IT201900019840A1 - Dispositivo biomedicale per la frantumazione dei calcoli renali - Google Patents

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Description

DISPOSITIVO BIOMEDICALE PER LA FRANTUMAZIONE DEI CALCOLI RENALI
SETTORE DELLA TECNICA
Oggetto della presente invenzione è un dispositivo biomedicale per la frantumazione e/o rimozione dei calcoli renali, comunemente noto come ureteroscopio costituito da una parte rigida ed una movimentabile in punta.
TECNICA NOTA
In ambito medico, l’ureteroscopia è un esame delle alte vie urinarie, di solito eseguito con uno strumento, chiamato ureteroscopio, che passa attraverso l'uretra e la vescica, e quindi direttamente nell'uretere. In altri termini, è una procedura in cui un uretroscopio viene inserito nella vescica e nell’uretere per diagnosticare e trattare una varietà di problemi del tratto urinario. Tra queste problematiche si annovera anche la rimozione dei calcoli renali in quanto, mediante l’ureteroscopia, l’urologo è in grado di guardare effettivamente nell’uretere, individuare il calcolo renale e rimuoverlo.
I calcoli dell’uretere sono solitamente piccoli e lisci e, generalmente, sono calcoli discesi dal rene, che si arrestano in determinati punti, laddove il calibro dell’uretere è meno ampio. In generale, i calcoli renali sono depositi duri di minerali come calcio o prodotti di scarto come l'acido urico; inizialmente sono di dimensioni piccole, ma possono ingrandirsi man mano che altri minerali si attaccano ad essi. Alcuni calcoli renali, spesso, passano attraverso il tratto urinario senza alcun trattamento. In altri casi, invece, rimangono bloccati nel tratto urinario, ed è necessario rimuoverli o chirurgicamente oppure mediante opportuni trattamenti endoscopici tra i quali l’ureteroscopia.
È noto che i punti normalmente ristretti lungo il lume dell’uretere sono: il giunto pieloureterale, incrocio dei vasi iliaci, inizio della porzione intramurale, orifizio ureterale. Naturalmente al di sopra dei questi punti normalmente ristretti vi sono delle zone di uretere più espanse, favorevoli perché i calcoli vi si arrestino e sviluppino e più precisamente: la pelvi renale, il fuso lombare, il fuso pelvico, la porzione intramurale dell’uretere. Naturalmente al di sopra dei questi punti normalmente ristretti vi sono delle zone di uretere più espanse, favorevoli perché i calcoli vi si arrestino e sviluppino e più precisamente: la pelvi renale, il fuso lombare, il fuso pelvico, la porzione intramurale dell’uretere. Il diametro medio delle suddette zone nell’uretere adulto è rispettivamente di 2,0 mm per la la pelvi renale, 3,7 mm per il fuso lombare e 2,5 mm per il fuso pelvico, mentre la papilla ureterale ha dimensioni molto variabili. Più del 70% dei calcoli si arrestano al di sotto dell’incrocio dei vasi iliaci nel tratto pelvico dell’uretere. Per quanto riguarda le dimensioni del calcolo, se il calcolo ha un diametro inferiore a 1 cm, può essere, generalmente eliminato o spontaneamente o mediante opportune manovre, mentre invece, quando il suo diametro è maggiore di 1 cm, generalmente, si afferma che il calcolo non può essere eliminato attraverso le vie naturali ed è necessario fare un intervento chirurgico.
Nell’ambito dell’ureteroscopia, prescindendo dal semplice cateterismo ureterale e dalla sua utilizzazione per iniettare sostanze necessarie a favorire la espulsione dei calcoli ureterali, fin dal passato sono noti allo stato della tecnica numerosi strumenti utilizzati per raggiungere il calcolo nell’uretere per estrarlo o provocarne l’espulsione. Comuni a molti di essi è il concetto di aggiungere una variante di forma al catetere, per favorire l’afferraggio del calcolo. Alcuni dispositivi sono mostrati in figura 1 e si riferiscono ad apposite pinze o cestelli per la rimozione dei calcoli renali.
