IT201800004456A1 - Impianto per il trattamento di rifiuti - Google Patents

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Description

Descrizione di Brevetto per Invenzione Industriale avente per titolo: “IMPIANTO PER IL TRATTAMENTO DI RIFIUTI”.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un impianto per il trattamento di rifiuti.
Con particolare riferimento al settore industriale dello smaltimento rifiuti, sono ad oggi noti impianti comprendenti un telaio di supporto di un involucro esterno provvisto di un’apertura di entrata dei rifiuti da trattare e di un’apertura d’uscita dei rifiuti trattati.
Si specifica che nell’ambito della presente trattazione con il termine “rifiuti” si fa riferimento indistintamente a rifiuti urbani, speciali e pericolosi.
Generalmente, l’involucro esterno comprende una camera di movimentazione provvista di mezzi di movimentazione dei rifiuti da trattare lungo una direzione di avanzamento.
Inoltre, l’impianto comprende una camera di separazione disposta a valle della camera di movimentazione rispetto alla direzione di avanzamento e comprendente mezzi di separazione dei rifiuti da trattare.
I mezzi di movimentazione e i mezzi di separazione sono del tipo di un elemento a coclea associato a relativi mezzi di motorizzazione e azionati in rotazione attorno a rispettivi assi di rotazione tra loro sostanzialmente ortogonali.
È noto come i rifiuti da trattare consistano in una miscela di frammenti eterogenei aventi dimensioni, e quindi ingombri volumetrici, diversi tra loro.
Accade sovente, infatti, che frammenti ingombranti, cioè aventi dimensioni superiori alla capacità di carico dei mezzi di movimentazione, arrestino la movimentazione di questi ultimi.
In particolare, i frammenti ferrosi sono spesso causa di malfunzionamenti dell’impianto.
Questi ultimi, incastrandosi tra le pareti laterali della camera di movimentazione e dell’elemento a coclea ne bloccano la rotazione, impedendo il normale funzionamento dell’impianto.
Un altro inconveniente è rappresentato dal fatto che le frequenti interruzioni legate al bloccaggio dei mezzi di movimentazione ed alle successive operazioni di asportazione dei frammenti ingombranti incidono notevolmente sulla produttività complessiva dell’impianto, portando a lunghi tempi di lavoro.
Per ovviare almeno in parte ai suddetti inconvenienti, i rifiuti da trattare vengono attualmente pretrattati in un impianto di frantumazione separato rispetto all’impianto di trattamento dei rifiuti stessi.
Tale operazione implica il trasporto e l’introduzione dei rifiuti da pretrattare all’impianto di frantumazione, ed il successivo trasporto e inserimento degli stessi all’interno dell’impianto di trattamento.
Risulta facile comprendere come la necessità di impiegare un impianto di frantumazione separato ed indipendente rispetto all’impianto di trattamento dei rifiuti aumenti notevolmente i tempi di lavoro ed il relativi costi complessivi di gestione del trattamento dei rifiuti.
Il compito principale della presente invenzione è quello di escogitare un impianto per il trattamento dei rifiuti che consenta di ridurre i tempi di lavoro, riducendone le fasi operative rispetto agli impianti di tipo noto. A ll’interno di questo compito, uno scopo del presente trovato è quello di escogitare un impianto per il trattamento di rifiuti che consenta di ridurre notevolmente i costi di gestione complessivi dell’impianto di trattamento. A ltro scopo del presente trovato è quello di escogitare un impianto per il trattamento di rifiuti che consenta di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota nell’ambito di una soluzione semplice, razionale, di facile ed efficace impiego e dal costo contenuto.
Gli scopi sopra esposti sono raggiunti dal presente impianto per il trattamento di rifiuti avente le caratteristiche di rivendicazione 1.
