IT201800005532A1 - Dispositivo antidecubito, letto antidecubito, metodo di realizzazione di materasso antidecubito - Google Patents

Dispositivo antidecubito, letto antidecubito, metodo di realizzazione di materasso antidecubito Download PDF

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    • AHUMAN NECESSITIES
    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61GTRANSPORT, PERSONAL CONVEYANCES, OR ACCOMMODATION SPECIALLY ADAPTED FOR PATIENTS OR DISABLED PERSONS; OPERATING TABLES OR CHAIRS; CHAIRS FOR DENTISTRY; FUNERAL DEVICES
    • A61G7/00Beds specially adapted for nursing; Devices for lifting patients or disabled persons
    • A61G7/05Parts, details or accessories of beds
    • A61G7/057Arrangements for preventing bed-sores or for supporting patients with burns, e.g. mattresses specially adapted therefor
    • A61G7/05784Arrangements for preventing bed-sores or for supporting patients with burns, e.g. mattresses specially adapted therefor with ventilating means, e.g. mattress or cushion with ventilating holes or ventilators

Description

DESCRIZIONE del brevetto per invenzione
Avente per titolo:
DISPOSITIVO ANTIDECUBITO, LETTO ANTIDECUBITO, METODO DI REALIZZAZIONE DI MATERASSO ANTIDECUBITO
DESCRIZIONE
Campo Tecnico
La presente invenzione riguarda un dispositivo antidecubito, un letto comprendente un dispositivo antidecubito e un metodo di realizzazione di un materasso antidecubito.
Tecnica anteriore
È noto il ricorso a speciali materassi antidecubito nel campo del trattamento di pazienti allettati con ridotta mobilità o completa immobilità, ad esempio a seguito di infortuni, operazioni chirurgiche, gravi malattie o patologie. A causa della riduzione del flusso sanguigno dovuta alla prolungata compressione meccanica di alcune zone del corpo del paziente in prossimità della superficie di appoggio sul letto si può verificare l’insorgenza di necrosi, lacerazioni e ulcere note come "piaghe da decubito". Il materasso antidecubito ha come scopo quello di prevenire o quanto meno ridurre l’effetto e l’insorgenza di piaghe da decubito o lesioni che si manifestano nei pazienti costretti a restare a letto per lunghi periodi di tempo.
Alcune delle soluzioni della tecnica anteriore si riferiscono alla fornitura di materassi pneumatici a bassa pressione continua oppure alternata che causano un movimento del paziente sul letto mediante successive fasi di gonfiaggio e sgonfiamento di differenti porzioni del materasso. Ad esempio, nel caso di materassi a pressione alternata, la superficie del materasso è composta da celle ermetiche riempite d’aria che si gonfiano in modo alternato a seguito della gestione da parte di un sistema computerizzato. Viene indotta una movimentazione della superficie del materasso in modo ciclico, indipendentemente dalla presenza dell’utilizzatore o della posizione dell’utilizzatore sul materasso. La riduzione della pressione di contatto è assicurata per almeno metà della durata del ciclo di funzionamento con una alternanza di fasi di compressione e fasi di decompressione. Ad esempio, nel caso di materassi a cessione d’aria, sono presenti superfici composte da celle in materiale sintetico a coefficiente elevato di permeabilità. Le celle sono riempite d’aria che consentono la fuoriuscita passiva d’aria per mezzo di un compressore a turbina. La cessione di aria filtrata permette di contrastare la macerazione cutanea in quanto l’aria viene convogliata sul paziente.
Sono anche noti letti dotati di moduli morbidi i quali esercitano una pressione diversificata lungo lo sviluppo longitudinale del letto mediante porzioni sollevabili in corrispondenza della zona del busto e in corrispondenza della zona delle gambe.
Problemi della tecnica anteriore
Molte delle soluzioni della tecnica anteriore sono destinate ad un utilizzo nel caso in cui sia già insorto il problema delle piaghe da decubito e sono inadatte a prevenirne efficacemente la formazione.
Infatti le soluzioni della tecnica anteriore sono destinate solo ad uno scopo terapeutico e non ad uno scopo preventivo, contrariamente alla soluzione realizzata secondo la presente invenzione che è adatta sia a scopo terapeutico che a scopo di prevenzione della insorgenza delle piaghe da decubito risultando quindi efficace e costituendo un valido ausilio adatto alle più disparate tipologie di pazienti che sono soggetti a temporanei o prolungati periodi di totale o parziale immobilizzazione.
Le soluzioni della tecnica anteriore, in generale, sono molto costose tanto da limitarne l’uso a situazioni di pazienti in cui le piaghe da decubito sono già presenti, mentre la soluzione inventiva, risultando notevolmente più economica, consente una più ampia diffusione sia a livello di struttura di degenza o cura sia a livello domestico come dispositivo di prevenzione della insorgenza delle piaghe da decubito, con notevoli benefici sui soggetti a temporanei o prolungati periodi di totale o parziale immobilizzazione.
Ad esempio le soluzioni che prevedono il ricorso a soli materassi pneumatici non sono in grado di garantire un efficace distacco del paziente dal letto nelle zone di contatto ma si limitano in genere a creare delle variazioni di pressione in alcune zone. Ulteriormente il ricorso a soluzioni che sfruttano solo materassi dotati di zone selettivamente o consecutivamente gonfiabili può comportare anche l’insorgenza di ulteriori problemi dovuti allo spostamento della superficie di appoggio del paziente o delle lenzuola con conseguente insorgenza di fenomeni di attrito tra le lenzuola ed il corpo del paziente che possono a loro volta provocare delle lesioni o causare dolori nelle zone già interessate da piaghe da decubito.
Le soluzioni della tecnica anteriore costituite da materassi a pressione alternata, pur permettendo una buona terapia delle lesioni da decubito, sono soggette a un rischio di foratura relativamente alto delle celle gonfiabili e sgonfiabili. Tali soluzioni sono inoltre rumorose e hanno un costo elevato di acquisto, costi elevati di gestione, manutenzione, sanificazione. Inoltre tali soluzioni inducono un indesiderato riscaldamento della superficie cutanea.
Le soluzioni della tecnica anteriore costituite da materassi a cessione d’aria, pur garantendo una minima cessione d’aria nelle zone dove l’utilizzatore non esercita alcuna pressione, sono soggette a problematiche relativamente alla occlusione dei micro-fori presenti sul materasso a seguito della pressione esercitata dal peso dell’utilizzatore. La fuoriuscita dell’aria è solo passiva nel senso che viene ceduta verso l’utilizzatore parte dell’aria che viene utilizzata per mantenere in condizione gonfiata il materassino. Tali soluzioni sono inappropriate per la gestione della macerazione cutanea, della temperatura corporea. Tali soluzioni sono inoltre rumorose ed hanno un costo elevato di acquisto, costi elevati di gestione, manutenzione, sanificazione.
Le soluzioni della tecnica anteriore possono costituire un ostacolo all’intervento in condizioni di emergenza nel caso di problematiche relative ad un arresto cardiopolmonare in quanto la presenza di celle gonfie d’aria, come ad esempio nel caso di materassi a pressione alternata, costituisce un ostacolo alla attuazione di procedure di rianimazione cardiopolmonare (CPR) in condizioni di urgenza e si rende necessaria la rimozione del materasso antidecubito prima di poter eseguire l’intervento, con la conseguenza che si perde tempo prezioso e si possono introdurre ulteriori fattori di scompensazione e problematiche di gestione da parte del personale ospedaliero, che spesso, in numero ridotto, deve fronteggiare situazioni di arresto cardiopolmonare in pazienti obesi e quindi di estremamente difficile movimentazione.
Materassi di tipo tradizionale, eventualmente di tipo ortopedico, come ad esempio materassi a molle, ad acqua, ad aria, in schiuma, in gel, sono caratterizzati da una staticità rispetto alla posizione assunta dall’utilizzatore e, conseguentemente, a seguito della presenza di una superficie che rimane statica, cioè senza movimento attivo, non sono in grado di condizionare la ridistribuzione della pressione applicata.
Scopo dell’invenzione
Lo scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo antidecubito comprendente un materasso antidecubito e un letto dotato di tale dispositivo antidecubito con migliorata efficienza che consentano una efficace azione sul corpo dell’utilizzatore anche nelle configurazioni in cui una o più porzioni del piano di appoggio del materasso sono parzialmente sollevate o piegate rispetto a una condizione in cui il piano di appoggio del materasso è orizzontale.
Ulteriore scopo della presente invenzione è di fornire un dispositivo antidecubito che consenta la prevenzione della insorgenza di piaghe da decubito.
Ulteriore scopo della presente invenzione è di fornire un metodo di realizzazione di un materasso antidecubito.
Concetto dell’invenzione
Lo scopo viene raggiunto con le caratteristiche delle rivendicazioni principali. Le sottorivendicazioni rappresentano soluzioni vantaggiose.
Effetti vantaggiosi dell’invenzione
La soluzione in conformità con la presente invenzione, attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato e non trascurabile progresso tecnico, presenta diversi vantaggi.
La soluzione inventiva consente di ottenere una ossigenazione e un trattamento in loco delle ferite, di qualsiasi natura essere siano, controllando e contrastando attivamente la macerazione cutanea.
Vantaggiosamente la soluzione inventiva consente anche il controllo del microclima cutaneo del corpo in appoggio permettendo una naturale traspirazione della cute, contrastandone attivamente la macerazione.
Vantaggiosamente la soluzione inventiva risulta economica consentendo la fornitura di materassi antidecubito di tipo usa e getta e mono paziente, a vantaggio dell’igiene delle postazioni di degenza di tipo pubblico. La caratteristica di economicità consente di favorire una elevata diffusione a fini preventivi delle patologie relative all’allettamento o ridotta mobilità, con una più capillare distribuzione rispetto alle soluzioni della tecnica anteriore che sono costose e/o poco funzionali oltre che inadatte a una diffusione puntuale all’interno di reparti ospedalieri e di strutture di degenza. La caratteristica di economicità consente di favorire ulteriormente la diffusione del dispositivo inventivo sia in ambito ospedaliero sia in ambito domestico.
Vantaggiosamente la soluzione inventiva agisce a stretto contatto con la cute del paziente e, nella terapia della lesione da decubito, stimola la vascolarizzazione, assicurando un miglior afflusso di ossigeno e sostanze nutritive nella zona lesa, a differenza delle soluzioni note attualmente presenti sul mercato, non efficaci allo scopo. In questo modo, si determina un’attivazione della ferita, che favorisce quindi la completa guarigione da patologie clinicamente e socialmente rilevanti.
In generale la soluzione inventiva consente di ottenere una efficace azione di ventilazione forzata, una evaporazione, una traspirazione cutanea ottimale che impedisce eventuali ristagni di umidità sulla cute prevenendone la macerazione; una ossigenazione dei tessuti che induce una maggiore irrorazione sanguigna delle aree a contatto e/o soggette a potenziali problemi di decubito
Ulteriormente la soluzione inventiva consente di ottenere per il paziente allettato condizioni di igiene migliorate con riferimento alla prevenzione di fenomeni di umidità eccessiva localizzata, facilitando al tempo stesso i movimenti del paziente.
Vantaggiosamente la soluzione inventiva consente di prevenire o quanto meno ridurre l’incidenza di lesioni da decubito permettendo di contenere sensibilmente l’attuale costo a carico dei servizi sanitari per la gestione del problema delle piaghe da decubito che, ad esempio, in Italia interessano un numero di persone dell’ordine di 2 milioni
Nella soluzione combinata di materasso e letto, vantaggiosamente si consente l’ottenimento di un movimento continuo dell’utilizzatore con controllo e regolazione di vari parametri prevenendo l’insorgenza di piaghe da decubito tanto da non essere limitato a un utilizzo nel caso in cui le piaghe da decubito siano già presenti ma anche come dispositivo di prevenzione. In particolare la soluzione inventiva consente il controllo e la regolazione di uno o più parametri selezionati tra umidità nelle zone di contatto tra utilizzatore e dispositivo con azione di controllo evitando ristagni e accumuli di umidità, pressione nelle zone di appoggio dell’utilizzatore sul dispositivo con azione di controllo per favorire un suo riposizionamento o limitare gli effetti di un prolungato appoggio statico nella medesima posizione, temperatura corporea dell’utilizzatore con azione di controllo per favorire una condizione confortevole, livello di ossigenazione nelle zone di contatto tra utilizzatore e dispositivo con azione di controllo per contrastare condizioni sfavorevoli, presenza di necrosi o lesioni, movimento dell’utilizzatore.
Nella soluzione combinata di materasso e carrozzina, vantaggiosamente si consente l’ottenimento di un movimento continuo dell’utilizzatore con controllo e regolazione dei parametri di umidità evitando ristagni e accumuli di umidità prevenendo l’insorgenza di piaghe da decubito tanto da non essere limitato ad un utilizzo nel caso in cui le piaghe da decubito siano già presenti ma anche come dispositivo di prevenzione.
Il dispositivo inventivo vantaggiosamente consente di praticare la rianimazione cardiopolmonare (CPR) in condizioni di urgenza in quanto, contrariamente alle soluzioni della tecnica anteriore il dispositivo inventivo non è dotato di celle gonfie d’aria e non necessita di sgonfiare le celle o spostare il paziente su altra superficie rigida, come ad esempio nel caso di materassi a pressione alternata. Conseguentemente il dispositivo inventivo costituisce un supporto di minimo spessore che non necessita di essere rimosso per eseguire la manovra di rianimazione cardiopolmonare in urgenza perché di fatto l’utilizzatore si trova già su una superficie essenzialmente o sufficientemente rigida che è un pre-requisito necessario per poter eseguire la rianimazione cardiopolmonare. Questo permette al personale di poter agire tempestivamente senza ulteriori manipolazioni o spostamenti dell’utilizzatore del dispositivo nel caso di insorgenza di problematiche relative ad un arresto cardio-respiratorio.
