IT201800002944A1 - Vetrocamera per la realizzazione di ante per banchi frigo e metodo per la realizzazione della stessa - Google Patents

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IT201800002944A1
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IT
Italy
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sheet
side walls
longitudinal
height
resin
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Application number
IT102018000002944A
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English (en)
Inventor
Walter Valentini
Original Assignee
Valentini Glass & Components S R L
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    • E06DOORS, WINDOWS, SHUTTERS, OR ROLLER BLINDS IN GENERAL; LADDERS
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    • E06B3/00Window sashes, door leaves, or like elements for closing wall or like openings; Layout of fixed or moving closures, e.g. windows in wall or like openings; Features of rigidly-mounted outer frames relating to the mounting of wing frames
    • E06B3/66Units comprising two or more parallel glass or like panes permanently secured together
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
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    • E06BFIXED OR MOVABLE CLOSURES FOR OPENINGS IN BUILDINGS, VEHICLES, FENCES OR LIKE ENCLOSURES IN GENERAL, e.g. DOORS, WINDOWS, BLINDS, GATES
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Description

VETROCAMERA PER LA REALIZZAZIONE DI ANTE PER BANCHI FRIGO E METODO PER LA REALIZZAZIONE DELLA STESSA
DESCRIZIONE
Campo di applicazione
La presente invenzione è generalmente applicabile nel campo della tecnologia del vetro ed ha particolarmente per oggetto una vetrocamera per la realizzazione di ante per banchi frigoriferi.
Oggetto del brevetto è inoltre un metodo per realizzare tale vetrocamera.
Stato della tecnica
E’ noto che nei punti vendita di merci deperibili, in particolare alimentari, sono utilizzati espositori refrigerati e/o banchi frigo per la presentazione al consumatore dei vari prodotti.
Per aumentare la visibilità e l’efficacia dell’esposizione, tali espositori possono presentare sia pareti fisse sia elementi mobili di chiusura otticamente trasparenti.
Generalmente, per limitare il consumo energetico della refrigerazione, tali pareti e/o ante possono essere realizzate utilizzando pannelli a bassa conducibilità termica, noti come vetrocamere.
Per vetrocamera o vetro isolante, termini nel seguito usati come sinonimi, si intende un multistrato isolante dato da un insieme di due o più lastre in vetro od altro materiale trasparente, tra loro sostanzialmente parallele, spaziate e accoppiate tra loro lungo il loro perimetro in modo da definire una camera interna stagna chiusa riempita con aria, con aria secca oppure,più opportunamente, con un gas secco più pesante dell’aria.
Generalmente sono presenti elementi sigillanti i quali mantengono le lastre spaziate tra loro, evitano la diffusione del gas contenuto nella camera interna verso l’esterno e la diffusione di contaminanti dall’esterno verso l’interno e consentono di resistere alle variazioni di pressione tra interno ed esterno ed alle sollecitazioni indotte dalle diversa entità delle dilatazioni delle lastre derivanti da variazioni di temperatura.
In particolare, sono noti vetri isolanti in cui gli elementi sigillanti sono sostanzialmente trasparenti. In questo modo la superficie frontale dell’espositore, cioè quella a vista dell’utente, presenta una sostanziale continuità tra una vetrocamera e la successiva adiacente. Si ottiene l’effetto di un’unica parete sostanzialmente trasparente, senza le interruzioni date dalle strutture del serramento.
Ad esempio, il brevetto EP2878233 descrive una vetrocamera in cui l’accoppiamento tra le lastre è eseguito mediante un solo elemento sigillante trasparente realizzato in resina indurente. Quest’ultima è posta liquida in uno stampo nel quale sono successivamente immersi i bordi delle lastre di vetro spaziati della distanza desiderata. Una volta indurita la resina, lo stampo viene rimosso dal vetro isolante.
Tali vetrocamere e tale metodo di realizzazione presentano differenti inconvenienti. Un primo inconveniente di tale noto metodo è dato dal fatto che le lastre di vetro devono essere mantenute in posizione alla distanza predeterminata mediante una struttura esterna mentre sono inserite nello stampo con la resina fino al completo indurimento della resina stessa.
Un altro inconveniente è dato dal fatto che la resina aderisce anche allo stampo, la qual cosa ostacola la separazione della vetrocamera dallo stampo stesso dopo l’indurimento della resina.
Allo scopo sono quindi utilizzate resine aventi una limitata capacità di adesione in modo da consentire la rimozione dello stampo senza danneggiare quest’ultimo o la vetrocamera.
Come è noto, la forza di adesione è proporzionale all’area bagnata dalla resina, pertanto in quest’ultimo caso è necessario utilizzare una quantità elevata di resina per consentire un accoppiamento stabile tra le lastre di vetro con un evidente aggravio di costi, sia in termini di costi della resina che di aumento dei tempi di indurimento della stessa.
Più in generale, i metodi noti di realizzazione sono particolarmente lunghi e onerosi. Inoltre, l’elemento sigillante così realizzato presenta ingombri elevati, in particolare un’altezza elevata, che rende la vetrocamera esteticamente poco accattivante. In particolare, l’elemento sigillante avendo ingombri elevati introduce distorsioni ottiche che compromettono l’aspetto estetico e l’effetto di continunità visiva richiesto negli espositori.