A ltre caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione di una forma di esecuzione preferita, ma non esclusiva, di un impianto per il trattamento di rifiuti, illustrata a titolo indicativo, ma non limitativo, nelle unite tavole di disegni in cui:
la figura 1 è una vista in assonometria dell’impianto secondo il trovato; la figura 2 è una vista in assonometria dall’altro dell’impianto secondo il trovato;
la figura 3 è una vista in sezione lungo il piano III-III di figura 1;
la figura 4 è una vista in sezione lungo il piano IV -IV di figura 2 in una configurazioni di utilizzo dell’impianto secondo il trovato;
la figura 5 è una vista in sezione lungo il piano IV -IV di figura 2 in un’ulteriore configurazione di utilizzo dell’impianto secondo il trovato; la figura 6 è una vista in sezione lungo il piano IV -IV di figura 2 nella prima configurazione angolare dell’impianto secondo il trovato;
la figura 7 è una vista in sezione lungo il piano IV -IV di figura 2 nella seconda configurazione angolare dell’impianto secondo il trovato.
Con particolare riferimento a tali figure, si è indicato globalmente con 1 un impianto per il trattamento di rifiuti.
L’impianto 1 comprende un telaio di supporto 2 di un involucro esterno 3 comprendente una camera di movimentazione 4 dei rifiuti da trattare.
L’involucro esterno 3 è provvisto di un’apertura di entrata 5 dei rifiuti da trattare e di un’apertura di uscita 6, 7 dei rifiuti trattati.
La camera di movimentazione 4 comprende mezzi di movimentazione 8, 9 dei rifiuti da trattare lungo una direzione di avanzamento D.
Preferibilmente, la direzione di avanzamento D è sostanzialmente parallela ad una superficie di appoggio S orizzontale del telaio di supporto 2.
Con riferimento alla particolare soluzione realizzativa rappresentata nelle figure, i mezzi di movimentazione 8, 9 comprendono un elemento a coclea 8.
Tuttavia, non si escludono alternative soluzioni realizzative in cui i mezzi di movimentazione 8, 9 siano del tipo di nastri trasportatori di tipo noto al tecnico del ramo.
L’elemento a coclea 8 è associato a mezzi di motorizzazione 9 atti ad azionarlo in rotazione attorno ad un asse di rotazione R.
Inoltre, la camera di movimentazione 4 comprende almeno due pareti laterali 10.
In accordo con una preferita forma di realizzazione dell’impianto 1, la camera di movimentazione 4 comprende due pareti laterali 10.
Non si escludono, altresì, alternative soluzioni realizzative in cui la camera di movimentazione 4 comprenda tre, quattro, cinque, etc. pareti laterali 10. V antaggiosamente, almeno una delle pareti laterali 10 è associata mobile al telaio di supporto 2 a definire un’apertura di scarico 11 dei rifiuti da trattare.
In particolare, le pareti laterali 10 sono associate al telaio di supporto 2 per interposizione di rispettivi mezzi di collegamento 12 lungo un asse di incernieramento I sostanzialmente orizzontale.
Preferibilmente, i mezzi di collegamento 12 comprendono almeno un elemento a cerniera associato al telaio di supporto 2 lungo l’asse di incernieramento I.
L’asse di incernieramento I è disposto superiormente all’asse di rotazione R; ciò consente l’asportazione dei rifiuti da trattare presenti nello spazio compreso tra ciascuna parete laterale 10 e l’elemento a coclea 8.
Con riferimento alla particolare soluzione realizzativa rappresentata nelle figure, entrambe le pareti laterali 10 sono associate al telaio di supporto 2 per interposizione di un rispettivo elemento a cerniera 12.
Ciò significa che le pareti laterali 10 sono associate al telaio di supporto 2 lungo il rispettivo asse di incernieramento I disposto in prossimità dell’elemento a coclea 8.
La camera di movimentazione 4 comprende una porzione inferiore 13 disposta in prossimità degli assi di incernieramento I ed una porzione superiore 14 contrapposta alla porzione inferiore 13.
Preferibilmente, i mezzi di movimentazione 8, 9, cioè l’elemento a coclea 8, sono disposti in corrispondenza della porzione inferiore 13.
Inoltre, la camera di movimentazione 4 presenta una sezione frontale sostanzialmente triangolare in cui l’elemento a coclea 8 è disposto in corrispondenza di una porzione di vertice coincidente con la porzione inferiore 13.
