IT201900001743A1 - Filtro radiologico - Google Patents

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IT201900001743A1 IT102019000001743A IT201900001743A IT201900001743A1 IT 201900001743 A1 IT201900001743 A1 IT 201900001743A1 IT 102019000001743 A IT102019000001743 A IT 102019000001743A IT 201900001743 A IT201900001743 A IT 201900001743A IT 201900001743 A1 IT201900001743 A1 IT 201900001743A1
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IT
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radiological
filter
imaging device
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Cosimo Lorenzetto
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Imaginalis S R L
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Description

DESCRIZIONE
FILTRO RADIOLOGICO
La presente invenzione ha per oggetto un filtro radiologico del tipo precisato nel preambolo della prima rivendicazione.
In particolare, la presente invenzione ha per oggetto un dispositivo d’imaging radiologico dotato di un particolare filtro radiologico utilizzabile in ambito umano e/o veterinario.
Come noto i dispositivi di imaging radiologico uso umano e/o veterinario totale comprendono un emettitore di raggi X e un detettore disponibili da parte opposta rispetto al paziente; e un supporto per il paziente.
L’emettitore di raggi x prevede una sorgente di raggi X atta a generare e quindi emettere un fascio di raggi X; almeno un collimatore definente la forma del fascio; e un filtro per la rimozione della componente a bassa energia non utile per la formazione dell’immagine e dannosa per il paziente.
Il collimatore è solitamente diviso in due parti, ossia un collimatore primario fisso, posto a monte del filtro, avente forma di cono troncato e definente la massima dispersione angolare del fascio; e un collimatore secondario, posto a valle del filtro, costituito da due coppie di blocchi di apertura variabile definenti la grandezza del campo di trattamento.
In alcuni casi i dispositivi radiologici possono prevedere un portale definente una zona di analisi in cui è inserita la porzione da analizzare, sostenente e comandante una rotazione di emettitore e detettore.
La tecnica nota descritta comprende alcuni importanti inconvenienti.
In particolare, i filtri a oggi in commercio sono specifici per una sola tipologia di acquisizione radiologica pertanto i dispositivi di imaging radiologico polifunzionali, ossia abili a realizzare due o più tra fluoroscopie, radiografie e tomografie, richiedono uno o più filtri per ciascuna tipologia di acquisizione.
Per tale motivo esse devono essere fornite di un organo di scambio variante il filtro inciso dal fascio di raggi X in funzione dell’acquisizione da eseguire. Questa soluzione, oltre a incrementare costi e dimensioni dei dispositivi, non permette di avere un adeguato numero di filtri.
Per i motivi sopra esposti i dispositivi di imaging radiologico polifunzionali sono costosi e di complessa realizzazione e quindi a oggi poco diffusi.
In questa situazione il compito tecnico alla base della presente invenzione è ideare un filtro radiologico in grado di ovviare sostanzialmente ad almeno parte degli inconvenienti citati.
Nell'ambito di detto compito tecnico è un importante scopo dell'invenzione ottenere un filtro radiologico utilizzabile per più di una tipologia di acquisizione radiologica. In particolare un importante scopo dell'invenzione è realizzare un dispositivo radiologico polifunzionale di ridotti costi e dimensioni.
Il compito tecnico e gli scopi specificati sono raggiunti da un filtro radiologico come rivendicato nell’annessa rivendicazione 1. Esempi di realizzazione preferita sono descritti nelle rivendicazioni dipendenti.
Le caratteristiche e i vantaggi dell’invenzione sono di seguito chiariti dalla descrizione dettagliata di esecuzioni preferite dell’invenzione, con riferimento agli uniti disegni, nei quali:
la Fig.1 mostra, in scala, un filtro radiologico secondo l'invenzione;
le Fig. 2a-2d illustrano possibili configurazioni di un emettitore di raggi x comprendente il filtro radiologico secondo l'invenzione;
le Fig. 3a-3b presentano, in scala, una sezione di un assieme, in diverse configurazioni di un dispositivo d‘imaging radiologico munito filtro radiologico secondo l'invenzione; e
la Fig. 4 espone, in scala, un possibile dispositivo d‘imaging radiologico secondo l'invenzione.
