IT201900015944A1 - Bilanciatore per attrezzi. - Google Patents

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IT201900015944A1 IT102019000015944A IT201900015944A IT201900015944A1 IT 201900015944 A1 IT201900015944 A1 IT 201900015944A1 IT 102019000015944 A IT102019000015944 A IT 102019000015944A IT 201900015944 A IT201900015944 A IT 201900015944A IT 201900015944 A1 IT201900015944 A1 IT 201900015944A1
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Fabio Gubellini
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Tecna Spa
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Titolo: BILANCIATORE PER ATTREZZI.
D E S C R I Z I O N E
Il presente trovato ha come oggetto un bilanciatore per attrezzi.
Come è noto, nella tecnica (e nel prosieguo della presente trattazione) con il termine "bilanciatore" si identifica un dispositivo che viene utilizzato in officine e reparti produttivi, per offrire assistenza ad un operatore mentre esegue lavorazioni di varia natura avvalendosi di un attrezzo.
Più in dettaglio, il bilanciatore comprende solitamente un guscio che viene appeso al soffitto o ad una parete, e che alloggia al suo interno un tamburo girevole attorno al quale è avvolto un cavo; ad una estremità, il cavo è fissato al tamburo stesso, mentre da parte opposta fuoriesce da un'apertura del guscio, per poter vincolare l'attrezzo di interesse all'altra estremità, munita di un gancio. Inoltre, all'interno del guscio è collocata una molla, tipicamente a spirale e opportunamente precaricata, che è avvolta attorno all'asse di rotazione del tamburo: lo svolgimento del cavo, con conseguente rotazione del tamburo e discesa dell'attrezzo, genera una reazione vincolare della molla, che bilancia (o supera) il peso dell'attrezzo stesso e assolve un duplice compito.
In primo luogo infatti, essa riduce o annulla il peso dell'attrezzo vincolato al cavo, consentendo all'operatore di maneggiarlo senza sforzo. Inoltre, o in alternativa, a lavorazione terminata la reazione vincolare si incarica di riportare e mantenere l'attrezzo in una postazione di riposo (in prossimità del tamburo e della parete cui è appeso), quando l'operatore lo rilascia.
Nella struttura di massima sopra delineata, i bilanciatori possono essere validamente impiegati in diversi contesti e siti produttivi, ogniqualvolta sia sentita la necessità di maneggiare con praticità attrezzi pesanti e/o si desideri mantenere ordinata l'area di lavoro, potendo contare sulla certezza di ritrovare l'attrezzo desiderato in una postazione di riposo predefinita.
Di contro, in alcuni specifici contesti industriali, tra cui per esempio il settore alimentare, l'impiego dei bilanciatori è sconsigliato o comunque limitato, per l'alto rischio di contaminazione associato, che in tale ambito è evidentemente un aspetto critico.
Infatti, si osservi che durante lo svolgimento o il riavvolgimento, si verifichi uno sfregamento delle varie parti del cavo, con possibile rilascio di particelle che possono cadere dall'apertura investendo l'area sottostante, dove l'operatore sta impiegando l'attrezzo. Più genericamente, il movimento del cavo può provocare la caduta di polvere, pulviscolo, detriti vari, accumulati in precedenza all'interno del guscio.
Nel settore alimentare l'operatore spesso impiega l'attrezzo mentre esegue lavorazioni su cibi o bevande, o sostanze che ne dovranno far parte. In tale contesto, è quindi facile osservare come il rischio di contaminazione sia assolutamente da evitare e ciò spesso pregiudica la possibilità di impiegare il bilanciatore.
Problemi opposti, ma altrettanto limitanti, possono verificarsi in altri settori, dove l'alto contenuto di particelle contaminanti in sospensione nell'ambiente di lavoro favorisce l'accumulo di grandi quantità di esse all'interno del guscio. Si tratta di un'eventualità altrettanto sgradita, in quanto tale accumulo nel tempo può pregiudicare il corretto funzionamento del bilanciatore.