Definizioni
Con il termine materiale 3D si intende indicare un materiale o un tessuto o un tessuto non tessuto avente una struttura interna alveolare in cui sostanzialmente la maggior parte della superficie con cui un corpo esterno può entrare in contatto e/o la maggior parte del suo volume interno è costituito da spazi occupati da aria, comunemente detti spazi vuoti.
Descrizione dei disegni
Viene di seguito descritta una soluzione realizzativa con riferimento ai disegni allegati da considerarsi come esempio non limitativo della presente invenzione in cui:
Fig. 1 rappresenta una vista prospettica del dispositivo antidecubito realizzato in conformità con la presente invenzione.
Fig. 2 rappresenta una vista prospettica del dispositivo antidecubito di Fig. 1 in cui si sono sezionate e rimosse alcune porzioni del materasso del dispositivo antidecubito.
Fig.3 rappresenta una vista laterale del dettaglio indicato con “A” in Fig.2.
Fig.4 rappresenta una vista laterale del dettaglio indicato con “B” in Fig.2.
Fig. 5 rappresenta una vista schematica di uno dei componenti del dispositivo antidecubito inventivo illustrante alcuni dei dispositivi sensori applicati.
Fig. 6 rappresenta una vista schematica di uno dei componenti del dispositivo antidecubito inventivo illustrante alcuni dei dispositivi sensori applicati.
Fig. 7 rappresenta una vista schematica di uno dei componenti del dispositivo antidecubito inventivo illustrante alcuni dei dispositivi sensori applicati.
Fig. 8 rappresenta una vista prospettica del letto antidecubito dotato del dispositivo antidecubito realizzato in conformità con la presente invenzione.
Fig.9 rappresenta una vista schematica in sezione del letto antidecubito di Fig.8. Fig.10, Fig.11, Fig.12, Fig.13, Fig.14, Fig.15, Fig.16 rappresentano una sequenza operativa per la realizzazione del materasso del dispositivo antidecubito realizzato in conformità con la presente invenzione.
Fig.17 rappresenta una vista prospettica di una differente forma di realizzazione di uno dei componenti del dispositivo antidecubito inventivo in cui si sono sezionate e rimosse alcune porzioni del dispositivo.
Fig. 18 e Fig.19 rappresentano schematicamente una possibile forma di realizzazione di un componente di visualizzazione del dispositivo antidecubito realizzato in conformità con la presente invenzione.
Fig. 20 rappresenta schematicamente una possibile forma di realizzazione di una struttura interna di un supporto in materiale 3D.
Fig. 21 rappresenta schematicamente una possibile forma di realizzazione di un sistema di applicazione in maniera rimovibile di sensori per acquisizione.
Descrizione dell’invenzione
La presente invenzione si riferisce (Fig. 1, Fig. 2) a un dispositivo antidecubito (1) comprendente un materasso (2) antidecubito, a un (Fig. 8, Fig. 9) letto (13) comprendente il dispositivo antidecubito (1) e a un processo (Fig. 10, Fig. 11, Fig.12, Fig.13, Fig. 14, Fig. 15, Fig.16) di realizzazione di un materasso antidecubito. In particolare dispositivo antidecubito (1) comprendente un materasso (2) antidecubito del tipo a terapia attiva.
Il materasso (2) comprende (Fig.10, Fig.11, Fig.12, Fig.13, Fig.14, Fig.15, Fig.16) almeno un primo supporto (44) all’interno del quale è alloggiato un sistema di passaggi tubolari (9) ciascuno dotato di una serie di fori (10) di uscita per l’uscita di (Fig. 9) un flusso (14) di un fluido gassoso. Il sistema di passaggi tubolari (9) permette una distribuzione, in maniera puntuale e uniforme, del fluido gassoso al di sotto (Fig. 9) di un utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1), come ad esempio un paziente allettato o in carrozzina con ridotta mobilità o completa immobilità, ad esempio a seguito di infortuni, operazioni chirurgiche, gravi malattie o patologie, vecchiaia. Il fluido gassoso potrà essere ad esempio selezionato tra aria prelevata dall’ambiente, miscela di aria più ossigeno aggiuntivo, miscele di vari gas, un gas in pressione prelevabile da prese a muro di una struttura di degenza.
Il primo supporto (44) è preferibilmente realizzato a partire da un materiale 3D. Con il termine materiale 3D si intende indicare un materiale o un tessuto o un tessuto non tessuto avente una struttura interna alveolare (Fig. 20) in cui sostanzialmente la maggior parte della superficie con cui un corpo esterno può entrare in contatto e/o la maggior parte del suo volume interno è costituito da spazi occupati da aria, comunemente detti spazi vuoti. Il materiale 3D con struttura interna alveolare è caratterizzato da una struttura interna a rigidità variabile ma che permette con l’utilizzo di pochissimo materiale di sostenere pesi anche elevati. Grazie all’utilizzo di questo materiale, l’utilizzatore è maggiormente in contatto con gli spazi vuoti del materiale invece che con gli spazi pieni del materiale stesso, favorendo una riduzione dei punti di contatto tra cute dell’utilizzatore ed il primo supporto (44).
Il sistema di passaggi tubolari (9) comprende, quindi almeno un passaggio tubolare (9), preferibilmente una serie di passaggi tubolari (9).
In una forma di realizzazione meno preferita della presente invenzione il passaggio tubolare (9) può essere realizzato in forma di una serpentina in modo tale che ci sia un unico passaggio tubolare. Nella forma di realizzazione preferita della presente invenzione, invece, sono presenti più passaggi tubolari (9) i quali potranno essere alimentati con il flusso (14) di fluido gassoso in parallelo e in modo uniforme oppure potranno essere controllati in modo indipendente, in modo tale da creare delle zone a maggior soffiaggio e delle zone a minor soffiaggio eventualmente controllabili in modo indipendente le une dalle altre.
Il passaggio tubolare (9) è inserito all’interno del primo supporto (44) in modo tale che, dall’esterno del primo supporto (44), sia accessibile una rispettiva prima estremità dotata di un ingresso (55) per adduzione del flusso (14) di fluido gassoso all’interno del passaggio tubolare (9). Il passaggio tubolare (9) è preferibilmente dotato (Fig. 4) di una terminazione (56) la quale sigilla una seconda estremità di terminazione del passaggio tubolare (9), la seconda estremità di terminazione essendo opposta rispetto alla prima estremità sulla quale è presente l’ingresso (55), la terminazione (56) sigillante la seconda estremità di terminazione in modo tale che il flusso (14) di fluido gassoso immesso all’interno del passaggio tubolare (9) fuoriesce solamente dalla serie di fori (10) di uscita per generare il flusso (14) di fluido gassoso con un orientamento verso l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1) che si trova in disteso o seduto sul materasso (2) antidecubito.
Il flusso (14) di un fluido gassoso è immesso mediante un sistema di circolazione forzata, entra nei passaggi tubolari (9) tramite l’ingresso (55), attraversa i passaggi tubolari (9), fuoriesce dai fori (10) secondo la direzione con un orientamento verso l’utilizzatore (54), attraversa una porzione di primo supporto (44) e infine raggiunge l’utilizzatore (54) garantendo l’ossigenazione e il trattamento in loco delle ferite di qualsiasi natura essere siano, controllando e contrastando attivamente la macerazione cutanea.
Il sistema di circolazione forzata comprende (Fig. 1, Fig. 2, Fig. 8) un soffiatore (6) alimentato per mezzo di un alimentatore (7). Il soffiatore (6) è configurato per generare il flusso (14) di fluido gassoso che viene immesso entro una tubazione (5) di uscita e che viene distribuito all’ameno un passaggio tubolare (9). Nella soluzione preferita della presente invenzione è presente un distributore di flusso (4) il quale distribuisce il flusso (14) di fluido gassoso dalla tubazione (5) di uscita verso la serie di passaggi tubolari (9). Eventualmente il distributore di flusso (4) potrà essere dotato di elettrovalvole o dispositivi di parzializzazione comandabili in modo tale da poter regolare il flusso (14) di fluido gassoso entro ciascun passaggio tubolare (9) della serie di passaggi tubolari (9) in modo indipendente, ad esempio in funzione di parametri di controllo gestiti da una unità di elaborazione (20) sulla base di segnali provenienti da uno o più sensori (16, 24, 28) del dispositivo antidecubito (1). Alternativamente si potranno prevedere più soffiatori (6), ciascuno dei quali afferente ad uno o più passaggi tubolari (9) disposti in differenti sezioni del primo supporto (44) del materasso (2). Il soffiatore (6) è preferibilmente alimentato tramite ventole di aerazione di tipo silenzioso o a basso rumore che forzano il passaggio del flusso (14) di fluido gassoso che viene immesso entro la tubazione (5) di uscita in modo tale che il flusso (14) di fluido gassoso, dopo essere stato distribuito dalla serie di passaggi tubolari (9), fuoriesce dalla serie di fori (10) di uscita esattamente al di sotto dell’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1) che si trova in disteso o seduto sul materasso (2) antidecubito, in particolare, dove l’utilizzatore (54) è in condizione di appoggio, condizione che può ad esempio essere rilevata sulla base di segnali provenienti da uno o più sensori (16, 24, 28) del dispositivo antidecubito (1).
Il motivo di questa scelta tecnica relativa alla introduzione di aria forzata all’interno della serie di passaggi tubolari (9) risponde all’esigenza di evitare in maniera attiva l’insorgenza di eventuali fenomeni di macerazione della cute. Vantaggiosamente il primo supporto (44) del materasso (2) è ricavato da un materiale 3D avente una struttura poco comprimibile così ottenendo vantaggiosamente un apporto maggiormente efficace di fluido gassoso, come ad esempio aria, ossigeno o miscele di vari gas, anche al di sotto delle aree cutanee che sono in appoggio e che quindi esercitano una pressione sul materasso sottostante, garantendo in tal modo il miglior controllo del microclima cutaneo del corpo dell’utilizzatore (54) in appoggio sul primo supporto (44) del materasso (2), permettendo la naturale traspirazione della cute, contrastando attivamente l’insorgenza di eventuali fenomeni di macerazione o contribuendo alla risoluzione di eventuali fenomeni di macerazione già in atto. Dal momento che il primo supporto (44) compreso nel materasso (2) è una struttura poco comprimibile, si garantisce che i fori (10) realizzati sulla serie di passaggi tubolari (9) rimangano aperti, assicurando la continuità del flusso (14) di fluido gassoso in ogni zona di appoggio dell’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1), indipendentemente dalle condizioni di pressione applicate per via del peso dell’utilizzatore in specifiche zone di appoggio sul primo supporto (44) del materasso (2).
Il dispositivo antidecubito (1) inventivo risulta essere un dispositivo semplice, pratico, economicamente conveniente, preferibilmente usa e getta e mono-paziente che agisce a stretto contatto con la cute del paziente e, nella terapia della lesione da decubito, stimola la vascolarizzazione, assicurando un miglior afflusso di ossigeno e sostanze nutritive nella zona lesa, a differenza dei dispositivi della tecnica anteriore che non sono altrettanto efficaci anche a causa di fenomeni di schiacciamento del relativo primo supporto che comportano una ostruzione del flusso di fluido gassoso nelle zone di appoggio dell’utilizzatore (54). Contrariamente il dispositivo antidecubito (1) inventivo garantisce un flusso (14) di fluido gassoso in ogni zona di appoggio dell’utilizzatore (54) con la conseguenza che si ottiene un effetto diretto di trattamento della ferita, favorendo, quindi, la completa guarigione da patologie clinicamente e socialmente rilevati. Di molte lesioni da decubito si può evitare il peggioramento; di molte altre, è possibile invece la prevenzione. Nel caso, infatti, di cute ancora intatta, il dispositivo antidecubito (1) svolge un’azione preventiva abbassando notevolmente il rischio di insorgenza della lesione. Diventa quindi ideale per la profilassi antidecubito.
Vantaggiosamente il dispositivo antidecubito (1) inventivo può essere utilizzato come sistema a sé stante in un letto (13) oppure può essere utilizzato sovrapposto ad un ulteriore materasso tradizionale in un letto (13) oppure può essere utilizzato come dispositivo di seduta per una carrozzina, ad esempio per pazienti tetraplegici. In tutti questi casi la sua azione di prevenzione e terapeutica viene comunque garantita. Ulteriormente la sua applicazione, grazie alla sua economicità, potrò essere estesa sia ad un ambito ospedaliero che domestico.
Le patologie clinicamente e socialmente rilevati a cui è destinato il dispositivo antidecubito (1) inventivo sono ad esempio ulcere da decubito, ulcere diabetiche, ulcere croniche di varia natura (traumatiche, vascolari, neurologiche, eccetera), ferite di varia natura (estese, trasudanti/essudanti, croniche, chirurgiche suturate, “da strada”, infette, eccetera), ustioni; patologie altamente invalidanti che costringono ad un allettamento prolungato o all’uso prolungato di sedie a rotelle come, ad esempio, fratture del bacino, fratture che interessano entrambi gli arti inferiori, fratture che interessano un arto inferiore e uno superiore che non consentono l'uso di stampelle di tipo a canna canadese, poli-traumatismi, traumi cranici con conseguente coma o paralisi (paraplegie, emiplegie, tetraplegie), traumi vertebrali con lesioni del midollo spinale (paraplegie, tetraplegie), malattie neurologiche o dei muscoli che compromettono in varia misura la motilità e quindi anche la deambulazione (sclerosi multipla, polineuriti, sclerosi laterale amiotrofica, esiti di ictus cerebrale, distrofie muscolari), stati di coma dovuti a cause non traumatiche (ictus cerebrale, anossia cerebrale da arresto cardiaco), patologie gravi di pertinenza internistica, debilitanti o relative ad anziani, che comportano compromissione delle condizioni generali con conseguente allettamento prolungato.
