IT202000025648A1 - Macchina per la preparazione di bevande al caffè - Google Patents

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Paolo Evangelisti
Alberto Acciari
Davide Bonotto
Nicola Piovan
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De Longhi Appliances Srl
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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"MACCHINA PER LA PREPARAZIONE DI BEVANDE AL CAFF?"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono ad una macchina automatica per la preparazione di bevande al caff?, in particolare ad una macchina di tipo automatico, la quale consente la preparazione di bevande sia a bassa pressione, senza la presenza di crema, come richiesto per la preparazione di una bevanda al caff? di tipo ?drip coffee?, sia in pressione, con la presenza di crema, ovvero bevande aventi le caratteristiche organolettiche di una bevanda al caff? di tipo ?Espresso?.
STATO DELLA TECNICA
Sono note macchine da caff? per la preparazione di caff? Americano, chiamate anche ?drip coffee machines?, comprendenti un serbatoio per l?acqua, una caldaia, una camera di infusione nella quale viene posizionato un filtro e nella quale viene introdotta di volta in volta la polvere di caff?, ed un recipiente posto sotto la camera di infusione per ricevere la bevanda. L?acqua scaldata dalla caldaia viene alimentata alla camera di infusione dove, per effetto della forza di gravit?, percola attraverso la polvere di caff? estraendone le sostanze aromatiche in modo da ottenere la bevanda al caff? che si raccoglie nel recipiente.
Le macchine da caff? di tipo ?drip? tradizionali hanno una costruzione semplice, e un costo di realizzazione contenuto. Un inconveniente delle macchine tradizionali ? dato dal fatto che richiedono un intervento manuale da parte dell? utilizzatore sia per caricare la polvere di caff?, sia per rimuoverla al termine della preparazione della bevanda.
Sono anche note macchine automatiche per la preparazione di bevande caff?, le quali comprendono un serbatoio per l?acqua, una caldaia, e una camera di infusione nella quale viene introdotta di volta in volta una dose polvere di caff?, e in cui viene iniettata acqua calda per estrarre le sostanze aromatiche dalla polvere di caff?.
Le macchine automatiche note sono principalmente rivolte alla preparazione di caff? di tipo ?Espresso?, e sono pertanto progettate per operare ad alta pressione.
Anche se tali macchine consentono la preparazione di un caff? ?lungo? di tipo ?Americano?, esso tuttavia non presenta le caratteristiche di un caff? di tipo drip, in quanto viene ottenuto mediante preparazione di un caff? Espresso, al quale viene aggiunta una determinata quantit? di acqua calda. Nelle macchine rivolte alla preparazione di caff? ?Espresso?, tuttavia, a valle della camera di infusione ? normalmente presente una valvola montacrema, la quale ha lo scopo di incrementare la pressione di uscita della bevanda al caff?, generando turbolenze nel flusso, con conseguente formazione di bolle d?aria e schiuma che formano la crema tipica di un Espresso di buona qualit?.
I due tipi di bevande ?Espresso? e ?Drip? come noto devono soddisfare alcuni requisiti specifici per poter essere considerate di qualit? elevata, che sono spesso in contrasto uno con l?altro.
Mentre nel caso di un caff? ?Espresso? ? infatti richiesto che al di sopra della bevanda si formi uno strato di schiuma, o crema, avente una determinata consistenza e colore, nel caso di un caff? ?Drip?, ? richiesto che essa sia priva di qualsiasi bolla d?aria, come normalmente avviene per il caff? preparato per percolazione.
Per risolvere almeno in parte questi problemi, nelle macchine automatiche note sono presenti dispositivi di regolazione mediante i quali ? possibile variare la contropressione della valvola montacrema, e quindi la pressione all? interno della camera di estrazione.
Tali dispositivi di regolazione, tuttavia, sono generalmente complessi e poco efficienti. Inoltre, a causa dei residui di bevanda al caff? che si depositano nella valvola montacrema, essa presenta una durata di vita utile limitata, richiedendo di eseguire frequentemente operazioni di pulizia e decalcificazione.
Ultimamente si stanno diffondendo sul mercato anche macchine automatiche rivolte alla preparazione di caff? ?lungo?, ovvero di tipo ?Drip?, o ?Coffee?, le quali operano a bassa pressione e non sono pertanto idonee alla preparazione di caff? ?Espresso?.
Nel settore delle macchine per la preparazione di bevande dal caff?, tuttavia, sono richieste macchine sempre pi? versatili, che consentano ad un consumatore di poter preparare differenti tipologie di bevande in modo sostanzialmente automatico, senza che sia necessario effettuare nessuna calibrazione o regolazione della macchina.
Inoltre, i consumatori sono sempre pi? attenti alla qualit? delle bevande erogate, che devono quindi rispettare rispettivi standard in base alle differenti tipologie per quanto riguarda presenza, o assenza di schiuma, intensit? di gusto, quantit? di solidi dissolti, o altri parametri di valutazione. Uno scopo del presente trovato ? quello di realizzare una macchina per la preparazione di bevande al caff?, che sia ottimizzata sia per la preparazione di caff? di tipo Americano a bassa pressione, sia per la preparazione di caff? di tipo Espresso ad alta pressione.
Un altro scopo del presente trovato ? quello di realizzare una macchina per la preparazione di bevande al caff? che consenta di ottenere un caff? di tipo ?Drip?, o Americano con caratteristiche simili a quelle ottenibili mediante macchine per percolazione di tipo tradizionale e che rispetti gli standard richiesti per tale tipo di bevanda.
Un altro scopo del presente trovato ? quello di realizzare una macchina per la preparazione di bevande al caff? che consenta di ottenere un caff? di tipo Espresso con caratteristiche simili a quelle ottenibili mediante macchine di tipo tradizionale.
Un ulteriore scopo ? quello di realizzare una macchina per la preparazione di caff? di tipo superautomatica che sia affidabile e non richieda interventi di carico e scarico manuale da parte dell?utilizzatore della polvere di caff?.
Ancora uno scopo del presente trovato ? quello di realizzare una macchina che necessiti di poca manutenzione e che sia semplice da pulire. Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato ? espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti.
Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell?idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi una macchina per la preparazione di bevande al caff? secondo il trovato comprende un gruppo di infusione provvisto di una camera di infusione idonea a ricevere e contenere una dose di polvere di caff?, un primo circuito di alimentazione dell?acqua di infusione, mediante il quale acqua riscaldata viene alimentata alla camera di infusione, e un secondo circuito di uscita della bevanda.
Il circuito di alimentazione acqua e il circuito di uscita bevanda sono collegati a rispettive aperture di ingresso e uscita della camera di infusione.
Lungo il primo circuito di alimentazione tra la sorgente di acqua e la camera di infusione possono essere disposti una pompa di alimentazione e un dispositivo di riscaldamento, ad esempio una caldaia.
Possono anche essere previsti dispositivi di rilevazione idonei a rilevare uno o pi? parametri del flusso d?acqua alimentata, come ad esempio un flussimetro, un dosatore volumetrico, o sensori di temperatura.
Secondo un aspetto del presente trovato, la macchina comprende un gruppo valvolare provvisto di un ingresso collegato al circuito di uscita e un?uscita collegata ad un condotto di erogazione della bevanda.
Il gruppo valvolare definisce un percorso di uscita ad alta pressione per il transito di una bevanda al caff? di tipo ?Espresso? e un percorso di uscita a bassa pressione per il transito di una bevanda al caff? di tipo ?Drip coffee?. Il gruppo valvolare comprende mezzi di contropressione idonei a fornire una voluta forza di contropressione e mezzi di bypass selettivamente azionabili per bypassare l?azione dei mezzi di contropressione.
In questo modo viene garantita una preparazione ottimale di entrambe le tipologie di bevande. Infatti, per le bevande di tipo ?Espresso? viene garantito che esse abbiano una pressione sufficiente per contrastare i mezzi di contropressione, mentre per le bevande di tipo ?Coffee? viene definito un passaggio di uscita sostanzialmente privo di ostruzione ed ostacoli che potrebbero generare turbolenze indesiderate.
Secondo forme di realizzazione, il percorso ad alta pressione e il percorso a bassa pressione sono definiti rispettivamente da un primo ramo e un secondo ramo del gruppo valvolare, che si separano dal circuito di uscita e si riuniscono nel condotto di erogazione a monte dell?ugello di erogazione.
Secondo tali forme di realizzazione, i mezzi di contropressione comprendono una valvola montacrema disposta lungo il primo ramo e i mezzi di bypass comprendono una valvola di intercettazione selettivamente attivabile per aprire o chiudere il secondo ramo.
Secondo forme di realizzazione, la valvola di intercettazione ? realizzata come elettrovalvola comandabile per mezzo di un?unit? di controllo e comando della macchina in funzione di una selezione effettuata da un consumatore in relazione ad una bevanda da preparare.
Secondo varianti di realizzazione, il percorso ad alta pressione e il percorso a bassa pressione sono definiti da, e condividono, un singolo ramo all?interno del gruppo valvolare. Secondo tali forme realizzative, i mezzi di contropressione comprendono una valvola montacrema e i mezzi di bypass comprendono mezzi di azionamento selettivamente comandabili per mantenerle la valvola montacrema in posizione completamente aperta. Secondo tali forme di realizzazione, il caff? ?Espresso? e il caff? ?Drip transitano lungo uno stesso condotto ma, mentre nel caso del caff? Espresso la valvola montacrema ? attiva, e consente il passaggio di liquidi solo se la pressione supera un valore di soglia, nel caso del caff? ?Drip? la valvola montacrema ? in condizione non attiva.
Tale conformazione della macchina, la quale prevede sia un percorso di uscita ?a bassa pressione?, sia un percorso di uscita ?ad alta pressione? per la bevanda, consente di preparare rispettive bevande con caratteristiche organolettiche corrispondenti a quelle delle bevande normalmente classificate come ?Drip? e ?Espresso?/?Coffe? e definite da parametri standard predefiniti.
