IT201800004679A1 - Apparato e metodo di pulitura di una macchina operatrice, quale una betoniera, un'autobetoniera o simile - Google Patents

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Description

Descrizione del trovato avente per titolo:
"APPARATO E METODO DI PULITURA DI UNA MACCHINA OPERATRICE, QUALE UNA BETONIERA, UN’AUTOBETONIERA O SIMILE"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad un apparato e ad un metodo di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice, quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, quindi, in particolare, una macchina operatrice provvista di un tamburo ruotabile. La seguente descrizione sarà riferita, esemplificativamente ma non limitatamente, all’applicazione del presente apparato e metodo di pulitura ad un’autobetoniera.
STATO DELLA TECNICA
Come è noto, le autobetoniere sono macchine operatrici per l’edilizia aventi la funzione di trasportare e miscelare tra di loro i componenti della malta o del calcestruzzo. Tali autobetoniere comprendono un contenitore, detto bicchiere o tamburo, dove vengono versati gli elementi da miscelare, ad esempio acqua, sabbia, ghiaia e leganti. All'intemo del tamburo sono presenti una serie di spirali di impasto che aumentano la capacità di mescolamento della miscela durante la rotazione, effettuata in modo opportuno mediante un motore che pone in rotazione il tamburo attorno al suo asse longitudinale.
È altresì noto che periodicamente il tamburo dell’autobetoniera deve essere sottoposto ad operazioni di pulitura interna, ad esempio lavaggio, per rimuovere i residui di materiale in indurimento a seguito dell’impasto. Tale materiale residuo tende a depositarsi su tutta la superficie interna del contenitore e la sua rimozione non sempre è agevole, soprattutto in zone di deposito tra le spirali di impasto, soprattutto nel senso di rotazione del tamburo. Una metodologia nota di lavaggio consiste nell’ introdurre all’interno del tamburo acqua, eventualmente addizionata con ghiaia, sassi o materiali abrasivi, e far ruotare il tamburo con all’interno l’acqua o la miscela di acqua e ghiaia, o sassi. Tale metodologia, pur essendo di semplice attuazione, non consente di ottenere una pulitura efficace della superficie interna del tamburo, soprattutto nelle zone in cui il materiale residuo si depositata o viene premuto maggiormente, ovvero nelle zone d’angolo definite tra le spirali di impasto. Esiste anche un apparato di lavaggio del tamburo che comprende sostanzialmente un fusto che consente il sollevamento o abbassamento di un braccio estensibile che viene inserito all’interno del tamburo. Tale braccio estensibile è provvisto di una testa di erogazione di acqua in pressione, erogata attraverso ugelli inclinati verso un’apertura di ingresso del tamburo.
Tale braccio estensibile è inoltre collegato al fusto in modo che possa ruotare rispetto allo stesso attorno ad un asse di rotazione orizzontale, così da poter entrare all’interno del tamburo in posizione allineata con l’asse longitudinale di rotazione di tale tamburo.
Tale braccio estensibile viene dapprima inserito lungo l’asse longitudinale di rotazione del tamburo fino in prossimità del fondo di tale tamburo, quindi viene richiamato sempre lungo tale asse longitudinale. Durante la fase di ritorno o richiamo, viene comandata l’erogazione di acqua in pressione attraverso gli ugelli disposti sulla testa di erogazione e inclinata verso l’apertura di ingresso del tamburo. Durante l’operazione di erogazione di acqua in pressione, il tamburo dell’autobetoniera viene posto in rotazione, in modo che venga pulita tutta la superficie interna del tamburo.
Tuttavia, anche con il suddetto apparato di pulitura di tipo noto, non viene garantita un’efficace pulitura delle zone più critiche dove si deposita il materiale indurito, in quanto tale braccio estensibile, essendo diretto sostanzialmente lungo l’asse di rotazione del tamburo, si trova piuttosto distanziato dalle zone da pulire, quindi sostanzialmente il getto d’acqua erogato dalla testa deve percorrere una distanza piuttosto grande prima di raggiungere la superficie da lavare, anche 1-1,5 m.
La distanza di erogazione dell’acqua, naturalmente, dovrebbe invece avvenire a distanza ravvicinata rispetto alla superficie da pulire, in modo da garantire un’efficace pulitura di tutte le zone della superficie interna del tamburo.
Un altro limite di tale apparato noto è che il braccio estensibile di pulitura opera solamente durante la corsa di estrazione dal tamburo, con gli ugelli diretti verso l’apertura del tamburo, quindi alcune zone del tamburo sono difficilmente raggiungibili, ad esempio le zone nascoste tra una spirale e l’altra.
Nel complesso, quindi, gli apparati di pulitura noti utilizzano elevate quantità di acqua di lavaggio, non riescono a raggiungere le zone più critiche dove è presente materiale indurito, ad esempio l’angolo fra le spirali e il profilo interno del tamburo nel senso della rotazione di impasto del tamburo, e richiedono lunghi tempi di intervento.
Un altro limite degli apparati e sistemi di pulitura noti è che spesso le caratteristiche geometriche e realizzative della superficie interna del tamburo possono essere variabili tra diversi tipi di autobetoniera, ad esempio profilo interno del tamburo, disposizione e tipologia delle spirali, passo o distanza tra una spirale e l’altra, o altri. Pertanto, tali apparati di pulitura, per compiere un’efficace operazione di pulitura, dovrebbero essere in grado di valutare tali caratteristiche geometriche e realizzative, ad esempio il profilo interno del tamburo.
Un altro limite degli apparati o sistemi di pulitura noti, ad esempio del tipo descritto sopra, è che la testa di erogazione dell’acqua di lavaggio è provvista di ugelli di erogazione dell’acqua che sostanzialmente sono posizionati in un’unica direzione, quindi senza la possibilità di erogare acqua in diverse direzioni e quindi in diverse zone critiche del profilo interno del tamburo, dove si ha una maggiore concentrazione di residui di materiale indurito da rimuovere.
Un altro limite degli apparati e sistemi di pulitura noti, ad esempio del tipo descritto sopra, è che il braccio estensibile che viene inserito all’ interno del tamburo è dotato di un’unica articolazione di rotazione rispetto al fusto di sollevamento e abbassamento ed, inoltre, tale articolazione è sostanzialmente allineata con tale fusto.
La previsione di un’unica articolazione limita la flessibilità di utilizzo del braccio estensibile e ne determina un’eccessiva escursione angolare, soprattutto della parte posteriore, quando viene ruotato.
Un altro limite di tale apparato di pulitura come descritto sopra, è che, per il trasporto, il braccio estensibile di erogazione dell’acqua di lavaggio deve essere smontato dal fusto, e tali parti vengono sostanzialmente trasportate in modo separato per poi essere assemblate al momento dell’utilizzo.
Altre limitazioni e svantaggi di soluzioni e tecnologie convenzionali saranno chiare ad una persona esperta del ramo a seguito della lettura della rimanente parte della presente descrizione con riferimento ai disegni ed alla descrizione delle forme di realizzazione che seguono, sebbene si intenda che la descrizione dello stato della tecnica correlato alla presente descrizione non debba essere considerata un’ammissione che quanto qui descritto sia già noto dallo stato della tecnica anteriore.
Esiste pertanto la necessità di perfezionare un apparato di pulitura di una macchina operatrice che possa superare almeno uno degli inconvenienti della tecnica nota.
Uno scopo del presente trovato è quello di eseguire una pulizia profonda del tamburo della macchina operatrice in un tempo ridotto, utilizzando poca acqua e lavando in modo ottimale anche zone critiche come ad esempio le zone angolari definite tra le spirali e il profilo interno del tamburo, prima che il materiale impastato solidifichi, in modo rapido e utilizzando limitate quantità d’acqua, ad esempio circa 350/500 litri di acqua per un tempo di lavaggio di circa di 2/3 minuti.
Un altro scopo del presente trovato è la messa a punto di un metodo di pulitura, in particolare lavaggio, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, nel quale, vantaggiosamente, la distanza tra la testa di erogazione del fluido di pulitura e la superficie interna del tamburo da pulire sia ottimale per qualunque zona del profilo interno del tamburo, quindi nel quale in particolare la testa di erogazione del liquido di pulitura si trovi ad una distanza minima o comunque ridotta, se confrontata con la distanza alla quale operano gli apparati tradizionali, dalle zone del profilo interno del tamburo da ripulire.
Un altro scopo del presente trovato è la messa a punto di un metodo di pulitura che tenga in considerazione le caratteristiche interne del tamburo da pulire, quindi il suo profilo interno, la disposizione e/o la tipologia delle spirali di impasto, la distanza reciproca tra le spirali, o altri e quindi che permetta un adattamento della posizione della testa di erogazione del fluido di pulitura rispetto a tali caratteristiche interne.