L’impianto 1 comprende mezzi di azionamento 15 associati ad almeno una delle pareti laterali 10 e atti a consentirne la movimentazione tra una prima configurazione angolare (figura 6) ed una seconda configurazione angolare (figura 7) descritte in dettaglio nel prosieguo della presente trattazione. I mezzi di azionamento 15 comprendono almeno un elemento attuatore associato ad una delle pareti laterali 10.
Con riferimento alla particolare soluzione realizzativa rappresentata nelle figure, i mezzi di azionamento 15 comprendono due elementi attuatori associati rispettivamente a ciascuna parete laterale 10.
Gli elementi attuatori 15 sono di tipo noto al tecnico del ramo come ad esempio pistoni idraulici o pneumatici.
Inoltre, i mezzi di azionamento 15, nella fattispecie gli elementi attuatori, sono operativamente connessi a mezzi di attivazione, non rappresentati nel dettaglio nelle figure, e atti a consentire il passaggio delle pareti laterali 10 dalla prima configurazione angolare (figura 6) alla seconda configurazione angolare (figura 7), e viceversa.
Ad esempio, i mezzi di attivazione sono del tipo di un circuito idraulico attivabile da un operatore in funzione delle esigenze di quest’ultimo.
Nello specifico, quando la movimentazione dell’elemento a coclea 8 è bloccata dalla presenza di frammenti di rifiuti da trattare il cui ingombro ne impedisce la libera rotazione, è necessario intervenire asportando questi ultimi dalla camera di movimentazione 4.
A questo scopo, l’operatore attiva i mezzi di attivazione affinché i mezzi di movimentazione 8, 9 consentano il passaggio dalla prima configurazione angolare (figura 6), in cui le pareti laterali sono rivolte verso l’alto rispetto ad un piano orizzontale P passante per gli assi di incernieramento I e la camera di movimentazione 4 è chiusa ed isolata dall’esterno, alla seconda configurazione angolare (figura 7), in cui almeno una parete laterale 10 è rivolta verso il basso rispetto al piano orizzontale P a definire una rampa di scarico dei rifiuti da trattare e la camera di movimentazione 4 è aperta e accessibile dall’esterno.
Secondo la preferita forma di realizzazione del presente trovato in cui entrambe le pareti laterali 10 sono associate mobili al telaio di supporto 2, queste ultime definiscono un angolo A comprendente al suo interno i mezzi di movimentazione 8, 9, cioè l’elemento a coclea 8.
Nel dettaglio, nella prima configurazione angolare (figura 6) il suddetto angolo A è convesso e la camera di movimentazione 4 è chiusa e isolata dall’esterno.
Parallelamente, nella seconda configurazione angolare (figura 7) l’angolo A è concavo e la camera di movimentazione 4 è in comunicazione con l’esterno e le pareti laterali 10 sono disposte a spiovente a definire l’apertura di scarico 11.
Inoltre, l’impianto 1 comprende una camera di separazione 17 disposta a valle della camera di movimentazione 4 rispetto alla direzione di avanzamento D e comprendente mezzi di separazione 18 dei rifiuti da trattare alimentati dai mezzi di movimentazione 8, 9.
I mezzi di separazione 18 sono di tipo noto al tecnico del ramo, ad esempio possono essere del tipo di un elemento a coclea alloggiato all’interno di un elemento a filtro.
L’apertura d’uscita 6, 7 è realizzata in corrispondenza della camera di separazione 17. Nello specifico, l’apertura d’uscita 6, 7 comprende una prima luce d’uscita 6 dei rifiuti trattati solidi ed una seconda luce d’uscita dei rifiuti trattati 7 liquidi o semiliquidi.
Secondo il trovato, l’impianto 1 comprende una camera di pretrattamento 16 disposta superiormente alla camera di movimentazione 4 e comprendente mezzi di macinazione 19, 20 dei rifiuti da trattare.
Come visibile nelle figure, l’apertura d’entrata 5 è disposta in corrispondenza della camera di pretrattamento 16.
Quest’ultima è infatti realizzata sulla porzione estremale superiore dell’involucro esterno 3.