Compito precipuo del presente trovato è quello di risolvere i problemi sopra esposti, realizzando un bilanciatore per attrezzi ampiamente versatile, che possa essere efficacemente impiegato in diversi contesti applicativi.
Nell'ambito di questo compito, uno scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore che possa essere efficacemente impiegato per lavorazioni nel settore alimentare, o comunque in presenza di forti limitazioni al livello di contaminazione accettata.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore per attrezzi che possa essere validamente impiegato in atmosfere particolarmente contaminate, senza che l'elevato contenuto di polveri e agenti inquinanti possa pregiudicarne il corretto funzionamento.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore che durante l'impiego rilasci nell'ambiente circostante un quantitativo minimo, o addirittura nullo, di polvere e altre particelle contaminanti.
Un altro scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore per attrezzi che assicuri un'elevata affidabilità di funzionamento.
Un altro scopo del trovato è quello di proporre un bilanciatore per attrezzi che adotti una architettura tecnica e strutturale alternativa a quelle dei bilanciatori di tipo noto.
Non ultimo scopo del trovato è quello di realizzare un bilanciatore per attrezzi che risulti facilmente ottenibile partendo da elementi e materiali di comune reperibilità in commercio. Un altro scopo ancora del trovato è quello di realizzare un bilanciatore di costi contenuti e di sicura applicazione.
Questo compito e questi ed altri scopi che risulteranno maggiormente chiari nel seguito vengono raggiunti da un bilanciatore per attrezzi, comprendente un guscio definente internamente una camera di alloggiamento di un tamburo rotante di avvolgimento e svolgimento per un cavo, configurato per il sostegno di un attrezzo con una sua estremità libera, mantenuta esterna a detto guscio, presentante un'apertura di passaggio per detto cavo, detta camera di detto guscio alloggiando una molla di richiamo, avvolta attorno all'asse di rotazione di detto tamburo e configurata per lo sviluppo di una reazione vincolare contrastante lo svolgimento di detto cavo, caratterizzato dal fatto che detto guscio presenta una bocca di accesso a detta camera, detta bocca essendo intercettata da un elemento di raccordo a tenuta, configurato per l'accoppiamento con mezzi di generazione di un gradiente di pressione, per l'ottenimento di un valore di pressione, all'interno di detta camera, differente rispetto al valore di pressione dell'ambiente circostante.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, del bilanciatore secondo il trovato, illustrata a titolo indicativo e non limitativo, negli uniti disegni, in cui:
la figura 1 illustra il bilanciatore secondo il trovato, in vista assonometrica;
la figura 2 illustra il bilanciatore di figura 1, in vista assonometrica parzialmente esplosa;
la figura 3 illustra alcuni componenti del bilanciatore di figura 1, in vista assonometrica esplosa;
la figura 4 illustra il bilanciatore di figura 1, visto dal basso;
la figura 5 illustra il bilanciatore di figura 1 visto dal basso come in figura 4, con il cavo in una diversa posizione relativa;
la figura 6 è una sezione di figura 4, eseguita lungo l'asse VI-VI.
Con particolare riferimento alle figure citate, è indicato globalmente con il numero di riferimento 1, un bilanciatore per attrezzi (di vario tipo), ovvero un apparato che può essere impiegato per offrire un valido ausilio a un utilizzatore, che tipicamente (ma non esclusivamente) è un addetto o operatore di un reparto di produzione o assemblaggio, che deve eseguire compiti di varia natura avvalendosi appunto di un attrezzo.