Ulteriore inconveniente del metodo noto è dato dal fatto che dopo aver separato lo stampo dalla vetrocamera è necessaria un’ulteriore operazione di pulizia e ricondizionamento dello stampo stesso prima di un nuovo utilizzo.
Presentazione della invenzione
Scopo della presente invenzione è superare almeno parzialmente gli inconvenienti sopra illustrati, mettendo a disposizione una vetrocamera di elevata funzionalità e di costo contenuto.
Altro scopo della presente invenzione è mettere a disposizione una vetrocamera che abbia elevate caratteristiche estetiche.
Altro scopo della presente invenzione è mettere a disposizione una vetrocamera che abbia elevata durata nel tempo.
Altro scopo della presente invenzione è mettere a disposizione una vetrocamera realizzabile in modo semplice e rapido.
Altro scopo della presente invenzione è mettere a disposizione un metodo per la realizzazione di una vetrocamera di elevata funzionalità e di costo contenuto.
Questi scopi, così come altri che appariranno più chiari nel seguito, sono raggiunti da una vetrocamera e/o un metodo per la sua realizzazione in accordo con quanto qui descritto, illustrato e/o rivendicato.
Le rivendicazioni dipendenti definiscono forme di realizzazione vantaggiose dell’invenzione
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione preferite, ma non esclusive, di un vetrocamera illustrate a titolo di esempio non limitativo con l'ausilio delle unite tavole di disegno in cui:
le FIGG. 1 e 2 sono viste schematiche parzialmente sezionate di differenti forme di realizzazione di una vetrocamera 1;
la FIG. 3 è una vista schematica parzialmente sezionata di alcuni particolari di un profilo longitudinale 31 e una coppia di lastre 10, 20 reciprocamente accoppiati;
le FIGG.4 e 5 sono viste schematiche rispettivamente assonometrica e laterale di una vetrocamera 1 in una particolare fare operativa con accoppiato un dispositivo ad imbuto 50;
la FIG. 6 è una vista schematica parzialmente sezionata di una particolare forma di realizzazione del vetrocamera 1;
la FIG. 7 è una vista schematica di una coppia di ante 101 comprendenti la vetrocamera 1;
la FIG.8 è una vista schematica di un banco frigo 100 comprendente le ante 101.
Descrizione dettagliata di alcuni esempi di realizzazione preferiti
Facendo riferimento alle figure citate, si descrive una vetrocamera 1 che potrà preferibilmente comprendere una coppia di elementi lastriformi 10, 20 reciprocamente affacciati tra loro e una camera interna 2 interposta tra gli stessi elementi lastriformi 10, 20.
Gli elementi lastriformi potranno essere lastre 10, 20 sostanzialmente trasparenti e/o traslucide. Ad esempio le lastre 10, 20 potranno essere realizzate in vetro oppure in materiale plastico quale polimetilmetacrilato (PMMA), policarbonato o simili.
Ogni lastra 10, 20 potrà definire rispettivi piani sostanzialmente paralleli tra loro così che le stesse lastre 10, 20 abbiano una distanza d reciproca predeterminata, ad esempio compresa fra 6 mm e 30 mm.
Si comprende che le lastre 10, 20 potranno essere sostanzialmente piane oppure di qualsivoglia forma, ad esempio bombate, e potranno essere sostanzialmente parallele tra loro oppure no. Ad esempio, la vetrocamera 1 potrà avere due lastre 10, 20 piane e parallele (Fig.1) o due lastre 10, 20 curve e parallele (Fig.2).
Ogni lastra 10, 20 potrà comprendere un rispettivo bordo perimetrale 11, 21, reciprocamente affacciati tra loro, e una coppia di facce a vista 12, 13 e 22, 23 sostanzialmente perpendicolari rispettivamente al bordo perimetrale 11 e al bordo perimetrale 21.
Come particolarmente illustrato nelle figure allegate, potranno essere previsti mezzi di accoppiamento meccanico 30 delle lastre 10, 20 e mezzi 40 per sigillare tale accoppiamento in modo che la camera interna 2 rimanga sostanzialmente isolata.
Essenzialmente, i mezzi di accoppiamento meccanico 30 potranno comprendere un profilo longitudinale 31 sostanzialmente rigido per accoppiare le lastre 10, 20 in corrispondenza del rispettivo bordo perimetrale 11, 21, mentre i mezzi sigillanti 40 potranno comprendere una resina sigillante adesiva 42 interposta tra le facce a vista 13, 23 dei bordi 11, 21 delle lastre 10, 20 ed il profilo 31, come meglio spiegato nel seguito.
Più in dettaglio, il profilo longitudinale 31 potrà comprendere un corpo principale 32 sostanzialmente planare o leggermente arcuato che potrà presentare una porzione centrale 320 e due porzioni 33, 34 ognuna delle quali potrà comprendere una sede longitudinale 33’, 34’ estendentesi sostanzialmente in modo trasversale o perpendicolare dallo stesso corpo principale 32 per accogliere rispettivamente una zona di bordo 11’ e 21’ delle lastre 10, 20. In particolare, le sedi longitudinali 33’, 34’ potranno accogliere un rispettivo tratto 14, 24 di tali zone di bordo 11’, 21’.
Ad esempio, nel caso le lastre 10, 20 siano sostanzialmente rettangolari, il tratto 14, 24 potrà essere un lato delle stesse lastre 10, 20.