A questo proposito, si specifica che nell’ambito della presente trattazione espressioni come “superiore”, “inferiore”, “sopra”, “sotto” e simili sono da considerare con riferimento ad una configurazione operativa in cui i rifiuti da trattare in entrata alla camera di pretrattamento definiscono una direzione di caduta C sostanzialmente trasversale alla direzione di avanzamento D.
Preferibilmente, i mezzi di macinazione 19, 20 comprendono un elemento rotore 19 associato ad un gruppo motore 21, 22, 23 atto a consentirne la rotazione attorno ad un asse di riferimento Q.
V antaggiosamente, l’asse di riferimento Q e l’asse di rotazione R sono disposti sostanzialmente orizzontalmente e paralleli tra loro.
Inoltre, i mezzi di macinazione 19, 20 comprendono una pluralità di elementi di triturazione 20 associati all’elemento rotore 19.
Come visibile nelle figure, gli elementi di triturazione 20 sono del tipo di cunei sporgenti rispetto alla superficie dell’elemento rotore 19.
Tali elementi di triturazione 20 sono omogeneamente distribuiti sulla superficie esterna dell’elemento rotore 19.
Inoltre, il gruppo motore 21, 22, 23 comprende mezzi motori 21, mezzi di frizione 22 e mezzi riduttori 23, ed è operativamente connesso ad un’unità di elaborazione e monitoraggio configurata per controllare la velocità di rotazione dei mezzi di macinazione 19, 20.
Più nello specifico, l’unità di elaborazione e monitoraggio è configurata per controllare la velocità di rotazione di almeno uno tra i mezzi di macinazione 19, 20 e i mezzi di movimentazione 8, 9.
Preferibilmente, l’unità di elaborazione e monitoraggio è configurata per controllare la velocità di rotazione dei mezzi di macinazione 19, 20 e dei mezzi di movimentazione 8, 9.
A questo scopo, l’unità di elaborazione e monitoraggio comprende mezzi di rilevamento di primi valori di assorbimento del gruppo motore 21, 22, 23, e di secondi valori di assorbimento dei mezzi di motorizzazione 9, l’unità di elaborazione e monitoraggio essendo atta a variare la velocità di rotazione dei mezzi di macinazione 19, 20 e/o dei mezzi di movimentazione 8, 9 in funzione dei primi valori di assorbimento e/o dei secondi valori di assorbimento rilevati.
In altre parole, l’unità di elaborazione e monitoraggio interviene bloccando la rotazione dell’elemento rotore 19 quando i primi valori di assorbimento superano un valore limite soglia preimpostabile in funzione del peso dei rifiuti da trattare in entrata alla camera di pretrattamento 16.
Più nello specifico, l’unità di elaborazione e monitoraggio interviene bloccando la rotazione dell’elemento rotore 19, cioè attivando mezzi di blocco 24 associati a quest’ultimo; ciò consente di ridurre notevolmente il rischio di rottura dell’elemento rotore 19 e di rallentare i processi di usura legati al sovraccarico dello stesso.
L’attivazione dei mezzi di blocco 24 determina la simultanea attivazione dei mezzi di frizione 22 che interrompono la trasmissione del moto dai mezzi motori 21 ai mezzi riduttori 23.
Inoltre, al fine di omogenizzare la granulometria dei rifiuti da trattare in entrata all’impianto 1 e diminuire il rischio di bloccaggio dei mezzi di movimentazione 8, 9, l’impianto stesso comprende mezzi di regolazione 25, 31 della granulometria dei rifiuti da trattare.
I mezzi di regolazione 25, 31 sono associati internamente alla camera di pretrattamento 16 e mobili in avvicinamento/allontanamento rispetto ai mezzi di macinazione 19, 20.
I mezzi di regolazione 25, 31 comprendono un elemento a pettine 25 provvisto di un primo elemento di supporto 27 associato alla camera di pretrattamento 16, ed una pluralità di primi elementi a dente 28 associati al primo elemento di supporto 27.
Inoltre, al fine di rallentare il processo di usura a cui è soggetto l’elemento a pettine 25, ciascun primo elemento a dente 28 comprende un elemento di copertura 29 realizzato in materiale rigido ed abrasivo.
L’elemento a pettine 25 è disposto ad una distanza predefinita D1 dall’elemento rotore 19.