Nel presente documento, le misure, i valori, le forme e i riferimenti geometrici (come perpendicolarità e parallelismo), quando associati a parole come "circa" o altri simili termini quali "pressoché" o "sostanzialmente", sono da intendersi come a meno di errori di misura o imprecisioni dovute a errori di produzione e/o fabbricazione e, soprattutto, a meno di una lieve divergenza dal valore, dalla misura, dalla forma o riferimento geometrico cui è associato. Ad esempio, tali termini, se associati a un valore, indicano preferibilmente una divergenza non superiore al 10% del valore stesso.
Inoltre, quando usati, termini come “primo”, “secondo”, “superiore”, “inferiore”, “principale” e “secondario” non identificano necessariamente un ordine, una priorità di relazione o posizione relativa, ma possono essere semplicemente utilizzati per più chiaramente distinguere tra loro differenti componenti .
Le misurazioni e i dati riportati nel presente testo sono da considerarsi, salvo diversamente indicato, come effettuati in Atmosfera Standard Internazionale ICAO (ISO 2533).
Salvo diversamente specificato, come risulta dalle seguenti discussioni, si considera che termini come "trattamento", "informatica", "determinazione", "calcolo", o simili, si riferiscono all'azione e/o processi di un computer o simile dispositivo di calcolo elettronico che manipola e/o trasforma dati rappresentati come fisici, quali grandezze elettroniche di registri di un sistema informatico e/o memorie in, altri dati similmente rappresentati come quantità fisiche all'interno di sistemi informatici, registri o altri dispositivi di memorizzazione, trasmissione o di visualizzazione di informazioni.
Con riferimento alle Figure, il filtro radiologico secondo l'invenzione è globalmente indicato con il numero 1.
Il filtro radiologico 1 può essere parte di un emettitore 10 di raggi x e in particolare di un fascio di raggi X 10a.
Preferibilmente esso può essere parte di un dispositivo d’imaging radiologico 100 atto a eseguire un’imaging radiologico di almeno parte di un paziente 1d. Preferibilmente il dispositivo d’imaging radiologico 100 è polifunzionale e per la precisione in grado di eseguire una tomografia e almeno una tra fluoroscopia e radiografia. In dettaglio il dispositivo d’imaging 100 è polifunzionale e in grado di realizzare una tomografia, una fluoroscopia e una radiografia.
Si evidenzia come il paziente 1d possa essere sia umano sia animale.
Il fascio di raggi X 10a definisce un asse di emissione 10b baricentrico al fascio stesso. Esso può essere conico.
Il filtro radiologico 1 definisce un asse longitudinale 1a; una prima superficie di lavoro 1b e una seconda superficie di lavoro 1c opposta alla prima superficie di lavoro 1b rispetto allo stesso filtro radiologico 1.
Le superfici di lavoro 1b e 1c definiscono le superfici per cui il fascio di raggi X 10a attraversa il filtro radiologico e quindi attraverso cui il fascio di raggi X 10a entra e fuoriesce dal filtro radiologico 1. Preferibilmente il fascio di raggi X 10a entra nel filtro radiologico 1 attraverso la seconda superficie di lavoro 1c e fuoriesce dal filtro radiologico 1 attraverso la prima superficie di lavoro 1b.
La prima superficie di lavoro 1b è da parte opposta alla seconda superficie di lavoro 1c rispetto allo stesso filtro radiologico 1.
Il filtro radiologico 1 comprende un primo settore 2 definente una prima porzione 2a della prima superficie di lavoro 1b sostanzialmente piana e un secondo settore 3 definente una seconda porzione 3a della prima superficie di lavoro 1b di profilo sostanzialmente arcuato sviluppantesi lungo l’asse longitudinale 1a.
I settori 2 e 3 si sviluppano sostanzialmente parallelamente all’asse longitudinale 1a. Di conseguenza il filtro radiologico 1 presenta un profilo assimilabile a una L. In dettaglio la seconda porzione 3a presenta il profilo di un’emi-parabola sviluppantesi lungo l’asse longitudinale 1a.
L’emi-parabola ha asse di simmetria parallelo alla prima porzione 2a.
L’emi-parabola ha fuoco esterno e in dettaglio da parte opposta al filtro radiologico 1.
La seconda porzione 3a è complementare alla prima porzione 2a rispetto alla prima superficie di lavoro 1b quindi totalmente definita dalle porzioni 2a e 3a.