Opportunamente, le porzioni 33, 34 potranno essere poste alle estremità opposte rispetto alla porzione centrale 320 in modo che una volta accoppiate le lastre 10, 20 con le rispettive sedi 33’, 34’ le prime presentino la distanza d.
In particolare, ognuna delle sedi 33’, 34’ potrà comprende una rispettiva parete superiore o inferiore 35 sostanzialmente parallela alla porzione centrale 320 e una rispettiva coppia di pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ reciprocamente affacciate, le quali potranno estendersi trasversalmente dal corpo principale 32.
Una volta che le lastre 10, 20 sono inserite nelle sedi 33’, 34’ del profilo longitudinale 31, la parete inferiore 35 e le pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ potranno essere affacciate oppure a contatto con le lastre 10, 20, ed in particolare con le facce a vista 12, 13, 22, 23 delle stesse.
Si comprende che la parete 35 è una parete inferiore o superiore a seconda dell’orientamento del profilo 31. Le sedi 33’, 34’ potranno essere sostanzialmente concave con la concavità rivolta verso le lastre 10, 20.
Inoltre, la porzione centrale 320 del corpo principale 32 potrà quindi presentare una superficie interna 320’ affacciata alla camera di lavoro 2 la quale potrà quindi restare interposta tra le pareti laterali interne 36’, 360’ delle sedi 33’, 34’.
In ogni caso, la configurazione delle sedi 33’, 34’ sopra descritte non deve considerarsi esclusiva. Ad esempio, le pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ potranno avere altezze e/o configurazioni differenti.
Opportunamente, le pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ potranno essere realizzate in un materiale polimerico rigido o semirigido in modo da deformarsi elasticamente all’atto dell’inserimento del tratto 14, 24 della rispettiva zona di bordo 11’, 21’ per trattenere le lastre 10, 20. Ad esempio, il materiale polimerico delle pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ potrà presentare un modulo elastico misurato secondo ISO 527-2 compreso tra 1000 MPa e 3000 MPa, preferibilmente tra 1200 MPa e 2500 Mpa.
Inoltre, i mezzi di accoppiamento meccanico 30 potranno inoltre comprendere uno o più elementi di fissaggio 37. Ad esempio, questi ultimi potranno comprendere appendici o sporgenze, preferibilmente dirette verso l’interno, a contatto con le rispettive zone di bordo 11’, 21’ delle lastre 10, 20 in modo da agire per attrito contro le stesse. Ad esempio, gli elementi di fissaggio 37 potranno essere una pluralità di segmenti oppure una pluralità di punti sporgenti dalle pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’.
Vantaggiosamente, gli elementi di fissaggio 37 potranno essere posti su una sola parete laterale della coppia 36, 36’ e 360, 360’ oppure su entrambe le pareti 36, 36’ e 360, 360’.
In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, gli elementi di fissaggio 37 potranno comprendere oppure essere costituiti da cordoli longitudinali, estendentesi per alcuni tratti delle pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ oppure, preferibilmente, sostanzialmente per tutta la lunghezza delle stesse.
I cordoli 37 potranno essere solidalmente accoppiati con le pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ oppure potranno essere con queste monolitiche, ad esempio potranno essere coestrusi con le stesse. Preferibilmente, i cordoli 37 potranno essere coestrusi con il profilo longitudinale 31.
L’azione premente delle pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ sui cordoli 37 contro il vetro delle lastre 10, 20 permetterà di fissare le lastre 10, 20 con il profilo longitudinale 31.
I cordoli 37 potranno essere realizzati in materiale polimerico che potrà essere scelto nel gruppo costituito da policarbonato, polimetilmetacrilato, acrilati, PVC, PA, poliolefine, poliesteri.
Il profilo longitudinale 31 potrà essere ottenuto per stampaggio ad iniezione oppure per estrusione di un qualunque polimero o miscela di polimeri lavorabili mediante estrusione o stampaggio ad iniezione noti al tecnico del ramo per ottenere la sezione desiderata. Ad esempio, si potrà scegliere un polimero termoplastico come ad esempio polivinilcloruro (PVC), policarbonato (PC), polimetilmetacrilato (PMMA), polimeri acrilici, acrilonitrile butadiene stirene (ABS), poliuretano, poliammide (PA), polipropilene (PP), polietilene (PE), PA aromatiche, polimeri a blocchi, StireneEtileneButileneStirene (SEBS).
Secondo una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva dell’invenzione, il profilo longitudinale 31 potrà essere realizzato in policarbonato, più preferibilmente in policarbonato trasparente, oppure, secondo un’altra forma di realizzazione, il profilo longitudinale 31 potrà essere realizzato in polimero acrilico, ad esempio PMMA, più preferibilmente in PMMA trasparente.
Opportunamente il profilo longitudinale 31 potrà essere ottenuto per pultrosione con resine termoindurenti quali epossidiche, poliesteri insaturi, e fibre ad esempio di vetro, di carbonio, di materiale polimerico o naturali. I polimeri utilizzati per fabbricare il profillo longitudinale 31 potranno essere opportunamente additivati ad esempio con plastificanti, agenti anti ossidanti, anti UV, per renderli resistenti agli urti, alla radiazione UV e/o all’invecchiamento, oppure per migliorare altre caratteristiche, ad esempio per rendere i polimeri più elastici o più rigidi, più flessibili, colorati o trasparenti.
