IT201900008325A1 - Preparazione additivata per il controllo biologico ambientale integrato - Google Patents

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IT201900008325A1
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Massimo Valverde
Giorgio Scarì
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Biomediteck S R L
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    • A01AGRICULTURE; FORESTRY; ANIMAL HUSBANDRY; HUNTING; TRAPPING; FISHING
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Description

Descrizione del brevetto per invenzione industriale avente per titolo:
“Preparazione additivata per il controllo biologico ambientale integrato”
La presente invenzione si riferisce ad una preparazione additivata comprendente una composizione in materiale compostabile destinato ad un animale bersaglio di specie non-umana, più specificatamente ad un animale di specie considerate infestanti e/o nocive per l’ambiente e/o l’essere umano. In particolare, l’invenzione riguarda una preparazione atta all’ingerimento e comprendente una composizione contenente micotossine come agenti attivi. L’invenzione riguarda anche un articolo comprendente tale preparazione.
L'invenzione si inserisce nel settore di prodotti esca a carattere tossico sviluppati con il fine specifico di effettuare un controllo biologico nei confronti di animali di dette specie per realizzare un controllo della dimensione della popolazione degli animali in libertà, e più in particolare eradicare una certa popolazione di animali da un certo luogo o territorio confinato, a cielo aperto o no.
Fino ad ora, sono stati elaborati ed attuati due diversi approcci per il controllo numerico della popolazione di tali animali, al fine di limitare l’accrescimento della loro popolazione.
La necessità di tale controllo è fondata sui gravi e ingenti danni, che sono ampiamente noti, di tipo sanitario, strutturale e ambientale, e pertanto anche economico e sociale, provocati da numerose specie animali infestanti.
Malgrado le notevoli risorse finanziarie impiegate, le strategie più o meno aggressive e gli accorgimenti tecnici, chimico-farmacologici e strutturali sino ad ora sperimentati e volti quanto meno ad ottenere un minimo controllo sul loro aumento numerico, esse hanno avuto un successo assolutamente limitato, quando addirittura non hanno permesso di ottenere alcun beneficio.
I problemi creati dall'aumento incontrollato di queste popolazioni di specie animali hanno ormai raggiunto connotazioni gravissime, non solo strutturali per quanto attiene sia alle produzioni agroalimentari ed industriali e sia alla protezione dell'ambiente e della sicurezza personale, ma soprattutto rappresentano per tutta la popolazione una causa di allarme sanitario che non è più possibile ignorare, ove queste specie animali hanno sempre fatto parte integrante dell'ecosistema del territorio in esame, ad esempio l’Europa, in una condizione di equilibrio numerico indotto da svariati fattori ambientali e - pur occupando una loro specifica nicchia biologica - rappresentano tutte storicamente il serbatoio e il vettore di una vastissima serie di agenti patogeni spesso mortali sia per l'uomo che per tutti gli altri animali, ove il cambiamento di determinati equilibri ha permesso la crescita incontrollata del numero di questi soggetti, aumentando di fatto in modo esponenziale il rischio epidemiologico globale. A creare detti problemi sono anche, e ancora di più, quegli animali che hanno sempre fatto parte integrante dei vari macro-ecosistemi planetari (ad esempi l'Europa, l'Asia, l'Africa, l' America del Nord, l'America Centrale, l'America del Sud, l'Oceania), ma che sono per altri areali alloctoni. Esempi di tali animali alloctoni sono la nutria, introdotta in Europa dall'America Latina per motivi economico-industriali circa un secolo addietro, esattamente come, ad esempio per l’Australia, il coniglio, i topi, i ratti, i cani, i gatti ed altri animali introdotti volontariamente e/o casualmente in areali ove precedentemente non erano mai stati presenti e che oggi in questi stessi areali hanno acquisito lo status di soggetti viventi xenobiotici infestanti e pericolosi per la fauna autoctona.
Come primo approccio di controllo, sono state adottate strategie di soppressione, finalizzate all'abbattimento dei singoli animali, mediante agenti tossici o tramite caccia selettiva.
Tuttavia, tali strategie si sono rivelate essere di scarsissimo successo o quasi nullo, in particolare nel caso di animali di piccola taglia, come arvicole, ratti, topi e piccioni.
Successivamente, in alternativa, sono state elaborate e realizzate strategie di riduzione della fecondità degli animali bersaglio. Quest’ultime strategie adottano soluzioni che prevedono l’impiego di principi attivi aventi capacità anticoncezionali, come i prodotti ormonali sintetici, e/o teratogeni.
Tali principi attivi presentano tuttavia degli inconvenienti che ne hanno pertanto ridotto l’uso. I limiti principali sono rappresentati da loro notevole costo, dalla loro scarsa efficacia e dalla loro manipolazione che risulta essere complessa e non assolutamente sicura.
La presente invenzione si inserisce, principalmente, nell’ambito del summenzionato filone di strategie di riduzione della vitalità, in particolare della fecondità e della sopravvivenza, di animali di specie nocive e/o infestanti che vivono in un certo territorio. Tali specie animali possono essere alloctone o persino autoctone per detto territorio. Gli animali di dette specie appartengono a varie classi, in particolare sia alla classe dei mammiferi, primariamente, cinghiali, roditori, come, soprattutto, arvicole, topi, ratti, talpe e nutrie, ma non solo, che alcune specie di uccelli, in particolare in particolare alcune specie di gabbiani e di colombi, soprattutto i colombi semi-selvatici, comunemente denominati piccioni, appartenenti alla specie Columba livia domestica, diffusi nei centri abitati. Naturalmente, detto elenco di animali è solo a titolo esemplificativo, infatti anche altre specie animali, come persino i gatti, possono essere specie animali alloctoni e diventare animali infestanti nel territorio in cui sono stati introdotti, e agire come una seria minaccia per la sopravvivenza di specie animali autoctone per quel territorio.