Il filtro radiologico 1 comprende un primo settore 2 definente una prima porzione 2a della prima superficie di lavoro 1b sostanzialmente piana e un secondo settore 3 definente una seconda porzione 3a della prima superficie di lavoro 1b di profilo sostanzialmente arcuato sviluppantesi lungo l’asse longitudinale 1a.
La seconda superficie di lavoro 1c è sostanzialmente piana e in dettaglio parallela alla prima porzione 2a.
Il primo settore 2 definisce una supplementare prima porzione della seconda superficie di lavoro 1c.
La supplementare prima porzione può essere sostanzialmente piana. In alternativa essa può avere un profilo sostanzialmente arcuato sviluppantesi lungo l’asse longitudinale 1a.
Il secondo settore 3 definisce una supplementare seconda porzione 3a della seconda superficie di lavoro 1c sostanzialmente piana.
La supplementare seconda porzione può essere sostanzialmente piana. In alternativa essa può avere un profilo sostanzialmente arcuato sviluppantesi lungo l’asse longitudinale 1a.
La supplementare seconda porzione è complementare alla supplementare prima porzione 2a rispetto alla seconda superficie di lavoro 1c così totalmente definita dalle supplementari porzioni.
Il primo settore 2 e il secondo settore 3 possono essere in un sol pezzo.
Il filtro radiologico 1 è atto a rimuovere una componente del fascio di raggi x e in particolare la componente a bassa energia. A tal fine i settori 2 e 3 sono in un materiale atto a essere attraversato, opportunamente parzialmente, dal fascio di raggi X. Detto materiale può essere in un materiale quale alluminio, rame. O materiali polimerici come il teflon.
L’emettitore 10 comprende almeno un filtro radiologico 1 e in dettaglio un solo filtro radiologico 1.
L’emettitore 10 comprende almeno una sorgente 11, opportunamente una sola, atta a emettere un fascio di raggi X 10a incidente il filtro 1 in corrispondenza della superficie incisa 1a.
La sorgente 11 è atta a emettere un fascio di raggi X 10a definendo un focal spot 11a.
Si evidenzia come preferibilmente il filtro radiologico 1 rimane sempre fermo al focal spot 11a.
La sorgente 11 può essere di tipo noto.
Il filtro radiologico è tra sorgente 11 e paziente 1d.
L’emettitore 10 di raggi x può comprendere un collimatore 12 del fascio di raggi X 10a.
Il collimatore 12 è atto a definire la forma del fascio 10a incidente il filtro radiologico 1 e quindi il paziente 1d.
Esso è sito tra sorgete 11 e filtro radiologico 1 così da intercettare il fascio prima che giunga al filtro radiologico 1.
In alternativa, il filtro radiologico 1 è sito tra sorgete 11 e collimatore 12 così da intercettare il fascio prima che giunga al collimatore 12.
Il filtro radiologico 1 definisce più condizioni di lavoro in base alla porzione di prima superficie di lavoro 1b incisa dal fascio di raggi X 10a. in dettaglio esso definisce una prima condizione di funzionamento in cui il fascio di raggi X 10a incide, preferibilmente esclusivamente, la prima porzione 2a; e una seconda condizione di funzionamento in cui il fascio 10a incide almeno la seconda porzione 3a.
In particolare, in questa condizione il fascio di raggi X 10a incide esclusivamente la seconda porzione 3a o preferibilmente la seconda porzione 3a e parte (in dettaglio solo una parte limitata) della prima porzione 2a.
Per avere un cambio di condizione di funzionamento l’emettitore 10 comprende un movimentatore definente un moto relativo tra filtro radiologico 1 e fascio di raggi X 10a e in particolare tra filtro radiologico 1 e almeno uno tra collimatore 12 e sorgente 11.
Si precisa che il movimentatore non comandi mai un cambio di condizione di funzionamento durante la scansione. Di conseguenza, durante la scansione non varia la parte di prima superficie di lavoro 1b su cui incide fascio di raggi X 10a.