Ad esempio, nel caso di bevande ?Drip?, gli standard di certificazione SCA o ECBC prevedono i seguenti parametri:
- da 50g a 60g di caff? per litro di bevanda;
- temperatura di infusione compresa tra 92 ?C e 96 ?C;
- velocit? di estrazione tra 4 e 8 min.
Il doppio percorso di uscita consente di poter controllare la macchina in modo tale da regolare in modo opportuno e differenziato la quantit? di polvere di caff? utilizzata per singola dose di bevanda e la velocit? di alimentazione dell?acqua attraverso la polvere di caff?, in funzione della bevanda da preparare. Ad esempio, nel caso di un caff? ?Drip? si pu? prevedere di alimentare l?acqua con una portata compresa tra circa 2-2,2 cc/sec e 4-4,2 cc/sec, in modo tale da rispettare lo standard che richiede che un litro di bevanda sia erogato tra 4 e al massimo 8 minuti (e relative proporzioni, ad es. 0,5 litri in 2-4 minuti), cos? da garantire una corretta estrazione degli aromi, e una percentuale totale di solidi dissolti compresa tra circa 1,30% e 1,55%.
Nel caso di una bevanda di tipo ?Espresso?, ? richiesto che la bevanda sia preparata in pressione e sia presente uno strato di crema avente determinato spessore e colore. Per garantire l?ottenimento di tali caratteristiche, ? possibile da un lato aumentare la quantit? di polvere di caff? per dose di bevanda, ad esempio fino a 10-12g, e dall?altro ridurre la portata dell?acqua, ad esempio in un intorno di 1 cc/sec, in modo tale che rimanga a contatto con la polvere di caff? per un tempo maggiore. Inoltre, la polvere di caff? pu? essere compressa, cos? da incrementare la pressione nella camera di infusione rispetto a quanto previsto per il caff? di tipo ?Drip?. In questo modo, grazie alla combinazione tra la maggiore quantit? di polvere di caff? e l?erogazione pi? lenta rispetto alle soluzioni tradizionali di macchine per la preparazione di caff? ?Espresso? consente di ottenere una bevanda al caff? con caratteristiche organolettiche simili a quelle di un caff? ?Espresso? tradizionale anche con una pressione di lavoro ridotta rispetto ai lObar normalmente utilizzati in tali macchine. Secondo forme di realizzazione, possono essere previsti elementi di raccordo rapidi a sezione costante per il collegamento con le rispettive valvole e/o elettrovalvole, in particolare lungo il circuito di uscita e il circuito di erogazione bevanda a valle della camera di infusione. In questo modo il condotto di uscita delle bevande presenta una sezione di passaggio sostanzialmente priva di variazioni di diametro, per cui il flusso non viene sottoposto ad alcuna turbolenza che potrebbe comportare, nel caso di un caff? ?Drip?, la generazione di bolle d?aria e schiuma non volute, mentre in un caff? ?Espresso? potrebbero deteriorare la qualit? della crema. Secondo forme di realizzazione, la macchina comprende una valvola di erogazione posta a monte della camera di infusione, e configurata per regolare la pressione di alimentazione dell?acqua di infusione.
Secondo forme di realizzazione, una o entrambe tra la valvola montacrema e la valvola di erogazione possono essere realizzate con un dispositivo valvolare avente una doppia funzione, ovvero di non ritorno e anticalcare.
Il dispositivo valvolare comprende un alloggiamento provvisto di un?apertura di ingresso e di un?apertura di uscita, un pistone mobile rispetto all?apertura d? uscita tra una posizione di chiusura, in cui impedisce il transito di liquidi attraverso il dispositivo valvolare, e una posizione di apertura nella quale consente il passaggio dei liquidi, e mezzi di richiamo elastici configurati per mantenere nella posizione chiusa il dispositivo valvolare fino a che non viene raggiunto un limite di pressione predefinito.
Secondo una forma di realizzazione vantaggiosa, il percorso per il fluido ? definito da un canale disposto all? interno del pistone mobile e i mezzi elastici sono posti all?esterno di quest?ultimo. In questo modo si prevengono possibili accumuli di calcare tra le spire della molla. Inoltre, la disposizione dei mezzi elastici al di fuori del percorso del fluido rende quest?ultimo semplice da pulire, per cui il dispositivo valvolare ? idoneo ad essere utilizzato anche come valvola montacrema.
I dispositivi valvolari in cui i mezzi elastici sono normalmente disposti lungo il percorso del flusso presentano l?inconveniente che sulle spire delle molle si pu? depositare calcare, riducendone pertanto le prestazioni e richiedendo lo svolgimento di frequenti operazioni di decalcificazione. Inoltre, nel caso in cui tali dispositivi valvolari debbano essere attraversati da una bevanda al caff?, sugli elementi elastici possono depositarsi anche i solidi dissolti nella bevanda, i quali sono notoriamente resistenti e tendono a sporcare molto, rendendo complesse le operazioni di pulizia.
Secondo possibili soluzioni realizzative, la macchina comprende una valvola di auto-innesco disposta lungo un tubo di scarico della pompa, in derivazione al circuito di alimentazione dell?acqua, la quale ? selettivamente azionabile per porre in comunicazione la pompa con l?apertura di scarico, permettendo la fuoriuscita di eventuali bolle d?aria presenti in essa. Secondo una forma di realizzazione preferita, la valvola di auto-innesco viene azionata direttamente dal movimento del gruppo di infusione mobile.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno chiari dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 ? una vista schematica di una macchina per la preparazione di bevande al caff? in accordo con una prima forma di realizzazione del trovato;
- la fig. 1a ? una vista schematica di un dettaglio della macchina di fig. 1 secondo una variante realizzativa;
- la fig. 2 ? una vista in sezione di una elettrovalvola e di tubi a connessione rapida secondo forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 3 ? una vista dell?elettrovalvola di fig. 2 in stato assemblato; - le figg. da 4 a 7 illustrano forme di realizzazione di tubi a connessione rapida secondo il trovato;
- la fig. 8 ? una vista in sezione di una variante di elettrovalvola con inseriti i tubi a connessione rapida secondo il trovato;
- la fig. 9 ? una vista schematica della elettrovalvola di fig. 8;
- la fig. 10 ? una vista in sezione di un?elettrovalvola con inseriti tubi a connessione rapida secondo una variante del presente trovato;
- la fig. 11 ? una vista in esploso dei tubi a connessione rapida di fig. 10; - la fig. 12 ? una vista tridimensionale di una valvola di auto-innesco secondo forme di realizzazione qui descritte;
- le figg. 13 e 14 illustrano rispettivamente la valvola di auto-innesco di fig. 12 in condizione non attiva, e in condizione attiva;
- la fig. 15 ? una vista in sezione di un dispositivo valvolare di non ritorno e anticalcare secondo forme di realizzazione qui descritte in condizione chiusa;
- la fig. 16 ? una vista in sezione del dispositivo valvolare di fig. 15 in condizione aperta;
- la fig. 17 ? una vista in esploso dei componenti del dispositivo valvolare di figg. 15 e 16;
- la fig. 18 ? una vista in sezione di una variante di un dispositivo valvolare di non ritorno e anticalcare in condizione chiusa;
- la fig. 19 ? una vista in sezione del dispositivo valvolare di fig. 18 in condizione aperta;
- la fig. 20 ? una vista schematica di una macchina per la preparazione di bevande al caff? secondo una variante di realizzazione del trovato.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente combinati o incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si far? ora riferimento nel dettaglio alle possibili forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o pi? esempi sono illustrati nelle figure allegate a titolo esemplificativo non limitativo. Anche la fraseologia e terminologia qui utilizzata ? a fini esemplificativi non limitativi.
Forme di realizzazione qui descritte con riferimento alle figure allegate si riferiscono ad una macchina 10 di tipo automatico per la preparazione di bevande caff?, in particolare idonea a preparare sia bevande al caff? a bassa pressione, come un caff? di tipo Americano, definito anche ?Drip?, o ?Coffee?, sia bevande al caff? ad alta pressione, come un caff? di tipo ?Espresso?.
La macchina 10 comprende un gruppo di infusione 11 provvisto di una camera di infusione 12 idonea a contenere una dose di polvere di caff? da sottoporre a infusione.
La macchina 10 comprende, inoltre, un circuito di alimentazione acqua 13 configurato per alimentare acqua da una sorgente 14 alla camera di infusione 12 e un circuito di uscita bevanda 15 mediante il quale la bevanda fuoriesce dalla camera di infusione 12 e pu? essere alimentata ad un ugello di erogazione 16.
Secondo forme di realizzazione, la sorgente di acqua pu? essere un serbatoio 14, o un collegamento ad una rete idrica.
Lungo il circuito di alimentazione acqua 13 possono essere previsti una pompa 17 di alimentazione e un dispositivo di riscaldamento 18, ad esempio una caldaia provvista di mezzi di riscaldamento 19, ad esempio comprendenti una o pi? resistenze elettriche, idonei a riscaldare il flusso d?acqua prima che esso giunga alla camera di infusione 12.
Lungo il circuito di alimentazione acqua 13 possono essere previsti anche dispositivi di rilevazione, idonei a rilevare uno o pi? parametri del flusso d?acqua in transito, ad esempio un flussimetro 20, preferibilmente posto a monte della pompa di alimentazione 17, e/o sensori di temperatura 21, posti a valle e/o a monte del dispositivo di riscaldamento 18.
Secondo forme di realizzazione, la camera di infusione 12 comprende un?apertura di ingresso 22 in comunicazione con il circuito di alimentazione acqua 13 e un?apertura di uscita 23 in comunicazione con il circuito di uscita bevanda 15.