Nel corso degli anni gli ureteroscopi si sono evoluti dal punto di vista tecnologico fino ai tempi più o meno recenti nei quali risultano essere noti allo stato della tecnica due tipologie principali di ureteroscopi: rigidi o flessibili. Come già accennato in precedenza, l’ureteroscopio è uno strumento attraverso cui è possibile esplorare internamente parti del corpo quali vescica, uretere e cavità renali, grazie ad un sistema ottico ed una telecamera. È noto altresì che gli ureteroscopi (rigidi o flessibili) possono essere dotati internamente di almeno un canale di lavoro, cosiddetto working channel, che consente l’introduzione durante l’esame di strumentazioni miniaturizzate di vario tipo al fine di operare all’interno delle vie escretrici (ad esempio sonde laser per l’ablazione di tumori e angiomi oppure pinze o micro-cesti per l’asportazione e/o rottura di calcoli renali).
L’ureterocopio rigido consente una migliore visione e soprattutto una maggiore operatività. Con l’evoluzione tecnologica, gli ureteroscopi rigidi sono stati ampiamente sostituiti da ureteroscopi cosiddetti semirigidi. In linea generale è costituito da un fascio in fibra ottica molto denso, racchiuso in una guaina metallica semirigida. Di solito, l’estremità distale (punta) degli ureteroscopi semirigidi hanno un diametro compreso tra 6 F e 10 F (laddove F = French; la conversione French millimetri è pari a: 3F = 1mm). La guaina degli ureteroscopi semirigidi ha un diametro progressivamente crescente dall'estremità distale a quella prossimale (vicino al manico), dove raggiunge un calibro variabile tra 7,8 F e 14,5 F. Questa geometria facilita la dilatazione progressiva dell'uretere mentre l’ureteroscopio avanza. La lunghezza dell’asse, dei modelli utilizzati nella pratica, è di oltre 31 cm. Questa lunghezza consente l'approccio dell'uretere distale e medio, e nelle donne è sufficiente per avvicinarsi anche alla pelvi renale. I sistemi ottici degli ureteroscopi semirigidi comprendono fibre ottiche simili a quelle utilizzate negli strumenti flessibili. A causa del diametro relativamente grande, questi strumenti contengono un numero elevato di fibre, garantendo una qualità dell'immagine superiore. Il canale di lavoro dei moderni ureteroscopi semirigidi ha un calibro compreso tra 2,1 F e 6,6 F. In generale, gli uretroscopi hanno almeno un canale con un diametro di 3,4 F che consente il passaggio della maggior parte degli strumenti. Attualmente, vengono utilizzati strumenti semirigidi con due canali di lavoro.
Gli ureteroscopi flessibili sono invece dotati di: un meccanismo di rotazione e deflessione, un canale di lavoro, uno o più fasci in fibra ottica per la trasmissione della luce e un fascio di fibre ottiche per la trasmissione di immagini. Il meccanismo di deflessione può essere passivo o attivo a seconda dei casi. È noto che i primi ureteroscopi flessibili non erano dotati di una deflessione attiva, poiché la loro deformazione era ottenuta solo passivamente, a causa della flessibilità della guaina esterna. I moderni ureteroscopi flessibili hanno almeno un'area di deflessione attiva, generalmente bidirezionale. Per deflessione è da intendersi ad esempio una deviazione di una certa ampiezza (variabile all’incirca tra 170° a 270°) verso l’alto o verso il basso, ottenendo una sorta di forma in punta dello strumento ad uncino. Negli ureteroscopi flessibili convenzionali, la trasmissione di luce e immagini è ottenuta attraverso fascicoli in fibra ottica. Si tratta di fibre di vetro di circa 8 mm, aventi una parte centrale con un indice di rifrazione più elevato rispetto al rivestimento. La maggior parte degli ureteroscopi flessibili, attualmente utilizzati, hanno un diametro del canale di lavoro di 3.6F (1,2mm).
