasmissione di segnali, ad esempio per trasmettere l?allarme o altri eventi previsti al sorvegliante.
Il fatto che la prima unit? di elaborazione sia in grado di tradurre messaggi realizzati in conformit? al protocollo SIA-DC09 consente al dispositivo di controllo di poter comunicare direttamente, tramite rete Ethernet o Wifi, con la centrale di allarme, e viceversa.
Secondo un aspetto della presente descrizione, il presente trovato mette a disposizione un dispositivo nebbiogeno per un sistema di anti effrazione. Il dispositivo comprende uno o pi? attuatori, ad esempio, ma non limitatamente, una pompa e un bruciatore (scambiatore di calore).
Il dispositivo comprende un serbatoio, per il contenimento del fluido nebbiogeno. Il dispositivo comprende un ugello di erogazione, dal quale il fluido nebbiogeno viene erogato verso l?ambiente esterno.
Il dispositivo comprende una prima unit? di elaborazione.
Il dispositivo comprende un cavo di connessione, configurato per connettere il dispositivo nebbiogeno ad una centrale di allarme del sistema di anti effrazione. Si osservi che, in alcuni casi, il dispositivo potrebbe anche non includere il cavo di connessione che, ad esempio, appartiene alla centrale di allarme o al sistema nella sua interezza.
La prima unit? di elaborazione definisce una unit? di elaborazione di comando e/o una unit? di elaborazione comandata, a seconda delle funzioni che vengono svolte. In particolare, quando la prima unit? di elaborazione funge da unit? di elaborazione di comando, quest?ultima ? programmata per ricevere un segnale di input, rappresentativo di uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno. Ad esempio, detto stato di input ? un segnale che indica la fine del liquido nel serbatoio del dispositivo di erogazione.
L?unit? di elaborazione di comando ? programmata per generare un segnale di comando sulla base del segnale di input.
L?unit? di elaborazione di comando ? programmata per inviare il segnale di comando, lungo il cavo di connessione o interfaccia radio, ad una unit? di elaborazione della centrale di allarme.
Nel caso in cui, invece, la prima unit? di elaborazione funga da unit? di elaborazione comandata, quest?ultima ? programmata per derivare un messaggio, sulla base del segnale di comando ricevuto, per azionare detti uno o pi? attuatori del dispositivo nebbiogeno.
Vantaggiosamente, il dispositivo nebbiogeno comprende un dispositivo di modulazione, intercettante il cavo di connessione e configurato per variare una caratteristica elettrica del segnale di comando nel tempo.
Dunque, la prima unit? di elaborazione (unit? di elaborazione di comando) ? programmata per selezionare un programma di modulazione tra una pluralit? di programmi di modulazione, sulla base del segnale di input ricevuto. Pi? in dettaglio, la prima unit? di elaborazione (unit? di elaborazione di comando) ? programmata per accedere ad una banca dati, includente, per ciascun stato operativo, (ovvero per ciascun segnale di input), un corrispondente programma di modulazione.
La prima unit? di elaborazione (unit? di elaborazione di comando) ? programmata per controllare il dispositivo di modulazione, sulla base del programma di modulazione selezionato, per modulare il segnale di comando.
Invece, nella sua funzione di unit? di elaborazione comandata, la prima unit? di elaborazione (unit? di elaborazione comandata) ? programmata per ricevere il segnale di comando modulato.
La prima unit? di elaborazione (unit? di elaborazione comandata) ? programmata per accedere ad una banca dati, includente, per ciascun segnale di comando modulato, un corrispondente comando operativo.
La prima unit? di elaborazione (unit? di elaborazione comandata) ? programmata per determinare il comando operativo, sulla base del segnale di comando modulato.
