IT201900011886A1

IT201900011886A1 - Assieme di preforme per realizzare un contenitore per bevande e contenitore per bevande

Info

Publication number: IT201900011886A1
Application number: IT102019000011886A
Authority: IT
Inventors: Emanuela Covi
Original assignee: Emanuela Covi
Priority date: 2019-07-16
Filing date: 2019-07-16
Publication date: 2021-01-16
Also published as: ES2954436T3; JP2022540556A; CA3144580A1; AU2020313436A1; WO2021009785A1; EP3999297A1; US20220258403A1; EP3999297B1

Description

Descrizione del trovato avente per titolo:

“ASSIEME DI PREFORME PER REALIZZARE UN CONTENITORE PER BEVANDE E CONTENITORE PER BEVANDE”

CAMPO DI APPLICAZIONE

Il trovato si riferisce a un assieme di preforme per la realizzazione di un contenitore di bevande di tipo BIC (bag-in-container), comprendente un contenitore esterno, o fusto, rigido, e un contenitore interno, o sacca, e a un contenitore per bevande ottenuto mediante soffiaggio dell’assieme di preforme.

STATO DELLA TECNICA

È noto che grandi volumi di bevande, gassate o non, sono generalmente consegnati nel luogo di consumo in contenitori, definiti anche keg, che normalmente hanno un volume superiore ai 5 litri, o eventualmente anche superiore ai 30 litri.

In sostituzione dei fusti tradizionali in metallo, i quali venivano foniti secondo una modalità “a rendere” e dovevano pertanto essere recuperati e sottoposti a operazioni di lavaggio e sanificazione prima di essere nuovamente riempiti e distribuiti, negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più l’utilizzo di contenitori in materiale plastico.

Ad esempio le bevande, specialmente le bevande gassate, ma non solo, possono essere contenute in contenitori realizzati in materiale plastico, i quali comprendono due contenitori coassiali uno all’altro, di cui una sacca interna idonea a contenere una bevanda e un fusto esterno con funzioni di supporto, anche noti nel settore come contenitori BIC (Bag-In-Container).

È noto che per la produzione di contenitori del tipo in questione vengono generalmente utilizzate due preforme, le quali sono inserite una dentro l’altra, e successivamente espanse e deformate mediante soffiaggio di un gas in pressione tramite idonei dispositivi.

Dalla deformazione delle preforme, si ottiene il contenitore comprendente il fusto con all’interno la sacca, i quali sono separati da un’intercapedine.

La dispensazione della bevanda avviene per compressione della sacca interna mediante immissione, per mezzo di idonei dispositivi, di un fluido in pressione nell’ intercapedine presente fra la sacca interna e il fusto esterno.

È pertanto necessario che le preforme siano separate da uno spazio, o intercapedine, sia prima, sia dopo l’operazione di soffiaggio.

Nelle preforme note il processo di soffiaggio e conseguente espansione delle due preforme, può portare le loro superfici ad aderire eccessivamente, sostanzialmente eliminando l’intercapedine, il che può comportare da un lato un soffiaggio non corretto delle preforme, e dall’altro una non corretta separazione della sacca interna dal fusto esterno.

Infatti, un inconveniente che si verifica a causa dell’eccessiva adesione è dato dal fatto che essa può causare una resistenza elevata al passaggio del fluido in pressione ostacolando la dispensazione della bevanda e/o rendendo inutilizzabile il contenitore.

Inoltre, nel caso in cui la sacca interna non possa separarsi completamente dal fusto esterno, non è possibile garantire il completo collasso della sacca interna e quindi la completa erogazione della bevanda durante l’erogazione, con conseguente spreco della parte di bevanda che non può essere estratta.

Sono noti assiemi di preforme in cui la preforma interna presenta una pluralità di nervature che sporgono da una sua superficie esterna e si estendono lungo una direzione assiale.

Tali nervature, tuttavia, non riescono a garantire una distribuzione omogenea del fluido sulla superficie della sacca interna.

Un inconveniente delle soluzioni note è che esse non garantiscono in ogni occasione un’adeguata separazione della sacca e del fusto.

Un ulteriore inconveniente è che il passaggio del fluido in pressione può risultare difficoltoso oppure impedito.

Un ulteriore inconveniente è dato dal fatto che un’ostruzione anche parziale dell’intercapedine può comportare un eccessivo accumulo di gas in pressione, che potrebbe essere dannoso per l’utente.

Uno scopo del presente trovato è quello di mettere a disposizione un assieme di preforme che possono essere assemblate e fissate una rispetto all’altra per realizzare un contenitore per bevande che garantiscano la presenza di un’intercapedine continua e omogenea tra sacca interna e fusto esterno.

Un ulteriore scopo del trovato è quello di prevedere un assieme di preforme il cui soffiaggio non causi una aderenza continua su una porzione eccessiva delle stesse.

Un altro scopo del trovato è prevedere un assieme di preforme aventi una conformazione tale da rendere semplice l’assemblaggio reciproco, garantendo un accoppiamento fisso e sostanzialmente irreversibile.

Uno scopo del presente trovato è prevedere un assieme di preforme per la realizzazione di un contenitore in cui l’intercapedine può essere facilmente raggiunta da un fluido in pressione.