Le limitazioni degli ureteroscopi rigidi e semirigidi derivano dal loro ridotto grado di deformazione elastica e dal loro diametro. In altri termini, i vantaggi di un canale operativo che consente l'utilizzo di un'ampia gamma di strumenti, elevata visibilità e affidabilità o che facilita il trattamento nella regione del tratto urinario superiore, sono compensati da un accesso limitato al sistema pielocaliceale e, a volte, anche all'uretere. Lo svantaggio principale degli ureteroscopi rigidi o semirigidi, pertanto, è legato alle sue caratteristiche fisiche che comportano una maggiore incidenza delle complicanze traumatiche del tratto urinario superiore. Gli ureteroscopi flessibili, invece, hanno dimensioni più contenute rispetto a quelli rigidi o semirigidi, allo scopo di ridurre il trauma operatorio sulle vie urinarie, tuttavia a scapito della loro fragilità. Caratteristiche come: un basso calibro, il sistema di deflessione e l'inserimento degli strumenti in un canale di lavoro non lineare, creano le condizioni necessarie per danneggiare il dispositivo. Alcune delle cause di rottura più comuni degli ureteroscopi flessibili sono rappresentate dalla scarica accidentale delle fibre laser nel canale di lavoro, dalla perforazione dovuta all'inserimento di strumenti o da torsioni eccessive. Un altro problema è rappresentato dalla frattura delle fibre che compongono il sistema ottico degli ureteroscopi flessibili convenzionali. Ogni fibra rotta genera un punto nero nel campo endoscopico, e quando c'è un numero significativo di questi punti, essi possono alterare la visibilità, impedendo che gli interventi vengano eseguiti in condizioni ottimali.
SCOPO DELL’INVENZIONE
Pertanto, scopo dell’invenzione è quello di risolvere gli inconvenienti appena descritti mediante l’impiego di un ureteroscopio rigido, movimentabile in punta e monouso in grado di acquisire i benefici derivanti dall’ureteroscopio rigido, ossia di poter facilitare l’inserimento nell’orifizio presente tra vescica e uretere ed accedere con facilità, mediante scorrimento assiale, alla pelvi renale.
Ulteriore scopo dell’invenzione, inoltre, è quello di trarre benefici derivanti dall’ureteroscopia flessibile, mediante la realizzazione di una parte movimentabile del dispositivo, al fine di accedere ai calici minori del rene.
La presente soluzione ha lo scopo, dunque, di aumentare le percentuali di successo dell’intervento chirurgico e di ridurre notevolmente le tempistiche dell’operazione al fine di realizzare un intervento il meno invasivo possibile e con la massima percentuale di sterilizzazione del prodotto, con conseguente abbattimento delle percentuali di infezioni, essendo ideato per scopo “monouso”.
Il trovato oggetto della presente invenzione raggiunge gli scopi dell’invenzione in quanto trattasi di un ureteroscopio avente caratteristiche tecniche come espresse nelle rivendicazioni allegate.
DESCRIZIONE DELLE FIGURE
In figura 1 si mostrano alcuni esempi di ureteroscopi noti allo stato della tecnica, nelle figure 2 e 3 si mostrano alcune rappresentazioni schematiche dell’ureteroscopio rigido e movimentabile in punta, in figura 4 si mostra una sezione della parte rigida dell’ureteroscopio, nelle figure da 5 a 7 si mostra la conformazione delle maglie attraverso cui si realizza il meccanismo di movimentazione in punta dell’ureteroscopio, in figura 8 si mostra la maglia ubicata all’estremità dell’ureteroscopio (testa dell’ureteroscopio), nelle figure da 9 a 13 si mostrano alcune schematizzazioni sia sull’assemblaggio delle componenti dell’ureteroscopio che del suo principio di funzionamento.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
Con riferimento alle figure sopracitate si descriverà dettagliatamente un esempio di realizzazione preferenziale del trovato oggetto della presente invenzione, del tutto non limitativo.
Come già detto in precedenza, l’ureteroscopio è un endoscopio, ossia uno strumento che permette, grazie ad un sistema ottico e una telecamera, di visualizzare e indagare l’interno del corpo ed in particolare all’interno di: vescica, uretere e cavità renali.