Un altro scopo del presente trovato è la messa a punto di un efficace e rapido metodo di pulitura che mantenga l integrità della superficie interna del tamburo, quindi l’integrità delle spirali e delle superfici definite tra le spirali di impasto.
Un altro scopo del presente trovato è la messa a punto di un efficace e rapido metodo di pulitura che possa raggiungere in modo efficace e preciso sostanzialmente qualsiasi zona o angolo nascosto definito in una spirale o in una zona compresa tra una spirale e l’altra, quindi dove c’è maggiore possibilità di accumulo di materiale da rimuovere.
Uno scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che sia in grado di regolare la posizione del braccio estensibile che porta la testa di erogazione del fluido di lavaggio secondo più gradi di libertà, in modo da seguire correttamente ed efficacemente il profilo interno o sagoma interna del tamburo della macchina operatrice mobile, in particolare la betoniera o autobetoniera.
Un altro scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che possa essere utilizzato sia durante la fase di ingresso del braccio estensibile nel tamburo, sia durante la sua fase di estrazione o richiamo all’esterno del tamburo.
Uno scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che sia provvisto di una testa di erogazione in grado di erogare il fluido di pulitura in una pluralità di differenti direzioni, in modo da raggiungere, con la corretta inclinazione del flusso di fluido di pulitura, in particolare, le zone più critiche della superficie del tamburo dove possono verificarsi accumuli di materiale da rimuovere.
Uno scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che sia provvisto di mezzi automatici di riconoscimento della tipologia di macchina operatrice e quindi delle caratteristiche interne o morfologia interna del tamburo ruotabile, in modo da adattare, vantaggiosamente, le operazioni di pulitura a tali caratteristiche o morfologia interna.
Uno scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che preveda un preciso settaggio del posizionamento del braccio estensibile in funzione della tipologia di macchina operatrice rilevata.
Uno scopo del presente trovato è un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che possa essere posizionato in almeno una posizione operativa ed almeno una posizione di trasporto, senza la necessità di essere smontato, quindi, ad esempio, senza la necessità di smontare il braccio estensibile rispetto al fusto di sollevamento e abbassamento.
Uno scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, nel quale la posizione dell’ articolazione del braccio estensibile sia tale da limitarne, vantaggiosamente, l’escursione angolare durante l’oscillazione effettuata per il suo settaggio e corretto posizionamento nell’ inserimento in o nell’estrazione dal tamburo della macchina operatrice. Uno scopo del presente trovato è realizzare un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, che consenta di poter effettuare anche la pulitura di più macchine operatrici disposte attorno al presente apparato di pulitura.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questi ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti. Le rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato o varianti dell’idea di soluzione principale.
In accordo con i suddetti scopi, un oggetto del trovato è un metodo di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice, quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, comprendente un tamburo ruotabile attorno ad un determinato asse e nel quale tamburo sono posizionate una serie di spirali di movimentazione di materiale solidali al tamburo; tale metodo prevede un’erogazione di almeno un fluido di pulitura in detto tamburo.
Secondo un aspetto del trovato tale metodo comprende almeno una iniziale fase di riconoscimento della tipologia di macchina operatrice e quindi della tipologia di tamburo ruotabile, una fase di caricamento da un’unità di controllo di uno specifico percorso di pulitura all’ interno del tamburo, una fase di pulitura che prevede di movimentare, sotto il controllo e la gestione di tale unità di controllo, una testa di erogazione, atta ad erogare tale almeno un fluido di pulitura in tale tamburo lungo uno specifico percorso di pulitura all’intemo di tale tamburo, in cui tale specifico percorso di pulitura è selezionato, in funzione di tale fase di riconoscimento, tra una pluralità di percorsi di pulitura predefìniti e memorizzati in tale unità di controllo, ciascuno di tali percorsi di pulitura memorizzati sono specifici per una determinata tipologia di macchina operatrice; tali percorsi di pulitura sono definiti in base ad elaborazione, da parte di tale unità di controllo, di una serie di posizioni di riferimento interne a tale tamburo preliminarmente rilevate, almeno una volta per ciascuna tipologia di macchina operatrice, in una fase preparatoria di acquisizione di tali posizioni di riferimento mediante mezzi di acquisizione elettromagnetici associati a tale testa di erogazione che vengono movimentati all’intemo di tale tamburo per acquisire tali posizioni.
Tale tamburo può presentare una superficie interna definita dalla rotazione assialsimmetrica di un profilo interno del tamburo attorno a tale asse ed in cui tali spirali possono definire un profilo di posizionamento spirali coordinato a tale profilo interno del tamburo. La suddetta fase di pulitura può prevedere almeno una sotto-fase di introduzione e avanzamento all’ interno del tamburo ruotabile di un braccio estensibile provvisto di tale testa di erogazione ed almeno una sotto-fase di arretramento ed estrazione del braccio estensibile da tale tamburo; in cui tale testa di erogazione viene movimentata secondo almeno tre gradi di libertà per seguire, almeno in una di tali sotto-fasi, tale percorso di pulitura al tamburo; in cui tale percorso di pulitura riproduce sostanzialmente la forma del profilo di posizionamento spirali, assumendo progressivamente un posizionamento coordinato in vicinanza di tale profilo interno lungo tale percorso di pulitura; tale movimentazione secondo tali almeno tre gradi libertà della testa di erogazione del braccio estensibile lungo tale percorso di pulitura è controllata e gestita da tale unità di controllo.
Il metodo può comprendere tale fase preparatoria di acquisizione, in cui viene effettuato un preliminare settaggio di tali posizioni di riferimento, introducendo tale braccio estensibile all’interno del tamburo e settando, manualmente o automaticamente, ciascuna di tali posizioni.
L’erogazione del fluido di pulitura può avvenire secondo una pluralità di differenti direzioni aventi ciascuna un proprio angolo di inclinazione definito, in modo da raggiungere zone critiche associate a tali spirali nel tamburo dove si raccoglie materiale impastato all’interno del tamburo.
L’erogazione del fluido di pulitura può essere effettuata in almeno una direzione anteriore con un primo angolo definito, verso una prima zona critica di accumulo materiale definita tra il profilo interno del tamburo e una superficie anteriore della spirale.
L’erogazione del fluido di pulitura può essere effettuata in almeno una direzione posteriore con un secondo angolo definito verso una seconda zona critica di accumulo materiale definita tra il profilo interno del tamburo (e una superficie posteriore della spirale.
L’erogazione del fluido di pulitura può essere effettuata in almeno una direzione centrale con un terzo angolo definito e verso una zona del profilo interno del tamburo definita centralmente tra spirali successive, tra la prima zona critica e la seconda zona critica.
Tale tamburo può ruotare attorno a tale asse durante la movimentazione della testa di erogazione lungo tale percorso di pulitura e la contestuale erogazione di tale fluido di pulitura, per la pulitura interna del tamburo a 360°. Almeno durante tale fase di pulitura, la testa di erogazione può essere movimentata lungo tale percorso di pulitura con una velocità di avanzamento e/o arretramento sincronizzata, e controllata da tale unità di controllo, alla velocità di movimentazione di tali spirali definita dalla rotazione di tale tamburo, in modo tale che la movimentazione di tale testa di erogazione lungo tale percorso di pulitura sia coordinata al passo di avanzamento tra due spirali successive.
Un ulteriore oggetto del trovato è un apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice, quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, comprendente un tamburo ruotabile ad un determinato asse e nel quale tamburo sono posizionate una serie di spirali di movimentazione di materiale solidali al tamburo. L’apparato comprende:
- una testa di erogazione, atta ad erogare tale almeno un fluido di pulitura in tale tamburo e mobile per seguire uno specifico percorso di pulitura all’ interno del tamburo;
- un’unità di controllo configurata per controllare e gestire almeno la movimentazione di tale testa di erogazione;
- mezzi di acquisizione elettromagnetici associati a tale testa di erogazione per essere movimentati di detto tamburo;
in cui in tale unità di controllo sono memorizzati una pluralità di percorsi di pulitura predefiniti, ciascuno di tali percorsi di pulitura memorizzati sono specifici per una determinata tipologia di macchina operatrice; tali percorsi di pulitura sono definiti in base ad elaborazione, da parte di tale unità di controllo, di una serie di posizioni di riferimento interne a tale tamburo preliminarmente rilevate, almeno una volta per ciascuna tipologia di macchina operatrice, mediante tali mezzi di acquisizione elettromagnetici associati a tale testa di erogazione che vengono movimentati all’ interno di tale tamburo per acquisire tali posizioni; in cui tale unità di controllo è configurata per movimentare tale testa di erogazione lungo lo specifico percorso di pulitura all’interno di tale tamburo selezionato in funzione di un riconoscimento della tipologia di macchina operatrice e quindi della tipologia di tamburo ruotabile.