Un altro scopo del trovato è prevedere un assieme di preforme in cui il flusso di un fluido compresso si riparta uniformemente lungo il perimetro della sacca interna.

Un ulteriore scopo del trovato è prevedere un assieme di preforme in cui l intercapedine tra la sacca interna e il fusto esterno sia tale per cui il fluido compresso possa fluire dal collo del contenitore fino a raggiungere il fondo in modo sostanzialmente omogeneo.

Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.

ESPOSIZIONE DEL TROVATO

Il presente trovato è espresso e caratterizzato nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.

Il presente trovato si riferisce a un assieme di preforme per la realizzazione di un contenitore per bevande comprendente un fusto esterno e una sacca interna.

In accordo con il trovato, l’assieme comprende due preforme sostanzialmente cilindriche, una preforma esterna e una preforma interna, in cui la preforma interna è idonea ad essere inserita nella preforma esterna in modo tale che tra di esse sia definita una intercapedine.

Le preforme comprendono rispettivi organi di accoppiamento idonei a consentire un posizionamento reciproco stabile e fisso lungo un asse longitudinale X.

La preforma interna e la preforma esterna, tramite una operazione di soffiaggio, possono essere dilatate e deformate dando origine rispettivamente alla sacca e al fusto del contenitore per bevande.

Secondo forme di realizzazione, almeno una tra la preforma interna e la preforma esterna comprende almeno un elemento spaziatore sporgente all’intemo dell’ intercapedine da una delle superfici rispettivamente affacciate della preforma interna o della preforma esterna,

Secondo possibili soluzioni realizzative, l’elemento spaziatore sporge radialmente verso l’esterno da una superficie esterna della preforma interna.

Secondo possibili soluzioni realizzative, l’elemento spaziatore sporge radialmente verso l’interno da una superficie interna della preforma esterna.

Secondo forme di realizzazione, l’almeno un elemento spaziatore è disposto circonferenzialmente.

Secondo forme di realizzazione, l’almeno un elemento spaziatore ha una forma anulare.

Secondo una variante, l’almeno un elemento spaziatore si estende a spirale in direzione verticale.

L’estensione a spirale può avere l’inizio e/o la fine chiusi, ovvero mantenere un canale trasversale elicoidale di transito del fluido di soffiaggio così da mantenere una pressione circonferenziale costante. L’elemento spaziatore presenta almeno una scanalatura che si estende in direzione trasversale rispetto alla sua estensione circonferenziale, configurata per formare un canale per il passaggio del fluido.

Secondo una variante, le scanalature sono distribuite in direzione verticale secondo un andamento ad elica e secondo una disposizione con una progressione voluta.

L’elemento spaziatore preferibilmente presenta una pluralità di scanalature, le quali sono disposte angolarmente sfalsate una all’altra nella direzione circonferenziale, in modo tale da consentire il passaggio di un fluido in pressione verso l' intercapedine, distribuendolo uniformemente lungo la circonferenza.

Secondo forme di realizzazione, l’elemento spaziatore presenta una dimensione radiale sostanzialmente uguale a quella dell’intercapedine, per cui quando la preforma interna viene inserita nella preforma esterna, si posiziona con la sua estremità più esterna sostanzialmente a contatto con la superficie interna della preforma esterna.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, l’elemento spaziatore presenta una dimensione radiale tale da definire un accoppiamento meccanico per interferenza tra le due preforme. Tale accoppiamento per interferenza permette di fissare in modo stabile le due preforme bloccandole una all’altra, rendendo l’assieme resistente allo sfilamento di una preforma rispetto all’altra in seguito a urti o azioni meccaniche. In altre parole, le preforme, una volta inserite ed accoppiate una all’altra, possono essere separate solo volontariamente, mediante l’utilizzo di appositi utensili, prevenendo qualsiasi sfìlamento casuale delle stesse.

Secondo forme di realizzazione, tra le superfici reciprocamente affacciate delle due preforme si forma un’intercapedine avente una larghezza compresa tra circa Imm e circa 3mm, e l’elemento spaziatore può presentare un’estensione radiale avente una dimensione coerente.

Secondo forme di realizzazione, le scanalature presentano una profondità coerente con l’estensione radiale dell’elemento spaziatore.

Secondo ulteriori soluzioni realizzative, le scanalature possono estendersi fino alla superficie esterna della preforma interna.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, la preforma interna può comprendere un recesso, ovvero una porzione incavata almeno in corrispondenza delle superfici interne delle scanalature, le quali presentano pertanto una profondità superiore all’estensione radiale dell’elemento spaziatore, così che in corrispondenza del canale l’intercapedine presenta un’ampiezza maggiore rispetto alle zone circostanti.

Secondo forme di realizzazione, possono essere previste una pluralità di elementi spaziatori, distanziati uno rispetto all’altro lungo una direzione assiale, ciascuno provvisto di una pluralità di scanalature trasversali.

Secondo forme di realizzazione, le scanalature sugli elementi spaziatori sono tutte allineate una all’altra, così da creare una pluralità di canali di passaggio per l’aria sostanzialmente continui attraverso la pluralità di elementi spaziatori.