Grazie alle caratteristiche del primo supporto (44) realizzato in materiale di tipo “3D” con caratteristiche di bassa comprimibilità e avente una struttura interna con un’elevata percentuale di spazi vuoti rispetto a spazi pieni, si ottiene all’interno del primo supporto la presenza di una elevata quantità di aria tra primo supporto (44) e utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1) in ogni condizione di pressione applicata e, quindi, si garantisce la presenza del flusso (14) di fluido gassoso che dai fori (10) sui passaggi tubolari (9) raggiunge la cute dell’utilizzatore (54). Grazie alle caratteristiche di portanza del primo supporto (44) realizzato in materiale di tipo “3D” si ottiene anche una distribuzione praticamente uniforme della pressione di contatto nelle aree d’appoggio favorendo ulteriormente una fuoriuscita praticamente uniforme del flusso (14) di fluido gassoso.
Preferibilmente (Fig. 2), ma non necessariamente, la serie di passaggi tubolari (9) è suddivisa in almeno due sezioni, delle quali una prima sezione (11) è relativa alla zona di schiena/bacino/coscia dell’utilizzatore (54) e una seconda sezione (12) è relativa alla zona di polpaccio/caviglia dell’utilizzatore (54). Opzionalmente si potrà prevedere ulteriormente la presenza di una terza sezione relativa alla zona di testa/spalle dell’utilizzatore (54). Con riferimento al soffiatore (6) che genera il flusso (14) di fluido gassoso, si potrà prevedere che il dispositivo (1) antidecubito comprenda un sistema di regolazione dell’intensità del flusso (14) di un fluido gassoso il quale è atto a regolare l’intensità del flusso (14) di fluido gassoso del primo gruppo di passaggi tubolari (9) della prima sezione (11) in modo indipendente rispetto alla intensità del flusso (14) di fluido gassoso del secondo gruppo di passaggi tubolari (9) della seconda sezione (12).
Il soffiatore (6) comprende preferibilmente un sistema di ventole, il quale è realizzato con una o più ventole. La tipologia scelta è preferibilmente un soffiatore radiale. Ad esempio il soffiatore (6) potrà essere di tipo radiale con segnale di regolazione della portata. In generale il soffiatore (6) potrà avere portata in un ambito compreso tra 0.20 m<3>/minuto e 1.50 m<3>/minuto, preferibilmente in un ambito compreso tra 0.25 m<3>/minuto e 1.00 m<3>/minuto, ancor più preferibilmente in un ambito compreso tra 0.40 e 0.58 m<3>/minuto, i valori forniti essendo corrispondenti a condizioni ambientali a pressione atmosferica. Il flusso d’aria in ingresso è preferibilmente assiale, il flusso d’aria in uscita è preferibilmente radiale. Il peso della girante è preferibilmente in un ambito tra 0.01 kg a 1 kg, preferibilmente in un ambito tra 0.05 kg a 0.5 kg.
Ad esempio il soffiatore (6) potrà avere dimensioni in un ambito compreso tra 1 mm a 200 mm, preferibilmente dimensioni con larghezza inferiore a 80 mm, altezza inferiore a 75 mm, profondità inferiore a 60 mm. Preferibilmente il peso del soffiatore (6) è inferiore a 0.5 kg, ancor più preferibilmente inferiore a 0.30 kg. Il rumore massimo prodotto dal soffiatore (6) in corrispondenza del punto di lavoro nominale è preferibilmente compreso in un ambito tra 1 dB a 60 dB, preferibilmente tra 3 dB a 50 dB.
In una forma di realizzazione il dispositivo antidecubito (1) comprende ulteriormente un sistema di regolazione della temperatura del fluido gassoso del flusso (14) di fluido gassoso, garantendo l’omeostasi di umidità e temperatura. Ad esempio la regolazione della temperatura del fluido gassoso del flusso (14) di fluido gassoso potrà essere realizzata tramite una unità di condizionamento del fluido gassoso in uscita dal soffiatore (6). L’unità di condizionamento dell’aria potrà essere una unità separata oppure integrata nel soffiatore (6). L’unità di condizionamento del fluido gassoso potrà essere una unità adatta a realizzare sia raffrescamento che riscaldamento del fluido gassoso in uscita dal soffiatore (6). Ad esempio il riscaldamento potrà avvenire mediante resistenze di riscaldamento ed il raffreddamento potrà venire mediante celle di tipo Peltier o altri sistemi equivalenti. Si potranno prevedere ambiti di temperatura del fluido gassoso in uscita dalla unità di condizionamento entro un ambito da 15 gradi a 50 gradi, preferibilmente in un ambito da 25 a 40 gradi. La temperatura ottimale potrà essere impostata ad esempio sulla base di una temperatura ideale obiettivo per la temperatura dell’utilizzatore, la quale potrà ad esempio essere impostata sulla base di esigenze cliniche dell’utilizzatore fornite dal personale medico il quale può stabilire il ricorso a particolari temperature di emissione del flusso (14) di fluido gassoso per ottenere una azione esterna di stabilizzazione dell’utilizzatore anche nei casi di soggetti sottoposti a pratiche di terapia intensiva. Grazie alla presenza del sistema di regolazione della temperatura si possono vantaggiosamente compensare variazioni di temperatura dell’utilizzatore. Ad esempio il soffiatore (6) potrà incorporare un sistema di riscaldamento dell’aria, eventualmente disattivabile e dotato di sistema anti-surriscaldamento il cui controllo viene effettuato tramite l’unità di elaborazione (20) in funzione di segnali provenienti da uno o più sensori (16, 24, 28) del dispositivo antidecubito (1). L’unità di elaborazione (20), sebbene rappresentata come unità separata a sé stante, sarà preferibilmente integrata in uno dei componenti del dispositivo antidecubito (1), come ad esempio entro il corpo del soffiatore (6) al fine di ridurre il numero di componenti del sistema.
La serie di passaggi tubolari (9) potrà comprendere differenti numeri di passaggi tubolari (9) disposti secondo una conformazione longitudinale, trasversale oppure mista longitudinale/ trasversale internamente al primo supporto (44). Preferibilmente i passaggi tubolari (9) sono disposti parallelamente l’uno rispetto all’altro, trasversalmente rispetto al primo supporto (44) del materasso (2), cioè nel senso della larghezza del materasso (2). A titolo esemplificativo, la serie di passaggi tubolari (9) potrà comprendere 12 passaggi tubolari (9) ma sarà evidente che i passaggi tubolari (9) potranno essere previsti in numero anche superiore o inferiore a 12.
Ciascun passaggio tubolare (9) potrà avere dimensioni in sezione con diametro compreso in un ambito tra 0.01 mm e 50 mm, preferibilmente in un ambito tra 0.1 mm e 20 mm. Ciascun passaggio tubolare (9) potrà avere una lunghezza in un ambito tra 1 cm e 500 cm, preferibilmente in un ambito tra 10 cm e 250 cm. Ciascun passaggio tubolare (9) potrà avere un numero di fori (10) di uscita del flusso (14) di fluido gassoso compreso in un ambito tra 1 e 500, preferibilmente tra 2 e 100. Ciascun foro (10) potrà avere dimensioni in sezione con diametro compreso in un ambito tra 0.05 mm e 10 mm, preferibilmente in un ambito tra 0.1 mm e 8 mm.
Ciascun passaggio tubolare (9) è preferibilmente dotato (Fig. 3) di un ingresso (55) collegabile o collegato a un condotto (3) di adduzione del flusso (14) di fluido gassoso. In una forma di realizzazione il condotto (3) e il passaggio tubolare (9) sono un corpo unico, ma possono anche essere due elementi distinti reciprocamente innestabili l’uno con l’altro. Ciascun passaggio tubolare (9) è preferibilmente dotato (Fig.4) di una porzione di terminazione (56) la quale è chiusa e blocca il flusso (14) di fluido gassoso forzandolo ad uscire solo attraverso i fori (10). Ciascun passaggio tubolare (9) è inserito entro una sede di inserzione (8) ricavata entro lo spessore del primo supporto (44) del materasso (2).
Ciascun passaggio tubolare (9) è collegato a un distributore di flusso (4) il quale distribuisce il flusso (14) di fluido gassoso dalla tubazione (5) di uscita del soffiatore (6) verso la serie di passaggi tubolari (9). La tubazione (5) di uscita potrà avere dimensioni in sezione con diametro compreso in un ambito tra 0.01 mm e 50 mm, preferibilmente in un ambito tra 0.1 mm e 20 mm con lunghezza in un ambito tra 1 cm e 500 cm preferibilmente in un ambito tra 10 cm e 250 cm.
I passaggi tubolari (9) sono preferibilmente elementi flessibili ottenuti per estrusione e potranno essere realizzati in silicone, PVC, PVC privo di emissioni di pftalati o altre sostanze, PVC AM22M e PVC AM956. I passaggi tubolari (9) sono preferibilmente realizzati in PVC, ancor più preferibilmente in PVC adatto ad applicazioni di tipo medicale che non rilascia pftalati. Un esempio di componenti in commercio adatto per utilizzo come componente per i passaggi tubolari (9) è il prodotto della ModenPlast denominato con il nome commerciale RB5/M NDG che corrisponde a passaggi tubolari aventi dimensioni con diametro interno di 4.8 mm e diametro esterno di 6.8 mm.
Con riferimento al distributore (4), tale componente potrà essere, ad esempio, un componente ricavato per stampaggio a iniezione realizzato in silicone, PVC, PVC privo di emissioni di pftalati o altre sostanze, PVC AM22M e PVC AM956. Il distributore (4) è preferibilmente realizzato in PVC, ancor più preferibilmente in PVC adatto ad applicazioni di tipo medicale che non rilascia pftalati. Un esempio di componente di commercio adatto per utilizzo come componente per il distributore (4) è il prodotto della TPV Compound denominato con il nome commerciale PVC AM22W17 CRY che corrisponde a un multi-connettore a 12 vie.
Con riferimento alla tubazione (5), tale componente potrà essere ad esempio un componente ricavato per stampaggio a iniezione realizzato in silicone, PVC, PVC privo di emissioni di pftalati o altre sostanze, PVC AM22M e PVC AM956. La tubazione (5) è preferibilmente realizzata in PVC, ancor più preferibilmente in PVC adatto ad applicazioni di tipo medicale che non rilascia pftalati. Un esempio di componente di commercio adatto per utilizzo come componente per la tubazione (5) è il prodotto della ModenPlast denominato con il nome commerciale PVC RB4 che corrisponde a una tubazione avente dimensioni con diametro interno di 20 mm e diametro esterno di 24 mm.
Con riferimento al primo supporto (44), tale componente potrà essere ad esempio un componente ricavato da un materiale 3D avente una struttura interna con un’elevata percentuale di spazi liberi o vuoti rispetto a spazi pieni. Ad esempio il materiale 3D potrà avere la struttura interna a rete alveolare di sostegno con un rapporto tra volume occupato da spazi liberi rispetto al volume complessivo del primo supporto (44) in un ambito da 0.50 a 0.95, preferibilmente da 0.70 a 0.90. Ad esempio si potrà ricorrere ad un materiale del primo supporto (44) avente rapporto tra volume occupato da spazi liberi rispetto al volume complessivo pari a 0.85. In generale il primo supporto (44) potrà avere spessori minimi di 10 mm e arrivare fino a valori di spessore anche pari a 100 mm. In generale il rapporto tra il volume interno costituito dalla struttura interna alveolare di sostegno e il volume interno costituito da spazi liberi è molto minore di 1.
Un esempio di componente di commercio adatto per utilizzo come componente per la realizzazione del primo supporto (44) è il prodotto della Essedea GmbH & Co. KG denominato con il nome commerciale 3DEA 303031 avente come caratteristiche tecniche le seguenti: materiale di realizzazione poliestere al 100%, spessore tra 20 e 22 mm, peso dell’ordine di 1.5 kg per ogni metro quadro di prodotto, durezza alla penetrazione [indentation hardness] secondo potenza standard al 40% in conformità a norma DIN EN ISO 53579, Parte 1, stampo di penetrazione con diametro 112.8 mm] 150 N /- 10 N, permeabilità all’aria [misurata in conformità alla norma DIN EN ISO 9327] con soffio laterale [with side blow] 2355 mm/s e senza soffio laterale [without side blow] 1032 mm/s, deformazione a compressione [misurata in conformità alla norma DIN EN ISO 1856] dopo 10 minuti con peso di 17 kg 0.15% / dopo 60 minuti con peso di 17 kg 0.65% / dopo 24 ore con peso di 17 kg 3.87% / dopo 10 minuti con peso di 62 kg 1.33% / dopo 60 minuti con peso di 62 kg 4.08% / dopo 24 ore con peso di 62 kg 24.13%.
Un esempio di componente di commercio alternativo adatto per utilizzo come componente per la realizzazione del primo supporto (44) è il prodotto della Essedea GmbH & Co. KG denominato 3DEA 303021 avente le seguenti caratteristiche tecniche: materiale di realizzazione poliestere al 100%, spessore tra 20 e 22 mm, peso dell’ordine di 1.4-1.5 kg per ogni metro quadro di prodotto, durezza alla penetrazione [indentation hardness] secondo potenza standard al 40% in conformità alla norma DIN EN ISO 53579, Parte 1, stampo di penetrazione con diametro 112.8 mm, 130 N /- 10 N.
Esempi di ulteriori materiali da commercio alternativi come componenti per la realizzazione del primo supporto (44) sono i prodotti della Essedea GmbH & Co. KG denominati con i nomi commerciali 3DEA 303025, 304025, 303073, 303023, 303072, 304045, 304072.
Esempi di ulteriori materiali da commercio alternativi come componenti per la realizzazione del primo supporto (44) sono i prodotti della Muller Textil GmbH denominati con i nomi commerciali:
- T5911-2000-2000-0001 in poliestere al 100%, spessore 20 mm, peso per metro quadro di prodotto 0.690 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 4 kPa; - T5960-2000-2000-0001 in poliestere al 100%, spessore 20 mm, peso per metro quadro di prodotto 1.1 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 8 kPa.