La resina sigillante adesiva 42 potrà quindi essere posizionata nella camera interna 2 in corrispondenza dei tratti 14, 24 a contatto con le lastre 10, 20 e il profilo longitudinale 31 per unire reciprocamente gli stessi.
Più in dettaglio, la resina polimerica sigillante adesiva 42 potrà ricoprire completamente le laterali interne 36’, 360’ delle sedi 33’, 34’ e la superficie interna 320’ della porzione centrale 320 del corpo principale 32.
Opportunamente, potrà essere impiegata una quantità ridotta di resina sigillante adesiva 42 con un risparmio di costi e un miglioramento in termini di gradevolezza estetica. In questo modo, infatti, l’altezza H2 della resina sigillante adesiva 42 rispetto al corpo principale 32 potrà essere particolarmente ridotta.
Preferibilmente ma non esclusivamente, l’altezza H2 potrà essere sostanzialmente costante per tutta la resina sigillante adesiva 42. Si comprende infatti che nel caso il profilo longitudinale abbia forma leggermente arcuata, l'altezza della resina sigillante adesiva 42 potrà variare leggermente tra la porzione centrale 320 e le porzioni 33, 34.
Preferibilmente, l’altezza della resina sigillante adesiva 42 potrà essere considerata in corrispondenza della superficie interna 320’ della porzione centrale 320 del corpo principale 32 potrà essere pari a tale altezza H2.
Ad esempio, una volta reticolata, la resina sigillante adesiva 42 potrà presentare uno spessore sostanzialmente pari alla distanza d tra le lastre 10, 20 e un’altezza H2 compresa tra 5 mm e 20 mm, preferibilmente di circa 15 mm.
Opportunamente, la resina sigillante adesiva 42 potrà quindi essere in una quantità tale da aderire alle pareti laterali interne 36’, 360’ e a alle lastre 10, 20 per un breve tratto 15, 25 sovrastante le stesse in modo che l’altezza H2 raggiunta dalla resina polimerica sigillante adesiva 42 rispetto al corpo principale 32 sia leggermente superiore all’altezza H1 delle pareti laterali interne 36’, 360’ rispetto allo stesso corpo principale 32.
Ad esempio, le parete laterali interne 36’, 360’ potranno presentare un’altezza H1 compresa tra 3 mm e 12 mm, preferibilmente tra 3 mm e 8 mm.
In particolare, il tratto 15, 25 potrà presentare un’altezza H3 inferiore a 10 mm, preferibilmente inferiore a 8 mm ed ancor più preferibilmente inferiore a 5 mm.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, l’altezza H2 potrà essere sostanzialmente pari alla somma dell’altezza H1 e dell’altezza H3. Ad esempio, le parete laterali interne 36’, 360’ potranno avere un’altezza H1 di circa 10 mm, mentre il tratto 15, 25 potrà avere un’altezza H3 di circa 5 mm in modo che la resina polimerica sigillante adesiva 42 una volta indurita abbia un’altezza H2 di circa 15 mm.
La resina sigillante adesiva 42 potrà essere una resina polimerica sostanzialmente trasparente in modo che la vetrocamera 1 abbia un’elevata gradevolezza estetica.
Per resina si intende un qualunque materiale di natura polimerica fluido al momento di applicazione come in seguito specificato e che successivamente indurisce in situ.
Potrà essere utilizzata qualunque resina o miscele di resine indurenti note al tecnico del settore, ad esempio una resina termoplastica che indurisce per raffreddamento, una resina che indurisce per vulcanizzazione, una resina o più resine che induriscono per reticolazione oppure una miscela delle stesse. Preferibilmente, la resina potrà indurire per reticolazione. Ad esempio, si potrà utilizzare una resina mono o pluricomponente, introdotta liquida fluida a temperatura ambiente che indurisce per reticolazione, ad esempio per attivazione termica o per attivazione UV o semplicemente dopo un tempo di incubazione dopo che i componenti sono stati miscelati.
Esempi di tali resine sono le resine acriliche, poliuretaniche, poliestere o una miscela di una o più di queste.
Opportunamente, la resina potrà avere un elevato potere di adesione al vetro, preferibilmente l’adesione della resina sigillante adesiva 42 alle facce 13, 23 e al profilo 31 potrà essere sostanzialmente irreversibile.
Allo scopo, la resina potrà essere una resina modificata per aumentare l’adesione al vetro come noto al tecnico del ramo.
Ad esempio, la resina potrà essere modificata introducendo gruppi di elevata compatibilità con il vetro e con il materiale del profilo 31 in modo da aumentare l’adesione della resina sigillante adesiva 42 con le lastre 10, 20 e con il profilo longitudinale 31.
Un esempio non esaustivo di tale modifica della resina è la silanizzazione.
Nel presente testo, con la dizione “materiali compatibili” o derivate si intendono materiali che abbiano fra loro compatibilità chimica e/o fisica, cioè materiali che, una volta accoppiati, diano luogo ad una giunzione atta a sopportare il trasferimento di forze di trazione o di taglio attraverso la superficie di contatto.
In particolare, grazie a tale caratteristica, una volta affiancate due o più vetrocamere 1 si potrà avere un effetto di sostanziale continuità visiva.
