IT201800010154A1 - Divaricatore chirurgico autostatico - Google Patents

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surgical retractor
autostatic
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gaseous
valves
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Stefanos Demertzis
Thomas Theologou
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Lugano Tech Transfer Ltt Sa
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B17/00Surgical instruments, devices or methods
    • A61B17/02Surgical instruments, devices or methods for holding wounds open, e.g. retractors; Tractors
    • A61B17/0206Surgical instruments, devices or methods for holding wounds open, e.g. retractors; Tractors with antagonistic arms as supports for retractor elements

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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce a un divaricatore chirurgico autostatico.
Il campo di applicazione preferito, ma non esclusivo, dell’invenzione è la chirurgia cardiaca.
In particolare, la presente invenzione riguarda un divaricatore toracico per interventi chirurgici a cuore aperto.
L’aria è una criticità nella chirurgia e non solo in quella cardiaca. Specialmente quando si usa una macchina cuore-polmoni ed un circuito esterno deve essere collegato alla circolazione del paziente, vi è la possibilità che delle bolle di aria entrino nel flusso sanguigno del paziente.
Anche quando strutture anatomiche piene di sangue vengono aperte chirurgicamente, sacche d’aria possono entrare nel circolo sanguigno del paziente.
L’aria non si dissolve nel sangue, ma crea bolle di vario diametro che possono occludere i vasi sanguigni e rappresentare così una minaccia per la vita del paziente in cui riescano a raggiungere e bloccare vasi sanguigni cerebrali e coronarici. Ciò può comportare l’insorgere di un infarto coronarico o cerebrale.
Bolle di aria di diametro non sufficiente ad occludere vasi sanguigni, benché potenzialmente non letali, possono diminuire l’efficienza di pompaggio del cuore e le funzioni cognitive.
Evitare l’ingresso di aria nel circolo sanguigno è quindi una priorità nella chirurgia.
In interventi chirurgici a cielo aperto si incide il tessuto epiteliale ed eventualmente si taglia un osso e si applicano uno o più divaricatori chirurgici per poter accedere ad un organo da operare. Durante tali interventi, l’organo viene a contatto con l’atmosfera e generalmente viene isolato dalla circolazione sanguigna del paziente mediante clampaggio dei vasi sanguigni.
Alla fine dell’intervento è imperativo assicurare la completa eliminazione dell’aria nell’organo riparato prima di rimuovere il clampaggio per reinserire l’organo riparato nella circolazione sanguigna.
Tuttavia, non in tutti gli interventi chirurgici è possibile clampare tutti i vasi sanguigni cosicché dell’aria può insinuarsi nel circolo del sangue durante l’intervento.
Lo stato dell’arte insegna insufflare gas di CO2 per evitare l’accumulo di aria nel campo operatorio.
Il gas di CO2 viene spruzzato da un ugello posto al di sopra del paziente ed essendo più pesante dell’aria discende verso il campo operatorio e si sostituisce all’aria.
Il gas di CO2 si dissolve nel sangue ed è altamente inverosimile che si formino delle bolle che possano mettere a repentaglio l’incolumità del paziente. La CO2 compare naturalmente nel sangue come risultato del metabolismo e viene espulsa tramite respirazione nei polmoni.
In particolare, negli interventi chirurgici a cuore aperto, una volta incisa la cute, segato longitudinalmente lo sterno e applicato un divaricatore toracico per separare i bordi dello sterno ed avere accesso alla cavità toracica, lo stato dell’arte nel campo della chirurgia cardiaca insegna a rimuovere aria dal ventricolo al termine dell’intervento chirurgico mediante insufflazione di CO2 nella cavità toracica utilizzando una cannula e inclinazione e/o rotazione del tavolo operatorio, mentre viene aspirata aria dall’aorta ascendente e/o attraverso un catetere di suzione nell’atrio o ventricolo sinistro.
Tuttavia, la CO2 somministrata in modo tradizionale (insufflazione nel campo operatorio) tramite una cannula di insufflazione di CO2 nella cavità toracica non è sempre in grado di raggiungere le cavità anatomiche più distanti nel cuore che si trasformano in trappole di aria.
Infatti, l’insufflazione tramite cannula essendo monodirezionale può non raggiungere in modo efficace e uniforme le cavità del corpo cavo del cuore e il corretto utilizzo della cannula è fortemente dipendente dal grado di esperienza degli operatori chirurgici.