Giova specificare che in un'applicazione preferita il bilanciatore 1 è destinato a trovare impiego nel settore alimentare o comunque ogniqualvolta l'ambiente in cui si vuole utilizzare appunto il bilanciatore 1, o quantomeno l'area di lavoro sottostante, è soggetta a particolari restrizioni circa il contenuto ammesso di particelle e microparticelle contaminanti, quali polvere, residui metallici, detriti, eccetera. Parimenti, in un'altra applicazione preferita le condizioni al contorno sono opposte: il bilanciatore 1 può infatti trovare valido impiego in atmosfere particolarmente contaminate (si pensi a officine dove si eseguono lavorazioni per asportazione di truciolo sui metalli, fonderie, eccetera). Non si esclude comunque il ricorso al bilanciatore 1 anche in altri settori, senza con ciò fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato.
Il bilanciatore 1 comprende un guscio 2, che può essere appeso al soffitto o ad una parete per esempio grazie ad un laccio 3, ad un gancio 4 e/o ad altri simili accessori, che sostengono il guscio 2 stesso.
Il guscio 2 definisce al suo interno una camera 5 di alloggiamento di un tamburo rotante 6 di avvolgimento e svolgimento per un cavo 7. Il tamburo 6 può essere di forma cilindrica, conica troncoconica, o altro ancora, senza con ciò fuoriuscire dall'ambito di protezione qui rivendicato.
Il cavo 7 è fissato o comunque vincolato al tamburo 6 con una sua prima estremità. Da parte opposta, il cavo 7 è configurato per il sostegno di un attrezzo (di vario tipo, forma, peso e destinazione d'uso) con una sua estremità libera 7a, mantenuta esterna al guscio 2, il quale a sua volta presenta un'apertura di passaggio 2a per il cavo 7 (l'estremità libera 7a è quindi mantenuta esterna all'apertura 2a). Per sostenere l'attrezzo di interesse, all'estremità libera 7a può essere fissato un moschettone 8 o un altro simile elemento di vincolo (preferibilmente stabile e facilmente amovibile al tempo stesso).
Di fatto quindi, il cavo 7 può essere pressoché completamente avvolto attorno al tamburo 6 (in una configurazione di riposo o comunque di inutilizzo), in cui solo l'estremità libera 7a è mantenuta all'esterno del guscio 2 (in prossimità dell'apertura 2a); oppure, il cavo 7 può essere svolto parzialmente o completamente (fino alla quasi totalità della sua lunghezza) per sostenere/trattenere un attrezzo appeso all'estremità libera 7a, sfruttando appunto l'escursione di quest'ultima per poter operare anche a distanza dal guscio 2.
Inoltre, la camera 5 del guscio 2 alloggia una molla di richiamo, tipicamente ma non necessariamente precaricata, la quale è avvolta attorno all'asse di rotazione A del tamburo 6 (l'asse A è rappresentato per semplicità nella sola figura 1) ed è direttamente o indirettamente vincolata a quest'ultimo. La molla (solitamente a spirale, pur non escludendo altre scelte realizzative) è configurata per sviluppare una reazione vincolare (a seguito dello svolgimento del cavo 7 e della conseguente rotazione del tamburo 6) che contrasta lo svolgimento stesso del cavo 7 e che tende quindi a farlo (ri)avvolgere attorno al tamburo 6 (perché impone una rotazione in senso opposto a quest'ultimo).
Secondo varie modalità, e in funzione della specifica applicazione e dell'uso del bilanciatore 1, tipicamente il riavvolgimento si verificherà al termine dell'utilizzo dell'attrezzo.
Sin qui comunque, il bilanciatore 1 è di tipo tradizionale e può appunto essere utilizzato (preferibilmente ma non esclusivamente), per offrire un valido ausilio a operatori che devono eseguire compiti di varia natura avvalendosi di un attrezzo (da appendere all'estremità libera 7a del cavo 7). La reazione vincolare della molla riduce infatti il peso percepito dell'attrezzo e/o riporta automaticamente quest'ultimo in prossimità del guscio 2 al termine dell'impiego, in una postazione di riposo facilmente individuabile e mantenuta nel tempo.
