IT201900016388A1 - Apparato e metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande - Google Patents

Apparato e metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande Download PDF

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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"APPARATO E METODO PER L’IGIENIZZAZIONE DI CONTENITORI PER SOSTANZE ALIMENTARI, IN PARTICOLARE BEVANDE"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce a un apparato e metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, ad esempio acqua o altre bevande. Tali recipienti possono essere ad esempio bottiglie di varie misure, caraffe, o qualsiasi contenitore utilizzato per sostanze alimentari, e realizzato in vari materiali, ad esempio vetro, o materiali polimerici, o metallici, o materiali compositi, o multistrato, idonei e compatibili per l’uso alimentare, in particolare bevande.
L’apparato ed il metodo per l’igienizzazione in accordo con le forme di realizzazione qui descritte possono essere previsti per uso domestico, oppure in ambito pubblico, quali chioschi per la fornitura di bevande, esercizi per la ristorazione, ad esempio mense, ristoranti, tavole calde, o angoli bar o sale ristoro di uffici o scuole, o simili edifici pubblici.
STATO DELLA TECNICA
È noto che i prodotti destinati all’alimentazione umana, ma non solo, devono rispettare regole molto rigide per quanto riguarda la loro qualità e modalità di conservazione.
Ad esempio, per il consumo alimentare come bevanda l’acqua deve essere inodore, incolore e batteriologicamente pura.
Infatti, la presenza di microorganismi patogeni nei prodotti alimentari o nei contenitori che li accolgono, o in entrambi, possono essere ugualmente pericolosi e dannosi per la salute umana.
Nel settore industriale alimentare e di confezionamento dei prodotti, sia il prodotto, sia il rispettivo contenitore vengono sottoposti a processi di igienizzazione, sanificazione, o sanitizzazione, inertizzazione o abbattimento della carica microbica, per ridurre ovvero eliminare la carica microbica presente in essi al fine di garantire al prodotto una lunga durabilità.
In tale ambito industriale, quindi, le suddette problematiche sono ridotte al minimo ovvero praticamente inesistenti.
In ambito domestico, oppure ad esempio della ristorazione, invece, soprattutto nel caso di prodotti alimentari liquidi come acqua o altre bevande, riutilizzare più volte lo stesso contenitore per riempirlo con un altro prodotto liquido, o con lo stesso, è una pratica molto frequente. Questo sia per ridurre al minimo l’utilizzo del materiale con cui è realizzato il contenitore, limitando l’impatto ambientale, sia per una vera e propria questione di praticità ed economicità.
Tuttavia, il semplice lavaggio manuale o automatizzato dei contenitori non è sufficiente a eliminare la potenziale carica microbica in essi presente, con conseguente rischio di proliferazione ed inquinamento.
L’utilizzo della sola acqua come mezzo pulente, sebbene abbinata a detersivi per stoviglie, non è sempre sufficiente a garantire la corretta igienizzazione del contenitore, mentre l’utilizzo di agenti chimici disinfettante può essere inquinante per l’ambiente e lasciare residui organolettici e tossici nel contenitore.
Soprattutto nel caso dell’acqua potabile trattata, il suo costante incremento d’uso sia tal quale sia a seguito di opportuno trattamento domestico, sia presso esercizi commerciali e sia presso distributori o chioschi pubblici in sostituzione dell’acqua imbottigliata commerciale, ha sottolineato la mancanza di apparati per l igienizzazione di contenitori che possano garantire un livello di igiene adeguato e tempi di igienizzazione compatibili con le esigenze quotidiane, nel contempo essendo rispettosi dell’ambiente e non inquinanti.
Esiste pertanto la necessità di realizzare un apparato e metodo per l igienizzazione di contenitori che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica.
In particolare, uno scopo del presente trovato è quello di realizzare un apparato per l igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari liquide, cioè bevande, in particolare acqua potabile ma non solo, che consenta di ridurre se non eliminare in modo efficace e non invasivo la presenza di microorganismi ed altri batteri all’ interno di detti contenitori.
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare un apparato per la rapida igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari liquide.
Un ulteriore scopo del presente trovato è quello di realizzare un apparato per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari liquide che sia economico e di semplice installazione.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, un apparato per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, comprende mezzi di supporto configurati per supportare uno o più contenitori da igienizzare e mezzi di erogazione, associati ai suddetti mezzi di supporto, e configurati per immettere all’interno dell’uno o più contenitori una miscela sanitizzante.
L’apparato comprende un primo circuito provvisto di mezzi d’insufflazione configurati per movimentare una corrente gassosa di un primo fluido biocida verso i suddetti mezzi di erogazione.
L’apparato comprende, inoltre, un secondo circuito provvisto di mezzi di nebulizzazione per la nebulizzazione di un secondo fluido biocida. L’apparato comprende, inoltre, un collettore in cui convergono il suddetto primo circuito e il secondo circuito ed all’ interno del quale sono atti a miscelarsi il primo fluido biocida e il secondo fluido biocida formando la suddetta miscela sanitizzante.