Il movimentatore può essere traslazionale, ossia atto a variare la condizione di funzionamento del filtro radiologico 1 tramite una traslazione lungo un asse di scorrimento. Esso può essere atto a traslare il filtro radiologico 1 rispetto a sorgente 11 e in dettaglio collimatore 12 (Figg.2a e 2b) o il filtro radiologico 1 e il collimatore 12 rispetto alla sorgente 11 (Figg.2a e 2d).
L’asse di scorrimento può essere sostanzialmente trasversale all’asse di emissione 10b.
L’asse di scorrimento può essere sostanzialmente trasversale e preferibilmente perpendicolare all’asse longitudinale 1a e opportunamente sostanzialmente parallelo alla seconda superficie di lavoro 1b.
In alternativa il movimentatore può essere rotazionale, ossia atto a variare la condizione di funzionamento del filtro radiologico 1 tramite una rotazione intorno a detto asse di rotazione. Esso può essere atto a ruotare sorgente 11 e in dettaglio collimatore 12 rispetto al filtro radiologico 1 (Figg.2a e 2c).
L’asse di rotazione può essere sostanzialmente trasversale all’asse di emissione 10b.
L’asse di rotazione può essere sostanzialmente parallelo all’asse longitudinale 1a e opportunamente alla seconda superficie di lavoro 1b.
L’asse di rotazione può passare per il focal spot 11a.
In alcuni casi il movimentatore può essere sia rotazionale sia traslazionale.
L’emettitore 10 può aggiuntivamente comprendere almeno un supplementare filtro radiologico; e un sistema di scambio, quale una slitta, del filtro inciso dal fascio di raggi X atto a permettere a uno solo tra filtro radiologico 1 e supplementare filtro di essere inciso dal fascio 10a.
Il supplementare filtro radiologico può essere di tipo noto.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 comprende almeno un filtro radiologico 1, in particolare almeno un emettitore 10 e più in particolare un solo emettitore 10.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 comprende almeno un detettore 20 atto ad essere inciso dal fascio di raggi X 10a dopo che ha attraversato il filtro 1 e almeno un settore della parte di paziente 1d.
Il detettore 20 è atto a eseguire selettivamente, opportunamente in base a un comando dato dall’operatore, tomografie, fluoroscopie e/o radiografie.
Il detettore 20 comprende almeno un sensore 21 definente una superficie sensibile 21a ai raggi X atta a essere incisa dal fascio di raggi X 10a.
La superficie sensibile 21a è sostanzialmente parallela all’asse longitudinale 1a. Il detettore 20 può comprendere uno sbandieratore 22 atto a movimentare il sensore 21 rispetto all’emettitore 10 definendo due o più posizioni di acquisizioni e in particolare tra una prima posizione di acquisizione (Fig. 3a) e una seconda posizione di acquisizione (Fig.3b).
Nelle posizioni di acquisizione l’asse di emissione 10b può incidere il centro della superficie sensibile 21a.
Lo sbandieratore 22 definisce un asse di sbandieramento 22a e opportunamente un’ampiezza di sbandieramento, ossia una distanza tra il sensore 21 nella prima posizione di acquisizione e il sensore 21 nella seconda posizione di acquisizione. Preferibilmente detta ampiezza di sbandieramento è inferiore all’estensione della superficie sensibile 21a lungo l’asse di sbandieramento. Di conseguenza si ha una sovrapposizione tra superficie sensibile 21a in prima posizione di acquisizione e superficie sensibile 21a in seconda posizione di acquisizione.
L’asse di sbandieramento 22a è sostanzialmente parallelo alla superficie sensibile 21a.
Esso è sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale 1a.
Lo sbandieratore 22 comprende un cursore 221 vincolato al sensore 21, una guida di sbandieramento 222 definente l’asse di sbandieramento 22a e un motore, in dettaglio elettrico, di comando del moto del cursore 221 sulla guida di sbandieramento 222.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 definisce più configurazioni di lavoro in funzione della condizione di funzionamento e della posizione di acquisizione.
Preferibilmente, esso definisce una prima configurazione di lavoro in cui il filtro radiologico 1 è in prima condizione di funzionamento e il sensore 21 in prima posizione di acquisizione (Fig.3a); e una seconda configurazione di lavoro in cui il filtro radiologico 1 è in seconda condizione di funzionamento e il sensore 21 in seconda posizione di acquisizione (Fig.3b).
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 comprende un blocco di ancoraggio 30 per detettore 20 ed emettitore 10.