Preferibilmente, il programma di modulazione comprende una modulazione del segnale includente una variazione dell?ampiezza del segnale di comando, per definire uno o pi? impulsi del segnale. La modulazione del segnale di comando ? una modulazione temporizzata, in cui ciascun di detti uno o pi? impulsi ? associato ad un corrispondente intervallo di tempo. Il programma di modulazione comprende un numero di impulsi del segnale di comando e, per ciascun impulso, un corrispondente durata. Secondo un aspetto della presente descrizione, il presente trovato mette a disposizione un sistema anti effrazione. Il sistema anti effrazione comprende una centrale di allarme, includente una seconda unit? di elaborazione.
Il sistema anti effrazione comprende un dispositivo nebbiogeno, includente una o pi? delle caratteristiche descritte nel presente trovato.
Nell?ottica del sistema anti effrazione, per consentire un invio degli stati operativi del dispositivo nebbiogeno, la prima unit? di elaborazione definisce l?unit? di elaborazione di comando (che invia gli stati operativi) e la seconda unit? di elaborazione definisce l?unit? di elaborazione comandata (che riceve i comandi operativi). Inoltre, per azionare detti uno o pi? attuatori del dispositivo nebbiogeno per eseguire rispettivi comandi operativi, la prima unit? di elaborazione definisce l?unit? di elaborazione comandata (che riceve i comandi operativi) e la seconda unit? di elaborazione definisce l?unit? di elaborazione di comando (che invia i comandi operativi).
Secondo un aspetto della presente descrizione, il presente trovato mette a disposizione una unit? di elaborazione. L?unit? di elaborazione comprende una banca dati. La banca dati include una pluralit? di comandi operativi, rappresentativi di una operazione eseguibile tramite uno o pi? attuatori di un dispositivo nebbiogeno. La banca dati include una pluralit? di stati operativi, rappresentativi di uno stato operativo di detto dispositivo nebbiogeno.
La banca dati include una pluralit? di sequenze temporizzate, ciascuna associata ad un corrispondente stato operativo o un corrispondente comando operativo e includente un numero di impulsi di un segnale di comando e, per ciascun impulso, una corrispondente durata.
L?unit? di elaborazione comprende un processore, configurato per ricevere un segnale di comando (modulato) e per derivare (tradurre, interpretare, dedurre), sulla base della pluralit? di sequenze temporizzate incluse nella banca dati, un corrispondente stato operativo o un corrispondente comando operativo.
Questa ed altre caratteristiche risulteranno maggiormente evidenziate dalla descrizione seguente di una preferita forma realizzativa, illustrata a puro titolo esemplificativo e non limitativo nelle unite tavole di disegno, in cui: - la figura 1 illustra schematicamente un sistema di anti effrazione secondo il presente trovato;
- la figura 2 illustra un particolare della figura 1;
- la figura 3 illustra schematicamente le fasi di un metodo di controllo di un sistema anti effrazione secondo il presente trovato;
- la figura 4 illustra un esempio di un segnale di comando modulato.
Con riferimento alle figure allegate ? stato indicato con il riferimento 100 un sistema di anti effrazione. Il sistema 100 comprende un dispositivo nebbiogeno 10, configurato per generare un flusso di nebbia in un ambiente monitorato AM. Il sistema 100 comprende una centrale di allarme 20, configurata per supervisionare una eventuale effrazione dell?ambiente monitorato AM. In particolare, a tal scopo, la centrale di allarme 20 ? connessa ad uno o pi? sensori 21, configurati per rilevare la presenza di un estraneo nell?ambiente monitorato AM. Detti uno o pi? sensori possono essere sulla centrale d?allarme 20 o dislocati in diverse posizioni dell?ambiente monitorato.
In una forma di realizzazione, il sistema 100 comprende un cavo di connessione 30, per connettere la centrale d?allarme 20 al dispositivo nebbiogeno 10.