Quando il cuore riprende a battere e immette sangue nell’aorta ascendente l’aria intrappolata raggiunge le arterie coronarie mentre la suzione attiva nell’aorta ascendente è in posizione più distale e conseguentemente presenta una limitata efficacia nella prevenzione di una embolia coronarica.
Compito tecnico che si propone la presente invenzione è, pertanto, quello di realizzare un divaricatore chirurgico che risolva gli inconvenienti lamentati dalla tecnica nota.
Nell’ambito di questo compito tecnico uno scopo dell’invenzione è quello di realizzare un divaricatore chirurgico che impedisca in modo estremamente efficace l’introduzione di aria atmosferica nel campo operatorio durante un intervento chirurgico su un organo aperto.
Un altro scopo dell’invenzione è quello di realizzare un divaricatore che impedisca l’introduzione di aria atmosferica nel campo operatorio in modo minimamente ingombrante e senza disturbare il campo chirurgico.
Un ulteriore scopo dell’invenzione è quello di realizzare un divaricatore che impedisca l’introduzione di aria atmosferica nel campo operatorio in modo efficace indipendentemente dal grado di esperienza degli operatori chirurgici.
Il compito tecnico, nonché questi ed altri scopi, secondo la presente invenzione vengono raggiunti realizzando un divaricatore chirurgico autostatico comprendente un primo braccio e un secondo braccio muniti di una o più valve reciprocamente mobili per l’apertura di una incisione chirurgica e mezzi attuatori di movimento delle valve per la regolazione di detta apertura, caratterizzato dal fatto di presentare una canalizzazione di distribuzione di CO2 gassosa, almeno una via di introduzione di detta CO2 gassosa in detta canalizzazione, ed almeno una via di erogazione esterna di detta CO2 gassosa da detta canalizzazione. Preferibilmente detta canalizzazione si sviluppa internamente al corpo di detto divaricatore.
Preferibilmente detta almeno una via di erogazione esterna comprende una pluralità di fori di erogazione presentanti differenti direzioni di erogazione.
Preferibilmente detta canalizzazione si sviluppa almeno in parte attraverso detto primo e secondo braccio.
Preferibilmente almeno un gruppo di detti fori di erogazione è posizionato su detto primo e secondo braccio.
Preferibilmente detta canalizzazione si sviluppa almeno in parte attraverso detta una o più valve.
Preferibilmente almeno un gruppo di detti fori di erogazione è posizionato su detta una o più valve.
Preferibilmente detto almeno un gruppo di detti fori di erogazione posizionato su detta una o più valve presenta tre differenti direzioni di erogazione.
In un modo di realizzazione del divaricatore chirurgico autostatico detto primo e secondo braccio sono collegati da una traversa.
In tal caso preferibilmente detta canalizzazione si sviluppa almeno in parte attraverso detta traversa.
Inoltre preferibilmente in tal caso almeno un gruppo di detti fori di erogazione è posizionato su detta traversa.
Per di più preferibilmente in tal caso detto primo braccio è collegato in modo fisso ad una estremità di detta traversa e detto secondo braccio è supportato da un carrello impegnato in modo scorrevole lungo detta traversa.
Infine preferibilmente in tal caso detto attuatore di movimento comprende una cremagliera ricavata lungo detta traversa, un pignone ingranante con detta cremagliera e supportato da detto carrello, ed un comando di azionamento manuale di detto pignone. Preferibilmente detta una o più valve sono connesse in modo articolato a detto primo e secondo braccio.
Preferibilmente detta una o più valve sono connesse in modo rimovibile a detto primo e secondo braccio.
In altre realizzazioni le valve posso essere collegate in modo fisso e permanente a detto primo e secondo braccio.
Preferibilmente è prevista una prima via di introduzione di detta CO2 gassosa in detto primo braccio ed una seconda via di introduzione di detta CO2 gassosa in detto secondo braccio in modo tale da evitare di creare e raccordare parti reciprocamente mobili della canalizzazione.
In tal caso può essere fornito un tubo flessibile presentante un ingresso singolo collegabile ad una sorgente di CO2 gassosa, una prima uscita collegabile alla prima via di introduzione di CO2 gassosa ed una seconda uscita collegabile alla seconda via di introduzione di CO2 gassosa.