L’apparato comprende un convogliatore connesso lato con il collettore e dall’altro lato con i suddetti mezzi di erogazione. I mezzi d’insufflazione sono configurati per determinare il trasferimento della miscela sanitizzante presente nel collettore attraverso il convogliatore e verso i suddetti mezzi di erogazione.
In accordo con forme di realizzazione, è previsto un metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande. Il metodo prevede di:
- posizionare uno o più contenitori sui mezzi di supporto,
- attivare i mezzi di erogazione per immettere, all’ interno di detti uno o più contenitori, la miscela sanitizzante.
La miscela sanitizzante è realizzata facendo fluire, all’interno del collettore, una corrente gassosa del primo fluido biocida attraverso il secondo fluido biocida nebulizzato, in cui la miscela sanitizzante evolve attraverso un convogliatore fluidicamente connesso con il collettore e con i suddetti mezzi di erogazione.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno chiari dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 è una vista schematizzata di un dispositivo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, e del suo funzionamento in accordo con forme di realizzazione qui descritte;
- la fig. 2 è una vista prospettica del dispositivo di fig. 1 ;
- la fig. 3 è una vista in sezione del dispositivo di fig. 2;
- la fig. 4 è una ulteriore vista in sezione del dispositivo di fig. 2.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si farà ora riferimento nel dettaglio alle possibili forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o più esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio è fornito a titolo di illustrazione del trovato e non è inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, una o più caratteristiche illustrate o descritte, in quanto facenti parte di una forma di realizzazione, potranno essere variate o adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre ulteriori forme di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali possibili modifiche e varianti.
Prima di descrivere le forme di realizzazione, si chiarisce, inoltre, che la presente descrizione non è limitata nella sua applicazione ai dettagli costruttivi e di disposizione dei componenti come descritti nella seguente descrizione utilizzando le figure allegate. La presente descrizione può prevedere altre forme di realizzazione ed essere realizzata o messa in pratica in altri svariati modi. Inoltre, si chiarisce che la fraseologia e terminologia qui utilizzata è a fini descrittivi e non deve essere considerata come limitante.
Forme realizzative descritte utilizzando le figure allegate, si riferiscono ad un apparato per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, indicato complessivamente con il numero di riferimento 10 nelle figure allegate.
In accordo con possibili forme di realizzazione, i suddetti contenitori possono essere di varie forme e dimensioni, ad esempio bottiglie, caraffe, taniche, borracce o simili, nonché di vari materiali, tipo vetro, plastica alimentare o metallo, o una combinazione di questi materiali, secondo necessità.
In accordo con forme di realizzazione, illustrate in fig. 1, un apparato 10 per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, comprende mezzi di supporto 11 configurati per supportare uno o più contenitori da igienizzare e mezzi di erogazione 12 configurati per immettere dell’uno o più contenitori una miscela sanitizzante A.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di erogazione 12 sono associati ai mezzi di supporto 11.
L’apparato 10 comprende un primo circuito 13 provvisto di mezzi d’insufflazione 14 configurati per movimentare una corrente gassosa di un primo fluido biocida B verso i suddetti mezzi di erogazione 12.
L’apparato 10 comprende, inoltre, un secondo circuito 15 provvisto di mezzi di nebulizzazione 16 per la nebulizzazione di un secondo fluido biocida C, differente dal suddetto primo fluido biocida B.
L’apparato 10 comprende, inoltre, un collettore 17 in cui convergono il suddetto primo circuito 13 e il secondo circuito 15 ed all’ interno del quale sono atti a miscelarsi il primo fluido biocida B e il secondo fluido biocida C formando la suddetta miscela sanitizzante A.
L’apparato 10 comprende un convogliatore 18 fluidicamente connesso da un lato con il collettore 17 e dall’altro lato con i suddetti mezzi di erogazione 12.
I mezzi d’insufflazione 14 sono configurati per determinare il trasferimento della miscela sanitizzante A presente nel collettore 17 attraverso il convogliatore 18 e verso i suddetti mezzi di erogazione 12. In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di supporto 11 comprendono una base di supporto 19 rispetto alla quale viene posizionato l’uno o più dei suddetti contenitori.
La base di supporto 19 può avere uno sviluppo piano ed essere provvista di un foro centrale 20 rispetto al quale, in uso, viene posizionato un contenitore rivolto, aperto, dal lato della sua imboccatura. Nella forma di realizzazione qui descritta, il contenitore è posizionato verticalmente, superiormente rispetto alla base di supporto 19, e la miscela sanitizzante A è direzionata, all’ interno del contenitore, dal basso verso l’alto.
Tuttavia, non si escludono forme di realizzazione in cui il contenitore può essere posizionato sempre verticalmente, ma inferiormente rispetto alla base di supporto 19, e la miscela sanitizzante A è direzionata all’interno del contenitore dall’alto verso il basso.