Le aperture di ingresso 22 e di uscita 23 sono preferibilmente realizzate su lati opposti della camera di infusione 12; ancora pi? preferibilmente, una su un corpo fisso 24 e l?altra su un pistone mobile 25.
Il presente trovato si riferisce sia a macchine 10 che prevedono l' alimentazione dell?acqua dall?alto e l?estrazione della bevanda dal basso, sia a macchine che funzionano con alimentazione ed estrazione dell?acqua in modo opposto.
Secondo forme di realizzazione, la macchina 10 comprende una valvola di erogazione 26 posta a monte dell?apertura di ingresso 22, configurata per mantenere chiuso il circuito di alimentazione 13 fintanto che l?acqua alimentata non supera un determinato valore di pressione, e consentire l?erogazione nella camera di infusione 12 al superamento di tale valore. A titolo esemplificativo la valvola di erogazione 26 pu? essere configurata per contrastare una pressione massima di circa 3bar, preferibilmente compresa tra 1 e 3 bar.
La valvola di erogazione 26 pu? essere configurata anche per fungere da valvola di non ritorno, cos? da impedire che l?acqua nella camera di infusione 12 possa tornare indietro lungo il circuito di alimentazione 13. Secondo forme di realizzazione, la macchina 10 comprende un gruppo valvolare 35 collegato al circuito di uscita 15 a valle della camera di infusione 12 e configurato per definire un primo percorso di uscita ad alta pressione 27 per un caff? di tipo ?Espresso? e un secondo percorso di uscita a bassa pressione 28 per un caff? di tipo ?Drip?.
Il gruppo valvolare 35 comprende un ingresso 31a e un?uscita 31b, rispettivamente collegati al circuito di uscita 15 e ad un condotto di erogazione 32 della bevanda.
Il condotto di erogazione 32 a sua volta ? collegato ad un ugello di erogazione 16 mediante il quale la bevanda pu? essere erogata in un recipiente 110 idoneo.
L'erogazione del caff? di tipo ?Drip? ? caratterizzata dalla ridotta o totale mancanza di crema. Un fattore determinante nella creazione di crema ? la turbolenza del liquido nel percorso dopo l'estrazione fino all'erogazione.
Il circuito a valle della camera di infusione 12 ? stato studiato affinch? il percorso del caff? dall'uscita 23 fino alla erogazione in tazza trovi ridotte variazioni di diametro/sezione mediante opportuni accorgimenti nelle connessioni idrauliche come sar? spiegato in seguito.
Secondo forme di realizzazione, il gruppo valvolare 35 comprende mezzi di contropressione 33, 133 idonei a fornire una voluta forza di contropressione e mezzi di bypass 34, 134 selettivamente azionabili per bypassare l?azione dei mezzi di contropressione 33, 133.
Secondo forme di realizzazione, la macchina 10 pu? comprendere un?unit? di controllo e comando 100 configurata per ricevere un?indicazione in merito alla bevanda da preparare, ovvero caff? di tipo ?Coffee o ?Drip?? da preparare a bassa pressione, o caff? di tipo ?Espresso? da preparare ad alta pressione, e azionare di conseguenza i mezzi di bypass 34, 134.
L?indicazione in merito alla bevanda da preparare pu? essere ricevuta conseguentemente ad una selezione effettuata da un utente tramite un?interfaccia di comando, non illustrata.
Secondo forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fig. 1, il percorso ad alta pressione 27 e il percorso a bassa pressione 28 sono definiti rispettivamente da un primo ramo 29 e da un secondo ramo 30, distinti tra essi che si sviluppano tra l?ingresso 3 1a e l?uscita 31b.
Secondo tale soluzione realizzativa, i mezzi di contropressione possono comprendere una valvola montacrema 33 disposta lungo il primo ramo 29 e configurata per consentire il transito della bevanda attraverso di essa solo se la pressione supera un valore di soglia definito, per ottenere una bevanda dalle caratteristiche organolettiche simili ad un caff? di tipo ?Espresso?.
A titolo esemplificativo la valvola montacrema 33 pu? essere configurata per contrastare una pressione massima di circa 3bar, preferibilmente compresa tra 1 e 3bar.
I mezzi di bypass possono comprendere una valvola di intercettazione 34 disposta lungo il secondo ramo 30 selettivamente comandabile per aprire o chiudere un condotto di passaggio e consentire, o rispettivamente impedire il transito della bevanda attraverso di esso.
La valvola di intercettazione 34 pu? essere, ad esempio, un?elettrovalvola.
Nel caso in cui sia selezionata una bevanda da preparare ad alta pressione l?unit? di controllo e comando 100 comander? la valvola di intercettazione 34 in modo da chiudere il secondo ramo 30, costringendo la bevanda al caff? a transitare necessariamente attraverso il primo ramo 29.
Al contrario, nel caso in cui venga selezionata una bevanda da preparare a bassa pressione, l?unit? di controllo e comando 100 comander? la valvola di intercettazione 34 in modo da aprire il secondo ramo 30 da cui passa la bevanda che giunge all?ugello di erogazione 16, mentre il primo ramo 29 ? chiuso dalla valvola montacrema 33.
Secondo forme di realizzazione alternative, ad esempio descritte con riferimento alla fig. la, pu? anche essere previsto che il percorso ad alta pressione 27 e il percorso a bassa pressione 28 condividano uno stesso condotto lungo l?intero percorso tra l?ingresso 31a e l?uscita 31b.
Secondo questa soluzione, i mezzi generatori di pressione possono comprendere una valvola montacrema 133 posizionata lungo il condotto comune, la quale pu? assumere una conformazione attiva, nella quale ? configurata per mantenere chiuso il condotto fintanto che la pressione della bevanda non superi un determinato valore di soglia, cos? da permettere la generazione di crema/schiuma propria delle bevande ad alta pressione, e una conformazione non attiva nella quale mantiene aperto il passaggio nel condotto per le altre tipologie di bevande a bassa pressione. La valvola montacrema 133 pu? comprendere un alloggiamento 135 provvisto di un ingresso 31a e un?uscita 3 1b, un pistone mobile 131 disposto nell? alloggiamento 135 e mezzi elastici di ritorno 132 idonei ad esercitare una spinta sul pistone mobile 131 in modo da posizionarlo a monte dell?uscita 31 b, impedendo il transito del fluido.
In tal caso i mezzi di bypass possono comprendere mezzi di azionamento 134, ad esempio un attuatore meccanico, o simile, idoneo ad agire sul pistone mobile 131 per spostarlo a valle dell?uscita 31b, annullando l?effetto dei mezzi elastici di ritorno 132.
Secondo tali forme realizzative, la valvola montacrema 133 pu? essere posta nella conformazione non attiva mediante i mezzi di azionamento 134 comandato dall?unit? di controllo e comando 100, quando viene selezionata la preparazione di una bevanda a bassa pressione.
Secondo forme di realizzazione, la macchina 10 pu? comprendere anche un circuito di scarico 36 per l?acqua residua derivante dalla polvere di caff? esausta.
Secondo forme di realizzazione, il circuito di scarico 36 pu? essere realizzato in derivazione al condotto di erogazione 32 comune ed essere mantenuto normalmente chiuso mediante una elettrovalvola di scarico 37 disposta lungo di esso.
Secondo possibili varianti di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fig. 20, lungo il condotto di erogazione 32 a valle del gruppo valvolare 35 pu? essere prevista una elettrovalvola a tre vie 137 provvista di un ingresso 136 e due uscite 138, 139, nella quale una prima uscita 138 ? allineata a, e collegata con, il condotto di erogazione 32, mentre una seconda uscita 139 ? collegata con il circuito di scarico 36. Secondo forme di realizzazione, almeno il percorso a bassa pressione 28 presenta almeno per la maggior parte della sua estensione una sezione di passaggio per la bevanda sostanzialmente costante, ovvero sostanzialmente priva di restrizioni o variazioni di diametro che potrebbero provocare turbolenze e generare bolle d?aria.
Formano oggetto del presente trovato anche tubi a connessione rapida 40, 140 i quali presentano una sezione di passaggio per il fluido sostanzialmente costante e possono essere vantaggiosamente collegati ad un canale di transito 42 di un?elettrovalvola 34, 37, 137, o eventualmente di una pompa 17, anche di tipo noto.
Le elettrovalvole 34, 37, 137 comunemente utilizzate in applicazioni che richiedono sezioni di passaggio per i fluidi dell?ordine di qualche millimetro, ad esempio 3-5mm di diametro, comprendono un corpo valvola 41 provvisto internamente di un canale di transito 42, un corpo otturatore 43 mobile, e un organo di azionamento 44 per movimentare il corpo otturatore 43 e aprire e chiudere selettivamente il canale di transito 42.
Per il collegamento dei tubi/condotti all? elettrovalvola 34, le soluzioni note prevedono l?utilizzo di elementi di raccordo, non illustrati i quali vengono inseriti con un?estremit? all?intemo del canale di transito 42 e bloccati in esso mediante rispettive guarnizioni, in particolare O-ring, e forcine inserite in apposite sedi di aggancio 45 (fig. 3).
Altre forme realizzative (fig. 8) prevedono che gli elementi di raccordo si avvitino con una prima estremit? in una porzione filettata 46 all? interno del canale di transito 42. Gli elementi di raccordo vengono poi inseriti con l?estremit? opposta all? interno dei tubi e fissati mediante organi di fissaggio, come fascette elastiche posizionate all?esterno dei tubi stessi. La presenza degli elementi di raccordo ausiliari, tuttavia, comporta da un lato tempi di montaggio lunghi, essendo necessario inserire sia le guarnizioni, sia le forcine, o comunque avvitare i raccordi, e dall?altro comportano una riduzione dell?area della sezione di passaggio del liquido, che pu? essere particolarmente rilevante nei condotti di dimensioni contenute di cui si discute. A titolo di esempio, il diametro della sezione pu? diminuire da circa 3mm a circa 2,2mm, riducendo l?area della sezione del 46,2%. La riduzione della sezione di passaggio del liquido, inoltre, si estende per l?intera lunghezza del corpo valvola 41 e dei raccordi e comporta la generazione di turbolenze nel flusso della bevanda, generando bolle e schiuma non desiderata.