Secondo possibili varianti realizzative, le scanalature su elementi spaziatori adiacenti possono essere sfalsate tra loro.

Secondo ancora altre varianti, il numero di scanalature sui rispettivi elementi spaziatori può essere lo stesso, o diverso.

Secondo forme di realizzazione, nel caso di una pluralità di elementi spaziatori, essi possono essere disposti tutti su una stessa preforma interna, o esterna, o su entrambe.

Ad esempio, possono essere previsti un elemento spaziatore sulla preforma esterna e un elemento spaziatore sulla preforma interna, idonei a cooperare ciascuno con la rispettiva superficie dell’altra preforma.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, possono essere previste scritte o altri elementi grafici su almeno una tra la preforma interna e la preforma esterna, ad esempio riportanti il nome o il logo del produttore, o eventuali ulteriori informazioni.

ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI

Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi del presente trovato appariranno chiari dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:

- la fig. 1 è una vista schematica in sezione longitudinale di un assieme di pre forme in accordo con il presente trovato;

- la fig. 2 è una vista schematica in sezione longitudinale di un contenitore per bevande realizzabile con l’assieme di preforme in fig. 1; - la fig. 3 è una vista laterale della parte superiore di una preforma interna secondo forme di realizzazione del presente trovato;

- la fig. 4 è una sezione trasversale lungo la linea IV di fig. 3;

- la fig. 5 è una vista laterale della parte superiore di una preforma interna secondo varianti di realizzazione.

Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.

DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE

Si farà ora riferimento nel dettaglio alle varie forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o più esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio è fornito a titolo di illustrazione del trovato e non è inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un’ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali modifiche e varianti.

Forme di realizzazione qui descritte con riferimento alla fig. 1 si riferiscono a un assieme di preforme 10 per la realizzazione di un contenitore per bevande 110, comprendente una preforma esterna 12 e una preforma interna 14, in cui la preforma interna 14 è associata internamente alla preforma esterna 12 in modo tale che tra di esse sia definita un’intercapedine 13, ovvero le due preforme 12, 14 presentano le rispettive superfìci affacciate distanziate una dall’altra.

Le due preforme 12, 14, tramite un processo di soffiaggio, danno origine rispettivamente a una sacca interna 114, idonea al contenimento di una bevanda, e un fusto esterno 112, con funzioni strutturali e di supporto di un contenitore 110 (fig. 2).

La sacca interna 114 e il fusto esterno 112 sono separati da un’intercapedine 113, nella quale, al momento dell’erogazione della bevanda, viene iniettato un fluido in pressione, quale ad esempio aria o anidride carbonica, grazie al quale è possibile provocare la compressione della sacca 114 e causare la dispensazione della bevanda.

La sacca interna 114 è configurata per contenere la bevanda ed è preferibilmente flessibile e comprimibile, mentre il fusto esterno 112 è poco deformabile ed è configurato per fungere da supporto del contenitore e da contrasto per il fluido in pressione che viene iniettato nell’ intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, la preforma esterna 12 e/o la preforma interna 14 possono essere realizzate in materiale polimerico, per esempio polietilene tereftalato (PET).

Secondo forme di realizzazione, almeno la preforma interna 14 può essere realizzata con PET modificato con additivi che ne aumentano le proprietà di barriera per preservare le caratteristiche organolettiche della bevanda che deve essere contenuta nella sacca interna 114.

Secondo forme di realizzazione, la preforma interna 14 e la preforma esterna 12 possono essere realizzate con lo stesso materiale.

Secondo possibili varianti, le due preforme 12, 14 possono essere realizzate con materiali differenti.

In accordo con forme di realizzazione, la preforma esterna 12 presenta una porzione, o corpo di contenimento 20 di forma tubolare, avente una prima estremità chiusa, ed una seconda estremità provvista di una prima apertura 21 in corrispondenza di una porzione collo 22.

La preforma interna 14 comprende una porzione di contenimento 24 di forma tubolare, avente una prima estremità chiusa, ed una seconda estremità provvista di una seconda apertura 25 in corrispondenza di una porzione collo 26.

Secondo forme di realizzazione, le porzioni di contenimento 20, 24 si espandono durante la fase di soffiaggio, aumentando considerevolmente il loro volume, fino ad ottenere un fusto esterno 112 ed una sacca interna 114 idonei a contenere la desiderata quantità di bevanda, ad esempio da qualche litro a qualche decina di litri.

Le porzioni collo 22, 26, rimangono invece almeno in parte sostanzialmente invariate durante le operazioni di soffiaggio, mantenendo sostanzialmente inalterate la propria forma e la propria struttura.

Le zone di transizione T tra la porzione collo e la porzione di contenimento a volume maggiore sono quelle maggiormente sottoposte al rischio di deformazioni durante il processo di soffiaggio, e nelle quali possono verificarsi aderenze non volute tra la preforma interna 14 e la preforma esterna 12.

La preforma interna 14 è sagomata in modo tale da poter essere inserita nella preforma esterna 12 attraverso la prima apertura 21.