Il dispositivo nebbiogeno 10 comprende:
- un serbatoio 11, per contenere un fluido nebbiogeno da erogare;
- una pompa 12, configurata per conferire una prevalenza al fluido nebbiogeno in modo da erogarlo nell?ambiente monitorato AM ad una certa pressione;
- uno scambiatore di calore (o bruciatore) 13, configurato per trasmettere una quantit? di calore al fluido nebbiogeno e consentirgli un passaggio di fase del fluido nebbiogeno;
- un ugello erogatore 14, aperto sull?ambiente monitorato AM per consentire una erogazione del fluido nebbiogeno.
Si tenga presente che, in alcune forme di realizzazione, la pompa 12 non ? prevista e il fluido nebbiogeno ? contenuto in serbatoi pressurizzati.
Il dispositivo nebbiogeno 10 comprende una prima unit? di elaborazione 15 (ovvero una prima centralina 15). La prima centralina 15 ? connessa alla pompa 12 e/o allo scambiatore di calore 13 per regolare la pressione del fluido nebbiogeno e/o la fase o la temperatura del fluido nebbiogeno.
Il dispositivo nebbiogeno 10 comprende un primo dispositivo di modulazione 16 (definito nel presente trovato anche con il termine dispositivo di modulazione), configurato per modulare (regolare, condizionare) un segnale elettrico inviato dalla prima centralina 15.
La centrale di allarme 20 comprende una seconda unit? di elaborazione 22 (ovvero una seconda centralina 22). La centralina di allarme 20 comprende un secondo dispositivo di modulazione 23 (definito nel presente trovato anche con il termine dispositivo di modulazione addizionale), configurato per modulare (regolare, condizionare) un segnale elettrico inviato dalla seconda centralina 22.
Preferibilmente, sia il primo che il secondo dispositivo di modulazione 16, 23 sono configurati per condizionare l?ampiezza del segnale di comando 400.
Il controllo del sistema 100 prevede uno scambio di informazioni dalla centrale d?allarme 20 al dispositivo nebbiogeno 10, e viceversa.
Secondo una forma di realizzazione preferita, lo scambio di segnali avviene tramite il cavo di connessione 30.
Osserviamo che sia la centrale di allarme 20 che il dispositivo nebbiogeno 10 includono una rispettiva memoria, alla quale la prima centraline 15 e la seconda centralina 22 hanno accesso, rispettivamente.
Detta memoria include un banca dati che comprende i seguenti campi: una pluralit? di comandi operativi, rappresentativi di una operazione eseguibile dalla pompa 12 e/o lo scambiatore 13 o altri attuatori del dispositivo nebbiogeno 10;
una pluralit? di stati operativi, rappresentativi di uno stato operativi di detto dispositivo nebbiogeno 10;
una pluralit? di sequenze temporizzate S1, S2, ciascuna associata ad un corrispondente stato operativo o un corrispondente comando operativo e includente un numero di impulsi I di un segnale di comando 400 e, per ciascun impulso, una corrispondente durata T.
In una forma di realizzazione, per ciascun impulso I ? presente una durata ON TN (rappresentativa della durata del segnale di comando ad un primo valore di ampiezza A1) e una durata OFF TON (rappresentativa della durata del segnale di comando ad un primo valore di ampiezza A2).
Pertanto, riassumendo, per ciascun comando operativo o stato operativo, la banca dati include: un numero di impulsi, una durata ON di ciascun impulso e una durata OFF di ciascun impulso (questi parametri potrebbero essere suscettibili di modifica di esigenze tecniche o per l?inserimento di nuovi ?messaggi/comandi).
Il controllo del sistema 100 si sviluppa in due flussi di dati. Un primo flusso di informazioni, in cui la centrale di allarme invia il segnale di comando 400 al dispositivo nebbiogeno 10 per comandarlo a eseguire un comando operativo, e un secondo flusso di informazioni, in cui il dispositivo nebbiogeno 10 invia il segnale di comando 400 alla centrale di allarme 20, per metterla al corrente di uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno 10 e consentire ad un utente di prendere le dovute misure manutentive.