Esempi di ulteriori materiali da commercio alternativi come componenti per la realizzazione del primo supporto (44) sono i prodotti della Tylex Letovice a.s. denominati con i nomi commerciali:
- D0098_05 in poliestere al 100%, spessore 19 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 0.88 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 8 kPa;
- D0098_02 in poliestere al 100%, spessore 18 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 1.35 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 23.1 kPa;
- D0098_03 in poliestere al 100%, spessore 20 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 1.23 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 13 kPa;
- Bedin C20 (D0028_01) in poliestere al 100%, spessore 20 mm, peso per metro quadro di prodotto 1.55 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 17 kPa; - Stretch 500 C20 (D0030_01) in poliestere al 100%, avente spessore di 20 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 1.00 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 8.7 kPa;
- Stretch 500 MC21 (D0030_02) in poliestere al 100%, avente spessore di 20 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 0.774 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 4.7 kPa.
Esempi di ulteriori materiali da commercio alternativi come componenti per la realizzazione del primo supporto (44) sono i prodotti della Pressless Gmbh denominati con i nomi commerciali:
- SAA 20 N in poliestere al 100%, spessore 20 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 1.13 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 12 kPa;
- SAA 45 N in poliestere al 100%, spessore 45.9 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 2.566 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 11.9 kPa; - SFE 30 N in poliestere al 100%, spessore 30 mm, peso per metro quadro di prodotto pari a 1.07 kg, resistenza a compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 8.7 kPa.
Le caratteristiche di alcuni dei materiali citati sono riportate nella seguente tabella.
Tabella 1: caratteristiche di materiali alternativi per il primo supporto.
*1: Durezza alla penetrazione secondo potenza standard al 40% in conformità a DIN EN ISO 53579, Parte 1, stampo di penetrazione con diametro 112.8 mm
*2: permeabilità all’aria in conformità a DIN EN ISO 9327 con soffio laterale [with side blow] *3: permeabilità all’aria in conformità a DIN EN ISO 9327 senza soffio laterale [without side blow]
*4: deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 10 min / 17 kg.
*5: deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 60 min / 17 kg.
*6: deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 24 ore / 17 kg.
*7: deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 10 min / 62 kg.
*8: deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 60 min / 62 kg.
*9: deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 24 ore / 62 kg.
In generale il materiale da utilizzarsi preferibilmente come materiale per la realizzazione del primo supporto (44) è un materiale avente una o più delle seguenti caratteristiche:
- spessore tra 18 e 60 mm, come ad esempio spessore selezionato in uno dei seguenti ambiti: tra 17 e 20 mm, tra 20 e 22 mm, tra 22 e 24 mm, tra 24 e 27 mm, tra 27 e 30 mm, tra 30 e 33 mm, tra 33 e 37 mm, tra 37 e 41 mm, tra 41 e 44 mm, tra 44 e 47 mm, tra 47 e 50 mm, tra 50 e 55 mm, tra 55 e 60 mm;
- peso per ogni metro quadro di prodotto compreso tra 0.6 e 4.0 kg, come ad esempio peso per ogni metro quadro di prodotto tra 0.6 e 1.0 kg/m<2 >oppure tra 1.0 e 1.2 kg/m<2 >oppure tra 1.2 e 1.4 kg/m<2 >oppure tra 1.4 e 1.5 kg/m<2 >oppure tra 1.5 e 1.8 kg/m<2 >oppure tra 1.8 e 1.9 kg/m<2 >oppure tra 1.9 e 2.1 kg/m<2 >oppure tra 2.1 e 2.2 kg/m<2 >oppure tra 2.2 e 2.3 kg/m<2 >oppure tra 2.3 e 2.5 kg/m<2 >oppure tra 2.5 e 2.8 kg/m<2 >oppure tra 2.8 e 2.9 kg/m<2 >oppure tra 2.9 e 3.0 kg/m<2 >oppure tra 3.0 e 3.3 kg/m<2 >oppure tra 3.3 e 3.6 kg/m<2 >oppure tra 3.6 e 3.8 kg/m<2 >oppure tra 3.8 e 4.0 kg/m<2>;
- durezza alla penetrazione [indentation hardness] secondo potenza standard al 40% in conformità a norma DIN EN ISO 53579, Parte 1, stampo di penetrazione con diametro 112.8 mm compresa tra 80 N e 450 N, come ad esempio tra 80 e 130 N, tra 130 e 170 N, tra 170 e 210 N, tra 210 e 240 N, tra 240 e 270 N, tra 270 e 310 N, tra 310 e 340 N, tra 340 e 370 N, tra 370 e 410 N, tra 410 e 440 N;
- permeabilità all’aria in conformità a DIN EN ISO 9327 con soffio laterale [with side blow] compresa tra 1800 mm/s e 2500 mm/s, come ad esempio tra 1800 e 1990 mm/s, tra 1990 e 2000 mm/s, tra 2000 e 2220 mm/s, tra 2220 e 2355 mm/s, tra 2355 e 2500 mm/s;
- deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 10 min / 17 kg compresa tra lo 0.10 e lo 0.30 %, come ad esempio tra lo 0.10 e lo 0.13%, tra lo 0.13 e lo 0.15%, tra lo 0.15 e lo 0.18%, tra lo 0.18 e lo 0.20%, tra lo 0.20 e lo 0.25%, tra lo 0.25 e lo 0.30%;
- deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 60 min / 17 kg compresa tra lo 0.50 e lo 0.90%, come ad esempio tra lo 0.50 e lo 0.59%, tra lo 0.59 e lo 0.65%, tra lo 0.65 e lo 0.80%, tra lo 0.80 e lo 0.90%;
- deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 24 ore / 17 kg compresa tra il 2.50 e il 6.00%, come ad esempio tra il 2.50 e il 3.00%, tra il 3.00 e il 3.87%, tra il 3.87 e il 4.25%, tra il 4.25 e il 5.00%, tra il 5.00 e il 6.00%;
- deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 10 min / 62 kg compresa tra lo 0.45 e il 2.50%, come ad esempio tra lo 0.45 e lo 0.59%, tra lo 0.59 e l’1.00%, tra l’1.00 e l’1.33%, tra l’1.33 e il 2.00%, tra il 2.00 e il 2.50%;
- deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 60 min / 62 kg compresa tra l’1.00 e il 6.00%, come ad esempio tra l’1.00 e l’1.56%, tra l’1.56 e il 2.00%, tra il 2.00 e il 3.00%, tra il 3.00 e il 4.08%; tra il 4.08 e il 5.00%, tra il 5.00 e il 6.00%;
- deformazione a compressione in conformità a DIN EN ISO 1856, 24 ore / 62 kg compresa tra il 10.00 e il 40.00%, come ad esempio tra il 10.00 e il 12.63%, tra il 12.63 e il 15.00%, tra il 15.00 e il 20.00%, tra il 20.00 e il 24.13%, tra il 24.13 e il 30.00%, tra il 30.00 e il 35.00%, tra il 35.00 e il 40.00%.
In una forma di realizzazione ulteriore del dispositivo antidecubito (1), il materasso (2) comprende (Fig.17), oltre al precedentemente descritto primo supporto (44), anche un secondo supporto (33) sovrapposto al primo supporto (44). Il secondo supporto (44) costituisce in questo caso un elemento che si trova inframezzato tra il primo supporto (44) e l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1). In altre parole il secondo supporto (44) è applicato sul primo supporto (44) in corrispondenza del lato di utilizzo del materasso (2). Il secondo supporto potrà ad esempio avere funzione di fornitura di un maggior comfort per l’utilizzatore mediante creazione di un maggiore spessore, ovvero funzione di imbottitura, senza però ostacolare o interferire eccessivamente con il flusso di fluido gassoso verso l’utilizzatore. Preferibilmente anche il secondo supporto (33) è realizzato in un materiale di tipo “3D”. Lo spessore del secondo supporto (33) è inferiore rispetto allo spessore del primo supporto (44) entro il quale sono alloggiati i passaggi tubolari (9). Ad esempio il secondo supporto (33) potrà avere uno spessore compreso tra 1/10 e 3/4 rispetto allo spessore del primo supporto (44). Ad esempio per un primo supporto (44) avente spessore compreso tra 10 e 60 mm si potrà utilizzare un secondo supporto (33) avente uno spessore compreso tra 1 e 45 mm. Preferibilmente il secondo supporto (33) ha uno spessore compreso tra 1 e 10 mm.
Un esempio di componente di commercio adatto per utilizzo come componente per la realizzazione del secondo supporto (33) è il prodotto della Muller Textil GmbH denominato con il nome commerciale T5683-0650-2450-0001 avente come caratteristiche tecniche le seguenti: materiale di realizzazione poliestere al 100%, spessore 6.5 mm, peso dell’ordine di 0.31 kg per ogni metro quadro di prodotto, resistenza alla compressione al 40% (DIN EN ISO 3386 / 1+2) pari a 4 kPa.
Preferibilmente il primo supporto (44) ed il secondo supporto (33) sono reciprocamente fissati l’uno all’altro. Preferibilmente ma non necessariamente il fissaggio del primo supporto (44) e del secondo supporto (33) avviene tramite incollaggio, preferibilmente tramite incollaggio con una colla avente caratteristiche di impermeabilizzazione perimetrale rispetto al passaggio dell’aria in modo che il flusso (14) di fluido gassoso sia forzato a passare attraverso il secondo supporto (33) senza disperdersi lateralmente. Ad esempio si potrà usare come colla una colla per applicazioni medicali come un collante a base di cicloesanone o similari.
Il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) potrà avere una larghezza in un ambito da 40 cm a 120 cm, preferibilmente in un ambito da 60 cm a 80 cm. Il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) potrà avere una lunghezza in un ambito da 50 cm a 250 cm, preferibilmente in un ambito da 90 cm a 220 cm.
I passaggi tubolari (9) sono inseriti all’interno del primo supporto (44) entro corrispondenti sedi (8) di inserzione che garantiscono il corretto alloggiamento dei passaggi tubolari (9) al fine di garantire che l’utilizzatore (54) non senta la presenza dei passaggi tubolari (9) al di sotto del proprio corpo e, al tempo stesso, il primo supporto (44) garantisce una rigidità alla compressione sufficiente ad evitare che il peso dell’utilizzatore (54) comprima il primo supporto (44) al punto da causare una occlusione dei passaggi tubolari (9) o dei fori (10) impedendo la corretta e prevista fuoriuscita continua del flusso (14) di fluido gassoso. La rigidità rispetto alla compressione del primo supporto (44), quindi, assicura il mantenimento di un’altezza minima garantita non inferiore al diametro esterno dei passaggi tubolari (9). In tal modo la fuoriuscita forzata di flusso (14) di fluido gassoso al di sotto dell’utilizzatore (54) è continua e garantita nel tempo, anche nelle zone di contatto con maggiore pressione localizzata.
Al tempo stesso, le caratteristiche del primo supporto (44) garantiscono che, nel caso in cui il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) venga alloggiato sopra un ulteriore presidio antidecubito esercitante una azione di movimentazione antidecubito pneumatica, meccanica o di altro tipo, il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) non costituisca un ostacolo a tale azione di movimentazione antidecubito. Si potrà quindi prevedere che il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) sia utilizzato in abbinamento a un ulteriore presidio antidecubito esercitante una azione di movimentazione antidecubito pneumatica, meccanica o di altro tipo come ad esempio un presidio antidecubito ad aria alternata, a cessione d’aria, statico, con meccanismo meccanico antidecubito. Un esempio di ulteriore presidio antidecubito utilizzabile è (Fig. 8, Fig.9) un letto (13) antidecubito dotato di una rete (57) per fissaggio a un letto (13) in cui la rete (46) è dotata di mezzi massaggianti (53, 58, 17, 47, 48, 49, 50, 51, 52).
Ad esempio (Fig.9) la rete (57) potrà essere dotata di mezzi massaggianti (53, 58, 17, 47, 48, 49, 50, 51, 52) comprendenti doghe (58) disposte una di seguito all’altra e definenti un piano di appoggio per il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1), ciascuna delle doghe (58) essendo disposta essenzialmente trasversalmente rispetto a una direzione longitudinale (59) del piano di appoggio. La rete (57) è suddivisa in più aree (35, 36, 37, 38) contigue disposte una di seguito all’altra lungo la direzione longitudinale (59). Le aree (35, 36, 37, 38) sono reciprocamente incernierate per mezzo di rispettivi punti di incernieramento (39, 40, 41) secondo una strutturazione tale che almeno alcune delle aree (35, 36, 37, 38) sono movimentabili e posizionabili secondo almeno due configurazioni delle quali una prima configurazione è una configurazione in cui le aree (35, 36, 37, 38) sono reciprocamente allineate formando il piano di appoggio e delle quali una seconda configurazione è una configurazione in cui una o più delle aree (35, 36, 37, 38) è inclinata rispetto alla porzione adiacente, le doghe (58) essendo movimentabili verticalmente mediante flessione per mezzo di almeno un albero rotante (47, 48, 49, 50) dotato di mezzi di accoppiamento (53) con le doghe (58). I mezzi massaggianti (53, 58, 17, 47, 48, 49, 50, 51, 52) comprendono un primo azionamento (51) che mette in rotazione un primo albero articolato (47, 48, 45) e un secondo azionamento (52) che mette in rotazione un secondo albero articolato (49, 50, 46). Il primo albero articolato (47, 48, 45) e il secondo albero articolato (49, 50, 46) sono reciprocamente meccanicamente scollegati e indipendenti, il primo albero articolato (47, 48, 45) movimentante una prima serie di doghe (58) che sono disposte su un primo gruppo di dette aree (35, 36) il quale è un gruppo distinto e indipendente rispetto a un secondo gruppo di dette porzioni (37, 38) comprendente una seconda serie di doghe (58) movimentate per mezzo del secondo albero articolato (49, 50, 46).