La distanza predefinita D1 è atta a consentire il passaggio sostanzialmente a misura degli elementi di triturazione 20, ed è variabile in avvicinamento/allontanamento rispetto all’elemento rotore 19 in funzione delle esigenze degli operatori.
A questo proposito, i mezzi di regolazione 25, 31 comprendono mezzi di attuazione 31 associati all’elemento a pettine 25 e atti a variare la distanza predefinita D1.
In particolare, i mezzi di attuazione 31 comprendono un elemento a pistone 31 associato all’elemento a pettine 25.
Preferibilmente, l’elemento a pistone 31 è atto a variare la distanza predefinita D1 in funzione della granulometria dei rifiuti da trattare.
Più nello specifico, l’elemento a pistone 31 compie un moto sostanzialmente parallelo al piano orizzontale P.
I mezzi di attuazione 31 sono collegati a mezzi di controllo e regolazione della distanza predefinita D1 azionabili manualmente da un operatore.
Ad esempio, i mezzi di controllo e regolazione sono del tipo di un circuito idraulico azionabile dall’operatore in funzione delle esigenze dello stesso. Non si esclude, tuttavia, che l’unità di elaborazione e monitoraggio comprenda i mezzi di controllo e regolazione della distanza predefinita D1. Parallelamente, l’impianto 1 comprende un elemento a contropettine 26 associato alla camera di pretrattamento 16 su di una porzione di quest’ultima sostanzialmente contrapposta all’elemento a pettine 25.
Analogamente all’elemento a pettine 25, anche l’elemento a contropettine 26 è provvisto di un secondo elemento di supporto 34 associato alla camera di pretrattamento 16 e di una pluralità di secondi elementi a dente 30.
A questo proposito è bene sottolineare che il contropettine 26 è atto ad impedire la caduta dei rifiuti da trattare passanti per la camera di pretrattamento 16 all’interno della camera di movimentazione 4; ciò garantisce che la totalità dei rifiuti da trattare in entrata alla camera di pretrattamento 16 passi attraverso i mezzi di macinazione 19, 20 riducendo la propria granulometria.
L’elemento a contropettine 26 è movimentabile manualmente dall’operatore tra una posizione operativa in cui è disposto sostanzialmente contiguo all’elemento rotore 19 ed una posizione di scarico in cui è allontanato dall’elemento rotore 19.
Inoltre, l’elemento a contropettine 26 è atto a consentire la rimozione di eventuali residui dei rifiuti da trattare rimasti adesi agli elementi di triturazione 20.
L’impianto 1 comprende anche una camera di deferrizzazione 35 interposta tra la camera di pretrattamento 16 e la camera di movimentazione 4 e, a sua volta, comprendente mezzi deferrizzatori 36, 37 dei rifiuti da trattare.
La camera di deferrizzazione 35 comprende una sezione di separazione 38 di frammenti ferrosi contenuti nei rifiuti da trattare, ed una sezione di raccolta 39 dei frammenti ferrosi stessi disposta inferiormente ai mezzi deferrizzatori 36, 37.
Nel dettaglio, i mezzi deferrizzatori 36, 37 comprendono almeno un cilindro cavo 36 associato a mezzi di rotazione atti a consentirne la messa in rotazione attorno ad un relativo asse di centraggio E.
V antaggiosamente, il cilindro cavo 36 è realizzato in un materiale metallico del tipo ad esempio di acciaio.
Preferibilmente, l’asse di centraggio E è sostanzialmente parallelo all’asse di rotazione R e all’asse di riferimento Q.
Inoltre, i mezzi deferrizzatori 36, 37 comprendono almeno un elemento magnetico 37 alloggiato internamente al cilindro cavo 36.
Preferibilmente, l’elemento magnetico 37 presenta una conformazione sostanzialmente semicilindrica.
V antaggiosamente, l’elemento magnetico 37 è del tipo di un magnete permanente.
Inoltre, la camera di deferrizzazione 35 comprende mezzi di fissaggio dell’elemento magnetico 37 in posizione fissa all’interno del cilindro cavo 36.