In accordo con possibili forme di realizzazione, il contenitore è mantenuto in posizione sulla base di supporto 19 manualmente da un utente, almeno per il tempo necessario alla sua igienizzazione.
In accordo con possibili forme di realizzazione, la base di supporto 19 può prevedere mezzi di aggancio che consentono di associare in modo stabile il contenitore alla base di supporto 19, almeno per il tempo necessario alla sua igienizzazione.
Ad esempio, nel caso in cui il contenitore sia una bottiglia, ad esempio per il contenimento dell’acqua, i mezzi di aggancio possono prevedere una filettatura che si accoppia temporaneamente con la filettatura presente sulla parte terminale del collo della bottiglia, in corrispondenza della sua imboccatura.
In accordo con forme di realizzazione, la dimensione del foro centrale 20 può essere correlata alle dimensioni dell’imboccatura del contenitore. In questo modo, è possibile erogare la miscela sanitizzante A in modo efficace all’interno dello stesso evitando dispersioni all’esterno del contenitore.
Tuttavia, per consentire all’apparato 10 di sanitizzare qualsiasi tipologia di contenitore, di tipo alimentare e in particolare per il contenimento di bevande, il foro centrale 20 può avere dimensioni ridotte.
Ad esempio, il foro centrale 20 può avere dimensioni comparabili con le dimensioni dell’imboccatura di una bottiglia per il contenimento di acqua.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di erogazione 12 comprendono un ugello 21, cavo internamente a definire un canale di erogazione 46.
L’ugello 21 può essere posizionato quasi totalmente al di sotto della base di supporto 19.
L’ugello 21 può avere una forma sostanzialmente cilindrica.
L’ugello 21 è provvisto di una estremità di alimentazione 22, in selettiva comunicazione fluidica con il convogliatore 18, e di una contrapposta estremità di erogazione 23 la quale, in uso, è rivolta verso l’imboccatura del contenitore per erogare la miscela sanitizzante A al suo interno.
L’estremità di alimentazione 22 e l’estremità di erogazione 23 sono posizionati in corrispondenza di estremità contrapposte del suddetto canale di erogazione 46.
In accordo con possibili forme di realizzazione, l’estremità di erogazione 23 può essere complanare rispetto alla base di supporto 19. In accordo con ulteriori possibili forme di realizzazione, l’estremità di erogazione 23 è posizionata al di sotto della base di supporto 19, comunque sempre rivolta verso il foro centrale 20.
In accordo con forme di realizzazione, l’ugello 21 può essere passante attraverso il foro centrale 20 in modo che l’estremità di alimentazione 22 sia al di sotto della base di supporto 19 e l’estremità di erogazione 23 sia al di sopra della stessa.
In questo modo è possibile prevedere, in uso, che parte dell’ugello 21 ovvero l’estremità di erogazione 23, sia aggettante dalla base di supporto 19 per inserirsi, almeno parzialmente, dell’imboccatura del contenitore per consentire una migliore efficacia di erogazione di miscela sanitizzante A.
In accordo con forme di realizzazione, l’ugello 21 è solidalmente connesso alla base di supporto 19 in corrispondenza del foro centrale 20.
A tale scopo, i mezzi di supporto 11 comprendono una ghiera 25 filettata che assicura in posizione l’ugello 21 rispetto alla base di supporto 19.
In particolare, la ghiera 25 coopera con l’estremità di erogazione 23 e con la base di supporto 19 per bloccare in posizione l’ugello 21 rispetto alla base di supporto 19.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di erogazione 12 comprendono un mezzo di regolazione 36 del flusso di miscela sanitizzante A che consente di regolare il passaggio del flusso di miscela sanitizzante A dal convogliatore 18 all’ugello 21.
Il suddetto mezzo di regolazione del flusso 36 è configurato per passare da una condizione di chiusura in cui non consente il passaggio della miscela sanitizzante A verso l’estremità di erogazione 23, ad una condizione di apertura in cui consente la comunicazione fluidica fra il convogliatore 18 e l’estremità di erogazione 23 e quindi il passaggio della miscela sanitizzante A dall’estremità di erogazione 23 verso l’intemo del contenitore.
In accordo con possibili forme di realizzazione, il mezzo di regolazione del flusso 36 può essere una valvola comandata elettronicamente e operativamente connessa con una unità di attivazione 45.
In accordo con forme di realizzazione, il mezzo di regolazione del flusso 36 comprende, cooperanti fra di loro, la suddetta estremità di alimentazione 22 dell’ugello 21 e pareti laterali interne di una porzione superiore 27 del convogliatore 18.
Il convogliatore 18 comprende la suddetta porzione superiore 27, configurata per ricevere in modo scorrevole l’ugello 21, ed una porzione a campana 28 che raccoglie la miscela sanitizzante A proveniente dal suddetto collettore 17.
In accordo con forme di realizzazione, il convogliatore 18 è provvisto di un canale di scarico, non illustrato, atto a convogliare l’eventuale condensa di miscela sanitizzante A o residui già presenti nel contenitore da igienizzare verso l’esterno dell’apparato 10.