Le aree (35, 36, 37, 38) sono preferibilmente quattro aree costituite da una prima area (35), una seconda area (36), una terza area (37), una quarta area (38). La prima area (35) è una area fissa rispetto alla quale la seconda area (36) e la terza area (37) sono movimentabili, la prima area (35) costituente l’interfaccia di accoppiamento per il fissaggio della rete (57) al letto (13). Preferibilmente la prima area (35) costituisce una area fissa nel senso che essa rimane ferma durante la movimentazione delle altre aree, tale prima area (35) essendo ad esempio dotata di mezzi di fissaggio che fissano la rete (46) a una struttura del letto (13) per costituire un insieme unico e solidale. La prima area (35) potrà essere disposta in una posizione longitudinale corrispondente alla zona di appoggio dei glutei dell’utilizzatore. Preferibilmente la prima area (35) comprende un rispettivo primo telaio il quale funge da elemento di fissaggio per una serie di doghe (58). La seconda area (36) potrà essere l’area che corrisponde alla zona di appoggio della schiena e della testa dell’utilizzatore. La seconda area (36) è fissata in modo mobile su un primo lato della prima area (35) per mezzo di primi punti di incernieramento (39) i quali consentono una movimentazione di rotazione della seconda area (36) rispetto alla prima area (35), ad esempio per consentire all’utilizzatore di assumere una posizione in cui i glutei poggiano sulla prima area (35) disposta sostanzialmente orizzontalmente mentre la schiena è mantenuta inclinata rispetto alla posizione orizzontale per mezzo della azione di sostegno della seconda area (36) quando essa assume una posizione inclinata di un certo angolo rispetto alla prima area (35). Preferibilmente la seconda area (12) comprende un rispettivo secondo telaio il quale funge da elemento di fissaggio per una serie di doghe (58). La terza area (37) potrà essere l’area che corrisponde alla zona di appoggio delle cosce dell’utilizzatore. La terza area (37) è fissata in modo mobile alla prima area (35) su un secondo lato della prima area (35) opposto rispetto al primo lato della prima area sul quale è fissata la seconda area (36). La terza area (37) è fissata in modo mobile alla prima area (35) per mezzo di secondi punti di incernieramento (40) i quali consentono una movimentazione di rotazione della terza area (37) rispetto alla prima area (35), ad esempio per consentire all’utilizzatore di assumere una posizione in cui i glutei poggiano sulla prima area (35) disposta sostanzialmente orizzontalmente mentre le cosce sono mantenute inclinate rispetto alla posizione orizzontale per mezzo della azione di sostegno della terza area (37) quando essa assume una posizione inclinata di un certo angolo rispetto alla prima area (35). Preferibilmente la terza area (37) comprende un rispettivo terzo telaio il quale funge da elemento di fissaggio per una serie di doghe (58). La quarta area (38) potrà essere l’aera che corrisponde alla zona di appoggio delle gambe e dei piedi dell’utilizzatore. La quarta area (38) è fissata in modo mobile alla terza area (37) su un lato della terza area (37) opposto rispetto al lato della terza area che è fissato alla prima area (35). La quarta area (38) è fissata in modo mobile alla terza area (35) per mezzo di terzi punti di incernieramento (41) i quali consentono una movimentazione di rotazione della quarta area (38) rispetto alla terza area (37), ad esempio per consentire all’utilizzatore di assumere una posizione in cui le cosce poggiano sulla terza area (38) mentre le gambe sono mantenute inclinate rispetto alle cosce per mezzo della azione di sostegno della quarta area (38) quando essa assume una posizione inclinata di un certo angolo rispetto alla terza area (37). Preferibilmente la quarta area (38) comprende un quarto rispettivo telaio il quale funge da elemento di fissaggio per una serie di doghe (58).
La rete (57) e, quindi, il letto (13) sono dotati di attuatori che comandano la movimentazione di rotazione delle aree (36, 37, 38) sui rispettivi punti di incernieramento (39, 40, 41). Ad esempio (Fig. 2, Fig. 9) la prima area (35) della rete (57), eventualmente in combinazione con la terza area (37), potrà essere un’area corrispondente alla prima sezione (11) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) che a sua volta corrisponde alla zona di schiena/bacino/coscia dell’utilizzatore (54). Ad esempio (Fig. 2, Fig. 9) la seconda area (36) della rete (57) potrà essere un’area corrispondente alla seconda sezione (12) del dispositivo antidecubito (1) che a sua volta corrisponde alla zona di polpaccio/caviglia dell’utilizzatore (54). Ad esempio (Fig. 2, Fig. 9) la quarta area (38) della rete (57) potrà essere un’area corrispondente alla terza sezione del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) che a sua volta corrisponde alla zona di testa/spalle dell’utilizzatore (54).
Il primo albero articolato (47, 48, 45) movimenta una prima serie di doghe (58) che sono disposte su un primo gruppo di aree (35, 36) il quale è costituito dalla prima area (35) e dalla seconda area (36). Il secondo albero articolato (49, 50, 46) movimenta una seconda serie di doghe (58) che sono disposte su un secondo gruppo di aree (37, 38) il quale è costituito dalla terza area (37) e dalla quarta area (38), la quale è movimentabile rispetto alla terza area (13) a cui è fissata per mezzo del rispettivo terzo punto di incernieramento (41). Il primo albero articolato (47, 48, 45) è costituito (9) da un primo albero (47) e da un secondo albero (48) reciprocamente connessi per mezzo di un primo giunto (45) preferibilmente in forma di un primo giunto cardanico. Il secondo albero articolato (49, 50, 46) è costituito (Fig.9) da un terzo albero (49) ed un quarto albero (50) reciprocamente connessi per mezzo di un secondo giunto (46) preferibilmente in forma di un secondo giunto cardanico. Il primo albero (47) è disposto inferiormente alla prima area (35), il secondo albero (48) è disposto inferiormente alla seconda area (36), il terzo albero (49) è disposto inferiormente alla terza area (37), il quarto albero (50) è disposto inferiormente alla quarta area (38).
I mezzi di accoppiamento con le doghe (58) sono (Fig. 9) camme (53) dotate di una zona eccentrica e di una zona essenzialmente non eccentrica rispetto a un fulcro di rotazione della camma (53), la zona eccentrica e la zona essenzialmente non eccentrica essendo disposte su lati opposti rispetto al centro dell’albero rotante (47, 48, 49, 50). Le camme (53) sono messe in rotazione per mezzo dell’albero rotante (47, 48, 49, 50), ciascuna delle camme (53) essendo agganciata a una corrispondente doga (58) per mezzo di una interfaccia di accoppiamento, preferibilmente in forma di piastra. L’interfaccia di accoppiamento e la camma (53) sono configurate e strutturate in modo tale da:
- esercitare una azione di spinta con conseguente sollevamento di almeno una parte della doga (58) superiormente rispetto al piano di appoggio del materasso (2) quando la zona eccentrica è rivolta verso la doga (58) durante la rotazione della camma (53) comandata per mezzo dell’albero rotante (47, 48, 49, 50);
- esercitare una azione di trazione con conseguente abbassamento di almeno una parte della doga (58) inferiormente rispetto al piano di appoggio del materasso (2) quando la zona non eccentrica è rivolta verso la doga (58) durante la rotazione della camma (53) comandata per mezzo dell’albero rotante (47, 48, 49, 50).
L’interfaccia di accoppiamento e la camma (53) sono reciprocamente agganciate l’una all’altra. Le camme (53) sono camme a profilo eccentrico e sono disposte secondo una configurazione in cui ciascuna camma (53) della serie di camme di ciascun albero (47, 48, 49, 50) è ruotata rispetto alla camma (53) precedente o successiva di un angolo di rotazione compreso tra 50 e 70 gradi, preferibilmente approssimativamente 60 gradi. In pratica i mezzi di accoppiamento o camme (53) sono disposti lungo il primo albero articolato (47, 48, 45) e secondo albero articolato (49, 50, 46) secondo una disposizione tale da movimentare verticalmente mediante flessione le doghe (53) secondo una conformazione ad onda sinusoidale. Con la configurazione descritta si crea un’onda sinusoidale con effetto di decompressione alternata su tutte le superfici corporee. Ad esempio l’onda sinusoidale indotta potrà avere una altezza compresa tra 2 e 5 cm, preferibilmente 3 cm, tale da causare il distacco e alleviare la pressione sulle parti del corpo dell’utilizzatore.
Il movimento anti-decubito della rete (57) viene vantaggiosamente trasmesso verticalmente senza o con solo parziale attenuazione all’utilizzatore (54) che staziona al di sopra del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) disposto sulla rete (57) del letto (13). In tal modo l’utilizzatore (54) potrà godere sia dei benefici del presidio antidecubito esercitante una azione di movimentazione antidecubito pneumatica, meccanica o di altro tipo che dei benefici del dispositivo antidecubito (1) generante il flusso (14) di fluido gassoso al di sotto dell’utilizzatore (54).
Il movimento delle doghe si ripercuote sul materasso (2) del dispositivo antidecubito (1), generando, quindi, una lenta variazione dei punti di appoggio del corpo dell’utilizzatore. Questo movimento ha una duplice azione in quanto diminuisce la pressione sulle zone a rischio di insorgenza di piaghe da decubito e migliora l’irrorazione sanguigna, utile sia ai processi riparativi che alla prevenzione, senza provocare un aumento della temperatura corporea che sarebbe dannosa per le eventuali lesioni da decubito presenti.
Con riferimento al metodo di costruzione del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1), il primo supporto (44) e il secondo supporto (33), se presente, vengono preferibilmente già realizzati secondo dimensioni corrispondenti alle dimensioni finali desiderate del materasso o, alternativamente, possono essere ricavati da un foglio di dimensioni maggiori per mezzo di una fase di taglio, come ad esempio una fase di taglio al laser o una fase di taglio meccanico a cui segue preferibilmente un trattamento ad aria calda sul perimetro del primo supporto (44) e del secondo supporto (33), se presente, che impedirà alla struttura del materiale 3D di sfaldarsi.
I passaggi tubolari (9) sono inseriti all’interno del primo supporto (44) ricorrendo all’ausilio di tubi (34) internamente cavi ed essenzialmente rigidi aventi un diametro interno maggiore rispetto al diametro esterno dei passaggi tubolari (9). Il metodo di costruzione del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) prevede pertanto le seguenti fasi:
(a) predisposizione di un primo supporto (44) costituente un corpo del materasso (2) in cui il primo supporto (44) è realizzato in forma di corpo a struttura interna a rete alveolare di sostegno dotata di spazi liberi;
(b) preparazione preliminare di almeno un elemento tubolare (9) con realizzazione della serie di fori (10) di uscita del flusso (14) di fluido gassoso;
(c) ottenimento della sede (8) di inserzione mediante inserimento (Fig. 10), in corrispondenza di un primo fianco del primo supporto (44), di un tubo (34) internamente cavo ed essenzialmente rigido in modo tale che una prima estremità (42) del tubo (34) penetri (Fig. 11) entro lo spessore del primo supporto (44) fino a quando la prima estremità (42) del tubo (34) fuoriesce (Fig.12) in corrispondenza di un secondo fianco del primo supporto (44), in cui il secondo fianco è un fianco preferibilmente opposto rispetto al primo fianco di inserzione del tubo (34). Preferibilmente il tubo (34) è dotato di una prima estremità (42) chiusa e di una seconda estremità (43) aperta che rende accessibile l’interno cavo del tubo (34). La prima estremità (42) chiusa è conformata a puntale di penetrazione, ancor più preferibilmente conformata a puntale di penetrazione con punta arrotondata, permettendo al tubo (34) di farsi spazio penetrando all’interno del primo supporto (44);
(d) inserimento (Fig. 12, Fig. 13) entro il tubo (34) di uno degli elementi tubolari (9) precedentemente preparati, l’inserimento avvenendo in corrispondenza dalla seconda estremità (43) aperta del tubo (34) fino a completo inserimento (Fig. 14) dell’elemento tubolare (9) per una lunghezza di inserzione corrispondente alla lunghezza della sede (8) di inserzione ottenuta mediante inserimento del tubo (34) entro lo spessore del primo supporto (44);
(e) bloccaggio dell’elemento tubolare (9) rispetto al primo supporto (44) in una posizione di bloccaggio tale da mantenere fisso l’elemento tubolare (9) rispetto al primo supporto (44); (f) estrazione del tubo (34) dal primo supporto (44) secondo una direzione di estrazione (Fig. 15) corrispondente a quella di inserzione del tubo (34) in modo tale che l’elemento tubolare (9) viene progressivamente sfilato dal tubo (34) entro il quale è inserito fino a completa estrazione (Fig. 16) del tubo (34) dal primo supporto (44) così lasciando l’elemento tubolare (9) libero entro la sede (8) di inserzione scavata dal tubo (34);
(g) ripetizione delle fasi precedenti da (b) a (f) fino a completa inserzione del numero di elementi tubolari (9) previsti o desiderati entro il primo supporto (44).
Preferibilmente il primo fianco e il secondo fianco sono fianchi laterali del supporto, cioè i lati perimetrali lunghi del supporto, per inserimento di passaggi tubolari (9) secondo direzione di inserimento trasversale (66), ma la medesima procedura potrà essere applicata ricorrendo ai lati perimetrali corti del supporto per inserimento di passaggi tubolari (9) secondo direzione di inserimento longitudinale (59).
Mediante la procedura descritta, ciascun elemento tubolare (9) si troverà già nella posizione corretta, che verrà mantenuta automaticamente dalla struttura interna del primo supporto (44). Ad esempio, nel caso di primo supporto (44) realizzato mediante ricorso a un materiale di tipo “3D”, ciascun elemento tubolare (9) si troverà nella posizione corretta, che verrà mantenuta automaticamente dalla struttura interna composta da una fitta rete di filamenti che realizzano l’anima interna del materiale di tipo “3D”.
