IT201900005762A1 - Terapia dei disturbi neurovascolari - Google Patents

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    • A61P25/06Antimigraine agents

Description

Domanda di Brevetto per invenzione industriale dal titolo
TERAPIA DEI DISTURBI NEUROVASCOLARI
DESCRIZIONE
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce al campo dei farmaci per la regolazione delle funzioni dei peptidi neurovascolari e relative applicazioni terapeutiche nelle patologie neurovascolari.
STATO DELL’ARTE
I disordini neurovascolari rappresentano un gruppo di patologie accomunate dal rilascio anomalo di fattori vasoattivi da parte di strutture del sistema nervoso centrale o periferico. Tra i più noti disordini neurovascolari si annoverano il flushing cutaneo, che tipicamente accompagna disturbi neuroendocrini come la menopausa, e vari tipi di cefalea compresa l’emicrania e la cefalea a grappolo. I meccanismi fisiopatologici con cui vengono rilasciati i peptidi neurovascolari sono stati solo in parte identificati e al momento si ritiene che un ruolo fondamentale venga svolto dal cosiddetto riflesso assonale antidromico. Quest’ultimo consiste in un potenziale d’azione assonale generato in periferia da stimoli fisico-chimici che percorre in senso centripeto/ortodromico una fibra nervosa afferente ma che in corrispondenza delle diramazioni della fibra nervosa invade il ramo di congiunzione in senso centrifugo/antidromico raggiungendo le terminazioni nervose contigue causando depolarizzazione e rilascio di numerosi fattori neurovascolari di natura peptidica. Questi ultimi svolgono un ruolo fisiologico fondamentale nel regolare il tono della muscolatura liscia vasale, la sensibilità della terminazione stessa agli stimoli dolorosi, nonché il richiamo e l’attivazione di cellule immunitarie (infiammazione neurogenica). Numerose evidenze sia precliniche che cliniche dimostrano che anomalie qualitative e quantitative del rilascio di peptidi vasoattivi contribuiscono significativamente alla patogenesi dei sintomi di patologie acute e croniche quali la cefalea o le affezioni infiammatorie polmonari, gastrointestinali, genitourinarie e osteoarticolari.
Tra i peptidi neurovascolari più noti e potenti si annoverano il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), il peptide pituitario attivante l’adenilato ciclasi (PACAP) e il peptide intestinale vasoattivo (VIP). Tali peptidi sono stati caratterizzati sia per quanto riguarda il loro ruolo fisiologico che patologico. In particolare sia il CGRP che il PACAP stanno emergendo come importanti bersagli terapeutici essendo coinvolti non solo nei fenomeni vasodilatatori ma anche nella regolazione delle afferenze dolorifiche a livello sia del sistema nervoso periferico che centrale.
Numerose evidenze sperimentali e cliniche dimostrano che il CGRP è alla base della patogenesi di alcune forme di cefalea e recentemente sono stati sviluppati anticorpi contro il CGRP o il recettore dimerico CLR/RAMP1 del CGRP stesso. Tali anticorpi, intrinsecamente caratterizzati da alta selettività di legame, hanno dimostrato sicurezza ed efficacia nei pazienti affetti da cefalea, confermando quindi il ruolo centrale del CGRP nella patogenesi di questo disturbo neurovascolare. Il ruolo causale del CGRP nella cefalea è ulteriormente confermato dall’efficacia terapeutica degli antagonisti recettoriali per il recettore del CGRP (i cosiddetti “gepanti”) che emerge dai recenti studi clinici condotti in pazienti affetti da alcune forme di emicrania. Analogamente, sono stati sviluppati anticorpi contro il PACAP che pur non essendo ancora in commercio stanno dando risultati positivi nella sperimentazione clinica per la terapia dell’emicrania. Sa da un lato le recenti evidenze sperimentali e cliniche dimostrano inequivocabilmente il ruolo causale dei peptidi neurovascolari in varie patologie umane, è altrettanto vero che le attuali strategie terapeutiche possono essere significativamente migliorate. Infatti, sebbene i peptidi neurovascolari vengano rilasciati contemporaneamente dalle terminazioni periferiche delle fibre nervose sensoriali, spesso svolgendo tra loro un ruolo vaso- e neuroattivo ridondante, i farmaci di cui disponiamo al momento, o che sono in fase di sperimentazione clinica, sono in grado di inattivare solo uno dei peptidi neurovascolari o il rispettivo recettore, lasciando pertanto inalterate le funzioni vasoattive e algogene dei rimanenti peptidi. Ne risulta quindi solo un parziale contenimento delle disfunzioni neurovascolari complessive, a discapito della piena efficacia della terapia nel paziente che riceve il trattamento.