Mediante l’utilizzo dell’ureteroscopio, è possibile:
- esplorare l’uretere e le cavità renali in modo da individuare eventuali malattie; - eseguire la frammentazione dei calcoli (litotrissia intracorporea) e/o l'asportazione dei frammenti;
- introdurre strumenti che permettono di operare all’interno delle vie escretrici (il laser per l’ablazione di tumori e angiomi, asportazione di frammenti, rottura di calcoli renali, etc), grazie ad un canale di cui è dotato tale strumento; - diagnosticare Patologie Urologiche;
- effettuare procedure terapeutiche per patologie non litogene (fistole, rimozione di corpi estranei, dilatazione e calibraggio dell’uretere).
Con riferimento alle figure 2 e 3 oggetto della presente invenzione è un ureteroscopio (1) con cinematismo in punta (movimentabile in punta) e monouso. In particolare, l’ureteroscopio è costituto da uno stelo avente una prima parte rigida (2) ed una seconda parte movimentabile (3), connessa alla prima e collocata in punta. Lo stelo è collegato ad un manico (4) per mezzo del quale sono introducibili all’interno dell’ureteroscopio mezzi per il controllo del movimento, l’ingresso per l’irrigazione, gli accessori, i cablaggi e l’ottica per la visione. In particolare, detti strumenti di lavoro sono introducibili all’interno dell’ureteroscopio mediante un canale (23) dotato di una estremità aperta ricavato sulla parte esterna del manico (4). Come mostrato in figura 4 all’interno della parte fissa o rigida dello strumento sono collocati una pluralità di condotti passanti all’interno dei quali sono alloggiati le strumentazioni accessorie dell’ureteroscopio necessarie al suo utilizzo (cablaggi, ottica per la visione, mezzi per il controllo del movimento, ecc.).
In Figura 4 vi è una rappresentazione della sezione dell’ureteroscopio, in particolare della parte fissa dello stelo, con i relativi canali operativi. Dalla sezione, è possibile evincere i seguenti elementi:
• una guaina (6) del canale di lavoro (7) realizzata in PTFE e necessaria per il rivestimento interno del canale di lavoro;
• una guaina esterna (8) realizzata in PTFE per il rivestimento esterno dell’ureteroscopio (1);
• un canale di lavoro (7) necessario all’inserimento di sonde laser, del cestello (o basket) per il prelievo di frammenti di calcoli, della sonda per l’irrigazione, delle pinze e degli strumenti necessari per poter eseguire l’operazione chirurgica;
• una coppia di canali (13) per il passaggio dei cavi (9) che consentono la “deflessione” o “rotazione” dell’ureteroscopio all’interno del rene, durante l’operazione;
• un ulteriore canale (10) occupato dal LED per l’illuminazione interna e permettere l’esecuzione delle manovre chirurgiche;
• un canale di visione (11) per consentire l’inserimento di una microcamera per la visione interna per la corretta esecuzione delle manovre chirurgiche. Le “maglie” (12) che costituiscono la punta movimentabile dell’ureteroscopio, sono dotate internamente dei medesimi canali di lavoro precedentemente menzionati in continuità con i canali di lavoro della parte fissa dell’ureteroscopio. Si precisa, inoltre, che la presenza del canale “LED” (10) è prevista solo nell’ultima maglia o testa dell’ureteroscopio (fig. 8), poiché il passaggio dei cavi elettrici che alimentano i LED e la microcamera, saranno collocati all’interno del canale di visione (11).
Nella sua realizzazione preferenziale, del tutto non limitativa, le dimensioni caratteristiche dei canali di lavoro appena menzionati sono quelle riportate nella tabella seguente:
Le grandezze indicate nella tabella sono dettagliate come segue:
• Diametro totale: indica il diametro complessivo, comprensivo di guaina, occupato dall’ureteroscopio all’interno dell’uretere.
• Spessore guaina esterna: indica lo spessore della guaina, misurato radialmente, che riveste la parte fissa e le singole maglie della parte movimentabile dell’ureteroscopio.
• Diametro asse, senza guaina: indica il diametro della parte fissa e delle maglie costituenti la parte movimentabile, al netto dello spessore della guaina o rivestimento;
• Diametro working channel: indica il diametro del canale di lavoro, al netto dello spessore della guaina, occupabile dai vari strumenti per l’esecuzione delle manovre chirurgiche.