Il tubo a connessione rapida 40, 140 secondo il trovato comprende un corpo tubolare 47, 147 provvisto di una prima estremit? 47a di testa, atta, in uso, ad inserirsi all? interno del canale di transito 42 e una seconda estremit? 47b, opposta alla prima.
Secondo forme di realizzazione, il tubo a connessione rapida 40, 140 pu? presentare una lunghezza L lungo l?asse longitudinale compresa tra circa 50 e 100 mm.
Il corpo tubolare 47, 147 presenta un canale interno 48, 148 avente sezione sostanzialmente costante, almeno per la maggior parte della lunghezza L, preferibilmente pari, o superiore, a 3mm, ad esempio compresa tra 3 e 5mm.
Secondo forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alle figg. 2-9, il corpo tubolare 47 ? realizzato in corpo unico.
Preferibilmente il canale interno 48 presenta un diametro costante tra la prima estremit? 47a e la seconda estremit? 47b, preferibilmente compreso tra 3 e 5mm.
Il tubo a connessione rapida 40 comprende, inoltre, elementi di raccordo e tenuta 49 integrati al corpo tubolare 47.
Preferibilmente gli elementi di raccordo e tenuta 49 e il corpo tubolare 47 sono realizzati in corpo unico, e con uno stesso materiale.
Secondo forme di realizzazione il corpo tubolare 47 e gli elementi di raccordo e tenuta 49 possono essere realizzati in materiale almeno parzialmente flessibile, ad esempio materiale siliconico.
Secondo forme di realizzazione, gli elementi di raccordo e tenuta 49 comprendono primi mezzi di tenuta 50 configurati per cooperare con una superficie interna del canale di transito 42 dell? elettrovalvola 34 e secondi mezzi di tenuta 51 disposti, in uso, all? esterno del corpo valvola 41 e configurati per essere posizionati a contatto con quest?ultimo.
Secondo forme di realizzazione, i secondi mezzi di tenuta 51 sono disposti lungo il corpo tubolare 47, distanziati di una distanza D rispetto alla prima estremit? 47a, coerente con la profondit? del canale di transito 42.
A titolo esemplificativo la distanza D pu? essere compresa tra circa 15 e 20 mm. Le figure da 4 a 7 illustrano quattro possibili forme realizzative di un tubo a connessione rapida 40 secondo il trovato, indicate con le lettere A, B, C e D, le quali differiscono principalmente per la forma dei primi mezzi di tenuta 50.
Secondo forme di realizzazione del tubo a connessione rapida 40 A, 40B, 40C, 40D, i primi mezzi di tenuta 50 comprendono una porzione anulare 52, 53 avente sezione maggiore rispetto alla sezione esterna media del corpo tubolare 47, di dimensioni coniugate al canale di transito 42. Secondo possibili varianti di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fig. 4, la porzione anulare 52 pu? essere distanziata rispetto all?estremit? di testa 47a, ed essere configurata per cooperare con un suo bordo periferico con una superficie interna del canale di transito 42.
Secondo forme di realizzazione, la porzione anulare 53 pu? essere prevista in corrispondenza della estremit? di testa 47a, cos? da cooperare con un elemento di riscontro 54 interno al canale di transito 42, realizzando la tenuta idraulica su due lati (fig. 5).
La porzione anulare di testa 53 pu? presentare una forma rastremata verso l?estremit? di testa 47a. Secondo forme di realizzazione, il condotto di transito 42 pu? presentare un andamento a gradini, in cui la sezione diminuisce a tratti e la porzione anulare di testa 53 pu? essere configurata per andare in battuta contro la parete dell?ultimo gradino, o di un gradino intermedio, che funge da elemento di riscontro 54. Secondo ulteriori forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fig 7, possono essere previste due o pi? porzioni anulari 52, disposte distanziate una dall?altra tra l?estremit? di testa 47a e i secondi mezzi di tenuta 51.
Secondo possibili forme di realizzazione, le due o pi? porzioni anulari 52 possono presentare la stessa estensione radiale e/o longitudinale.
Secondo possibili varianti, le due o pi? porzioni anulari 52 possono presentare estensioni radiali differenti, crescenti tra la porzione di testa 47a e i secondi mezzi di tenuta 51. Tale forma di realizzazione pu? essere ad esempio utilizzata in elettrovalvole del tipo illustrato in fig. 2, in cui il canale di transito 42 ha un andamento a gradini, cos? da creare una tenuta meccanica per ciascuna zona a sezione differenziata.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, con riferimento alla fig. 6, pu? anche essere prevista una coppia di porzioni anulari, ad esempio una coppia di guarnizioni 55, poste adiacenti una all?altra.
Secondo ulteriori varianti, i primi mezzi di tenuta 50 possono anche comprendere una combinazione di due o pi? tra porzioni anulari 52, porzioni di testa 53, o guarnizioni 55, disposte tra l?estremit? di testa 47a e i secondi mezzi di tenuta 51.
Secondo forme di realizzazione, i secondi mezzi di tenuta possono comprendere una spalla di battuta 51, avente sezione maggiore di un?apertura di ingresso 56 del canale di transito 42 della elettrovalvola 34, la quale va in battuta sul corpo valvola 41, contro il bordo dell? apertura di ingresso 56.
In questo modo, posto che gli elementi di raccordo e tenuta 49 sono integrati direttamente sul corpo tubolare 47 stesso, il tubo a connessione rapida 40 pu? essere inserito direttamente all? interno dell?elettrovalvola 34, senza necessit? di prevedere ulteriori elementi di raccordo ausiliari. La spalla di battuta 51 pu? cooperare, dal lato opposto rispetto al corpo 41 dell?elettrovalvola 34, con un elemento di supporto 57 idoneo a mantenerlo a contatto con quest?ultimo.
Secondo forme di realizzazione, l?elemento di supporto 57 pu? presentare una forma a ?U?, con una parete di fondo 58 e due pareti laterali 59 parallele una all?altra, ciascuna idonea a cooperare con una spalla di battuta 51 di un rispettivo tubo a connessione rapida 40.
Le pareti laterali 59 possono essere distanziate una dall?altra di una distanza pari alla somma della lunghezza del corpo valvola 41, e allo spessore delle due spalle di battuta 51 , cos? da bloccare i tubi a connessione rapida 40 nell?elettrovalvola 34 mediante accoppiamento di forma.
Secondo forme di realizzazione, le pareti laterali 59 possono presentare ciascuna delle porzioni incavate 59a di forma coniugata a quella del corpo tubolare 47, il quale pu? disporsi, in uso, in appoggio su di esse.
La forma realizzativa di tubo a connessione rapida 140 illustrata in figg.
10 e 11 differisce dal tubo a connessione rapida 40 di figg. 2-9 per il fatto che il corpo tubolare 147 ? realizzato in due componenti, ovvero un primo componente 147 A, configurato per essere inserito alPintemo del canale di transito 42, ed accoppiarsi ad esso, e un secondo componente 147B, configurato per accoppiarsi al primo componente 147 A.
Il primo componente 147A pu? comprendere, realizzati su di esso, gli elementi di raccordo e tenuta 49, ovvero i primi 50 e/o i secondi mezzi di tenuta 51, i quali possono essere sostanzialmente conformati in modo simile a quanto descritto precedentemente.
Secondo forme di realizzazione, i primi mezzi di tenuta 50 possono comprendere una porzione anulare 152 posta in corrispondenza di un?estremit? di testa, idonea ad andare in battuta contro un elemento di riscontro 54 del canale di transito 42.
A valle della porzione anulare 152, i primi mezzi di tenuta 50 possono anche comprendere una sede 154, ricavata nello spessore del primo componente 147A, e idonea ad alloggiare una guarnizione 153, ad esempio un O-ring.
Pu? anche essere previsto che la porzione anulare 152 non vada in battuta, sfruttando la tenuta data dalla guarnizione 153.
Il primo componente 147 A presenta, a valle dei secondi mezzi di tenuta 51, una porzione di inserimento 149 avente diametro esterno minore rispetto al diametro esterno a monte dei mezzi di tenuta 51 , per consentirne ? inserimento all? interno del secondo componente 147B.
Il secondo componente 147B, a sua volta, presenta una porzione di alloggiamento 50 avente un diametro della sezione interna maggiore rispetto al diametro del canale interno 148, in modo tale da alloggiare la porzione di inserimento 149.
La porzione di inserimento 149 presenta in ogni caso un diametro della sezione interna superiore o uguale a 3mm.
In uso, il canale interno 148 definito in parte dal primo componente 147 A e in parte dal secondo componente 147B presenta quindi in ogni caso un diametro sostanzialmente costante, maggiore o uguale a 3mm, e preferibilmente compreso tra 3 e 5mm.
Secondo forme di realizzazione, il primo componente 147 A e pu? essere realizzato in materiale plastico rigido.
La porzione di inserimento 149 pu? essere provvista esternamente di nervature o risalti sporgenti 151.
Il secondo componente 147B pu? essere realizzato in materiale almeno parzialmente deformabile flessibile, configurato per deformarsi a contatto con le nervature/risalti 151 e realizzare un accoppiamento a tenuta con il primo componente 147 A.
In alternativa, entrambi i componenti 147 A, 147B possono essere realizzati in materiale plastico rigido e possono essere accoppiati mediante avvitamento o mezzi di accoppiamento a scatto.