Lo scopo della presente invenzione è, quindi, quello di rendere disponibile una preparazione che produca i medesimi summenzionati effetti, ma che superi gli inconvenienti dei metodi similari sino ad ora impiegati.
La preparazione additivata con micotossine secondo la presente invenzione provoca un effetto negativo sullo stato di salute sano, sulla vitalità e in particolare sul buon funzionamento degli apparati come pure degli organi interni dell’animale bersaglio. Generalmente l’effetto negativo inizia a manifestarsi in un periodo breve o medio, ovvero da qualche giorno, generalmente almeno 3, tipicamente almeno 5 giorni, a qualche settimana (ossia generalmente da 1 a 3 settimane), dall’ingestione di detta preparazione additivata.
Precisamente, la preparazione additivata secondo la presente invenzione è atta a svolgere una riduzione del numero di tali animali, finanche l’eradicazione della popolazione che vive in un territorio definito, e della loro capacità di moltiplicazione per opera della presente preparazione contenente micotossine, che una volta ingerite inducono alterazioni dello stato di salute sano (ad esempio, ma non solo, causando sterilità o infertilità, inappetenza, ecc.) con conseguenze che conducono, principalmente, a debolezza degli animali, minore riproduzione, malattie, decessi precoci, ecc.
Più in particolare, con un’azione condotta dalle micotossine a carico degli apparati di tale animale, si mira ad alterare, soprattutto, il corretto funzionamento del sistema riproduttivo e/o del processo riproduttivo dell’animale bersaglio. L’azione indotta porta, principalmente, ma non solo, ad una diminuzione del numero di figliate e/o della prole per ogni figliata e/o della capacità della prole di diventare adulti e/o animali adulti in grado di riprodursi.
È chiaro, quindi, che a seconda del tipo di micotossina, questa può manifestare il suo effetto nocivo nei confronti di un animale bersaglio femmina o maschio o di entrambi i sessi.
L’effetto pratico principale di tali azioni è una riduzione progressiva nel corso del tempo del numero di animali indesiderati, nocivi e/o infestanti, eventualmente fino a un’eradicazione di tali animali che popolano un certo luogo o territorio attentamente delimitato.
La preparazione additivata secondo la presente invenzione presenta un carico di micotossine che non procura un effetto letale immediato né a causa del loro dosaggio né per la loro tipologia, o per lo meno sintomatico immediato. Infatti tale preparazione porta un carico di micotossine che non è di per se stesso letale entro 3-5 giorni dall'ingestione effettuata da un animale assaggiatore di una certa popolazione di animali, ciò fa sì che gli animali di tale popolazione di animali bersaglio non correlino il consumo della preparazione secondo la presente invenzione con un effetto nocivo (a seguito della micotossicosi sviluppata dall’animale bersaglio e/o assaggiatore) e, quindi, non imparino ad evitarne il consumo. Ciò è vantaggioso perché non viene meno, o per lo meno non si riduce grandemente, l’efficacia di utilizzo di tale preparazione nel tempo nei confronti di una medesima popolazione di animali bersaglio.
Un altro vantaggio conseguito dalla preparazione additivata secondo la presente invenzione è quello di trovare un impiego utile a derrate alimentari e materiale di risulta che altrimenti, per le loro caratteristiche, avrebbero come unico destino la distruzione.
Un ulteriore vantaggio della presente invenzione è quello di proporre un prodotto a basso costo per il controllo e/o l’eradicazione della popolazione di detti animali bersaglio.
Un vantaggio aggiuntivo di tale preparazione è che la popolazione di insetti, in particolare quella delle api, non subisce gli effetti delle micotossine, a differenza di altri prodotti usati in agricoltura, quali, a mero titolo d'esempio sia quelli contenenti dei diserbanti (ad esempio il glifosato) e sia degli agenti anticrittogamici naturali, sintetici e/o semisintetici, come i neonicotinoidi, il piretro e piretroidi sintetici, il piperonil butossido ed i suoi derivati.
Gli scopi prestabiliti e i vantaggi ottenuti sono raggiunti con una preparazione additivata contenente micotossine specifiche che sono di tipo e in quantità tale da produrre i summenzionati desiderati effetti nocivi.
La presente invenzione riguarda, pertanto, una preparazione additivata per un animale bersaglio nonumano, detta preparazione additivata comprende almeno i seguenti costituenti:
a) una composizione (A) in materiale biodegradabile e compostabile,
b) micotossine con almeno un effetto nocivo per l’animale bersaglio,
ed eventualmente almeno una fra
c) un agente disattivante,
d) almeno un additivo scelto fra un aroma e un componente per innalzare la palatabilità di detta preparazione.
Nella composizione (A) tali micotossine sono in quantità subletale per l’animale bersaglio.
La composizione (A) esplica, principalmente, la funzione di supporto e di veicolo delle micotossine che si desiderano introdurre nell’animale bersaglio. In altre parole, la composizione (A) funge da “molecola carrier” o “drug delivey system”.