Secondo il trovato, il guscio 2 presenta una bocca di accesso 2b alla camera 5 e tale bocca 2b è intercettata da un elemento di raccordo a tenuta 9, il quale è configurato per l'accoppiamento con mezzi di generazione di un gradiente (di una differenza) di pressione. Grazie a tali mezzi è così possibile ottenere un valore di pressione, all'interno della camera 5, differente (maggiore o minore) rispetto al valore di pressione dell'ambiente circostante.
Scegliendo mezzi in grado di generare una depressione, quest'ultima impedisce o quantomeno riduce il rischio che particelle contaminanti di varia natura, raccolte o generate all'interno della camera 5, per esempio per effetto dello sfregamento tra i vari componenti in moto relativo o per altri effetti di usura, possano cadere dall'apertura 2a nell'area sottostante (si osservi come tipicamente l'apertura 2a sia rivolta verso il basso, dove appunto opera l'utilizzatore).
Scegliendo invece mezzi in grado di generare una sovrappressione, si ottiene un valido ostacolo contro l'ingresso nella camera 5 di polvere e altre particelle contaminanti, di cui potrebbe eventualmente essere ricco l'ambiente circostante, e ciò preserva il bilanciatore 1 da guasti e problemi di funzionamento, garantendone nel tempo la corretta operatività.
La possibilità di associare la camera 5 a mezzi di generazione di un gradiente di pressione assicura quindi il conseguimento degli obiettivi prefissati, in quanto permette di impiegare il bilanciatore 1 in ambienti e contesti nei quali è normalmente precluso o quantomeno sconsigliato l'utilizzo dei bilanciatori tradizionali.
Utilmente, l'apertura 2a è sostanzialmente richiusa da un gruppo 10 di guida del cavo 7: tale gruppo 10 è configurato per consentire l'oscillazione trasversale del cavo 7 durante il suo svolgimento e/o il suo avvolgimento (oscillazione dovuta alla forma del tamburo 6 stesso).
Si noti come già nelle soluzioni note, soprattutto in presenza di tamburi conici o troncoconici (come nella soluzione delle figure allegate), l'apertura di passaggio del cavo abbia preferibilmente sagoma allungata per assecondare il suo movimento trasversale (rispetto alla direzione ideale di svolgimento/avvolgimento) e scongiurare il pericolo di malfunzionamenti. La sagoma allungata aumenta però l'estensione dell'apertura di passaggio e quindi favorisce il passaggio di polvere e altre particelle.
Il gruppo 10 ottiene quindi un duplice risultato: esso infatti asseconda l'oscillazione trasversale del cavo 7 richiudendo nel contempo l'apertura 2a e quindi riducendo il rischio di passaggio di polveri e altre particelle o microparticelle (realizzando una sorta di chiusura a tenuta attorno al cavo 7).
In particolare, in una forma di realizzazione di rilevante interesse pratico, illustrata nelle figure allegate a scopo esemplificativo e non limitativo dell'applicazione del trovato, il gruppo 10 comprende innanzitutto una piastra 11 posta a chiusura dell'apertura 2a (preferibilmente, avente sagoma di ellisse o rettangolo arrotondato, fortemente allungato).
La piastra 11 definisce al suo interno un'asola allungata 11a (passante) di guida per l'oscillazione trasversale del cavo 7. Anche l'asola 11a ha preferibilmente sagoma di ellisse o rettangolo arrotondato, fortemente allungato.
Il gruppo 10 comprende quindi una bandella 12 elasticamente deformabile, che definisce una luce di passaggio 12a per il cavo 7 e che è scorrevolmente premuta contro una prima faccia 11b della piastra 11, da parte opposta al guscio 2.