Tale tamburo può presentare una superficie interna definita dalla rotazione assialsimmetrica di un profilo interno del tamburo attorno a tale asse ed in cui tali spirali possono definire un profilo di posizionamento spirali coordinato a tale profilo interno del tamburo. Tale unità di controllo può essere configurata per determinare la movimentazione di tale testa di erogazione per effettuare introduzione e avanzamento all’ interno del tamburo ruotabile di un braccio estensibile provvisto di tale testa di erogazione ed arretramento ed estrazione del braccio estensibile da tale tamburo; in cui tale testa di erogazione viene movimentata secondo almeno tre gradi di libertà per seguire tale percorso di pulitura all’interno al tamburo; in cui tale percorso di pulitura riproduce sostanzialmente la forma del profilo di posizionamento spirali ed è configurato per assumere progressivamente un posizionamento coordinato in vicinanza di tale profilo interno lungo tale percorso di pulitura.
Tale apparato può comprendere mezzi di pulizia, quali ad esempio mezzi di erogazione di un fluido di pulizia, in particolare aria, più in particolare aria in pressione, per pulire tali mezzi di acquisizione elettromagnetici.
L’apparato può comprendere comandi di posizionamento del braccio estensibile ed eventualmente almeno un pulsante di acquisizione della posizione del braccio estensibile.
Un ulteriore oggetto del trovato è un programma per computer memorizzabile in un mezzo leggibile da un computer che contiene le istruzioni che, una volta eseguite da un apparato di pulitura, determinano l’esecuzione di un metodo di pulitura.
Questi ed altri aspetti, caratteristiche e vantaggi della presente divulgazione saranno meglio compresi con riferimento alla seguente descrizione, alle tavole di disegno e alle annesse rivendicazioni. Le tavole di disegno, che sono integrate e facenti parte della presente descrizione, illustrano alcune forme di realizzazione del presente oggetto e, unitamente alla descrizione, si propongono di descrivere i principi della divulgazione.
I vari aspetti e caratteristiche descritte nella presente descrizione possono essere applicati individualmente, dove possibile. Questi aspetti individuali, ad esempio aspetti e caratteristiche presenti nella descrizione oppure nelle rivendicazioni dipendenti allegate, possono essere oggetto di domande divisionali.
Si fa notare che qualsiasi aspetto o caratteristica che si trovi essere già nota durante la procedura di brevettazione si intende non essere rivendicata ed essere l’oggetto di un disclaimer.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente trovato appariranno chiare dalla seguente descrizione di forme di realizzazione, fomite a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 è una vista in assonometria di un apparato di pulitura secondo il trovato, in particolare per il lavaggio interno di una macchina operatrice, quale una betoniera, un’autobetoniera, simile;
- la fig. 2 è una vista laterale di una prima posizione operativa del presente apparato di pulitura;
- la fig. 3 è una vista laterale di una seconda posizione operativa del presente apparato di pulitura;
- la fig. 4 è una vista laterale di un’ulteriore posizione operativa del presente apparato di pulitura;
- la fig. 5 è una vista laterale di fasi operative del presente apparato di pulitura; - la fig. 5a è una vista in scala maggiore della zona A di fig. 5;
- la fig. 5b è un’ulteriore vista in scala maggiore di una zona interna alla macchina operatrice durante l’operazione di pulitura;
- la fig. 6 è una vista in assonometria di una parte del presente apparato di pulitura;
- la fig. 7 è una vista in assonometria e dal basso di una zona del presente apparato di pulitura dove è prevista una testa di erogazione del fluido di pulitura;
- la fig. 8 è una vista in pianta di una situazione operativa del presente apparato di pulitura per la pulitura di più autobetoniere;
- la fig. 9 è una vista in assonometria della testa di erogazione del presente apparato di pulitura;
- la fig. 10 è una vista in assonometria ed in sezione longitudinale della presente testa di erogazione;
- la fig. 11 è una vista in assonometria ed in sezione trasversale della presente testa di erogazione;
- la fig. 12 è una vista frontale del presente apparato di pulitura in una configurazione di trasporto;
- la fig. 13 è una vista laterale dell’apparato di pulitura in una configurazione di trasporto.
Per facilitare la comprensione, numeri di riferimento identici sono stati utilizzati, ove possibile, per identificare elementi comuni identici nelle figure. Va inteso che elementi e caratteristiche di una forma di realizzazione possono essere convenientemente incorporati in altre forme di realizzazione senza ulteriori precisazioni.
DESCRIZIONE DI FORME DI REALIZZAZIONE
Si farà ora riferimento nel dettaglio alle varie forme di realizzazione del trovato, delle quali uno o più esempi sono illustrati nelle figure allegate. Ciascun esempio è fornito a titolo di illustrazione del trovato e non è inteso come una limitazione dello stesso. Ad esempio, le caratteristiche illustrate o descritte in quanto facenti parte di una forma di realizzazione potranno essere adottate su, o in associazione con, altre forme di realizzazione per produrre un’ulteriore forma di realizzazione. Resta inteso che il presente trovato sarà comprensivo di tali modifiche e varianti.
Prima di descrivere le forme di realizzazione, si chiarisce, inoltre, che la presente descrizione non è limitata nella sua applicazione ai dettagli costruttivi e di disposizione dei componenti come descritti nella seguente descrizione utilizzando le figure allegate. La presente descrizione può prevedere altre forme di realizzazione ed essere realizzata o messa in pratica in altri svariati modi. Inoltre, si chiarisce che la fraseologia e terminologia qui utilizzata è a fini descrittivi e non deve essere considerata come limitante.
Con riferimento ai disegni allegati, si descrivono forme di realizzazione di un apparato di pulitura 20, utilizzabile in particolare per la pulitura, o lavaggio, di un’autobetoniera 21, o simile macchina operatrice provvista di tamburo. Nel seguito, con il numero di riferimento 21 si indicherà indifferentemente un’autobetoniera o, in generale, una macchina operatrice provvista di tamburo. In forme realizzative, l’apparato di pulitura 20 comprende un fusto, o colonna montante, estensibile 22, vantaggiosamente in modo telescopico, ed un braccio estensibile, o lancia, 23 provvisto di almeno una testa di erogazione 30 di un fluido di pulitura o lavaggio. Il braccio estensibile 23 è montato sul fusto estensibile 22. Quest’ultimo, quindi, è atto a sollevare o abbassare il braccio estensibile, o lancia, 23.
Tale braccio estensibile 23, in particolare la sua testa di erogazione 30, è vantaggiosamente mobile secondo almeno tre gradi di libertà, vale a dire X, Y e Z, cioè può essere angolarmente ruotato rispetto al fusto estensibile 22, può essere spostato verticalmente grazie al sollevamento ed abbassamento mediante il fusto estensibile 22, ed inoltre può essere movimentato longitudinalmente avanti ed indietro, come risulterà evidente dalla seguente descrizione.
In forme di realizzazione, la suddeta autobetoniera 21 comprende un tamburo 36 ruotabile, mediante relativi mezzi di azionamento 66, attorno ad un asse R in modo da miscelare tra di loro i vari componenti della malta o del calcestruzzo, ad esempio acqua, sabbia, ghiaia e leganti.
Tale tamburo 36 comprende, come è di per sé noto, spirali 61, opportunamente dimensionate, sagomate e reciprocamente distanziate in modo opportuno, per la movimentazione del materiale presente nel tamburo 36.
Tale tamburo 36 presenta una superficie interna definita dalla rotazione assialsimmetrica di un profilo interno 62 del tamburo 36 attorno a deto asse R. Tali spirali 61 definiscono un profilo di posizionamento spirali coordinato a deto profilo interno 62 del tamburo 36, che, come visibile dai disegni, può essere definito dalla congiungente la sommità delle spirali che si estendono dal fondo del tamburo 36.
Tali spirali 61, in un verso di rotazione del tamburo 36 atorno all’asse R, impastano i materiali versati nel tamburo 36 e, nell’altro verso di rotazione, aiutano l’estrazione dal tamburo 36 del materiale impastato.
In forme di realizzazione, il suddetto fusto estensibile 22 è direto lungo un asse Y, ad esempio un asse sostanzialmente verticale.
In possibili implementazioni, tale fusto estensibile 22 può comprendere almeno due parti associate telescopicamente, ad esempio una prima parte fissa 24 ed una seconda parte mobile 25, ata a traslare rispetto a deta prima parte fissa 24 lungo deto asse Y.