Eventualmente anche le pareti laterali 36, 36’ e 360, 360’ potranno essere sostanzialmente trasparenti e/o traslucide.
Operativamente, si potrà dapprima predisporre le lastre 10, 20 e accoppiare le stesse meccanicamente mediante i mezzi di accoppiamento meccanico 30.
Nel presente testo, con la dizione “predisposizione” e derivate si intende, a meno di indicazioni contrarie, la preparazione di un componente di interesse ad una fase di processo di interesse, includendo quindi qualsiasi trattamento preventivo atto all’espletamento ottimale della stessa fase di interesse, ad esempio il semplice prelievo da un sito di stoccaggio oppure la purificazione, l’aggiunta di altri materiali, oppure pre-trattamenti termici e/o chimici e/o fisici e similari.
Come sopra descritto, le lastre 10, 20 potranno essere affacciate e reciprocamente spaziate di una distanza d in modo da definire la camera interna 2. In particolare, ogni lastra 10, 20 potrà presentare le rispettive facce interne 13, 23 alla camera 2 reciprocamente affacciate e le facce esterne 12, 22 opposte.
Opportunamente, le lastre 10, 20 potranno essere predisposte in modo che le rispettive zone di bordo 11’, 21’ siano sostanzialmente affacciate in modo da accoppiare quest’ultime con il profilo longitudinale 31.
In altre parole, si potrà dapprima predisporre il profilo longitudinale 31 e le lastre 10, 20 e, successivamente, accoppiare le zone di bordo 11’, 21’ delle stesse lastre 10, 20 con le rispettive sedi longitudinali 33’, 34’ del profilo longitudinale 31.
Le lastre 10, 20 potranno quindi essere posizionate verticalmente mentre il profilo longitudinale 31 potrà essere disposto inferiormente in modo tale che le prime definiscano le pareti laterali della camera interna 2 e il secondo definisca la parete di base della stesa camera interna 2.
Più in dettaglio, si potrà inserire il tratto 14 della zona di bordo 11’ nella sede longitudinale 33’ e il tratto 24 della zona di bordo 21’ nella sede longitudinale 34’ in modo che le lastre 10, 20 rimangano reciprocamente spaziate della distanza d per definire la camera interna 2.
Opportunamente, le pareti laterali interne 36’, 360’ potranno quindi restare affacciate oppure a contatto da parti opposte rispettivamente alle lastre 10, 20.
Una volta accoppiate le lastre 10, 20 con il profilo 31, la superficie interna 320’ del corpo principale 32, le pareti laterali interne 36’, 360’ e i tratti 15, 25 delle facce interne 13, 23 delle stesse lastre 10, 20 potranno definire un vano di lavoro 2’ per accogliere la resina sigillante adesiva 42.
Opportunamente, la resina sigillante adesiva 42 potrà essere inserita nel vano di lavoro 2’ in forma liquida o semiliquida per indurire successivamente come meglio spiegato nel seguito.
In altre parole, la resina sigillante adesiva 42 potrà quindi essere in contatto almeno in corrispondenza dei tratti 14, 24 con le lastre 10, 20 e con il profilo longitudinale 31 per unire reciprocamente gli stessi.
Opportunamente, si potrà predisporre una quantità predeterminata di resina indurente 42 così da inserire una quantità predeterminata della stessa nel vano di lavoro 2’ in modo da determinare l’altezza H2 della stessa resina sigillante adesiva 42.
In particolare, il vano di lavoro 2’ potrà essere limitato lateralmente dalle pareti laterali interne 36’, 360’, dalle facce interne 13, 23 delle lastre 10, 20 e da tappi 5, inferiormente dalla superficie interna 320’ del corpo principale 32, mentre potrà essere aperto superiormente, cioè verso la camera interna 2.
In questo modo, l’aumento della quantità di resina sigillante adesiva 42 potrà corrispondere all’aumento dell’altezza H2 della stessa, e viceversa.
Opportunamente, la quantità di resina sigillante adesiva 42 potrà essere tale per cui l’altezza H2 potrà essere sostanzialmente maggiore dell’altezza H1 delle pareti laterali interne 36’, 360’ così che la resina sigillante adesiva 42 possa entrare in contatto anche con il tratto 15, 25 le facce laterali interne 13, 23 delle lastre 10, 20.
Eventualmente, durante la fase di inserimento della resina sigillante adesiva 42, il profilo longitudinale 31 potrà essere sostanzialmente orizzontale in modo che la stessa resina sigillante 42 presenti l’altezza H2 sostanzialmente costante lungo tutto il suo sviluppo e in modo che la superficie superiore 41 dello stesso elemento sigillante 42 sia sostanzialmente piana. In altre parole, per effetto della gravità, tale superficie 41 affacciata alla camera interna 2 potrà essere sostanzialmente piana ed ortogonale alle facce 13, 23 delle lastre 10, 20.
Una volta che la resina sigillante adesiva 42 è indurita, i tappi 5 potranno essere rimossi in modo da non alterare l’aspetto estetico della vetrocamera 1.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, l’inserimento o colatura della resina sigillante adesiva 42 potrà essere effettuato mediante un dispositivo ad imbuto 50 che potrà quindi essere fluidicamente collegato con il vano di lavoro 2’ mediante una linea di collegamento fluidico 3.