Ai fini della presente invenzione, nella presente descrizione si intendono indicare per:
- “micotossine” non solo le tossine direttamente prodotte dai funghi tossigeni, ma anche gli eventuali metaboliti tossici prodotti a partire dalle micotossine primarie; - “animale bersaglio” un animale che appartiene a una specie che è nociva, o potenzialmente nociva, per un secondo animale, tra cui l’essere umano, e/o l’ambiente, aperto o chiuso, e/o il territorio in cui tale secondo animale vive e/o infestante rispetto a tale ambiente o territorio, ad esempio essendo una specie alloctona rispetto a uno specifico territorio o non desiderata in tale ambiente o territorio; il secondo animale appartiene ad una specie diversa dalla specie a cui appartiene l’animale bersaglio;
- “effetto nocivo” un effetto non letale o, per lo meno, non subitaneamente letale per l’animale bersaglio. Tale effetto può essere di tipo acuto o cronico. L’effetto causa tipicamente alterazioni di uno stato di salute sano, in particolare alterazioni del buon funzionamento degli apparati e/o sistemi come pure degli organi interni, come fegato e reni; più in particolare, con riferimento agli apparati e/o sistemi, l’effetto nocivo si manifesta con alterazioni a carico di almeno uno fra apparato gastrointestinale, sistema immunitario, sistema nervoso centrale, sistema nervoso periferico, sistema osteo-muscolare e locomotore, apparato riproduttivo e sistema endocrino. In quest’ultimi due casi, che sono preferiti, causano, ad esempio, ma non solo, sterilità e/o infertilità nell’animale bersaglio;
- “quantità subletale”, con riferimento alle micotossine, una quantità di micotossine inferiore alla quantità di micotossine corrispondente alla DL50 delle stesse.
Le micotossine, come per tutte le tossine di origine naturale, sono dei metaboliti secondari di numerosissimi miceti, ma non sono però necessarie per lo sviluppo metabolico dei miceti stessi, in quanto sono legate ai meccanismi ancestrali di adattamento e di protezione che nel corso di miliardi di anni ogni essere vivente ha messo in atto per difendersi efficacemente dagli attacchi provenienti da altre entità ostili presenti nell'ambiente.
Le micotossine utili per la presente invenzione sono prodotte, tipicamente, ma non limitatamente, dai generi Aspergillus, Fusarium e Penicillium. Più in particolare, e solo per citare alcune specie o alcuni ceppi fra quelli noti che producono le micotossine utili per la preparazione della presente invenzione, a mero titolo d'esempio, vi sono:
- Aspergillus flavus e A. parasiticus (aflatossine), - A. ochraceus e Penicillium viridicatum (ocratossine), - Fusarium moniliforme e F. proliferatum (fumosine), - Penicillium patulum e P. claviforme (patulina), -Fusarium graminearum e F.culmorum (tricoteceni, desossinivanelolo),
- F. graminearum, F. gulmorum e F. equiseti (zearalenone e zearalenoloi) e
- Claviceps purpurea (ergotmina).
Le micotossine sono classificate in modo diverso in base a vari criteri, principalmente in funzione della struttura chimica, dell’effetto biologico e dell’effetto cronico.
A seconda della struttura chimica le micotossine sono suddivise in gruppi; ogni gruppo come nel caso delle aflatossine, può, a sua volta, essere formato da più sottogruppi. Solo alcuni di tali gruppi e sottogruppi sono rilevanti e conosciuti, ad oggi, come causa di micotossicosi negli animali.
Con riferimento alla struttura chimica delle micotossine, quelle adatte per l’utilizzo secondo la presente invenzione, in quanto atte a far insorgere i succitati effetti nocivi, sono tipicamente appartenenti ai seguenti gruppi e sottogruppi:
- aflatossine, in particolare le aflatossine di almeno uno dei sottogruppi B1, B2, G1, G2, tipicamente presenti in cereali e frutta secca a guscio, es.
arachidi, e M1, tipicamente presente ne latte e nelle carni;
- ocratossine, in particolare l’ocratossina A, tipicamente presenti in cereali e frutta secca a guscio;
- tricoteceni, come la tossina T-2 e, in particolare, il deossinivalenolo (noto anche come DON o vomitossina), tipicamente presenti in cereali e derivati;
- zearalenone e zearalenoloi, tipicamente presenti in cereali, soprattutto nel mais;
- fumonisine, in particolare la fumonisina B1, tipicamente presenti in cereali e derivati;
- patulina (nota anche come clavacina), tipicamente presente in frutta e derivati;
- ergotamina, tipicamente presente nella graminacee se infestate dal fungo Claviceps purpurea.
Sono noti da tempo gli effetti tossici, ossia micotossicosi che possono essere di tipo acuto o cronico, manifestantisi negli animali non-umani a causa dalle summenzionate micotossine.
Ogni micotossina ha un suo spettro di attività nociva per una certa specie animale. Quindi tale spettro può variare da una specie animale all’altra.
Negli animali le micotossine esplicano, in generale, un’azione nociva molteplice, tipicamente due o più azioni, che quindi produce non solo un effetto nocivo, ma generalmente due o più effetti nocivi.
Nei confronti dell’animale bersaglio che ingerisce la composizione secondo la presente invenzione, l’effetto nocivo delle micotossine può manifestarsi in modo diretto o indiretto o in entrambi i modi.