Il problema da risolvere è pertanto l’identificazione di un composto in grado di inibire le funzioni non di uno ma, contemporaneamente, di più peptidi rilasciati dalle terminazioni nervose afferenti al fine di implementare l’efficacia della terapia dei disturbi neurovascolari.
L’epigenetica è la scienza che studia i meccanismi che regolano l’espressione genica attraverso il cambiamento della conformazione della struttura della cromatina. Un meccanismo fondamentale per la regolazione della struttura cromatinica è l’acetilazione degli istoni. Esistono enzimi che acetilano gli istoni (istone acetil transferasi, HAT) ed enzimi che de-acetilano gli istoni (istone deacetilasi, HDAC). Al momento sono conosciute 11 HDAC coinvolte nella deacetilazione istonica vera e propria. Recentemente alcuni composti inibitori delle HDAC sono stati approvati per il trattamento di patologie neoplastiche quali il linfoma cutaneo a cellule T o il mieloma multiplo. Altri potenziali impieghi degli inibitori delle HDAC sono quelli relativi al trattamento di patologie quali le distrofie muscolari o l’atrofia muscolare spinale in cui l’espressione di un gene specifico è alterata o deficitaria. Tali composti, infatti, bloccando la deacetilazione da parte delle HDAC, causano iperacetilazione istonica che porta a de-condensazione della cromatina e conseguente promozione dell’espressione genica. In linea con questi dati, la letteratura insegna che l’inibizione delle HDAC aumenta l’espressione di peptidi neurovascolari quali CGRP (Cephalalgia, 2010, 31:614-624) e PACAP (Oncol. Rep., 2011, 25:245-52; J. Mol. Neurosci., 2014, 54:526-34). Pertanto, l’esperto del settore non trova alcun insegnamento nello stato deN’arte che gli inibitori delle HDAC riducano l’espressione e le funzioni dei peptidi neurovascolari.
DESCRIZIONE DELL’INVENZIONE
Abbiamo ora inaspettatamente trovato, utilizzando vari tipi di inibitori delle HDAC quali quelli appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275), che il trattamento prolungato con tali composti causa una riduzione dell’espressione del peptide neurovascolare CGRP, delle due subunità RAMP-1 e CLR che compongono il suo recettore, del peptide neurovascolare VIP. Tale riduzione avviene nel ganglio del trigemino sia di ratti naïve (Fig. 1) che di ratti esposti per 30 gg a somministrazioni giornaliere di eletriptan (Fig. 2), quest’ultimo essendo un modello precedentemente descritto di cefalea cronica causata dal rilascio eccessivo di peptidi neurovascolari (PAIN, 2018;159:1980-1988). Inaspettatamente l’esposizione agli inibitori delle HDAC porta ad una riduzione dell’espressione anche del peptide neurovascolare PACAP e dei suoi recettori VPAC1, VPAC2 e PACI nel trigemino dei ratti naïve (Fig. 3) e di quelli esposti al modello di cefalea cronica da eletriptan (Fig. 4). In linea con questi dati abbiamo inoltre inaspettatamente trovato che l’esposizione cronica a HDAC inibitori riduce i livelli di CGRP nel sangue prelevato dalla vena giugulare di ratti esposti a capsaicina orale come classico stimolo per il rilascio di CGRP (Fig. 5). E’ anche noto che l’esposizione della cute a capsaicina provoca vasodilatazione causata dal rilascio di CGRP dalle afferenze sensitive del derma (J. Pharmacol. Exp. Ther., 2008, 325:248-55). In linea con questa nozione e con i nostri dati sull’inaspettato effetto repressivo degli HDAC inibitori sull’espressione di peptidi neurovascolari, abbiamo trovato