Il profilo longitudinale 31 potrà presentare una porzione longitudinale 38 accoppiata con le lastre 10, 20 e una porzione 39 fuoriuscente dalle stesse per definire la linea di collegamento fluidico 3. In altre parole, il profilo longitudinale 31 potrà avere una lunghezza sostanzialmente maggiore del tratto 14, 24.
In particolare, la porzione longitudinale 38 del profilo longitudinale 31 potrà comprendere un’estremità 38’ opposta rispetto alla porzione 39. Opportunamente, il tappo 5 potrà essere posto in corrispondenza dell’estremità 38’ del profilo longitudinale 31, mentre il dispositivo ad imbuto 50 potrà essere posto in corrispondenza della porzione 39.
La resina sigillante adesiva 42 potrà quindi essere inserita mediante il dispositivo ad imbuto 50 il quale potrà quindi presentare un’entrata 51 e un’uscita 52 per la resina liquida.
D’altra parte, il dispositivo 50 potrà comprendere una porzione inferiore 53 controsagomata rispetto al profilo longitudinale 31 in modo da accoppiarsi con lo stesso ed evitare la fuoriuscita di resina liquida e una porzione inferiore opposta che potrà definire l’uscita 52 per la resina liquida.
Opportunamente, il dispositivo 50 potrà quindi essere accoppiato con la porzione 39 in modo che l’uscita 52 dello stesso sia fluidicamente collegata con il vano di lavoro 2’ così che la resina liquida fluisca nello stesso 2’ scorrendo lungo il profilo longitudinale 31, ed in particolare lungo la superficie interna 320’ dello stesso.
In questo modo, la resina liquida potrà bagnare le facce interne 13, 23 solamente in prossimità delle zone di bordo 11’, 21’ così da evitare il rischio di sporcare le lastre 10, 20.
Eventualmente, il dispositivo 50 potrà essere amovibilmente accoppiato con il profilo longitudinale 31 in modo da rimuovere il primo una volta terminato l’inserimento della resina sigillante adesiva 42 nel vano 2’ e/o una volta terminata la fase di indurimento della stessa.
Secondo un particolare aspetto dell’invenzione, la porzione 39 potrà essere rimossa dalla porzione 38, ad esempio tagliando il profilo longitudinale 31 in corrispondenza della fine del tratto 14, 24 della lastre 10, 20.
In questo modo, il dispositivo 50 potrà essere rimosso all’atto della rimozione della porzione 39 dalla porzione 38 del profilo longitudinale 31. Grazie a tale caratteristica i tempi di realizzazione della vetrocamera 1 potranno essere particolarmente ridotti.
L’indurimento potrà essere realizzato mediante reticolazione in situ e/o in un differente ambiente di lavorazione.
Grazie alle caratteristiche sopra descritte, si potrà impiegare una quantità ridotta di resina sigillante indurente 42 con un notevole risparmio nei tempi di realizzazione della vetrocamera 1. Infatti il tempo necessario per l’indurimento della resina sigillante indurente 42 aumenta all’aumentare della quantità della stessa.
Inoltre, grazie alla presenza del profilo longitudinale 31 si potrà movimentare e/o ruotare la vetrocamera 1 senza necessità di aspettare che la resina sigillante indurente 42 sia completamente indurita, riducendo in questo modo i tempi di realizzazione della vetrocamera 1.
Nel presente testo si è descritto l’accoppiamento per il tratto 14, 24 dei bordi 11, 21 delle lastre 10, 20, cioè per un lato della vetrocamera 1. Si comprende che quanto descritto potrà essere realizzato per uno o più lati della stessa vetrocamera, eventualmente su tutti i lati della stessa.
Operativamente, dopo l’indurimento totale o parziale della resina sigillante adesiva 42 realizzato sul tratto 14, 24 dei bordi 11, 21 delle lastre 10, 20 si potrà ruotare la vetrocamera 1 nel piano definito dalle lastre 10, 20 ed in modo analogo a quanto sopra descritto si potranno accoppiare altri tratti dei bordi 11, 21 delle lastre 10, 20.
Si comprende che tale forma di realizzazione non è limitativa, infatti si potrà realizzare una vetrocamera 1 avente una forma qualsiasi non esclusivamente rettangolare, oppure comprendente più lastre di vetro, lastre di vetro e lastre in materiale plastico, lastre in materiale polimerico. Inoltre le lastre 10, 20 potranno non essere piane, ad esempio potranno essere curve e/o bombate.
Si comprende inoltre che la vetrocamera 1 potrà presentare le lastre 10, 20 accoppiate con il profilo 31 e la resina sigillante adesiva 42 lungo l’intero bordo perimetrale 11, 21 oppure lungo uno o più tratti 14, 24 degli stessi.
Ad esempio, la vetrocamera 1 potrà presentare alcuni tratti 14, 24 dei bordi perimetrale 11, 21, ad esempio una coppia di lati opposti, accoppiati mediante il profilo 31 e la resina sigillante adesiva 42, mentre i restanti tratti dei bordi perimetrali 11, 21, cioè gli altri due lati opposti, potranno essere accoppiati secondo l’arte nota.
In ogni caso, la vetrocamera 1 potrà essere particolarmente utile per realizzare porte o ante 101 per un banco frigo o espositore 100.