L’alterazione e la compromissione della sana funzionalità può manifestarsi a carico dell’apparato riproduttivo, ma non solo. Infatti possono essere danneggiati altri apparati o sistemi, in particolare l’apparato gastrointestinale , il sistema immunitario, il sistema nervoso e organi, come fegato e reni.
Le micotossine presenti nella composizione (A) sono preferibilmente scelte fra quelle che esplicano almeno un’azione il cui effetto nocivo è almeno uno fra infertilità, sterilità, ipofertilità, fetotossicità, teratogenicità, mutagenicità, immunosoppressione, cancerogenicità, neurotossicità (sia centrale che periferica come ad esempio a carico del sistema neuromuscolare). Detti primi sei effetti sono quelli preferiti.
L’effetto nocivo sul ciclo riproduttivo proprio dell’animale bersaglio consente di raggiungere, nel modo migliore, lo scopo desiderato, ossia il controllo numerico della popolazione di tali animali.
Un effetto nocivo di tipo indiretto sugli animali infestanti bersaglio è, ad esempio, quello teratogeno, in quanto l’effetto nocivo si rivela, piuttosto, sulla loro prole.
Un altro esempio riguarda le micotossine agenti sui batteri ospiti di tali animali infestanti. Un caso esemplificativo tipico è l’alterazione, con riferimento, per esempio, a funzionalità, numero o tipologia, dei batteri della flora intestinale, la cui modifica può causare gravi effetti intestinali e poi sistemici all’animale che subisce tale cambiamento.
È noto, ad esempio, che le aflatossine (in particolare le aflatossine di tipo B1, B2, G1, G2, M1) sono micotossine con elevata tossicità, in particolare acuta, ma anche con attività teratogena, mutagena e cancerogena.
L'ocratossina A è una micotossina di tipo fetotossica ed immunosoppressiva. Le intossicazioni di tipo acuto producono fenomeni di teratogenesi, mutagenesi, carcinogenesi, necrosi degli epatociti, alterazione della coagulazione e fragilità capillare.
I tricoteceni causano, fra l’altro, mutazioni agli organi riproduttivi; in particolare il deossinivalenolo ha un effetto simil-ormonale, generalmente ad azione estrogenica, di tipo contraccettivo o teratogeno o entrambi gli effetti sugli animali bersaglio.
Lo zearalenone, in particolare nel suino, è il responsabile di problemi alla sfera riproduttiva, agendo principalmente con un effetto simil-ormonale sugli organi della riproduzione in funzione della dose, inducendo una sindrome estrogenica, in cui l’ipofertilità si manifesta con una dose di micotossina di 10 ppb nella razione alimentare, mentre l’iperestrinismo con una dose di micotossina di almeno 1-5 ppm (Richard e Thurston, 1986 e (Marasas e Nelson, 1987). In particolare, nei suini, la sintomatologia è caratterizzata da edema vulvare e delle mammella con lesioni crostose essudative e necrotiche dei capezzoli, prolasso vaginale e/o uterino e rettale, inibizione della secrezione di FSH e maturazione dei follicoli durante la fase preovulatoria, aborti, riduzione della natalità, ipotrofia ovarica, anestro, suinetti sotto dimensionati. Nel verro, si possono osservare inibizione della spermatogenesi e ipotrofia testicolare.
Lo zearalenone avrebbe anche un'attività carcinogenica ed una sua trasmissione con il latte provocherebbe la sindrome nei suinetti. Tale azione nociva dello zearalenone è potenziata e favorita dal DON, anche se quest’ultimo è presente in dosi subcliniche, quindi senza effetti tossicologici evidenti.
La patulina è risultata in grado di alterare il normale sviluppo del feto, inoltre di essere immunotossica, neurotossica e di produrre effetti nocivi a livello gastrointestinale.
Le fumonisine sono causa, ad esempio, di edema polmonare nei suini e dell'epatocarcinoma nei ratti.
Le micotossine presenti nella preparazione additivata della presente invenzione possono appartenere, con riferimento ai summenzionati criteri di classificazione, a un’unica categoria o a più categorie. In particolare, facendo riferimento alla struttura chimica, le micotossine possono appartenere a un unico sottogruppo, a un unico gruppo o, più preferibilmente, a due o più gruppi e/o sottogruppi. In caso di micotossine appartenenti a più sottogruppi e/o gruppi, la percentuale di micotossina di ciascun sottogruppo/gruppo non è vincolante ai fini dell’ottenimento dell’effetto finale desiderato.
In base ai possibili modi di realizzazione, la composizione (A) può avere svariate origini.
Secondo un primo modo di realizzazione, la composizione (A) è un alimento scelto fra quelli per gli esseri umani e quelli specifici per animali. L’alimento può essere sia semplice, come a base di carboidrati semplici o complessi, che composto (ad esempio frutta), o anche un alimento non convenzionale. Preferibilmente è una farina naturale vegetale.
Farine naturali vegetali atte all’utilizzo secondo la presente invenzione sono, tipicamente, le farine scelte fra quelle di cereali (come avena, frumento, mais, orzo, segale, ecc.) e pseudo-cereali (come amaranto. grano saraceno e quinoa), semi oleosi, tuberi, frutta secca a guscio, frutta essiccata, farine di estrazione (come quelle di soia, di girasole, di colza).
La composizione (A) può anche comprendere, o essere costituita da, scarti di lavorazione dell’industria alimentare, in particolare lattiero-casearia e quella delle carni da animali da reddito.