Pertanto, in corrispondenza della fuoriuscita del cavo 7 la camera 5 è posta in comunicazione con l'ambiente circostante non più attraverso l'intera apertura 2a, ma solo attraverso la luce 12a, avente estensione sensibilmente più ridotta (diminuendo quindi in modo significativo le possibilità di ingresso o uscita di particelle contaminanti). La luce 12a può altresì spostarsi rispetto alla piastra 11 perché la deformabilità elastica della bandella 12 su cui è ricavata permette a quest'ultima di scorrere sulla prima faccia 11b della piastra 11, per assecondare appunto l'oscillazione del cavo 7 (guidata dall'asola 11a).
Ancor più particolarmente, e con ulteriore riferimento alla forma di realizzazione, preferita ma non esclusiva, delle figure allegate, la bandella 12 è ancorata con rispettivi lembi terminali 12b ripiegati ad una seconda faccia 11c della piastra 11, opposta alla prima faccia 11b. Inoltre, la bandella 12 è scorrevolmente premuta contro la prima faccia 11b da una coppia di placchette 13 affiancate, a loro volta ancorate alla piastra 11. Si noti come le placchette 13 sono disposte affiancate in modo da definire tra esse un'intercapedine lungo la quale può oscillare il cavo 7.
La peculiare configurazione così ottenuta, e i vincoli imposti alla bandella 12, fanno sì che una porzione intermedia di quest'ultima si mantenga parallela e appoggiata, con possibilità di scorrimento, sulla prima faccia 11b della piastra 11 (mantenendo chiusa l'asola 11a). Quando scorre, la bandella 12 si deforma (si piega) in corrispondenza delle sue porzioni esterne, che possono sporgere alternativamente da uno dei fianchi della piastra 11 (mantenendosi appunto ancorata a quest'ultima con i lembi terminali 12b).
Le due posizioni limite della bandella 12 sono di fatto rappresentate nelle figure 4 e 5, cui corrispondono due rispettive posizioni relative del cavo 7 (e del moschettone 8).
Vantaggiosamente, il gruppo 10 comprende una boccola, spaccata secondo un piano longitudinale a definire due spezzoni 14 (ben visibili in figura 2), inseriti contrapposti nella luce 12a attorno al cavo 7. Il ricorso ad una boccola permette di ridurre ulteriormente l'interstizio a disposizione dell'aria (e quindi delle particelle contaminanti) tra luce 12a e cavo 7, realizzando una sorta di tenuta pressoché ermetica.
La scelta di adottare una boccola spaccata in due spezzoni 14 si rivela di elevato interesse pratico, in quanto semplifica gli interventi di sostituzione della boccola, resi spesso necessari dall'usura a cui essa è fortemente soggetta per effetto dello strisciamento del cavo 7 sulle sue pareti interne, durante lo svolgimento e/o il riavvolgimento.
Si sottolinea che l'elemento di raccordo a tenuta 9 può essere qualsiasi, in funzione delle esigenze e in particolare della tipologia di mezzi di generazione scelti: nelle figure allegate e in una forma di realizzazione preferita comunque, l'elemento di raccordo a tenuta 9 è un innesto rapido.
In una prima modalità di realizzazione o impiego del trovato, è previsto di mantenere costantemente attivi i mezzi di generazione del gradiente di pressione: la camera 5 viene quindi a trovarsi in condizione di depressione o sovrappressione (rispetto all'ambiente circostante) in qualsiasi momento, sia mentre il cavo 7 viene svolto/riavvolto, che quando il bilanciatore 1 non è utilizzato o comunque il cavo 7 è immobile.