In altre parole, il cilindro cavo 36 è azionabile in rotazione attorno all’elemento magnetico 37 che, essendo mantenuto in posizione fissa, genera un campo magnetico definente una zona attiva 40 disposta in corrispondenza della sezione di separazione 38, ed una zona passiva 41 contrapposta alla zona attiva 40, e disposta in corrispondenza della sezione di raccolta 39.
In altre parole, in corrispondenza della zona attiva 40 le linee di campo si chiudono all’esterno del cilindro cavo 36, e parallelamente in corrispondenza della zona passiva 41 le linee di campo si chiudono internamente al cilindro cavo 36.
In questo modo, eventuali frammenti ferrosi contenuti nei rifiuti da trattare in uscita dai mezzi di macinazione 19, 20, attraversanti la sezione di raccolta 39, sono attratti dall’elemento magnetico 37 e, quindi, aderiscono al cilindro cavo 36 che li trascina dalla zona attiva 40 alla zona passiva 41 dove vengono scaricati nella sezione di raccolta 39.
A questo proposito, la camera di deferrizzazione 35 comprende mezzi di raschiamento 42 dei frammenti ferrosi dal cilindro cavo 36.
Nello specifico, i mezzi di raschiamento 42 sono disposti in corrispondenza della zona passiva.
Ancora più nello specifico, i mezzi di raschiamento 42 sono disposti superiormente alla sezione di raccolta 39 e sono atti a rimuovere eventuali frammenti ferrosi rimasti adesi al cilindro cavo 36.
Inoltre, l’impianto 1 comprende mezzi di direzionamento 43 dei rifiuti da trattare in uscita dai mezzi di macinazione 19, 20 verso la camera di deferrizzazione 35.
I mezzi di direzionamento 43 comprendono almeno un tratto di invito disposto inferiormente all’elemento rotore 19 e atto a favorire la caduta dei rifiuti da trattare dai mezzi di macinazione 19, 20 verso i mezzi deferrizzatori 36, 37.
Con riferimento alla particolare soluzione realizzativa rappresentata nelle figure, i mezzi di direzionamento 43 comprendono due tratti di invito contrapposti tra loro e disposti inclinati e convergenti verso i mezzi deferrizzatori 36, 37.
Nella forma di attuazione mostrata nelle figure 4, 5, la sezione di raccolta 39 consiste, ad esempio, in un cassetto in cui si raccolgono, all’interno dell’impianto 1, i frammenti e che deve essere svuotato periodicamente. Non si escludono, tuttavia, alternative soluzioni realizzative in cui la sezione di raccolta 39 consiste in uno scivolo di uscita che convoglia i frammenti ferrosi direttamente all’esterno dell’impianto 1.
Inoltre, l’impianto 1 comprende almeno una cella di carico 33 associata al telaio di supporto 2, operativamente connessa all’unità di elaborazione e monitoraggio e atta a rilevare almeno un valore di forza esercitato dai rifiuti da trattare sull’involucro esterno 3.
Preferibilmente, l’impianto comprende una pluralità di celle di carico 33 disposte inferiormente alla camera di movimentazione 4 e alla camera di separazione 17, e atte a rilevare almeno un valore di forza peso esercitato dai rifiuti da trattare su almeno una porzione della camera di movimentazione 4 e della camera di separazione 17.
Più nello specifico, le celle di carico 33 sono atte ad inviare il valore di forza peso rilevato all’unità di elaborazione e monitoraggio che, integrando tale valore con i primi valori di assorbimento rilevati e con i secondi valori di assorbimento rilevati interviene sulla velocità di rotazione dei mezzi di macinazione 19, 20 e/o dei mezzi di movimentazione 8, 9.
L’unità di elaborazione e monitoraggio è infatti programmabile con il peso dei rifiuti da trattare in entrata all’impianto 1; tale valore viene quindi confrontato con i primi valori di assorbimento e con i secondi valori di assorbimento.
A fronte di primi valori di assorbimento elevati e di valori di forza peso contenuti rilevati in corrispondenza della camera di movimentazione 4, l’unità di elaborazione e monitoraggio interviene bloccando la rotazione dei mezzi di frantumazione 19, 20; ciò significa che la presenza di primi valori di assorbimento elevati è rappresentativa di un sovraccarico dell’elemento rotore 19 e della scarsa presenza di rifiuti da trattare all’interno della camera di movimentazione 4.