L’invenzione sarà meglio compresa alla luce della descrizione che segue di uno dei modi di realizzazione da intendere a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento anche alle figure allegate in cui:
figura 1 mostra una vista prospettica del divaricatore autostatico. Con riferimento alla figura 1, è illustrato un divaricatore chirurgico autostatico indicato genericamente con il riferimento numerico 1. Il divaricatore 1 comprende un primo braccio 2 munito di almeno una valva 3, in particolare due valve 3, ed un secondo braccio 4 munito di almeno una valva 5, in particolare due valve 5.
Le valve 3, 5 montate su un braccio 2, 4 sono mobili rispetto alle valve 3, 5 montate sull’altro braccio 2, 4 per l’apertura di una incisione chirurgica.
La valve 3, 5 sono configurate per agganciare i due lembi dell’incisione chirurgica e trascinarli in direzione opposta in modo tale da separarli l’uno dall’altro.
In particolare le valve 3, 5 aggettano trasversalmente dai rispettivi bracci 2, 4.
Per la movimentazione delle valve 3, 5 sono previsti appositi mezzi attuatori di movimento 6.
Vantaggiosamente il divaricatore 1 presenta una canalizzazione interna 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 di distribuzione di CO2 gassosa, almeno una via 15, 16 di introduzione della CO2 gassosa nella canalizzazione interna 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, ed almeno una via 17, 18, 19, 20 di erogazione esterna della CO2 gassosa dalla canalizzazione interna 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14.
Nella soluzione illustrata le valve 3, 5 sono connesse in modo fisso al corrispondente braccio 2, 4 ma in una possibile variante realizzativa non mostrata le valve 3, 5 possono essere connesse in modo articolato a un corrispondente braccio 2,4 preferibilmente in modo anche rimovibile così da agevolare la loro manipolazione ad esempio per la loro sterilizzazione.
Nella soluzione illustrata il primo braccio 2 ed il secondo braccio 4 sono collegati da una traversa 21.
Il primo braccio 2 ed il secondo braccio 4 sono complanari con la traversa 21, mentre le valve 3, 5 si prolungano trasversalmente e dallo stesso lato del piano definito dai bracci 2, 4 e dalla traversa 21.
In particolare il primo braccio 2 è collegato in modo fisso ad una estremità della traversa 21 ed il secondo braccio 4 è supportato da un carrello 22 impegnato in modo scorrevole lungo la traversa 21. L’attuatore di movimento 6 comprende una cremagliera 6a ricavata lungo la traversa 21, un pignone 6b ingranante con la cremagliera 6a e supportato dal carrello 22, ed un comando manuale 6c, ad esempio una leva, per l’azionamento del pignone 6b.
Dato che la CO2 gassosa erogata deve poter irrorare quanto più uniformemente possibile il campo operatorio che si apre tra i due lembi dell’incisione chirurgica, detta almeno una via di erogazione esterna 17, 18, 19, 20 si presenta sotto forma di una pluralità di fori di erogazione 17a, 18a, 19a, 20a, 17’a, 18’a, 19’a, 20’a, 17’’a, 18’’a, 19’’a, 20’’a presentanti differenti direzioni di erogazione. I fori di erogazione 17a, 18a, 19a, 20a, 17’a, 18’a, 19’a, 20’a, 17’’a, 18’’a, 19’’a, 20’’a nel caso illustrato sono posizionati sulle valve 3, 5, ma in alternativa o in aggiunta essi possono essere posizionati lungo i bracci 2, 4 e/o anche altrove, ad esempio lungo la traversa 21.
Per poter veicolare la CO2 gassosa fino ai punti di interesse la canalizzazione interna 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 come visto può svilupparsi lungo varie zone del divaricatore 1.
Nel caso illustrato la canalizzazione interna 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 comprende due circuiti indipendenti che alimentano i due bracci 2, 4 e ciascun circuito è munito di una corrispondente via 15, 16 di introduzione di CO2 gassosa: il primo circuito presenta in cascata una sezione 7 lungo la traversa 21, una sezione 8 lungo il primo braccio 2 e sezioni 9, 10 lungo le valve 3, e la prima via 15 di introduzione di CO2 gassosa è posizionata all’estremità della traversa 21 distale dal primo braccio 2; il secondo circuito invece presenta in cascata una sezione 11 lungo il carrello 22, una sezione 12 lungo il secondo braccio 4, e sezioni 13, 14 lungo le valve 5, e la seconda via 16 di introduzione di CO2 gassosa è posizionata all’estremità del carello 22 distale dal secondo braccio 4.