La parte mobile 25 può essere traslare verso l’altro o verso il basso rispetto alla parte fissa 24 mediante un gruppo di azionamento 26, ad esempio un gruppo di azionamento oleodinamico.
In forme di realizzazione, il braccio estensibile 23 può comprendere almeno un primo tratto mobile 27 ed un almeno secondo tratto fisso 28, in cui detto primo tratto mobile 27 può traslare rispetto al secondo tratto fisso 28 mediante un relativo motore 29 e lungo una determinata direzione X di estrazione o ritrazione, si veda anche fig. 6.
Tale motore 29, che può essere un motore elettrico, vantaggiosamente associato ad un inverter, può essere configurato per porre in rotazione mezzi di trasmissione del moto associati al suddetto tratto mobile 27, quali ad esempio vantaggiosamente un pignone 31 atto ad ingranare su una cremagliera 32 ricavata su detto tratto mobile 27.
Allo scopo di garantire la corretta linearità della traslazione in direzione X, in un senso o nell’altro, il tratto mobile 27 può scorrere lungo relative guide 33, ad esempio rulli o simili.
In possibili forme di realizzazione, il braccio estensibile 23 è collegato alla parte mobile 25 del fusto estensibile 22 mediante almeno una coppia di cerniere 34 e 35, che ne consentono una certa rotazione, rispetto a detto fusto estensibile 22 attorno ad un asse R1 ed attorno ad un asse R2, rispettivamente. Vantaggiosamente, le due cerniere 34 e 35 sono selettivamente attivabili/disattivabili, l’una alternativamente all’altra, a seconda delle necessità di utilizzo o trasporto, come spiegato in dettaglio nel prosieguo
Tali assi R1 e R2 di rotazione possono essere, ad esempio, entrambi orizzontali e possono essere paralleli l’uno all’altro.
In particolare, la prima cerniera 34 consente, in uso, di ruotare il braccio estensibile 23 rispetto al fusto estensibile 22 per assumere, ad esempio, almeno una posizione operativa, si vedano ad esempio le posizioni operative di figure da 1 a 5.
Tale prima cerniera 34 di rotazione, vantaggiosamente, non è diretta lungo Tasse Y del fusto estensibile 22, ma è spostata in avanti, ovvero verso la testa di erogazione 30 del fluido di pulitura.
Almeno in tale prima posizione operativa, quindi, tale prima cerniera 34 è posizionata più in avanti, verso la testa di erogazione 30, rispetto a tale seconda cerniera 35, in modo che Tasse RI sia sfalsato in avanti rispetto all’asse R2. In questo modo, vantaggiosamente, viene limitata l’escursione del braccio estensibile 23 quando viene fatto ruotare attorno all’asse R1, la testa di erogazione 30 può essere portata in posizione maggiormente vicina all’autobetoniera 11 e la pulitura dell’intero del tamburo 36 dell’autobetoniera 21 viene effettuata in modo molto più efficace rispetto a quanto fatto dagli apparati di pulitura noti.
La rotazione del braccio estensibile 22 attorno a tale asse R1 è consentita quando viene liberato un dispositivo di blocco 37, si veda fig. 6, ad esempio un dispositivo manuale provvisto di un perno filettato associato a relativi dadi controfilettati, che normalmente blocca la rotazione rispetto alla prima cerniera 34.
La seconda cerniera 35 è diretta sostanzialmente lungo Tasse Y del fusto estensibile 22 e, quando selettivamente sbloccata, consente di ruotare il braccio estensibile 23 attorno a detto asse R2 da una posizione operativa, si vedano ad esempio le figure da 1 a 5, ad una posizione di trasporto, si vedano ad esempio fig. 12 e fig. 13, di ingombro estremamente ridotto e molto compatta e nella quale tale braccio estensibile 23 è sostanzialmente diretto lungo lo stesso asse Y del fusto estensibile 22 o leggermente inclinato rispetto allo stesso.
In tale configurazione di trasporto, la parte mobile 25 del fusto estensibile 22 è in rientrata almeno in parte nella parte fissa 24, quindi il fusto estensibile 22 è alla minima altezza.
In tale configurazione, inoltre, potrebbero esseri previsti mezzi di riscontro e posizionamento nei quali inserire correttamente il braccio estensibile 23 per mantenerlo stabilmente nella configurazione di trasporto.
Tali cerniere 34 e 35 sono vantaggiosamente selettivamente attivabili, in modo da poter essere utilizzate rispettivamente, durante le fasi operative di pulitura, nelle quali il braccio estensibile 23 viene ruotato attorno all’asse R1 mediante la prima cerniera 34, oppure durante le fasi di predisposizione per il trasporto, nelle quali il braccio estensibile 23 può essere ruotato attorno all’asse R2 mediante la seconda cerniera 35.
La rotazione del braccio estensibile 23 attorno all’asse R1 e/o attorno all’asse R2 può essere effettuato mediante un opportuno attuatore di rotazione 38.
Il fluido di pulitura, ad esempio acqua, vantaggiosamente in pressione, può essere contenuto all’interno di un recipiente 39 e può essere prelevato da detto recipiente 39 mediante un gruppo di pompaggio 40 idoneo ad inviarlo verso la testa di erogazione 30 mediante un relativo condotto 41, si veda in particolare fig. 7.
La testa di erogazione 30 è posizionata all’estremità del tratto mobile 27 del braccio estensibile 23 e può essere provvista di un’intelaiatura di protezione 68, in modo da evitare interferenze dirette tra detta testa di erogazione 30 e la spirale 61.
Tale intelaiatura di protezione 68 può essere provvista di una serie di barre 42 che convergono in una zona di punta 69.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, la testa di erogazione 30, e/o il braccio estensibile 23 su cui essa è montata, può essere configurata, inoltre, ruotabile su sé stessa attorno ad un proprio asse di rotazione.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, l’apparato di pulitura 20 può comprendere mezzi di acquisizione elettromagnetica 43. In possibili implementazioni, i mezzi di acquisizione elettromagnetica possono essere ottici, optoelettronici oppure a radio frequenze. Possibili esempi sono una fotocamera, una telecamera, od analoghi mezzi di acquisizione immagini e/o video. In alternativa, altri esempi possono essere un lettore di codici a barre, un lettore di codici QR-code (Quick Response code), oppure un lettore di tag RFID (Radio Frequency IDentification) o di tag NFC (Near Field Communication) o simili. Nel seguito, con il numero 43, si farà riferimento in via esemplificativa e non limitativa a mezzi di acquisizione elettromagnetica di tipo ottico, ad esempio in forma di telecamera, nel seguito denominati brevemente, ma non in modo limitativo, telecamera 43, si veda in particolare fig. 7.
La telecamera 23 può essere configurata per acquisire informazioni, quali immagini o sequenze video, all’interno del tamburo 36. Ad esempio, la telecamera 23 può acquisire immagini o sequenze video delle operazioni di pulitura del tamburo 36, oppure immagini o sequenze video dell’interno del tamburo 36 preliminarmente o propedeuticamente alla pulitura, o altro.
In possibili varianti realizzative, la telecamera 23 può anche essere configurata per rilevare e riconoscere la tipologia di autobetoniera 21. In altre varianti realizzative, la rilevazione ed il riconoscimento della tipologia di autobetoniera 21 può essere effettuata da ulteriori mezzi di acquisizione elettromagnetica, differenti da detta telecamera 23.
In possibili forme di realizzazione, detta telecamera 23, ed eventualmente gli altri mezzi di acquisizione elettromagnetica che, nel caso, possono effettuare la rilevazione ed il riconoscimento della tipologia di autobetoniera 21, sono configurati per cooperare in particolare con un’unità di controllo 52, in particolare un’unità di controllo elettronica programmabile, dell’apparato di pulitura 20, fornendo le informazioni rilevate.
Nell’unità di controllo 52, può essere installato un programma per computer memorizzabile in un mezzo leggibile da un computer che contiene le istruzioni che, una volta eseguite dal presente apparato di pulitura, determinano l’esecuzione del metodo di pulitura secondo le forme di realizzazione qui descritte.
La tipologia di autobetoniera 21 può ad esempio essere rilevata mediante lettura da parte della telecamera 43 della targa dell’autobetoniera 21. In alternativa o in aggiunta, la tipologia di autobetoniera 21 può esser rilevata mediante lettura di un tag RFID, di un codice a barre, o simili.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, l’unità di controllo 52 può comprende un pulsante 60 di acquisizione della posizione.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, l’unità di controllo 52 può eventualmente comprendere anche una serie di comandi manuali 70, ad esempio tasti o altro, per lo spostamento del braccio estensibile 23 nelle direzioni X, Y e della rotazione attorno all’asse R1.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, la suddetta telecamera 43 può essere posizionata sul braccio estensibile 23, ad esempio in corrispondenza di un supporto 44 situato nel tratto mobile 27 del braccio estensibile 23 ed in prossimità della testa di erogazione 30.