Per realizzare la porta o anta 101 potrà essere sufficiente accoppiare uno o più accessori, ad esempio maniglie, cerniere con la vetrocamera 1.
In particolare, un banco frigorifero 100 potrà comprendere una o più porte o ante 101 realizzate a partire dalla vetrocamera 1 fra loro adiacenti, in modo che ogni porta o anta 101 presenti i bordi laterali a contatto con i bordi laterali delle porte o ante adiacenti.
Grazie alla particolare configurazione della vetrocamera 1, la superficie a vista dell’utente del banco frigo potrà essere sostanzialmente trasparente, preferibilmente totalmente trasparente, senza interruzioni di continuità tra una porta o anta 101 e la successiva adiacente.
Si ottiene l’effetto di un’unica parete trasparente, senza le interruzioni date dalle sigillature visibili e/o dal telaio spaziatore
Da quanto sopra descritto, è evidente che l’invenzione raggiunge gli scopi prefissatisi. L’invenzione è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nelle rivendicazioni allegate. Tutti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dall'ambito di tutela del trovato definito dalle rivendicazioni allegate

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Una vetrocamera comprendente: - almeno un primo elemento lastriforme (10) ed almeno un secondo elemento lastriforme (20) sostanzialmente trasparenti reciprocamente affacciati e spaziati tra loro di una distanza predeterminata (d) per definire una camera interna (2), detti almeno un primo elemento lastriforme (10) ed almeno un secondo elemento lastriforme (20) presentando rispettivamente una prima zona di bordo (11’) e una seconda zona di bordo (21’) reciprocamente affacciate; - mezzi di accoppiamento meccanico (30) di detti almeno un primo elemento lastriforme (10) ed almeno un secondo elemento lastriforme (20), detti mezzi di accoppiamento meccanico (30) comprendendo almeno un profilo longitudinale (31) posto in corrispondenza di almeno un primo tratto (14) di detta prima zona di bordo (11’) e almeno un secondo tratto (24) di detta seconda zona di bordo (21’), detto almeno un profilo longitudinale (31) essendo realizzato in materiale polimerico sostanzialmente rigido o semirigido sostanzialmente trasparente, detto almeno un profilo longitudinale (31) includendo un corpo principale (32) sostanzialmente planare o leggermente arcuato con almeno una prima sede longitudinale (33’) ed almeno una seconda sede longitudinale (34’) estendentesi sostanzialmente in modo trasversale o perpendicolare dallo stesso per accogliere rispettivamente detti almeno un primo tratto (14) ed almeno un secondo tratto (24), dette almeno una prima sede longitudinale (33’) ed almeno una seconda sede longitudinale (34’) comprendendo una rispettiva coppia di prime pareti laterali (36, 36’) e di seconde pareti laterali (360, 360’) destinate a restare affacciate oppure a contatto da parti opposte rispettivamente a detto almeno un primo elemento lastriforme (10) e a detto almeno un secondo elemento lastriforme (20), dette prime pareti laterali (36, 36’) e seconde pareti laterali (360, 360’) presentando pareti laterali interne (36’, 360’) a detta camera (2) reciprocamente affacciate e pareti laterali esterne (36, 360) a queste opposte, dette pareti laterali interne (36’, 360’) presentando una prima altezza (H1) predeterminata rispetto a detto corpo principale (32); - almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) sostanzialmente trasparente posta internamente a detta camera (2) almeno in corrispondenza di detto almeno un primo tratto (14) e di detto almeno un secondo tratto (24) a contatto con detti almeno un primo elemento lastriforme (10), almeno un secondo elemento lastriforme (20) e almeno un profilo longitudinale (31) per unire reciprocamente gli stessi; in cui detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) è in una quantità tale da aderire a dette pareti laterali interne (36’, 360’) e a detti almeno un primo elemento lastriforme (10) e almeno un secondo elemento lastriforme (20) per un breve tratto (15, 25) sovrastante le stesse, in modo che la seconda altezza (H2) raggiunta da detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) rispetto a detto corpo principale (32) sia leggermente superiore a detta prima altezza (H1).
  2. 2. Vetrocamera secondo la rivendicazione 1, in cui detto breve tratto (15, 25) sovrastante dette pareti laterali interne (36’, 360’) presenta una terza altezza (H3) predeterminata inferiore a 10 mm, preferibilmente inferiore a 8 mm ed ancor più preferibilmente inferiore a 5 mm.
  3. 3. Vetrocamera secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta seconda altezza (H2) è pari alla somma di detta prima altezza (H1) e di detta terza altezza (H3).
  4. 4. Vetrocamera secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, in cui detto corpo principale (32) presenta una porzione centrale (320) ed almeno una prima e seconda porzione d’estremità (33, 34) fra loro opposte comprendenti rispettivamente dette almeno una prima ed una seconda sede longitudinale (33’, 34’), detta porzione centrale (320) comprendendo una superficie interna (320’) interposta fra dette pareti laterali interne (36’, 360’), detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) ricoprendo completamente dette pareti laterali interne (36’, 360’) e detta superficie interna (320’).
  5. 5. Vetrocamera secondo la rivendicazione precedente, in cui l’altezza raggiunta dalla resina polimerica sigillante adesiva (42) in corrispondenza di detta superficie interna (320’) coincide sostanzialmente con detta seconda altezza (H2).