In accordo con forme di realizzazione, l’estremità di alimentazione 22 presenta aperture 24 configurate per mettere in selettiva comunicazione fluidica il convogliatore 18 con i mezzi di erogazione 12, in particolare con l’ugello 21.
Le suddette aperture 24 possono essere ricavate sulla superficie laterale dell’ugello 21.
Le aperture 24 mettono in comunicazione il canale di erogazione 46 dell’ugello 21 con l’esterno di quest’ultimo.
In particolare, nella suddetta condizione di chiusura, le aperture 24 sono disposte in corrispondenza delle pareti interne della porzione superiore 27 che funge da otturatore non permettendo il passaggio del flusso di miscela sanitizzante A aH’intemo dell’ugello 21. Nella condizione di apertura, le aperture 24 sono disposte almeno parzialmente all’interno della suddetta porzione a campana 28 consentendo, quindi, il passaggio del flusso di miscela sanitizzante A nel canale di erogazione 46 dell’ugello 21.
In particolare, la miscela sanitizzante A evolve dal convogliatore 18 attraverso le aperture 24, lungo il canale di erogazione 46 dell’ugello 21 fino all’estremità di erogazione 23 e poi sulle pareti interne del contenitore.
In accordo con forme di realizzazione, il passaggio fra la condizione di chiusura e la condizione di apertura avviene a seguito di un movimento di traslazione verticale dell’ugello 21 e della base di supporto 19 ad esso solidale.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di supporto 11 sono contrastati elasticamente tra due posizioni operative, essendo normalmente in una prima posizione operativa in cui i mezzi di erogazione 12 sono disattivati ed in una seconda posizione, attivata a spinta, in cui i mezzi di erogazione 12 sono azionati.
In particolare, a seguito della pressione continua esercitata dal posizionamento del contenitore in corrispondenza del foro centrale 20 della base di supporto 19, la base di supporto 19 e l’ugello 21 traslano solidalmente verso il basso.
La corsa di traslazione è regolata e limitata da una molla 38 interposta fra la base di supporto 19 e una boccola superiore 26 che funge da guida e da supporto per l’ugello 21.
In accordo con forme di realizzazione, la molla 38 è atta a consentire il ritorno automatico dei mezzi di supporto 11 dalla seconda posizione operativa alla prima posizione operativa.
In accordo con forme di realizzazione, l’estremità di alimentazione 22 può essere provvista di uno o più dispositivi di illuminazione 29, ad esempio di tipo a led, configurati per irraggiare la cavità dell’ugello 21 e le pareti interne del contenitore posizionato in corrispondenza della sua estremità di erogazione 23 in modo da rendere visibile l’azione sanitizzante che il flusso di miscela sanitizzante A ha sulle pareti interne del contenitore.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di erogazione 12 sono provvisti di una unità di attivazione 45 configurata per inviare un segnale di attivazione ad un controllore 44, come verrà illustrato nel seguito. L’unità di attivazione 45 è configurata per inviare il suddetto segnale di attivazione sostanzialmente contemporaneamente all’apertura del mezzo di regolazione del flusso 36, ovvero al passaggio dalla condizione di chiusura alla condizione di apertura.
In accordo con forme di realizzazione, l’unità di attivazione 45 può essere operativamente connessa al mezzo di regolazione del flusso 36, nel caso sia una valvola comandata elettronicamente.
Secondo forme di realizzazione, l’unità di attivazione 45 può essere azionata a seguito della pressione continua esercitata dal posizionamento del contenitore sulla base di supporto 19.
Secondo possibili forme di realizzazione, l’unità di attivazione 45 può essere azionata dalla pressione di un pulsante associato all’apparato 10. In accordo con forme di realizzazione, l’azione di erogazione, una volta attivata, può essere temporizzata in modo automatico dal suddetto controllore 44.
In accordo con forme di realizzazione, il periodo di igienizzazione può variare da circa 5 a circa 35 secondi. Ad esempi, per un contenitore avente un volume di circa 1,5 litri, il periodo di riempimento/igienizzazione è circa 10 secondi.
Deto periodo di igienizzazione consente all’utente di igienizzare il contenitore in un tempo molto breve e di poterlo immediatamente utilizzare per un nuovo riempimento dato che i residui della miscela sanitizzante A all’interno del contenitore sono innocui per la salute umana.
In accordo con ulteriori forme di realizzazione, l’azione di erogazione, una volta ativata, può essere regolata semplicemente dalla pressione del contenitore sulla base di supporto 19. Una volta cessata tale pressione, il mezzo di regolazione del flusso 36 può passare nella condizione di chiusura e il primo circuito 13 e il secondo circuito 15 smetono di produrre e/o erogare i rispetivi primo fluido biocida B e secondo fluido biocida C.