Tale telecamera 43 può essere coperta da una lastra trasparente 45 di protezione, ad esempio in vetro, plastica o simile.
Tale lastra trasparente 45 può essere ripulita, in continuo, alloccorrenza o a intervalli prestabiliti, mediante mezzi di pulizia, selettivamente attivabili oppure ad attivazione automatica o altro. Ad esempio i mezzi di pulizia possono essere configurati per l’erogazione di aria compressa attraverso un opportuno condotto 46.
Preferibilmente, il condotto 46 di erogazione dell’aria compressa è situato in prossimità di un lato 47 della lastra trasparente 45 opposto al lato 48 dove è posizionata la telecamera 43, in modo che l’erogazione di aria compressa non interferisca con tale telecamera 43.
Tale telecamera 43, o altro mezzo di acquisizione elettromagnetico, potrebbe essere pulita anche con altro mezzo di pulizia che non sia un dispositivo basato su aria, in particolare aria compressa, ad esempio un mezzo o sistema provvisto di opportuno elemento di strofinamento, o altro.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, l’apparato di pulitura 20 può comprendere almeno un sensore 49 di rilevamento della posizione angolare o inclinazione del braccio estensibile 23, ovvero della sua rotazione attorno all’asse R1 o all’asse R2.
Tale sensore 49 di rilevamento dell’ inclinazione del braccio estensibile 23 può essere alloggiato ad esempio in prossimità dell’attuatore di rotazione 38. In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, lapparato di pulitura 20 può comprendere almeno un sensore 50 di rilevamento della posizione del tratto mobile 27 del braccio estensibile 23 rispetto al tratto fisso 28.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, lapparato di pulitura può comprendere almeno un sensore 51 di rilevamento della quota alla quale si trova il fusto estensibile 22, quindi di rilevamento della posizione della parte mobile 25 rispetto alla parte fissa 24.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, lapparato di pulitura 20 può comprendere inoltre, come detto, l’unità di controllo 52, che è idonea, ad esempio, a gestire le varie operazioni di pulitura del tamburo 36, a ricevere i dati da tali sensori 49, 50 e 51, a regolare il funzionamento del gruppo di azionamento 26, del gruppo di pompaggio 40, dell’attuatore di rotazione 38, del motore 29 di allungamento o accorciamento del braccio estensibile 23, quindi di movimentazione del tratto mobile 27 rispetto al tratto fisso 28, o altro.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, tale unità di controllo 52 può essere provvista di un’opportuna interfaccia 53 mediante la quale un operatore può regolare i vari parametri di funzionamento dell’apparato di pulitura 20.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, l’apparato di pulitura 20, inoltre, può essere provvisto, alla base, di un basamento di supporto 54. Il basamento di supporto 54 può essere configurato per permettere di inclinare l’apparato di supporto 20 rispetto al suolo, ad esempio per permettere il suo caricamento in un container.
Secondo possibili forme realizzative, il basamento 54 può essere collegato ad una piattaforma 72 ruotabile, quale una tavola rotante o simile attuatore di rotazione, che consente di ruotare tale apparato di pulitura 20 in modo da posizionarlo in prossimità di diverse autobetoniere 21, si veda fig. 8, oppure di posizionarlo correttamente rispetto ad un’autobetoniera.
Tale piattaforma 72 può essere ruotata ad esempio attorno all’asse Y mediante opportuni mezzi di azionamento, eventualmente anch’essi comandati dall’unità di controllo 52.
Secondo ulteriori possibili forme realizzative, il basamento 54 può comprendere, oppure essere associato a, mezzi di traslazione lineare 73, ad esempio attuatori lineari, configurati per determinare selettivamente uno spostamento laterale di detto apparato di pulitura 20, trasversale, in particolare ortogonale, all’asse di sviluppo del braccio estensibile 23 e quindi all’asse R del tamburo 36. In tal modo, è possibile posizionare anche lateralmente, in modo accurato, il braccio estensibile 23 rispetto all’apertura 65 del tamburo 36, per la sua corretta introduzione nel tamburo 36 stesso.
Mediante tali mezzi di traslazione lineare 73 l’apparato di pulitura può traslare per allinearsi con l’autobetoniera 21.
In ulteriori forme di realizzazione, combinabili con tutte le forme di realizzazione qui descritte, la testa di erogazione 30, si vedano in particolare le figure 9, 10 e 11, comprende una pluralità di ugelli 55a, 55b, 55c diretti secondo una pluralità di direzioni E1, E2 di erogazione del flusso di fluido differenti tra loro.
È possibile ad esempio prevedere che vi sia almeno una serie di ugelli, si vedano ad esempio gli ugelli anteriori 55a, inclinati in modo da dirigere il flusso di fluido di pulitura in almeno una direzione E1 anteriore rispetto al tamburo 36, ovvero una direzione rivolta verso il fondo 67 del tamburo 36. In sostanza, gli ugelli 55a sono configurati per dirigere il flusso di fluido di pulitura anteriormente rispetto alla direzione di avanzamento della testa di erogazione 30 all’interno del tamburo 36.
Inoltre, gli ugelli 55b sono configurati per dirigere il flusso di fluido di pulitura posteriormente rispetto alla direzione di avanzamento della testa di erogazione 30 all’interno del tamburo 36.
È possibile ad esempio prevedere che vi sia almeno una serie di ugelli, si vedano ad esempio gli ugelli posteriori 55b, inclinati in modo da dirigere il flusso di fluido di pulitura in almeno una direzione E2 anteriore rispetto al tamburo 36, ovvero una direzione rivolta verso un’apertura 65 del tamburo 36 di ingresso e uscita del braccio estensibile 23.
In possibili implementazioni, gli ugelli posteriori 55b possono essere disposti a raggiera o ventaglio rispetto ad un asse C di simmetria della testa di erogazione 30 e giacenti, ad esempio, su uno stesso piano trasversale T.
È possibile prevedere poi nella testa di erogazione 30 una serie di ugelli centrali 55c, idonei a erogare il fluido di pulitura almeno in una direzione centrale E3.
Tali direzioni E1, E2 ed E3 possono avere un proprio angolo di inclinazione definito, in modo da raggiungere efficacemente zone critiche I1, I2, I3) associate alle suddette spirali 61 nel tamburo 36 dove si raccoglie ed accumula, in misura diversa tra le varie zone, materiale impastato all’interno del tamburo 36.
In possibili implementazioni, gli ugelli centrali 55c possono inoltre essere inclinati in modo da essere disposti a ventaglio rispetto ad un piano longitudinale L.
Il flusso di fluido di pulitura o lavaggio può giungere alla testa di erogazione 30 mediante uno o più condotti ricavati all’intemo di detta testa di erogazione 30. Si può ad esempio prevedere un primo condotto 56 di alimentazione del fluido di pulitura verso gli ugelli posteriori 55b ed un secondo condotto 57 di alimentazione del fluido di pulitura verso gli ugelli anteriori 55a.
In possibili implementazioni, gli ugelli centrali 55c possono essere alimentati mediante uno dei condotti che alimentano gli ugelli anteriori o posteriori 55a o 55b, ad esempio il condotto 57, oppure potrebbero essere provvisti di un proprio condotto di alimentazione.
In possibili forme di realizzazione, la testa di erogazione 30 può prevedere sagomata, ad esempio una forma ogivale, assialsimmetrica rispetto all’asse C di simmetria e può prevedere quindi una porzione di estremità posteriore 58 ed una porzione di estremità anteriore 59.
In particolare, il diametro della testa di erogazione 30 decresce passando dalla porzione di estremità posteriore 58 alla porzione di estremità anteriore 59. Tali due porzioni di estremità, rispettivamente posteriore 58 ed anteriore 59 sono svasate in modo convergente verso l’esterno, l’una opposta all’altra, in modo da definire, in corrispondenza di dette porzioni di estremità posteriore 58 ed anteriore 59, corrispondenti superfìci posteriore 58a e anteriore 59a inclinate rispettivamente con detto secondo angolo definito e detto primo angolo definito, sulle quali superfici anteriore e posteriore sono disposti rispettivamente detta seconda seria di ugelli posteriori 55b e detta prima serie di ugelli anteriori 55a.
Si può ad esempio prevedere che nella porzione di estremità posteriore 58 siano posizionati gli ugelli posteriori 55b idonei a erogare il flusso di fluido di pulitura almeno in detta direzione E2 verso una prima zona I1 critica situata tra due spirali 61 del tamburo 36, si veda ad esempio fig. 5a.