In una forma di realizzazione di rilevante interesse pratico, il bilanciatore 1 comprende un sensore di rilevamento dello svolgimento e/o dell'avvolgimento del cavo 7. Si specifica che nella presente trattazione il "sensore di rilevamento" deve essere inteso nella sua accezione più ampia, volendo con ciò ricomprendere qualsiasi organo o apparato in grado di rilevare (direttamente o indirettamente) il movimento di svolgimento e (ri)avvolgimento del cavo 7. In ogni caso, tale sensore è asservito ad un dispositivo di consenso selettivo alla generazione di un gradiente di pressione all'interno della camera 5. Tale dispositivo è quindi configurato per consentire la generazione del gradiente di pressione all'interno della camera 5 solamente in corrispondenza dello svolgimento e/o dell'avvolgimento del cavo 7. Se si fa riferimento alla scelta di generare una depressione nella camera 5, si può osservare come tipicamente il rischio di caduta di particelle nell'area sottostante si verifichi pressoché unicamente quando il cavo 7 si muove (si avvolge o svolge), in quanto proprio in tale condizione si verifica lo sfregamento che può determinare la formazione e il rilascio di particelle; inoltre, durante lo svolgimento eventuali particelle precedentemente accumulate nella camera 5 e depositate sul cavo 7, possono essere trasportate all'esterno da quest'ultimo.
In questo contesto quindi, la scelta di azionare i mezzi di generazione solo durante lo svolgimento/avvolgimento del cavo 7 permette di contenere i consumi senza pregiudicare l'efficacia del trovato, in quanto la depressione è mantenuta solo quando effettivamente richiesto, per trattenere all'interno della camera 5 le particelle contaminanti.
In particolare, in una forma di realizzazione di rilevante interesse pratico il dispositivo comprende una unità elettronica di controllo e gestione, che può essere una centralina elettronica incorporata nel bilanciatore 1 (in uno dei suoi componenti). Non si esclude comunque di implementare nel bilanciatore 1 altri tipi di piattaforme hardware, riprogrammabili o meno, dotate o meno di un microprocessore e incorporanti o definenti la citata unità.
Tale unità (eventualmente riprogrammabile e/o controllabile con un display collocato sul guscio 2 o da remoto) è fornita di istruzioni per attivare selettivamente i mezzi di generazione solamente in corrispondenza dell'avvolgimento e/o dello svolgimento del cavo 7.
Ovviamente, il bilanciatore 1 dotato del citato dispositivo (sia esso costituito dall'unità elettronica o meno), potrà comunque funzionare secondo la modalità precedentemente introdotta (che prevede il costante mantenimento del desiderato gradiente di pressione): basterà infatti disattivare il dispositivo stesso.
Giova sottolineare come i mezzi di generazione del gradiente di pressione potranno essere qualsiasi, in funzione delle esigenze e ovviamente della necessità di realizzare un gradiente positivo (sovrappressione) o negativo (depressione) all'interno della camera 5 rispetto all'ambiente esterno. Il bilanciatore 1 potrà esser fornito di componenti e accessori (tubazioni in particolare) necessari per collegare il guscio 2 e l'elemento di raccordo a tenuta 9 al componente specificatamente deputato all'aspirazione o all'invio di aria compressa (o comunque alla generazione del gradiente).
In tale contesto, è prevista la possibilità di collegare il bilanciatore 1 (l'elemento di raccordo a tenuta 9) alla rete di aria compressa spesso prevista nei fabbricati industriali. Più genericamente, si prevede di realizzare e commercializzare bilanciatori 1 secondo il trovato privi dei mezzi di generazione, che dovranno essere reperiti separatamente e opportunamente connessi alla camera 5.
Utilmente, il bilanciatore 1 può comprendere i mezzi di generazione, scelti del tipo comprendente almeno uno fra un compressore, una pompa a vuoto, un tubo Venturi e configurati per la generazione, all'interno della camera 5 di un gradiente di pressione scelto fra positivo e negativo, rispetto al valore di pressione dell'ambiente circostante. Si specifica comunque come anche gli specifici mezzi sopra indicati possano essere anche forniti separatamente.