Secondo un ulteriore modo di realizzazione, la composizione (A) può, ad esempio, anche essere del materiale organico metastabile, come l’humus. L’humus è un materiale di risulta ottenuto da fanghi (primari o secondari) generati in un impianto di depurazione. Più in particolare, l’humus è preparato durante il processo di digestione per via anaerobica dei summenzionati fanghi.
La composizione (A) può, naturalmente, anche essere una miscela di due o più dei summenzionati componenti, come una miscela di farina naturale vegetale e humus. In tali miscele, la percentuale dei diversi componenti non è vincolante.
Secondo un terzo modo di realizzazione, la composizione (A) è scelta fra i materiali a base di carta compostabile o, più preferibilmente, di plastica biodegradabile di tipo compostabile, materiali noti come bioplastica compostabile. Tali materiali sono prodotti a partire, ad esempio, da amido di mais. Bioplastiche di tal genere sono quelle note con il marchio Mater-Bi<® >commercializzate dalla società Novamont<®>.
Il tipo di composizione (A) presente nella preparazione additivata è scelto in funzione, ad esempio, della specie animale che si desidera controllare, o eradicare da un certo territorio, o del tipo di preparazione additivata, come descritto nel prosieguo.
La preparazione additivata secondo la presente invenzione comprende, preferibilmente, come costituente ulteriore, e come precedentemente accennato, almeno un additivo scelto fra un aroma e un componente che innalza la palatabilità per una determinata specie di animale bersaglio. L’aroma è, tipicamente, un composto attrattivo per una determinata specie di animale bersaglio.
L’additivo ha, quindi, il compito specifico di attirare l’attenzione degli animali della specie degli animali bersaglio sulla preparazione additivata secondo la presente invenzione e di renderla più appetitosa, cosicché l’animale bersaglio sia più facilmente indotto a ingerire la preparazione secondo la presente invenzione.
Pertanto l’additivo è scelto in funzione della specie di animale bersaglio.
Fra gli additivi idonei all’uso nella presente invenzione vi sono quelli normalmente impiegati nell’industria alimentare a tali fini e sono, pertanto, ben noti al tecnico del ramo.
Esempi specifici di aromi utilizzabili a tale scopo sono il glutammato di sodio, l’aroma al tartufo e i ferormoni o composti che li contengono come, a mero titolo d'esempio, l'urina degli animali e/o le deiezioni composte unitamente di urina e feci, come tipicamente avviene nei rettili e nei pennuti, che, verosimilmente e selettivamente specie per specie, nello stesso tempo da un lato renderebbe ancora più attrattiva l'esca stessa per determinate specie animali, mentre allo stesso tempo e d'altra parte potrebbe esplicare un'azione repellente su altre specie animali.
Esempi specifici di componenti che innalzano la palatabilità sono i dolcificanti (in particolare aspartame, saccarina, acesulfame-K, ciclammato, glucosio, mannitolo, xilitolo, ecc.), gli oli vegetali o animali (ad esempio, l’olio di soia, di arachidi, di mais, olio di pesce) e lieviti essiccati.
Come accennato in precedenza, la preparazione così descritta è particolarmente adatta per un impiego in un ambiente confinato e controllato, ad esempio cantine, cortili, ricoveri per animali, in particolare animali da reddito, come porcilaie e stalle, ecc., in modo da prevenire, o ridurre al minimo, il rischio che la preparazione possa contaminare sia l’ambiente esterno, arrecando un eventuale danno a specie viventi che non si desidera colpire al di fuori di tale ambito controllato, sia l'ambiente interno ove sono ospitati gli animali da preservare dall’azione indesiderata causata dall’animale bersaglio.
Con riferimento a un altro modo di realizzazione della presente invenzione, la preparazione additivata secondo la presente invenzione può comprendere anche un agente disattivante delle micotossine e, eventualmente, un agente disperdente. L’agente disattivante delle micotossine e, qualora presente, l’agente disperdente esplicano la loro azione nel caso non avvenga da parte dell’animale bersaglio la desiderata ingestione della preparazione additivata, che quindi rimane disponibile sul terreno. Dopo un certo periodo di tempo programmato l’agente disattivante, una volta rilasciato all’interno della preparazione additivata, svolge la sua azione agendo sulle micotossine presenti nella composizione degradandole, così da renderle inattive e innocue per la salute di qualsiasi animale. In tal modo a seguito dell’azione dell’agente disattivante, la preparazione additivata rimasta sul terreno non risulta essere un pericolo sia per altri esseri viventi che come agente inquinante per l’ambiente circostante.
L’agente disattivante delle micotossine è, tipicamente, scelto fra agenti ossidanti, preferibilmente l’ozono.
Ai fini della presente invenzione l’agente disattivante, quando presente, non è in forma libera, ma formulato sfruttando molecole o composti ospitanti, come, preferibilmente, i noti composti a gabbia. Infatti è necessario che la sua azione sulle micotossine non sia immediata, ma inizi dopo un certo periodo di tempo prestabilito per dar modo all’animale bersaglio di ingerire la preparazione additivata secondo la presente invenzione e alle micotossine di esercitare la loro azione una volta ingerite dall’animale bersaglio. Detto periodo di tempo prestabilito è, tipicamente, di 10-30 giorni. Naturalmente, la formulazione può essere ideata per un rilascio dell’agente disattivante in tempi minori o maggiori rispetto al periodo summenzionato.
Allo scadere di detto tempo prefissato, l’agente disattivante, ad esempio l’ozono, è rilasciato e diventa disponibile per degradare le micotossine presenti nella preparazione additivata non ingerita dall’animale bersaglio.