Tale zona I1 dove si può raccogliere il materiale indurito è sostanzialmente definita tra la superficie anteriore 63 di una spirale 61 e il profilo interno 62 del tamburo 36, cioè sostanzialmente la parete interna del tamburo 36.
Si può inoltre prevedere che nella porzione di estremità anteriore 59 siano posizionati gli ugelli anteriori 55a idonei a erogare il flusso di fluido di pulitura almeno in detta direzione E1 verso una seconda zona I2 critica situata tra due spire 70 successive del tamburo 36, si veda ad esempio fig. 5a.
Tale zona 12 dove si può raccogliere il materiale indurito è sostanzialmente definita tra la superficie posteriore 64 di una spirale 61 e il profilo interno 62 del tamburo 36.
Si può ad esempio ipotizzare che gli ugelli centrali 55c siano posizionati in una porzione centrale 71 della testa di erogazione 30, ovvero una zona situata tra la porzione di estremità anteriore 59 e la porzione di estremità posteriore 58.
Tale porzione centrale 71 può avere una superficie centrale 71 a che raccorda dette superfici posteriore 58a e anteriore 59a la quale definisce detto terzo angolo definito, sulle quale superficie centrale 71 a sono disposti detta terza seria di ugelli centrali 55c.
Come si può osservare in particolare in fig. 5 e fig. 5a, la testa di erogazione 30 è in posizione ravvicinata al profilo interno 62 del tamburo 36 e segue un percorso di pulitura P che sostanzialmente riproduce la forma di tale profilo interno 62.
Tale percorso di pulitura P, sostanzialmente, riproduce, il profilo di posizionamento spirali definito dalle spirali 61.
Tale tamburo 36 può essere ruotante attorno a detto asse R durante la movimentazione della testa di erogazione 30 lungo detto percorso di pulitura P e la contestuale erogazione di detto fluido di pulitura, per la pulitura interna del tamburo 36 a 360°.
Il percorso di pulitura P seguito in particolare dalla testa di erogazione 30 del braccio estensibile 23 non è quindi un percorso rettilineo come negli apparati di pulitura noti, che si sviluppa lungo la zona mediana longitudinale del tamburo, equidistante dalle pareti perimetrali dello stesso, ma, vantaggiosamente, è un percorso arcuato o comunque curvilineo che, appunto, segue da vicino il profilo interno 62 del tamburo 36, copiando di fatto il profilo di posizionamento spirali definito dalle spirali 61.
Tale percorso di pulitura P può essere definito sostanzialmente tra l’apertura 65 del tamburo 36 dalla quale viene fatto entrare il braccio estensibile 23 e il fondo 67 del tamburo 36.
Tale percorso pulitura P può essere caratterizzato da, o diviso in, una serie di posizioni Pi, punti o regioni notevoli o di riferimento, stabilite dell’unità di controllo 52, che può avere in memoria la tipologia di autobetoniera 21 rilevata mediante la telecamera 43.
Tali posizioni Pi possono essere coordinate spaziali X, Y, Z, di punti notevoli o di riferimento, definite all’interno di opportune tabelle associate ai vari tipi autobetoniera 21.
Di seguito è riportato un esempio di Tabella 1 per un determinato tipo di autobetoniera 21, ad esempio a 30 posizioni Pi:
Tabella 1
Dove:
X = posizione relativa al movimento di traslazione avanti/indietro del braccio estensibile 23, rilevata con sensore 50;
Y = posizione relativa al movimento salita/discesa del fusto estensibile 22, rilevata con sensore 51 ;
Z = posizione relativa all’inclinazione del braccio estensibile 23, rilevata dal sensore 49 e riferita alla rotazione del braccio estensibile 23 attorno all’asse RI;
T = tempo di attesa prima di portarsi alla posizione Pi successiva.
L’unità di controllo 52 può ad esempio comandare correttamente la posizione della testa di erogazione 30, sulla base del percorso di pulitura P memorizzato e sula base dei dati rilevati dai vari sensori 49, 50, 51 e sulla base delle posizioni Pi, memorizzate in una determinata tabella di una determinata autobetoniera 21 , ad esempio la suddetta Tabella 1.
Forme di realizzazione del metodo qui descritto comprendono così almeno una fase di pulitura che prevede almeno una sotto-fase di introduzione e avanzamento all’interno del tamburo ruotabile 36 del braccio estensibile 23 provvisto della testa di erogazione 30, atta ad erogare il fluido di pulitura in detto tamburo 36, ed almeno una sotto-fase di arretramento ed estrazione del braccio estensibile 23 da detto tamburo 36; tale testa di erogazione 30 del braccio estensibile 23 viene movimentata secondo almeno tre gradi di libertà, ovvero X, Y, Z, per seguire, almeno in una di dette sotto-fasi, il percorso di pulitura P all’interno al tamburo 36, almeno durante il quale viene erogato detto fluido di pulitura, in cui detto percorso di pulitura P riproduce sostanzialmente la forma del profilo di posizionamento spirali, assumendo progressivamente un posizionamento coordinato in vicinanza di detto profilo interno 62 lungo detto percorso di pulitura P; detta movimentazione secondo detti almeno tre gradi libertà X, Y, Z della testa di erogazione 30 del braccio estensibile 23 lungo detto percorso di pulitura P è controllata e gestita dall’unità di controllo 52.
In particolare, il precorso di pulitura P può essere selezionato, in funzione della fase di riconoscimento, tra una pluralità di percorsi di pulitura P predefmiti e memorizzati in detta unità di controllo 52, ciascuno di tali percorsi di pulitura P memorizzati è specifico per una determinata tipologia di macchina operatrice 21; tali percorsi di pulitura sono definiti in base ad elaborazione, da parte di detta unità di controllo 52, della serie di posizioni Pi di riferimento interne a tale tamburo 36 preliminarmente rilevate, almeno una volta per ciascuna tipologia di macchina operatrice 21, in una fase preparatoria di acquisizione di dette posizione Pi di riferimento mediante telecamera 43, associata a tale testa di erogazione 30 e che viene movimentata all’intemo di detto tamburo 36 per acquisire tali posizioni Pi.
In particolare, il braccio estensibile 23 viene inizialmente sollevato alla quota voluta mediante il fusto estensibile 22, mediante azionamento del gruppo di azionamento 26.
Viene pertanto raggiunta una posizione P1 si veda fig. 2, in cui il braccio estensibile 23 è prossimo all’apertura 65 di ingresso del tamburo 36.
Può essere prevista una fase preliminare, nella quale i dati nella Tabella 1 saranno acquisiti spostando, con i comandi manuali 70, il braccio estensibile 23 all’ interno della botte in tutte le posizioni Pi richieste e premendo, per ogni posizione, l’apposito pulsante 60 di acquisizione. La durata della pressione del pulsante 60 memorizza il tempo di attesa T nella posizione Pi.
Per facilitare l’operazione l’apparato è provvisto della telecamera 43 che invia quanto rilevato verso l’interfaccia 53, dalla quale è possibile seguire anche visivamente le operazioni .
Le tabelle per ogni specifica autobetoniera possono essere memorizzate in memoria nell’unità di controllo 52 dell’unità, quindi ci sarà una specifica tabella con specifiche posizioni Pi per ogni autobetoniera, identificata ad esempio sulla base della targa.
I dati delle posizioni Pi e il relativo tempo di attesa T potranno anche essere introdotti e modificati dall’operatore mediante l’interfaccia 53, ad esempio uno schermo di tipo touch-screen.
La velocità di spostamento nella direzione X può essere determinata ad esempio da un inverter che comanda il motore 29.
L’operatore potrà selezionare ad esempio due velocità o più sullo schermo touch-screen per lo spostamento nella direzione X: ad esempio una velocità per il funzionamento manuale nella fase preliminare di acquisizione e de l’altra per il funzionamento in automatico di pulitura.
Le velocità di spostamento nella direzioni Y e la rotazione Z possono essere ad esempio fisse o anch’esse variabili.
Lo spostamento del braccio estensibile 23 si ottiene azionando il motore 29 (direzione X) alla velocità predefinita, il gruppo di azionamento 26 e l’attuatore di rotazione 38 (direzione Y e rotazione Z). Gli spostamenti nelle direzioni X e Y e la rotazione Z possono essere effettuati contemporaneamente (es. X1->X2, Y1->Y2, Z1->Z2).