A l contrario, a fronte di secondi valori di assorbimento e di valori di forza peso elevati rilevati in corrispondenza della camera di movimentazione 4, l’unità di elaborazione e controllo interviene diminuendo la velocità di rotazione dei mezzi di macinazione 19, 20.
In questo caso, invece, secondi valori di assorbimento elevati in combinazione con valori di forza peso altrettanto elevati sono indicativi di un sovraccarico dei mezzi di movimentazione 8, 9 e quindi di un’eccessiva velocità di rotazione dei mezzi di macinazione 19, 20.
Il funzionamento del presente trovato è il seguente.
I rifiuti da trattare entrano all’interno della camera di pretrattamento 16 passando attraverso l’apertura d’entrata 5.
In funzione della granulometria iniziale dei rifiuti da trattare, l’operatore varia la distanza predefinita D1 dell’elemento a pettine 25 rispetto all’elemento rotore 19.
A questo punto, i rifiuti da trattare passano attraverso i mezzi di macinazione 19, 20 che ne determinano la frantumazione movimentandoli mediante gli elementi di frantumazione 20 e causandone il riscontro in battuta dell’elemento di copertura 29.
Realizzando una diminuzione della granulometria dei rifiuti da trattare, questi ultimi passano attraverso la distanza predefinita D1 cadendo all’interno della camera di movimentazione 4.
In accordo con un’ulteriore soluzione realizzativa, quando l’impianto 1 comprende la camera di deferrizzazione 35, i rifiuti da trattare in uscita dai mezzi di macinazione 19, 20 cadono nella seziona di separazione 38.
A questo punto, la rotazione del cilindro cavo 36 consente la rimozione dei frammenti ferrosi contenuti nei rifiuti da trattare, e la relativa raccolta all’interno della rispettiva seziona di raccolta 39.
I restanti rifiuti da trattare cadono, lungo la direzione di caduta C, all’interno della camera di movimentazione 4.
L’elemento a coclea 8 determina la movimentazione dei rifiuti da trattare spostandoli alla camera di separazione 17.
Nello specifico, quando la movimentazione dell’elemento a coclea 8 è bloccata dalla presenza di frammenti di rifiuti da trattare il cui ingombro ne impedisce la libera rotazione, è necessario intervenire asportando questi ultimi dalla camera di movimentazione 4.
Tuttavia, a fronte del bloccaggio dell’elemento a coclea 8, l’operatore attiva i mezzi di attivazione affinché i mezzi di azionamento 15 determinino il passaggio delle pareti laterali 10 dalla prima configurazione angolare (figura 6) in cui sono rivolte verso l’alto rispetto al piano orizzontale P, alla seconda configurazione angolare (figura 7) in cui almeno una parete laterale 10 è rivolta verso il basso rispetto al piano orizzontale P definendo la rampa di scarico dei rifiuti da trattare.
Il passaggio dalla prima configurazione angolare alla seconda configurazione angolare rende facilmente accessibile dall’esterno l’elemento a coclea 8.
In altre parole, quando le pareti laterali 10 sono aperte a definire la rampa di scarico, i rifiuti da trattare contenuti nella camera di movimentazione 4 sono scaricati all’esterno dell’impianto 1, facilitando notevolmente le operazioni di asportazione dei frammenti ingombranti e consentendo la rapida ripresa del processo di trattamento dei rifiuti.
A questo punto, l’operatore attiva i mezzi di attivazione in modo che le pareti laterali 10 ritornino alla prima configurazione angolare.
Infine, l’elemento a coclea 8 trasporta i rifiuti da trattare alla camera di separazione 17 dove i mezzi di separazione 18 ne terminano il trattamento separandoli in una frazione solida ed in una frazione liquida o semiliquida. La frazione solida fuoriesce dalla camera di separazione 17 attraverso la prima luce d’uscita 6 e, parallelamente, la frazione liquida o semiliquida fuoriesce dalla camera di separazione 17 attraverso la seconda luce d’uscita 7.