Anche le vie 15, 16 di introduzione della di CO2 gassosa possono essere previste in numero e posizione differenti da quelle ora illustrate.
Ad esempio per il primo circuito può essere prevista, in aggiunta o in sostituzione alla via di introduzione sopra descritta, una via di introduzione posizionata all’estremità della traversa 21 prossimale al primo braccio 2 e/o una via di introduzione posizionata all’estremità del primo braccio 2 distale dalla traversa 21.
Anche per il secondo circuito può essere prevista, in aggiunta o in sostituzione alla via di introduzione sopra descritta, una via di introduzione posizionata all’estremità del carrello 22 prossimale al secondo braccio 4 e/o una via di introduzione posizionata all’estremità del secondo braccio 4 distale dal carello 22.
Nel caso illustrato in cui la canalizzazione interna 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14 comprende due circuiti indipendenti che alimentano ciascuno un corrispondente braccio 2, 4, è previsto un tubo flessibile 23 presentante un ingresso singolo 23a collegabile ad una sorgente 24 di CO2 gassosa, una prima uscita 23b collegabile alla prima via 15 di introduzione di CO2 gassosa ed una seconda uscita 23c collegabile alla seconda via 16 di introduzione di CO2 gassosa. Per agevolare la manipolazione e la sterilizzazione del divaricatore, il tubo flessibile 23 può presentare la prima uscita 23b collegabile in modo rimovibile alla prima via 15 di introduzione di CO2 gassosa e la seconda uscita 23c collegabile in modo rimovibile alla seconda via 16 di introduzione di CO2 gassosa.
Per preservare la sterilità del divaricatore le vie 15, 16 di introduzione di CO2 gassosa possono essere munite di valvole normalmente chiuse che si aprono per effetto dell’accoppiamento con le uscite 23b, 23c del tubo flessibile 23.
In una soluzione non mostrata è possibile che la canalizzazione interna del divaricatore 1 non presenti circuiti indipendenti. In questa circostanza può essere prevista al limite una sola via di introduzione di CO2 gassosa ma è necessario creare un collegamento mobile tra le sezioni della canalizzazione interna previste nel braccio fisso 2 e nelle parti ad esso solidali, e le sezioni della canalizzazione interna previste nel braccio mobile 4 e nelle parti ad esso solidali.
Come detto è importante che il divaricatore 1 assicuri una irrorazione uniforme del campo operatorio.
A tale scopo è fondamentale la scelta della posizione dei fori di erogazione 17a, 18a, 19a, 20a, 17’a, 18’a, 19’a, 20’a, 17’’a, 18’’a, 19’’a, 20’’a.
Vantaggiosamente i fori di erogazione 17a, 18a, 19a, 20a, 17’a, 18’a, 19’a, 20’a, 17’’a, 18’’a, 19’’a, 20’’a sulle valve 3, 5 sono disposti per irrorare il campo operatorio da direzioni differenti. A tale proposito le varie valve 3, 5 possono presentare un orientamento tra loro differente.
Inoltre preferibilmente ciascuna valva 3, 5 presenta più ordini di fori di erogazione ciascuno presentante una specifica direzione di erogazione differente dall’altro.
In ciascun ordine di fori di erogazione inoltre i fori di erogazione possono presentare distanza progressivamente crescente dall’estremità della valva 3, 5 prossimale al braccio 2, 4.
In particolare ciascun ordine di fori di erogazione è formato su una diversa faccia della valva 3, 5.
Ad esempio sono previsti tre ordini di fori di erogazione su facce 3a, 3b, 3c e rispettivamente 5a, 5b, 5c tra di loro trasversali o ortogonali delle valve 3 e rispettivamente 5.
In particolare un primo ordine di fori di erogazione 17a, 18a e rispettivamente 19a, 20a, è previsto su una prima faccia 3a e rispettivamente 5a delle valve 3 e rispettivamente 5, un secondo ordine di fori di erogazione 17’a, 18’a e rispettivamente 19’a, 20’a è previsto su una seconda faccia 3b e rispettivamente 5b delle valve 3 e rispettivamente 5, ed un terzo ordine di fori di erogazione 17’’a, 18’’a e rispettivamente 19’’a, 20’’a è previsto su una terza faccia 3c e rispettivamente 5c delle valve 3 e rispettivamente 5.