Vantaggiosamente, per la massima efficacia di pulitura o lavaggio, la testa di erogazione 70, mentre viene movimentata lungo il percorso di pulitura P per essere mantenuta in una posizione relativa ottimale rispetto alle spirali 61 anch’esse in movimento, cioè in una voluta posizione all’interno delle spirali 61, ad esempio mediante l’ausilio di mezzi elettronico-meccanici di controllo della distanza tra le spirali 61 e di inseguimento dell’angolo ottimale di lavaggio dei getti emessi dalla testa di erogazione 30 verso le zone da pulire, in cooperazione con l’unità di controllo 52.
Tale sistema potrà essere implementato, in particolare, coordinando la velocità di movimentazione del braccio estensibile 23 con la velocità di rotazione del tamburo 36, rilevata mediante un opportuno set di sensori collegati alla macchina operatrice 21, o autobetoniera, i cui dati verranno trasmessi all’unità di controllo 52 ai fini della gestione della sincronia delle velocità.
In forme realizzative, in particolare, la suddetta testa di erogazione 30 può quindi essere movimentata lungo il percorso di pulitura P con una velocità di avanzamento e/o arretramento sincronizzata alla velocità di movimentazione di dette spirali 61 definita dalla rotazione di detto tamburo 36, in modo tale che la movimentazione di detta testa di erogazione 30 lungo detto percorso di pulitura P sia coordinata al passo di avanzamento tra due spirali 61 successive.
A tale scopo, in forme di realizzazione, tale testa di erogazione 30, si veda fig. 5b, può essere provvista di rilevatori 74 e 75, ad esempio sensori elettromeccanici per verificare il corretto posizionamento e allineamento della testa di erogazione 30 sul percorso di pulitura P.
Lo scopo è fare sì che la testa di erogazione 30, e gli ugelli in particolare, si muovano sempre in modo coordinato al movimento delle spirali 61, così da emettere i getti nelle posizioni ottimali, ovvero con la testa di erogazione 60 in posizione sostanzialmente centrale al passo delle spirali 61. Se i rilevatori 74 e 75 rilevano un disallineamento, inviano un segnale all'unità di controllo 52 che accelera o rallenta la movimentazione della testa di erogazione 30 lungo il percorso di pulitura P per la testa in posizione centrale ottimale, come illustrato in fig. 5b, ai fini della sincronizzazione.
Supponiamo, ad esempio, un Caso 1 in cui il braccio estensibile 23, in particolare la testa di erogazione 30, ha una velocità VB uguale alla velocita VS di avanzamento delle spirali 61. I rilevatori S1 ed S2 non vengono azionati dalle spirali 61. Il lavaggio avviene in questo Caso 1 modo ottimale.
Supponiamo ad esempio un Caso 2 in cui il braccio estensibile 23 ha una velocità VB inferiore alla velocita VS di avanzamento delle spirali 61. Il rilevatore S1 viene azionato dalla spirale 61. Viene aumentata la velocità VB del braccio estensibile 23 per raggiungere la velocità VS e rientrare nel Caso 1, di funzionamento corretto e ottimale.
Supponiamo un Caso 3 in cui il braccio di lavaggio ha una velocità VB superiore alla velocita VS di avanzamento delle spirali. Il rilevatore 75 viene azionato dalla spirale 61. In questo caso, viene diminuita la velocità VB del braccio estensibile 23 per raggiungere la velocità VS e rientrare nel Caso 1, di funzionamento corretto e ottimale.
È possibile avere uno spostamento in una direzione sola impostando le altre coordinate come nella posizione precedente. Raggiunto la posizione Pi più interna, ad esempio in prossimità al fondo 67 del tamburo 36, si ritorna al punto di partenza continuando la scansione della tabella fino alla prima posizione con Χ=0, Y=0, Z=0 che identifica la fine del ciclo.
La posizione P1 rappresenta il “punto zero” di ingresso al tamburo 36: allo start ciclo il braccio estensibile si porta nella posizione P1 (in questo caso il braccio è ancora all’ esterno della botte quindi non ci sono problematiche di interferenza).
Quando inizia lo spostamento alla posizione P2 viene avviato il gruppo di pompaggio 40 e si apre un’elettrovalvola, o simile, per gli ugelli anteriori 55a, che quindi iniziano a erogare fluido di pulitura in direzione E1.
Raggiunta la posizione P2, inizia il relativo tempo di attesa T impostato, e si apre un’elettrovalvola, o simile, degli ugelli posteriori 55b.
Quando inizia lo spostamento alla penultima posizione Pi, relativamente ad esempio al fondo 67 del tamburo 36, si chiude l’elettrovalvola degli ugelli posteriori 55b, quindi viene interrotta l’erogazione del fluido di pulitura dagli ugelli posteriori 55b.
Quando inizia lo spostamento all’ultima posizione Pi si chiude l’elettrovalvola degli ugelli posteriori 55b e si apre l’elettrovalvola degli ugelli anteriori 55a per il relativo tempo di attesa T impostato.
In base alla tipologia di autobetoniera 21 da pulire, quindi, rilevata ad esempio mediante la telecamera 43, l’unità di controllo 52 comanderà la movimentazione della testa di erogazione 30 in base al percorso di pulitura P memorizzato e con l’ausilio dei vari punti di riferimento Pi.
Vantaggiosamente, la cerniera 34 è spostata in avanti e verso la testa di erogazione 30, ovvero verso l’apertura 65 di ingresso del tamburo 36, quindi il braccio estensibile 23 può essere ruotato in modo preciso e limitandone l’escursione angolare, soprattutto della parte posteriore dello stesso, ovvero la parte di braccio estensibile situata sul lato opposto della cerniera 34 rispetto alla parte dove è posizionata la testa di erogazione 30.
Il tratto mobile 27 del braccio estensibile 23, quindi, segue il percorso di pulitura P che riproduce il profilo interno 62 del tamburo 36 e ciò può essere effettuato mediante regolazione del motore 29 di avanzamento di tale tratto mobile 27, regolazione del gruppo di azionamento 26, che regola l’altezza del braccio estensibile 23, e regolazione dell’attuatore di rotazione 38, che regola l’inclinazione del braccio estensibile 23 attorno a tale cerniera 34.
Vantaggiosamente, l’erogazione del fluido di pulitura avviene sia durante la corsa di avanzamento del tratto mobile 27 del braccio estensibile 23 dall’apertura 65 verso il fondo 67 del tamburo 36, sia nella corsa di ritorno del tratto mobile 27 dal fondo 67 all’apertura 65.
Vantaggiosamente, sia durante la fase di avanzamento del braccio estensibile 23 lungo tale percorso di pulitura P, sia durante la fase di arretramento, la testa di erogazione 30 eroga il fluido di pulitura in una pluralità di diverse direzioni, ad esempio le direzioni E1, E2, E3, in modo da raggiungere efficacemente qualsiasi zona I1, I2, I3 del profilo interno 62 del tamburo 36.
Naturalmente, quando il braccio estensibile 23 viene introdotto all’interno del tamburo 36 dell’autobetoniera 21, tale tamburo 36 viene posto in rotazione attorno ad un asse R mediante i relativi mezzi di azionamento 66, in modo che il braccio estensibile 23 possa pulire, attraverso tale testa di erogazione 30, tutta la superfìcie del profilo interno 62, seguendo il percorso di pulitura P. Al termine dell’utilizzo l’apparato di pulitura 20 può essere vantaggiosamente posizionato nella configurazione di trasporto di fig. 13, mediante rotazione del braccio estensibile 23 attorno alla cerniera 35, quindi senza la necessità di una sua rimozione dal fusto estensibile 22.
È chiaro che all’apparato e al metodo di pulitura fin qui descritti possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall’ambito del presente trovato.
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad alcuni esempi specifici, una persona esperta del ramo potrà senz’altro realizzare molte altre forme equivalenti di apparato e ad un metodo di pulitura aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell’ambito di protezione da esse definito.