Nel primo flusso in informazioni, la centrale di allarme 20 riceve un segnale di input 401, che ? rappresentativo di un comando operativo del dispositivo nebbiogeno 10. La centrale di allarme 20 accede alla banca dati con il valore del comando e recupera il programma di modulazione (ovvero la sequenza temporizzata S1, S2).
La centrale di allarme 20, sulla base della sequenza temporizzata selezionata S1, S2, controlla il secondo dispositivo di modulazione 23, in modo da modulare il segnale di comando 400 inviato dalla centrale di allarme 20 al dispositivo 10.
Pertanto, la prima centralina 15 riceve il segnale di comando modulato 400? secondo la sequenza temporizzata selezionata S1, S2. La prima centralina 15 deriva, sulla base del segnale di comando modulato 400?, il programma di modulazione (ovvero la sequenza temporizzata S1, S2). La prima centralina 15 accede alla banca dati con la sequenza temporizzata S1, S2 derivata dal segnale di comando 400? ricevuto e recupera, sulla base di detta sequenza temporizzata S1, S2, il corrispondente comando operativo.
Solo a titolo esemplificativo, osserviamo praticamente che cosa avviene per comandare uno sparo del dispositivo nebbiogeno 10:
- rilevazione di una effrazione;
- invio del segnale di input corrispondente allo sparo del dispositivo nebbiogeno 10;
- recupero dalla banca dati della sequenza temporizzata S1 corrispondente allo sparo del nebbiogeno 10, che include un unico impulso con durata ON di 1 secondo;
- la seconda centralina 22 invia il segnale di comando e comanda il secondo dispositivo di modulazione 23 per chiudere il cavo di connessione 30 per un tempo pari a 1 sec;
- la prima centralina 15 riceve il segnale di comando e deriva la presenza di un impulso della durata di 1 sec;
- la prima centralina 15 accede alla banca dati e legge il valore del comando corrispondente all?impulso da 1 sec, che ? lo sparo;
- la prima centralina 15 comanda F7 lo sparo del dispositivo nebbiogeno 10.
Nel secondo flusso in informazioni, il dispositivo nebbiogeno 10 riceve il segnale di input 401, che ? rappresentativo di uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno 10. Ad esempio, il segnale di input 401 ? inviato da un galleggiante elettronico, posto nel serbatoio 11 e configurato per determinare il livello di liquido nebbiogeno nel serbatoio 11. La prima centralina 15 accede alla banca dati con il valore dello stato derivato sulla base del segnale di input 401 e recupera il programma di modulazione (ovvero la sequenza temporizzata S1, S2) corrispondente.
La prima centralina 15, sulla base della sequenza temporizzata selezionata S1, S2, controlla il primo dispositivo di modulazione 16, in modo da modulare il segnale di comando 400 inviato dal dispositivo nebbiogeno 10 alla centrale di allarme 20.
Pertanto, la seconda centralina 22 riceve il segnale di comando modulato 400? secondo la sequenza temporizzata selezionata S1, S2. La seconda centralina 22 deriva, sulla base del segnale di comando modulato 400?, il programma di modulazione (ovvero la sequenza temporizzata S1, S2) corrispondente. La seconda centralina 22 accede alla banca dati con la sequenza temporizzata S1, S2 derivata dal segnale di comando 400? ricevuto e recupera, sulla base di detta sequenza temporizzata S1, S2, il corrispondente stato operativo.