  6. 6. Vetrocamera secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta resina polimerica sigillante adesiva (42) è una resina indurente, preferibilmente una resina che indurisce mediante reticolazione, ancor più preferibilmente scelta fra le resine acriliche, poliuretaniche, poliestere o una miscela di una o più di queste.
  7. 7. Metodo per la realizzazione di una vetrocamera secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti comprendente le seguenti fasi: a) predisposizione di almeno un primo elemento lastriforme (10) e di almeno un secondo elemento lastriforme (20) sostanzialmente trasparenti, ognuno di essi presentando rispettivamente una prima zona di bordo (11’) e una seconda zona di bordo (21’) reciprocamente affacciate; b) predisposizione di almeno un profilo longitudinale (31) realizzato in materiale polimerico sostanzialmente rigido o semirigido sostanzialmente trasparente, detto almeno un profilo longitudinale (31) includendo un corpo principale (32) sostanzialmente planare o leggermente arcuato con almeno una prima sede longitudinale (33’) ed almeno una seconda sede longitudinale (34’) estendentesi sostanzialmente in modo trasversale o perpendicolare dallo stesso, dette almeno una prima sede longitudinale (33’) ed almeno una seconda sede longitudinale (34’) comprendendo una rispettiva coppia di prime pareti laterali (36, 36’) e di seconde pareti laterali (360, 360’); c) accoppiamento meccanico di detti almeno un primo elemento lastriforme (10) e di almeno un secondo elemento lastriforme (20) mediante inserimento di almeno un primo tratto (14) di detta prima zona di bordo (11’) e almeno un secondo tratto (24) di detta seconda zona di bordo (21’) rispettivamente in detta almeno una prima ed una seconda sede longitudinale (33’, 34’) in modo che fra detti almeno un primo ed un secondo elemento lastriforme (10, 20) si definisca una camera interna (2), dette prime e seconde pareti laterali (36, 36’; 360, 360’) restando affacciate oppure a contatto da parti opposte rispettivamente a detto almeno un primo e un secondo elemento lastriforme (10, 20), dette prime pareti laterali (36, 36’) e seconde pareti laterali (360, 360’) presentando pareti laterali interne (36’, 360’) a detta camera (2) reciprocamente affacciate e pareti laterali esterne (36, 360) a queste opposte, dette pareti laterali interne (36’, 360’) presentando una prima altezza (H1) predeterminata rispetto a detto corpo principale (32); d) predisposizione di una quantità predeterminata di almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) sostanzialmente trasparente; e) inserimento di detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) internamente a detta camera (2) almeno in corrispondenza di detto almeno un primo tratto (14) e di detto almeno un secondo tratto (24) a contatto con detti almeno un primo elemento lastriforme (10), almeno un secondo elemento lastriforme (20) e almeno un profilo longitudinale (31) per unire reciprocamente gli stessi; f) indurimento di detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42); in cui detta quantità predeterminata di detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) è tale che la stessa aderisca a dette pareti laterali interne (36’, 360’) e a detti almeno un primo elemento lastriforme (10) e almeno un secondo elemento lastriforme (20) per un breve tratto (15, 25) sovrastante le stesse, in modo che la seconda altezza (H2) raggiunta da detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) rispetto a detto corpo principale (32) sia leggermente superiore a detta prima altezza (H1).
  8. 8. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui detti almeno un primo elemento lastriforme (10) ed almeno un secondo elemento lastriforme (20) presentano rispettive coppie di prime facce frontali (12, 13) e seconde facce frontali (22, 23) che presentano facce interne (13, 23) a detta camera (2) reciprocamente affacciate e facce esterne (12, 22) a queste opposte, detto corpo principale (32) presentando una porzione centrale (320) ed almeno una prima e seconda porzione d’estremità (33, 34) fra loro opposte comprendenti rispettivamente dette almeno una prima ed una seconda sede longitudinale (33’, 34’), detta porzione centrale (320) comprendendo una superficie interna (320’) interposta fra dette pareti laterali interne (36’, 360’) definente con dette facce interne (13, 23) un vano di lavoro (2’), all’atto di detta fase e) di inserimento detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) essendo in forma liquida o semiliquida, detta fase e) di inserimento includendo una fase e’) di colatura di detta almeno una resina polimerica sigillante adesiva (42) liquida o semiliquida in detto vano di lavoro in modo che raggiunga detta seconda altezza (H2).
  9. 9. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui detta fase e’) di colatura avviene mediante un dispositivo a imbuto (50) fluidicamente collegato con detto vano di lavoro (2’) mediante una linea di collegamento fluidico (3).
  10. 10. Metodo secondo la rivendicazione precedente, in cui all’atto di detta fase e’) di colatura detto almeno un profilo longitudinale (31) presenta una prima porzione longitudinale (38) accoppiata con detti almeno un primo elemento lastriforme (10) ed almeno un secondo elemento lastriforme (20) ed una seconda porzione longitudinale (39) fuoriuscente dalle stesse per definire detta linea di collegamento fluidico (3), dopo detta fase f) di indurimento detta seconda porzione longitudinale (39) essendo rimossa da detta prima porzione longitudinale (38).
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* Cited by examiner, † Cited by third party
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