In accordo con forme di realizzazione, il primo circuito 13 comprende un dispositivo di generazione 30 del suddeto primo fluido biocida B. In possibili forme di realizzazione, il dispositivo di generazione 30 può essere disposto tra un primo mezzo di insufflazione 14a ed un secondo mezzo di insufflazione 14b.
Il primo mezzo di insufflazione 14a è configurato per aspirare aria dall’ esterno e movimentarla verso il dispositivo di generazione 30. A tale scopo, almeno il primo mezzo di insufflazione 14a è in comunicazione fluidica con l’esterno dell’ apparato 10.
Il secondo mezzo di insufflazione 14b è configurato per aspirare il primo fluido biocida B generato dal suddeto dispositivo di generazione 30 per inviarlo verso il collettore 17.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di insufflazione 14 possono essere ventilatori, preferibilmente di tipo centrifugo.
Dato che il primo fluido biocida è in corrente gassosa, non è necessario canalizzare il flusso di primo fluido biocida B all’interno di una tubazione o condotto. La differenza di pressione generata dai suddetti mezzi di insufflazione 14 e la geometria interna dell’ apparato 10 è sufficiente per canalizzare il flusso verso il collettore 17.
In accordo con forme di realizzazione, il primo fluido biocida B può comprendere una qualsiasi sostanza allo stato gassoso che svolga un effetto biocida, ad esempio ozono, ossigeno, ossidi volatili, o loro combinazioni.
In forme di realizzazione, il primo fluido biocida B può anche comprendere specie chimiche derivanti dalla dissociazione di tali sostanze, ad esempio specie radicaliche provenienti dalla dissociazione eterolitica e/o omolitica dell’ossigeno o dell’ozono.
In accordo con forme di realizzazione qui descritte, il primo fluido biocida B è ozono in forma gassosa.
In accordo con forme di realizzazione, il dispositivo di generazione 30, anche chiamato ozonizzatore, è configurato per fornire energia di attivazione all’ossigeno presente nell’ aria ambiente per attivare la formazione di ozono.
In accordo con possibili forme di realizzazione, l’energia di attivazione può essere fornita all’ossigeno in forma di energia elettrica che attiva la formazione di ozono grazie ad un effetto noto come effetto Corona, oppure l’energia di attivazione può essere fornita all’ossigeno in forma di radiazione ultravioletta ad alta frequenza.
In accordo con forme di realizzazione, il dispositivo di generazione comprende una pluralità di celle 31 disposte impilate e distanziate una sopra l’altra, e configurate per ricevere scariche elettriche per attivare la formazione di ozono.
Nell’esempio descritto in fig. 1, sono rappresentate due celle 31 che possono comprendere o essere costituite da un materiale di tipo ceramico. Vantaggiosamente, le scariche elettriche possono essere ad alta tensione, ad esempio circa 3000V.
In accordo con forme di realizzazione, il secondo circuito 15 comprende un mezzo di contenimento 32 fluidicamente connesso al collettore 17 e provvisto dei suddetti mezzi di nebulizzazione 16.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi nebulizzazione 16 sono disposti sul fondo del mezzo di contenimento 32.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di nebulizzazione 16 sono configurati per atomizzare il secondo fluido biocida C in modo da generare microparticelle di secondo fluido biocida C sul pelo libero superficiale del secondo fluido biocida C.
In accordo con forme di realizzazione, i mezzi di nebulizzazione 16 possono comprendere elementi piezoelettrici 16a configurati per generare ultrasuoni che nebulizzano il secondo fluido biocida C in corrispondenza del suo pelo libero generando uno strato di microparticelle di secondo fluido biocida C.
In accordo con forme di realizzazione, le suddette microparticelle di secondo fluido biocida C convergono in modo naturale verso il collettore In accordo con forme di realizzazione, le suddette microparticelle di secondo fluido biocida C convergono in modo forzato verso il collettore 17, ad esempio tramite mezzi di insufflazione disposti in configurazione “premente”.
In accordo con forme di realizzazione, il mezzo di contenimento 32 è una vasca all’ interno della quale è disposto il secondo fluido biocida C. In accordo con forme di realizzazione, il mezzo di contenimento 32 ha una dimensione tale da contenere, di volta in volta, una quantità di secondo fluido biocida C pari a circa 4-8 cicli di igienizzazione.
Ciò sia per evitare che una grande quantità di secondo fluido biocida C possa evaporare potendo essere dannoso in caso di trafilamenti, sia per limitare gli ingombri dimensionali complessivi dell’ apparato 10.
In accordo con forme di realizzazione, il mezzo di contenimento 32 è disposto inferiormente rispetto al convogliatore 18 ed è fluidicamente connesso con quest’ultimo.
Il mezzo di contenimento 32 è disposto superiormente rispetto al dispositivo di generazione 30 del primo fluido biocida B.
In accordo con forme di realizzazione, il secondo fluido biocida C può presentarsi allo stato liquido, gassoso, o anche in forma nebulizzata, di vapore, aerosol.