• Area working channel: rappresenta la sezione del canale di lavoro, calcolata come:
• Spessore guaina working channel: indica la misura dello spessore, misurato radialmente, della guaina che riveste la superficie interna del canale di lavoro. La guaina nel working channel è necessaria per facilitare l’inserimento degli strumenti di lavoro ed evitare il contatto diretto degli strumenti con la struttura (parte fissa e maglie della parte movimentabile). • Diametro del canale di visione: indica la “testa dell’ureteroscopio” il diametro del canale, occupato dalla microcamera, per la visione interna durante l’operazione. Lo stesso diametro è utilizzato, come già anticipato, per maglie successive alla “testa”, per il passaggio dei cavetti elettrici che alimentano microcamera e LED.
• Diametro canale per il cavo: indica il diametro corrispondente al foro, ricavato sulla struttura dell’ureteroscopio, necessario per il passaggio dei cavi utilizzati per la rotazione dell’ureteroscopio.
La parte movimentabile (3) in punta è costituita, invece, da una pluralità di maglie (12) assemblabili tra loro come mostrate nelle figure da 5 a 7. La sezione centrale di dette maglie presenta una pluralità di fori passanti del tutto analoghi e comunicanti con quelli della parte rigida dello strumento. Questa soluzione non presenta nessun “incastro” tra due maglie consecutive perché ideata al fine di ottenere maggiore flessibilità da un punto di vista costruttivo. Sempre con riferimento alle figure da 5 a 7 è possibile, evincere, infatti che la maglia è costituita da un corpo centrale a forma pressoché cilindrica comprendente al suo interno una cavità dotata di una pluralità di condotti passanti ed una sporgenza in comunicazione con detta cavità dotata di condotti passanti, detta sporgenza essendo dotata di almeno due protuberanze (22) di forma pressoché cilindrica. Con riferimento particolare alla figura 6 è possibile evincere che, per la realizzazione della parte movimentabile dell’ureteroscopio, dette maglie sono assemblabili l’una consecutivamente all’altra mediante infilaggio di una coppia di cavi (9) all’interno di una coppia di ulteriori fori passanti (13) collocati preferibilmente l’uno opposto all’altro. L’estremità di detti cavi (9) viene fissata alla leva (5) del manico (4), generando per mezzo della forza di compressione, il bloccaggio ed evitando lo sganciamento dell’assemblaggio. In figura 7 è mostrato l’assemblaggio completo delle maglie di cui è costituita la parte movimentabile (3) dell’ureteroscopio dopo aver generato la compressione mediante i cavi (6) una volta ancorati al manico.
In figura 8, è possibile osservare la maglia estrema o terminale dell’ureteroscopio, ovvero la maglia laddove è possibile bloccare i cavi passanti (9) negli appositi fori (13) sulla testa all’interno di una apposita sede circolare (15). Pertanto, una volta vincolati i cavi sulla maglia finale o testa dell’ureteroscopio (Figura 8), è possibile inserire le singole maglie (12) inserendo i cavetti (9) negli appositi fori passanti (13). Una volta montate tutte le maglie, è possibile vincolare i cavi sulla parte interna della leva del manico all’interno di appositi fori (21), come mostrato in figura 9. Vincolate le due estremità dei cavi, rispettivamente alla testa dell’ureteroscopio e alla leva del manico, è possibile far ruotare la punta movimentabile agendo sulla leva (5) del manico. In particolare, un movimento della leva (5) effettuato tra una prima posizione in avanti ed una seconda posizione all’indietro, corrisponde ad una sollecitazione di trazione della maglia di testa del dispositivo. Lo spostamento della leva in posizione nella prima posizione in avanti, consente la rotazione della parte movimentabile verso il basso perché mette in trazione il cavo inferiore (Figura 11). Viceversa, lo spostamento della leva in una seconda posizione all’indietro, permette una rotazione della punta movimentabile verso l’alto perché mette in trazione il cavo superiore (Figura 12).