Nella macchina 10 secondo il trovato, almeno i tubi di raccordo con l?elettrovalvola 34 e, nel caso sia presente, anche con l?elettrovalvola a tre vie 137, ovvero lungo il percorso a bassa pressione 28, presentano una sezione interna sostanzialmente costante e, preferibilmente, sono realizzati con i tubi a connessione rapida 40, 140.
Formano oggetto del presente trovato anche un dispositivo valvolare 60, 160 vantaggiosamente utilizzabile sia come valvola di erogazione 26, sia come valvola montacrema 33 (figg. 15-18).
Il dispositivo valvolare 60 comprende un?apertura di ingresso 62 e un?apertura di uscita 63 per un fluido, che si collegano a rispettivi condotti di ingresso e di uscita.
Il dispositivo valvolare 60 comprende, inoltre, una camera 66 che mette in comunicazione selettiva le aperture di ingresso 62 e di uscita 63.
Il dispositivo valvolare 60 comprende un corpo valvola 61 che delimita un vano 65 di alloggiamento, un pistone 64, disposto nel vano 65, mobile rispetto all?apertura di uscita 63 tra una prima posizione di passaggio fluido e una seconda posizione di ostruzione fluido, e mezzi elastici 67 di richiamo associati al pistone 64.
I mezzi elastici 67 sono configurati per mantenere nella posizione chiusa il pistone 64 fino a che nella camera 66 non viene raggiunto un limite di pressione predefinito.
Il movimento del pistone 64 sotto l?azione del fluido in pressione determina, oltre che l?apertura dell?apertura d?uscita 63, anche l?espansione del volume della camera 66.
In particolare, la spinta del fluido in pressione agente sul pistone mobile 64 mette in comunicazione diretta le aperture d?ingresso 62 e d?uscita 63. I mezzi elastici 67 sono vantaggiosamente posti all? esterno della camera 66, ovvero all?estemo del percorso del fluido.
Secondo una possibile soluzione realizzativa, ad esempio descritta nelle figg. 15-17, all? interno del pistone mobile 64 ? definito un canale di passaggio 72 per il fluido, nel caso di esempio acqua, tra un ingresso 73 e una o pi? uscite 74.
Vantaggiosamente, i mezzi elastici 67 sono disposti all?esterno del pistone mobile 64, e quindi esterni al canale di passaggio 72. In questo modo il fluido non entra mai a contatto con i mezzi elastici 67. Questo permette di ottenere una pluralit? di vantaggi:
- l?accumulo di calcare nei mezzi elastici 67 viene eliminato, allungando la vita del dispositivo valvolare 60;
- come mezzi elastici 67 ? possibile utilizzare una semplice molla ad elica in metallo;
- poich? i mezzi elastici 67 sono esterni al canale di passaggio 72, quest?ultimo risulta molto pi? semplice da pulire, rendendo la valvola 60 idonea ad essere utilizzata anche per il transito di una bevanda al caff? che, come noto, tende a sporcare a causa dei solidi residui presenti in essa. Secondo forme di realizzazione, il corpo valvola 61 e il pistone mobile 64 possono essere realizzati in materiale plastico.
Il corpo valvola 61 pu? essere formato da un semi-guscio superiore 68 definente il vano 65 di alloggiamento per il pistone mobile 64 e i mezzi elastici 67 e un semi-guscio inferiore 69 configurato per accoppiarsi con il semi-guscio superiore 68 e chiudere inferiormente il vano 65.
Il semi-guscio superiore 68 coopera con il pistone 64 per delimitare la camera 66, e il semi-guscio inferiore 69 mantiene in posizione, eventualmente con una predefinita compressione, i mezzi elastici 67. Il semi-guscio superiore 65 pu? comprendere una parete laterale 75 di forma cilindrica, e una parete di sommit? 76 avente forma rastremata verso un condotto di uscita 63. La parete di sommit? 76 pu? presentare, ad esempio, una forma a campana, o a cupola.
In una porzione centrale della parete di sommit? 76 ? ricavato un foro di uscita 88, il quale definisce, o ? collegato tramite un condotto 63a all? apertura di uscita 63.
Il semi-guscio inferiore 69 pu? presentare una parete inferiore 84 provvista di almeno un foro 85 per il passaggio del pistone mobile 64, e una parete laterale 86 di forma sostanzialmente cilindrica, idonea ad inserirsi, in uso, almeno in parte all'interno del semi-guscio superiore 68. I due semi-gusci superiore 68 e inferiore 69 possono essere provvisti di rispettivi organi di accoppiamento 70, 71 coniugati, configurati per cooperare uno all?altro. A titolo di esempio, gli organi di accoppiamento possono comprendere rispettivi elementi sporgenti 7 1 e sedi di bloccaggio 70 coniugate realizzati sulle rispettive pareti laterali 75, 86 di uno o l?altro dei semi-gusci 68, 69, idonei a realizzare un accoppiamento meccanico di forma. Possono essere previsti anche organi di accoppiamento di tipo differente, ad esempio a baionetta, o mediante porzioni filettate.
Il pistone mobile 64 comprende una porzione otturatrice 77, configurata per cooperare con l?apertura di uscita 63, ovvero il foro 88, uno stelo 78 provvisto di un ingresso 73 e una o pi? uscite 74 per il fluido, e una porzione di separazione 79 che si estende radialmente rispetto allo stelo 78, posta in posizione intermedia tra l?ingresso 73 e l?una o pi? uscite 74. Secondo forme di realizzazione, sono presenti almeno due uscite 74, preferibilmente disposte distanziate una dall?altra. Secondo possibili soluzioni, possono essere previste due uscite 74 disposte diametralmente opposte una all?altra, in modo tale da creare un canale di passaggio 72 a forma di ?T? all?interno del pistone mobile 64. Le due o pi? uscite 74 possono essere anche essere sfalsate in altezza una rispetto all?altra, e disposte equidistanti, o anche ad angoli differenti.
La porzione di separazione 79 ? preferibilmente distanziata dalla porzione otturatrice 77, in modo tale da garantire che, anche nella condizione chiusa del dispositivo valvolare 60, la camera 66 presenti un volume minimo diverso da zero, in modo tale che almeno una certa quantit? di fluido possa accumularsi in essa.
A titolo esemplificativo il volume minimo della camera 66 pu? essere maggiore o uguale a 10%. Esemplificativamente il volume minimo, in funzione delle applicazioni pu? essere compreso tra circa il 10% e circa il 60% del volume massimo raggiungibile, preferibilmente tra 15% e 40%. La porzione di separazione 79 presenta una dimensione radiale coniugata a quella del vano 65 di alloggiamento, in modo tale da posizionarsi a contatto con una superficie interna di quest?ultimo e realizzare con esso una tenuta idraulica.
La porzione di separazione 79 presenta una parete superiore 80 che delimita la camera 66 e una parete laterale 81 che coopera con il vano 65. Secondo forme di realizzazione, nella parete laterale 81 pu? essere prevista una scanalatura 82 che si estende lungo la circonferenza ed ? idonea ad alloggiare una guarnizione anulare 83, al fine di garantire la tenuta idraulica tra pistone mobile 64 e vano 65 di alloggiamento, impedendo possibili trafilamenti di fluido.
La porzione di separazione 79 insieme allo stelo 78 pu? definire inferiormente una cavit? 87 nella quale pu? essere inserita una prima estremit? dei mezzi elastici 67 in modo tale da bloccarli in posizione, mentre l?estremit? opposta si posiziona in battuta con la parete inferiore 84.
Le figg. 15 e 16 illustrano rispettivamente il dispositivo valvolare 60 in condizione chiusa e in condizione aperta.
Come si vede in fig. 15, nella condizione chiusa, la porzione otturatrice 77 ? parzialmente inserita nel foro 88 e impedisce il transito del fluido verso l?uscita 63.
Il fluido entra attraverso l?apertura di ingresso 62, nel caso di esempio l?ingresso 73, transita lungo il canale di passaggio 72 ed esce attraverso le uscite 74 riempiendo lo spazio definito tra la parete superiore 80 e la parete di sommit? 76, seguendo il percorso indicato dalle frecce in fig. 15.
Man mano che la pressione del fluido aumenta, essa tender? ad esercitare una forza su entrambe le pareti 80, 76, finch? la forza esercitata sar? sufficiente a vincere la forza elastica dei mezzi elastici 67, e determinare di conseguenza l?allontanamento della porzione otturatrice 77 dal foro di uscita 88, cos? da portare il dispositivo valvolare 60 nella condizione aperta (fig. 16).
In questo modo il fluido pu? transitare nello spazio tra la porzione otturatrice 77 e la parete di sommit? 76 ed uscire attraverso l?apertura di uscita 63.
Quando la pressione del fluido non ? pi? sufficiente a mantenere in compressione i mezzi elastici 67, essi riporteranno la porzione otturatrice 77 a contatto con il foro di uscita 88.
Il dispositivo valvolare 60, grazie alla sua conformazione ? anche idoneo a fungere da valvola di non ritorno. Infatti, quando il fluido entra dall?ingresso 62 e si accumula nella camera 66, la forza di pressione che esso esercita viene distribuita su un?ampia area, vale a dire sull?intera parete superiore 80 e sulla parete di sommit? 76, mentre nel caso in cui il fluido entri dall?apertura di uscita 63, la forza esercitata da esso agisce solamente sulla punta della porzione otturatrice 77, per cui ? necessaria una forza molto maggiore per poter superare quella dei mezzi elastici 67. Le figg. 18 e 19 illustrano una seconda forma di realizzazione di un dispositivo valvolare 160. Gli elementi uguali al dispositivo valvolare 60 sono indicati con gli stessi numeri di riferimento e non sono ulteriormente descritti. Gli elementi simili ma differenti sono indicati con lo stesso numero, aumentato di cento.