Anche i bracci 2, 4 possono presentare dei fori di erogazione disposti e configurati per irrorare il campo operatorio da direzioni differenti, ad esempio fori di erogazione distribuiti lungo parte o tutta la lunghezza dei bracci 2, 4 e su una o anche più delle facce dei bracci 2, 4.
Inoltre anche la traversa 21 può presentare dei fori di erogazione disposti e configurati per irrorare il campo operatorio da direzioni differenti, ad esempio fori di erogazione distribuiti lungo parte o tutta la lunghezza della traversa 21 e su una o anche più delle facce della traversa 21.
Preferibilmente il divaricatore prevede direzioni di erogazione dei fori di erogazione giacenti sia in vari piani paralleli rispetto al piano che collega l’asse geometrico dei due bracci paralleli 2, 4 sia in vari piani inclinati verso il basso e/o verso l’alto rispetto al piano che collega l’asse geometrico dei due bracci paralleli 2, 4.
La canalizzazione interna, come evidente da quanto sopra descritto, è integrata nel corpo del divaricatore.
In particolare la canalizzazione interna è formata da fori interni che si estendono longitudinalmente attraverso il corpo dei componenti del divaricatore.
Non si esclude comunque la possibilità che in alcune applicazioni alcune parti della canalizzazione possano protrarsi anche esternamente al corpo del divaricatore.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Divaricatore chirurgico autostatico (1) comprendente un primo braccio (2) e un secondo braccio (4) muniti di una o più valve (3, 5) reciprocamente mobili e mezzi attuatori di movimento (6) delle valve (3, 5), caratterizzato dal fatto di presentare una canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14) di distribuzione di CO2 gassosa, almeno una via (15, 16) di introduzione di detta CO2 gassosa in detta canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14), ed almeno una via (17, 18, 19, 20) di erogazione esterna di detta CO2 gassosa da detta canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14).
  2. 2. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14) si sviluppa internamente al corpo di detto divaricatore (1).
  3. 3. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta almeno una via di erogazione esterna (17, 18, 19, 20) comprende una pluralità di fori di erogazione (17a, 18a, 19a, 20a) presentanti differenti direzioni di erogazione.
  4. 4. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14) si sviluppa almeno in parte attraverso detto primo e secondo braccio (2, 4).
  5. 5. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che almeno un gruppo di detti fori di erogazione (17a, 18a, 19a, 20a) è posizionato su detto primo e secondo braccio (2, 4).
  6. 6. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14) si sviluppa almeno in parte attraverso detta una o più valve (3, 5).
  7. 7. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che almeno un gruppo di detti fori di erogazione (17a, 18a, 19a, 20a) è posizionato su detta una o più valve (3, 5).
  8. 8. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto almeno un gruppo di detti fori di erogazione (17a, 18a, 19a, 20a) posizionato su detta una o più valve (3, 5) presenta tre differenti direzioni di erogazione.
  9. 9. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto primo e secondo braccio (2, 4) sono collegati da una traversa (21).
  10. 10. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detta canalizzazione (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14) si sviluppa almeno in parte attraverso detta traversa (21).
  11. 11. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che almeno un gruppo di detti fori di erogazione (17a, 18a, 19a, 20a) è posizionato su detta traversa (21).
  12. 12. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo una qualunque rivendicazione da 9 a 11, caratterizzato dal fatto che detto primo braccio (2) è collegato in modo fisso ad una estremità di detta traversa (21) e detto secondo braccio (4) è supportato da un carrello (22) impegnato in modo scorrevole lungo detta traversa (21).
  13. 13. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione precedente, caratterizzato dal fatto che detto attuatore di movimento (6) comprende una cremagliera (6a) ricavata lungo detta traversa (21), un pignone (6b) ingranante con detta cremagliera (6e) e supportato da detto carrello (22), ed un comando manuale (6c) di azionamento di detto pignone (6b).
  14. 14. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta una o più valve (3, 5) sono connesse in modo articolato a detto primo e secondo braccio (2, 4).
  15. 15. Divaricatore chirurgico autostatico (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta una o più valve (3, 5) sono connesse in modo rimovibile a detto primo e secondo braccio (2, 4).
  16. 16. Divaricatore chirurgico autostatico secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di presentare una prima via di introduzione (15) di detta CO2 gassosa ed una seconda via di introduzione (16) di detta CO2 gassosa che alimentano due circuiti separati di detta canalizzazione interna (7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14).
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