Secondo forme di realizzazione, la porzione collo 26 della preforma interna 14 presenta una dimensione e un profilo idonei a cooperare con il profilo della preforma esterna 12 in modo da ottenere un posizionamento reciproco corretto.

In accordo con forme di realizzazione, la preforma esterna 12 può avere uno spessore esterno SI maggiore di uno spessore interno S2 della preforma interna 14, così da rendere il contenitore 10 più robusto e resistente ad urti accidentali.

Secondo forme di realizzazione, lo spessore esterno SI può essere compreso tra circa 3mm e circa 9mm. In questo modo, dopo l’operazione di soffiaggio, è possibile ottenere un fusto esterno 112 avente uno spessore di parete finale sufficiente a conferirle una determinata rigidità.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, lo spessore S2 può essere compreso tra circa 2mm e circa 5mm. In questo modo, dopo l’operazione di soffiaggio, è possibile ottenere una sacca interna 114 avente uno spessore tale da renderla facilmente comprimibile e deformabile.

Secondo forme di realizzazione, può essere previsto che le preforme esterna 12 ed interna 14 abbiano uno spessore S1, S2 costante lungo l’intero sviluppo delle stesse.

Secondo possibili varianti, può essere previsto che lo spessore SI, S2 delle preforma esterna 12 ed interna 14 sia variabile e differenziato tra, ad esempio, la porzione di contenimento 20, 24 e la porzione collo 22, 26.

Secondo forme di realizzazione, la preforma esterna 12 comprende un bordo anulare 19 che si estende in direzione trasversale rispetto all’asse longitudinale X della preforma esterna 12, e si sviluppa lungo l’intera circonferenza della porzione collo 22.

Il bordo anulare 19 rende la preforma esterna 12, ed eventualmente l’assieme di pre forme 10 in condizione assemblata, maneggevole e manipolabile, ad esempio per alimentarlo a una macchina di soffiaggio. In accordo con forme di realizzazione, sulla superficie esterna della porzione collo 22 è presente un’area circonferenziale filettata 23 idonea ad accoppiarsi con un elemento di chiusura 27, per esempio un tappo a vite, provvisto di una filettatura coniugata.

Secondo forme di realizzazione, con il bordo anulare 19 e/o l’area circonferenziale filettata 23 possono cooperare anche dispositivi di supporto idonei a posizionare e trattenere l’assieme 10 assemblato durante le operazioni di soffiaggio per l’ottenimento del contenitore 110. L’area circonferenziale filettata 23, inoltre, è configurata per cooperare con un elemento o dispositivo di chiusura 127 per garantire la corretta conservazione della bevanda con cui è riempito il contenitore 110.

In accordo con forme di realizzazione, l’elemento di chiusura 27 può inoltre comprendere, o essere associato a un gruppo valvolare 32, il quale può cooperare con un dispositivo di erogazione (non mostrato) di tipo noto per permettere l’erogazione della bevanda contenuta nella sacca 114.

Secondo forme di realizzazione, la preforma interna 14 in corrispondenza della seconda apertura 25 comprende una porzione anulare 30 sporgente, la quale può definire un bordo di riscontro per la preforma interna 14 quando essa viene inserita nella preforma esterna 12, posizionandosi in appoggio e/o interferenza sul bordo superiore di quest’ultima, chiudendo superiormente l’intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, le due preforme 12, 14 sono configurate in modo tale da essere poste in contatto reciproco solo in zone di riscontro definite, in particolare in corrispondenza dei rispettivi bordi superiori. La superficie della preforma interna 14 sottostante le zone di riscontro è distanziata dalla preforma esterna 12 per mezzo dell’ intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, la porzione collo 22 della preforma esterna 12 presenta una porzione superiore 28 avente un diametro leggermente maggiore della porzione di contenimento 20 e definente un vano di alloggiamento 33 per la porzione collo 26 della preforma interna 14.

Tra le due zone a diametro differente viene definito uno spallamento 34 a gradino, configurato per fornire un riscontro per la porzione collo 26 della preforma interna 14.

In accordo con forme di realizzazione, la conformazione della porzione collo 22 della preforma esterna 12 cooperando con la porzione collo 26 della preforma interna 14 definisce un passaggio non lineare per un fluido compresso verso l intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, almeno una tra la preforma esterna 12 e la preforma interna 14 comprende almeno un elemento spaziatore 15, il quale è sporgente all’interno dell’intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, l’almeno un elemento spaziatore 15 è provvisto sulla preforma interna 14 e sporge radialmente verso l’esterno da una sua superficie esterna.

Secondo varianti di realizzazione, l’almeno un elemento spaziatore 15 è provvisto sulla preforma esterna 12 e sporge radialmente verso l’interno da una sua superficie interna.

Tale elemento spaziatore 15 può essere configurato per appoggiarsi alla rispettiva superficie affacciata verso l’interno dell’ intercapedine 13 dell’altra preforma 12, 14 o andare in interferenza con la stessa.

Secondo forme di realizzazione, l’elemento spaziatore 15 presenta una forma anulare.

Anche se nel seguito della descrizione si farà riferimento principalmente ad un elemento spaziatore 15 provvisto sulla preforma interna 14, è chiaro che aspetti e vantaggi uguali possono essere applicati ad un elemento spaziatore 15 provvisto sulla preforma esterna 12.