Solo a titolo esemplificativo, osserviamo praticamente che cosa avviene per notificare un livello di liquido nebbiogeno insufficiente alla centrale di allarme 20:
- rilevazione di un livello di liquido troppo basso tramite un galleggiante elettronico o contatore di livello software;
- invio del segnale di input corrispondente al livello di liquido nebbiogeno insufficiente;
- recupero dalla banca dati della sequenza temporizzata S2 corrispondente allo stato di liquido insufficiente, che include un impulso avente una durata ON di 500 ms e una durata off di 500 ms;
- la prima centralina 15 invia il segnale di comando e comanda il primo dispositivo di modulazione 16 per alimentare il cavo di connessione 30 per un tempo pari a 500 ms e per chiudere il contatto per altri 500 ms;
- la seconda centralina 22 riceve il segnale di comando modulato 400? e deriva la presenza di un impulso avente una durata ON di 500 ms e una durata off di 500 ms;
- la seconda centralina 22 accede alla banca dati e legge il valore dello stato operativo corrispondente all?impulso avente una durata ON di 500 ms e una durata off di 500 ms, che ? lo stato di liquido nebbiogeno insufficiente;
- la seconda centralina 22 notifica F7 all?utente il livello di liquido nebbiogeno insufficiente, in modo che quest?ultimo possa riempirlo di conseguenza.
Secondo un aspetto della presente descrizione, la centrale di allarme 20 e il dispositivo nebbiogeno 10 sono connessi tramite una rete Ethernet o una rete Wifi. In tale forma di realizzazione, la prima centralina 15 ? programmata per leggere e tradurre messaggi ricevuti tramite il protocollo SIA-DC (security industry association digital communication), ad esempio la versione SIA-DC09.
Solo a titolo esemplificativo, il protocollo SIA-DC09 prevede l?invio di una stringa conformata come esempio seguente:
S013[#1118|Nri1/QA001^FIRE ALARM ^] 09/16/1014:49:34
Nella quale I caratteri hanno il seguente significato:
S ? informazione circa il fatto che il messaggio ? un messaggio scritto secondo protocollo SIA;
01 ? Numero di ricevimento;
3 ? Numero card di linea Line Card number
#1118 ? Pannello dell?account panel account #
Nri1 ? Nuovo evento della partizione 1
QA ? Codice SIA
001 ? Numero di zona
^FIRE ALARM ? Descrizione del messaggio
^09/16/1014:49:34 ? Data e ora dell?invio del messaggio.
Si osservi che, di per s?, il protocollo SIA ? noto al tecnico del ramo che ? dunque in grado, dopo aver imparato dalla presente descrizione che ? vantaggioso istruire la prima centralina 15 a leggere tale protocollo, di poterlo implementare. A tal proposito, ai fini della sufficienza di descrizione, includiamo per riferimento un documento (titolo: SIA Digital Communication Standard ?Internet Protocol Event Reporting) che specifica in maniera chiara e inequivocabile gli standard del protocollo SIA e che pu? essere consultato alla presente pagina web: https://www.securityindustry.org/wpcontent/uploads/2017/10/dc09_r2021_20201027.pdf.

Claims (11)

RIVENDICAZIONI
1. Metodo per il controllo di un sistema di anti effrazione comprendente le seguenti fasi:
- predisposizione di un dispositivo nebbiogeno (10), includente uno o pi? attuatori (12, 13) e una prima unit? di elaborazione (15);
- predisposizione di una centrale di allarme (20), includente una seconda unit? di elaborazione (23);
- connessione del dispositivo nebbiogeno (10) alla centrale di allarme (22), tramite un cavo di connessione o interfaccia radio (30);
- ricezione (F1) di un segnale di input (401), in una unit? di elaborazione di comando, definita dalla prima o dalla seconda unit? di elaborazione (15, 22), detto segnale di input (401) essendo rappresentativo di un comando operativo da inviare al dispositivo nebbiogeno (10) o di uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno (10);
- invio di un segnale di comando (400), lungo il cavo di connessione o tramite interfaccia radio (30), dall?unit? di elaborazione di comando ad una unit? di elaborazione comandata, definita dalla prima o dalla seconda unit? di elaborazione (15, 22), sulla base del segnale di input (401);
- ricezione del segnale di comando (400) nell?unit? di elaborazione comandata;
- derivazione di un messaggio, sulla base del segnale di comando ricevuto (400?), per azionare detti uno o pi? attuatori (12, 13) del dispositivo nebbiogeno (10) o per derivare uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno (10),
il metodo essendo caratterizzato dalle seguenti fasi:
- predisposizione di un dispositivo di modulazione (16, 23), intercettante il cavo di connessione (30) e configurato per variare una caratteristica elettrica del segnale di comando (400) nel tempo;
- selezione (F2) di un programma di modulazione (S1, S2) tra una pluralit? di programmi di modulazione, sulla base del segnale di input (401) ricevuto dalla unit? di elaborazione di comando;
- controllo (F3) del dispositivo di modulazione (16, 23), sulla base del programma di modulazione selezionato, tramite l?unit? di elaborazione di comando, per modulare il segnale di comando (400);
- ricezione (F4), nella unit? di elaborazione comandata, del segnale di comando modulato (400?);
- accesso (F5) ad una banca dati, includente, per ciascun segnale di comando modulato (400?), un corrispondente comando operativo o stato operativo del dispositivo nebbiogeno (10);
- determinazione (F6) del comando operativo o dello stato operativo del dispositivo nebbiogeno (10), sulla base del segnale di comando modulato (400?).