che il trattamento co HDAC inibitori sopprime la vasodilatazione indotta da capsaicina nella cute dell’orecchio di ratti esposti cronicamente a eletriptan come modello di cefalea cronica (Fig. 6). In quest’ultimo modello abbiamo inoltre valutato l’effetto degli inibitori dell’ HDAC sul dolore cefalico misurato analizzando l’allodinia periorbitaria. Abbiamo inaspettatamente trovato che il trattamento con HDAC inibitori riduce notevolmente l’allodinia nel modello di cefalea cronica indotta da eletriptan (Fig. 7). In tale modello è riportato che la produzione eccessiva di CGRP causa nei ratti fotofobia (Cephalalgia, 2017, 37:560-570), un classico sintomo presente negli individui con disturbi neurovascolari. In linea con questa nozione e con i nostri dati sull’effetto repressivo degli HDAC inibitori sull’espressione di peptidi neurovascolari, abbiamo inaspettatamente trovato che il trattamento cronico con HDAC inibitori sopprime la fotofobia nei ratti esposti a eletriptan come modello di cefalea cronica (Fig. 8).
Secondo l'invenzione i composti inibitori delle istone deacetilasi possono essere formulati come fiale, polveri, compresse, capsule, compresse e capsule a lento rilascio, cerotti, sciroppi, sospensioni, gocce e complessi lipidici.
Secondo l'invenzione i composti inibitori delle istone deacetilasi possono essere somministrati per via endovenosa, endoarteriosa, intramuscolare, orale, rettale, sublinguale, sottocutanea e transdermica. Le quantità di principio attivo da somministrare sono quelle già comunemente impiegate per questo tipo di farmaci, ad esempio 10-1000 mg/die.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Figura 1. Effetto degli inibitori delle HDAC sull’espressione basale di CGRP e suo recettore e di VIP. La figura mostra i livelli di espressione (mRNA) del peptide neurovascolare CGRP, delle componenti proteiche RAMP-1 e CLR che compongono il suo recettore, e del peptide VIP nel ganglio trigemino di ratti controllo o esposti per 15 gg a somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).
Figura 2. Effetto degli inibitori delle HDAC sull’espressione di CGRP e suo recettore in un modello sperimentale di cefalea cronica. La figura mostra i livelli di espressione (mRNA) del peptide neurovascolare CGRP e delle due componenti proteiche RAMP-1 e CLR che compongono il suo recettore nel ganglio trigemino di ratti controllo o esposti per 30 gg a somministrazioni orali giornaliere di eletriptan (0.8 mg/kg) in assenza o presenza di un cotrattamento dal gg 15 con somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).
Figura 3. Effetto degli inibitori delle HDAC sull’espressione basale di PACAP e suoi recettori. La figura mostra i livelli di espressione (mRNA) del peptide neurovascolare PACAP e dei suoi recettori VPAC1, VPAC2 e PAC1 nel ganglio trigemino di ratti controllo o esposti per 15 gg a somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici ( E nti nostat/M S-275) .
Figura 4. Effetto degli inibitori delle HDAC sull’espressione di PACAP e suoi recettori in un modello sperimentale di cefalea cronica. La figura mostra i livelli di espressione (mRNA) del peptide neurovascolare PACAP e dei suoi recettori VPAC1, VPAC2 e PAC1 nel ganglio trigemino di ratti controllo o esposti per 30 gg a somministrazioni orali giornaliere di eletriptan (0.8 mg/kg) in assenza o presenza di un cotrattamento dal gg 15 con somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).