Secondo possibili forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alle figg. 1-4, l’elemento spaziatore 15 si estende circonferenzialmente.

Secondo forme di realizzazione, l’elemento spaziatore 15 giace su un piano ortogonale all’asse longitudinale X.

Secondo possibili varianti, l’elemento spaziatore 15 giace su un piano inclinato rispetto all’asse longitudinale X di un angolo diverso da 90°.

Secondo possibili varianti di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fìg. 5, l’elemento spaziatore 15 può avere una conformazione ad elica.

Secondo forme di realizzazione, l’almeno un elemento spaziatore 15 presenta almeno una scanalatura 16 che si estende trasversalmente rispetto alla sua estensione circonferenziale e configurata per formare un canale 17 per il passaggio di un fluido verso l’intercapedine 13.

L’elemento spaziatore 15 preferibilmente presenta una pluralità di scanalature 16, disposte sfalsate una all’altra lungo la circonferenza, in modo tale da definire una pluralità di canali 17 idonei a permettere una distribuzione uniforme del fluido lungo la circonferenza della superficie esterna della preforma interna 14.

Secondo forme di realizzazione, l’almeno un elemento spaziatore 15 è disposto al di sotto della porzione collo 26 posizionata, in uso, nel vano di alloggiamento 33.

Secondo forme di realizzazione l’assieme di preforme 10 può comprendere una pluralità di elementi spaziatori 15, ad esempio un numero compreso tra due e cinque, o anche più.

Secondo forme di realizzazione, nel caso di più elementi spaziatori 15, essi possono essere tutti provvisti sulla preforma interna 14, come ad esempio illustrato nelle figure 1-5 allegate. Questo facilita la realizzazione degli stampi per l’ottenimento delle preforme 12, 14.

Secondo altre forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 possono essere previsti tutti sulla preforma esterna 12.

Secondo ulteriori varianti, può essere presente almeno un elemento spaziatore 15 su ciascuna delle preforme 12, 14. In tal caso, per consentire l’assemblaggio delle preforme 12, 14, l’almeno un elemento spaziatore 15 sulla preforma esterna 12 è posizionato più in basso rispetto all’almeno un elemento spaziatore della preforma interna 14.

Il o gli elementi spaziatori 15 sono vantaggiosamente posizionati in corrispondenza della zona di transizione T che si forma durante il soffiaggio tra le due parti cilindriche definite dalla porzione collo e dalla parte inferiore della porzione di contenimento. In questo modo, nelle zone maggiormente a rischio di aderenza, viene sempre garantita la presenza di canali 17, 18 per il passaggio del fluido lungo l intercapedine 13.

In accordo con forme di realizzazione gli elementi spaziatori 15 possono essere disposti sostanzialmente paralleli uno all’altro lungo la direzione assiale.

Secondo tale forma di realizzazione, tra coppie di elementi spaziatori 15 si può definire un canale trasversale 18 attraverso il quale può circolare un fluido, così da distribuirsi uniformemente lungo tutta l intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 adiacenti possono essere e distanziati fra loro da un passo costante, ad esempio compreso tra 4 mm e 10 mm.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, il passo tra gli elementi spaziatori 15 può variare.

Secondo forme di realizzazione, il o gli elementi spaziatori 15 presentano una dimensione radiale sostanzialmente corrispondente alla larghezza dell’ intercapedine 13, in modo tale che, quando le pre forme 14, 12 sono inserite una nell’altra, essi si posizionano a contatto con la superficie interna della preforma esterna 12.

Gli elementi spaziatori 15 fungono quindi da elementi di riscontro rispeto alla preforma esterna 12 così da garantire un posizionamento reciproco correto delle due preforme 12, 14.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, almeno un elemento spaziatore 15 può presentare una dimensione radiale tale da interferire con la superficie contrapposta della preforma esterna 12, o interna 14, e realizzare un accoppiamento meccanico per interferenza con quest’ultima.

Secondo possibili soluzioni, tuti gli elementi spaziatori 15 realizzano un accoppiamento meccanico per interferenza tra le due preforme 12, 14.

Gli elemento spaziatori 15 permettono quindi di otenere anche un accoppiamento meccanico tra le preforme 12, 14 in una posizione al di soto delle rispetive porzioni collo 22, 26.

In questo modo viene garantito un accoppiamento stabile delle preforme 12, 14 prima del loro soffiaggio, impedendo che possano sfilarsi una dall’altra a causa di urti.

Secondo forme di realizzazione, l' intercapedine 13 presenta una larghezza media in corrispondenza delle rispettive porzioni di contenimento 20, 24, compresa tra circa 1mm e circa 3mm, e l’elemento spaziatore 15 può presentare un’estensione radiale avente una dimensione sostanzialmente uguale, o leggermente minore di essa, permetendo di fato un inserimento senza gioco.

Secondo possibili varianti, gli elementi spaziatori 15 non contatano la parete interna della preforma esterna 12 prima del soffiaggio.