A differenza di quanto previsto nella forma realizzativa illustrata nelle figg. 15-17, le aperture d?ingresso 162 e d?uscita 163 non sono coassiali tra loro ma sono orientate in direzioni differenti. Anche se nelle figg. 18 e 19 sono illustrate disposte sostanzialmente ortogonali una all?altra, non ? escluso che possano essere posizionate ad angolazioni differenti, per adattarsi ai condotti di collegamento della specifica applicazione, ad esempio inclinati 45?, o aventi una forma a ?L? o ricurva, o simili.
Il corpo valvola 61 anche in tal caso pu? comprendere un semi-guscio superiore 168 e un semi-guscio inferiore 169.
Il semi-guscio superiore 168 pu? comprendere una parete laterale 175 tubolare, e una parete di sommit? 176 sostanzialmente piana, nelle quali sono ricavati rispettivi fori passanti 189, 188.
I fori passanti 189, 188 definiscono direttamente, o sono collegati mediante rispettivi condotti 162a e 163a alle aperture di ingresso 162 e di uscita 163.
Il semi-guscio superiore 168 definisce sostanzialmente il vano di alloggiamento 65 per il pistone mobile 164 e i mezzi elastici 67 ed ? chiuso inferiormente dal semi-guscio inferiore 169.
Anche in tal caso i mezzi elastici 67 sono disposti nel vano di alloggiamento 65 all?esterno della camera 66, e la spinta del fluido entrante attraverso l?apertura d?ingresso 162 sul pistone mobile 164 pone in comunicazione diretta l?apertura d?ingresso 162 e l?apertura di uscita 163.
Secondo tale forma realizzativa, il pistone mobile 164 presenta una dimensione radiale corrispondente alla sezione interna del vano di alloggiamento 65, ed ? idoneo a cooperare con esso per garantire una chiusura a tenuta della camera 66.
Il pistone mobile 164 comprende una parete superiore 180 la quale delimita inferiormente la camera 66, e una parete laterale 181 che, in questo caso, funge da porzione otturatrice, e coopera direttamente con il foro passante 188 definente, o collegato, all?apertura d?uscita 163, ricavato nella parete laterale 175.
Nel caso di esempio, la parete laterale 181 pu? comprendere due scanalature 182, ciascuna idonea ad alloggiare una rispettiva guarnizione anulare 183, le quali si dispongono, nella condizione chiusa del dispositivo valvolare 10, sui lati opposti del foro passante 88, cos? da fungere da valvola di non ritorno, impedendo qualsiasi trafilamento indesiderato di fluido proveniente dall? apertura di uscita 163.
Secondo altre varianti, non illustrate, la parete laterale 18 1 pu? fungere essa stessa da guarnizione di testa, e pu? essere realizzata almeno in parte in materiale deformabile, cos? da cooperate direttamente con la parete laterale 175. Tale soluzione presenta il vantaggio di garantire la tenuta per tempi maggiori in quanto, a differenza della guarnizione anulare che pu? danneggiarsi nel tempo a causa dell? interferenza con il bordo dell? apertura di uscita 163, la guarnizione di testa non presenta tali problematiche. La conformazione del dispositivo valvolare 160 impedisce al fluido di entrare nel corpo valvola 61 dall? apertura di uscita 163, qualunque sia la pressione del fluido, e risulta quindi estremamente efficace come valvola di non ritorno. La pressione del fluido in ingresso dall?apertura di uscita 163, inoltre, tender? ad aumentare la tenuta della/e guamizione/i anulare/i 183 o della guarnizione di testa 181.
Secondo forme di realizzazione, il vano di alloggiamento 65 in prossimit? dell?apertura d?ingresso 162 presenta una porzione a diametro minore, definente uno spallamento 190 configurato per fungere da elemento di riscontro e battuta per il pistone 164, cos? da garantire che la camera 66 anche nella condizione chiusa del dispositivo valvolare 160 abbia sempre un volume minimo idoneo a consentire l?accumulo di una determinata quantit? di fluido. Il volume minimo pu? essere sostanzialmente pari a quello previsto per il dispositivo valvolare 60, o anche inferiore ad esso, essendo presente una maggiore superficie 180 sulla quale pu? agire il fluido in ingresso.
Il pistone 164 pu? comprendere inferiormente una cavit? 187 idonea ad alloggiare almeno parzialmente i mezzi elastici 67 e mantenerli in posizione.
Le figg. 18 e 19 illustrano rispettivamente il dispositivo valvolare 160 in condizione chiusa e in condizione aperta.
Come si vede in fig. 18, nella condizione chiusa, la parete laterale 181 ? posta a chiusura del foro passante 188 e quindi dell?apertura d?uscita 163 e impedisce il transito del fluido attraverso di essa.
Il fluido entra attraverso l?apertura d?ingresso 162 direttamente nella camera 66 tra la parete superiore 180 e la parete di sommit? 176, seguendo il percorso indicato dalle frecce in fig. 18.
Man mano che la pressione del fluido aumenta, essa tender? ad esercitare una forza su entrambe le pareti 180, 176, finch? la forza esercitata sar? sufficiente a vincere la forza elastica dei mezzi elastici 67, spingendo il pistone mobile 164 in modo da allontanarlo almeno parzialmente dall?apertura dal foro passante 188, e portare il dispositivo valvolare 160 nella condizione aperta (fig. 19) mettendo in comunicazione la camera 66 con l?apertura d?uscita 163.
Quando la pressione del fluido diminuisce e non ? pi? in grado di contrastare la forza fornita dai mezzi elastici 67, questi si estendono riportando il pistone 164 nella posizione di chiusura.
Secondo forme di realizzazione, la macchina 10 pu? comprendere anche una valvola di auto-innesco 38 disposta lungo un condotto 39 posto a valle della pompa 17 e in derivazione con il circuito di alimentazione dell?acqua 13.
Secondo forme di realizzazione, la valvola di auto-innesco 38 pu? essere realizzata come valvola a manicotto, o valvola ?pinch?.
Secondo forme di realizzazione descritte con riferimento alle figg. 12-14, la valvola di auto-innesco 38 pu? comprendere almeno un primo corpo 91 ed un secondo corpo 92 funzionalmente associati uno all?altro in modo tale da definire tra di essi una luce di passaggio 95 nella quale si posiziona, in uso, un tubo flessibile 90 del condotto 39.
Il primo corpo 91 e il secondo corpo 92 sono scorrevolmente accoppiati uno all?altro in modo tale da permettere uno scorrimento reciproco lungo un asse di scorrimento X.
Secondo forme realizzative, la luce di passaggio 95 ? compresa in un piano parallelo all?asse di scorrimento X.
Il secondo corpo 92 ? preferibilmente fissato ad una struttura di supporto 101 interna alla macchina 10, mentre il primo corpo 91 ? configurato mobile rispetto al secondo corpo 92. Ad esempio il secondo corpo 92 pu? essere provvisto di fori passanti 111 idonei a cooperare con mezzi di fissaggio di tipo noto, quali perni, viti, o simili, per consentirne il fissaggio con la struttura di supporto 101.
La valvola di auto-innesco 38 pu? comprendere mezzi elastici 93 associati al secondo corpo 92 su un lato opposto rispetto alla luce di passaggio 95, configurati per mantenere la valvola di auto-innesco 38 in una configurazione operativa chiusa.
La valvola di auto-innesco 38 comprende, inoltre, una porzione di attuazione 96 azionabile per movimentare assialmente il primo corpo 91 verso una configurazione operativa aperta contrastando l?azione dei mezzi elastici 93.
Secondo forme di realizzazione, il primo corpo 91 ed il secondo corpo 92 comprendono mezzi di guida 94 coniugati.
Secondo forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alle figg. da 12 a 14, il secondo corpo 92 comprende una porzione piana 97 provvista di fori passanti 98, i quali definiscono parte dei mezzi di guida 94.
La porzione piana 97 comprende una prima superficie 102 rivolta verso la luce di passaggio 95 e una seconda superficie 103, opposta alla prima superficie 102, la quale coopera con i mezzi elastici 93.
Il secondo corpo 92 pu? comprendere, inoltre, una porzione tubolare 104, estendentesi dalla seconda superficie 103 la quale, in uso, funge da alloggiamento per i mezzi elastici 93.
Il primo corpo 91 pu? presentare una porzione di alloggiamento 105 avente forma a ?U?, la quale delimita parzialmente la luce di passaggio 95.
La porzione di alloggiamento 105 pu? comprendere due tratti longitudinali 106a, 106b, che si estendono paralleli all?asse di scorrimento X, e un tratto trasversale 107, ortogonale ai tratti longitudinali 106a, 106b e che li unisce alle estremit?.
I tratti longitudinali 106a, 106b sono inseriti in modo scorrevole nei fori passanti 98 e possono presentare sezioni di forma sostanzialmente coniugata.
Il primo corpo 91 pu? comprendere, inoltre, una porzione di riscontro 108 piana, disposta trasversalmente rispetto ai tratti longitudinali 106a, 106b, distanziata dal tratto trasversale 107.
La luce di passaggio 95 risulta pertanto chiusa sull? intero perimetro, disponendosi ad anello attorno al tubo flessibile 90 quando in uso, essendo delimitata dal tratto trasversale 107, dalla porzione di riscontro 108, parzialmente, dai tratti longitudinali 106a, 106b e dal secondo corpo 92. Secondo ulteriori forme di realizzazione, la prima superficie 102 presenta una sede centrale 113 idonea ad alloggiare almeno in parte la porzione di riscontro 108.
Secondo forme di realizzazione, il secondo corpo 92 comprende un elemento di interferenza 109 sporgente dalla prima superficie 102, configurato per cooperare con il tratto trasversale 107 per deformare il tubo flessibile 90 posizionato nella luce di passaggio 95.