Preferibilmente le fasi di costruzione del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) e, preferibilmente, di ciascuno dei suoi componenti, avvengono in ambiente controllato classe ISO 8. L’assemblaggio avviene mediante incollaggio con solvente cicloesanone in camera bianca classe ISO 7 e confezionato in busta sigillata in politene.
Preferibilmente anche i passaggi tubolari vengono fissati in posizione, preferibilmente mediante il solvente cicloesanone, ad esempio, in corrispondenza della zona di entrata del passaggio tubolare entro la sede di inserzione, dopo aver sfilato il tubo in modo da non sporcare il tubo di colla.
Vantaggiosamente si prevede che il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) possa essere equipaggiato con uno o più sensori (16, 24, 28) di una o più tipologie diverse. I segnali dei sensori (16, 24, 28) vengono inviati ad almeno una unità di elaborazione (20) che elabora i segnali ricevuti al fine di regolare il flusso (14) di fluido gassoso per quanto riguarda la sua intensità, la sua temperatura, suoi parametri specifici come ad esempio umidità, eventuali percentuali di miscelazione di gas diversi componenti il fluido gassoso. I segnali dei sensori (16, 24, 28) possono anche essere usati dalla unità di elaborazione (20) che, elaborando i segnali ricevuti, genera eventuali segnalazioni di avviso o di allarme rispetto alle condizioni dell’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1).
Gli uno o più sensori (16, 24, 28) potranno essere alloggiati da soli o in combinazione (Fig. 5, Fig. 6, Fig. 7) in corrispondenza della parte superiore del materasso (2) e/o internamente al materasso e/o inferiormente al materasso (2) in modo tale da garantire il monitoraggio di parametri di controllo della unità di elaborazione (20) la quale interverrà con azioni di regolazione o segnalazione al fine di diagnosticare preventivamente l’insorgenza di lesioni da decubito attraverso il monitoraggio di parametri quali, ad esempio, la pressione in corrispondenza dell’interfaccia di contatto tra la pelle dell’utilizzatore (54) e il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1), la temperatura corporea dell’utilizzatore (54), l’umidità cutanea dell’utilizzatore (54), l’ossigenazione tissutale della pelle dell’utilizzatore (54), la necrosi cellulare della pelle dell’utilizzatore (54), alterazioni biochimiche locali della pelle dell’utilizzatore (54), sforzi di taglio e movimento dell’utilizzatore (54).
In una forma di realizzazione (Fig. 21), almeno alcuni degli uno o più sensori (16, 24, 28) sono applicati su substrato di fissaggio che è dotato di dispositivi di accoppiamento (67) per fissaggio in maniera rimovibile al primo supporto (44), il primo supporto (44) essendo dotato di corrispondenti contro-dispositivi di accoppiamento (68) per ottenimento di un accoppiamento tra substrato di fissaggio e primo supporto (44). In una forma di realizzazione i dispositivi di accoppiamento (67) e i contro-dispositivi di accoppiamento (68) sono dispositivi di accoppiamento reciproco di tipo magnetico, sebbene si possano prevedere anche altre soluzioni come ad esempio soluzioni di tipo a strappo. Il substrato di fissaggio potrà essere realizzato anche in forma di copertura di protezione dei sensori.
Ad esempio gli uno o più sensori (16, 24, 28) potranno comprendere (Fig.5) sensori di pressione (16) i quali sono atti a rilevare la pressione esercitata dal corpo dell’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) in corrispondenza delle zone di contatto del corpo dell’utilizzatore (54). I sensori di pressione (16) sono preferibilmente disposti sull’intera superficie del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) secondo una disposizione tale che i sensori di pressione (16) sono suddivisi in più settori (22) indipendenti ed indipendentemente rilevabili ed identificabili dalla unità di elaborazione (20). I segnali provenienti dai sensori di pressione (16) di ciascuno dei settori (22) vengono preferibilmente rilevati per mezzo di moduli elettronici (17<I>, 17<II>, … , 17<XIV>) i quali comunicano mediante una connessione (19) con un concentratore di dati (18) che a sua volta invia i dati concentrati dei sensori di pressione (16) alla unità di elaborazione (20) tramite un canale di comunicazione (21) che, ad esempio potrà essere un canale di comunicazione senza fili come, ad esempio, un canale di comunicazione di tipo bluetooth o similari. Sarà evidente agli esperti del settore che sono possibili molteplici architetture del sistema di sensori di pressione (16), settori (22), moduli elettronici (17<I>, 17<II>, … , 17<XIV>), concentratore di dati (18) e che la presente invenzione non è da considerarsi limitata alla particolare forma esemplificativa illustrata.
Rispetto ad un primo lato (64) del supporto (44) che è il lato del supporto (44) rivolto verso l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1), i sensori di pressione (16) sono preferibilmente posizionati (Fig. 5) su un secondo lato (65) del primo supporto (44) opposto rispetto al primo lato (64).
Preferibilmente i sensori di pressione (16) sono protetti (Fig. 5) da una copertura (63) che li rende facilmente pulibili e sanificabili. Nella forma di realizzazione preferita i sensori di pressione sono applicati mediante inserimento entro la copertura (63).
In una forma di realizzazione i sensori di pressione (16) possono essere direttamente applicati al primo supporto (44) ma in differenti forme di realizzazione i sensori di pressione (16) possono essere applicati su un substrato di fissaggio che successivamente viene applicato al primo supporto (44). Il substrato di fissaggio potrà essere realizzato anche in forma di copertura di protezione dei sensori, cioè la copertura (63) precedentemente descritta potrà fungere sia da copertura che da substrato di fissaggio dei sensori di pressione (16). Il fissaggio dei sensori di pressione (16) al substrato di fissaggio potrà avvenire ad esempio tramite una fase di laminazione o mediante strip magnetiche o più semplicemente magneti singoli. Il fissaggio del substrato al primo supporto (44) potrà avvenire mediante incollaggio oppure tramite la precedentemente descritta forma di realizzazione in cui il substrato di fissaggio (Fig. 21) è dotato di dispositivi di accoppiamento (67) per fissaggio in maniera rimovibile al primo supporto (44), il primo supporto (44) essendo dotato di corrispondenti contro-dispositivi di accoppiamento (68) per ottenimento di un accoppiamento tra substrato di fissaggio e primo supporto (44).
Preferibilmente l’insieme dei sensori di pressione (16) applicati sul primo supporto (44) è tale da coprire essenzialmente approssimativamente l’intera superficie del primo supporto (44) in modo tale che sulla base dei dati raccolti dai sensori di pressione (16) il dispositivo (1) sia in grado di generare una mappa (61) rappresentante i dati raccolti dai sensori in corrispondenza dei vari punti di acquisizione dei sensori su essenzialmente approssimativamente l’intera superficie del materasso (2).
Ad esempio, con riferimento a un materasso (2) avente dimensioni dell’ordine di 90 cm x 200 cm, la area sensibile coperta dai sensori di pressione (16) potrà essere di 90 cm x 180 cm con un numero di punti di pressione rilevati dell’ordine di 1000-2000 punti di rilevamento.
In una forma di realizzazione esemplificativa, ad esempio i sensori di pressione (16) potranno essere posizionati sul primo supporto (44) secondo una configurazione in cui i sensori di pressione (16) sono disposti su una matrice di punti di acquisizione che si estende essenzialmente approssimativamente sull’intera superficie del materasso (2) in cui la matrice di punti di acquisizione contiene un numero di punti di acquisizione disposti secondo una configurazione di 48 punti di acquisizione x 24 punti di acquisizione. In tale configurazione si potrà prevedere un numero di settori (22) pari a sei settori (22) disposti su due file parallele, ciascun settore (22) essendo dotato di una sotto-matrice di punti di acquisizione contenente un numero di punti di acquisizione disposti secondo una configurazione di 16 punti di acquisizione x 12 punti di acquisizione. Ad esempio, per coprire essenzialmente approssimativamente l’intera superficie del materasso (2), ciascun settore (22) potrà avere dimensioni pari a circa 45 cm x 60 cm.
Sarà evidente che si potranno prevedere anche differenti configurazioni come, ad esempio, una soluzione in cui (Fig. 5) i sensori di pressione (16) sono posizionati sul primo supporto (44) secondo una configurazione in cui i sensori di pressione (16) sono disposti su una matrice di punti di acquisizione che si estende essenzialmente approssimativamente sull’intera superficie del materasso (2) in cui la matrice di punti di acquisizione contiene un numero di punti di acquisizione disposti secondo una configurazione di 24 punti di acquisizione x 18 punti di acquisizione. In tale configurazione si potrà prevedere un numero di settori (22) pari a sedici settori (22) disposti su due file parallele, ciascun settore (22) essendo dotato di una sottomatrice di punti di acquisizione contenente un numero di punti di acquisizione disposti secondo una configurazione di 3 punti di acquisizione x 9 punti di acquisizione. Ad esempio, per coprire essenzialmente approssimativamente l’intera superficie del materasso (2), ciascun settore (22) potrà avere dimensioni pari a circa 45 cm x 22.5 cm.
I sensori di pressione (16) potranno essere sensori aventi forma rotonda con diametro dell’ordine di 1-5 cm, come ad esempio 2.26 cm, e aventi un ambito di pressione rilevabile di 5-350 mmHg, e precisione dell’orine del 3-15%, preferibilmente precisione dell’ordine del 6-10%. Ciascun sensore ha preferibilmente una risoluzione di rilevamento orizzontale e verticale dell’ordine di 2-6 cm, preferibilmente 3.75 cm. Preferibilmente i sensori di pressione (16) sono preliminarmente assemblati su un elemento di montaggio, come ad esempio un elemento di tessuto o non tessuto flessibile che poi viene applicato sul materasso (2).
Ad esempio gli uno o più sensori (16, 24, 28) potranno comprendere (Fig.6) sensori di umidità (24) i quali sono atti a rilevare l’umidità della pelle dell’utilizzatore (54) in corrispondenza di una zona di contatto con la pelle dell’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1). I sensori di umidità (24) sono preferibilmente disposti in corrispondenza di diverse porzioni (23) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) secondo una disposizione tale che i sensori di umidità (24) sono suddivisi in più porzioni (23) indipendenti ed indipendentemente rilevabili ed identificabili dalla unità di elaborazione (20). I segnali provenienti dai sensori di umidità (24) di ciascuna delle porzioni (23) potranno essere raccolti da una unità di comunicazione (26) che provvede all’invio dei segnali alla unità di elaborazione (20) tramite una connessione di comunicazione (25) che, ad esempio potrà essere una connessione di comunicazione senza fili come ad esempio una connessione di comunicazione di tipo Bluetooth o similari. Sarà evidente agli esperti del settore che sono possibili molteplici architetture del sistema di sensori di umidità (24), porzioni (23) di suddivisione, unità di comunicazione (26) e che la presente invenzione non è da considerarsi limitata alla particolare forma esemplificativa illustrata.
In una forma di realizzazione i sensori di umidità (24) sono realizzati in forma di sensori di umidità del tipo ad impedenza, maggiormente nel dettaglio in forma di sensori di umidità del tipo resistivo. In questo caso ciascun sensore di umidità (24) è dotato di un primo elettrodo ed un secondo elettrodo in cui ciascuno degli elettrodi è conformato con dei bracci di estensione trasversali reciprocamente distanziati da un rispettivo spazio di separazione, secondo una configurazione in cui i bracci di estensione trasversali del primo elettrodo si inseriscono trasversalmente nello spazio di separazione tra bracci di estensione trasversali del secondo elettrodo e viceversa in cui i bracci di estensione trasversali del secondo elettrodo si inseriscono trasversalmente nello spazio di separazione tra bracci di estensione trasversali del primo elettrodo (Fig.6). Pellicole sensibili alla umidità sono disposte tra i bracci degli elettrodi in modo tale da essere in contatto con gli elettrodi stessi. Le pellicole sensibili alla umidità possono essere polimeri conduttivi elettrolitici.
I sensori di umidità (24) sono disposti in corrispondenza del primo lato (64) del supporto (44) che è il lato del supporto (44) rivolto verso l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1).
I sensori di umidità (24) possono essere preliminarmente assemblati su un elemento di montaggio, come ad esempio un elemento di tessuto o non tessuto flessibile che poi viene applicato sul materasso (2). Nella soluzione preferita della presente invenzione i sensori di umidità (24) sono di tipo usa e getta e sono montati sul materasso (2) in condizione di diretto contatto o molto vicino alla cute dell’utilizzatore per poterne rilevare i parametri.
Ad esempio gli uno o più sensori (16, 24, 28) potranno comprendere (Fig.7) sensori di ossigenazione (28) i quali sono atti a rilevare l’ossigenazione della pelle dell’utilizzatore (54) in corrispondenza di una zona di contatto con la pelle dell’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1). La misurazione della ossigenazione del tessuto corporeo dell’utilizzatore è un parametro molto importante per l’analisi dello stato di salute del tessuto corporeo dell’utilizzatore. Se il livello di ossigenazione del tessuto corporeo è ridotta, il tessuto corporeo può sviluppare fenomeni di ischemia, piaghe ed altre tipologie di patologie.
I sensori di ossigenazione (28) sono preferibilmente disposti in corrispondenza di diverse zone (27) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) secondo una disposizione tale che i sensori di ossigenazione (28) sono suddivisi in più zone (27) indipendenti ed indipendentemente rilevabili ed identificabili dalla unità di elaborazione (20). I segnali provenienti dai sensori di ossigenazione (28) di ciascuna delle zone (27) potranno essere raccolti da una unità di collegamento (30) che provvede all’invio dei segnali alla unità di elaborazione (20) tramite un collegamento di comunicazione (29) che, ad esempio potrà essere un collegamento di comunicazione senza fili come ad esempio un collegamento di comunicazione di tipo Bluetooth o similari. Sarà evidente agli esperti del settore che sono possibili molteplici architetture del sistema di sensori di ossigenazione (28), zone (27) di suddivisione, collegamento di comunicazione (29) e che la presente invenzione non è da considerarsi limitata alla particolare forma esemplificativa illustrata.