Secondo tale forme realizzative, l’elemento spaziatore 15 può presentare una dimensione radiale inferiore alla larghezza dell’intercapedine 13, per cui quando la preforma interna 14 viene inserita nella preforma esterna 12, si posiziona con la sua estremità più esterna leggermente distanziato rispetto alla superficie interna della preforma esterna 12.

In tale caso l’espansione che genera, dalle preforme 12, 14, il fusto 112 e la sacca 114, porta gli elementi spaziatori 15 a contattare la parete interna del fusto 112, mentre le scanalature 16 garantiscono la continuità dell’ intercapedine 13.

Gli elementi spaziatori 15 sono conformati in modo tale da garantire un’adeguata spaziatura tra il fusto 112 e la sacca 114, prevedendo allo stesso tempo uno o più canali 17 per un agevole e più possibile omogeneo passaggio del fluido verso/da l’intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 possono avere un profilo rastremato verso l’esterno.

Secondo forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 possono presentare una sezione trapezoidale, con la base minore in corrispondenza dell’estremità esterna.

Secondo forme di realizzazione, lo spessore alla base maggiore può essere, ad esempio, compreso tra 3 mm e 6 mm e lo spessore alla base minore, ad esempio, compreso tra 1 mm e 2 mm.

Tale soluzione permette di minimizzare i punti di contatto tra la sacca interna 114 e il fusto esterno 112 durante il soffiaggio, così da ottenere canali longitudinali 17 e trasversali 18 ben definiti. Secondo forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 possono avere fra loro spessori sostanzialmente uguali o diversi.

Ulteriori forme di realizzazione prevedono che gli elementi spaziatori 15 possano avere sezione sostanzialmente quadrata o sostanzialmente rettangolare.

Secondo forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 possono avere un’altezza compresa tra 1 mm e 5 mm.

Secondo forme di realizzazione, le scanalature 16 presentano una profondità coerente con l’estensione radiale dell’elemento spaziatore 15, ovvero corrispondere ad essa.

Secondo forme di realizzazione, gli elementi spaziatori 15 presentano una pluralità di scanalature 16 sfalsate angolarmente rispetto all’asse longitudinale X.

Secondo forme di realizzazione esemplificative gli elementi spaziatori 15 possono comprendere un numero di scanalature 16 compreso tra 2 e 20, più preferibilmente tra 4 e 16, ancor più preferibilmente tra 6e 12.

Secondo forme di realizzazione, le scanalature 16 possono presentare tutta una stessa forma, o avere forme differenti.

Secondo forme di realizzazione, le pareti laterali 36 delle scanalature 16 possono presentare un certo grado di inclinazione reciproco, tale per cui la scanalatura 16 presenti una forma svasata, avente ampiezza massima in prossimità della preforma esterna 12.

Questo permette di conferire maggiore stabilità e forza ai canali 17 definiti dalle scanalature 16, che sono pertanto più robusti e meno soggetti a deformazioni.

In altre forme di realizzazione, la scanalatura 16 può presentare una ampiezza sostanzialmente costante lungo il suo sviluppo.

Secondo forme di realizzazione le pareti laterali 36 della 16 possono avere un’inclinazione simmetrica o asimmetrica, ovvero una parete laterale 36 può avere un angolo di inclinazione differente dall’altra.

Secondo forme di realizzazione, le scanalature 16 possono essere equidistanti tra loro.

Vantaggiosamente le scanalature 16 di elementi spaziatori 15 diversi possono essere disposte sulla stessa linea per prevedere un canale 17 sostanzialmente rettilineo.

Secondo le forme di realizzazione descritte con riferimento alla fig. 3, i canali 17 possono presentare un andamento sostanzialmente parallelo all’asse longitudinale X. Secondo le forme di realizzazione descritte con riferimento alla fig. 5, i canali 17 possono presentare un andamento inclinato rispetto all’asse longitudinale. In tal caso, le scanalature possono essere distribuite in direzione verticale secondo un andamento ad elica e secondo una disposizione con una progressione voluta.

Secondo forme di realizzazione, le scanalature 16 possono avere una ampiezza massima compresa tra 2 mm e 5 mm.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, la preforma interna 14 può comprendere un recesso 37, ovvero una porzione incavata almeno in corrispondenza delle superimi interne delle scanalature 16.

In questo modo le scanalature 16 presentano una profondità superiore all’estensione radiale dell’elemento spaziatore 15, per cui l’intercapedine 13 presenta un’ampiezza maggiore rispetto alle zone circostanti, permettendo così di rendere ottimale la definizione del/i canale/i 17 attraverso l’elemento spaziatore 15.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, il recesso 37 si estende in direzione longitudinale anche attraverso i canali trasversali 18, ovvero negli spazi tra elementi spaziatori 15 adiacenti, così da aumentare la profondità del canale 17.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, possono essere previste scritte o altri elementi grafici su almeno una tra la preforma interna 14 e la preforma esterna 12, ad esempio riportanti il nome o il logo del produttore, o eventuali ulteriori informazioni, idonee ad essere visibili sul contenitore 10 soffiato, per certificare roriginalità del prodotto.