Tali molecole o composti ospitanti, in particolare i composti a gabbia, che sono in grado di includere nel loro interno una molecola detta “ospite” e rilasciarla quando si verificano determinate condizioni che cambiano lo status delle molecole o composti ospitanti cosicché la molecola ospite è rilasciata, sono noti nella tecnica e pertanto non saranno descritti nei dettagli. Dei composti a gabbia noti e adatti all’utilizzo secondo la presente invenzione sono, ad esempio, i clatrati, in particolare nella forma di ciclodestrine. Naturalmente ai fini della presente invenzione possono essere utilizzati anche altri tipi di molecole o composti ospitanti.
Quando la preparazione additivata comprende anche detto agente disattivante, è preferibile che comprenda anche un agente disperdente. La sua azione è quella di disgregare la preparazione e/o la composizione (A) per facilitarne e/o accelerarne la decomposizione.
Nella preparazione additivata secondo la presente invenzione, la composizione (A) forma, naturalmente, il costituente maggiormente presente in termini ponderali.
Tipicamente, la composizione (A) è presente in quantità almeno del 95%, in particolare almeno del 96%, tipicamente fra il 97 e il 99,5%, in peso rispetto al peso complessivo della preparazione additivata.
Quanto agli altri costituenti, con particolare riferimento alle micotossine, ma, qualora presenti, anche all’additivo, e all’agente disgregante, presenti nella preparazione additivata secondo la presente invenzione, questi sono in quantità non fisse che dipendono da vari fattori, ad esempio da una o più delle seguenti variabili:
- dimensioni e/o specie dell’animale bersaglio per il quale la preparazione additivata secondo la presente invenzione è destinato; e
- tipo di articolo a cui viene data forma con la preparazione additivata secondo la presente invenzione.
In particolare, le micotossine sono in quantità subletale che, come accennato in precedenza, corrisponde alla DL50, ossia una quantità che corrisponde, generalmente, a 2-15, preferibilmente 5-15, più preferibilmente 8-12, volte la dose nociva. In particolare, tale dose è una dose sufficiente a espletare, come summenzionato, almeno un’azione fetotossica o teratogena e/o indurre almeno uno stato di ipofertilità, infertilità o sterilità in un animale di ogni detta specie.
Tipicamente, la composizione (A) ha un contenuto in micotossine la cui concentrazione è compresa fra 0,0005 a 500 ppm, preferibilmente fra 0,005 e 400 ppm.
In condizioni ambientali favorevoli i funghi tossigeni possono colonizzare, crescere e proliferare in substrati come mangimi per animali, derrate alimentari e granaglie, che pertanto si arricchiscono di micotossine. Ciò può avvenire, generalmente, durante il periodo di immagazzinamento o nel corso delle trasformazioni tecnologiche e delle preparazioni alimentari, prima del consumo dell’alimento. Tuttavia, può anche verificarsi il caso che la pianta già nel corso del suo ciclo vegetativo sia infettata da detti funghi tossigeni o che il diffondersi di tali funghi o delle micotossine da questi prodotte avvenga durante le operazioni di raccolta della pianta stessa.
La preparazione additivata secondo la presente invenzione può comprendere un additivo, ossia l’aroma o il componente che innalza la palatabilità o entrambi, nella quantità solitamente impiegata nei mangimi e/o nelle esche della tecnica nota per le stesse specie animali. Pertanto una persona esperta nel settore non avrà difficoltà a stabilire le quantità adeguate di additivo da impiegare nella preparazione della presente invenzione.
La presente invenzione riguarda anche un articolo ottenuto con la suddetta preparazione additivata. Tale articolo può assumere svariate forme, in ogni caso una forma atta ad essere consumata da parte dell’animale bersaglio.
La scelta del tipo di articolo dipende, principalmente dai seguenti due motivi:
- principalmente, la specie animale a cui tale preparazione additivata è indirizzata, e secondariamente
- il luogo in cui si pone la preparazione additivata.
In particolare, detto articolo può essere preparato in modo da essere in forma di:
i) mangime secco o umido, o
ii) un corpo coprente.
In particolare, il mangime umido è, ad esempio, in forma di bocconcino, polpettina o simili.
Preferibilmente il mangime è di tipo secco. Può essere in forma, ad esempio, di compressa, capsula, cachet, crocchetta, pellet, becchime o simili. L’articolo in forma di pellet e becchime è preferibile.
Il corpo coprente è preferibilmente un corpo piatto e sottile, generalmente è in materiale flessibile. Tipicamente tale corpo ha uno spessore compreso, indicativamente, fra 0,01-5 mm. Tale corpo può essere, ad esempio, in forma di nastro o striscia, foglio, pellicola o similari. Dette forme possono essere lavorate per produrre un articolo in svariare forme, ad esempio, in forma di sacchetto, telo di rivestimento, ecc.
L’articolo può essere mono- o pluristrato, generalmente bistrato.
A seconda dei modi di realizzazione, il corpo coprente può essere costituito completamente dalla preparazione secondo la presente invenzione o solo in parte. La porzione di corpo coprente non costituita dalla preparazione secondo la presente invenzione può comprendere, o essere costituita prevalentemente, da almeno uno dei summenzionati materiali indicati per la composizione (A), come la bioplastica, o altri come la cellulosa.
L’articolo può, tuttavia, anche essere in forma e/o avere la funzione di un elemento di richiamo per un animale bersaglio, pertanto può avere una forma diversa da quelle summenzionate.