Secondo tali forme di realizzazione, pu? essere previsto che la porzione di riscontro 108 presenti un foro passante 112 idoneo a consentire il passaggio in esso dell?elemento di interferenza 109.
L?elemento di interferenza 109 pu? essere disposto trasversalmente tra due fori passanti 98 contrapposti, parallelo al tratto trasversale 107.
Secondo forme di realizzazione, il tratto trasversale 107 e la porzione di interferenza 109 presentano andamento rettilineo con ampiezza ridotta, dell?ordine di 1-3mm, in modo tale da esercitare una forza concentrata e puntuale da lati opposti del tubo flessibile 90.
Secondo forme di realizzazione, la valvola di auto-innesco 38 comprende un elemento di chiusura 114, integrato con, o collegato, al primo corpo 91, ed in particolare alle estremit? dei tratti longitudinali 106a, 106b opposte al tratto trasversale 107.
Tale elemento di chiusura 114 funge da elemento di battuta per i mezzi elastici 93. La porzione di attuazione 96 ? definita da una porzione di estremit? dell?elemento di chiusura 1 14.
In questo modo, quando la valvola di auto-innesco 38 non ? sottoposta ad alcuna sollecitazione, i mezzi elastici 93 spingono l?elemento di chiusura 114 in allontanamento dal secondo corpo 92, avvicinando di conseguenza il tratto trasversale 107 verso la prima superficie 103 e verso la porzione di interferenza 109 per ridurre la sezione della luce di passaggio 95 ed ostruire il tubo flessibile 90 in essa.
Quando invece sulla porzione di attuazione 96 viene esercitata una forza F verso il secondo corpo 92, nel verso indicato dalla freccia in fig.
14, l?elemento di chiusura 114 comprime i mezzi elastici 93 mentre il tratto trasversale 107 viene allontanato dalla prima superficie 103 e dalla porzione di interferenza 109, allargando la luce di passaggio 95.
Secondo forme di realizzazione, l?elemento di chiusura 114 pu? presentare una porzione tubolare 115, preferibilmente cilindrica, chiusa ad un?estremit? da una porzione sagomata 116, preferibilmente arrotondata, o semi-sferica, che definisce la porzione di attuazione 96.
Secondo forme di realizzazione, il primo corpo 91 e l?elemento di chiusura 114 sono provvisti di rispettivi mezzi di accoppiamento 117 idonei a definire un accoppiamento stabile reciproco tra i due componenti, ad esempio per interferenza, accoppiamento di forma, o a scatto.
I mezzi di accoppiamento 117 possono comprendere elementi di aggancio 118, come denti sporgenti, previsti sui tratti longitudinali 106a, 106b del primo corpo 91 e rispettive sedi di aggancio 119 previste sull?elemento di chiusura 114, configurate per ricevere e cooperare con gli elementi di aggancio 118.
Secondo forme di realizzazione, la valvola di auto-innesco 38 pu? essere azionata selettivamente dal movimento del gruppo di infusione 11 mobile.
Ad esempio, secondo forme di realizzazione, la valvola di auto-innesco 38 pu? essere configurata per essere posizionata lungo una traiettoria G percorsa dal gruppo di infusione 11 mobile, o da uno dei suoi componenti e la valvola di auto-innesco 38 pu? essere attivata quando il gruppo di infusione 11 ? in una determinata posizione nella quale interferisce con essa.
Ad esempio, si pu? prevedere che la valvola di auto-innesco 38 sia attivata quando il gruppo di infusione 11 si trova in corrispondenza di un proprio fine corsa basso.
In funzione della forma e disposizione dei componenti della macchina 10, tuttavia, si pu? prevedere una posizione di attivazione differente, ad esempio in una posizione di carico intermedia tra il fine corsa basso e un fine corsa alto.
Secondo forme di realizzazione, l?attivazione della valvola di autoinnesco 38 ne determina l?apertura in scarico, mettendo in comunicazione l?uscita della pompa 17 con la pressione atmosferica, in modo tale da consentire la fuoriuscita di eventuali bolle d?aria.
Se durante il funzionamento della macchina 10 non viene rilevata l?aspirazione di acqua dal serbatoio 14, si interrompe il ciclo di preparazione della bevanda, e il gruppo di infusione 11 ritorna alla posizione di fine corsa basso, o in posizione intermedia, determinando automaticamente l?apertura della valvola di auto-innesco 38.
Secondo forme di realizzazione, nel caso in cui il ciclo venga annullato per mancanza di acqua, pu? essere prevista la generazione di un allarme visivo, o sonoro, per informare l?utente che ? necessario provvedere al riempimento del serbatoio 14.
Una volta ricevuta la conferma della presenza di acqua, il ciclo pu? essere nuovamente avviato.
Poich? la valvola di auto-innesco 38 rimane attiva mentre il gruppo di infusione 11 ? nella posizione di fine corsa basso, in tale caso eventuali bolle d?aria presenti nella pompa 17 possono essere direttamente eliminate e quindi si pu? procedere con l?avvio della pompa 17 e la preparazione di una bevanda al caff?.
Forme di realizzazione qui descritte si riferiscono anche ad un metodo per la preparazione di una bevanda al caff? mediante infusione di una dose di polvere di caff? in una camera di infusione.
Il metodo comprende ricevere un?indicazione di un tipo di bevanda al caff? scelta tra una bevanda da preparare ad alta pressione e una bevanda da preparare a bassa pressione, ad esempio fornito da un utente mediante un?interfaccia. In particolare, la selezione di un caff? di tipo ?Espresso? comporter? un?indicazione di bevanda ad alta pressione, mentre la selezione di un caff? di tipo ?Drip?, o ?Coffee?, comporter? un?indicazione di una bevanda a bassa pressione.
Il metodo secondo il trovato prevede di alimentare acqua calda alla camera di infusione 12 mediante il circuito di alimentazione acqua 13, attivando e in modo opportuno la pompa 17 e il dispositivo di riscaldamento 18, in modo da estrarre le sostanze aromatiche dalla polvere di caff?.
Nel caso in cui sia richiesta la preparazione di una bevanda ad alta pressione, il metodo prevede di erogare la bevanda lungo un percorso di uscita ad alta pressione 27 del gruppo valvolare 35 facendola transitare attraverso i mezzi di contropressione 33, 133. In questo modo viene garantito che la bevanda al caff? venga erogata solo se ha raggiunto una pressione sufficiente a contrastare quella dei mezzi di contropressione 33, 133, permettendo di ottenere la generazione della crema come richiesto per le bevande caff? di tipo ?Espresso?.
Al contrario, quando viene richiesta la preparazione di una bevanda a bassa pressione, il metodo prevede di azionare i mezzi di bypass 34, 134 del gruppo valvolare 35 per bypassare i mezzi di contropressione 33, 133 ed erogare la bevanda al caff? lungo il percorso di uscita a bassa pressione 28.
Secondo forme di realizzazione, per la preparazione di una bevanda ad alta pressione, il metodo secondo il trovato prevede di azionare l?elettrovalvola 34 disposta lungo il secondo ramo 30 in modo tale da mantenerlo chiuso e costringere la bevanda a transitare attraverso la valvola montacrema 33 disposta lungo il primo ramo 29, mentre per la preparazione di una bevanda a bassa pressione prevede di azionare l?elettrovalvola 34 per aprire il secondo ramo 30, consentendo il transito della bevanda attraverso di esso verso l?ugello di erogazione 16.
Secondo una variante di realizzazione, per la preparazione di una bevanda a bassa pressione, il metodo prevede di azionare l?elemento attuatore 134 in modo tale da porre la valvola montacrema 133 in una conformazione attiva, idonea a definire il percorso di uscita ad alta pressione 27, mentre per la preparazione di una bevanda a bassa pressione prevede di azionare l?elemento attuatore 134 in modo tale da porre la valvola montacrema 133 in una conformazione non attiva, definendo il percorso di uscita a bassa pressione 28.
Secondo forme di realizzazione, durante la preparazione di una bevanda a bassa pressione, si pu? prevedere di utilizzare una prima quantit? di polvere di caff?, ad esempio compresa tra 8 e 10g per dose di bevanda, e di alimentare l?acqua con una portata compresa tra circa 2 e 4,2 cc/sec, cos? da garantire una corretta estrazione degli aromi, e una percentuale totale di solidi dissolti compresa tra circa 1,30% e 1,55%. La macchina 40 ? in particolare configurata per regolare di volta in volta la quantit? di polvere di caff? e la quantit? di acqua da alimentare, ed eventualmente la portata, in funzione della quantit? di bevanda scelta dall?utente, ad esempio una tazza, un mug, mezza caraffa, o altro.
Nel caso di una bevanda ad alta pressione, il metodo pu? prevedere di aumentare la quantit? di polvere di caff? per dose di bevanda, utilizzando una seconda quantit?, ad esempio compresa tra 10-12g e comprimere la polvere di caff?, e dall?altro ridurre la portata dell?acqua, ad esempio in un intorno di 1 cc/sec, in modo tale che rimanga a contatto con la polvere di caff? per un tempo maggiore.
Secondo ulteriori forme di realizzazione, al termine dell?erogazione della bevanda al caff?, il metodo prevede di comprimere la polvere esausta nella camera di infusione 12, ad esempio movimentando il pistone mobile 25 rispetto al corpo fisso 24, e azionare l?elettrovalvola di scarico 37, 137 per consentire il transito dell?acqua residua lungo il circuito di scarico 36. In particolare, nel caso in cui il gruppo valvolare 35 comprenda il primo e il secondo ramo 29, 30, il metodo prevede, durante le operazioni di compressione e scarico, di azionare l' elettrovalvola di intercettazione 34 per bloccare il secondo ramo 30 e far transitare l?acqua anche lungo il primo ramo 29, ovvero attraverso la valvola montacrema 33 cos? da pulire quest?ultima.