A titolo esemplificativo, le scritte e/o gli elementi grafici possono essere definiti dagli stessi elementi spaziatori 15 che in tal caso possono presentare una forma con profilo coerente alla scritta che deve essere visualizzata, ad esempio essere conformati come una successione di lettere, numeri, o altri caratteri.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, le scritte possono essere ricavate incassate, o sporgenti, su almeno una delle superfici della preforma interna 14 o della proforma esterna 12 definenti l’intercapedine 13.

Secondo ulteriori varianti, le scritte, o elementi grafici, possono essere ricavate in corrispondenza della porzione esterna degli elementi spaziatori 15, oppure in uno dei canali 17, 18.

Secondo altre possibili varianti, possono essere presenti scritte, o elementi grafici, anche in corrispondenza della porzione di contenimento 20, 24 o delle porzioni collo 22, 26, disposte in una qualsiasi direzione verticale, orizzontale o inclinata.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, la preforma interna 14 comprende, in corrispondenza del collo 26, almeno un foro 31 passante che collega il volume interno della preforma interna 14 con l intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, l’almeno un foro 31 si sviluppa in direzione radiale rispetto all’asse longitudinale X.

Secondo ulteriori forme di realizzazione, Γ almeno un foro 31 si sviluppa in una direzione ortogonale rispetto all’asse longitudinale X.

Secondo possibili varianti di forme di realizzazione, l’almeno un foro 31 si sviluppa lungo una direzione inclinata rispetto all’asse longitudinale X.

In accordo con forme di realizzazione, possono essere presenti due o più fori 31 distanziati lungo la circonferenza della porzione collo 26.

Secondo forme di realizzazione, i fori 31 consentono all’aria presente nell’intercapedine 13 di fuoriuscire durante le operazioni di soffiaggio, così da garantire uniformità tra il fusto 112 e la sacca 114, ovvero che le preforme 12, 14 siano deformate in modo corretto.

Secondo forme di realizzazione, la preforma interna 14 comprende, in corrispondenza della porzione collo 26 una porzione superiore 29 avente un diametro maggiore della porzione di contenimento 24, e definente uno spallamento 35 rivolto verso l’interno.

Secondo forme di realizzazione, ad esempio descritte con riferimento alla fig. 1, lo spallamento 35 può fungere da bordo di riscontro per un elemento di supporto 27, ad esempio utilizzabile durante le operazioni di soffiaggio per mantenere stabili la forma e le dimensioni delle rispettive porzioni collo 22, 26.

Secondo ulteriori forme di realizzazione quando il contenitore 110 è in uso, lo spallamento 35 può cooperare con un gruppo valvolare 32, così da definire un riscontro per il posizionamento di quest’ultimo durante l’erogazione della bevanda.

Secondo ulteriori forme di realizzazione la preforma interna 14 comprende un dente anulare 38 configurato per cooperare con lo spallamento 34 della preforma esterna 12 e posizionare correttamente la porzione collo 26 nel vano di alloggiamento 33.

Secondo forme di realizzazione, il dente anulare 38 si estende sostanzialmente in allineamento con lo spallamento 35, in direzione opposta a quest’ultimo.

Secondo forme di realizzazione, il dente anulare 38 comprende una pluralità di fessure 39 configurate per definire ciascuna un canale 40 di passaggio per il fluido verso l’intercapedine 13.

Secondo forme di realizzazione, il dente anulare 38 può far si che la preforma interna 14 sia inserita e posizionata in modo stabile all’ interno della preforma 12, impedendo inclinazioni o mal posizionamenti della stessa durante, per esempio, il processo di soffiaggio.

Secondo forme di realizzazione, il dente anulare 38 rinforza la struttura corrispondente del contenitore 110.

In accordo con le forme di realizzazione rappresentate in fig. 3, il dente anulare 38 può avere una forma rastremata verso l’esterno.

Secondo forme di realizzazione, il dente anulare 38 può presentare una forma in sezione di trapezio rettangolo, il cui lato ortogonale alle basi può posizionarsi in appoggio sullo spallamento 34 della preforma esterna 12.

Secondo forme di realizzazione, le fessure 39 possono presentare una forma svasata verso l’esterno, con le rispettive pareti laterali 41 divergenti una rispetto all’altra.

Secondo forme di realizzazione, le pareti laterali 41 possono presentare la stessa inclinazione, o inclinazioni differenti una dall’altra. Ad esempio le fessure 39 possono essere sagomate secondo una vista dall’alto come un trapezio scaleno 39a, isoscele 39b o sostanzialmente rettangolo.

Secondo forme di realizzazione, può essere previsto che le fessure 39 siano a due a due simmetriche rispetto ad un piano passante per l’asse longitudinale X.

In accordo con forme di realizzazione, fessure 39 opposte hanno la stessa sagoma.

È chiaro che all’assieme di pre forme 10 e al contenitore per bevande 110 fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.