Il blocco di ancoraggio 30 definisce una zona di analisi 30a frapposta tra detettore 20 ed emettitore 10 e in cui opportunamente disporre almeno un settore della parte di paziente 1d da scansionare.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 è atto a eseguire una scansione eseguendo una pluralità di acquisizioni da diversi punti. Pertanto il blocco di ancoraggio 30 è atto a definire un moto relativo paziente 1d e l’assieme costituito da emettitore 10 e detettore 20 definendo un asse di acquisizione 30b.
L’asse di acquisizione 30b può essere sostanzialmente baricentrico alla zona di analisi 30a.
Esso può essere sostanzialmente parallelo alla superficie sensibile 22a.
L’asse di acquisizione 30b può essere sostanzialmente parallelo all’asse longitudinale 1a.
Si evidenzia come preferibilmente il filtro radiologico 1 rimane sempre fermo all’asse di acquisizione 30b.
Il blocco di ancoraggio 30 può essere atto a definire una rotazione reciproca tra paziente 1d e l’assieme costituito da emettitore 10 e detettore 20 intorno all’asse di acquisizione 30b e per la precisione a ruotare l’assieme emettitore-detettore rispetto al paziente 1c intorno all’asse di acquisizione 30b. A tal fine esso comprende una parte rotorica 31 atta a sostenere emettitore 10 e sorgente 20 e una parte statorica 32 atta a sostenere la parte rotorica 31 permettendole di ruotare intorno a detto asse di acquisizione 30b.
Il blocco di ancoraggio 30 può comprendere un gantry o un C-arm.
In alternativa o aggiunta, il blocco di ancoraggio 30 può essere atto a definire una traslazione reciproca tra paziente 1d e l’assieme costituito da emettitore 10 e detettore 20 lungo l’asse di acquisizione 30b.
Il blocco di acquisizione 30 può quindi comprendere un binario 33 definente l’asse di acquisizione 30b; e un carrello 34 cui sono vincolati emettitore 10 e detettore 20 e atto a scorrere lungo il binario 34.
Opportunamente il blocco di ancoraggio 30 è atto a definire una rotazione e una traslazione reciproca tra l’assieme emettitore 10 e detettore 20 e paziente 1d. Esso comprende quindi detta parte rotorica 31, detta parte statorica 32, detto binario 33 e detto carrello 34 cui sono vincolati dette parti 31 e 32 come mostrato in Fig.4. Il dispositivo d’imaging radiologico 100 comprende almeno un supporto per il paziente 1d.
Il supporto è ad esempio un lettino radiologico.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 comprende un’unità di controllo 40 atta a comandare il funzionamento del dispositivo d’imaging radiologico 100.
L’unità di controllo 40 è atta a comandare al dispositivo d’imaging radiologico 1 una scansione durante la quale non varia la condizione di funzionamento del filtro radiologico 1 e in particolare non cambia la configurazione di lavoro del dispositivo d’imaging radiologico 100.
In particolare l’unità 40 può comandare una scansione eseguita con il filtro radiologico 1 in prima condizione di funzionamento e in particolare il dispositivo d’imaging radiologico 100 in prima configurazione di lavoro; e\o una scansione eseguita con il filtro radiologico 1 in seconda condizione di funzionamento e in particolare il dispositivo d’imaging radiologico 100 in seconda configurazione di lavoro.
L’unità di controllo 40 può comprendere mezzi d’input (quali una tastiera) atti a permettere a un operatore di comandare il funzionamento del dispositivo 100.
Essa può comprendere mezzi d’output (quali uno schermo) atti a permettere a un operatore di monitorare il funzionamento del dispositivo 100 e in particolare di prendere visione delle acquisizioni.
L’unità di controllo 40 può essere vincolata, opportunamente risolvibilmente, al blocco di ancoraggio 30 e in dettaglio alla parte statorica 31.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 comprende una struttura di sostegno del blocco di ancoraggio 30.
Il dispositivo d’imaging radiologico 100 può essere mobile e quindi la struttura di sostegno può comprendere ruote o altri elementi similari atti a permettere di movimentare l’intero dispositivo d’imaging radiologico 100 lungo un piano calpestabile.
Il dimensionamento del filtro radiologico 1 sia dipendente definito in rapporto all’emettitore 10 e a detettore 20.