Nella forma di realizzazione preferita, illustrata a scopo esemplificativo nelle figure allegate ma non limitativa del trovato, il guscio 2 comprende due semigusci 2c reciprocamente ancorati a tenuta in corrispondenza di rispettivi bordi liberi. Per esempio, per assicurare l'ancoraggio a tenuta si prevede di ricorrere ad una guarnizione (anulare o di altra forma), ad un profilo elastico, ad altre analoghe soluzioni, per esempio vincolati ad uno dei bordi liberi e/o comunque interposti tra i semigusci 2c. Sia l'apertura 2a che la bocca di accesso 2b sono definite su uno a scelta dei semigusci 2c (sul medesimo o meno).
Il funzionamento del bilanciatore secondo il trovato è stato di fatto già illustrato nei precedenti paragrafi.
Si ribadisce comunque come, secondo modalità di per sé note, e per esempio grazie al laccio 3 o al gancio 4, il bilanciatore 1 possa essere appeso al soffitto o vincolato comunque ad una parete, offrendo valido ausilio ad un utilizzatore chiamato ad impiegare un attrezzo. Infatti, l'attrezzo può essere vincolato al moschettone 8, per fare in modo che la reazione elastica della molla di richiamo (generata dallo svolgimento del cavo 7) annulli/compensi in parte il peso dell'attrezzo durante il suo utilizzo e/o lo riporti in prossimità del guscio 2 al termine del lavoro.
Il bilanciatore 1 può essere efficacemente impiegato anche in ambienti particolari, grazie innanzitutto alla scelta di dotarlo di un elemento di raccordo a tenuta 9, che permette di collegare la camera 5 a mezzi di generazione di un gradiente di pressione.
Mantenendo infatti la camera 5 in depressione rispetto all'ambiente esterno, dall'apertura 2a non cadono nell'area sottostante polveri, detriti, residui, sporcizia e altri agenti contaminanti (prodotti dallo sfregamento del cavo 7 o in altro modo). Durante l'impiego il bilanciatore 1 rilascia quindi nell'ambiente circostante un quantitativo minimo, o addirittura nullo, di polvere e altre particelle contaminanti e ciò permette di assicurare condizioni assolutamente compatibili a lavorazioni su materie alimentari o comunque a contesti particolarmente sensibili al contenuto ammesso di tali particelle contaminanti nell'atmosfera.
Scegliendo invece di portare la camera 5 in condizioni di sovrappressione rispetto all'ambiente circostante, si previene viceversa il rischio che sia il bilanciatore 1 stesso a venire danneggiato da particelle contaminanti in sospensione nell'ambiente circostante. La sovrappressione infatti impedisce o comunque riduce il rischio che tali particelle penetrino nella camera 5 attraverso l'apertura 2a.
Ciò assicura massima versatilità al trovato, che può appunto essere efficacemente impiegato in diversi contesti applicativi. Si osservi peraltro come il medesimo bilanciatore 1 possa essere impiegato in entrambe le condizioni opposte sopra delineate, semplicemente scegliendo diversi mezzi di generazione cui collegarlo (o invertendone il funzionamento).
Come si è già sottolineato il gruppo 10 incrementa notevolmente l'efficacia del bilanciatore 1, in quanto riduce sensibilmente l'area di passaggio a disposizione dell'aria (e quindi delle eventuali particelle contaminanti) laddove il cavo 7 fuoriesce dal guscio 2 (lasciando unicamente un interstizio tra il cavo 7 stesso e la boccola). Tale risultato è ottenuto senza pregiudicare la possibilità di oscillazione del cavo 7 stesso.
Il trovato, così concepito, è suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell'ambito del concetto inventivo; inoltre, tutti i dettagli potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti.
Negli esempi di realizzazione illustrati singole caratteristiche, riportate in relazione a specifici esempi, potranno essere in realtà sostituite con altre diverse caratteristiche, esistenti in altri esempi di realizzazione.