È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di assieme di preforme 10 e contenitore per bevande 110, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Assieme di preforme per la realizzazione di un contenitore (110) per bevande comprendente una preforma esterna (12) e una preforma interna (14), ciascuna configurata per formare rispettivamente un fusto esterno (1 12) e una sacca interna (1 14) di detto contenitore (110), detta preforma interna (14) essendo associabile internamente a detta preforma esterna (12) in modo tale da definire con detta preforma esterna (12) un’intercapedine (13), in cui dette preforme interna (14) ed esterna (12) comprendono rispettivi organi di accoppiamento (30, 34, 38) in corrispondenza di rispettive porzioni collo (22, 26) idonei a posizionare reciprocamente lungo un asse longitudinale (X) detta preforma esterna (12) e detta preforma interna (14), caratterizzato dal fatto che almeno una tra detta preforma esterna (12) e detta preforma interna (14) comprende almeno un elemento spaziatore (15) sporgente verso Γ interno dell’ intercapedine (13), estendentisi circonferenzialmente o elicoidalmente e definente almeno un canale (17, 18) di passaggio per un fluido.
2. Assieme di preforme come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento spaziatore (15) sporge da una superficie esterna di detta preforma interna (14).
3. Assieme di preforme come nella rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento spaziatore (15) sporge da una superficie interna di detta preforma esterna (12).
4. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende almeno due elementi spaziatori (15), di cui uno sulla preforma interna (14) e uno sulla preforma esterna (12).
5. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto elemento spaziatore (15) è disposto circonferenzialmente e presenta almeno una scanalatura (16) che si estende in direzione trasversale rispetto alla sua estensione circonferenziale, configurata per formare detto canale (17) per il passaggio del fluido attraverso di esso.
6. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento spaziatore (15) comprende una pluralità di scanalature (16) aventi una profondità sostanzialmente uguale all’estensione radiale di detto elemento spaziatore (15).
7. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 2 a 6, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento spaziatore (15) ha una forma rastremata verso la sua estremità esterna e dette una o più scanalature (16) presentano una forma svasata tale da conferire elevata stabilità e rinforzo al canale (17).
8. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento spaziatore (15) presenta una dimensione radiale sostanzialmente corrispondente all’ampiezza di detta intercapedine (13), in modo tale che quando detta preforma interna (14) viene inserita in detta preforma esterna (12), detto elemento spaziatore (15) si posiziona con la sua estremità più esterna a contatto con la superficie contrapposta della rispettiva preforma esterna (12) o interna (14), così da garantire un posizionamento reciproco corretto delle due preforme (12, 14).
9. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto almeno un elemento spaziatore (15) presenta una dimensione radiale tale da interferire con la superficie contrapposta della rispettiva preforma interna (14) o esterna (12) quando la preforma interna (14) viene inserita in quest’ultima, in modo tale da realizzare un accoppiamento meccanico per interferenza tra dette preforme (12, 14).
10. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta preforma interna (14) comprende una pluralità di elementi spaziatori (15), disposti paralleli e distanziati uno rispetto all’altro coassiali a detto asse longitudinale (X), ciascuno provvisto di una pluralità di scanalature (16) trasversali.
11. Assieme di preforme come nella rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che le scanalature (16) su detti elementi spaziatori (15) sono tutte allineate una all’altra, così da creare una pluralità di canali (17) di passaggio per l’aria sostanzialmente continui attraverso la pluralità di detti elementi spaziatori (15).
12. Assieme di pre forme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta preforma interna (14) comprende un recesso (37), ovvero una porzione incavata almeno in corrispondenza delle superfici interne di dette scanalature (16), le quali presentano pertanto una profondità superiore all’estensione radiale del rispettivo elemento spaziatore (15), così che in corrispondenza di detto canale (17) deta intercapedine (13) presenta un’ampiezza maggiore rispeto alle zone circostanti.
13. Assieme di preforme come nella rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che deto recesso (37) si estende in direzione longitudinale anche atraverso gli spazi tra detti elementi spaziatori (15) così da aumentare la profondità di deto canale (17).
14. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che deti organi di accoppiamento comprendono una porzione anulare (30) sporgente in corrispondenza di una apertura (25) di deta preforma interna, configurata per posizionarsi in appoggio su un bordo superiore di deta preforma esterna (12) delimitante una rispettiva apertura (21) e chiudere superiormente deta intercapedine (13).
15. Assieme di preforme come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che deta preforma interna (14) comprende un foro passante (31) ricavato in deta porzione collo (26) e un dente anulare (38) sporgente verso l’esterno, configurato per cooperare con uno spallamento (34) di deta preforma esterna (12) e posizionare corretamente la porzione collo (26) di detta preforma interna (14) e che detto dente anulare (38) comprende una pluralità di fessure (39) configurate per definire ciascuna un canale (40) di passaggio per il fluido tra deto foro passante (3 1) e deta intercapedine (13).
16. Contenitore per bevande comprendente un fusto esterno (112) e una sacca interna (114) associata internamente a detto fusto esterno (112), detto fusto (112) e detta sacca (114) essendo otenibili da rispetive preforme (12, 14) come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti e definenti tra loro un’intercapedine (113), caratterizzato dal fatto che tra detto fusto esterno (112) e detta sacca interna (114) è previsto almeno un canale (17, 18) definito da un elemento spaziatore (15) che collega detto fusto (112) e detta sacca (114) e configurato per permettere il passaggio di un fluido da/verso detta intercapedine (113).