La lunghezza del primo settore 2 e per la precisione della prima porzione 2a dipende dalla posizione del focal spot 11a e della superficie sensibile 21a e dalla dimensione della superficie sensibile 21a. In dettaglio la lunghezza della prima porzione 2a (LF1) dipende da: distanza tra focal spot 11a e prima porzione 2a (DFF), distanza tra focal spot 11a e superficie sensibile 21a (DFP) e lunghezza della superficie sensibile 21a (LS). Più in dettaglio la lunghezza della prima porzione 2a LF1 è definita dal seguente rapporto
DFF : DFP = LF1 : LS
La lunghezza del secondo settore 3 e per la precisione della seconda porzione 3a dipende dalla posizione del focal spot 11a e della superficie sensibile 21a e dallo sbandieratore 22. In dettaglio la lunghezza della seconda porzione 3a LF2 dipende da: DFF, DFP, dall’ampiezza di sbandieramento AP e opportunamente da LS e/o LF1. Più in dettaglio la lunghezza della seconda porzione 3a LF2 è definita dal seguente rapporto
DFF : DFP = (1/2*LF1 LF2) : (1/2*LS+AP)
Si precisa che in questo documento il termine distanza (come DFF, DFP) identifica estensioni calcolate sostanzialmente lungo l’asse di emissione 10a; il termine lunghezza (come LF1, LF2, LS) identifica estensioni calcolate sostanzialmente in direzione perpendicolare all’asse di emissione 10a e all’asse longitudinale 1a; e il termine ampiezza (come AP) identifica estensioni calcolate sostanzialmente lungo l’asse di sbandieramento 22a.
Il funzionamento del filtro radiologico 1, dell’emettitore 10 e in particolare del dispositivo radiologico 100 precedentemente descritti in termini strutturali è il seguente.
Tale funzionamento definisce un innovativo procedimento d’imaging radiologico. Il procedimento d’imaging radiologico comprende una fase di preparazione in cui la parte da analizzare è collocata all’interno della zona di analisi 30a.
Il procedimento d’imaging radiologico può comprendere una fase d’impostazione in cui sono impostati i parametri di scansione; e almeno una fase di acquisizione in cui è eseguita la scansione.
Nella fase d’impostazione sono inseriti dati della parte di paziente 1d da analizzare e in particolare almeno la lunghezza della parte di paziente 1d da analizzare. La misura di detta lunghezza può essere una misura diretta oppure può essere indirettamente ricavata da altri parametri quali altezza o peso.
La fase di acquisizione comprende una sottofase di valutazione in cui l’unità di controllo 40 determina il numero di scansioni; e almeno una sottofase di scansione in cui è eseguita una di dette scansioni. In dettaglio, la fase di acquisizione comprende una sottofase di scansione per ciascuna scansione definita nella sottofase di valutazione.
Nella sottofase di scansione non si ha un cambio di condizione di funzionamento del filtro radiologico lasciando invariata la parte di prima superficie di lavoro 1b su cui incide fascio di raggi X 10a durante la scansione. In particolare nella sottofase non si ha un cambio di detta configurazione di lavoro del dispositivo d’imaging radiologico 100.
Raffrontando l’estensione della superficie sensibile 21a con le misure della parte di paziente 1d da analizzare, l’unità di controllo 40 determina il numero di scansioni necessarie.
Se la lunghezza della superficie sensibile 21a è almeno pari alla lunghezza della parte di paziente 1d da analizzare, l’unità di controllo 40 comanda un’unica scansione e quindi una sola sottofase di scansione.
Se la lunghezza della superficie sensibile 21a è inferiore alla lunghezza della parte di paziente 1d da analizzare, l’unità di controllo 40 comanda più scansioni e quindi una sottofase di scansione per ciascuna di dette scansioni. Il numero di scansioni è proporzionale alla lunghezza della superficie sensibile 21a e in particolare alla lunghezza della superficie sensibile 21a meno un margine di sicurezza garantente una sovrapposizione tra le immagini.
Nella sottofase di valutazione l’unità di controllo 40 determina il numero di scansioni e, per ciascuna scansione, se il dispositivo d’imaging radiologico 100 lavora in accordo alla prima configurazione di lavoro o in accordo alla seconda configurazione di lavoro.