Figura 5. Effetto degli inibitori delle HDAC sui livelli plasmatici di CGRP indotti da capsaicina in un modello di cefalea cronica . La figura mostra i livelli di CGRP nel sangue prelevato dalla vena giugulare di ratti esposti a capsaicina orale (1 mg/3 min) e pretrattati per 30 gg con somministrazioni orali giornaliere di eletriptan (0.8 mg/kg) in assenza o presenza di un cotrattamento dal gg 15 con somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).
Figura 6. Effetto degli inibitori delle HDAC sulla vasodilatazione indotta da capsaicina in un modello sperimentale di cefalea cronica. La figura mostra i livelli di vasodilatazione (flusso ematico) nella cute deN’orecchio di ratti esposti a capsaicina topica (2 mg) e pretrattati per 30 gg con somministrazioni orali giornaliere di eletriptan (0.8 mg/kg) in assenza o presenza di un cotrattamento dal gg 15 con somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).
Figura 7. Effetto degli inibitori delle HDAC sul dolore cefalico in un modello sperimentale di cefalea cronica. La figura mostra i livelli di allodinia periorbitaria (Von Frey test) di ratti appartenenti al gruppo controllo o esposti per 30 gg a somministrazioni orali giornaliere di eletriptan (0.8 mg/kg) in assenza o presenza di un contrattamento dal gg 15 con somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).
Figura 8. Effetto degli inibitori delle HDAC sulla fotofobia in un modello sperimentale di cefalea cronica. La figura mostra i livelli di fotofobia di ratti appartenenti al gruppo controllo o esposti per 30 gg a somministrazioni orali giornaliere di eletriptan (0.8 mg/kg) in assenza o presenza di un contrattamento dal gg 15 con somministrazioni orali giornaliere di 2,5 mg/kg di inibitori delle HDAC appartenenti alla classe dei derivati dell’acido idrossamico (Givinostat/ITF2357 e Panobinostat/LBH589) o benzamidici (Entinostat/MS-275).

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi e loro formulazioni farmaceutiche per l’uso nell’inibire le funzioni dei peptidi neurovascolari.
  2. 2. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi per l’uso secondo la rivendicazione 1 nel caso detti inibitori siano derivati dell’acido idrossamico.
  3. 3. Composto inibitore degli enzimi istone deacetilasi per l’uso secondo la rivendicazione 1 nel caso detto inibitore sia il panobinostat (LBH589)
  4. 4. Composto inibitore degli enzimi istone deacetilasi per l’uso secondo la rivendicazione 1 nel caso detto inibitore sia il givinostat (ITF2357).
  5. 5. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi per l’uso secondo la rivendicazione 1 nel caso detti inibitori siano derivati benzamidici.
  6. 6. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi secondo ogni precedente rivendicazione per l’uso in cui le funzioni da inibire siano mediate dal CGRP e i suoi recettori.
  7. 7. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi secondo ogni precedente rivendicazione per l’uso in cui le funzioni da inibire siano mediate dal PACAP e i suoi recettori.
  8. 8. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi secondo ogni precedente rivendicazione per l’uso nella prevenzione e trattamento di almeno una patologia neurovascolare in un individuo.
  9. 9. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi per l’uso secondo la rivendicazione 8 nel caso detta patologia neurovascolare sia emicrania con e senza aura, emicrania cronica, emicrania emiplegica, cefalea a grappolo episodica, cefalea a grappolo cronica, cefalea post-traumatica, cefalea tensiva, cefalea da abuso di medicamenti sintomatici.
  10. 10. Composti inibitori degli enzimi istone deacetilasi per l’uso secondo le rivendicazioni 8 e 9 nel caso detti inibitori vengano somministrati in combinazione ad almeno un altro medicamento utilizzato per trattare dette patologie.
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