In particolare, il secondo fluido biocida C può comprendere perossidi, ad esempio in soluzione acquosa stabilizzata di perossido di idrogeno. In accordo con forme di realizzazione, il perossido di idrogeno ha una concentrazione fra circa 12 volumi e circa 150 volumi, in particolare tra circa 20 volumi e circa 140 volumi, preferibilmente circa 130 volumi. Quando il primo fluido biocida B e il secondo fluido biocida C vengono mescolati si genera la suddetta miscela sanitizzante A che può comprendere specie radicaliche provenienti dalla dissociazione dei perossidi, ad esempio OH.
Nelle forme di realizzazione il cui il primo fluido biocida B è ozono ed il secondo fluido biocida C è perossido di idrogeno, la miscela sanitizzante A che si ottiene è chiamata anche perossone, con formazione di idroradicali OH che reagiscono od ossidano le sostanze inquinanti. La miscela sanitizzante A, come definita, ha elevate proprietà ossidanti che consentono di inibire in tempi ristretti la proliferazione microbica disinfettando la superficie.
Abbinando, infatti, l’ozono ed il perossido di idrogeno, entrambi aventi elevate proprietà ossidanti, si ottiene una miscela sanitizzante A che, oltre ad agire in modo molto rapido ed efficace contro microorganismi, batteri, muffe, virus o altro, è sostanzialmente innocua per la salute umana data la sua instabilità e il fatto che i prodotti della reazione al termine dell’igienizzazione sono acqua, eventualmente allo stato di vapore, e ossigeno miscelato all’ aria presente.
In accordo con forme di realizzazione, il secondo fluido biocida C può essere stoccato in un serbatoio 200 fluidicamente connesso con il suddetto mezzo di contenimento 32.
Il flusso di secondo fluido biocida C è regolato da un mezzo di pompaggio 37 del secondo circuito 15 che tramite una tubazione trasferisce il secondo fluido biocida C all’ interno del suddetto mezzo di contenimento 32.
In accordo con forme di realizzazione, il secondo circuito 15 comprende un mezzo di pompaggio 37 configurato per trasferire il secondo fluido biocida C dal serbatoio 200 al mezzo di contenimento 32. Il secondo circuito 15 comprende, inoltre, una pluralità di sensori 39 configurati per misurare il livello di secondo liquido biocida C all’ interno del mezzo di contenimento 32.
I sensori 39 possono essere connessi al mezzo di pompaggio 37 e configurati per trasmettere un segnale di attivazione/disattivazione al mezzo di pompaggio 37.
In accordo con forme di realizzazione, i sensori 39 possono essere connessi al controllore 44 o centralina elettronica di controllo che a sua volta può regolare il funzionamento del mezzo di pompaggio 37 a seconda dei segnali ricevuti.
In accordo con forme di realizzazione, i sensori 39 possono comprendere un sensore di livello massimo 39a, un sensore di livello minimo 39b ed un sensore di livello esaurito 39c.
Il sensore di livello massimo 39a e di livello minimo 39b consentono, tramite l’azione pompante del mezzo di pompaggio 37, di mantenere un livello pressoché costante di secondo fluido biocida C all’ interno del mezzo di contenimento 32.
Il sensore di livello esaurito 39c è configurato per inviare un segnale di interruzione di funzionamento al mezzo di pompaggio 37 quando il livello di secondo fluido biocida C aH’intemo del serbatoio 200 è esaurito o sta per esaurirsi.
Il sensore di livello esaurito 39c è configurato per inviare un segnale di interruzione di funzionamento al controllore 44 che, a sua volta, interrompe il funzionamento almeno dei mezzi di nebulizzazione 16. Infatti i mezzi di nebulizzazione 16, nel caso in cui non siano completamente immersi nel secondo fluido biocida C, rischiano di danneggiarsi.
Nel caso in cui il livello di secondo fluido biocida C allinteno del serbatoio 200 è esaurito o sta per esaurirsi, è prevista l’accensione di una spia di controllo, anch’essa operativamente connessa al sensore di livello esaurito 39c e/o al controllore 44.
In accordo con possibili forme di realizzazione, nel collettore 17 convergono il primo fluido biocida B e il secondo fluido biocida C. Dal collettore 17 esce la miscela sanitizzante A verso il convogliatore 18. All’ interno del collettore 17, il primo fluido biocida B trasporta in flusso gassoso le microparticelle di secondo fluido biocida C formando la suddetta miscela sanitizzante A che viene veicolata verso il convogliatore 18. In particolare, il flusso gassoso del primo fluido biocida B lambisce il pelo libero del secondo fluido biocida C trasportando con sé lo strato di microparticelle formato in corrispondenza di esso tramite i suddetti mezzi di nebulizzazione 16.
In accordo con possibili forme di realizzazione, il collettore 17 può essere una camera di miscelazione e distribuzione provvista di almeno tre aperture, due delle quali configurate per ricevere il primo fluido biocida B e il secondo fluido biocida C in forma di microparticelle, e la restante per inviare la miscela sanitizzante A verso il convogliatore 18.