Determinato il numero di scansioni, l’unità di controllo 40 definisce per ciascuna scansione la condizione di lavoro del dispositivo d’imaging radiologico 100 e in particolare se lavora in accordo alla prima o alla seconda configurazione di lavoro. Tale scelta è eseguibile in accordo ad almeno uno tra tipo d’imaging radiologico e parte di paziente 1d in scansione (se parte centrale o laterale del busto, ecc.). Solitamente nella sottofase di valutazione l’unità di controllo 40 impone una sola scansione in accordo a una delle configurazioni di lavoro. In alternativa l’unità di controllo 40 impone due scansioni una in accordo alla prima configurazione di lavoro e una in accordo alla seconda configurazione di lavoro.
Nel caso di scansioni con diversa configurazione di lavoro del dispositivo d’imaging radiologico 100 la fase di acquisizione comprende tra attigue sottofasi di scansione a diversa configurazione di lavoro del dispositivo d’imaging radiologico 100 una sottofase di cambio di configurazione.
Nella sottofase di cambio di configurazione il movimentatore definisce un moto relativo tra filtro radiologico 1 e almeno uno tra collimatore 12 e sorgente 11 permettendo una variazione di condizione di funzionamento.
Aggiuntivamente in questa sottofase lo sbandieratore 22 movimenta il sensore 21 variandone la posizione di acquisizione.
Conclusa la fase di acquisizione, il procedimento d’imaging radiologico comprende una fase di analisi dell’una o più scansioni.
Nella fase di analisi l’unità di controllo 40 elabora quanto acquisito nell’una o più sottofasi di scansione ottenendo l’immagine radiologica desiderata.
Il filtro radiologico 1, l’emettitore 10 e in particolare del dispositivo radiologico 100 secondo l’invenzione conseguono importanti vantaggi.
Infatti, il filtro radiologico 1, grazie alla suddivisione della prima superficie di lavoro in due diverse porzioni 2a e 3a, conferisce al filtro stesso la possibilità di eseguire acquisizioni lavorando o solo come flat filter o come un half bowtie coniugando le peculiarità di un flat filter e di un filtro bowtie.
Di conseguenza il filtro radiologico 1 conferisce all’emettitore 10 e in particolare al dispositivo d’imaging radiologico 100 una vantaggiosa flessibilità senza per questo incrementare i loro ingombri, complessità costruttiva o costi di produzione.
Tale aspetto è ulteriormente incrementato dalla presenza di un sensore 21 avente diverse posizioni di acquisizione che permette di definire un dispositivo d’imaging radiologico 100 caratterizzato da una pluralità di configurazioni di lavoro selezionabili in base alle richieste.
Tale vantaggio si massimizza grazie alla possibilità di eseguire un imaging radiologico sfruttando diverse configurazioni di lavoro ciascuna delle quali ottimale per la porzione in esame. Ad esempio, è possibile eseguire un’imaging radiologico, per esempio una radiografia, sfruttando la prima porzione 2a (ossia la prima condizione di funzionamento) per la zona centrale del paziente 1d ed una tomografia sfruttando la seconda porzione 3a (ossia la seconda condizione di funzionamento) per la porzione di bordo (quale in prossimità della pelle) del paziente 1d.
L’invenzione è suscettibile di varianti rientranti nell'ambito del concetto inventivo definito dalle rivendicazioni. In tale ambito tutti i dettagli sono sostituibili da elementi equivalenti e i materiali, le forme e le dimensioni possono essere qualsiasi.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Filtro radiologico (1) atto a essere attraversato da un fascio di raggi X (10a) definente - un asse longitudinale (1a); - una prima superficie di lavoro (1b); e - una seconda superficie di lavoro (1c) posta da parte opposta a detta prima superficie di lavoro (1b) rispetto a detto filtro radiologico (1) così da permettere a detto fascio di raggi X (10a) di attraversare detto filtro radiologico (1) entrando in detto filtro radiologico (1) ed uscendo da detto filtro radiologico (1) attraverso dette superfici di lavoro (1b, 1c); - di detto fascio di raggi X (10) da detto filtro radiologico (1); detto filtro radiologico (1) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere - un primo settore (2) definente una prima porzione (2a) di detta prima superficie di lavoro (1b) sostanzialmente piana e - un secondo settore (3) definente una seconda porzione (3a) di detta prima superficie di lavoro (1b) sostanzialmente arcuata e complementare a detta prima porzione (2a) rispetto a detta prima superficie di lavoro (3a) e dal fatto che - detti settori (2, 3) si sviluppano sostanzialmente parallelamente a detto asse longitudinale (1a).