2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui il programma di modulazione comprende una modulazione del segnale includente una variazione dell?ampiezza (A) del segnale di comando (400), per definire uno o pi? impulsi (I) del segnale (400).
3. Metodo secondo la rivendicazione 2, in cui il programma di modulazione comprende una modulazione del segnale temporizzata (S1, S2), in cui ciascun di detti uno o pi? impulsi (I) ? associato ad un corrispondente intervallo di tempo (T).
4. Metodo secondo la rivendicazione 3, in cui il programma di modulazione comprende un numero di impulsi del segnale di comando (400) e, per ciascun impulso (I), un corrispondente durata (T).
5. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il dispositivo di modulazione (16, 23) ? un rel? o un collettore aperto.
6. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la prima unit? di elaborazione (15) definisce una unit? di elaborazione di comando, per inviare uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno (10) alla seconda unit? di elaborazione (22), che definisce l?unit? di elaborazione comandata, e in cui, simultaneamente, la prima unit? di elaborazione (15) definisce una unit? di elaborazione comandata, per ricevere uno comando operativo dalla seconda unit? di elaborazione (22), che definisce l?unit? di elaborazione di comando,
in cui il metodo prevede una fase di predisposizione di un dispositivo di modulazione addizionale (23), controllato dalla seconda unit? di elaborazione (22) mentre il dispositivo di modulazione (16) ? controllato dalla prima unit? di elaborazione (15).
7. Metodo per il controllo di un sistema di anti effrazione comprendente le seguenti fasi:
- predisposizione di un dispositivo nebbiogeno (10), includente uno o pi? attuatori (12, 13) e una prima unit? di elaborazione (15);
- predisposizione di una centrale di allarme (20), includente una seconda unit? di elaborazione (22);
- connessione del dispositivo nebbiogeno (10) alla centrale di allarme (20), tramite una rete ethernet o una rete Wifi;
- invio di un segnale di comando (400) tra il dispositivo nebbiogeno (10) e la centrale di allarme (20) o tra la centrale di allarme (20) e il dispositivo nebbiogeno (10), per mezzo della rete ethernet o la rete Wifi, secondo un protocollo di comunicazione prestabilito,
il metodo essendo caratterizzato dal fatto che la prima unit? di elaborazione (15) ? programmata per ricevere il segnale di comando (400) tramite il protocollo SIA-DC.