Detto articolo, quindi, solitamente comprende, oltre alla preparazione additivata secondo la presente invenzione, anche almeno un ulteriore componente. Detto ulteriore componente è specifico per il tipo di articolo che si desidera produrre.
Detto articolo può, inoltre, comprendere, vantaggiosamente e preferibilmente, anche un agente disgregante. Tale agente disgregante è scelto fra le sostanze compatibili con il consumo animale, ovvero non nocive.
L’agente disgregante ha la principale funzione di disgregazione e frammentazione dell’articolo, e anche della preparazione additivata, secondo la presente invenzione, in particolare successivamente alla sua ingestione, in seguito al contatto con un liquido acquoso, cosicché da facilitare il passaggio nel circolo sanguigno dell’animale bersaglio delle micotossine presenti nella preparazione additivata ingerita. Pertanto, tipicamente, l’agente disgregante è di natura idrofila. L’amido è un tipico esempio di agente disgregante adatto.
Quando presente, l’agente disgregante è contenuto nell’articolo in una quantità che dipende, solitamente, dalle caratteristiche intrinseche dell’articolo, ad esempio a seconda della compattezza della compressa, e quindi sarà presente in una quantità tipicamente impiegata in articoli similari della tecnica nota. Pertanto una persona esperta nel settore non avrà difficoltà a stabilire le quantità idonee di agente disgregante da impiegare nell’articolo della presente invenzione.
Secondo una forma particolare di realizzazione, il corpo coprente è un nastro che presenta almeno una sede chiusa riempita con la suddetta preparazione comprendente almeno i summenzionati costituenti (a) e (b) ed eventualmente almeno un ulteriore componente scelto fra l’additivo e l’agente disgregante. La dimensione della sede è ampiamente variabile, ad esempio può avere una capacità volumetrica da 0,5 ml a 50 ml.
Nel caso il nastro presenti più sedi, dette sedi hanno, tipicamente, tutte la medesima dimensione e sono poste a distanza regolare l’una dall’altra. Inoltre, a seconda delle dimensioni del nastro e del numero delle sedi, tali sedi possono essere allineate in un’unica fila o essere disposte se due o più file, preferibilmente fra loro parallele.
A titolo esemplificativo, e assolutamente non limitativo, due sedi contigue su una stessa fila, distano, ad esempio, 1 cm l’una dall’altra. Inoltre, nel caso di due o più file, la distanza fra una fila e quella contigua è, tipicamente, almeno di 15 mm. Il numero delle file e la distanza fra una fila e quella contigua dipende, generalmente, dalla larghezza del corpo coprente, tipicamente un nastro.
Il nastro può avere una larghezza molto variabile, a seconda del suo collocamento.
Il corpo coprente è, tipicamente, atto ad essere posato e/o fissato in un posto frequentato dagli animali bersaglio. Tale posto può essere, ad esempio, presso la tana o il nido di un animale bersaglio o anche, come nel caso degli uccelli, come i piccioni, luoghi dove questi si posano frequentemente, o lungo i percorsi solitamente frequentati da tali animali, come nel caso di ratti, topi, nutrie, ecc. Il corpo coprente può, quindi, essere collocato, ad esempio, nei pressi o sopra fili elettrici, tubi, condotte, canali, o simili, o persino all’interno di quest’ultimi, o su un posatoio, che può essere sia un terreno che una parte di una costruzione. Detta parte è, tipicamente, ad esempio, un cornicione, un davanzale, un corrimano di parapetto, o un qualsiasi altro tipo di sostegno, come la sommità di un muro di cinta, il colmo di un tetto, una sporgenza o simili.
In alcuni casi è preferibile che il corpo coprente sia fissabile alla superficie o nel luogo desiderato, cosicché il corpo non possa disperdersi nell’ambiente circostante e, potenzialmente, creare danni indesiderati, ad esempio a specie animali diverse dalle specie bersaglio. Il fissaggio del corpo coprente sulla superficie può essere secondo uno qualsiasi dei modi noti. Secondo un modo di realizzazione preferito, detto corpo aderisce per incollaggio a detta superficie, più in particolare ancora il corpo coprente è di tipo autoadesivo.
Una superficie se ricoperta dal corpo coprente secondo la presente invenzione può attrarre l’animale bersaglio per via del profumo emanato dall’aroma presente nel corpo coprente, inoltre tale profumo induce l’animale bersaglio a beccare o mordere il corpo coprente, così facendo l’animale bersaglio ne ingerisce una parte. Tale comportamento causa l’ingestione anche delle micotossine presenti nel corpo coprente.
Come menzionato in precedenza, l’articolo può avere forma di sacco o sacchetto o similari. Preferibilmente, in tali casi, l’articolo è sostanzialmente costituito dalla preparazione additivata secondo la presente invenzione, quindi comprende sia materiale biodegradabile e compostabile, ovvero materiali precedentemente descritti per la composizione (A), che micotossine.
Un tale involucro è, tipicamente, destinato a contenere rifiuti organici (i cosiddetti “rifiuti umidi”) al fine della raccolta differenziata dei rifiuti per il loro compostaggio. Tale involucro ha, quindi, tipicamente le stesse dimensioni e caratteristiche fisiche e meccaniche degli involucri attualmente usati a tal fine ed è preparato con i medesimi processi e tecnologia, essendo tale involucro preparato sostanzialmente con lo stesso materiale, come precedentemente descritto.