Pu? anche essere previsto che, nel caso siano presenti due rami 29, 30 nel gruppo valvolare 35, l?acqua di scarico venga fatta transitare di volta in volta lungo lo stesso ramo 29, 30 utilizzato per la bevanda.
Nel caso in cui sia presente l?elettrovalvola a tre vie 137 lungo il condotto di erogazione bevanda 32, il metodo prevede, durante la preparazione di una bevanda, di azionare l?elettrovalvola a tre vie 137 in modo tale da mantenere aperta la prima uscita 138 e chiusa la seconda uscita 139.
Al termine della preparazione della bevanda, il metodo prevede di azionare l?elettrovalvola a tre vie 137 per chiudere la prima uscita 138 e aprire la seconda uscita 139, consentendo lo scarico dell?acqua residua lungo il circuito di scarico 36.
? chiaro che alla macchina 10 e al metodo per la preparazione di bevande al caff? fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall?ambito del presente trovato come definito dalle rivendicazioni.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all?ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.

Claims (16)

RIVENDICAZIONI
1. Macchina automatica (10) per la preparazione di bevande al caff?, comprendente un gruppo di infusione (11) provvisto di una camera di infusione (12) collegata ad un circuito di alimentazione (13) per l?acqua tramite un?apertura di ingresso (22) e ad un circuito di uscita (15) per la bevanda tramite un?apertura di uscita (23), caratterizzata dal fatto che comprende un gruppo valvolare (35), provvisto di un ingresso (3 la) collegato a detto circuito di uscita (15) e di un?uscita (3 lb) collegata ad un condotto di erogazione (32), configurato per fornire un primo percorso di uscita (27) ad alta pressione comprendente mezzi di contropressione (33; 133) e un secondo percorso di uscita (28) a bassa pressione comprendente mezzi di bypass (34; 134) selettivamente azionabili per bypassare l?azione di detti mezzi di contropressione (33; 133) e far passare la bevanda in detto secondo percorso di uscita (28).
2. Macchina (10) come nella rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che tra detto ingresso (3 la) e detta uscita (3 lb) sono previsti detto primo percorso di uscita ad alta pressione (27) e detto secondo percorso di uscita a bassa pressione (28) definiti rispettivamente da un primo ramo (29) in cui sono previsti detti mezzi di contropressione (33, 133) aventi una valvola montacrema (33) e da un secondo ramo (30) in cui sono previsti detti mezzi di bypass (34, 134) comprendenti una valvola di intercettazione (34).
3. Macchina (10) come nella rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che detta valvola montacrema (33) comprende un?apertura di ingresso (62; 162) e un?apertura di uscita (63; 163) per un fluido, una camera (66) che mette in comunicazione selettiva dette aperture d?ingresso (62; 162) e d?uscita (63; 163), un vano (65) di alloggiamento, un pistone (64; 164) disposto in detto vano (65), il quale ? mobile tra una posizione di chiusura in cui impedisce il transito del fluido e una posizione di apertura in cui consente il passaggio del fluido, e mezzi elastici (67) di richiamo associati a detto pistone (64; 164), esterni a detta camera (66).
4. Macchina (10) come nella rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detto percorso di uscita ad alta pressione (27) e detto percorso di uscita a bassa pressione (28) condividono il medesimo ramo di circuito, in cui detti mezzi di contropressione (33; 133) comprendono una valvola montacrema (133) e detti mezzi di bypass (34; 134) comprendono mezzi di azionamento (134) selettivamente comandabili per mantenere detta valvola montacrema (133) in una configurazione non attiva.
5. Macchina (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che comprende un?unit? di controllo e comando (100) configurata per ricevere un?indicazione in merito a un tipo di bevanda da preparare, e azionare di conseguenza detti mezzi di bypass (34; 134).
6. Macchina (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che almeno detto secondo percorso a bassa pressione (28) presenta almeno per la maggior parte della sua estensione una sezione di passaggio per la bevanda sostanzialmente costante, ovvero sostanzialmente priva di restrizioni o variazioni di diametro che potrebbero provocare turbolenze e generare bolle d?aria.
7. Macchina (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti quando dipendono dalla rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che comprende tubi a connessione rapida (40; 140) collegati a detta valvola di intercettazione (34) e definenti detto secondo ramo (30), detti tubi (40; 140) comprendendo un corpo tubolare (47; 147) provvisto di una prima estremit? (47a) di testa atta, in uso, ad inserirsi all? interno di un canale di transito (42) provvisto in un corpo valvola (41) di detta valvola di intercettazione (34) e una seconda estremit? (47b), opposta alla prima, ed elementi di raccordo e tenuta (49) integrati a detto corpo tubolare (47; 147).
8. Macchina (10) come nella rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti elementi di raccordo e tenuta (49) comprendono primi mezzi di tenuta (50) disposti in prossimit? di detta prima estremit? di testa (47a) e configurati per cooperare con una superficie interna di detto canale di transito (42) e secondi mezzi di tenuta (51) disposti, in uso, all?esterno e a contatto con detto corpo valvola (41) e configurati per cooperare con un elemento di supporto (57) di detta valvola di intercettazione (34).
9. Macchina (10) come nella rivendicazione 7 o 8, caratterizzata dal fatto che detti elementi di raccordo e tenuta (49) e detto corpo tubolare (47) sono realizzati in corpo unico, e con uno stesso materiale almeno parzialmente flessibile, quale un materiale siliconico.
10. Macchina (10) come nella rivendicazione 7 o 8, caratterizzata dal fatto che detto corpo tubolare (147) ? realizzato in due componenti, ovvero un primo componente (147 A), provvisto di detti elementi di raccordo e tenuta (49) e configurato per essere inserito all? interno del canale di transito (42), ed accoppiarsi ad esso, e un secondo componente (147B), configurato per accoppiarsi al primo componente (147 A).
11. Macchina (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 10, caratterizzato dal fatto che detto corpo tubolare (47, 147) presenta un canale interno (48, 148) avente sezione sostanzialmente costante, preferibilmente pari, o superiore, a 3mm.
12. Macchina (10) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che comprende una valvola di erogazione (26) posta a valle di detta apertura di ingresso (22), comprendente un?apertura di ingresso (62; 162) e un?apertura di uscita (63; 163) per un fluido, una camera (66) che mette in comunicazione selettiva dette aperture d? ingresso (62; 162) e d?uscita (63; 163), un vano (65) di alloggiamento, un pistone (64; 164) disposto in detto vano (65), il quale ? mobile tra una posizione di chiusura in cui impedisce il transito del fluido e una posizione di apertura in cui consente il passaggio del fluido, e mezzi elastici (67) di richiamo associati a detto pistone (64; 164), esterni a detta camera (66).
13. Metodo per la preparazione di una bevanda al caff? mediante infusione di una dose di polvere di caff? in una camera di infusione (12), in cui detto metodo comprende:
- ricevere un?indicazione di un tipo di bevanda al caff? scelta tra una bevanda da preparare ad alta pressione avente caratteristiche organolettiche assimilabili a un caff? ?Espresso? e una bevanda da preparare a bassa pressione avente caratteristiche organolettiche assimilabili a un caff? ?Drip?;
- alimentare acqua a detta camera di infusione (12) attraverso un?apertura di ingresso (22) e far fuoriuscire la bevanda da detta camera di infusione (12) attraverso un?apertura di uscita (23) collegata ad un circuito di uscita
- far transitare la bevanda al caff? attraverso un gruppo valvolare (35) a valle del condotto di uscita (15),
in cui, nel caso sia richiesta la preparazione di una bevanda ad alta pressione, detto metodo prevede di erogare la bevanda lungo un percorso di uscita ad alta pressione (27) di detto gruppo valvolare (35) facendola transitare attraverso mezzi di contropressione (33; 133) e,
nel caso sia richiesta la preparazione di una bevanda a bassa pressione, detto metodo prevede di azionare mezzi di bypass (34; 134) di detto gruppo valvolare (35) per bypassare l?azione di detti mezzi di contropressione (33; 133) ed erogare la bevanda caff? lungo un percorso di uscita a bassa pressione (28).
14. Metodo come nella rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che per la preparazione di una bevanda ad alta pressione prevede di azionare una valvola di intercettazione (34) disposta lungo un secondo ramo (30) di detto gruppo valvolare (35) in modo tale da mantenerlo chiuso e costringere la bevanda a transitare attraverso una valvola montacrema (33) disposta lungo un primo ramo (29) e per la preparazione di una bevanda a bassa pressione prevede di azionare detta valvola di intercettazione (34) per aprire detto secondo ramo (30) consentendo il transito della bevanda attraverso di esso.
15. Metodo come nella rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che per la preparazione di una bevanda ad alta pressione prevede di azionare un elemento attuatore ( 134) in modo tale da porre una valvola montacrema (133) di detto gruppo valvolare (35) in una conformazione attiva, idonea a definire detto percorso di uscita ad alta pressione (27) e per la preparazione di una bevanda a bassa pressione prevede di azionare detto elemento attuatore (134) in modo tale da porre detta valvola montacrema (133) in una conformazione non attiva, definendo detto percorso di uscita a bassa pressione (28).
16. Metodo come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 13 a 15, caratterizzato dai fatto che per la preparazione di una bevanda a bassa pressione prevede di utilizzare una prima dose di polvere di caff?, e di alimentare l?acqua con una portata compresa tra 2 e 4,2 cc/sec, cos? da garantire una corretta estrazione degli aromi, e una percentuale totale di solidi dissolti compresa tra circa 1,30% e 1,55%, mentre per la preparazione di una bevanda ad alta pressione, il metodo prevede di utilizzare una seconda quantit? di polvere di caff?, maggiore della prima quantit?, e di ridurre la portata dell?acqua a circa 1 cc/sec, in modo tale che l?acqua rimanga a contatto con la polvere di caff? per un tempo maggiore,
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