All’ interno della camera di miscelazione il primo fluido biocida B trasporta in corrente gassosa le microparticelle di secondo fluido biocida C.
In accordo con forme di realizzazione qui descritte, il mezzo di contenimento 32 è provvisto di un coperchio superiore 34 provvisto di una apertura di passaggio 35 in comunicazione fluidica con il convogliatore 18 posto superiormente.
Nella forma di realizzazione qui descritta, il collettore 17 è definito dallo spazio libero presente fra il pelo libero del secondo fluido biocida C, dalle pareti laterali del mezzo di contenimento 32 e dal coperchio superiore 34.
In accordo con forme di realizzazione, il mezzo di contenimento 32 può comprendere in sé, oppure è associato a, una luce di passaggio perimetrale 41 che consente il passaggio del primo fluido biocida B all ’ interno del collettore 17.
Nell’esempio qui descritto, la luce di passaggio perimetrale 41 è definita dalla disposizione verticalmente sfalsata del mezzo di contenimento 32 rispetto ad un telaio di contenimento 40, che contiene al suo interno almeno il primo circuito 13 e il secondo circuito 15.
Il telaio di contenimento 40 può avere forma sostanzialmente scatolare. Ad esempio, il telaio di contenimento 40 può essere realizzato in lamiera presso-piegata in materiale metallico, ad esempio acciaio, preferibilmente di tipo inossidabile o in materiale polimerico o, ancora, in altro materiale inerte agli agenti ossidanti.
Il telaio di contenimento 40 presenta una porzione parzialmente ripiegata all’interno del mezzo di contenimento 32 e non a contatto con le pareti laterali di quest’ultimo definendo la suddetta luce di passaggio perimetrale 41.
In accordo con forme di realizzazione, il telaio di contenimento 40 definisce una camera operativa 42 all’interno della quale sono installati almeno il primo circuito 13 e il secondo circuito 15.
La camera 42 può essere suddivisa tramite un setto divisorio 43 in almeno due spazi operativi, in cui in un primo di detti spazi operativi è disposto solamente il dispositivo di generazione 30 e in un secondo di detti spazi operativi sono disposti almeno i mezzi di insufflazione 14. Tale separazione risulta necessaria per evitare che l’ozono prodotto dal dispositivo di generazione 30 possa danneggiare i componenti meccanici dei mezzi di insufflazione 14.
Il setto divisorio 43 presenta aperture, non visibili nelle figure, per consentire la comunicazione fluidica con i mezzi di insufflazione 14. I mezzi di insufflazione 14 possono essere disposti a ridosso del setto divisorio 43 in modo che il loro condotto di mandata sia fluidicamente connesso alle suddette aperture.
In accordo con forme di realizzazione, l’apparato 10 comprende il suddetto controllore 44 operativamente connesso ai mezzi di erogazione 12, al primo circuito 13 ed al secondo circuito 15.
Il controllore 44 è configurato per ricevere un segnale di attivazione dall’unità di attivazione 45 e di inviare rispettivi segnali di azionamento almeno al dispositivo di generazione 30, ai mezzi di insufflazione 14 e ai mezzi di nebulizzazione 16.
Il controllore 44 può, inoltre, regolare anche l’accensione dei dispositivi di illuminazione 29, vantaggiosamente contemporaneamente all’azione di erogazione della miscela biocida A aH’interno del contenitore.
In accordo con forme di realizzazione, è previsto un metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande.
Il metodo prevede di:
- posizionare uno o più contenitori sui mezzi di supporto 11,
- attivare i mezzi di erogazione 12 per immettere, all’ interno di detti uno o più contenitori, la miscela sanitizzante A.
La miscela sanitizzante A è realizzata facendo fluire, all’interno del collettore 17, una corrente gassosa del primo fluido biocida B il secondo fluido biocida C nebulizzato, in cui la miscela sanitizzante A evolve attraverso un convogliatore 18 fluidicamente connesso con il collettore 17 e con i suddetti mezzi di erogazione 12.
È chiaro che all’apparato e al metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti o fasi, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato come definito dalle rivendicazioni.
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di un apparato e al metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all’ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato per la igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, caratterizzato dal fatto che detto apparato comprende: - mezzi di supporto (11) configurati per supportare uno o più contenitori da igienizzare, - mezzi di erogazione (12) associati a detti mezzi di supporto (11) e configurati per immettere all’ interno di detti contenitori una miscela sanitizzante (A), - un primo circuito (13) provvisto di mezzi d’insufflazione (14) configurati per movimentare una corrente gassosa di un primo fluido biocida (B) verso detti mezzi di erogazione (12), - un secondo circuito (15) provvisto di mezzi di nebulizzazione (16) per la nebulizzazione di un secondo fluido biocida (C) differente da detto primo fluido biocida (B), - un collettore (17) in cui convergono detto primo circuito (13) e detto secondo circuito (15) ed all’ interno del quale sono atti a miscelarsi detto primo fluido biocida (B) e detto secondo fluido biocida (C) formando detta miscela sanitizzante (A), - un convogliatore (18) fluidicamente connesso da un lato con detto collettore (17) e dall’altro lato con detti mezzi di erogazione (12); in cui detti mezzi d’insufflazione (14) sono configurati per determinare il trasferimento della miscela sanitizzante (A) presente nel collettore (17) attraverso detto convogliatore (18) e verso detti mezzi di erogazione (12).