Preferibilmente i sensori di ossigenazione (28) sono di tipo non invasivo come ad esempio sensori di ossigenazione (28) basati su spettroscopia di impedenza. Infatti, considerando un fenomeno di ischemia, essa è una condizione di ridotta ossigenazione e ridotto apporto di nutrienti del tessuto corporeo dell’utilizzatore dovuti a costrizioni o occlusioni di vasi sanguigni. L’ischemia costringe il tessuto corporeo a funzionare in condizioni anaerobiche. Le forme di ischemia maggiormente note sono la ischemia celebrale e la ischemia cardiaca ma anche i tessuti corporei possono manifestare ischemie. Differenti tipi di tessuti corporei rispondono in modo differente alla ischemia. Considerando l’impedenza di un tessuto corporeo biologico, essa è il risultato della interazione di una corrente elettrica con il tessuto a livello cellulare e molecolare. La spettroscopia di impedenza è una misura della impedenza complessa in un determinato ambito di frequenze. L’impedenza viene determinata iniettando una corrente di sotto-soglia, tipicamente inferiore a 1mA/cm<2 >nel tessuto misurando la tensione risultante. Si potranno usare tecniche di misurazione a ponte a due o quattro elettrodi oppure a rilevamento di fase a due o quattro elettrodi. Ad esempio nel caso di sensori di ossigenazione (28) basati su tecnologia di rilevamento di impedenza, essi potranno avere dimensioni dell’ordine di 1x1 cm, 2x2 cm, 3x3 cm, 4x4 cm, 5x5 cm o anche maggiori. Ciascun sensore ha preferibilmente una risoluzione di rilevamento orizzontale e verticale dell’ordine di 2-8 cm, preferibilmente 4.5 cm. Ad esempio, si potranno prevedere sensori di ossigenazione (28) disposti su elementi di dimensioni 3 cm per 3 cm ciascuno comprendente tre sensori di ossigenazione (28).
Nella soluzione preferita della presente invenzione i sensori di ossigenazione (28) sono di tipo usa e getta e sono montati sul materasso (2) in condizione di diretto contatto o molto vicino alla cute dell’utilizzatore per poterne rilevare i parametri.
Per ciascuna delle diverse zone (27) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) che sono dotate dei sensori di ossigenazione (28) si prevedono almeno tre sensori di ossigenazione (28), ma si potranno prevedere soluzioni con un numero maggiore di sensori come, ad esempio, un numero di sensori pari a 4, 5, o più sensori di ossigenazione (28) per ciascuna delle zone (27) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) che sono dotate dei sensori di ossigenazione (28). I sensori di ossigenazione (28) formano (Fig.7) una superficie di rilevamento composta da diverse zone Preferibilmente i sensori di ossigenazione (28) sono preliminarmente assemblati su un elemento di montaggio, come ad esempio un elemento di tessuto o non tessuto flessibile che poi viene applicato sul materasso (2).
Nel caso in cui l’unità di elaborazione (20) sia una unità separata rispetto al soffiatore (6) si potrà prevedere (Fig.2) un canale di controllo (31) tramite il quale l’unità di elaborazione (20) comunica dati di regolazione del soffiatore (6) per regolare il flusso (14) di fluido gassoso per quanto riguarda la sua intensità, la sua temperatura, suoi parametri specifici come ad esempio umidità, eventuali percentuali di miscelazione di gas diversi componenti il fluido gassoso.
In una forma di realizzazione si potrà (Fig. 9) prevedere che il dispositivo antidecubito (1) sia associato a un cuscino (32) dotato di sensore o sensori del cuscino (62) i quali potranno essere selezionati tra i sensori precedentemente esposi. Cioè il sensore o sensori del cuscino (62) potranno essere uno oppure una combinazione di sensori selezionati tra sensori di pressione (16), sensori di umidità (24), sensori di ossigenazione (28). Preferibilmente i sensori del cuscino (62) comprendono almeno una serie di sensori di pressione (16).
In una forma di realizzazione si potrà (Fig. 18, Fig. 19) prevedere che il dispositivo antidecubito (1) sia associato a un monitor (60) di visualizzazione dei dati raccolti dai sensori (16, 24, 28) che potranno essere visualizzati, ad esempio, in forma di almeno una mappa (61) rappresentante i dati raccolti dai sensori in corrispondenza dei vari punti di acquisizione dei sensori sulla superficie del materasso (2). La mappa (61) potrà rappresentare i dati corrispondentemente a una posizione di acquisizione sulla superficie del materasso (2). Ad esempio si potranno prevedere una o più mappe differenti, come ad esempio una mappa relativa ai dati acquisiti dai sensori di pressione (16), una mappa relativa ai dati acquisiti dai sensori di umidità (24), una mappa relativa ai dati acquisiti dai sensori di ossigenazione (28). Ad esempio, la mappa (61) potrà essere una mappa a colori in cui a ciascun colore corrisponde un determinato ambito di valore rilevato. Alternativamente o in combinazione sul monitor potranno essere visualizzati valori medi. Alternativamente, o in combinazione, potranno essere visualizzati sul monitor segnali di allarme nel caso di rilevamento di valori dei dati acquisiti dai sensori (16, 24, 28) al di fuori di soglie corrispondenti a condizioni essenzialmente normali dei dati acquisiti dai sensori rispetto a quelli previsti per l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1).
In una forma di realizzazione si potrà (Fig. 8) prevedere che il dispositivo antidecubito (1) sia associato a una unità di comando (15) mediante la quale l’utilizzatore (54) può impartire comandi di regolazione alla unità di elaborazione, ad esempio per regolare il valore del flusso (14) di fluido gassoso per quanto riguarda la sua intensità, la sua temperatura, eccetera.
Nel caso di dispositivo antidecubito (1) associato a un letto (13) antidecubito dotato di una rete (57) con mezzi massaggianti (53, 58, 17, 47, 48, 49, 50, 51, 52) e regolazioni di inclinazione, l’unità di comando (15) potrà integrare, oltre alle funzioni di regolazione del dispositivo antidecubito (1), anche le funzioni di regolazione del letto (13) antidecubito. Il dispositivo antidecubito (1), la rete (57) in combinazione con il dispositivo antidecubito (1) oppure il letto (13) in combinazione con la rete (57) e con il dispositivo antidecubito (1) potranno essere configurati sia per un utilizzo in un ambito ospedaliero che per utilizzo in un ambito domestico o privato.
In definitiva la presente invenzione riguarda un dispositivo antidecubito (1) comprendente un materasso (2) dotato di uno o più passaggi tubolari (9) e un soffiatore (6) atto a generare un flusso (14) di un fluido gassoso, il soffiatore (6) essendo collegato a un sistema di convogliamento del flusso (14) di fluido gassoso dal soffiatore (6) verso gli uno o più passaggi tubolari (9) del materasso (2) in cui il materasso (2) comprende almeno un primo supporto (44) in cui il primo supporto (44) è realizzato in forma di un corpo a struttura interna a rete alveolare di sostegno dotata di spazi liberi. Gli uno o più passaggi tubolari (9) sono posizionati internamente alla struttura interna alveolare di sostegno e gli uno o più passaggi tubolari (9) sono dotati di una serie di fori (10) di uscita del flusso (14) di fluido gassoso. I fori (10) sono disposti sugli uno o più passaggi tubolari (9) secondo una direzione di indirizzamento del flusso (14) di fluido gassoso che è orientata verso un primo lato (64) del primo supporto (44) del materasso (2) costituente una superficie di appoggio per un utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1). La struttura interna a rete alveolare di sostegno è atta a sostenere il peso dell’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1) in condizioni di assenza di schiacciamento degli uno o più passaggi tubolari (9).
La descrizione della presente invenzione è stata fatta con riferimento alle figure allegate in una forma di realizzazione preferita della stessa, ma è evidente che molte possibili alterazioni, modifiche e varianti saranno immediatamente chiare agli esperti del settore alla luce della precedente descrizione. Così, va sottolineato che l'invenzione non è limitata dalla descrizione precedente, ma include tutte quelle alterazioni, modifiche e varianti in conformità con le annesse rivendicazioni.
Nomenclatura utilizzata
Con riferimento ai numeri identificativi riportati nelle figure allegate, si è usata la seguente nomenclatura:
1. Dispositivo antidecubito
2. Materasso
3. Condotto
4. Distributore di flusso
5. Tubazione
6. Soffiatore
7. Alimentatore
8. Sede di inserzione
9. Passaggio tubolare
10. Foro
11. Prima sezione
12. Seconda sezione
13. Letto
14. Flusso
15. Unità di comando
16. Sensore di pressione
17<I>, 17<II>, … , 17<XIV>. Modulo elettronico
18. Concentratore di dati
19. Connessione
20. Unità di elaborazione
21. Canale di comunicazione
22. Settore
23. Porzione
24. Sensore di umidità
25. Connessione di comunicazione 26. Unità di comunicazione
27. Zona
28. Sensore di ossigenazione
29. Collegamento di comunicazione 30. Unità di collegamento
31. Canale di controllo
32. Cuscino
33. Secondo supporto
34. Tubo - pipe
35. Prima area
36. Seconda area
37. Terza area
38. Quarta area
39. Primo punto di incernieramento 40. Secondo punto di incernieramento 41. Terzo punto di incernieramento 42. Prima estremità
43. Seconda estremità
44. Primo supporto
45. Primo giunto
46. Secondo giunto
47. Primo albero
48. Secondo albero
49. Terzo albero
50. Quarto albero
51. Primo motore
52. Secondo motore
53. Camma
54. Utilizzatore
55. Ingresso
56. Porzione di terminazione
57. Rete
58. Doga
59. Direzione longitudinale
60. Schermo
61. Mappa
62. Sensore o sensori del cuscino 63. Copertura
64. Primo lato
65. Secondo lato
66. Direzione trasversale
67. Dispositivi di accoppiamento 68. Dispositivi di contro-accoppiamento

Claims (48)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo antidecubito (1) comprendente un materasso (2) dotato di uno o più passaggi tubolari (9) ed un soffiatore (6) atto a generare un flusso (14) di un fluido gassoso, il soffiatore (6) essendo collegato a un sistema di convogliamento del flusso (14) di fluido gassoso dal soffiatore (6) verso gli uno o più passaggi tubolari (9) del materasso (2) caratterizzato dal fatto che il materasso (2) comprende almeno un primo supporto (44) in cui il primo supporto (44) è realizzato in forma di un corpo a struttura interna a rete alveolare di sostegno dotata di spazi liberi, gli uno o più passaggi tubolari (9) essendo posizionati internamente alla struttura interna a rete alveolare di sostegno, gli uno o più passaggi tubolari (9) essendo dotati di una serie di fori (10) di uscita del flusso (14) di fluido gassoso, i fori (10) essendo disposti sugli uno o più passaggi tubolari (9) secondo una direzione di indirizzamento del flusso (14) di fluido gassoso che è orientata verso un primo lato (64) del primo supporto (44) del materasso (2) costituente una superficie di appoggio per un utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1), la struttura interna a rete alveolare di sostegno essendo atta a sostenere il peso dell’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1) in condizioni di assenza di schiacciamento degli uno o più passaggi tubolari (9).
  2. 2. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che il primo supporto (44) ha una caratteristica di durezza alla penetrazione compresa tra 80 N e 450 N, i valori di durezza alla penetrazione essendo definiti con riferimento ad uno stampo di penetrazione con diametro 112.8 mm, potenza standard al 40% in conformità alla norma DIN EN ISO 53579, preferibilmente il primo supporto (44) avente una caratteristica di durezza alla penetrazione compresa tra 100 N e 400 N, ancor più preferibilmente tra 130 N e 210 N.
  3. 3. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il primo supporto (44) ha una caratteristica di deformazione a compressione compresa tra 0.10 e 0.30 % con riferimento a peso di 17 kg, test di 10 minuti, e ha una caratteristica di deformazione a compressione compresa tra lo 0.50 e lo 0.90%, con riferimento a peso di 17 kg, test di 60 minuti, in conformità alla norma DIN EN ISO 1856.
  4. 4. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che la struttura interna a rete alveolare di sostegno ha un rapporto tra volume occupato da spazi liberi rispetto al volume complessivo del primo supporto (44) in un ambito da 0.50 al 0.95, preferibilmente da 0.70 a 0.90.
  5. 5. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che comprende almeno un passaggio tubolare (9) di detti uno o più passaggi tubolari (9) il quale è disposto longitudinalmente secondo una direzione longitudinale (59) di sviluppo in lunghezza del materasso (2).
  6. 6. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che comprende almeno un passaggio tubolare (9) di detti uno o più passaggi tubolari (9) il quale è disposto trasversalmente secondo una direzione trasversale (66) di sviluppo in larghezza del materasso (2).
  7. 7. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che comprende almeno una serie di passaggi tubolari (9) di detti uno o più passaggi tubolari (9).
  8. 8. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che comprende un distributore di flusso (4) il quale è atto a distribuire il flusso (14) di fluido gassoso dal soffiatore (6) verso la serie di passaggi tubolari (9), il distributore di flusso (4) essendo dotato di elettrovalvole o dispositivi di parzializzazione comandabili atti a regolare il flusso (14) di fluido gassoso entro ciascun passaggio tubolare (9) della serie di passaggi tubolari (9) in modo indipendente.
  9. 9. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 7 a 8 caratterizzato dal fatto che la serie di passaggi tubolari (9) comprende: - almeno un primo gruppo di passaggi tubolari (9) i quali sono disposti in corrispondenza di una prima sezione (11) la quale è atta a costituire la sezione di sostegno di una zona di schiena/bacino/coscia dell’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1); - almeno un secondo gruppo di passaggi tubolari (9) i quali sono disposti in corrispondenza di una seconda sezione (12) la quale è atta a costituire la sezione di sostegno di una zona di polpaccio/caviglia dell’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1).