  2. 2. Emettitore (10) comprendente almeno uno di detto filtro radiologico (1) secondo la precedente rivendicazione 1 e una sorgente (11) atta a emettere un fascio di raggi X (10a) incidente detta prima superficie di lavoro (1b); e un movimentatore definente un moto relativo tra detto filtro radiologico (1) e detto fascio di raggi X (10a) definendo una prima condizione di funzionamento in cui detto fascio di raggi X (10a) incide detta prima porzione (2a) e una seconda condizione di funzionamento in cui detto fascio di raggi X (10a) incide almeno detta seconda porzione (3a).
  3. 3. Dispositivo d’imaging radiologico (100) comprendente detto emettitore (10) secondo la rivendicazione precedente e un detettore (20); e in cui detto detettore (20) comprende almeno un sensore (21) definente una superficie sensibile (21a) ai raggi X e uno sbandieratore (22) atto a movimentare detto sensore (21) definendo una prima posizione di acquisizione e una seconda posizione di acquisizione.
  4. 4. Dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo la rivendicazione precedente, definente una prima configurazione di lavoro in cui detto filtro radiologico (1) è in detta prima condizione di funzionamento e detto sensore (21) in detta prima posizione di acquisizione e una seconda configurazione di lavoro in cui detto filtro radiologico (1) è in detta seconda condizione di funzionamento e detto sensore (21) in detta seconda posizione di acquisizione.
  5. 5. Dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo la rivendicazione precedente, comprendente un blocco di ancoraggio (30) atto a movimentare detto detettore (20) e detto emettitore (10) definendo un asse di acquisizione (30b); in cui detta sorgente (11) definente un focal spot (11a) e in cui tra detta prima configurazione di lavoro e detta seconda configurazione di lavoro non cambia la posizione di detto asse di acquisizione (30b) e a detto focal spot (11a).
  6. 6. Dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo almeno una rivendicazione 4-5, comprendente un’unità di controllo (40) atta a comandare una scansione di detto paziente eseguita mantenendo detto dispositivo d’imaging radiologico (100) in una tra detta prima configurazione di lavoro e detta seconda configurazione di lavoro.
  7. 7. Dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo almeno una rivendicazione 3-6, in cui detta sorgente (11) definisce un focal spot (11a); in cui la lunghezza di detta prima porzione (2a) dipende da distanza tra detto focal spot (11a) e detta prima porzione (2a), distanza tra detto focal spot (11a) e detta superficie sensibile (21a) e lunghezza di detta superficie sensibile (21a).
  8. 8. Dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo almeno una rivendicazione 4-7, in cui detto sbandieratore (22) definisce un’ampiezza di sbandieramento; e in cui la lunghezza di detta seconda porzione (3a) dipende da: detta distanza tra detto focal spot (11a) e detta prima porzione (2a), detta distanza tra detto focal spot (11a) e detta superficie sensibile (21a) e lunghezza di detta superficie sensibile (21a) e da detta ampiezza di sbandieramento.
  9. 9. Procedimento d’imaging radiologico atto a essere attuato da detto dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo almeno una rivendicazione 4-8, comprendente una fase di acquisizione comprendente almeno una sottofase di scansione; e in cui indetta sottofase di scansione non si ha un cambio di detta configurazione di lavoro di detto dispositivo d’imaging radiologico (100).
  10. 10. Procedimento d’imaging radiologico atto a essere attuato da detto dispositivo d’imaging radiologico (100) secondo la precedente rivendicazione, in cui detta fase di acquisizione comprende una pluralità di detta almeno una sottofase di scansione almeno in parte eseguite con diversa detta configurazione di lavoro di detto dispositivo d’imaging radiologico (100); e in cui detta fase di acquisizione comprende tra attigue di dette sottofasi di scansione a diversa configurazione di lavoro, una sottofase di cambio di configurazione di detto dispositivo d’imaging radiologico (100).
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