In pratica i materiali impiegati, nonché le dimensioni, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (10)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Bilanciatore per attrezzi, comprendente un guscio (2) definente internamente una camera (5) di alloggiamento di un tamburo rotante (6) di avvolgimento e svolgimento per un cavo (7), configurato per il sostegno di un attrezzo con una sua estremità libera (7a), mantenuta esterna a detto guscio (2), presentante un'apertura di passaggio (2a) per detto cavo (7), detta camera (5) di detto guscio (2) alloggiando una molla di richiamo, avvolta attorno all'asse di rotazione (A) di detto tamburo (6) e configurata per lo sviluppo di una reazione vincolare contrastante lo svolgimento di detto cavo (7), caratterizzato dal fatto che detto guscio (2) presenta una bocca di accesso (2b) a detta camera (5), detta bocca (2b) essendo intercettata da un elemento di raccordo a tenuta (9), configurato per l'accoppiamento con mezzi di generazione di un gradiente di pressione, per l'ottenimento di un valore di pressione, all'interno di detta camera (5), differente rispetto al valore di pressione dell'ambiente circostante.
  2. 2. Bilanciatore per attrezzi, secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta apertura (2a) è sostanzialmente richiusa da un gruppo (10) di guida di detto cavo (7), configurato per il consenso alla oscillazione trasversale di detto cavo (7) durante il suo svolgimento e/o il suo avvolgimento.
  3. 3. Bilanciatore per attrezzi, secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto gruppo (10) comprende una piastra (11) posta a chiusura di detta apertura (2a) e definente internamente un'asola allungata (11a) di guida per l'oscillazione trasversale di detto cavo (7), detto gruppo (10) comprendendo una bandella (12) elasticamente deformabile, definente una luce di passaggio (12a) per detto cavo (7) e scorrevolmente premuta contro una prima faccia (11b) di detta piastra (11), da parte opposta a detto guscio (2).
  4. 4. Bilanciatore, secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detta bandella (12) è ancorata con rispettivi lembi terminali (12b) ripiegati ad una seconda faccia (11c) di detta piastra (11), opposta a detta prima faccia (11b), detta bandella (12) essendo scorrevolmente premuta contro detta prima faccia (11b) da una coppia di placchette (13) affiancate, ancorate a detta piastra (11).
  5. 5. Bilanciatore per attrezzi, secondo la rivendicazione 3 o la 4, caratterizzato dal fatto che detto gruppo (10) comprende una boccola, spaccata secondo un piano longitudinale a definire due spezzoni (14) inseriti contrapposti in detta luce (12a) attorno a detto cavo (7).
  6. 6. Bilanciatore per attrezzi, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento di raccordo a tenuta (9) è un innesto rapido.
  7. 7. Bilanciatore per attrezzi, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere un sensore di rilevamento dello svolgimento e/o dell'avvolgimento di detto cavo (7), asservito ad un dispositivo di consenso selettivo alla generazione di un gradiente di pressione all'interno di detta camera (5), detto dispositivo essendo configurato per il consenso alla generazione di un gradiente di pressione all'interno di detta camera (5) solamente in corrispondenza dello svolgimento e/o dell'avvolgimento di detto cavo (7).
  8. 8. Bilanciatore, secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto dispositivo comprende una unità elettronica di controllo e gestione, fornita di istruzioni per l'attivazione selettiva dei mezzi di generazione solamente in corrispondenza dello svolgimento e/o dell'avvolgimento di detto cavo (7).
  9. 9. Bilanciatore per attrezzi, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere detti mezzi di generazione, scelti del tipo comprendente almeno uno fra un compressore, una pompa a vuoto, un tubo Venturi e configurati per la generazione, all'interno di detta camera (5) di un gradiente di pressione scelto fra positivo e negativo, rispetto al valore di pressione dell'ambiente circostante.
  10. 10. Bilanciatore per attrezzi, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto guscio (2) comprende due semigusci (2c) reciprocamente ancorati a tenuta in corrispondenza di rispettivi bordi liberi, ciascuna di detta apertura di passaggio (2a) e detta bocca di accesso (2b) essendo definita su uno a scelta di detti semigusci (2c).
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