  10. 10. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che comprende un sistema di regolazione dell’intensità del flusso (14) di un fluido gassoso il quale è atto a regolare l’intensità del flusso (14) di fluido gassoso del primo gruppo di passaggi tubolari (9) della prima sezione (11) in modo indipendente rispetto alla intensità del flusso (14) di fluido gassoso del secondo gruppo di passaggi tubolari (9) della seconda sezione (12).
  11. 11. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che gli uno o più passaggi tubolari (9) sono inseriti all’interno del primo supporto (44) in modo tale che, dall’esterno del primo supporto (44), sia accessibile una rispettiva prima estremità dotata di un ingresso (55) per adduzione del flusso (14) di fluido gassoso all’interno di ciascuno dei passaggi tubolari (9).
  12. 12. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che gli uno o più passaggi tubolari (9) sono dotati di una porzione di terminazione (56) la quale sigilla una seconda estremità di terminazione degli uno o più passaggi tubolari (9), la seconda estremità di terminazione essendo opposta rispetto alla prima estremità sulla quale è presente l’ingresso (55), la porzione di terminazione (56) sigillante la seconda estremità di terminazione in modo tale che il flusso (14) di fluido gassoso immesso all’interno del passaggio tubolare (9) fuoriesce solamente dalla serie di fori (10) di uscita per generare il flusso (14) di un fluido gassoso orientato verso il primo lato (64) del primo supporto (44) del materasso (2)
  13. 13. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che gli uno o più passaggi tubolari (9) hanno un numero di fori (10) di uscita del flusso (14) di fluido gassoso compreso in un ambito tra 1 e 500, preferibilmente in un ambito tra 2 e 100, i fori (10) aventi dimensioni in sezione con diametro compreso in un ambito tra 0.05 mm e 10 mm, preferibilmente in un ambito tra 0.1 mm e 8 mm.
  14. 14. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che gli uno o più passaggi tubolari (9) sono di tipo flessibile.
  15. 15. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il fluido gassoso è selezionato tra aria, miscela di aria più ossigeno aggiuntivo, miscela di gas.
  16. 16. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che comprende un sistema di regolazione della temperatura del fluido gassoso del flusso (14) di fluido gassoso, il sistema di regolazione della temperatura comprendente almeno una unità di condizionamento del fluido gassoso atta a realizzare un raffrescamento oppure un riscaldamento del fluido gassoso del flusso (14) di fluido gassoso.
  17. 17. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che comprende almeno una unità di elaborazione (20) e dal fatto che il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) è equipaggiato con uno o più sensori (16, 24, 28), gli uno o più sensori (16, 24, 28) essendo atti per l’invio di dati di misurazione alla unità di elaborazione (20).
  18. 18. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che il dispositivo antidecubito (1) comprende ulteriormente un cuscino (32) il quale è dotato di almeno uno di detti uno o più sensori (16, 24, 28).
  19. 19. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 17 a 18 caratterizzato dal fatto che l'unità di elaborazione (20) è dotata di un dispositivo di regolazione per regolazione del flusso (14) di fluido gassoso in funzione dei dati di misurazione degli uno o più sensori (16, 24, 28).
  20. 20. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente e secondo la rivendicazione 16 caratterizzato dal fatto che gli uno o più sensori (16, 24, 28) comprendono sensori di temperatura atti a fornire dati di misurazione della temperatura dell’utilizzatore (54), il dispositivo di regolazione del flusso (14) di fluido gassoso essendo configurato per l’invio di comandi di regolazione del sistema di regolazione della temperatura per la regolazione della temperatura del fluido gassoso del flusso (14) di fluido gassoso.
  21. 21. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 17 a 20 caratterizzato dal fatto che gli uno o più sensori (16, 24, 28) comprendono sensori di pressione (16) i quali sono atti a rilevare la pressione esercitata dal corpo dell’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) in corrispondenza di zone di contatto del corpo dell’utilizzatore (54) sul materasso (2).
  22. 22. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che i sensori di pressione (16) sono disposti in corrispondenza di una superficie del primo supporto (44) secondo una disposizione tale che i sensori di pressione (16) coprono essenzialmente approssimativamente l’intera superficie del primo supporto (44) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1), preferibilmente i sensori di pressione (16) essendo disposti secondo una disposizione tale da realizzare una matrice di punti di acquisizione di valori di pressione.
  23. 23. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che i sensori di pressione (16) sono disposti secondo una disposizione tale che i sensori di pressione (16) sono suddivisi in più settori (22) indipendenti.
  24. 24. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 21 a 23 caratterizzato dal fatto che i sensori di pressione (16) sono disposti su un secondo lato (65) del primo supporto (44) opposto rispetto al primo lato (64) del primo supporto (44) del materasso (2) costituente la superficie di appoggio per l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1).
  25. 25. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 21 a 24 caratterizzato dal fatto che il dispositivo antidecubito (1) comprende una copertura (63) di protezione dei sensori di pressione (16).
  26. 26. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 21 a 25 caratterizzato dal fatto che i sensori di pressione (16) sono applicati in corrispondenza di un substrato di fissaggio il quale costituisce il substrato di fissaggio per fissaggio dei sensori di pressione (16) al primo supporto (44).
  27. 27. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente e secondo la rivendicazione 25 caratterizzato dal fatto che la copertura (63) di protezione dei sensori di pressione (16) costituisce detto substrato di fissaggio in corrispondenza del quale sono applicati i sensori di pressione (16).
  28. 28. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 26 a 27 caratterizzato dal fatto che il substrato di fissaggio è dotato di dispositivi di accoppiamento (67) per fissaggio del substrato in maniera rimovibile al primo supporto (44), il primo supporto (44) essendo dotato di corrispondenti contro-dispositivi di accoppiamento (68) per ottenimento di un accoppiamento tra substrato di fissaggio e primo supporto (44).
  29. 29. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che i dispositivi di accoppiamento (67) e i contro-dispositivi di accoppiamento (68) sono dispositivi di accoppiamento reciproco di tipo magnetico.
  30. 30. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 17 a 29 caratterizzato dal fatto che gli uno o più sensori (16, 24, 28) comprendono sensori di umidità (24) i quali sono atti a rilevare l’umidità in corrispondenza di una zona di contatto con l’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1).
  31. 31. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che i sensori di umidità (24) sono disposti in corrispondenza di diverse porzioni (23) del primo supporto (44) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) secondo una disposizione tale che i sensori di umidità (24) sono suddivisi in più porzioni (23) indipendenti.
  32. 32. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 30 a 31 caratterizzato dal fatto che i sensori di umidità (24) sono realizzati in forma di sensori di umidità del tipo ad impedenza, preferibilmente in forma di sensori di umidità di tipo resistivo in cui ciascuno dei sensori di umidità (24) essendo dotato di un primo elettrodo e un secondo elettrodo in cui ciascuno degli elettrodi è conformato con dei bracci di estensione trasversali reciprocamente distanziati da un rispettivo spazio di separazione, secondo una configurazione in cui i bracci di estensione trasversali del primo elettrodo si inseriscono trasversalmente nello spazio di separazione tra bracci di estensione trasversali del secondo elettrodo e viceversa in cui i bracci di estensione trasversali del secondo elettrodo si inseriscono trasversalmente nello spazio di separazione tra bracci di estensione trasversali del primo elettrodo, pellicole sensibili alla umidità essendo disposte tra i bracci degli elettrodi in modo tale da essere in contatto con gli elettrodi stessi.
  33. 33. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 30 a 32 caratterizzato dal fatto che i sensori di umidità (24) sono disposti in corrispondenza del primo lato (64) del supporto (44) che è il lato del supporto (44) rivolto verso l’utilizzatore (54) del dispositivo antidecubito (1).
  34. 34. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 17 a 33 caratterizzato dal fatto che gli uno o più sensori (16, 24, 28) comprendono sensori di ossigenazione (28) i quali sono atti a rilevare l’ossigenazione in corrispondenza di una zona di contatto con l’utilizzatore (54) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1).
  35. 35. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che i sensori di ossigenazione (28) sono disposti in corrispondenza di diverse zone (27) del primo supporto (44) del materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) secondo una disposizione tale che i sensori di ossigenazione (28) sono suddivisi in più zone (27) indipendenti.
  36. 36. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 34 a 35 caratterizzato dal fatto che i sensori di ossigenazione (28) sono di tipo a rilevamento mediante spettroscopia di impedenza.
  37. 37. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 17 a 36 caratterizzato dal fatto che comprende un monitor (60) di visualizzazione dei dati di misurazione degli uno o più sensori (16, 24, 28).
  38. 38. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che la visualizzazione dei dati di misurazione degli uno o più sensori (16, 24, 28) sul monitor (60) di visualizzazione è realizzata in forma di almeno una mappa (61) rappresentante i dati degli uno o più sensori (16, 24, 28) acquisiti, la mappa (61) rappresentante i dati corrispondentemente ad una posizione di acquisizione sulla superficie del materasso (2).
  39. 39. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti caratterizzato dal fatto che il materasso (2) comprende ulteriormente un secondo supporto (33) sovrapposto al primo supporto (44), il secondo supporto (44) essendo fissato al primo supporto (44) in corrispondenza del primo lato (64) del primo supporto (44) del materasso (2), il secondo supporto essendo privo di passaggi tubolari (9).
  40. 40. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che il secondo supporto (33) è realizzato in forma di un corpo a struttura interna a rete alveolare di sostegno dotata di spazi liberi.
  41. 41. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 39 a 40 caratterizzato dal fatto che il secondo supporto (33) ha uno spessore inferiore rispetto allo spessore del primo supporto (44) entro il quale sono alloggiati i passaggi tubolari (9).
  42. 42. Dispositivo antidecubito (1) secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che il secondo supporto (33) ha uno spessore compreso tra 1/10 e 3/4 rispetto allo spessore del primo supporto (44).
  43. 43. Dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 39 a 42 caratterizzato dal fatto che il primo supporto (44) e il secondo supporto (33) sono reciprocamente fissati l’uno all’altro, tramite incollaggio con impermeabilizzazione perimetrale di un bordo perimetrale del materasso (2) rispetto al passaggio dell’aria in modo tale che il flusso (14) di fluido gassoso è forzato a passare attraverso il secondo supporto (33) senza dispersioni laterali.
  44. 44. Letto (13) antidecubito dotato di una rete (57) con mezzi massaggianti (53, 58, 17, 47, 48, 49, 50, 51, 52) caratterizzato dal fatto che comprende un dispositivo antidecubito (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  45. 45. Letto (13) antidecubito secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che la rete (57) comprende doghe (58) disposte una di seguito all’altra e definenti un piano di appoggio per il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1), la rete (57) essendo suddivisa in più aree (35, 36, 37, 38) contigue disposte una di seguito all’altra, le doghe (58) essendo movimentabili verticalmente mediante flessione per mezzo di almeno un albero rotante (47, 48, 49, 50) dotato di mezzi di accoppiamento (53) con le doghe (58), il materasso (2) del dispositivo antidecubito (1) essendo atto a trasmettere il movimento verticale delle doghe verso il primo lato (64) del materasso (2).
  46. 46. Metodo di realizzazione di un materasso (2) antidecubito caratterizzato dal fatto che comprende le seguenti fasi: (a) predisposizione di un primo supporto (44) costituente un corpo del materasso (2) in cui il primo supporto (44) è realizzato in forma di corpo a struttura interna a rete alveolare di sostegno dotata di spazi liberi; (b) preparazione di almeno un elemento tubolare (9) con realizzazione di una serie di fori (10) di uscita per un flusso (14) di fluido gassoso; (c) ottenimento di una sede (8) di inserzione mediante inserimento, in corrispondenza di un primo fianco del primo supporto (44), di un tubo (34) internamente cavo ed essenzialmente rigido in modo tale che una prima estremità (42) del tubo (34) penetri entro lo spessore del primo supporto (44) fino a quando la prima estremità (42) del tubo (34) fuoriesce in corrispondenza di un secondo fianco del primo supporto (44); (d) inserimento entro il tubo (34) dell’elemento tubolare (9), l’inserimento avvenendo in corrispondenza di una seconda estremità (43) aperta del tubo (34) fino a completo inserimento dell’elemento tubolare (9) per una lunghezza di inserzione corrispondente alla lunghezza della sede (8) di inserzione ottenuta mediante inserimento del tubo (34) entro lo spessore del primo supporto (44); (e) bloccaggio dell’elemento tubolare (9) rispetto al primo supporto (44) in una posizione di bloccaggio tale da mantenere fisso l’elemento tubolare (9) rispetto al primo supporto (44); (f) estrazione del tubo (34) dal primo supporto (44) secondo una direzione di estrazione corrispondente alla direzione di inserzione del tubo (34) in modo tale che l’elemento tubolare (9) viene progressivamente sfilato dal tubo (34) entro il quale è inserito fino a completa estrazione del tubo (34) dal primo supporto (44) così lasciando l’elemento tubolare (9) libero entro la sede (8) di inserzione scavata dal tubo (34); (g) ripetizione delle fasi precedenti da (b) a (f) fino a completa inserzione di un numero di elementi tubolari (9) previsti o desiderati entro il primo supporto (44).
  47. 47. Metodo di realizzazione di materasso (2) antidecubito secondo la rivendicazione precedente caratterizzato dal fatto che il secondo fianco è un fianco del primo supporto (44) opposto rispetto al primo fianco del primo supporto (44).
  48. 48. Metodo di realizzazione di un materasso (2) antidecubito secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 46 a 47 caratterizzato dal fatto che la prima estremità (42) del tubo (34) è chiusa con conformazione a puntale di penetrazione per favorire la penetrazione del tubo (34) all’interno del primo supporto (44).
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