La leva consente di comandare il doppio movimento della punta con una semplice pressione manuale. Con riferimento alla figura 13, è possibile evincere che all’interno del manico, la leva (5) è dotata di una coppia di alette (16) che consentono la rotazione verso il “basso” e verso “l’alto” della parte movimentabile. Essendo il sistema costituito da una pluralità di maglie (12), assemblate con un accoppiamento “perno-foro”, la rotazione avviene meccanicamente per trascinamento della “testa” una volta messi in trazione i cavi (9). Dunque, a seguito di un leggero movimento della leva (5), nella posizione in avanti o all’indietro, il cavo (9) messo in trazione farà ruotare la prima maglia (14) o “testa” dell’ureteroscopio; quest’ultima, ruotando, è in grado di trascinare in cascata le maglie (12) precedenti permettendo la rotazione della punta movimentabile (3).
Nella Figura 10 è raffigurato il sistema di bloccaggio assiale dello stelo dell’ureteroscopio dalla sua parte rigida. Tale sistema è costituito da una coppia di sedi, rispettivamente una cilindrica (17) ed una prismatica (18), che devono essere occupate dallo stelo al fine di evitarne evitandone lo spostamento accidentale durante l’operazione. In particolare, si assicura il bloccaggio assiale dello stelo mediante l’utilizzo di una coppia di elementi cilindrici (19) alloggiati nelle apposite sedi cilindriche (17). Detti elementi cilindrici (19) sono dotati di una scanalatura (20) configurata per impegnarsi nelle apposite sedi prismatiche (18) al fine di assicurare il bloccaggio in rotazione dello strumento.
Per quanto concerne la definizione ed il calcolo dell’angolo di rotazione totale dell’ureteroscopio sono state effettuate una serie di approfondite analisi scientifiche e di mercato. Partendo dall’analisi delle specifiche dei modelli di ureteroscopi attualmente presenti sul mercato, si è potuto concludere che il diametro esterno dell’ureteroscopio è compreso solitamente tra i 2,5 mm e 3,3 mm. Altri studi di settore hanno evidenziato che l’angolo medio tra l’artrotomia dell’uretere e l’infundibula inferiore è variabile tra 140° e 175°. Pertanto, la maggior parte degli ureteroscopi presenti sul mercato sono progettati per garantire una movimentazione ella testa con un angolo pari a 185°. Sulla base di questi dati e sulla base di ulteriori onsiderazioni di carattere geometrico dal punto di vista del percorso effettuato all’ureteroscopio per giungere all’interno dei calici, si è potuto concludere che la otazione complessiva della punta movimentabile dovrà essere pari all’incirca a 25° o comunque fino ad un massimo di 270°.
Fissato tale parametro, è stato possibile ottimizzare la configurazione geometrica cinematica dell’ureteroscopio con particolare riferimento alla parte movimentabile punta con l’obiettivo di ottenere caratterizzazione specifica dei parametri eometrici caratteristici dell’ureteroscopio, ovvero: lunghezza totale della punta movimentabile, numero di maglie (12) costituenti la punta movimentabile (3), angolo rotazione relativo tra due maglie consecutive.
A seguito di una opportuna progettazione e calcolo dei suddetti parametri si è unti alla conclusione che una possibile realizzazione preferenziale ell’ureteroscopio che consenta una rotazione totale complessiva della punta movimentabile di 270° abbia le seguenti caratteristiche geometriche:
• la lunghezza totale della parte movimentabile è pari a L= 65mm;
• il numero delle maglie è pari a N= 32,19 ≅ 32 1 testa;
• l’angolo di rotazione relativo β è circa 8,4°.
Per quanto riguarda la lunghezza della parte fissa dell’ureteroscopio, si desume che, in media, il parametro “working lenght”, che corrisponde alla lunghezza totale dell’asse (parte rigida e parte movimentabile), risulta essere compreso tra 600 mm e 700 mm. Pertanto, essendo la lunghezza della parte movimentabile pari a 65 mm, è ragionevole assumere una lunghezza della parte fissa o rigida dell’ureteroscopio pari a 600 mm per ottenere una lunghezza totale complessiva di parte fissa e parte movimentabile pari a 665 mm. La lunghezza totale corrisponde alla lunghezza misurata tra la testa dell’ureteroscopio e la zona della parte fissa adiacente al manico. La lunghezza di una singola maglia è pari all’incirca a 4 mm, mentre il suo diametro è pari all’incirca a 3 mm.