  2. 2. Apparato come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di supporto (11) comprendono una base di supporto (19) provvista di un foro centrale (20) passante, e dal fatto che detti mezzi di erogazione (12) comprendono un ugello (21) cavo internamente a definire un canale di erogazione (46) in selettiva comunicazione fluidica con il convogliatore (18), detto ugello (21) essendo operativamente connesso a detta base di supporto (19) rispetto a detto foro centrale (20).
  3. 3. Apparato come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto ugello (21) è provvisto di una estremità di alimentazione (22), in selettiva comunicazione fluidica con il convogliatore (18), e di una contrapposta estremità di erogazione (23) la quale, in uso, è rivolta verso rimboccatura di un contenitore per erogare detta miscela sanitizzante (A) al suo interno, in cui detto ugello (21) è passante attraverso detto foro centrale (20) in modo che detta estremità di alimentazione (22) è al di sotto rispetto a detta base di supporto (19) e detta estremità di erogazione (23) è al di sopra rispetto a detta base di supporto (19).
  4. 4. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di supporto (11) sono contrastati elasticamente tra due posizioni operative, essendo normalmente in una prima posizione operativa in cui detti mezzi di erogazione (12) sono disattivati ed in una seconda posizione, attivata a spinta, in cui i mezzi di erogazione (12) sono azionati.
  5. 5. Apparato come nella rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che a detti mezzi di supporto (1 1) è associata una molla (38) atta a consentire il ritorno automatico di detti mezzi di supporto (11) da detta seconda posizione operativa a detta prima posizione operativa.
  6. 6. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo fluido biocida (B) è ozono in forma gassosa.
  7. 7. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo fluido biocida (C) è una soluzione acquosa stabilizzata di perossido di idrogeno.
  8. 8. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto primo circuito (13) comprende almeno un dispositivo di generazione (30) configurato per generare detto primo fluido biocida (B).
  9. 9. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di nebulizzazione (16) comprendono elementi piezoelettrici (16a) configurati per generare ultrasuoni che nebulizzano detto secondo fluido biocida (C) in corrispondenza del suo pelo libero generando uno strato di microparticelle di detto secondo fluido biocida (C).
  10. 10. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto secondo circuito (15) comprende un mezzo di contenimento (32) di detto secondo fluido biocida (C) che comprende, oppure è associato ad, una luce di passaggio perimetrale (41) per consentire il passaggio di detto primo fluido biocida (B) all’interno di detto collettore (17).
  11. 11. Apparato come nella rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detta luce di passaggio perimetrale (41) è un’apertura definita dalla disposizione verticalmente sfalsata di detto mezzo di contenimento (32) rispetto ad una telaio di contenimento (40) all’ interno della quale sono posizionati almeno detto primo circuito (13) e detto secondo circuito (15).
  12. 12. Apparato come nella rivendicazione 10 o 11, caratterizzato dal fatto che detto collettore (17) è definito dal pelo libero di detto secondo fluido biocida (C), da pareti laterali di detto mezzo di contenimento (32) e da un coperchio superiore (34) di detto mezzo di contenimento (32).
  13. 13. Apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 8 a 12 quando dipendenti dalla rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo comprende un telaio di contenimento (40) delimitante internamente una camera operativa (42) all’ interno della quale sono installati almeno detto primo circuito (13) e detto secondo circuito (15), in cui detta camera operativa (42) è suddivisa tramite un setto divisorio (43) in almeno due spazi operativi, in cui in un primo di detti spazi operativi è disposto solamente il dispositivo di generazione (30) e in un secondo di detti spazi operativi sono disposti almeno detti mezzi di insufflazione (14).
  14. 14. Apparato come nella rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detta soluzione acquosa stabilizzata di perossido di idrogeno ha una concentrazione fra 12 volumi e 150 volumi.
  15. 15. Metodo per l’igienizzazione di contenitori per sostanze alimentari, in particolare bevande, caratterizzato dal fatto che detto metodo prevede: - posizionare uno o più contenitori su mezzi di supporto (11) - attivare mezzi di erogazione (12) per immettere, all’interno di detti uno o più contenitori, una miscela sanitizzante (A) in cui detta miscela sanitizzante (A) è realizzata facendo fluire, all’interno di un collettore (17), una corrente gassosa di un primo fluido biocida (B) attraverso un secondo fluido biocida (C) nebulizzato, differente da detto primo fluido biocida (B), detta miscela sanitizzante (A) evolvendo attraverso un convogliatore (18) fluidicamente connesso con detto collettore (17) e detti mezzi di erogazione (12).
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