8. Dispositivo nebbiogeno (10) per un sistema (100) di anti effrazione, comprendente:
- uno o pi? attuatori (12, 13);
- una prima unit? di elaborazione (15);
- un serbatoio (11), configurato per contenere un liquido nebbiogeno;
- un cavo di connessione (30), configurato per connettere il dispositivo nebbiogeno (10) ad una centrale di allarme (20) del sistema di anti effrazione (100),
in cui la prima unit? di elaborazione (15) definisce una unit? di elaborazione di comando e/o una unit? di elaborazione comandata, in cui: l?unit? di elaborazione di comando ? programmata per:
- ricevere un segnale di input (401), rappresentativi di uno stato operativo del dispositivo nebbiogeno (10);
- generare un segnale di comando (400) sulla base del segnale di input (401);
- inviare il segnale di comando (400?), lungo il cavo di connessione (30), ad una unit? di elaborazione (22) della centrale di allarme (20),
e in cui l?unit? di elaborazione comandata ? programmata per:
- derivare un messaggio, sulla base del segnale di comando ricevuto (400?), per azionare detti uno o pi? attuatori (12, 13) del dispositivo nebbiogeno (10),
il dispositivo nebbiogeno (10) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di modulazione (16), intercettante il cavo di connessione (30) e configurato per variare una caratteristica elettrica del segnale di comando (400) nel tempo,
in cui l?unit? di elaborazione di comando ? programmata per:
- selezionare un programma di modulazione (S1, S2) tra una pluralit? di programmi di modulazione, sulla base del segnale di input (401) ricevuto; - controllare il dispositivo di modulazione (16), sulla base del programma di modulazione selezionato (S1, S2), per modulare il segnale di comando (400),
e in cui l?unit? di elaborazione comandata ? programmata per:
- ricevere il segnale di comando modulato (400?);
- accedere ad una banca dati, includente, per ciascun segnale di comando modulato (400?), un corrispondente comando operativo;
- determinare il comando operativo, sulla base del segnale di comando modulato (400?).
9. Dispositivo nebbiogeno (10) secondo la rivendicazione 8, in cui il programma di modulazione (S1, S2) comprende una modulazione del segnale includente una variazione dell?ampiezza (A) del segnale di comando (400), per definire uno o pi? impulsi (I) del segnale,
e in cui la modulazione del segnale di comando (400) ? una modulazione temporizzata, in cui ciascun di detti uno o pi? impulsi (I) ? associato ad un una corrispondente durata (T)
e in cui il programma di modulazione comprende un numero di impulsi (I) del segnale di comando (400) e, per ciascun impulso (I), un corrispondente durata (T).
10. Sistema anti effrazione (100) comprendente:
- una centrale di allarme (20), includente una seconda unit? di elaborazione (22) e un dispositivo di modulazione addizionale (23), configurato per modulare il segnale di comando (400) quando ? inviato dalla centralina di allarme (20);
- un dispositivo nebbiogeno (10), secondo la rivendicazione 8 o la 9, in cui la prima unit? di elaborazione (15) definisce l?unit? di elaborazione di comando e la seconda unit? di elaborazione (22) definisce l?unit? di elaborazione comandata, per consentire un invio degli stati operativi del dispositivo nebbiogeno (10) e/o
in cui la prima unit? di elaborazione (15) definisce l?unit? di elaborazione comandata e la seconda unit? di elaborazione (22) definisce l?unit? di elaborazione di comando, per azionare detti uno o pi? attuatori del dispositivo nebbiogeno (10) per eseguire rispettivi comandi operativi.
11. Unit? di elaborazione (15, 22), comprendente:
- una banca dati, includente:
una pluralit? di comandi operativi, rappresentativi di una operazione eseguibile tramite uno o pi? attuatori di un dispositivo nebbiogeno (10); una pluralit? di stati operativi, rappresentativi di uno stato operativi di detto dispositivo nebbiogeno (10);
una pluralit? di sequenze temporizzate (S1, S2), ciascuna associata ad un corrispondente stato operativo o un corrispondente comando operativo e includente un numero di impulsi (I) di un segnale di comando (400) e, per ciascun impulso, una corrispondente durata (T),
- un processore, configurato per ricevere un segnale di comando (400?) e per derivare, sulla base della pluralit? di sequenze temporizzate (S1, S2) incluse nella banca dati, un corrispondente stato operativo o un corrispondente comando operativo.
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