Nelle rivendicazioni che seguono, i riferimenti tra parentesi hanno il solo scopo di facilitare la lettura e non devono essere considerati come fattori limitativi per quanto attiene all’ambito di protezione sotteso nelle specifiche rivendicazioni.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice (21), quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, comprendente un tamburo (36) ruotabile attorno ad un determinato asse (R) e nel quale tamburo (36) sono posizionate una serie di spirali (61) di movimentazione di materiale solidali al tamburo (36), detto metodo prevedendo un’erogazione di almeno un fluido di pulitura in detto tamburo (36), caratterizzato dal fatto che detto metodo comprende: almeno una iniziale fase di riconoscimento della tipologia di macchina operatrice (21) e quindi della tipologia di tamburo (36) ruotabile, una fase di caricamento da un’unità di controllo (52) di uno specifico percorso di pulitura (P) all’interno del tamburo (36); una fase di pulitura che prevede di movimentare, sotto il controllo e la gestione di detta unità di controllo (52), una testa di erogazione (30), atta ad erogare detto almeno un fluido di pulitura in detto tamburo (36) lungo uno specifico percorso di pulitura (P) all’ interno di detto tamburo (36); in cui detto specifico percorso di pulitura (P) è selezionato, in funzione di detta fase di riconoscimento, tra una pluralità di percorsi di pulitura (P) predefiniti e memorizzati in detta unità di controllo (52), ciascuno di detti percorsi di pulitura (P) memorizzati essendo specifico per una determinata tipologia di macchina operatrice (21), detti percorsi di pulitura (P) essendo definiti in base ad elaborazione, da parte di detta unità di controllo (52), di una serie di posizioni (Pi) di riferimento interne a detto tamburo (36) preliminarmente rilevate, almeno una volta per ciascuna tipologia di macchina operatrice (21), in una fase preparatoria di acquisizione di dette posizione (Pi) di riferimento mediante mezzi di acquisizione elettromagnetici (43) associati a detta testa di erogazione (30) e che vengono movimentati all’ interno di detto tamburo (36) per acquisire dette posizioni (Pi).
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui detto tamburo (36) presenta una superficie interna definita dalla rotazione assialsimmetrica di un profilo interno (62) del tamburo (36) attorno a detto asse (R) ed in cui dette spirali (61) definiscono un profilo di posizionamento spirali coordinato a detto profilo interno (62) del tamburo (36), caratterizzato dal fatto che detta fase di pulitura prevede almeno una sotto-fase di introduzione e avanzamento del tamburo ruotabile (36) di un braccio estensibile (23) provvisto di detta testa di erogazione (30) ed almeno una sotto-fase di arretramento ed estrazione del braccio estensibile (23) da detto tamburo (36), in cui detta testa di erogazione (30) viene movimentata secondo almeno tre gradi di libertà (X, Y, Z) per seguire, almeno in una di dette sotto-fasi, detto percorso di pulitura (P) all’interno al tamburo (36), in cui detto percorso di pulitura (P) riproduce sostanzialmente la forma del profilo di posizionamento spirali, assumendo progressivamente un posizionamento coordinato in vicinanza di detto profilo interno (62) lungo detto percorso di pulitura (P), detta movimentazione secondo detti almeno tre gradi libertà (X, Y, Z) della testa di erogazione (30) del braccio estensibile (23) lungo detto percorso di pulitura (P) essendo controllata e gestita da detta unità di controllo (52).
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che comprende detta fase preparatoria di acquisizione, in cui viene effettuato un preliminare settaggio di dette posizioni (Pi) di riferimento, introducendo detto braccio estensibile (23) del tamburo (36) e settando, manualmente o atuomaticamente, ciascuna di dette posizioni (Pi).
  4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, caratterizzato dal fatto che l’erogazione del fluido di pulitura avviene secondo una pluralità di differenti direzioni (E1, E2, E3) aventi ciascuna un proprio angolo di inclinazione definito, in modo da raggiungere zone critiche (I1, I2, I3) associate a dette spirali (61) nel tamburo (36) dove si raccoglie materiale impastato all’interno del tamburo (36).
  5. 5. Metodo secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che l’erogazione del fluido di pulitura viene effettuata in almeno una direzione anteriore (E1) con un primo angolo definito, verso una prima zona critica (II) di accumulo materiale definita tra il profilo interno (62) del tamburo e una superficie anteriore (63) della spirale (61).
  6. 6. Metodo secondo la rivendicazione 4 o 5, caratterizzato dal fatto che l’erogazione del fluido di pulitura viene effettuata in almeno una direzione posteriore (E2) con un secondo angolo definito verso una seconda zona critica (12) di accumulo materiale definita tra il profilo interno (62) del tamburo (36) e una superficie posteriore (64) della spirale (61).
  7. 7. Metodo secondo le rivendicazioni 5 e 6, caratterizzato dal fatto che l’erogazione del fluido di pulitura viene effettuata in almeno una direzione centrale (E3) con un terzo angolo definito e verso una zona (13) del profilo interno (62) del tamburo definita centralmente tra spirali (61) successive, tra la prima zona critica (I1) e la seconda zona critica (12).
  8. 8. Metodo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che detto tamburo (36) è ruotante attorno a detto asse (R) durante la movimentazione della testa di erogazione (30) lungo detto percorso di pulitura (P) e la contestuale erogazione di detto fluido di pulitura, per la pulitura interna del tamburo (36) a 360°.
  9. 9. Metodo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che almeno durante detta fase di pulitura, la testa di erogazione (30) viene movimentata lungo detto percorso di pulitura (P) con una velocità di avanzamento e/o arretramento sincronizzata, e controllata da detta unità di controllo (52), alla velocità di movimentazione di dette spirali (61) definita dalla rotazione di detto tamburo (36), in modo tale che la movimentazione di detta testa di erogazione (30) lungo detto percorso di pulitura (P) sia coordinata al passo di avanzamento tra spirali (61) successive.
  10. 10. Apparato di pulitura, in particolare di lavaggio interno, di una macchina operatrice (21), quale una betoniera, un’autobetoniera, o simile, comprendente un tamburo (36) ruotabile ad un determinato asse (R) e nel quale tamburo (36) sono posizionate una serie di spirali (61) di movimentazione di materiale solidali al tamburo (36), caratterizzato dal fatto che detto apparato comprende: - una testa di erogazione (30), atta ad erogare detto almeno un fluido di pulitura in detto tamburo (36) e mobile per seguire uno specifico percorso di pulitura (P) all’interno del tamburo (36); - un’unità di controllo (52) configurata per controllare e gestire almeno la movimentazione di detta testa di erogazione (30); - mezzi di acquisizione elettromagnetici (43) associati a detta testa di erogazione (30) per essere movimentati all’interno di detto tamburo (36); in cui in detta unità di controllo (52) sono memorizzati una pluralità di percorsi di pulitura (P) predefiniti, ciascuno di detti percorsi di pulitura (P) memorizzati essendo specifici per una determinata tipologia di macchina operatrice (21), detti percorsi di pulitura (P) essendo definiti in base ad elaborazione, da parte di detta unità di controllo (52), di una serie di posizioni (Pi) di riferimento interne a detto tamburo (36) preliminarmente rilevate, almeno una volta per ciascuna tipologia di macchina operatrice (21), mediante detti mezzi di acquisizione elettromagnetici (43) associati a detta testa di erogazione (30) che vengono movimentati all’interno di detto tamburo (36) per acquisire dette posizioni (Pi); in cui detta unità di controllo (52) è configurata per movimentare detta testa di erogazione (30) lungo lo specifico percorso di pulitura (P) all’interno di detto tamburo (36) selezionato in funzione di un riconoscimento della tipologia di macchina operatrice (21) e quindi della tipologia di tamburo (36) ruotabile.
  11. 11. Apparato secondo la rivendicazione 10, in cui detto tamburo (36) presenta una superficie interna definita dalla rotazione assialsimmetrica di un profilo interno (62) del tamburo (36) attorno a detto asse (R) ed in cui dette spirali (61) definiscono un profilo di posizionamento spirali coordinato a detto profilo interno (62) del tamburo (36), caratterizzato dal fatto che detta unità di controllo (52) è configurata per determinare la movimentazione di detta testa di erogazione (30) per effettuare introduzione e avanzamento all’interno del tamburo ruotabile (36) di un braccio estensibile (23) provvisto di detta testa di erogazione (30) ed arretramento ed estrazione del braccio estensibile (23) da detto tamburo (36), in cui detta testa di erogazione (30) viene movimentata secondo almeno tre gradi di libertà (X, Y, Z) per seguire detto percorso di pulitura (P) all’interno al tamburo (36), in cui detto percorso di pulitura (P) riproduce sostanzialmente la forma del profilo di posizionamento spirali, essendo configurato per assumere progressivamente un posizionamento coordinato in vicinanza di detto profilo interno (62) lungo detto percorso di pulitura (P).
  12. 12. Apparato secondo la rivendicazione 10 o 11, caratterizzato dal fatto che detto apparato comprende mezzi di pulizia (46) di detti mezzi di acquisizione elettromagnetici (43).
  13. 13. Apparato secondo la rivendicazione 10, 11 o 12, caratterizzato dal fatto che comprende comandi (70) di posizionamento del braccio estensibile (23) ed eventualmente almeno un pulsante (60) di acquisizione della posizione del braccio estensibile (23).
  14. 14. Programma per computer memorizzabile in un mezzo leggibile da un computer che contiene le istruzioni che, una volta eseguite da un apparato come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 10 a 13, determinano l’esecuzione del metodo come in una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 9.
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