Si è in pratica constatato come l’invenzione descritta raggiunga gli scopi proposti.
Si sottolinea che il particolare accorgimento di prevedere una camera di pretrattamento disposta superiormente alla camera di frantumazione consente di ridurre i tempi di lavoro necessari per il trattamento dei rifiuti, riducendone le fasi operative rispetto agli impianti di tipo noto.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Impianto (1) per il trattamento di rifiuti, comprendente almeno un telaio di supporto (2) di un involucro esterno (3), a sua volta, comprendente: - almeno una camera di movimentazione (4) comprendente mezzi di movimentazione (8, 9) di detti rifiuti da trattare lungo una direzione di avanzamento (D); - almeno una camera di separazione (17) disposta a valle di detta camera di movimentazione (4) rispetto a detta direzione di avanzamento (D) e comprendente mezzi di separazione (18) di detti rifiuti da trattare alimentati da detti mezzi di movimentazione (8, 9); caratterizzato dal fatto che comprende almeno una camera di pretrattamento (16) disposta superiormente a detta camera di movimentazione (4) e comprendente mezzi di macinazione (19, 20) di detti rifiuti da trattare.
  2. 2) Impianto (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di macinazione (19, 20) comprendono: - almeno un elemento rotore (19) associato ad un gruppo motore (21, 22, 23) atto a consentirne la rotazione attorno ad un asse di riferimento (Q); e - una pluralità di elementi di triturazione (20) associati a detto elemento rotore (19).
  3. 3) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende mezzi di regolazione (25, 31) della granulometria di detti rifiuti da trattare associati internamente a detta camera di movimentazione (4) e mobili in avvicinamento/allontanamento rispetto a detti mezzi di macinazione (19, 20).
  4. 4) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di regolazione (25, 31) comprendono almeno un elemento a pettine (25) provvisto di un primo elemento di supporto (27) associato a detta camera di pretrattamento (16), ed una pluralità di primi elementi a dente (28) associati a detto primo elemento di supporto (27), detto elemento a pettine (25) essendo disposto ad una distanza predefinita (D1) da detto elemento rotore (19).
  5. 5) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di regolazione (25, 31) comprendono mezzi di attuazione (31) associati a detto elemento a pettine (25) e atti a variare detta distanza predefinita (D1).
  6. 6) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti primi elementi a dente (28) comprendono almeno un elemento di copertura (29) realizzato in materiale rigido ed abrasivo.
  7. 7) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di movimentazione (8, 9) comprendono almeno un elemento a coclea (8) associato a mezzi di motorizzazione (9) atti ad azionarlo in rotazione attorno ad un asse di riferimento (Q).
  8. 8) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende un’unità di elaborazione e monitoraggio configurata per controllare la velocità di rotazione di almeno uno tra detti mezzi di macinazione (19, 20) e detti mezzi di movimentazione (8, 9).
  9. 9) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende almeno una cella di carico (33) associata a detto telaio di supporto (2), operativamente connessa a detta unità di elaborazione e monitoraggio e atta a rilevare almeno un valore di forza esercitato da detti rifiuti da trattare su detto involucro (3).
  10. 10) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende una pluralità di celle di carico (33) disposte inferiormente ad almeno una tra detta camera di movimentazione (4) e a detta camera di separazione (17), e atte a rilevare almeno un valore di forza peso esercitato da detti rifiuti da trattare su almeno una porzione di detta camera di movimentazione (4) e di detta camera di separazione (17).
  11. 11) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detta unità di elaborazione e monitoraggio comprende mezzi di rilevamento di primi valori di assorbimento di detto gruppo motore (21, 22, 23), e di secondi valori di assorbimento di detti mezzi di motorizzazione (9), detta unità di elaborazione e monitoraggio essendo atta a variare la velocità di rotazione di detti mezzi di macinazione (19, 20) e/o di detti mezzi di movimentazione (8, 9) in funzione di detti primi valori di assorbimento e/o di detti secondi valori di assorbimento.
  12. 12) Impianto (1) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto asse di riferimento (Q) e detto asse di rotazione (R) sono disposti sostanzialmente orizzontalmente e paralleli tra loro.
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