Tali involucri, una volta riempiti con i rifiuti organici, sono riuniti in zone di raccolta per essere, successivamente, avviati in un impianto dove si svolge un processo di compostaggio. Le zone di raccolta dei rifiuti organici possono essere un posto di attrazione per animali, in particolare ratti, topi, gabbiani, alla ricerca di cibo. L’animale bersaglio è attratto dall’odore proveniente dai rifiuti ed, eventualmente, anche da detti involucri, che possono essere in parte ingeriti da detto animale, ad esempio assieme ai rifiuti che mangia o anche durante l’apertura dello stesso involucro. Così facendo l’animale bersaglio ingerisce anche le micotossine presenti nella composizione (A) con cui è preparato l’involucro.
Ulteriore oggetto della presente invenzione è un metodo per preparare detta preparazione additivata a partire da detta composizione (A) avente il desiderato tasso di micotossine.
Più in particolare, il metodo comprende almeno una fase in cui la composizione (A) è processata per essere trasformata nella preparazione additivata in forma di uno dei summenzionati articoli.
Il procedimento a cui la composizione (A) è sottoposta può essere, ad esempio, un procedimento scelto fra quelli di tipo estrusione, pellettizzazione, filmatura. La scelta del procedimento dipende dal tipo di articolo che si desidera produrre.
Tali procedimenti sono ben noti all’esperto della tecnica e, pertanto, non sono descritti in dettaglio nella presente descrizione.
Tali procedimenti possono essere preceduti da una fase preliminare di arricchimento in micotossine della composizione (A). Tale fase di effettua nel caso in cui il tasso di micotossine nella composizione (A) non raggiungesse il valore desiderato, pertanto è necessario aumentarlo fino a che raggiunga il valore richiesto. Pertanto, a tal fine, qualora necessario, il metodo prevede detta fase di arricchimento. Una modalità è, ad esempio, tenere la composizione (A) non ancora adatta all’uso per un certo periodo di tempo (generalmente dai 10 ai 30 giorni) in condizioni ambientali idonee (con riferimento, in particolare, a temperatura, umidità, areazione) alla crescita e alla proliferazione di detti funghi tossigeni con conseguente produzione di micotossine fino alla concentrazione desiderata.
Successivamente allo svolgimento, qualora necessario, della summenzionata fase di arricchimento, il metodo secondo l’invenzione può eventualmente, prevedere, almeno una successiva fase preliminare. Tale fase è una fase di aggiunta e, solitamente, miscelazione, in cui la composizione (A) è addizionata e, preferibilmente mediante miscelamento, con almeno uno dei seguenti costituenti:
- un additivo e/o
- un agente disgregante.
Durante tale fase alla composizione (A) può essere aggiunto un qualsiasi altro costituente ritenuto opportuno secondo la tecnica nota per produrre un certo a articolo a seconda della specifica tecnica di processo.
L'ordine di aggiunta di due o più di detti costituenti alla composizione (A) non è rilevante. In alternativa, tali costituenti possono essere aggiunti tutti contemporaneamente o come costituenti singoli o come miscela di due o più di essi.
Naturalmente, il metodo secondo la presente invenzione è condotto in ciascuna delle sue fasi in condizioni (ad esempio, temperatura, pH, pressione, ecc.) che non causino una qualsiasi forma di disattivazione, come la degradazione, delle micotossine e, preferibilmente, neppure la morte dei funghi tossici che le producono. Tipicamente il metodo è condotto a una temperatura inferiore a 300°C.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una preparazione additivata per un animale bersaglio di specie non-umana, detta preparazione comprendendo almeno i seguenti costituenti: a) una composizione (A) in materiale biodegradabile e compostabile, b) micotossine con almeno un effetto nocivo per l’animale bersaglio, ed eventualmente c) almeno un additivo scelto fra un aroma e un componente per innalzare la palatabilità di detta preparazione; dette micotossine essendo presenti nella preparazione in quantità subletale per l’animale bersaglio.
  2. 2. La preparazione secondo la rivendicazione 1 in cui la cui la composizione (A) presenta una concentrazione di micotossine compresa fra 0,0005 a 500 ppm.
  3. 3. La preparazione secondo la rivendicazione 1 in cui la cui la composizione (A) presenta una concentrazione di micotossine compresa fra 0,005 a 400 ppm.
  4. 4. La preparazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti in cui le micotossine sono scelte fra aflatossine, ergotamina, fumonisine, ocratossine, patulina, tricoteceni, zearalenone e zearalenoloi.
  5. 5. La preparazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il componente biodegradabile e compostabile è scelto fra un alimento, humus e plastica compostabile.
  6. 6. La preparazione secondo la rivendicazione precedente comprendente inoltre un agente disgregante la composizione (A).
  7. 7. La preparazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti preparato in forma di: i) mangime secco o umido, o ii) un corpo coprente.
  8. 8. La preparazione secondo la rivendicazione precedente in cui tale corpo coprente è a forma di foglio, striscia, nastro o similari.
  9. 9. Uso della preparazione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti per indurre almeno un effetto nocivo scelto fra infertilità, sterilità, ipofertilità, fetotossicità, teratogenicità, mutagenicità, cancerogenicità, immunosoppressione.
  10. 10. Un metodo per produrre la preparazione additivata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 9 in cui detta composizione (A) è trasformata nella preparazione additivata mediante un procedimento scelto fra estrusione, pellettizzazione, filmatura.
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