Claims (9)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Ureteroscopio monouso (1) comprendente uno stelo avente una prima parte rigida (2) ed una seconda parte movimentabile (3) connessa a detta prima parte rigida (2) e collocata alla estremità dell’ureteroscopio (1), mezzi di movimentazione (9) di detta parte movimentabile (3), detto stelo essendo collegato ad un manico (4) configurato per alloggiare mezzi di azionamento (5) per la movimentazione di detta parte movimentabile (3) dell’ureteroscopio (1), detta parte rigida (2) e detta parte movimentabile (3) comprendenti una pluralità di condotti passanti (7,10,11,13) configurati per consentire l’inserimento di detti mezzi di movimentazione (9) per la parte movimentabile (3) e di una pluralità di strumentazioni accessorie, mezzi di bloccaggio assiale (17,18,19,20) della parte rigida (2) dello stelo, detto ureteroscopio (1) caratterizzato dal fatto che detta parte movimentabile (3) è costituita da una pluralità di maglie (12) ed almeno una maglia terminale (14) configurate per essere assemblate l’una consecutivamente all’altra mediante infilaggio di una coppia di cavi (9) all’interno di almeno una coppia di detti condotti passanti (13) collocati preferibilmente l’uno opposto all’altro e bloccati da una estremità all’interno di una opportuna sede (15) su detta maglia terminale (14) e dall’estremità opposta a detti mezzi di azionamento (5) nel manico (4) all’interno di una coppia di fori (21).
  2. 2) Ureteroscopio (1) secondo la rivendicazione 1 caratterizzato dal fatto che dette maglie (12) sono costituite da un corpo centrale a forma pressoché cilindrica comprendente al suo interno una cavità in cui sono ricavati detti condotti passanti (7, 10, 11, 13) ed una sporgenza in comunicazione con detta cavità, dotata di almeno due protuberanze (22) di forma pressoché cilindrica.
  3. 3) Ureteroscopio (1) secondo una delle rivendicazioni 1 e 2 caratterizzato dal fatto che detti condotti passanti comprendono un canale di lavoro (7) per l’inserimento di sonde laser, del cestello per il prelievo di frammenti di calcoli, della sonda per l’irrigazione, delle pinze e degli strumenti necessari per poter eseguire l’operazione chirurgica, un ulteriore canale (10) per l’introduzione di mezzi di illuminazione a LED, un ulteriore canale (11) per consentire l’inserimento di una microcamera.
  4. 4) Ureteroscopio (1) secondo la rivendicazione 3 caratterizzato dal fatto che detto canale di lavoro (7) è rivestito da una guaina (6) in PTFE.
  5. 5) Ureteroscopio (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4 caratterizzato dal fatto che detti mezzi di azionamento della parte movimentabile (3) dell’ureteroscopio (1) sono costituiti da una leva esterna (5) configurata per essere movimentata tra una prima posizione in avanti ed una seconda posizione all’indietro, corrispondenti rispettivamente ad una rotazione della parte movimentabile (3) verso il basso e verso l’alto.
  6. 6) Ureteroscopio (1) secondo la rivendicazione 5 caratterizzato dal fatto che detta leva esterna (5) è dotata di una coppia di alette (16) collocata internamente al manico (4).
  7. 7) Ureteroscopio (1) secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6 caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio assiale della parte rigida (2) dello stelo è costituito da una coppia di sedi, rispettivamente una sede cilindrica (17) e una sede prismatica (18), all’interno delle quali sono alloggiati una coppia di elementi cilindrici (19) dotati di una scanalatura (20) configurata per impegnarsi nella rispettiva sede prismatica (18).
  8. 8) Ureteroscopio (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti comprendente una guaina esterna (8) preferibilmente realizzata in PTFE per il rivestimento esterno dell’ureteroscopio.
  9. 9) Ureteroscopio (1) secondo una delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la rotazione massima complessiva della parte movimentabile (3) è compresa tra 225° e 270°.
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